Pieve di Cento

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Pieve di Cento
comune
Pieve di Cento – Stemma
Pieve di Cento – Bandiera
Pieve di Cento – Veduta
Pieve di Cento – Veduta
Porta Ferrara (una delle quattro "porte" cittadine, insieme a Porta Bologna, Cento e Asìa)
Localizzazione
StatoItalia Italia
Regione Emilia-Romagna
Città metropolitana Bologna
Amministrazione
SindacoLuca Borsari (Democratici per Pieve, centro-sinistra) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate44°42′47″N 11°18′30″E / 44.713056°N 11.308333°E44.713056; 11.308333 (Pieve di Cento)
Altitudine18 m s.l.m.
Superficie15,94 km²
Abitanti7 174[1] (30-6-2022)
Densità450,06 ab./km²
FrazioniCantone, Borre
Comuni confinantiCastello d'Argile, Cento (FE), Galliera, San Pietro in Casale, Terre del Reno
Altre informazioni
Cod. postale40066
Prefisso051
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT037048
Cod. catastaleG643
TargaBO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 182 GG[3]
Nome abitantipievesi
Patronosan Giuseppe
Giorno festivo19 marzo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pieve di Cento
Pieve di Cento
Pieve di Cento – Mappa
Pieve di Cento – Mappa
Posizione del comune di Pieve di Cento nella città metropolitana di Bologna
Sito istituzionale

Pieve di Cento (Pîv ed Zent in dialetto bolognese settentrionale[4]) è un comune italiano di 7 174 abitanti della città metropolitana di Bologna in Emilia-Romagna, situato lungo il corso di pianura del fiume Reno nel punto in cui esso inizia a segnare il confine con la provincia di Ferrara. Insieme alla vicina Cento costituisce un unico agglomerato urbano di oltre 43 000 abitanti, denominato territorio del Centopievese. Dal punto di vista amministrativo fa parte dell'Unione Reno Galliera.

Nel 2019 e 2020 il comune ha ottenuto il marchio di qualità turistico-ambientale Bandiera arancione del Touring Club Italiano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Pieve di Cento nasce nell'VIII secolo intorno alla chiesa ("Pieve") più importante del territorio, e fin dalla fondazione ha la particolarità di essere centro civico e religioso insieme. Questo fatto ha creato nella comunità pievese un singolare spirito di unitarietà e di passione comune. Pieve si forma sotto il dominio del vescovo di Bologna, diventa libero Comune, subisce la dominazione estense prima e pontificia poi. Secoli di storia che hanno lasciato testimonianze artistiche, culturali e religiose che ancora oggi sono patrimonio della città.

Secoli VIII - XIII[modifica | modifica wikitesto]

I primi documenti relativi ad insediamenti in un'area corrispondente all'attuale territorio dei comuni di Cento e di Pieve risalgono all'VIII e IX secolo d.C. La regione si presentava allora come una vasta e omogenea zona paludosa, ricca di valli da pesca, segnata dal corso del fiume Reno: il cento-pievese. Esso costituiva una "pieve", un'area territoriale soggetta ad una chiesa, detta appunto "pievana" (l'unica a possedere un fonte battesimale), che presiedeva alle altre chiese del territorio. In prossimità del luogo dove sorge l'attuale Collegiata di S. Maria Maggiore di Pieve di Cento si costituì un borgo elevato rispetto alle paludi circostanti, mentre un altro piccolo centro si formò più tardi, poco dopo il Mille, attorno alla chiesa di S. Biagio di Cento. Quando, tra il IX e il XIII secolo, le città e i borghi iniziarono a fortificarsi per difendersi dalle incursioni nemiche, chiesa e centro abitato furono compresi entro le stesse mura. Nacquero così due borghi fortificati isolati l'uno dall'altro, seppur vicini: il Comune di Cento, costituente un'unica comunità amministrativa, e Pieve di Cento, con una pieve che continuava a mantenere il suo primato ecclesiastico.

