Courtney Love

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Courtney Love
Courtney Love a Vienna nel maggio 2014
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereGrunge
Rock alternativo
Riot grrrl
Periodo di attività musicale1985 – in attività
Strumentovoce, chitarra
EtichettaSympathy for the Record Industry, Caroline Records, Virgin Records
GruppiHole, Faith No More
Album pubblicati1 solista
Studio1 solista, 4 con le Hole
Live1
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Sito ufficiale

Courtney Love, pseudonimo di Courtney Michelle Harrison (San Francisco, 9 luglio 1964), è una cantautrice e attrice statunitense nota come leader della rock band Hole e vedova di Kurt Cobain, frontman dei Nirvana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia, adolescenza e prime esperienze musicali[modifica | modifica wikitesto]

Courtney Michelle Harrison nasce e cresce a San Francisco. Sua madre è Linda Carroll, psicoterapeuta. Suo padre è Hank Harrison, editore e road manager dei Grateful Dead. Ha tre fratellastri, Joshua e Benjamin Barraud, Daniel Menely, e due sorellastre, Nicole e Jaimee Rodriguez.[1]

Courtney Love con Nicole, Joshua e Jaimee, anni settanta. Foto dall'archivio personale di Linda Carroll

Al divorzio dei genitori (1970) Carroll accusa Harrison di aver somministrato LSD alla piccola Courtney, la quale è in psicoterapia fin dalla prima infanzia.[2] Sui suoi rapporti con il padre Courtney parlerà poi in termini alquanto negativi.[3][4] Madre e figlia si trasferiscono nella comunità rurale di Marcola, in Oregon, un ambiente hippy dove viene cresciuta con un'educazione non convenzionale e frequenta la scuola Montessori di Eugene. A nove anni le viene diagnosticata la sindrome di Asperger.[1][5][6]

«La sua infanzia è stata orribile. Era tragico, perché non ero in grado di proteggerla da quel che le accadeva, ed il peggio veniva dalla sua testa. È quello che come madri vorremmo poter fare coi nostri figli.»

La genealogia femminile di Courtney è composta da donne di forte personalità: la bisnonna Elsie Fox, cubano-americana, fu attivista comunista e figura mondana nella California dei ruggenti anni venti,[7] la nonna Paula Fox è stata scrittrice di successo, fine critica della borghesia newyorkese.[8] La madre stessa di Courtney, Linda Carroll, è una terapista affermata.[9]

«Mia nonna Elsie e suo marito erano scatenati. E' affascinante constatare che Courtney aveva lo showbiz nel sangue, e che questo sia venuto fuori prima ancora che lei sapesse che faceva parte del suo background familiare.»

Courtney sogna la celebrità fin da bambina: a 12 anni sostiene un provino per il Mickey Mouse Club, ma viene scartata:[10]

«All'audizione ho portato una poesia di Sylvia Plath sull'incesto: forse non era proprio la cosa più adatta per quel contesto.»

La complessa situazione familiare e i problemi psicologici rendono l'adolescenza di Courtney molto turbolenta. A 14 anni viene arrestata per furto e detenuta all'istituto Hillcrest Youth Correctional Facility di Salem. Qui scopre Patti Smith, The Runaways e Pretenders, prime influenze musicali e ispirazione per la formazione di una band.[10] Dopo l'emancipazione (1980), procedura che la rende indipendente dai genitori prima della maggiore età, Courtney si allontana dalla madre.[11] Si esibisce come spogliarellista in Giappone e, tornata a Portland, al Mary's Club. È in questo periodo che adotta il cognome Love.[12][13] Lavora anche come dj nei gay club, frequenta le drag queens e s'iscrive all'University of Portland per studiare Inglese e filosofia.[14]

Nel 1981 impiega la somma ereditata dai nonni materni per viaggiare nel Regno Unito. A Dublino segue le lezioni di teologia al Trinity College, che molti anni dopo le renderà omaggio con un Honorary Patronage della University Philosophical Society (2011).[15] A Londra incontra l'amica Robin Barbur, con cui si sposta a Liverpool, ospite di Julian Cope con altri musicisti:[16][17]

«Mi hanno presa con loro, ero una specie di mascotte. Portavo loro tè e caffè durante le prove. La mia vita prima di Liverpool non conta. Ian McCulloch (cantante degli Echo & The Bunnymen, ndr) e Julian Cope sono stati la svolta per me. Devo loro molto, e Liverpool è stata una grande scuola per diventare una rockstar.»

