Gaetano Bedini

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Gaetano Bedini
cardinale di Santa Romana Chiesa
Ritratto del cardinale Gaetano Bedini conservato presso il Museo del Colle del Duomo di Viterbo
 
Incarichi ricoperti
 
Nato15 maggio 1806 a Senigallia
Ordinato presbitero20 dicembre 1828 dal cardinale Fabrizio Sceberras Testaferrata
Nominato arcivescovo15 marzo 1852 da papa Pio IX
Consacrato arcivescovo4 luglio 1852 dal cardinale Ludovico Altieri
Creato cardinale27 settembre 1861 da papa Pio IX
Deceduto6 settembre 1864 (58 anni) a Viterbo
 

Gaetano Bedini (Senigallia, 15 maggio 1806Viterbo, 6 settembre 1864) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.

Diplomatico per la Santa Sede, ricoprì cariche di primo piano nel governo dello Stato della Chiesa e numerosi incarichi diplomatici come nunzio apostolico in Brasile, sostituto del Segretario di Stato, commissario pontificio nelle Legazioni e ambasciatore a Bologna, arcivescovo titolare di Tebe, primo delegato apostolico degli Stati Uniti d'America, arcivescovo, titolo personale, di Viterbo e Tuscania e cardinale presbitero del titolo di Santa Maria sopra Minerva. Numerosi suoi discorsi e provvedimenti giuridici furono dati alle stampe.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Gaetano Bedini nacque a Senigallia, da famiglia originaria di Ostra, figlio di Alessandro Pellegrino e Marianna Spadoni. Ultimo di sette figli, fu destinato dal padre alla carriera ecclesiastica. Entrò giovanissimo nel seminario di Senigallia e fu ordinato presbitero il 20 dicembre 1828 dal cardinale Fabrizio Sceberras Testaferrata. Trascorse i suoi primi anni da sacerdote come canonico del capitolo della cattedrale di Senigallia dal 1829 al 1838.

Grazie a influenti amicizie, tra cui quella del concittadino Giovanni Maria Mastai Ferretti, futuro papa con il nome di Pio IX, si dedicò all'attività politica. Nel 1838 fu destinato da papa Gregorio XVI al ruolo di uditore presso la nunziatura apostolica di Vienna, retta all'epoca da Lodovico Altieri, arcivescovo di Efeso e nunzio in Austria. Restò nella capitale austriaca fino all'aprile 1845, quando Altieri rientrò in patria italiana per essere creato cardinale. Dopo questa esperienza, che gli diede modo di conoscere l'ambiente diplomatico, fu richiamato a Roma e messo a disposizione della Santa Sede come prelato domestico di Sua Santità e protonotario apostolico.

La nunziatura apostolica in Brasile[modifica | modifica wikitesto]

Il 28 ottobre 1845 ricevette il primo incarico diplomatico, divenendo internunzio e inviato straordinario della Santa Sede in Brasile; prese possesso della carica nel gennaio del 1846. In Brasile prestò particolare attenzione alle sorti dei fedeli cattolici immigrati tedeschi, occupandosi delle loro disagiate condizioni economiche aggravate dal comportamento poco scrupoloso dei datori di lavoro[1]. Tale opera fu molto apprezzata ed ebbe un'eco vastissima, tanto da indurre la Camera dei deputati di Rio de Janeiro a intervenire per migliorare le condizioni di vita degli immigrati e della colonia tedesca[1].

Bedini si impegnò molto anche nel favorire una ripresa del cattolicesimo per contrastare la diffusione del protestantesimo in atto nel continente[1]. Terminò la missione in Brasile il 16 agosto 1847, tornando a Roma e mettendosi a disposizione della Santa Sede.

I contatti con Garibaldi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1847 Giuseppe Garibaldi - in quel periodo in America meridionale - contattò Bedini da Montevideo, dove si trovava, attraverso diverse lettere, per cercare un abboccamento con papa Pio IX. In una famosa lettera al Cardinale Garibaldi scrisse[1][2]:

«Offro a Pio IX la mia spada e la legione italiana per la patria e per la Chiesa, ricordando i precetti della nostra augusta religione, sempre nuovi e sempre immortali,... pur sapendo che il trono di Pietro riposa sopra tali fondamenti che non abbisognano di aiuto, perché le forze umane non possono scuoterli.»

