Pianoro (Italia)

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Pianoro
comune
Pianoro – Stemma
Pianoro – Bandiera
Pianoro – Veduta
Pianoro – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Città metropolitana Bologna
Amministrazione
SindacoFranca Filippini (PD) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate44°23′N 11°20′E / 44.383333°N 11.333333°E44.383333; 11.333333 (Pianoro)
Altitudine200 m s.l.m.
Superficie107,13 km²
Abitanti17 749[1] (30-11-2023)
Densità165,68 ab./km²
FrazioniCarteria di Sesto, Guzzano, Livergnano, Montecalvo, Monte delle Formiche, Montelungo, Musiano, Pian di Macina, Rastignano, Riosto, San Salvatore di Casola (Botteghino di Zocca), Sesto, Zena, Zula.
Comuni confinantiBologna, Loiano, Monterenzio, Monzuno, Ozzano dell'Emilia, San Lazzaro di Savena, Sasso Marconi
Altre informazioni
Cod. postale40065;
40067 (Rastignano)
Prefisso051
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT037047
Cod. catastaleG570
TargaBO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 441 GG[3]
Nome abitantipianoresi
Patronosanta Maria Assunta
Giorno festivo15 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pianoro
Pianoro
Pianoro – Mappa
Pianoro – Mappa
Posizione del comune di Pianoro nella città metropolitana di Bologna
Sito istituzionale

Pianoro (Pianôr in dialetto bolognese[4][5]) è un comune italiano di 17 749 abitanti[1] della città metropolitana di Bologna in Emilia-Romagna. È sede amministrativa dell'Unione Montana Valli Savena-Idice.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Panorama della frazione Querceto di Gorgognano

Nell'Appennino a sud-est di Bologna, percorrendo la strada della Futa in direzione di Firenze e passando per la frazione di Rastignano, troviamo Pianoro.

Il territorio è articolato lungo due vallate poste sul torrente Zena e sul Savena, collegate fra loro da un reticolo di strade di circa 300 km che a mano a mano si elevano verso l'Appennino. La natura è particolarmente varia: da Bologna, lungo la prima parte della valle del Savena si scorgono prospettive paesaggistiche notevoli, su zone calanchive e costoni di arenaria di suggestiva bellezza (il Contrafforte pliocenico).

Zena e il Monte delle Formiche[modifica | modifica wikitesto]

Sul punto più alto a 638 m di altezza svetta il Monte delle Formiche con il caratteristico santuario di Santa Maria di Zena, che si trova su uno sperone roccioso tra le valli dell'Idice e dello Zena.

Il santuario è noto come Santuario del Monte delle Formiche, ed è di origine medioevale: venne ricostruito nel 1297 dopo i danni subiti nella guerra fra Bologna e Ferrara, ma è stato oggetto di diversi rimaneggiamenti anche nel Settecento, nell'Ottocento, e poi nel 1955 per le deturpazioni subite durante la seconda guerra mondiale.

Il Monte delle Formiche, da cui si gode una bellissima vista, deve il suo nome a un curioso fenomeno: intorno all'8 settembre, giorno della festa della Madonna, sciami di formiche alate (Myrmica scabrinodis) raggiungono la vetta e qui muoiono. Questo è un fenomeno naturale (anche se qui è particolarmente intenso e plateale) comune a molti tipi di imenotteri: le formiche maschio, dopo l'accoppiamento, sono attratte dai luoghi che si stagliano all'orizzonte e lì si recano per morire. Le femmine andranno a cercare altri posti per dar vita a nuove colonie.

Il fenomeno è antichissimo dato che nel 1400 la chiesa era denominata "Santa Maria Formicarum". La tradizione popolare ha attribuito all'evento una valenza quasi miracolosa, una sorta di omaggio della natura alla Madonna: sotto l'immagine della Vergine è riprodotto un distico latino che recita "centatim volitant formicae ad Virginis aram quo que illam voliant vistmae tatque cadunt" ("ansiose volano le formiche all'altare della Vergine, pur sapendo che ai suoi piedi moriranno").

È tradizione che gli insetti vengano benedetti e donati ai fedeli (la credenza popolare vuole che curino alcuni malanni).

Nelle vicinanze è ancora visibile la grotta dove visse un eremita di nome Barberius nel XVI secolo (anche se recentemente compromessa da una frana).