Nel 1982, di ritorno negli USA, Courtney Love fa una breve esperienza come cantante dei Faith No More a San Francisco, e mentre lavora come spogliarellista a Taiwan e Hong Kong, sperimenta per la prima volta l'uso di eroina.[18] Nel 1983 conosce Kat Bjelland al Satyricon di Portland, come lei assidua frequentatrice del club, noto luogo di incontro per amanti del punk e del rock. Con lei, la batterista Suzanne Ramsey e la bassista Jennifer Finch (poi nelle L7), forma le Sugar Baby Doll.[19][20][21]

«Facevamo la musica più odiosa del mondo. Comunque, avevo un medico che mi prescriveva un centinaio di sedativi alla settimana, quindi siamo finite a fare questa musica finto-Cocteau Twins, ma io non avevo la voce e cantavo in un registro troppo alto per me.»

«Lasciai le Venarays allora, e Courtney ed io stavamo cercando di mettere insieme una band. Lei voleva mettere in piedi una band di sole ragazze e mi aveva pregato di partecipare come chitarrista. Avevamo bisogno di una bassista, così quando abbiamo trovato Jennifer Finch abbiamo formato le Sugar Babydoll, Sugar Babylon, Sugar Bunny Farm o quello che era. Abbiamo cambiato un po' di nomi e suonato solo un paio di shows. Musicalmente, è la cosa più piccola che ho fatto.»

Dopo la dipartita di Finch, Love e Bjelland reclutano la bassista Janis Tanaka e la batterista/pianista Deirdre Schletter. Il quartetto cambia nome in Pagan Babes, registra una demo,[22] suona un paio di show e poco dopo si scioglie per differenza di vedute artistiche tra Love e il resto della band:[23][24][25]

«Non arriverete da nessuna parte suonando questo noise punk rock»

Courtney Love ritratta per la promozione del film Straight to Hell. Foto Island Pictures

Love segue Bjelland a Minneapolis, dove quest'ultima ha formato le Babes in Toyland. Qui le componenti della band ricordano Love che, dopo aver l'incasso di un concerto, all'aeroporto le saluta dicendo che 'va a Los Angeles a rifarsi la faccia e diventare famosa'. Il rapporto tra Courtney Love e Kat Bjelland sarà profondo e complesso, non privo di competizione e conflitto:[26][27][28]

«La cosa migliore che mi sia mai capitata, in un certo senso, è Kat.»

«Courtney era in una band perché era interessata alla celebrità, io perché volevo fare musica»

«Lo stile 'Kinderwhore' consisteva in abitini babydoll, vestiti che sembravano in stile Lolita in donne di 25 anni. Kat adottò questo stile come forma di rappresentazione della sua musica e della sua identità. Ed è stato un grosso problema quando Courtney è diventata così famosa e ha spacciato questo stile per suo, perché così facendo ha rubato la scena a Kat.»

In California, Courtney Love si concentra sulla recitazione: s'iscrive al San Francisco Art Institute, frequenta corsi a Oakland con Whoopi Goldberg,[29] partecipa al film Club Vatican del regista George Kuchar.[30][31][32] A New York lavora con il regista Alex Cox, con un piccolo ruolo in Sid e Nancy (1986) e, da protagonista, in Straight to hell (1987). Partecipa poi Fifteen Minutes di Andy Warhol e al video di I Wanna be sedated (1988) dei Ramones.[33][34]

Di ritorno nella West Coast, passa un periodo in Oregon e in Alaska per raccogliere i pensieri, mantenendosi come spogliarellista. A Los Angeles pubblica un annuncio su una rivista musicale locale (1988):

«Voglio formare una band. Le mie influenze sono i Big Black, Sonic Youth e Fleetwood Mac.»