Il Cardinal Bedini da giovane

Ricevendo le missive di Garibaldi destinate a Pio IX, Bedini non diede risposte precise e volle circondare di silenzio l'iniziativa. Si deduce che egli volesse porre a tacere la questione e una conferma di ciò arriva dal testo della lettera con cui incaricava il console pontificio a Montevideo di chiedere a Garibaldi di non divulgare pubblicamente lo scambio di missive.[1]. Monsignor Bedini provvide a trasmettere l'offerta di Garibaldi direttamente al Papa che però gli fece rifiutare la proposta pur con molti ringraziamenti.

La Repubblica Romana[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Repubblica Romana (1849).

Tornato a Roma dopo oltre due anni di assenza, trovò molte novità: un anno prima era stato eletto Papa col nome di Pio IX il suo amico e concittadino senigalliese Giovanni Maria Mastai Ferretti. Quest'ultimo, il 5 marzo 1848, nominò Bedini sostituto del Segretario di Stato cardinale Giacomo Antonelli, nomina che come constatato da de Liedekerke, ambasciatore olandese presso la Santa Sede, fu molto gradita a tutto il corpo diplomatico, che ne apprezzava le capacità[1][3].

Bedini mantenne tale carica fino al novembre 1848, seguendo Pio IX quando fuggì nottetempo a Gaeta dopo l'assassinio di Pellegrino Rossi e l'assalto armato al Palazzo del Quirinale. I rappresentanti del parlamento costituzionale romano insediati dallo stesso Pio IX tentarono più volte di richiamare il Papa a Roma ma lui si rifiutò. Pertanto furono costretti a indire le elezioni che ai primi del 1849 si tennero teoricamente a suffragio universale ma non in un clima pacifico ed elessero un'Assemblea Costituente che il 9 febbraio proclamò la Repubblica Romana. A capo fu eletto il famoso triumvirato, composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. Nel frattempo il Papa aveva richiesto l'intervento armato alle potenze straniere per essere restaurato nel potere temporale, così Roma fu attaccata dall'esercito francese che pose Roma sotto assedio: il primo attacco francese del 30 aprile fu respinto grazie anche all'aiuto di Garibaldi, tornato in Italia pochi mesi prima. Seguì una tregua, ma i francesi il 3 giugno ripresero i combattimenti attaccando il Gianicolo e l'intera città con intensi bombardamenti, e il 3 luglio 1849 riuscirono a riconquistare la città permettendo al papa di reinsediarsi in San Pietro, cosa che Pio IX fece solo l'anno successivo.

La legazione a Bologna e la morte di Ugo Bassi[modifica | modifica wikitesto]

Ristabilito il potere temporale del Papa, Bedini continuò nel suo lavoro di commissario pontificio come legato a Bologna dal 1849 al 1852. Proprio all'inizio di quel periodo Ugo Bassi venne catturato a Comacchio e trasferito a Bologna la sera del 7 agosto; venne fucilato in gran fretta l'8 agosto 1849 dagli austriaci. Molti patrioti rimproverano a Bedini di non aver fatto qualcosa per salvarlo, anche se è ormai storicamente accertato che, data la rapidità con la quale gli austriaci catturarono e fucilarono Bassi, questo avvenne all'insaputa di Pio IX e dello stesso Cardinale[4][5].

Altri storici invece asseriscono che Bedini, come uomo di curia, non aveva possibilità di contrastare gli austriaci durante l'occupazione di Bologna. Anni dopo, infatti, il ministro del regno di Sardegna Marco Minghetti scrisse a Giuseppe Pasolini dall'Onda che a nulla sarebbe valso l'intervento di Bedini presso il generale Gorzkowski poiché il legato pontificio contava "come uno stivale"[1][6].

Bedini infatti si stancò presto dell'invadenza austriaca e, all'inizio timidamente e poi con maggior foga, manifestò la sua disapprovazione per l'operato delle forze d'occupazione. La Santa Sede preferì sollevarlo dall'incarico nel 1852[1].

Durante la sua permanenza a Bologna, comunque, si occupò anche del restauro di Palazzo d'Accursio, con il rifacimento della Sala Urbana e la costruzione dell'Aula Piana. Adottò provvedimenti per dare lavoro ai disoccupati, favorì il commercio con la costruzione di nuove strade, promosse l'agricoltura e restaurò altri importanti monumenti artistici come villa San Michele in Bosco.