Natura e aree protette[modifica | modifica wikitesto]

Lungo lo Zena si trova il Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa, mentre lungo i costoni del Savena si estende la Riserva del Contrafforte Pliocenico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo notizie leggendarie, visse in questa zona un re etrusco di nome Ocno (detto anche Bianore, lo stesso leggendario fondatore di Felsina, Parma e Mantova, di cui parla anche Virgilio). Del passaggio di Etruschi e Celti nel territorio vi sono prove presso il sito archeologico di monte Bibele (Monterenzio e Loiano). Segni del passaggio successivo dei Romani si trovano nei toponimi ancora esistenti, per esempio Sesto. Bonifacio di Canossa, proprietario di gran parte del territorio nell'XI secolo, risiedeva nel castello di Pianoro, distrutto poi dai bolognesi nel 1377 che accusavano i pianoresi di cospirare contro Bologna.

Dal XII secolo la storia di Pianoro segue quella di Bologna.

Livergnano: monumento in memoria dei soldati statunitensi della 91ª divisione fanteria e di un aviatore brasiliano caduti lungo la linea Gotica (1944 - 1945)

Alla fine della seconda guerra mondiale, nell'ottobre del 1944, dopo lo sfondamento della Linea Gotica, vi furono numerosi bombardamenti e cannoneggiamenti. Dopo alcuni tentativi gli alleati angloamericani conquistarono lo sperone roccioso di Livergnano e lì si arrestarono. Il territorio comunale divenne quindi teatro di un crudo scontro fra i tedeschi e gli angloamericani nell'inverno 1944-45. I bombardamenti e i combattimenti si intensificarono: il paese fu distrutto quasi completamente (case, chiese, ponti, ferrovia, le numerose ville patrizie situate lungo la valle del Savena). Secondo le stime del genio civile alla fine della guerra il paese era distrutto al 98,5%. Nell'agosto del 1945, fu inaugurato nei pressi di Livergnano un monumento a ricordo dei caduti del 361º Reggimento della 91ª. Divisione USA. Negli anni 60, per problemi di competenze il monumento fu abbattuto, e la statua in bronzo trasporta al cimitero americano di Firenze. Nel 1995 il Museo Winter Line propose al Comune di porre una lapide a ricordo, idea subito condivisa dall'allora sindaco S. Saliera. Nel 2002 Il Lions Clubs fece collocare la statua in bronzo (opera del Prof. Luigi E. Mattei) Un'ulteriore lapide ricorda il pilota John Richardson Cordero e Silva, prima vittima dell'aviazione brasiliana in guerra. Oggi il monumento fa parte dei "Patrimoni per una cultura di pace" UNESCO. Nel 1974 furono trovati in località "il Pero" (Rastignano) 23 cadaveri attribuibili a un eccidio effettuato dalle forze nazifasciste in ritirata, episodio ancora da indagare pienamente (vedi Eccidi di San Ruffillo).

Il nuovo centro di Pianoro (Pianoro Nuovo, costruito a partire dagli anni cinquanta) sorge tre chilometri a nord rispetto a quello antico (Pianoro Vecchio).

È stato recentemente attuato un progetto di ristrutturazione del centro di Pianoro Nuovo, con demolizione delle vecchie e fatiscenti case costruite dopo la guerra, nell'ambito di una trasformazione urbanistica del paese.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Comune di rilevante importanza strategica a ridosso della "Linea Gotica", sul cui territorio per sette lunghissimi mesi si era fermato il fronte bellico, sopportava la perdita di centinaia di vittime civili e la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e agricolo. Immolava altresì un elevato numero di suoi coraggiosi cittadini alla lotta partigiana. Col ritorno alla pace, offrendo ammirevole prova di dignità ed elette virtù civiche, affrontava la difficile prova di rinascita morale e materiale del paese»
— Pianoro (Bo) - ottobre 1944/aprile 1945[6]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

La statua monumentale del leone, realizzata in cemento armato da Giuseppe Ferri a inizio Novecento, era in origine situata nei giardini di Villa Silvestri. Dopo il restauro degli anni Novanta del Novecento, la statua è stata ricollocata in località Musiano ed è visibile dalla via Nazionale[7].

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Alla base del Monte delle Formiche, nei pressi del torrente omonimo, si trova il Castello di Zena. L'edificio è di origini medioevali, ma la sua architettura ha elementi compositi del XIV e XVII secolo.
  • Ponte di Pianoro Vecchio
  • Cimitero di Pianoro Vecchio
  • Torre dell'Erede
  • Torre dell'orologio di Pianoro Nuovo
  • Albero di natale di Pianoro Vecchio[senza fonte]
  • monumento ai caduti di Livergnano: monumento in memoria dei soldati statunitensi della 91ª divisione fanteria e di un aviatore brasiliano caduti lungo la linea Gotica (1944 - 1945)