Le Hole, l'incontro con Kurt Cobain e la nascita di Frances Bean[modifica | modifica wikitesto]

Poco dopo, con il chitarrista Eric Erlandson, la bassista Lisa Roberts e la batterista Caroline Rue forma le Hole, il cui nome è ispirato a un verso tratto dalla tragedia Medea di Euripide.[35] Dopo un matrimonio-lampo con James Moreland dei Leaving Trains a Las Vegas (1989), Courtney ha una relazione con Erlandson.

Dopo la prima esibizione live al Raji's Club di Hollywood (1989) la band si fa conoscere nella scena indipendente della West Coast. Escono i primi due singoli: Retard Girl (Sympathy for the record industry, 1990), trasmesso sull'emittente KROQ, e Dicknail (Sub Pop Records, 1991). Nel novembre del 1990 la band apre un concerto dei Sonic Youth al Whisky a Go Go di Los Angeles.[36] Qui Love conosce Kim Gordon, la bassista dei Sonic Youth, alla quale scrive una lettera per chiederle di produrre l'imminente primo album della sua band.[37] Gordon acconsente e con Don Fleming produce Pretty on the Inside (Caroline Records, 1991). Trainato dal singolo Teenage Whore, ottiene un buon successo di critica e di pubblico, specialmente in UK, dove conquista un ottimo piazzamento in classifica.[38][39][40][41]

«Nessuno ha da ridire sul disturbo che sta dietro al suo sfrenato glamour losangelino, sulla sociopatia, sul narcisismo, perché fa rock and roll, fa spettacolo! Personalmente ho una tolleranza molto bassa nei confronti dei comportamenti manipolatori ed egomanicali, e veramente dico a me stessa che una persona così potrebbe essere malata.»

«Era la persona più entusiasta che ho mai conosciuto. Dava il 180%. Ho lavorato con certa gente a cui dovevi cavare fuori la performance a forza. Con lei, non c'era nessun atteggiamento di questo tipo.»

Il disco si distingue per una certa crudezza, sia nell'attitudine sia nelle tematiche: aborto, droghe, relazioni dolorose, ragazze perdute e perdenti:[42]

«Non era previsto che fosse un album melodico, ma espressione pura, nuda e cruda. Non ci si aspettava neanche che vendesse. Volevo che fosse un disco figo, non in modo pianificato, ma figo in qualche modo. Eravamo una band musicalmente scarna, non avevamo queste grandi capacità tecniche.»

Courtney Love in prova con le Hole. Los Angeles, 1989. Foto dalla fanzine Sassy n' Punk

I media tendono ad associare le Hole, in quanto all female band arrabbiata, all'emergente movimento punk femminista riot grrrl. Love se ne discosta apertamente, e negli anni non mancherà di fare sarcasmo sulle riot grrrls, specie le Bikini Kill Kathleen Hanna e Tobi Vail, ex di Cobain.[43] La canzone Rockstar è, ad esempio, una satira sulla scena riot grrrl di Olympia.[44][45] Tuttavia, pur con un approccio critico,[46] Love condivide molte delle istanze femministe portate avanti dalle riot grrrls, prende apertamente posizione sui diritti delle donne e non manca di auspicare una loro maggiore presenza nel rock.[47][48] Con le Hole suona al Rock for Choice (1991), concerto di beneficenza organizzato dalle L7 in sostegno alla libertà sessuale e riproduttiva delle donne.[49] Qualche anno dopo, durante un concerto, contrariata dal pogo troppo violento, minaccia di lasciare il palco e viene insultata da alcuni ragazzi del pubblico. Chiede allora di pronunciare le parole nigger, poi kiki (slang dispregiativo per ebreo), e infine bitch. Mentre nei primi due casi la folla rimane silente, nel terzo parte di essa esplode in un coro compiaciuto. Love sibila "fucking idiots" e la band attacca il pezzo successivo.[50] Non manca, inoltre, di parlare dei pregiudizi sulle donne nell'ambiente maschile e maschilista del rock.[51]

