Teresa Bellanova
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Teresa Bellanova (Ceglie Messapica, 17 agosto 1958) è una politica italiana, dal 5 settembre 2019 al 14 gennaio 2021 ministra delle politiche agricole alimentari e forestali nel governo Conte II. Dal 1º marzo 2021 ricopre l'incarico di viceministra delle infrastrutture e della mobilità sostenibili nel governo Draghi.
Deputata dalla XV alla XVII legislatura e senatrice dalla XVIII legislatura, il 28 febbraio 2014 è stata nominata sottosegretaria di stato al lavoro nel governo Renzi, e, in seguito, il 29 gennaio 2016, all'incarico di viceministra dello sviluppo economico.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nata il 17 agosto 1958 a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, abbandona gli studi dopo la licenza di terza media (fino agli anni '90 la scuola era obbligatoria solo per 8 anni) per andare a lavorare a 14 anni nei campi[5][6]. Giovanissima, appena ventenne, entra nelle organizzazioni sindacali dei braccianti e si impegna contro la piaga del caporalato.
Nel 1988 viene nominata segretaria provinciale della FLAI (Federazione Lavoratori AgroIndustria) CGIL di Lecce.
Nel 1996 diventa segretaria provinciale della Filtea (Federazione italiana Tessile Abbigliamento Calzaturiero) CGIL, incarico che ricopre fino al 2000, quando entra a far parte della segreteria nazionale della Filtea con delega alle politiche per il Mezzogiorno, politiche industriali, mercato del lavoro, conto-terziarismo e formazione professionale.
Da gennaio 2020 ha un blog sul sito de Il Riformista.[7]
Elezione a deputata[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2005 viene eletta componente del consiglio nazionale dei Democratici di Sinistra (DS), dove oltre a legarsi all'ex Presidente del Consiglio e leader PDS/DS Massimo D'Alema, alle elezioni politiche del 2006 viene candidata alla Camera dei deputati, tra le liste dell'Ulivo (lista che univa i DS con La Margherita (DL) di Francesco Rutelli) stranamente in quota DL nella circoscrizione Puglia, dove viene eletta per la prima volta alla Camera[6].
Nel 2007 partecipa alla fase costituente del Partito Democratico (PD) come uno dei cento "saggi" chiamati a scrivere il nuovo statuto, su indicazione di D'Alema, dove dopo la caduta del governo Prodi nel 2008 viene ricandidata alle elezioni politiche, ed è stata rieletta alla Camera nella medesima circoscrizione[6]. Nella XVI legislatura della Repubblica è componente della 11ª Commissione Lavoro pubblico e privato, della Commissione parlamentare per le questioni regionali e del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa.[8]
Alle elezioni primarie del PD nel 2009 sostiene la mozione di Pier Luigi Bersani, ex ministro dello sviluppo economico nel secondo governo Prodi, che risulterà vincente con il 53% dei voti.[6]
Nel 2012 ha sostenuto la candidatura di Pier Luigi Bersani alle primarie del centro-sinistra "Italia. Bene Comune" per la scelta del candidato alla Presidenza del Consiglio, esprimendosi contro la mozione dell'allora sindaco di Firenze Matteo Renzi.
Alle politiche del 2013 viene rieletta alla Camera, ancora nella medesima circoscrizione tra le file del PD, dove è segretaria del gruppo parlamentare PD alla Camera fino al 1º dicembre 2014.