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa dei santi Pietro e Girolamo a Rastignano.
  • La chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Lourdes, a Pianoro Nuovo, risale al secondo dopoguerra ed è stata costruita in sostituzione della chiesa di santa Maria Assunta di Riosto, distrutta durante la guerra[8].
  • La chiesa parrocchiale di san Giacomo Maggiore, a Pianoro Vecchio, conserva una statua della Madonna del Sasso, due dipinti di Alessandro Guardassoni, e una pala probabilmente della scuola del Francia raffigurante Leonardo da Porto Maurizio[9].
  • La chiesa di san Giovanni Battista, a Livergnano, è stata restaurata nel 1843 e nuovamente restaurata dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale[10].
  • La chiesa di san Bartolomeo, a Musiano, conserva i resti di una iscrizione romana attribuita alla famiglia Pompeii Prisci[7].
  • La chiesa parrocchiale dei santi Pietro e Girolamo, a Rastignano.
  • La chiesa parrocchiale san Salvatore, a Botteghino di Zocca, è stata ricostruita nel dopoguerra[11].
  • Il santuario del Monte delle Formiche, o chiesa parrocchiale di Santa Maria di Zena.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[12]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

La "Loggia della fornace" è un centro storico documentale ed espositivo che ha sede in una ex fornace a Rastignano[13].

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

A Pianoro sono presenti la ludoteca "Grillo Birillo" e due biblioteche: la biblioteca "Silvio Mucini" a Pianoro Nuovo e la biblioteca "don Milani" a Rastignano[14].

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Il museo di arti e mestieri "Pietro Lazzarini" conserva oltre 1800 pezzi provenienti dalla collezione del pianorese Pietro Lazzarini. Inaugurato nel 2007 e ospitato in una stalla-fienile di fine Ottocento restaurata, il museo presenta gli ambienti e le tradizioni della civilità contadina e artigianale delle valli del Savena, dell'Idice e del Setta. Dal 2012 è riconosciuto "Museo di Qualità" della Regione Emilia-Romagna.[15]

Teatri[modifica | modifica wikitesto]

  • Teatro Arcipelago
  • Teatro Le Rose
  • Teatro parrocchiale di Rastignano

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Carteria di Sesto (Cartarî), Guzzano (Guzèn), Livergnano (Alvargnèn), Montecalvo (Månt Chêlv), Monte delle Formiche (Al Månt), Montelungo (Måntlonng), Musiano (Muṡièn), Pian di Macina (Pièn d Mèṡna), Rastignano (Rastgnèn), Riosto (Riòst), San Salvatore di Casola (con la località di Botteghino di Zocca - Al Butghén), Sesto (Sèst), Zena (Żäṅna), Zula (Zûla).

La grossa frazione di Rastignano ha inglobato altre vecchie frazioni e borgate.

Rastignano[modifica | modifica wikitesto]

Sorta sulle colline a destra del Savena, Rastignano è la frazione più popolosa dopo Pianoro, grazie alla forte espansione urbanistica avvenuta tra gli anni novanta e l'inizio del Duemila che ha attirato numerosi abitanti di Bologna, in seguito a un processo di decentramento della popolazione urbana molto elevato in quel periodo. Il centro abitato è costituito in massima parte da edifici di recente costruzione, ma non mancano esempi di architettura più antica, come la chiesa e Villa Pini; attualmente le località Riolo, Valverde e Il Pero sono borgate di Rastignano, mentre prima della sua espansione costituivano frazione autonome. Rastignano possiede una propria stazione lungo la ferrovia che la collega a Bologna, Firenze e Prato.

A Rastignano risiedeva Gastone Piccinini, partigiano, medaglio d'oro al valor militare, cui è dedicata una piazza della frazione.

Carteria di Sesto[modifica | modifica wikitesto]

La piccola frazione è situata a ridosso delle colline a destra della valle del Savena, tra Sesto e Rastignano; il centro abitato è attraversato dal modestissimo Rio Beccaceci, che prima di sfociare nel Savena scorre in un breve tratto artificiale conosciuto come Rio Fabbiani.

Il nome della frazione deriva dalla presenza di un antico opificio per la produzione di carta, attivo dal tardo Settecento agli inizi del Novecento.

La frazione conta alcuni edifici di pregio, tra cui l'antico opificio, un palazzo nobiliare del tardo Settecento e i pochi resti della chiesetta di Sant'Andrea, quasi distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Pian di Macina[modifica | modifica wikitesto]

Pian di Macina è situata in un'area pianeggiante sullo stesso livello del Savena, che occasionalmente esonda durante le piene. Attorno al piccolo centro abitato sorge un'ampia area industriale.

Riosto[modifica | modifica wikitesto]

Questa piccolissima frazione comprende qualche villa e l'antico Podere Riosto, importante podere vinicolo in cui, secondo una leggenda, nacquero i capostipiti della famiglia Ariosto. Attualmente il podere è noto per gli ottimi vini che vi si producono.