«Ci saranno 10, 15 rockstar donne. Onestamente non mi sono mai messa a contarle. Sai, scaraventare televisori dal balcone [...] Per cose del genere che hanno fatto Keith Richards, Jim Morrison o Bono, delle quali nessuno si ricorda più, io sento di essere stata giudicata con un doppio standard, ma sai, è così che vanno le cose»

La band intraprende un tour europeo con i Mudhoney e poi apre negli USA per gli Smashing Pumpkins, anche al leggendario CBGB di New York.[52] Durante il tour ha una relazione con il cantante Billy Corgan.[53]

Sul primo incontro con Kurt Cobain, leader dei Nirvana, circolano varie versioni.[54] Certo è che la relazione diviene di dominio pubblico nel 1991.[55]

«Sposare Kurt ha creato una mitologia su di me che non mi aspettavo, perché avevo un piano molto preciso su come avere successo nell'industria del rock. Con il matrimonio la cosa prese una piega che non potevo controllare, cominciai ad essere vista in modo così denigratorio da far sembrare Yoko Ono una specie di Pollyanna, e non potevo mettere un freno a tutto ciò.»

Nel febbraio dell'anno successivo la coppia si sposa alle Hawaii, in agosto nasce a Los Angeles la figlia Frances Bean. Durante la gravidanza, Love è oggetto di speculazioni e indiscrezioni relative al suo presunto uso di droghe, le quali portano all'intervento dei Child Protective Services, con la bambina momentaneamente affidata ai parenti di lei.[54][56] Anni dopo, Love chiarirà la dinamica dei fatti, rimproverando alla giornalista Lynn Hirschberg, autrice del servizio su Vanity Fair, di aver seriamente compromesso il suo matrimonio e ferito profondamente lei e Kurt:[57][58]

«Facevo uso di eroina durante le prime tre settimane di gravidanza, quando non sapevo neanche di essere incinta! Ho fatto anche qualche tiro di sigaretta, per quasi tutti e nove i mesi ho girato con i cerotti alla nicotina. Quando aspetti un bambino non prendi droghe né fai cose stupide.»

Con la figlia Frances, Love avrà negli anni un rapporto difficile, fatti di allontanamenti e riavvicinamenti, problemi legali e recriminazioni, spesso condivise a mezzo social e oggetto di speculazioni da parte dei media.[59][60][61][62][63]

Dopo la nascita della bambina la coppia si stabilisce prima a Carnation poi a Seattle. Nel settembre 1993 Love e Cobain si esibiscono nella loro unica performance pubblica insieme, in occasione del concerto di beneficenza Rock Against Rape a Hollywood, suonando in acustico Pennyroyal Tea dei Nirvana e Where Did You Sleep Last Night di Lead Belly.[64] Love esegue inoltre i brani Doll Parts e Miss World, futuri singoli dell'imminente secondo album delle Hole, Live Through This (1994).

Lutti, successi, liti e problemi legali[modifica | modifica wikitesto]

L'album che proietta la band nell'olimpo dell'alternative rock esce in un periodo segnato da due tragedie. Nel giro di poco tempo muoiono Kurt Cobain, suicidatosi con un colpo di fucile in aprile, e la bassista delle Hole, Kristen Pfaff, stroncata da un'overdose di eroina in giugno. Questi lutti provano duramente la Love,[65] ma allo stesso tempo si rivelano un potente stimolo all'affermazione di sé:[66]

«Andare in tour era meglio che stare a casa. Non potendo giocare la carta della simpatia, volevo dimostrare che valevo, che avevo qualcosa di mio. I miei obiettivi mi tengono in vita. E non lascerò che i problemi personali interferiscano in questo. Se la gente vuole appiccicarmi addosso l'etichetta di Courtney la pazza faccia pure, ma nessuno mi può impedire di andare avanti. Ho lavorato duramente. Ho ottenuto dei risultati e lo farò ancora.»

