San Vitale Baganza

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San Vitale Baganza
frazione
San Vitale Baganza – Veduta
San Vitale Baganza – Veduta
Panorama del borgo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Sala Baganza
Territorio
Coordinate44°39′58.8″N 10°11′22.9″E / 44.666333°N 10.189694°E44.666333; 10.189694 (San Vitale Baganza)
Altitudine269 m s.l.m.
Abitanti225[2]
Altre informazioni
Cod. postale43038
Prefisso0521
Fuso orarioUTC+1
PatronoMadonna del Suffragio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Vitale Baganza
San Vitale Baganza

San Vitale Baganza è una frazione del comune di Sala Baganza, in provincia di Parma.

La località dista 6,38 km dal capoluogo.[1]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

San Vitale Baganza sorge sulla riva sinistra del torrente Baganza, ai margini dei primi rilievi appenninici.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima testimonianza dell'esistenza di un centro abitato nella zona di San Vitale Baganza risale all'epoca bizantina, quando fu edificato un nucleo fortificato difensivo sul Monte Palero.[4]

Nei secoli seguenti sorse anche la pieve di San Vitale, menzionata nel 1005 nell'Ordo Archipresbiterorum Plebium, voluto dal vescovo di Parma Sigifredo II.[5]

Nel 1142 il piccolo borgo, la chiesa e il castello risultavano appartenere all'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma;[6] nel 1144 il papa Lucio II confermò all'abate del monastero i diritti su tutti i beni posseduti, tra cui il "castrum Sancti Vitalis cum ecclesia et curte".[7]

Mentre a Monte Palero i marchesi Pallavicino edificarono un maniero nel 1196,[8] a San Vitale la giurisdizione sul castello passò dapprima al Comune di Parma e poi ai Rossi, feudatari anche di Neviano.[5]

Nel 1405, in seguito alla conquista del castello rossiano di Pariano da parte di Giacomo e Ottobuono de' Terzi, il vescovo Giacomo de' Rossi occupò con le sue truppe Monte Palero, ove fece ricostruire la distrutta fortificazione difensiva, detta "Castel Palerio".[9] Tuttavia, successivamente i Pallavicino rientrarono in possesso del feudo,[8] nonostante una parentesi di alcuni anni in cui ne detenne i diritti Niccolò Piccinino.[10]

A San Vitale, invece, sicuramente dopo il 1453[11] subentrarono ai Rossi i conti Sanvitale, originari secondo la tradizione proprio di San Vitale Baganza; la casata annetté il feudo a quello di Sala Baganza e ne mantenne i diritti fino al 1612,[3] quando il conte Alfonso fu arrestato e giustiziato con numerosi altri nobili parmensi con l'accusa di aver congiurato ai danni del duca di Parma Ranuccio I Farnese, che confiscò tutti i loro beni.[12]

Anche Monte Palero fu in epoca imprecisata assorbito dalla Camera ducale di Parma, ma nel 1631 fu assegnato con la vicina Neviano dapprima al marchese Marcello Prati e successivamente ai conti Bondani, che lo mantennero fino all'abolizione dei diritti feudali[13] sancita da Napoleone per il ducato di Parma e Piacenza nel 1805.[14]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Vitale[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Vitale
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Vitale (Sala Baganza).

Edificata originariamente entro il X secolo, la pieve romanica fu gravemente danneggiata nel 1834 da una violenta scossa tellurica, che risparmiò soltanto il campanile settecentesco; ricostruita completamente in stile neoclassico tra il 1835 e il 1841 su disegno dell'architetto Lorenzo Raschi, fu completata con la facciata, progettata dall'architetto Luigi Bianchi, nel 1868 e arricchita delle statue di Agostino Ferrarini nel 1885; lesionata nel 2008 da un nuovo terremoto, fu interamente restaurata e riaperta al culto nel 2012; la chiesa ospita varie opere di pregio, tra cui due dipinti del 1774 del pittore Giuseppe Peroni.[15]

Oratorio dei Santi Filippo e Giacomo[modifica | modifica wikitesto]