Livergnano[modifica | modifica wikitesto]

Tipiche case costruite a ridosso delle rocce a Livergnano

Livergnano è la frazione più in quota del comune, situata su una punta rocciosa sul crinale che separa la valle del Savena da quella dello Zena; è posta sull'Appennino vero e proprio, mentre la maggior parte del comune si sviluppa sui colli pre-appenninici. La località è caratterizzata dalla presenza di suggestive abitazioni scavate direttamente nella roccia. In una di queste abitazioni è situato il Museo Winter Line, che custodisce oggetti e documenti della seconda guerra mondiale.

Altre frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Alcune delle piccole località appartenenti al territorio comunale sono Riolo, Boaria, Sadurano, Bortignano, Cavicchio, Canovetta, Torriane, Castell'Arienti e San Bartolomeo, Munazzano , Gualando e Botteghino di Zocca.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è caratterizzato da un'economia vivace e, nel 2009, era il quarto comune più ricco della Provincia di Bologna e uno dei più ricchi dell'Emilia-Romagna[16].

Le più importanti industrie situate nell'area sono meccaniche (Marchesini Group, MG2, La Fortezza Romaco), chimiche (Sherwin Williams e Romaco) e del caffè (Almetti e Segafredo), oltre alla 3F Filippi che produce apparecchi d'illuminazione e alla RV Venturoli, azienda sementiera storica di Pianoro.

Nel 2009 la Harris ha chiuso il sito produttivo di Pianoro spostando a San Lazzaro di Savena sede e magazzini, e in Polonia la produzione e montaggio.[17]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è collegato alla strada statale 65 della Futa.

Il servizio di trasporto pubblico è assicurato dalle autocorse suburbane e interurbane svolte dalla società TPER, ex ATC. Il comune è inoltre servito dalla stazione urbana di Rastignano e da quelle suburbane di Musiano-Pian di Macina e Pianoro, tutte parte della rete del Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
12 maggio 1985 7 maggio 1990 Bruno Webber Partito Comunista Italiano Sindaco [18]
7 maggio 1990 23 aprile 1995 Simonetta Saliera Partito Comunista Italiano Sindaco [18]
23 aprile 1995 13 giugno 1999 Luciano Pergola Partito Democratico della Sinistra Sindaco [18]
14 giugno 1999 7 giugno 2009 Simonetta Saliera Democratici di Sinistra Sindaco [18]
8 giugno 2009 26 maggio 2019 Gabriele Minghetti Partito Democratico Sindaco [18]
27 maggio 2019 in carica Franca Filippini Partito Democratico Sindaco [18]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Ha sede nel comune la società Pianoro Cricket Club.

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Palaghiaccio sede dei Wizards Bologna Hockey Club che milita nel campionato italiano di hockey su ghiaccio in C1.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Luigi Lepri, Daniele Vitali (a cura di), Toponimi in dialetto bolognese, Bologna, Pendragon, 2007, pp. 348-354, ISBN 978-88-8342-594-3. URL consultato il 6 novembre 2010 (archiviato il 6 febbraio 2016).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 489, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Medaglia d'oro al merito civile, Comune di PIANORO (BO)
  7. ^ a b Monumenti del territorio, su pubblicapianoro.it, Pubblica Assistenza Pianoro. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2022).
  8. ^ Chiesa di Pianoro Nuovo, su pubblicapianoro.it, Pubblica Assistenza Pianoro. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2022).
  9. ^ Chiesa di Pianoro Vecchio, su pubblicapianoro.it, Pubblica Assistenza Pianoro. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2022).
  10. ^ Chiesa di Livergnano, su pubblicapianoro.it, Pubblica Assistenza Pianoro. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2022).
  11. ^ Chiesa di [collegamento interrotto], su pubblicapianoro.it, Pubblica Assistenza Pianoro. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  13. ^ exibart.com, https://www.exibart.com/museo-galleria-arte/loggia-della-fornace/. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  14. ^ Biblioteche comunali di Pianoro, su comune.pianoro.bo.it, Comune di Pianoro. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  15. ^ Il Museo di Arti e Mestieri Pietro Lazzarini, su comune.pianoro.bo.it, Comune di Pianoro. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  16. ^ Ricchezza dei comuni, su ilsole24ore.com (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  17. ^ Marco Bettazzi, Fiom: ingannati dalla Harris licenziano e traslocano in Polonia, su la Repubblica, 23 aprile 2009. URL consultato il 23 giugno 2020 (archiviato il 23 giugno 2020).
  18. ^ a b c d e f Copia archiviata, su amministratori.interno.it. URL consultato il 2 luglio 2019 (archiviato il 7 gennaio 2017).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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