Trainato dal singolo Violet, l'album ottiene un grande successo di critica e pubblico, annoverato tra i più significativi del rock anni novanta. Tra le influenze ci sono le band che Courtney ascolta in quel periodo, ovvero Breeders, Pixies, Echo & the Bunnymen e Joy Division. Inizialmente Courtney vorrebbe Brendan O'Brien o Butch Vig, noti rispettivamente per Vs. dei Pearl Jam e Nevermind dei Nirvana, ma alla fine il disco viene prodotto da Paul Q. Kolderie e Sean Slade, reduci dal successo dei britannici Radiohead.[67][68][69][70]

«Ero molto competitiva con Kurt, volevo essere meglio di lui. Per questo mi offende molto quando la gente dice che ha scritto lui il disco. Sarei orgogliosa di poter dire che ha partecipato al disco, ma non glielo avrei lasciato fare. Faceva troppo Yoko per i miei gusti. La mia band era buona, non avevo bisogno del suo aiuto. Il processo di scrittura delle canzoni fu veramente facile. Cominciamo al Jabberjaw, un vecchio club punk di LA, poi ci spostammo a Seattle, dove avevamo questo grande spazio per provare, a Capitol Hill. Era durante tutta la vicenda Vanity Fair, e queste prove sono state una vera grande fuga da tutta quella merda. Le droghe e la musica erano l'unica via di fuga.»

La band parte in tour con la canadese Melissa Auf der Maur al basso e Patty Schemel alla batteria, già arruolata in fase di registrazione del disco.[71]

«Kurt mi portò Patty. Volevo licenziare Jill [Emery, prima bassista delle Hole] ma mi piaceva Caroline [Rue, prima batterista]. Kurt mi fece capire una cosa fondamentale del rock'n'roll che non sapevo, e cioè che la batterista è la persona più importante in una band. Patty era perfetta per noi.»

Dopo il tour la band si esibisce per la serie MTV Unplugged, concerto in acustico che diverrà poi un album (1995).[72] Poco dopo la morte di Kurt, Love aiuta Mark Lanegan, cantante degli Screaming Trees e amico di Cobain, nel percorso di disintossicazione. Lui la ringrazierà nella sua autobiografia Sing Backwards and Weep: A Memoir (2020).[73]

Courtney Love in concerto con le Hole al Big Day Out Festival, Melbourne (AUS), 1995. Photo © Andrzej Liguz

Nello stesso periodo Love si rende protagonista di numerose intemperanze. Su un volo Qantas da Brisbane a Melbourne viene denunciata per intimidazione al personale in seguito all'alterco con una hostess.[74] Colpisce Kathleen Hanna nel backstage del Lollapalooza[75] e aggredisce verbalmente dei ragazzi durante un concerto ad Orlando.[76] Qualche anno dopo verrà denunciata per aggressione dalla giornalista Belissa Cohen.[77] Tra gli episodi degni di nota, anche l'incontro-scontro con Madonna durante una intervista a Kurt Loder agli MTV Music Awards[78][79] In seguito Love dirà di aver appianato i contrasti e di essere in buoni rapporti con la popstar.[3] Oltre alle già citate esternazioni sulle riot grrrls, Love avrà momenti conflittuali con, tra gli altri, Dave Grohl, Trent Reznor, Gwen Stefani, Tabitha Soren. Negli anni Novanta sono numerose le canzoni ispirate in modo esplicito e velato a Love, tra queste: Bruise Violet delle Babes in Toyland, Let It Die dei Foo Fighters, Professional Widow di Tori Amos, Coattails of a Dead Man dei Primus, You Get What You Give dei New Radicals.[26]

L'anno successivo, per la colonna sonora del film Il corvo 2, la band registra una cover di Gold Dust Woman dei Fleetwood Mac. La seconda metà degli anni Novanta rappresenta per Courtney la consacrazione pop, sia come rockstar che come attrice di Hollywood. Partecipa infatti a numerosi film di successo: Basquiat di Julian Schnabel, Larry Flint- Oltre lo scandalo di Miloš Forman, che le vale una nomination al Golden Globe con il ruolo di Althea Leasure e la conoscere Edward Norton, suo compagno negli anni successivi.[80] Con lo stesso regista gira poi Man on the Moon, poi Beat, biopic su William Burroughs diretto da Gary Walkow, poi 24 ore di Luis Mandoki.

