Governo di Rudinì II

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Governo di Rudinì II
StatoBandiera dell'Italia Italia
Presidente del ConsiglioAntonio di Rudinì
(Destra storica)
CoalizioneDestra storica
LegislaturaXIX
Giuramento10 marzo 1896
Dimissioni11 luglio 1896
Governo successivoDi Rudinì III
15 luglio 1896
Crispi IV Di Rudinì III

Il Governo di Rudinì II è stato in carica dal 10 marzo[1] al 15 luglio 1896[2] per un totale di 127 giorni, ovvero 4 mesi e 5 giorni. Il governo cadde in seguito a divergenze su tagli ad alcuni ministeri e le dimissioni dei rispettivi ministri.

Compagine di governo[modifica | modifica wikitesto]

Appartenenza politica[modifica | modifica wikitesto]

Partito Presidente Ministri Sottosegretari Totale
Destra storica 1 6 5 12
Sinistra storica[3] - 2 5 7
Indipendente - 4 1 5

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Carica Titolare Sottosegretario
Presidenza del Consiglio dei ministri Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
Presidente
del Consiglio dei ministri
Antonio Starabba, marchese di Rudinì (Destra storica) Carica non assegnata[4]
Ministri senza portafoglio Sottosegretario
Commissario Civile per la Sicilia[5] Giovanni Codronchi Argeli
(Destra storica)
Carica non assegnata
Ministero Ministri Sottosegretario
Affari Esteri Onorato Caetani Di Sermoneta
(Destra storica)
Lelio Bonin-Longare
Agricoltura, Industria e Commercio Francesco Guicciardini
(Indipendente)[6]
Carlo Compans
Lavori Pubblici Costantino Perazzi
(Destra storica)
Giacomo De Martino
Interno Antonio Starabba, marchese di Rudinì (Destra storica) Emilio Sineo
Pubblica Istruzione Emanuele Gianturco
(Sinistra storica)
Tancredi Galimberti
Guerra Cesare Ricotti Magnani
(Destra storica)
Luchino Dal Verme
Marina Benedetto Brin (Indipendente)[7] Giuseppe Palumbo
(dal 9 aprile 1896)
Finanze Ascanio Branca
(Sinistra storica)
Giorgio Arcoleo
(dal 30 marzo 1896)
Tesoro Giuseppe Colombo
(Destra storica)
Vincenzo De Bernardis
Grazia e Giustizia e Culti Giacomo Giuseppe Costa
(Indipendente)
Scipione Ronchetti
Poste e Telegrafi Pietro Carmine (Indipendente)[8] Matteo Mazziotti

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il giuramento dei ministri, su archiviolastampa.it, 11 marzo 1896, p. 2.
  2. ^ Il giuramento dei ministri al Quirinale - Ci telegrafano da Roma, 15, ore 12,20: Stamane tutti i ministri, salvo ViscontiVenosta, il quale arriverà soltanto oggi, prestarono giuramento nelle mani del Re al Quirinale. La cerimonia si effettuò nel solito salone al pianterreno dell'appartamento di Vittorio Emanuele, dove i ministri sogliono riunirsi. La cerimonia fu fatta con la consueta formula ed ha durato una ventina di minuti. Tuttavia i ministri rimasero al Quirinale fino allo undici e mezzo, trattenuti dal Re, il quale si è notato che era di Ottimo umore., su archiviolastampa.it, 16 luglio 1896, p. 1.
  3. ^ In cambio di posizioni esecutive, il partito decise di supportare saltuariamente il governo
  4. ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva dei propri sottosegretari ministeriali.
  5. ^ Primo esempio di “amministrazione speciale” in Italia, la figura fu istituita, in seguito alla repressione di alcune proteste violente scoppiate sull’isola tra il 1893 ed il 1894, dal Governo per controllare direttamente le municipalità del territorio tramite una complessa struttura di funzionari e prefetti, capeggiata dal Commissario civile, che formava così una "super prefettura" informale. Nel settembre 1897, il ministero fu soppresso.
  6. ^ Tecnicamente eletto nelle liste del centro-sinistra, appoggiò spesso i Governi Depretis, pur coltivando, allo stesso tempo, una forte amicizia con Sidney Sonnino, vicino a posizioni più conservatrici e opposte. In seguito, si mosse spesso tra i due schieramenti politici (aderendo addirittura apertamente al “trasformismo” e, in virtù di ciò, passando dall’opposizione a Giovanni Giolitti, all’appoggio per Giuseppe Zanardelli) e auspicò sempre per un partito liberale che superasse le differenze tra Destra e Sinistra storica. Si stabilì, alla fine, su posizioni centriste.
  7. ^ Affiliato alla Sinistra storica
  8. ^ Affiliato alla Destra storica solo ai fini della formazione del governo

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971

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