Alle elezioni primarie del Partito Democratico del 2013 sostiene la mozione di Gianni Cuperlo, ex segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e della Sinistra Giovanile, considerato vicino a D'Alema, ma che risulterà perdente, arrivando secondo al 18,21% dei voti contro il 53,23% dei voti di Renzi.[6]
Sottosegretario e Viceministro[modifica | modifica wikitesto]
Il 28 febbraio 2014 viene nominata dal Consiglio dei Ministri Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel governo Renzi, affiancando il ministro Giuliano Poletti, su suggerimento di Cuperlo a Renzi[6]. Nel corso dei mesi però si è allontanata dalle posizioni di sinistra, abbracciando quelle liberali e centriste di Matteo Renzi, diventando una delle più strenue sostenitrici del Jobs Act e dell'abolizione dell’articolo 18, cambiando posizione rispetto a quando, quasi 15 anni prima, aveva lottato da sindacalista CGIL contro la sua abolizione da parte del governo Berlusconi.[6]
Il 19 giugno 2015 è una delle promotrici della nuova corrente all'interno del PD "Sinistra è cambiamento" che si richiamano a Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, puntando alla sopravvivenza del governo stesso, per la quale diventa responsabile per la Puglia, ma Bellanova si schiera con Renzi a differenzia dagli altri promotori che mantennero un profilo più indipendente.[6][9]
Il 29 gennaio 2016 viene nominata viceministro dello sviluppo economico, incarico mantenuto sia nel governo Renzi che nel governo Gentiloni, dove nell'affrontare personalmente numerose vertenze industriali non lesinò critiche ai suoi ex colleghi sindacalisti quando adottavano posizioni che giudicava troppo intransigenti e lontane dalla realtà.[6]
Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 viene candidata al Senato della Repubblica, nel collegio uninominale di Nardò, dove ottiene il 17,36% dei voti e viene sconfitta dalla candidata del Movimento 5 Stelle Barbara Lezzi con il 39,88% dei voti. Viene comunque eletta senatrice in virtù della candidatura nella lista proporzionale del Partito Democratico nella circoscrizione Emilia-Romagna.[10]
Ministro delle politiche agricole[modifica | modifica wikitesto]
Il 5 settembre 2019 presta giuramento giura nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella come Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nel secondo governo Conte, succedendo al leghista Gian Marco Centinaio[5][11]. Successivamente è stata criticata per il suo abbigliamento alla cerimonia del giuramento.[6]
A seguito della scissione nel PD da parte del gruppo dei parlamentari renziani, il 17 settembre 2019 lascia Il Partito Democratico e aderisce a Italia Viva, partito fondato da Matteo Renzi di stampo liberale e centrista, per cui viene nominata capodelegazione nel governo.[12]
A maggio 2020, dopo aver minacciato le dimissioni dal governo[13], ottiene l'inserimento nel decreto c.d. "rilancio" del 14 maggio 2020, di un articolo che prevede la regolarizzazione per i lavoratori già presenti sul territorio italiano (che può essere richiesta anche dai datori di lavoro), ma anche il rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo, valido solo nel territorio nazionale, della durata di mesi sei dalla presentazione dell’istanza, per chi ha già in passato avuto un contratto di lavoro in settori ben precisi: agricoltura, zootecnia, assistenza alla persona e assistenza domestica[14].
Il 13 gennaio 2021 si dimette dal governo insieme ad altri due esponenti di Italia Viva, il ministro Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto, aprendo la crisi di governo dell'Esecutivo guidato da Giuseppe Conte.[15]
Viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Il 25 febbraio 2021 viene indicata come viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili nel governo Draghi, nominata dal Consiglio dei Ministri il 1º marzo, nonostante per settimane si è vantata a più riprese durante l'ultima crisi di governo di aver "rinunciato alle poltrone" per "far prevalere le nostre idee".[16][17]
Vita privata[modifica | modifica wikitesto]
È sposata con Abdellah El Motassime, un interprete marocchino, conosciuto a Casablanca durante un viaggio con la Flai Cgil dedicato a discussioni in tematica agroalimentare, con il quale nel 1991 diventa madre di Alessandro.[18]
Controversie[modifica | modifica wikitesto]
Caso Almaviva[modifica | modifica wikitesto]
È stata criticata dalle RSU di AlmavivA per il suo ruolo all'interno della vertenza Almaviva ed infine denunciata, nel giugno 2017, per tentata estorsione in merito al tentativo di convincere i lavoratori a sottoscrivere l'accordo che prevedeva 1.666 licenziamenti. Tuttavia la denuncia penale nei confronti di Bellanova non ha avuto seguito.[19]
Posizioni sul TAP[modifica | modifica wikitesto]
Attualmente, da quando è renziana, sostiene il progetto del TAP-Gasdotto Trans Adriatico[20], ma nel 2013, durante la campagna elettorale delle politiche di quell'anno, si schierava col comitato "No Tap", ossia contro il progetto del TAP, parlando di come si deturperebbe il patrimonio artistico e naturale, la vocazione turistica del territorio.[21]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Viceministro delle Infrastrutture e trasporti
- ^ Fino al 20 marzo 2016
- ^ Fino al 5 aprile 2016
- ^ Fino al 10 maggio 2016
- ^ a b Francesca Milano, Bellanova, il ministro che ha fatto (letteralmente) esperienza sul campo, su ilsole24ore.com, 6 settembre 2019. URL consultato il 16 gennaio 2021.