Celebrity Skin (1998), terzo album in studio delle Hole, è il maggiore successo commerciale del gruppo. Trainato dalla title track e dal secondo singolo, Malibu, il disco è musicalmente influenzato da Neil Young, My Bloody Valentine e Fleetwood Mac.[81]

«Volevo fare un gran disco, che potesse ambire ad essere un classico del rock. I musicisti della mia generazione mancano di ambizione perché temono di passare per venduti, il che è ridicolo. Quando firmi un contratto con una casa discografica sai benissimo perché lo stai facendo, vuoi che la gente ascolti la tua musica. E vuoi farlo senza compromessi, che è una cosa difficile da ottenere. Pulp Fiction è un buon esempio di successo e appeal senza compromessi. Perciò non mi offende che si definisca il disco commerciale, dato che era parte dell'intenzione. Che c'è di nuovo? Mi danno della venduta dal giorno in cui sono nata.»

La band parte per il tour Beautiful Monsters insieme ai Marilyn Manson. Nonostante all'epoca i rapporti tra Manson e Love fossero burrascosi, anni dopo lei lo ringrazierà per averla sostenuta nel percorso di disintossicazione da farmaci.[82] Dopo aver registrato il brano Be a Man per la colonna sonora di Ogni maledetta domenica (2000) la band annuncia lo scioglimento (2002). Love dichiara:[83]

«Farò sempre tesoro del tempo passato a suonare insieme. Eric è stato una parte importante della mia famiglia per oltre dieci anni, e continuerà a far parte della mia vita.»

Courtney Love in concerto al party della rivista SPIN, Austin, 2010. Foto georgia.kral

In questo stesso periodo fa causa a Dave Grohl e Krist Novoselic per il controllo del catalogo dei Nirvana. La battaglia legale verrà chiusa definitivamente solo nel 2014.[84][85] Come detto, i rapporti con Grohl, saranno sempre molto burrascosi.[86][87]

Il 2003 è un altro annus horribilis per Courtney, provata dalle dipendenze, da problemi legali e dalla perdita della custodia della figlia Frances, cosa che accadrà nuovamente nel 2009.[88][89][90][91][92] Negli anni successivi sarà coinvolta in una serie di cause che la porteranno quasi alla bancarotta.[93][94][95][96][97][98]

Dopo il tentativo fallito di formare una nuova band,[99] Love si cimenta nella carriera solista con America's Sweetheart (2004), album che, pur con la partecipazione di Linda Perry, non ottiene il successo sperato. Dello stesso periodo l'apparizione al David Letterman Show in cui sale sul bancone del conduttore e si toglie la maglietta.[100]

Nel 2005, durante una serata organizzata da Comedy Central a Los Angeles, è intervistata dal sito TMZ. Alla giornalista che le chiede un consiglio per le giovani aspiranti attrici, Courtney risponde:[101][102]

«Be’, se Harvey Weinstein vi invita a una festa privata al Four Season, non andateci»

Weinstein è all'epoca boss della Miramax, uno dei più potenti produttori di Hollywood, e l'esternazione costa a Courtney la messa al bando da parte della prestigiosa agenzia CAA. L'intervista, che al momento passa inosservata, viene recuperata nel 2017, quando esplode il caso Weinstein, accusato di molestie, abusi, violenze e ricatti sessuali da numerose attrici.[103]

Nel 2006 escono Her Mother’s Daughter: A Memoir of the Mother I Never Knew and of My Daughter, Courtney Love, di Linda Carrol e Dirty Blonde.The Diaries of Courtney Love. In questo periodo Love parla della sua esperienza con la pratica del buddismo:[104]

«E' il mio terzo approccio al buddismo. La prima volta mi ha portato la mia band, Hole, e sono finita con uno splendido marito e una bellissima bambina. Poi ho lasciato. Ho cominciato a recitare di nuovo e ho avuto un fantastico film e un fantastico ragazzo. Ho smesso di nuovo. Così, stavolta, mi sono detta che per me questa particolare pratica funziona.»

