Mascali

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Mascali
comune
Mascali – Stemma
Mascali – Bandiera
Mascali – Veduta
Mascali – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Catania
Amministrazione
SindacoLuigi Messina (lista civica) dal 4-6-2015 (2º mandato dall'8-10-2020)
Territorio
Coordinate37°45′28″N 15°11′45″E / 37.757778°N 15.195833°E37.757778; 15.195833
Altitudine18 m s.l.m.
Superficie37,85 km²
Abitanti14 155[1] (30-6-2022)
Densità373,98 ab./km²
FrazioniCarrabba, Fondachello, Montargano, Nunziata, Portosalvo, Puntalazzo, Sant’Anna, Sant'Antonino, Santa Venera, Tagliaborsa
Comuni confinantiFiumefreddo di Sicilia, Giarre, Piedimonte Etneo, Riposto, Sant'Alfio
Altre informazioni
Cod. postale95016, 95010
Prefisso095
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT087023
Cod. catastaleF004
TargaCT
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona B, 869 GG[3]
Nome abitantimascalesi
Patronosan Leonardo
Giorno festivo6 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mascali
Mascali
Mascali – Mappa
Mascali – Mappa
Posizione del comune di Mascali nella città metropolitana di Catania
Sito istituzionale

Mascali (Màscali in siciliano) è un comune italiano di 14 155 abitanti[1] della città metropolitana di Catania in Sicilia.

L'attuale centro urbano, sorto negli anni Trenta del Novecento, alcuni anni dopo la distruzione del precedente abitato, a seguito dell'eruzione lavica del 1928, è attraversato dalla Strada Statale 114 in posizione centrale rispetto a Giarre e Fiumefreddo di Sicilia, a nord di Catania.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo è di origine incerta, ma sembra derivare dal greco bizantino Μασχάλη, che potrebbe significare "ascella" o, più opportunamente (come sostenuto dal professore e storico Antonino Alibrandi), "ramoso", "boscoso", riferendosi ai fitti boschi che, un tempo, coprivano per intero il versante orientale dell'Etna e, particolarmente, fino agli inizi dell'età moderna, il territorio di Mascali (Bosco d'Aci).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Contea di Mascali.

Dalle origini al Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Non si conosce con precisione a quando risalga il primo abitato, certo è che papa Gregorio Magno in una sua epistola al vescovo di Taormina, nell'anno 593, alludendo a un antico monastero, probabilmente ubicato nei pressi dell'attuale paese di Vena, citò Mascali scrivendo: …Quod est super Maschalas… ("Che è sopra Mascali").

Assoggettata dagli Arabi in epoca poco posteriore al 900, Mascali fu conquistata da Ruggero I il Normanno nel 1082; nel 1092 così il suo vasto e fertile territorio — delimitato a sud dall'attuale torrente Mangano, a nord dal torrente delle Forche, ad est e ad ovest rispettivamente dal mare e dal vulcano — divenuto feudo nel XII secolo e in un primo tempo assegnato alla diocesi di Troina, passò nel 1124 al potere temporale della diocesi di Catania, a seguito di una donazione del futuro re Ruggero II al vescovo di Catania Maurizio, mentre la giurisdizione ecclesiastica veniva invece riservata all'arcivescovo archimandrita di Messina, mediante una bolla pontificia di papa Eugenio III del 1151.

Il viaggiatore arabo Al-Edrisi nella sua massima opera geografica conosciuta come Libro di Ruggero redatta nel 1154, descrive Mascali come un villaggio adagiato su di un colle, lodandone la fertilità dei terreni e l'abbondanza d'acqua. Egli cita inoltre la presenza di una località costiera denominata "Qurtil Masqalah", ricadente pressappoco nel territorio delle odierne frazioni marittime di Sant'Anna o Fondachello.

Durante il XIV secolo, Mascali fu protagonista della lunga guerra angioino-aragonese soffrendo nel 1357 un lungo assedio ad opera dei calatabianesi alleati dei francesi, con la successiva messa a ferro e fuoco della città a causa della sua fedeltà alla Corona d'Aragona.

