Lamponidae

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Lamponidae
Lampona sp. o Lamponina sp.
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Chelicerata
Classe Arachnida
Ordine Araneae
Sottordine Araneomorphae
Superfamiglia Gnaphosoidea
Famiglia Lamponidae
Simon, 1893
Generi
vedi testo

Lamponidae Simon, 1893 è una famiglia di ragni appartenente all'infraordine Araneomorphae.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome deriva dal greco λὰμπω, làmpo, cioè risplendo, brillo, rifulgo, per la lucidità dei colori, ed il suffisso -idae, che designa l'appartenenza ad una famiglia.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Sono ragni di piccole dimensioni, molto appariscenti e molto noti nelle zone in cui sono presenti in quanto tendono ad intrufolarsi nelle case.

Effetti di un morso di Lamponidae

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto piccoli se disturbati mordono e lasciano il segno; a quanto risulta dalla casistica medica, il veleno è leggermente necrotico e sulle ferite provoca l'immediata formazione di pustole purulente. Le sue attitudini casalinghe fanno sì che molti morsi capitino ai bambini che giocano per casa; spesso questi ragni sono stati ritrovati fra asciugamani ripiegati, nelle lenzuola dei letti, all'interno di vestiti negli armadi e via dicendo.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Gran parte della famiglia è endemica dell'Australia. Il genere Centrocalia è endemico della Nuova Caledonia e alcune specie del genere Lampona lo sono della Nuova Guinea[1].

Lamponidae - distribuzione

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Attualmente, a novembre 2020, si compone di 23 generi e 192 specie[1]; la classificazione in sottofamiglie segue quella dell'entomologo Joel Hallan[2]:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b World Spider Catalogue, versione 21.5, Famiglie di ragni, con numero di generi e specie URL consultato il 28 novembre 2020, su wsc.nmbe.ch.
  2. ^ Biology Catalog (TXT), su insects.tamu.edu (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2006).

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