La nunziatura apostolica negli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Dagherrotipo del Cardinal Bedini negli USA nel 1853 (National Portrait Gallery, Smithsonian Institution, USA).
Fotografia di Bedini scattata nel 1861 in occasione della sua nomina a cardinale.

La sua carriera ecclesiastica giunse a una svolta il 15 marzo 1852, quando fu eletto arcivescovo titolare di Tebe, e tre giorni dopo fu nominato nunzio apostolico in Brasile. Dopo aver ricevuto dal cardinal Lodovico Altieri l'ordinazione arcivescovile, il 4 luglio 1852 Bedini era pronto per la partenza per il Sudamerica, quando seppe di non poter ritornare in Brasile a causa di un'epidemia di peste.

Fu nominato allora primo delegato apostolico degli Stati Uniti d'America. Giunse a New York il 30 giugno 1853, dove fu contrastato delle correnti cristiane protestanti anti-cattoliche, e degli attentati da queste organizzati ma tutti sventati dalla polizia statunitense[4][7][8]. Inoltre in molte tappe del viaggio di Bedini negli Stati Uniti, alcuni patrioti italiani e in particolare l'ex sacerdote Alessandro Gavazzi organizzarono manifestazioni di piazza contro il prelato, rimproverandogli la morte di Ugo Bassi. Catturati dopo gli scontri di Cincinnati, i manifestanti italiani vennero espulsi per direttissima dall'autorità, e il Cardinal Bedini poté continuare la sua visita[4][7][8].

Nel suo viaggio Bedini ebbe modo di incontrare il Presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce e il Segretario di Stato statunitense William L. Marcy, ai quali consegnò una lettera del Papa. Ordinò inoltre alcuni nuovi vescovi tra cui James Roosevelt Bayley, arcivescovo dell'Arcidiocesi di Newark, John Loughlin, vescovo della diocesi di Brooklyn e Louis Joseph Mary Theodore De Goesbriand, vescovo della diocesi di Burlington[4][7][8].

Terminato il viaggio statunitense - in cui aveva toccato molte città, tra cui New York, Pittsburgh, Louisville, Baltimora e Filadelfia - nel gennaio 1854 si imbarcò da New Orleans per tornare a Roma.

Il lavoro in Curia[modifica | modifica wikitesto]

Al suo ritorno in Italia, Bedini lavorò sempre più intensamente nella Curia romana. Tale mole di lavoro sfociò il 20 giugno 1856 nella nomina a segretario generale della Sacra Congregazione per la Propaganda della Fede. Seguì inoltre alcuni progetti come la costituzione a Roma del North American College[9] che con il suo aiuto il 22 settembre 1858 aveva comprato un edificio in Via dell'Umiltà[10]. Dopo aver risolto i problemi di natura burocratica, l'8 dicembre 1859 celebrò la messa di inaugurazione dell'istituto[10].

Cardinale e vescovo di Viterbo[modifica | modifica wikitesto]

La cattedrale di Viterbo

A compimento degli ormai numerosi anni di servizio presso la Santa Sede, il 18 marzo 1861 Bedini venne nominato vescovo di Viterbo e Tuscanella (oggi Tuscania). L'8 maggio 1861 entrò in città da Porta Romana con cerimonia solenne, incontrato dalla comunità e dal clero, e si recò in cattedrale attraverso le vie illuminate per l'occasione[11]. Bedini aprì la visita pastorale recandosi nei vari paesi della diocesi e occupandosi dei luoghi sacri, in particolare dei monasteri, ai quali donò tanto denaro da lasciare considerevoli debiti alla sua morte[11]. In particolare si dedicò al seminario diocesano chiamando da Bagnoregio il professor Pietro Artemi per la scuola di retorica, curando la pulizia dei locali e ingrandendo il fabbricato con l'acquisto del palazzo Cristofari[11].

Dopo pochi mesi, nel concistoro del 27 settembre 1861, papa Pio IX creò Bedini cardinale dell'ordine dei presbiteri, con il titolo di Santa Maria sopra Minerva.

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Bedini morì la mattina del 6 settembre 1864 a poco più di 58 anni, probabilmente per un ictus. Poiché era il periodo della festa di Santa Rosa, le numerose iniziative di primo piano in città, come la tombola di Santa Rosa e i fuochi artificiali, furono rimandati e fu chiuso il teatro in segno di lutto.