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

L'estensione territoriale dell'antica Contea di Mascali

Nel 1543, il vescovo di Catania Niccolò Maria Caracciolo ottenne da Carlo V il "mero e misto imperio", ossia la giurisdizione civile e criminale sul territorio, istituendo così ufficialmente la Contea di Mascali, di cui i suoi successori continuarono ad essere proprietari per circa due secoli, assumendo il titolo di Comites Mascalarum (Conti di Mascali).

È chiaro però che la nuda proprietà di terreni boschivi, incolti e talora paludosi a poco sarebbe valsa alla diocesi etnea e avrebbe comportato inutili spese. Fu così che il vescovo Caracciolo pensò di convocare in assemblea il 5 ottobre 1558 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli gli abitanti di Mascali, per offrire loro in enfiteusi (cioè dietro pagamento di un canone periodico in denaro o in natura), ma a infimi censi, le terre della contea. Questa data segnò dunque l'inizio del progressivo disboscamento e popolamento del territorio che ben presto, avendo attratto gli investimenti in massima parte di acesi e messinesi oltre a parecchia manodopera contadina, dal mare alla montagna fu convertito in campi agricoli e in nuovi piccoli e sparsi centri urbani dipendenti dal centro di Mascali economicamente e giuridicamente.

Stemma della Contea di Mascali

Per tutto il XVI secolo e oltre, a causa della sua collocazione su un'altura che la rendeva ben visibile dal mare, Mascali rimase però spesso vittima, come la maggior parte delle città costiere, degli attacchi dei pirati turchi che infestavano il Mar Mediterraneo, tanto che restò più volte quasi del tutto disabitata. Le cronache del tempo ci indicano come nel 1524 i turchi riuscirono a depredare il paese e a rapire "circa octanta pirsuni infra homini donni e pichulilli" per rivenderli a Costantinopoli come schiavi.

Per proteggere dunque la città dalle incursioni turche furono innalzate alcune torri di avvistamento, ben sette secondo la leggenda, disseminate su tutto il territorio della contea.

Il XVII secolo fu caratterizzato da un consistente aumento demografico, ravvisabile soprattutto nella crescita dei nuovi borghi della contea e determinato dalle donazioni enfiteutiche del vescovo conte Michelangelo Bonadies, che difese strenuamente il diritto alla gestione del territorio, contro le intromissioni da parte dei regnanti.

Nel 1693 il terremoto del Val di Noto lasciò Mascali semidistrutta (ma i mascalesi, caso unico fra le comunità della Sicilia orientale, si salvarono quasi tutti poiché, al momento della maggior scossa dell'11 gennaio, erano in processione, all'aperto, con le reliquie di san Leonardo); già in tale epoca si pensò di ricostruirla più a valle, ma il terreno acquitrinoso della piana sottostante ne scoraggiò l'insediamento. Ciò che fu spostato in pianura fu invece il tratto della strada consolare Pompeia, l'antica direttrice orientale-sicula d'origine romana che fino ad allora aveva attraversato il centro abitato, fornendo così ai viandanti un percorso nettamente più agevole.

Nel XVIII secolo la Sicilia, e dunque anche il territorio di Mascali, passò in mano borbonica. Questo segnò però la fine contea di Mascali, che fu ceduta dai vescovi catanesi alla casa reale nel 1757. La città di Mascali, tagliata fuori dai traffici commerciali e ormai in posizione periferica iniziò così il suo lento ma inesorabile declino.

A causa dell'eccessiva fiscalizzazione a cui i terreni erano sottoposti, sempre più insistenti si fecero inoltre le richieste di autonomia amministrativa da parte dei numerosi borghi sorti nel territorio mascalese, primo fra tutti il "quartiere delle Giarre", l'odierna Giarre, divenuto ben più grande e ricco della stessa Mascali e che ottenne la secessione nel 1815 insieme a quelli che poi sarebbero divenuti i comuni di Riposto, Sant'Alfio e Milo.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Eruzione dell'Etna del 1928.
La distruzione di Mascali nel 1928.
Un fascio littorio si affaccia da un muro lungo via Giulio Cesare

Data cruciale per la storia di Mascali è quella del 6 novembre del 1928, ricorrenza di San Leonardo, ancora oggi protettore della città, quando la lava dell'Etna, fuoriuscita da una bocca apertasi ad appena 1150 m di quota, incanalandosi nel torrente Pietrafucile che attraversava l'abitato, seppellì Mascali per intero lasciandone integra solo una piccola porzione periferica, l'odierna frazione di Sant'Antonino.

