Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo
Coordinate: 41°53′52.21″N 12°28′49.61″E / 41.897836°N 12.480447°E
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo | |
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Sede del Ministero al Collegio Romano | |
Stato | ![]() |
Tipo | Ministero |
Sigla | MiBACT |
Direzioni generali | |
Istituito | 1974 |
da | Governo Moro IV |
Ministro | Dario Franceschini |
Sottosegretari | |
Bilancio | 1.563 milioni di euro[1] |
Sede | Collegio Romano |
Indirizzo | Via del Collegio Romano, 27 - 00186 Roma |
Sito web | |
Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, noto anche con l'acronimo MiBACT, è il dicastero del Governo della Repubblica Italiana preposto alla tutela della cultura, dello spettacolo, e alla conservazione del patrimonio artistico e culturale e del paesaggio.
L'attuale ministro è Dario Franceschini, in carica dal 5 settembre 2019.
Indice
- 1 Cenni storici
- 2 Organizzazione
- 3 Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale
- 4 Enti vigilati
- 5 Società controllate
- 6 Elenco dei ministri dei beni culturali
- 7 Note
- 8 Voci correlate
- 9 Collegamenti esterni
Cenni storici[modifica | modifica wikitesto]
L'attuale dicastero nacque dallo scorporo dal Ministero della pubblica istruzione con la denominazione di "Ministero per i beni culturali e l'ambiente", istituito nel 1974 dal governo Moro IV[2] e di lì a poco ribattezzato "Ministero per i beni culturali e ambientali"[3]. Il primo titolare del dicastero fu Giovanni Spadolini (vedi Ministri dei beni e delle attività culturali e del turismo della Repubblica Italiana per la citazione degli altri ministri incaricati dall'istituzione ad oggi).
Il nuovo ministero, programmaticamente definito "per" i beni culturali, a rimarcare la volontà di creare un organo prevalentemente tecnico, raccolse, in buona parte, le competenze e le funzioni in materia che erano prima del Ministero della pubblica istruzione, quali le antichità e le belle arti, le accademie e le biblioteche. A queste competenze e funzioni se ne aggiunsero alcune del Ministero dell'interno, come gli archivi di Stato, e della Presidenza del Consiglio dei ministri, come la discoteca di Stato, l'editoria libraria e diffusione della cultura.
Nel 1998[4] fu poi istituito il "Ministero per i beni e le attività culturali", che raccolse tutte le precedenti competenze e funzioni, alle quali vennero aggiunte: la promozione dello sport e della impiantistica sportiva e la promozione delle attività dello spettacolo in tutte le sue espressioni. L'anno successivo la riforma Bassanini[5] confermò il dicastero riorganizzandone la struttura, e anticipandone l'entrata in vigore dal 2001, rispetto alla generalità degli altri ministeri.
Nel 2006, col governo Prodi II le competenze dello sport vennero assegnate al nuovo Dipartimento per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Anche la promozione del turismo, precedentemente affidata al Ministero dello sviluppo economico, venne affidata alla Presidenza, presso il nuovo Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, tuttavia la responsabilità di questa struttura venne affidata al ministro per i beni e le attività culturali Francesco Rutelli, che era anche vicepremier. Col governo Monti il dipartimento venne unificato a quello per gli affari regionali e all'ufficio per lo sport creando il Dipartimento per gli affari regionali, il turismo e lo sport.
Nel 2013 il governo Letta affida al Ministro Massimo Bray le competenze del turismo al Ministero, che assume dunque la denominazione di "Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo"[6]. Nel 2018 il governo Conte I affida la delega al turismo al MiPAAFT, ed il ministero riacquista la denominazione "Ministero per i beni e le attività culturali"[7], salvo poi tornare alla vecchia denominazione con il Governo Conte II.