Secoli XIV - XVI[modifica | modifica wikitesto]

Solo nel 1376 la "pieve" divenne comune autonomo con decreto del principe del cento-pievese Bernardo de Bonnevalle, vescovo di Bologna. Nacque così Pieve di Cento. Per contro, nel 1378-79 Cento ottenne il diritto di erigere un fonte battesimale presso la sua chiesa di S. Biagio, ma riuscì a liberarsi completamente dell'egemonia ecclesiastica di Pieve solo nel 1603, quando anche S. Biagio divenne "pieve" con bolla di Clemente VIII. La grande rotta del Reno del 1457 spostò l'alveo del fiume, che prima scorreva ad ovest di Cento, tra le due comunità, accentuando così ancora di più la divisione tra i due borghi. Man mano che l'autorità temporale del vescovo di Bologna andava diminuendo, cresceva la volontà di potenza ed autonomia dei Comuni di Cento e di Pieve, decisi a strappare concessioni di terre e benefici. Il Comune di Bologna però, deciso anch'esso ad accrescere il suo territorio, dopo essere riuscito già nel 1334 a farsi concedere in affitto queste terre dal vescovo Bertrando di Furnel, nel 1381 ottenne che esse entrassero a far parte del territorio bolognese, pur riconoscendo loro una larga autonomia e numerosi privilegi legali e commerciali. Legato da allora alla città di Bologna, il cento-pievese nei secoli XIV e XV seguì le sorti politiche del comune emiliano, finché nel 1502 passò sotto la dominazione estense quale dono di nozze del papa Alessandro VI Borgia alla figlia Lucrezia, andata in sposa ad Alfonso I d'Este duca di Ferrara. La dominazione estense ebbe termine nel 1598, quando Ferrara, per diritto di devoluzione all'estinguersi della dinastia, passò allo Stato della Chiesa.

Secolo XVIII[modifica | modifica wikitesto]

Incorporato nella legazione di Ferrara dello Stato Pontificio, il cento-pievese visse le vicende di quell'angolo d'Italia tra pace, guerre e pestilenze per circa due secoli, finché la bufera napoleonica non giunse a sconvolgere l'Europa. In questo periodo storico, una grande rilevanza ebbe l'ordine dei Padri Scolopi, i quali nel 1641 giunsero a Pieve, grazie all'interessamento del nobile pievese Francesco Maria Mastellari. La loro importanza fu legata soprattutto alla scuola annessa al convento: l'impegno educativo dei Padri Scolopi cercò, infatti, di indirizzarsi verso bambini e ragazzi di qualsiasi ceto sociale. Negli archivi storici, presso la biblioteca comunale, è conservata l'antica biblioteca dei Padri Scolopi dotata di circa 2000 volumi dei secoli dal XV al XIX. Le truppe di Napoleone arrivarono nei pressi di Pieve nel 1796. Quando nel 1814 se ne andarono definitivamente, Pieve ritornò allo Stato Pontificio, ma in una situazione profondamente modificata: eliminate quasi tutte le istituzioni ecclesiastiche, venduti i loro beni, distrutto o portato in Francia un buon terzo del patrimonio artistico locale, spogliato il Comune di altri suoi territori, rimasero tuttavia leggi e regolamenti e nuove istituzioni al servizio del cittadino.

Secoli XIX - XXI[modifica | modifica wikitesto]

Il Risorgimento vide alcuni pievesi in prima fila nelle lotte della prima guerra d'indipendenza e in difesa della Repubblica Romana. All'Unità d'Italia, il Comune fu aggregato alla provincia di Ferrara e solo nel 1929[5], pur dovendo cedere l'ultima frazione rimasta, Dosso, ai comuni di Cento e di Sant'Agostino, gli abitanti di Pieve videro realizzarsi la loro aspirazione a divenire parte della provincia di Bologna. Poco dopo l'Unità d'Italia, nel 1865, veniva fondata a Pieve la Società operaia di Mutuo Soccorso, istituzione filantropica di indirizzo liberale che intendeva soppiantare le iniziative assistenziali di indirizzo religioso. Nel 1889 veniva poi fondata la Società Mutua Cooperativa fra braccianti, per dare lavoro ai contadini. Negli anni successivi la dottrina socialista conobbe a Pieve e a Cento una grande diffusione. Nel 1908 venne fondata la Camera del Lavoro di Cento e Pieve con 3000 iscritti. Armando Bussi nel 1913 fu il primo deputato socialista del Collegio. Le vicende dei due conflitti mondiali, oltre ad incidere dolorosamente nella vita della popolazione, hanno segnato una battuta di arresto nello sviluppo economico del territorio. Dal finire degli anni Sessanta ad oggi, tuttavia, la ripresa economica ha fatto di Pieve di Cento un fiorente centro della piccola e media industria, e di qualificati servizi. Il comune di Pieve di Cento è appartenuto alla provincia di Ferrara fino al 1929, anno in cui fu assegnato alla provincia di Bologna. In origine costituiva, come dimostra il nome, la pieve (ossia la chiesa parrocchiale) di Cento, che ne era sprovvista.