I suoi funerali si svolsero l'8 settembre con la cattedrale gremita di fedeli accorsi da tutta la diocesi. L'orazione funebre, tenuta dal professore di retorica del seminario vescovile Pietro Artemi, fu considerata di così alto valore che in seguito se ne stamparono numerose copie perché fosse presa ad esempio nel suo genere.

Bedini è tuttora sepolto nella cattedrale di Viterbo, in un monumento in marmo accanto a santi, beati e vescovi.

Il Cardinale lascio in eredità il legato Bedini, stato fondato per la messa ultima festiva nella Cattedrale di Senigallia e consisteva in un fondo rustico di 600 scudi.

La Chiesa Bedini a Senigallia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa della Madonna della Misericordia (Senigallia).
Esterno della Chiesa Bedini
Raggiera Bedini oggi conservata presso la Parrocchia di Santa Maria del Ponte a Senigallia

I lavori di costruzione iniziarono negli anni Cinquanta del XIX secolo insieme al palazzo alla cappella collegato, quando la famiglia Bedini fu aggregata al patriziato di Senigallia in seguito alla nomina ad Arcivescovo di Tebe di Gaetano Bedini nel 1847.

La costruzione avvenne fuori dalla Porta Lambertina, un territorio fuori le mura dell'antica città, che proprio in quegli anni si stava sviluppando.

I lavori di costruzione terminarono nel 1858 anno in cui fu consacrata alla presenza del Cardinal Domenico Lucciardi, Vescovo di Senigallia, e dello stesso Cardinal Gaetano Bedini.

In quel tempo si trovava nella parrocchia di Santa Maria della Pace mentre dal 1930 si trova sotto la giurisdizione della parrocchia di Santa Maria del Ponte al Porto.

In questa chiesa si venerava l'immagine della Madonna della Misericordia, benedetta da Pio IX, che le ha concesso l'indulgenza plenaria il giorno della sua festa la terza domenica di ottobre.

La Chiesa di Roncitelli[modifica | modifica wikitesto]

Presso la chiesa di Roncitelli (frazione di Senigallia) Bedini fece fare un'altra copia dell'immagine della Madonna della Misericordia e la festa fu stabilita per la seconda domenica di ottobre. Nella Cappella Bedini si trova l'iscrizione:

«MONSIGNOR GAETANO BEDINI - SENIGALLIESE - DA BOLOGNA - DOVE ERA DELEGATO APOSTOLICO - DONAVA NELL'ANNO 1854 - QUESTA EFFIGIE - NELLA QUALE LA VERGINE AUGUSTA - SI MOSTRO' SEMPRE REGINA - E MADRE DI MISERICORDIA - AGLI ABITANTI DI QUESTO PAESELLO - ED A QUANTI NELLE LORO PENE - AL SUO ALTARE PREGARONO CON FIDUCIA.»

Il Palazzo d'Accursio a Bologna[modifica | modifica wikitesto]

Il Palazzo d'Accursio a Bologna
Stemma Bedini nella Sala Urbana di Bologna

A Bologna rimangono invece due testimonianze importanti all'interno del Palazzo comunale:

«PIO IX PRINCIPE OPT. MAX. - CAIETANUS BEDINIUS ANT. URB. PROT. AP. EQ. LEOPOLDIAN. - PRAEP. IIII PROVINC. ORDINAND. REGUND. EXTRAORD. POT. PROLEG. BON. - AULAM BERNARDINO SPADA CARD. LEG. EXCULTAM - ET URBANO VIII P. M. DE EIUS NOMINE APPELLATAM - QUAM VICE SACRA BONO. IMPERANTIUM PP. MM. INSIGNIBUS INCLYTAM - SACRILEGIORUM MANUS AVORUM MEMPRIAS AVERSANTIUM - EX NEFASTO REIPUBL. CISALP. DECRETO - ALBARIO OPERE OBDUCTAM DEFORMAVERANT - INSIGNIBUS ET ORNAMENTIS ARTIFICUM AUSU PROPE MIRABILI DETECTIS - SIGNOQUE URBANI IN PRISTINAM HONORIS SUI SEDEM VINDICATO - CIVIBUS ARTIBUSQUE RESTITUIT A. MDCCCLII»

  • Nell'Aula Piana si può leggere invece ciò che il cardinale fece scrivere con caratteri in oro, con riferimento ai bolognesi:

«O QUEIS ALMA DATUM REDENTIS PRINCIPIS ORA - VISERE QUEIS NOSTRO PARTA LABORE QUIES - HAEU SINITE ABSCENDES DICAM MEA CURA VALETE - DULCE MIHI VESTRUM TRANS FRETA NOMEN ERIT»

La Cattedrale e il Palazzo Vescovile di Viterbo[modifica | modifica wikitesto]

Stemma sulla tomba del Cardinal Bedini nella Cattedrale di Viterbo.