La città nuova[modifica | modifica wikitesto]

Stemma del Comune di Mascali dal 1933 al 1944

Il governo fascista, su mandato del Ministro dei lavori pubblici Giovanni Giuriati e dello stesso Mussolini, diede inizio ai lavori di ricostruzione immediatamente dopo la catastrofica calamità naturale. Fu deciso di spostare la nuova città più a valle, a ridosso della strada statale che collega Messina a Catania, a metà strada tra i comuni di Giarre e Fiumefreddo di Sicilia. Il sistema urbanistico adottato individuò gli assi viari disposti in modo razionale, secondo uno schema ippodameo, ereditato dalla cultura dell'antica Roma, un vero e proprio "marchio di fabbrica" di tutte le città costruite durante il fascismo. Le prime opere finanziate furono l'acquedotto, il cimitero, la casa comunale, le scuole, la chiesa. Congiuntamente fu predisposta la costruzione di un primo nucleo di abitazioni denominate "ricoveri stabili" (ancora oggi abitati come normali abitazioni civili) da destinare alle famiglie bisognose. Inoltre, per favorire la ripopolazione della città si provvide alla concessione di un lotto di terreno e di un contributo statale (dal 40 al 60%) per la ricostruzione delle case dei cittadini più abbienti. Solo per la costruzione delle opere pubbliche lo Stato impegnò la ragguardevole somma di 12 milioni di lire[4]. Lo Stato fu sempre vigile sui criteri di costruzione dei privati, dando ad essi dei precisi obblighi da seguire, specialmente dopo l'emanazione delle nuove norme di sicurezza ed antisismiche volute dal legislatore. Il grosso dei lavori fu ultimato entro il 1937.

Architettonicamente, Mascali esprime tutto lo sviluppo e l'inquietudine artistica di quegli anni, divisa a metà tra edifici ispirati alle linee taglienti del futurismo e del razionalismo ed edifici di stampo conservatore volgenti ancora ad uno stile ottocentesco. Gli edifici pubblici sono espressione della cosiddetta "architettura di Stato", ovvero un razionalismo che fa da compromesso tra conservatorismo e modernità. Per l'urbanizzazione e la progettazione architettonica della città di Mascali, il regime si avvalse della consulenza di illustri architetti, tra i quali spicca Camillo Autore (allievo di Ernesto Basile), famoso per la risistemazione del lungomare di Reggio Calabria e la progettazione del monumento dedicato a Vittorio Emanuele III che troneggia sul sopracitato lungomare[5].

La leggenda narra che la Piazza Duomo fu ultimata in fretta e furia in una sola notte, alla notizia che il Duce, il giorno dopo in visita ad Acireale, avesse espresso la volontà di visitare la nuova città. Il giorno dopo effettivamente il Duce passò da Mascali, ma solo per una rapida sosta alla stazione con saluto dalla scalinata della stessa.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma comunale e il gonfalone attuali sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 marzo 1997.[6]

«D'azzurro, alle sette torri, merlate alla ghibellina di tre, d'oro, murate di nero, chiuse dallo stesso, finestrate di uno di nero, ordinate due, tre, due. Ornamenti esteriori da Comune»

Le sette torri sono un chiaro riferimento al sistema di fortificazione della antica Contea di Mascali.

Il gonfalone è un drappo di giallo con la bordatura di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Facciata della chiesa di San Michele Arcangelo, nella frazione di Montargano

Diversi sono gli edifici di culto cattolico nel territorio comunale:

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Duomo di Mascali

Monumento ai caduti[modifica | modifica wikitesto]

Milite in marmo di Carrara del monumento ai caduti di Mascali

L'attuale monumento ai caduti fu realizzato dallo scultore catanese Pietro Pappalardo per commemorare i mascalesi morti nella prima guerra mondiale e inaugurato nel 1940 a seguito di una lunga controversia giuridica risolta dal Tribunale Civile di Catania. L'originario monumento venne infatti distrutto durante l'eruzione vulcanica del 1928, pochi giorni dopo la prevista inaugurazione del 4 novembre 1928, in realtà mai svoltasi a causa dell'allarme suscitato dal torrente lavico che era scaturito in località Ripe della Naca. Nel 1985 furono scolpiti sulle lapidi anche i nomi dei cittadini caduti nella seconda guerra mondiale e nelle guerre coloniali.