Denominazioni del Ministero[modifica | modifica wikitesto]
- Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
D.L. n. 657 del 14/12/1974 (convertito in L. del 29/01/1975, n. 5)
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali
D. Lgs. del 20/12/1998 n. 368
- Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
L. del 24/06/2013, n. 71
- Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
L. del 24/12/2013, n. 71
- Ministero per i beni e le attività culturali
D.L. del 12/07/2018, n. 86 - (convertito in L. del 09/08/2018, n. 97)
- Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo
D.L. del 21/09/2019, n. 104 - (convertito in L. del 18/11/2019, n. 132)
Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]
La struttura organizzativa del dicastero è piuttosto complessa, ed è stata oggetto di ripetute modifiche. La struttura ministeriale dispone di uffici di diretta collaborazione del ministro e uffici propri del dicastero, a livello centrale, nonché di uffici periferici.
Premessa[modifica | modifica wikitesto]
La struttura organizzativa e amministrativa del Ministero è stata determinata a seguito dell’entrata in vigore del DPR n. 233 del 26 novembre 2007[8], come modificato dal DPR n. 91 del 2 luglio 2009[9]. L'organizzazione dell'amministrazione è stata inoltre interessata dalla Legge n. 71 del 24 giugno 2013 che ha affidato le competenze del turismo al Ministero, con l'istituzione della Direzione generale per le politiche del turismo[10]. Questa struttura fu oggetto di revisione ad opera del DPCM n. 171 del 29 agosto 2014[11][12].
Strutture centrali[modifica | modifica wikitesto]
Sono uffici di diretta collaborazione i seguenti:
- l'ufficio di gabinetto;
- la segreteria del ministro;
- l'ufficio legislativo;
- l'ufficio stampa;
- le segreterie dei sottosegretari di Stato.
Le strutture proprie del Ministero sono:
il Segretariato generale, che assicura il coordinamento e l'unità dell'azione amministrativa, elabora le direttive, gli indirizzi e le strategie concernenti l'attività complessiva del Ministero, coordina gli uffici e le attività del Ministero, vigila sulla loro efficienza e rendimento e riferisce periodicamente al Ministro gli esiti della sua attività. Il Segretario generale coordina inoltre le direzioni generali centrali e gli uffici dirigenziali generali periferici del Ministero ed è responsabile direttamente nei confronti del Ministro dell'attività di coordinamento e della puntuale realizzazione degli indirizzi impartiti dal ministro.
È organizzato in quattro servizi:
- Servizio I - Coordinamento, Ufficio UNESCO);
- Servizio II - Programmazione strategica nazionale e comunitaria
- Servizio III - Relazioni internazionali
- Servizio IV - Servizio ispettivo
Le direzioni generali[modifica | modifica wikitesto]
Dal 26 marzo 2016, questa è l'attuale struttura del Ministero che vede attive 10 direzioni generali:
- Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio;
- Direzione generale archivi;
- Direzione generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana
- Direzione generale biblioteche e istituti culturali;
- Direzione generale bilancio;
- Direzione generale cinema;
- Direzione generale educazione e ricerca;
- Direzione generale musei;
- Direzione generale organizzazione;
- Direzione generale spettacolo.
Strutture consultive[modifica | modifica wikitesto]
Operano presso il Ministero il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici e il Consiglio superiore per il cinema e l'audiovisivo, quali organi consultivi a carattere tecnico-scientifico in materia rispettivamente di beni culturali e paesaggistici e di cinema e audiovisivo, nonché sette comitati tecnico-scientifici:
Comitati tecnico-scientifici[modifica | modifica wikitesto]
I comitati tecnico-scientifici sono organi di consulenza del Ministero e, in particolare, delle Direzioni generali di settore.
La normativa di riferimento individua sette comitati attinenti le materie specifiche:
- comitato tecnico-scientifico per i musei e l'economia della cultura;
- comitato tecnico-scientifico per il paesaggio;
- comitato tecnico-scientifico per l'archeologia;
- comitato tecnico-scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali;
- comitato tecnico-scientifico per gli archivi;
- comitato tecnico-scientifico per l'arte e l'architettura contemporanee;
- comitato tecnico-scientifico per le belle arti.
