Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana | |
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Sala del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi. | |
Sigla | CdM |
Stato | Italia |
Tipo | Esecutivo |
Istituito | 1948 |
Presidente | Giuseppe Conte |
Numero di membri | 21 |
Sede | Palazzo Chigi |
Indirizzo | Piazza Colonna, 370 - Roma |
Sito web | www.governo.it |
Il Consiglio dei ministri è uno degli organi di cui si compone il Governo Italiano; è un organo collegiale costituito dai ministri riuniti sotto la Presidenza del presidente del Consiglio dei ministri.
Origine storica
L'origine del Consiglio dei ministri italiano risale al 1848, anno di emanazione dello Statuto Albertino nell'ordinamento del Regno di Sardegna. In realtà la lettera di questa carta costituzionale, che sarebbe in seguito diventata la Costituzione del Regno d'Italia, non prevedeva la riunione collegiale dei singoli ministri, ma semplicemente l'esistenza di questi ultimi come capi di dicastero, responsabili del loro operato. Il Consiglio dei ministri si è quindi formato in modo consuetudinario, data la necessità di incontro e di progettazione politica del Governo; allo stesso modo la figura del presidente del Consiglio è emersa nell'esigenza di coordinare l'attività di ogni ministro.
Formazione
Nomina
In base alla Costituzione il Consiglio dei ministri si compone:
- del presidente del Consiglio dei ministri, nominato dal presidente della Repubblica a seguito di consultazioni e tenuto conto della maggioranza parlamentare;
- dei ministri, nominati dal presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio.
Tutti i componenti del Consiglio dei ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del presidente della Repubblica. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri partecipa alle sedute del Consiglio, con funzione di segretario .
Il giuramento
Controfirmati i decreti di nomina, prima di assumere le funzioni, il presidente del Consiglio e i ministri devono prestare giuramento davanti al capo dello Stato, secondo la formula rituale indicata dall'articolo 1, comma 3, della legge n. 400/1988. Il giuramento rappresenta l'espressione del dovere di fedeltà che incombe in modo particolare su tutti i cittadini e, in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche fondamentali (in base all'art. 54 della Costituzione).
Revoca
La costituzione prevede la revoca della fiducia al Governo all'articolo 94. Non è esplicitamente normata la revoca di singoli ministri. La prassi prevede la possibilità di una mozione di sfiducia individuale: il primo caso fu Filippo Mancuso, sfiduciato nel 1995.[1]
Funzionamento
Attualmente il Consiglio dei ministri è disciplinato dalla Costituzione (articoli 92 e seguenti) e dalla legge 23 agosto 1988, n. 400 ("Disciplina dell'attività di Governo e dell'ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri").
Rapporti con gli altri organi costituzionali
Il Consiglio dei ministri, in una forma di governo parlamentare quale quello italiano, è il principale detentore del potere esecutivo, cioè il potere di rendere concreto un determinato indirizzo politico.
- Nei confronti del Parlamento, cruciale è il rapporto di fiducia che si instaura tra i due organi. Affinché il CdM e il suo presidente siano legittimati a operare, è necessario il sostegno politico di entrambi i rami del Parlamento. È nel rapporto di fiducia parlamentare il fulcro di una forma di governo parlamentare, perché il Governo in tal modo si "responsabilizza" nei confronti delle Camere.
- Il presidente della Repubblica ha il potere di nomina del presidente del Consiglio e dei suoi ministri.
- La magistratura ordinaria è organizzata dal punto di vista amministrativo-strutturale dal Ministero della giustizia. Rimane fermo e necessario il carattere di indipendenza che gli organi giudiziari devono avere nei confronti degli altri organi dello stato, reso in modo palese dall'istituzione del Consiglio superiore della magistratura, che ha sottratto all'esecutivo qualunque potere effettivo su nomina, trasferimento, promozioni e sanzioni disciplinari dei magistrati ordinari.
I membri del CdM, anche se cessati dalla loro carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione di una delle Camere (art. 96 Costituzione).
Poteri
Essendo l'organo principale del potere esecutivo, il CdM ha come principale scopo l'attuazione di una determinata politica nazionale. Gli strumenti previsti dalla Costituzione con i quali questa viene portata avanti sono:
- L'iniziativa legislativa
Il CdM ha il potere di presentare disegni di legge alle due Camere del Parlamento.
- Il potere di decretazione
Il CdM può adottare due diversi tipi di decreti con forza di legge (cioè con un valore gerarchico normativo pariordinato alla legge): il decreto legge (in caso di urgenza) e il decreto legislativo (in caso di delega espressa ricevuta dal Parlamento). Un ampio utilizzo della decretazione fa traslare il potere legislativo dal Parlamento al CdM.
- Il potere regolamentare
I ministri possono essere intesi in due modi diversi e coesistenti. Essi sono politicamente le figure supreme del potere esecutivo appoggiate dalla maggioranza parlamentare, ma sono anche i capi dell'amministrazione dello Stato, di quell'attività, cioè, che concretamente dà attuazione a un indirizzo politico. Come amministrazione il CdM e i singoli ministri possono emanare dei regolamenti, che sono atti normativi di rango secondario (disciplinati dalla legge n. 400 del 1988). Ciò vuol dire che i regolamenti contrastanti con un atto avente forza di legge (legge ordinaria, decreto legge, decreto legislativo) sono illegittimi e quindi possono essere disapplicati dal giudice ordinario e annullati dal giudice amministrativo.
Compiti del presidente e dei ministri
- Il presidente dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri.
- I ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri.
Componenti attuali
Eventuali componenti aggiuntivi attuali
I presidenti delle regioni a statuto speciale hanno diritto di partecipare alle sedute del Consiglio dei ministri in cui si trattano questioni riguardanti interessi che si distaccano da quelli generali e comuni a tutte le regioni o a una categoria di esse, sì da configurarsi come propri delle rispettive regioni. Tuttavia, mentre i presidenti di Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige hanno solo voto consultivo, al presidente della Sicilia è riconosciuto diritto di voto deliberativo e rango di ministro (D. Lgs. 21 gennaio 2004, n. 35).
Presidenti delle Regioni a statuto Speciale | ||||
Membro | Titolare | Simbolo | Dal | |
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Nello Musumeci | Presidente della Sicilia | 18 novembre 2017 | ||
Christian Solinas | Presidente della Sardegna | 20 marzo 2019 | ||
Antonio Fosson | Presidente della Valle d'Aosta | 10 dicembre 2018 | ||
Massimiliano Fedriga | Presidente del Friuli-Venezia Giulia | 3 maggio 2018 | ||
Arno Kompatscher | Presidente del Trentino-Alto Adige | 15 giugno 2016 |
Elenco cronologico dei governi italiani
Note
- ^ Ministri del governo: nomina e revoca, la prassi in Italia, su blog.openpolis.it, 4 aprile 2016.
Riferimenti normativi
Bibliografia
- Paolo Caretti e Ugo De Siervo, Istituzioni di diritto pubblico, Torino, Giappichelli Editore, 1996, ISBN 88-348-6210-4.
Voci correlate
- Cerimonia della campanella
- Formazione del governo nella Repubblica Italiana
- Governo italiano
- Presidenza del Consiglio dei ministri
- Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
- Ministero della Repubblica Italiana
- Ordine delle cariche della Repubblica Italiana
- Palazzo Chigi
- Italia
Collegamenti esterni
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