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio comunale, poco distante dal più famoso Castagno dei Cento Cavalli, si trova il Castagno la Nave o Castagno Sant'Agata (in siciliano Castagnu 'a Navi o Arrusbigghiasonnu - "risveglia sonno" - forse per il cinguettio degli uccelli o forse per le fronde basse che destavano improvvisamente dal sonno qualche carrettiere passante), avente oltre mille anni di vita. Deve il suo nome probabilmente alla forma somigliante lo scafo di una nave. Questo castagno insieme a quello dei Cento Cavalli e ad altri cinque ormai scomparsi costituivano i "sette fratelli", gli esemplari più imponenti dei folti boschi che ricoprivano la zona. La circonferenza misura circa 23 m ed è alto 19 m: stante alcuni studi, sarebbe il secondo albero per antichità e grandezza in Italia. Nel 1982 il Corpo forestale dello Stato lo ha inserito nel patrimonio italiano dei monumenti verdi, forte di 22.000 alberi di notevole interesse, ed evidenziato tra i soli 150 di eccezionale valore storico o monumentale.

Interessante la visita nel costone di Ripa della Naca, dove si aprirono le bocche eruttive da cui sgorgò la lava che distrusse il paese.

Nella zona costiera in prossimità del confine con il comune di Fiumefreddo si trova la Gurna, piccola zona umida residua di una più estesa area che fino al secolo scorso, prima delle bonifiche, si estendeva lungo la costa jonica, dal torrente Macchia alla foce dell'Alcantara. Quest'area palustre, alimentata dalle acque di risorgiva provenienti dal versante nord-orientale dell'Etna, costituisce un habitat utilizzato da diverse entità faunistiche che vi stazionano o che lo utilizzano come corridoio migratorio. Per la sua importanza ambientale, il sito, già individuato come SIC/ZPS ITA070003, è stato inserito nel 2005 nella rete ecologica Natura 2000 della Regione Siciliana. Tale rete ha lo scopo di assicurare la conservazione degli habitat, della fauna e della flora europee, al fine di attuare le direttive comunitarie 92/43/CEE "Habitat" e 79/409/CEE "Uccelli".

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[7]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La religione di gran lunga più professata è il cristianesimo nella confessione cattolica. La città fa parte della diocesi di Acireale e il culto più sentito è quello del patrono san Leonardo di Noblac, probabilmente portato in zona dai francesi secoli fa.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Lo scrittore Vitaliano Brancati trascorse qualche periodo della sua giovinezza in paese, poiché il padre ne fu Commissario prefettizio a fine anni trenta. Nel romanzo Don Giovanni in Sicilia menziona Mascali per le feste da ballo che venivano organizzate presso la Casa del Comune, ove erano invitati esponenti della nobiltà e dell'ascendente borghesia catanese[8].

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio del comune di Mascali si estende dal mare all'alta montagna ed è dunque caratterizzato da una grande varietà di climi, paesaggi e colture. Le svariate frazioni ricadenti al suo interno risentono pertanto della loro posizione geografica. Dagli abitati di Fondachello e Sant'Anna in riva al mare si passa a Carrabba ormai congiunta al centro di Mascali a seguito dell'espansione edilizia; Sant'Antonino, ciò che resta dell'antica Mascali, Nunziata, Santa Venera e Portosalvo si trovano a quote collinari, mentre le frazioni pedemontane sono Puntalazzo e Montargano.
Il comune annovera inoltre un'isola amministrativa, la frazione di Tagliaborsa, che è un'exclave nel territorio di Giarre.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Agricoltura e allevamento[modifica | modifica wikitesto]

L'agricoltura è una voce rilevante per l'economia locale. Prodotti di particolare pregio sono il nerello mascalese, che concorre alla produzione dell'Etna DOC, e il fagiolino mascalese, coltivato solo in questa zona e disponibile fino alla fine di agosto. Altre produzioni locali sono quelle di agrumi (limoni in particolare), mele, uva, ciliegie, nespole, nocciole, mandorle e cereali.

