Scaletta Zanclea

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Scaletta Zanclea
comune
Scaletta Zanclea – Stemma
Scaletta Zanclea – Veduta
Scaletta Zanclea – Veduta
Il castello di Scaletta Zanclea
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Messina
Amministrazione
SindacoGianfranco Moschella (lista civica) dal 10-6-2018 (2º mandato dal 28-5-2023)
Territorio
Coordinate38°02′41″N 15°27′46″E / 38.044722°N 15.462778°E38.044722; 15.462778
Altitudinem s.l.m.
Superficie4,76[1] km²
Abitanti1 837[2] (31-12-2022)
Densità385,92 ab./km²
FrazioniGuidomandri, Scaletta Superiore
Comuni confinantiItala, Messina
Altre informazioni
Cod. postale98029
Prefisso090
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT083094
Cod. catastaleI492
TargaME
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Nome abitantiscalettesi
Patronosanta Maria del Carmelo
Giorno festivo16 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Scaletta Zanclea
Scaletta Zanclea
Scaletta Zanclea – Mappa
Scaletta Zanclea – Mappa
Posizione del comune di Scaletta Zanclea all'interno della città metropolitana di Messina
Sito istituzionale

Scaletta Zanclea (Scaletta in siciliano) è un comune italiano di 1 837 abitanti[2] della città metropolitana di Messina in Sicilia.

Fino al 1988 era denominata Scaletta Zanglea.[4]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il comune ha assunto l'estensione attuale nel 1986, con l'aggregazione della contrada Divieto del comune di Messina. In precedenza aveva incorporato nel 1928 i comuni di Guidomandri e Itala, ma quest'ultimo venne ricostituito nel 1947. L'abitato di Scaletta consiste nelle contigue località di Scaletta Marina e Guidomandri Marina, che si estendono lungo la costa ionica senza soluzione di continuità tra Capo Scaletta a nord e l'abitato di Itala Marina a sud; nell'entroterra sorgono le località di Guidomandri (superiore) e Scaletta Superiore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Scaletta era feudo dei Principi Ruffo ed alleati fedeli degli spagnoli. Durante la rivolta antispagnola di Messina, fu assediata ed espugnata dai francesi poco dopo la caduta di Taormina.

Nel castello nacque e visse la prima giovinezza la spregiudicata Macalda di Scaletta (1240 ca.-1308 ca.), baronessa di Ficarra e moglie di Alaimo di Lentini, uno dei protagonisti dei Vespri siciliani.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Alluvione del 2009[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Alluvione di Messina del 2009.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma del comune
Stemma del comune

Lo stemma e il gonfalone del comune di Scaletta Zanclea sono stati concessi con il decreto del presidente della Repubblica Italiana del 25 febbraio 1983.[5]

«Partito d'oro e di rosso: il primo ad un castello di rosso, fondato su un costone roccioso al naturale; il secondo ad una fontana d'argento, cimata da un cavallo marino dello stesso; il tutto sulla campagna d'azzurro, mareggiata d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

Nello stemma sono rappresentati il castello Rufo Ruffo, arroccato sul punto più alto di una rupe, e la fontana Ruffo, sulla cui cima è collocata una scultura raffigurante un cavallo marino in marmo bianco.[6]

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[8]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Gli stranieri residenti a Scaletta Zanclea al 31 dicembre 2021 sono 19. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania, seguita dal Marocco.[9]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

  • Museo etno-antropologico di Scaletta Zanclea

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
14 giugno 1985 26 maggio 1990 Giovanni Briguglio Democrazia Cristiana Sindaco [10]
26 maggio 1990 28 giugno 1994 Giovanni Briguglio Democrazia Cristiana Sindaco [10]
28 giugno 1994 25 maggio 1998 Michelangelo Manganaro Partito Socialista Italiano Sindaco [10]
25 maggio 1998 27 maggio 2003 Michelangelo Manganaro lista civica Sindaco [10]
27 maggio 2003 17 giugno 2008 Mario Briguglio lista civica Sindaco [10]
17 giugno 2008 11 giugno 2013 Mario Briguglio lista civica Sindaco [10]
11 giugno 2013 in carica Gianfranco Moschella lista civica Sindaco [10]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Scaletta Zanclea fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.6 (Montagna litoranea dei Peloritani)[11].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dati Istat 2011, su istat.it. URL consultato il 22 maggio 2014.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 21 settembre 2022.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Mappa delle variazioni dall'Unità d'Italia su elesh.it
  5. ^ Scaletta Zanclea, decreto 1983-02-25 DPR - Concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  6. ^ Scaletta Zanclea "La Fontana dei Ruffo, su raner1983.blogspot.com.
  7. ^ Tommaso Fazello, Della Storia di Sicilia - Deche Due, traduzione in lingua toscana, vol. 1, Palermo, Giuseppe Assenzio, 1817, p. 135.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ Bilancio demografico popolazione straniera demo.istat.it 2021
  10. ^ a b c d e f g Anagrafe degli Amministratori Locali, su amministratori.interno.gov.it. URL consultato l'8 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2021).
  11. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 14 luglio 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mariarosaria Palmieri, C'era una volta Macalda, Napoli, Guida, 2010.
  • Steven Runciman, I vespri siciliani, Milano, Rizzoli, 1975.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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