Nobody's Daughter (2010), che esce come album delle Hole nonostante sia presente solo Courtney come membro originale, riceve una accoglienza discreta.[105] Come solista, Love pubblica poi i singoli You Know My Name/Wedding Day (2014) e Miss Narcissist (2015).

Nel 2015 esce Soaked in bleach - Chi ha ucciso Kurt Cobain, docudrama diretto da Benjamin Statler che, per bocca dell'investigatore privato Tom Grant, ipotizza responsabilità a carico di Courtney Love per la morte di Cobain. Lei minaccia azioni legali, ma il film passa sostanzialmente inosservato e la questione si chiude senza straschichi giudiziari né mediatici ulteriori.[106]

Canta alcuni successi delle Hole in occasione del That’s Live 2018 con i Rockin'1000 (Firenze, 2018), poi pubblica il singolo Mother (2019) incluso nella colonna sonora del film The Turning diretto da Floria Sigismondi.

Nel 2019 Love, in cerca di nuovi stimoli, si sposta da Los Angeles a Londra:[107][108][109][110]

«Due anni fa sono sbarcata a Heathrow da Los Angeles, disperamente in fuga da quell'incubo finto e fuorilegge che è Los Angeles. Non vorrei mai lasciare Londra perché qui la pazzia della mia vita non mi segue. E ho davvero bisogno di staccare dalla pazzia. Mi mancano due canzoni per finire l'album. Grazie Inghilterra per avermi accolta, per avermi restituito la fiducia nella vita, per avermi dato parole, rifugio, sollievo, musica, bellezza, arte, amore, onore e umanità.»

Nel marzo 2020 la prevista esibizione al Planned Parenthood of Greater New York, è annullata a causa della pandemia di Covid-19 .[111] In autunno rende pubblico il ritorno in sala prove con le Hole.[112]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Con le Hole[modifica | modifica wikitesto]

EP[modifica | modifica wikitesto]

Solista[modifica | modifica wikitesto]

Album
EP
  • 2004 – Mono
  • 2014 – You Know My Name/Wedding Day
Singoli
  • 2015 – Honour (con Ginger Wildheart(
  • 2015 – Miss Narcissist
  • 2019 – Mother (con The Turning)

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

  • Sons of Anarchy - serie TV, 4 episodi (2014)
  • Empire - serie TV, 2 episodi (2015)
  • Revenge - serie TV, 3 episodi (2015)
  • Menendez: Blood Brothers - Film TV (2017)
  • A Midsummer's Nightmare - Film TV (2017)
  • RuPaul's Drag Race – reality show, episodio 10x03 (2018)

Videografia[modifica | modifica wikitesto]

Anno Titolo Regista
1991 Garbadge Man Kevin Kerslake
1994 Miss World Sophie Muller[113]
Doll Parts Samuel Bayer[114]
1995 Violet Mark Seliger e Fred Woodward[115]
Softer, Softest (Unplugged) Milton Lage[116]
1996 Gold Dust Woman Matt Mahurin[117]
1998 Celebrity Skin Nancy Bardawil[118]
Malibu Paul Hunter[119]
1999 Awful Jeff Richter[120]
2000 Be a Man Joseph Kahn e Joe Rey[121]
2004 Mono Chris Milk[121]
2011 Samantha Alphan Eseli[122]
2014 You Know My Name Maximilla Lukacs
  • Esistono due versioni del video di Doll Parts, la seconda è conosciuta come "Producer's Version".[123]