Ogni anno, il primo giorno di novembre, si svolge a Mascali la secolare fiera del bestiame.

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Tipico paesaggio nei dintorni di Mascali. Sullo sfondo il cratere centrale dell'Etna.

Il turismo mascalese è principalmente estivo. Durante la bella stagione infatti le spiagge delle frazioni di Fondachello e Sant'Anna vengono visitate da turisti, perlopiù del resto della provincia.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il paese sorge sulla Strada statale 114 Orientale Sicula, che permette facili comunicazioni con i principali centri della Sicilia orientale. La realizzazione di un apposito svincolo autostradale sulla A18, per cui erano stati stanziati 18 milioni di euro nel 2011, è al momento sfumata a causa di problematiche burocratiche e di disattenzione da parte della classe politica locale.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Mascali.

Mascali è attraversata dalla Ferrovia Messina-Siracusa: la locale stazione, ridotta a semplice fermata, è stata in parte riconvertita in caserma della polizia municipale. Sono presenti inoltre due stazioni (Santa Venera e Nunziata) della Ferrovia Circumetnea.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale sindaco è Luigi Messina, al secondo mandato.

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Mascali fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n. 7 (Colline litoranee di Acireale)[9].

Sindaci di Mascali[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
25 giugno 1988 26 giugno 1991 Biagio Susinni Partito Repubblicano Italiano Sindaco [10]
1º luglio 1991 9 giugno 1992 Giovanni Cardillo Democrazia Cristiana Sindaco [10]
9 giugno 1992 7 dicembre 1994 Giuseppe Giannino Comm. straordinario [10]
9 giugno 1992 7 dicembre 1994 Maria Nicotra Pennisi Comm. straordinario [10]
9 giugno 1992 7 dicembre 1994 Enrico Galeani Comm. straordinario [10]
7 dicembre 1994 30 novembre 1998 Leonardo Zappalà Alleanza Nazionale Sindaco [10]
30 novembre 1998 27 maggio 2003 Silvestro Carota lista civica Sindaco [10]
27 maggio 2003 1º luglio 2008 Silvestro Carota centro-destra Sindaco [10]
1º luglio 2008 9 aprile 2013 Filippo Monforte lista civica Sindaco [10]
6 agosto 2013 1º giugno 2015 Giuseppe Piacentino Comm. straordinario
9 aprile 2013 1º giugno 2015 Giuseppe Chiofalo Comm. straordinario
9 aprile 2013 1º giugno 2015 Francesco Milio Comm. straordinario
1º giugno 2015 4 ottobre 2020 Luigi Messina lista civica Per Mascali Sindaco
4 ottobre 2020 in carica Luigi Messina lista civica Per Mascali Sindaco

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

L'antica città di Mascali sepolta dalla lava nel 1928[modifica | modifica wikitesto]

La città nuova ricostruita tra il 1928 e il 1937[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 18 settembre 2022.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA.VV., Città di Mascali, Riposto, Edizioni La Rocca, 2012.
  5. ^ Alberto Cardillo, Non solo mala politica, Mascali è anche storia, cultura e arte., su ivesprigiarre.blogspot.it, settimanale "I Vespri", Catania, 26 ottobre 2013. URL consultato il 30 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2014).
  6. ^ Mascali, su Archivio Centrale dello Stato.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Alberto Cardillo, Ecco come Mascali può tornare a volare alto, su ivesprigiarre.blogspot.it, settimanale "I Vespri", Catania, 19 luglio 2014. URL consultato il 30 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2014).
  9. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 5 luglio 2011.
  10. ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonino Alibrandi, Dei Castelli e delle Torri, Catania, Tringale Editore, 1988.
  • Antonino Alibrandi, "Lungo il litorale: da Mascali all'Alcantara", in "Dal Simeto all'Alcantara", Catania, 1988.
  • Francesco Fichera, Mascali la città sepolta, Giarre, 1988.
  • Sebastiano Fresta, La Contea di Mascali, Giarre, 1988.
  • AA. VV., La Contea di Mascali, Un lungo cammino per la riscoperta, a cura della Società Giarrese di Storia Patria e Cultura, Giarre, 1996.
  • AA.VV., Città di Mascali, quaderno di studi, a cura dell'Associazione "Mascali 1928", Riposto, 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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