Oratorio dei Santi Filippo e Giacomo

Edificato nel 1717 dai fratelli Adorni quale cappella privata dell'adiacente villa coeva, l'edificio barocco fu sconsacrato nel XIX secolo per volere dei nuovi proprietari Carpintero e riaperto al culto quale oratorio sussidiario della vicina chiesa di San Vitale nel 1982, in seguito al suo completo restauro; danneggiato dal sisma del dicembre 2008, fu successivamente ristrutturato; posta all'interno dell'area cortilizia dell'ex salumificio Luppi ma accessibile direttamente dalla strada, la piccola struttura si sviluppa su una pianta centrale ottagonale, con presbiterio absidato.[16][17]

Maestà di San Vitale[modifica | modifica wikitesto]

Costruita nella prima metà del XVIII secolo per volere della famiglia Adorni, l'edicola neoclassica fu decorata nel 1745 dal pittore Giuseppe Peroni, che vi dipinse ad affresco la Beata Vergine col Bambino; restaurata intorno al 2000, la maestà è affiancata da due colonne con capitelli dorici a sostegno del frontone curvilineo spezzato di coronamento.[18]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Castello[modifica | modifica wikitesto]

Castello
Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di San Vitale Baganza.

Costruito in epoca imprecisata accanto alla pieve di San Vitale, il castello, appartenente nel 1142 all'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma, passò in seguito al Comune di Parma; conquistato dai Rossi, fu successivamente assegnato ai conti Sanvitale, che ne mantennero il possesso fino al 1612, quando a causa della presunta congiura dei feudatari tutti i loro beni furono assorbiti dalla Camera ducale di Parma; modificato e mutilato più volte nei secoli, il maniero conserva della struttura trecentesca la torre quadrata a sud e l'alto edificio principale a nord, collegati da un corpo centrale più basso; di pregio risultano un piccolo affresco seicentesco raffigurante la Madonna, posto sulla parete meridionale del mastio, e una finestra quattrocentesca ad arco trilobato con cornice in cotto, affacciata sul lato est.[3]

Castello di Monte Palero[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Monte Palero.

Costruito a Monte Palero nel 1196 dai Pallavicino, il castello fu espugnato nel 1267 dal Comune guelfo di Parma, che ne decretò la demolizione nel 1295; riassegnato successivamente ai Marchesi, il feudo fu conquistato nel 1405 dal vescovo Giacomo de' Rossi, che fece ricostruire sugli antichi ruderi una fortificazione difensiva, detta "Castel Palerio", che tuttavia fu abbandonata dopo pochi anni, quando i Rossi furono costretti a restituirla ai Pallavicino; assorbito dalla Camera ducale di Parma, il maniero fu assegnato nel 1631 al marchese Marcello Prati e successivamente ai conti Bondani, che lo mantennero fino all'abolizione dei diritti feudali del 1805; sprofondato già all'epoca in profondo degrado, l'edificio fu completamente demolito tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX e sulle sue rovine furono costruiti alcuni edifici a uso residenziale e agricolo, modificati dopo il 1970.[19]

Torre dei Boriani[modifica | modifica wikitesto]

Edificata sul monte Bastia dai Pallavicino quale avamposto difensivo del castello di Monte Palero, la casaforte, nota anche come Torre del Boriano, fu acquistata nel XVII secolo dai Boriani, di origine piacentina; sviluppata su tre livelli, la grande e articolata struttura in pietra sorge ai margini del parco naturale regionale dei Boschi di Carrega ed è affiancata da una cappella neoclassica dedicata all'Immacolata, voluta nel 1802 dai Boschi, nel frattempo subentrati ai precedenti proprietari; seppur in parte degradata, fu in seguito adibita a residenza privata estiva.[20][21][22]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Casa dell'Opera[modifica | modifica wikitesto]

Edificato in adiacenza al castello tra il XIII e il XIV secolo, l'edificio in pietra conserva una pregevole finestra quattrocentesca delimitata da cornice ad arco ogivale in cotto.[18]

Villa Carpintero[modifica | modifica wikitesto]