Doppiatrici italiane[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano dei suoi film, Courtney Love è stata doppiata da:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Tim Appelo, Courtney's Family Curse, su Seattle Weekly, 9 ottobre 2006. URL consultato il 27 maggio 2022.
  2. ^ (EN) Caroline Goddard, Caroline Goddard, What you're about to read will prove Courtney Love's behavior is not just a bad-girl act, su SheKnows, 17 marzo 2017. URL consultato il 26 maggio 2022.
  3. ^ a b Courtney Love interview on Howard Stern Sept. 1998 (complete, as originally aired on TV). URL consultato il 27 maggio 2022.
  4. ^ (EN) Hank Harrison, Courtney Love’s Estranged Father, Has Died, su Rock NYC, 12 febbraio 2022. URL consultato il 31 maggio 2022.
  5. ^ (EN) Famous People With Asperger's Syndrome, su EverydayHealth.com. URL consultato il 26 maggio 2022.
  6. ^ Courtney Love: Life Without Kurt – Rolling Stone, su web.archive.org, 13 dicembre 2018. URL consultato il 26 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2018).
  7. ^ (EN) Condé Nast, From Bad Beginnings, su The New Yorker, 9 maggio 2011. URL consultato il 27 maggio 2022.
  8. ^ (EN) Condé Nast, Rereading Paula Fox’s “Desperate Characters”, su The New Yorker, 9 marzo 2017. URL consultato il 27 maggio 2022.
  9. ^ (EN) Psychology Today, Linda Carroll, Marriage & Family Therapist, Corvallis, OR, 97330, su Psychology Today. URL consultato il 27 maggio 2022.
  10. ^ a b Courtney Love, in Behind the Music, 21 giugno 2010. URL consultato il 26 maggio 2022.
  11. ^ Linda Carroll, Unplugged - Willamette Week, su archive.is, 19 giugno 2020. URL consultato il 26 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2020).
  12. ^ (EN) A Trip to Courtney Love's Old Strip Club with The Body to Talk About Pop Music, su www.vice.com. URL consultato il 26 maggio 2022.
  13. ^ Seattle News and Events | Courtney's Family Curse, su web.archive.org, 3 marzo 2016. URL consultato il 26 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  14. ^ The Power of Love | EW.com, su web.archive.org, 18 ottobre 2014. URL consultato il 26 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2014).
  15. ^ (EN) Wed, 19 Oct, 2011 - 13:30, Trinity awards honorary patronage to Love, su Irish Examiner, 19 ottobre 2011. URL consultato il 27 maggio 2022.
  16. ^ (EN) Courtney Love in Liverpool: the Scousers who taught the grunge icon how to rock, su the Guardian, 25 maggio 2020. URL consultato il 26 maggio 2022.
  17. ^ Wayback Machine, su web.archive.org, 8 aprile 2009. URL consultato il 26 maggio 2022 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2009).
  18. ^ Poppy Z Brite, Courtney Love: The Real Story, 1998.
  19. ^ (EN) The 15 Grungiest Grunge Artists: A Power Ranking, su PAPER, 24 settembre 2014. URL consultato il 29 maggio 2022.
  20. ^ (EN) I Think I Was There, su Willamette Week. URL consultato il 29 maggio 2022.
  21. ^ Sugar Baby Doll: The best or worst ‘supergroup’ that never happened?, su DangerousMinds, 14 luglio 2016. URL consultato il 26 maggio 2022.
  22. ^ Pagan Babies - ♥ ♥ (FULL DEMO) 1985. URL consultato il 29 maggio 2022.
  23. ^ The Evolution of Courtney Love - 50th Birthday, su web.archive.org, 10 settembre 2016. URL consultato il 26 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2016).
  24. ^ bernadine | all those bands, all that glam, su web.archive.org, 12 agosto 2011. URL consultato il 29 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2011).
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • Dirty Blonde: The Diaries of Courtney Love di Courtney Love (2006) (ISBN 978-0-330-44546-7)

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