I comitati durano in carica tre anni e possono riunirsi in seduta congiunta a richiesta del Ministro o del Segretario generale per l'esame di questioni a carattere interdisciplinare.
Esistono, inoltre due ulteriori comitati di carattere consultivo
- Comitato tecnico-scientifico speciale per la tutela del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale;
- Osservatorio nazionale per la qualità del Paesaggio.
Gli istituti centrali, nazionali e dotati di autonomia speciale[modifica | modifica wikitesto]
Istituti centrali[modifica | modifica wikitesto]
- Istituto centrale per gli archivi;
- Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi (ex Discoteca di Stato);
- Istituto centrale per il catalogo e la documentazione;
- Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche;
- Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario;
- Istituto centrale per l'archeologia;
- Istituto centrale per la demoetnoantropologia.
Istituti dotati di autonomia speciale[modifica | modifica wikitesto]
- Archivio centrale dello Stato:
- Biblioteca nazionale centrale di Firenze;
- Biblioteca nazionale centrale di Roma;
- Centro per il libro e la lettura;
- Istituto centrale per la grafica;
- Istituto superiore per la conservazione ed il restauro;
- Opificio delle pietre dure;
- Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma[13].
Istituti dotati di autonomia speciale, di rilevante interesse nazionale[modifica | modifica wikitesto]
Vi sono poi una serie di istituti con funzioni speciali sotto il diretto controllo del MiBAC.
- Complesso monumentale della Pilotta;
- Galleria Borghese;
- Galleria dell'Accademia di Firenze;
- Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea;
- Galleria nazionale dell'Umbria;
- Galleria nazionale delle Marche;
- Gallerie degli Uffizi;
- Gallerie dell'Accademia di Venezia;
- Gallerie Estensi;
- Gallerie nazionali d'arte antica;
- Musei del Bargello;
- Musei reali di Torino;
- Museo archeologico nazionale di Napoli;
- Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria;
- Museo archeologico nazionale di Taranto;
- Museo delle Civiltà;
- Museo e Real Bosco di Capodimonte;
- Museo nazionale etrusco di Villa Giulia;
- Museo nazionale romano;
- Museo storico e parco del castello di Miramare;
- Palazzo ducale di Mantova;
- Palazzo reale di Genova;
- Parco archeologico dei Campi Flegrei;
- Parco archeologico del Colosseo;
- Parco archeologico dell'Appia Antica;
- Parco archeologico di Ercolano;
- Parco archeologico di Ostia antica;
- Parco archeologico di Paestum;
- Parco archeologico di Pompei;
- Pinacoteca di Brera;
- Reggia di Caserta;
- Villa Adriana e Villa d'Este.
Organi periferici[modifica | modifica wikitesto]
L'organizzazione periferica del Ministero è alquanto variegata: 17 segretariati regionali con competenza pressoché su tutte le regioni italiane, coordinano le soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio e le Soprintendenze archivistiche e bibliografiche.
Le soprintendenze hanno una specifica competenza territoriale che alcune volte coincide con la regione, altre con una o più province.
I segretariati regionali coordinano anche:
- gli archivi di Stato,
- le biblioteche statali,
- i musei e le pinacoteche nazionali;
- i siti archeologici;
- tutti gli altri istituti di conservazione statali dotati di autonomia.
Da notare che il Ministero non ha competenza, ad eccezione del patrimonio archivistico, nelle regioni Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Sicilia, in quanto gli statuti regionali affidano la materia in maniera esclusiva alle predette.
Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale[modifica | modifica wikitesto]
Presso il Ministero opera il comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, quale struttura dei carabinieri specializzata, a diretta dipendenza funzionale del ministro. Gerarchicamente la struttura dipende dal Comando generale dell'Arma dei Carabinieri.