Anche a Viterbo rimangono lasciti del Cardinale arrivati sino ai nostri giorni:

  • La tomba, realizzata in pregevole marmo, che si trovava nella navata destra della Cattedrale; una bomba la distrusse nel 1944 ma fu ricostruita nel dopoguerra.
  • I reliquiari d'argento a foggia di testa fatti forgiare da Bedini in onore dei martiri Valentino ed Ilario. Le reliquie dei loro crani, prima conservate in un antico reliquiario, il 26 gennaio 1862 vennero collocate dentro queste urne ricche di pietre preziose insieme alla croce pettorale vescovile, munita di sette gemme.
  • Nel Palazzo Vescovile di Viterbo sono invece conservati pregevoli stemmi del Cardinale.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Sospensione delle azioni di protesto per le Cambiali, Biglietti e Pagherò a favore dei Commercianti - Bologna, 7 agosto 1849, Editto di cm 40 x 55;
  • 14 aprile 1850. Stato della Chiesa, Governo Pontificio. Noi Gaetano Bedini, Patrizio Sinigalliese ... Commissario Pontificio Straordinario di S.S. Papa Pio IX e Pro-Legato di Bologna. Popoli delle Legazioni. ... Oggi ci è dato di potervi annunziare che l'immortale Pio IX già trovasi nella sua Roma e con Esso splende di nuovo nel Vaticano la duplice Maestà del Pontefice e del Sovrano... - Bologna, Tipografia Governativa alla Volpe, Editto di mm 781x530;
  • Regolamentazione del facchinaggio e luoghi di collocamento per attendere lavoro., Bologna, 24 luglio 1850, Editto di cm 47 x 63;
  • Istituzione di una "carta di sicurezza" onde distruggere le orde di malfattori... che in gran parte derivano dalla classe degli agricoltori Bologna, 24 gennaio 1851, Notificazione di cm 43 X 60;
  • Agli alunni del Pontificio Collegio Urbano in propaganda: parole dette da Monsig. Gaetano Bedini nella solenne messa pontificale per l'Epifania del 1861 - Tipi della Sacra Congregazione de Propaganda Fide - Roma - 1861;

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Aa.vv. Dizionario Biografico degli italiani. ed. Treccani, p. 520
  2. ^ Mons. Angelo Mencucci. Senigallia e la sua Diocesi. ed. Fortuna, p. 140
  3. ^ De Liedekerke de Beaufort, A. - Rapporti delle cose di Roma (1848-1849) - a cura di A.M. Ghisalberti - Roma - 1949 - passim
  4. ^ a b c d Aa.vv. Enciclopedia Cattolica coll. 1138
  5. ^ Alberto Polverari. Cronotassi dei vescovi di Senigallia, p. 142
  6. ^ Giuseppe Pasolini (a cura di). Carteggio tra Marco Minghetti e Giuseppe Pasolini. Torino, 1924. I, passim.
  7. ^ a b c Aa.vv. Dizionario Biografico degli italiani. ed. Treccani, p. 521
  8. ^ a b c Mons. Angelo Mencucci. Senigallia e la sua Diocesi. ed. Fortuna, p. 144
  9. ^ (EN) Yankee Seminarians, Time magazine, 9 ottobre 1959. URL consultato il 15 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2012).
  10. ^ a b (EN) Sito ufficiale Archiviato il 13 agosto 2007 in Internet Archive.
  11. ^ a b c Mons. Angelo Mencucci. Senigallia e la sua Diocesi. ed. Fortuna, p. 147