Bonifica agraria[modifica | modifica wikitesto]

La lunga fase di bonifica dei terreni paludosi, e il loro recupero all'agricoltura, furono operati soprattutto tramite la partecipanza agraria di Pieve di Cento, attraverso la quale gli abitanti del paese, partecipando a oneri e godendo dei vantaggi, mantenevano la proprietà collettiva.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Università[modifica | modifica wikitesto]

Pieve di Cento è una delle sedi del corso di laurea in scienze infermieristiche dell'Università di Ferrara, attivato di concerto con l'Azienda Usl di Bologna. La sede del corso di laurea è situata all'interno dell'ex convento delle clarisse, nonché ex ospedale di Pieve di Cento.[7].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il servizio di trasporto pubblico è assicurato dai servizi di corse suburbane ed extraurbane (alcune a chiamata ” PRONTOBUS“) di autobus della società TPER (ex atc).

Fra il 1889 e il 1955 Pieve di Cento rappresentò il capolinea di una tranvia che la congiungeva con Bologna, intensamente utilizzata sia per il traffico pendolare fra la campagna e gli opifici cittadini, sia per il trasporto delle barbabietole da zucchero, di cui l'abitato era uno dei principali centri di raccolta. La tranvia, nel 1955, fu dismessa causa sostituzione del servizio ferroviario con autobus. Presso il Museo della Storia di Pieve alla Rocca una intera sala è dedicata al tema.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
22 ottobre 1986 10 luglio 1990 Gianni Melloni PCI Sindaco [8]
10 luglio 1990 24 aprile 1995 Gianni Melloni PDS, PCI Sindaco [8]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Gianni Melloni lista civica Sindaco [8]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Milena Correggiari lista civica Sindaco [8]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Milena Correggiari lista civica Sindaco [8]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Sergio Maccagnani lista civica: Democratici per Pieve Sindaco [8]
26 maggio 2014 26 maggio 2019 Sergio Maccagnani lista civica: Democratici per Pieve Sindaco [8]
27 maggio 2019 in carica Luca Borsari lista civica: Democratici per Pieve Sindaco [8]

Il primo sindaco di Pieve dopo la liberazione è stato Vladimiro Ramponi al quale è dedicato il centro culturale (ovvero la biblioteca pubblica e la pinacoteca civica, adiacenti a Piazza Andrea Costa).

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il Comune di Pieve di Cento, assieme al Comune di Cento, è stato il set del film "Jolly Blu", il film degli 883 e del film "Mio fratello rincorre i dinosauri" del 2019 in cui ha recitato, tra gli altri, il famoso attore Alessandro Gassmann.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Luigi Lepri, Daniele Vitali (a cura di), Dizionario Bolognese Italiano / Italiano-Bolognese, Bologna, Pendragon, 2007, pp. 348-354, ISBN 978-88-8342-594-3.
  5. ^ Regio Decreto Legge 24 gennaio 1929, n. 106, art. 1
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Sede formativa di Pieve di Cento, su unife.it. URL consultato il 14 ottobre 2019.
  8. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN169604329 · ISNI (EN0000 0001 2206 9568 · LCCN (ENn84158987 · J9U (ENHE987007539037805171 · WorldCat Identities (ENlccn-n84158987
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