- ^ a b c d e f g h i j La gran storia di Teresa Bellanova, su Il Post, 6 settembre 2019. URL consultato il 21 aprile 2022.
- ^ Teresa Bellanova - Ministra dell'Agricoltura, su Il Riformista. URL consultato il 24 aprile 2020 (archiviato il 10 maggio 2020).
- ^ Camera.it - XVI Legislatura - Deputati e Organi Parlamentari - Scheda deputato - BELLANOVA Teresa, su leg16.camera.it. URL consultato il 21 aprile 2022.
- ^ Pd, 'Sinistra è cambiamento': stampella 'interna' per Renzi. "Aiuteremo con proposte concrete", su Il Fatto Quotidiano, 19 giugno 2015. URL consultato il 21 aprile 2022.
- ^ Nei collegi sfide senza big, in LaStampa.it. URL consultato il 26 settembre 2018 (archiviato il 5 marzo 2020).
- ^ Teresa Bellanova ministro dell'Agricoltura del governo Conte bis, su Repubblica.it, 4 settembre 2019. URL consultato il 4 settembre 2019 (archiviato il 4 maggio 2020).
- ^ Bellanova lascia il Pd e segue Renzi. Nel Leccese tutti fermi, su trnews.it, 17 settembre 2019. URL consultato il 14 gennaio 2021.
- ^ Migranti, scontro nella maggioranza, Crimi (M5S): "No a sanatoria". Bellanova (Iv): "Valuto dimissioni", su la Repubblica, 6 maggio 2020. URL consultato il 14 maggio 2020 (archiviato il 13 maggio 2020).
- ^ Annalisa Girardi, Dl rilancio, c’è sanatoria per migranti: permessi di soggiorno solo per agricoltori e badanti, su Fanpage, 13 maggio 2020. URL consultato il 14 maggio 2020 (archiviato il 18 maggio 2020).
- ^ Crisi di governo. Le ministre di Italia Viva si dimettono, su ilfattoquotidiano.it, 13 gennaio 2021. URL consultato il 13 gennaio 2021.
- ^ Governo Draghi, nominati 39 sottosegretari: ecco chi sono e di cosa si occuperanno, su Il Fatto Quotidiano, 24 febbraio 2021. URL consultato il 21 aprile 2022.
- ^ Bellanova e Scalfarotto tornano al governo a un mese e mezzo dalle dimissioni. Quando Renzi diceva: "Noi unici a rinunciare alle poltrone", su Il Fatto Quotidiano, 24 febbraio 2021. URL consultato il 21 aprile 2022.
- ^ Francesca Milano, Bellanova, il ministro che ha fatto (letteralmente) esperienza sul campo, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 12 settembre 2019 (archiviato il 13 maggio 2020).
- ^ Per Bellanova ancora non disinnescata grana Almaviva, su Adnkronos. URL consultato il 7 settembre 2019 (archiviato il 14 maggio 2020).
- ^ Teresa Bellanova contro i grillini: “Su Tap e gas aspettiamo le scuse, ci hanno massacrati e ora ci danno ragione…”, su Il Riformista, 22 febbraio 2022. URL consultato il 21 aprile 2022.
- ^ Bellanova col comitato "No Tap": "Il gasdotto non può approdare a San Foca", su LeccePrima. URL consultato il 21 aprile 2022.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Teresa Bellanova
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Teresa Bellanova
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su teresabellanova.it (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2018).
- Teresa Bellanova, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Teresa Bellanova, su Senato.it - XVIII legislatura, Parlamento italiano.
- Teresa Bellanova, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni di Teresa Bellanova, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Teresa Bellanova, su Camera.it - XV legislatura, Parlamento italiano.
- Teresa Bellanova, su Camera.it - XVI legislatura, Parlamento italiano.
- Teresa Bellanova, su Camera.it - XVII legislatura, Parlamento italiano.
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