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aa.vv. - Dizionario Biografico degli italiani - Istituto della Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani - Roma - 1965 - vol VII (Bartolucci-Bellotto) - p. 520-522
  • Aa.vv. - Enciclopedia Cattolica - Ente per l'Enciclopedia cattolica e per il libro cattolico - Città del Vaticano - 1949 - vol. II (Arn-Bra) - coll. 1138-1139
  • Aa.vv. - Plauso letterario per la restaurazione della Sala Urbana ed inaugurazione dell'Aula Piana nel Palazzo Apostolico di Bologna - Sassi - Bologna - 1852
  • Artemi, Pietro - Elogio funebre del cardinale Gaetano Bedini Arciv. Vescovo di Viterbo e Toscanella letto de' solenni funerali degli 8 settembri 1864 nella chiesa cattedrale viterbese - Sperandio - Pompei - 1864
  • Beseghi, Umberto - Ugo Bassi - Marzocco - Firenze - 1946 - II, passim
  • De Liedekerke de Beaufort, Florent Charles Auguste - Rapporti delle cose di Roma (1848-1849) - a cura di Alberto M. Ghisalberti - Vittoriano - Roma - 1949 - passim
  • De Marchi, Giuseppe - Le nunziature apostoliche dal 1800 al 1956 - Edizioni di storia e letteratura - Roma - 1957 - p. 31-76
  • Connelly, James F. - The visit of archbishop Gaetano Bedini to the United States of America (June, 1853 - february, 1854) - Libreria Editrice dell'Università Gregoriana - Roma - 1960
  • Cucchi, Tito Maria - Cronologia della Santa Chiesa Senigalliese - Scuola Tip. Marchigiana - Senigallia - 1931 - p. 36
  • Fabbri, Eduardo - Sei anni e due mesi della mia vita. Memorie e documenti inediti - a cura di Nazzareno Trovanelli - C. A. Bontempelli - Roma - 1915 - p. 476 ss.
  • Ermanno Loevinson, La censura pontificia a Bologna negli anni 1847 e 1849, in L'Archiginnasio, XXVIII (1933), pp. 184-205.
  • Mencucci, Angelo - Senigallia e la sua Diocesi - Editrice Fortuna - Fano - 1994 - pp. 139–147
  • Monti Guarnieri, Giovanni - Annali di Senigallia - Società Amici Arte e Cultura - Senigallia - 1961 - p. 315-316 e 377
  • Pasolini, Giuseppe (a cura di) - Carteggio tra Marco Minghetti e Giuseppe Pasolini - Bocca - Torino, 1924, Vol. I, passim
  • Natali, Giovanni - Bologna e le Legazioni durante la Repubblica romana del 1849 in Il 1859-1860 a Bologna - Bologna - 1961 - p. 51-59
  • Polverari, Alberto - Cronotassi dei vescovi di Senigallia - Editrice Fortuna - Fano - 1992 - p. 142
  • Sanfilippo, Matteo - Monsignor Gaetano Bedini e l'emigrazione verso le Americhe in Studi Emigrazione - 106 (1992) - p. 277-286 53.
  • Spadoni, Domenico - Settant'anni di patriottismo marchigiano in Atti e memorie della R.Deputazione di Storia Patria per le province delle Marche - Nuova Serie - Vol. VI - Ancona - 1911 - p. 48
  • Biblioteca Apostolica Vaticana, Sacrae Visitationes - "Visita Gaetano Bedini, 1861" - vol. I-VI

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Internunzio apostolico in Brasile Successore
Ambrogio Campodonico 28 ottobre 1845 - 16 agosto 1847 Lorenzo Barili
Predecessore Arcivescovo titolare di Tebe Successore
Tommaso Pasquale Gizzi 15 marzo 1852 - 18 marzo 1861 Mieczysław Halka Ledóchowski
Predecessore Nunzio apostolico in Brasile Successore
Lorenzo Barili
(internunzio apostolico)
18 marzo 1852 - 20 giugno 1856 Vincenzo Massoni
Predecessore Segretario della Congregazione di Propaganda Fide Successore
Alessandro Barnabò 20 giugno 1856 - 18 marzo 1861 Annibale Capalti
Predecessore Vescovo di Viterbo e Tuscania
(titolo personale di arcivescovo)
Successore
Gaspare Bernardo Pianetti 18 marzo 1861 - 6 settembre 1864 Matteo Eustachio Gonella
Predecessore Cardinale di Santa Maria sopra Minerva Successore
Francesco Gaude, O.P. 30 settembre 1861 - 6 settembre 1864 Matteo Eustachio Gonella
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