Enti vigilati[modifica | modifica wikitesto]
Il ministro vigila anche sui seguenti enti:
- l'Accademia della Crusca, quale ente accademico in materia linguistica e fililogica;
- l'Accademia Nazionale dei Lincei, quale ente accademico in materia linguistica e di ricerca;
- la Scuola Archeologica Italiana di Atene, quale ente in ambito archeologico;
- la Fondazione Guglielmo Marconi, quale ente di valorizzazione e la storia di Guglielmo Marconi;
- l'Unione accademica nazionale, quale ente di studio in ambito letterario;
- Unificazione strutturale della Giunta centrale per gli studi storici e degli Istituti storici, quale enti di studio in ambito storico;
- la Fondazione Il Vittoriale, quale ente di valorizzazione storica del poeta Gabriele D'Annunzio.
Società controllate[modifica | modifica wikitesto]
Il ministero esercita i diritti dell'azionista per le seguenti società, le cui azioni sono detenute dal Ministero dell'economia e delle finanze:
- Ales SpA[14], istituita nel 1999, è la società che fornisce "servizi qualificati finalizzati alla conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali". Ales è una società in house al MiBAC e nel 2012 ha gestito 27 progetti impiegando 545 persone[15].
- Arcus SpA[16], istituita nel 2004, è la "società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo". Arcus è una società in house al MiBAC e ad altri ministeri e nel 2010 aveva in gestione progetti per 105 milioni di euro[17].
- Cinecittà Luce SpA[18], erede dell'Istituto Luce, è la società[19] che conserva il ricco patrimonio multimediale italiano della prima metà del 1900, produce contenuti multimediali ed è proprietaria degli studios di Cinecittà.
Elenco dei ministri dei beni culturali[modifica | modifica wikitesto]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1427700161700_Mibact_bilancio_preventivo_2015.pdf
- ^ Decreto-legge 1974, n. 657, articolo 1
- ^ Legge 1975, n. 5, articolo 1
- ^ Decreto legislativo 1998, n. 368
- ^ Decreto legislativo 1999, n. 300
- ^ Legge 24 giugno 2013 n.71 sul sito della Gazzetta Ufficiale http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2013-06-25&atto.codiceRedazionale=13G00117&elenco30giorni=false
- ^ Decreto-Legge 12 luglio 2018, n. 86 sul sito della Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 13 luglio 2018.
- ^ DPR n. 233 del 26 novembre 2007 su Normattiva, su www.normattiva.it. URL consultato il 13 luglio 2018.
- ^ DPR n. 233 del 26 novembre 2007 aggiornato con le modifiche apportate dal DPR n. 91 del 2 luglio 2009 nel sito della Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 13 luglio 2018.
- ^ Legge n. 71 del 24 giugno 2013 su Normattiva, su www.normattiva.it. URL consultato il 13 luglio 2018.
- ^ *** NORMATTIVA ***, su www.normattiva.it. URL consultato il 13 luglio 2018.
- ^ Verso un nuovo MIBACT - In vigore la riforma del Ministero. primo giorno di applicazione della riorganizzazione, su www.beniculturali.it. URL consultato il 14 luglio 2019.
- ^ Soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, su beniculturali.it.
- ^ Ales Arte Lavoro e Servizi S.p.A
- ^ http://www.ales-spa.com/includes/php/file/view.php?codice=343
- ^ Arcus - Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo
- ^ http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_controllo_enti/2012/delibera_92_2012.pdf
- ^ http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1391082290204_CINECITTA_SPA.pdf
- ^ home
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Codice dei beni culturali e del paesaggio
- Ministri dei beni e delle attività culturali e del turismo della Repubblica Italiana
- Soprintendenze
- Zona archeologica marittima
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su beniculturali.it.
- Attuale Struttura amministrativa del MiBACT, su beniculturali.it.
- Direzione generale Musei del MIBACT, su musei.beniculturali.it. Direzione generale Cinema del MIBACT, su cinema.beniculturali.it.
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