Villa Carpintero

Costruita in stile neoclassico tra il 1788 e il 1875 per volere della famiglia Carpintero sul luogo di un preesistente edificio settecentesco appartenuto agli Adorni, la villa fu modificata agli inizi del XX secolo dai nuovi proprietari Luppi, che la sopraelevarono, ampliarono e trasformarono in prosciuttificio; in vista del suo completo recupero, fu restaurata a partire dal 2000 con la demolizione delle superfetazioni nell'ala nord; la facciata orientale è arricchita dallo scalone monumentale d'accesso a rampe contrapposte, dalle decorazioni in rilievo e dall'ampio frontone triangolare di coronamento, al cui centro si staglia lo stemma dei baroni del Campo; di pregio risulta anche l'ingresso settentrionale, con timpano curvilineo in sommità.[23]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

San Vitale Baganza è collegata con Poggio di Sant'Ilario Baganza, frazione di Felino posta sulla sponda destra del torrente Baganza, attraverso una passerella pedonale denominata "La Ponticella" della lunghezza di 334 m, costruita tra il 1914 e il 1922 e ristrutturata nel 2020 su finanziamento dei due Comuni e della protezione civile.[24][25]

Il trasporto pubblico è presente da settembre a giugno (periodo scolastico), con una sola corsa al giorno.[26]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b La Frazione di San Vitale, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  2. ^ [1]
  3. ^ a b c San Vitale Baganza, su scuolasalabaganza.com. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  4. ^ Itinerari nel parmense: Sala Baganza, su vacanze.itinerarionline.it. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  5. ^ a b Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 73.
  6. ^ San Vitale, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 5 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
  7. ^ Migne, p. 834.
  8. ^ a b Monte Palero, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 5 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
  9. ^ Pezzana, p. 83.
  10. ^ Pezzana, p. 460.
  11. ^ Arcangeli, Gentile, p. 47.
  12. ^ Botta, p. 229.
  13. ^ Molossi, p. 227.
  14. ^ L'eredità napoleonica. Il Codice (PDF), su treccani.it. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  15. ^ Chiesa di San Vitale "San Vitale di Baganza, Sala Baganza", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  16. ^ Oratorio dei Santi Filippo e Giacomo "San Vitale di Baganza, Sala Baganza", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  17. ^ PSC, pp. 23-24.
  18. ^ a b PSC, pp. 13-15.
  19. ^ Relazione illustrativa con analisi storico-critica (PDF), su salabaganza.progettidiimpresa.it. URL consultato il 5 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
  20. ^ PR073 - Torre dei Borriani di San Vitale Baganza a Sala Baganza, su rblob.com. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  21. ^ Parco Regionale Boschi Carrega, su italiantourismexpo.com. URL consultato il 5 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
  22. ^ Torre Boriano resti, su visititaly.it. URL consultato l'8 marzo 2022.
  23. ^ PSC, pp. 31-32.
  24. ^ Bianca Maria Sarti, Partono i lavori per la "Ponticella" ciclopedonale tra San Vitale Baganza e Poggio Sant'Ilario, in www.parmadaily.it, 6 novembre 2020. URL consultato il 13 marzo 2022.
  25. ^ La Ponticella: doppio intervento per il ponte pedonale di collegamento tra le frazioni di Poggio S. Ilario e S. Vitale Baganza, su comune.felino.pr.it. URL consultato il 14 marzo 2022.
  26. ^ Orari Extraurbani, su Tep - Trasporti pubblici Parma. URL consultato il 13 marzo 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Scheda di indagine del patrimonio edilizio nei nuclei di insediamento storico (PDF), in PSC, Quadro conoscitivo, Scheda C1.3, Sala Baganza, Comune di Sala Baganza, marzo 2011. URL consultato il 6 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
  • Letizia Arcangeli, Marco Gentile, Le signorie dei Rossi di Parma tra XIV e XVI secolo, Firenze, Firenze University Press, 2007, ISBN 978-88-8453-683-9.
  • Carlo Botta, Storia d'Italia continuata da quella del Guicciardini sino al 1789, Volume Terzo - Tom. V-VI, Lugano, Tip. di G. Ruggia e C., 1835.
  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
  • Jacques Paul Migne, Willelmi Malmesburiensis monachi opera omnia, Tomus unicus, Parigi, J.-P. Migne editore, 1855.
  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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