1º luglio 1900: la proposta del governo di modificare il regolamento della Camera viene approvata a larga maggioranza (si astengono i sonniniani); da ora in poi la tattica dell'ostruzionismo parlamentare, seppur dichiarata regolare e possibile, diviene più difficile da effettuare.
29 luglio: Umberto I viene ucciso dall'anarchico Gaetano Bresci: il governo condannò fortemente il gesto ed ebbe l'appoggio di tutte le forze politiche, compresi i socialisti.
18 dicembre: il governo approva il decreto del prefetto di Genova Garroni, il quale decide lo scioglimento della Camera del Lavoro del capoluogo ligure in quanto essa era stata fondata senza autorizzazione. Seguiranno agitazioni e anche uno sciopero generale: di fronte a questi episodi, il governo si dimostra incerto e incapace di prendere alcuna decisione.
4 febbraio 1901: Giovanni Giolitti in un discorso alla Camera si smarca ufficialmente dal governo Saracco.
6 febbraio: un emendamento presentato dal deputato sonniniano Edoardo Daneo che conteneva un'esplicita mozione di sfiducia al governo ottiene l'approvazione della Camera (318 sì e 102 no); di conseguenza, il Presidente del Consiglio si dimette.