Circuito di Suzuka: differenze tra le versioni

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Versione delle 18:42, 8 ott 2017

Circuito di Suzuka
Tracciato di Circuito di Suzuka
Tracciato di Circuito di Suzuka
Localizzazione
StatoBandiera del Giappone Giappone
LocalitàSuzuka
Caratteristiche
Lunghezza5 807[1] m
Curve18
Inaugurazione1962
Categorie
Formula 1
Motomondiale
8 Ore di Suzuka
Altre serieNASCAR
Formula 1
Tempo record1'31"540[1]
Stabilito daKimi Räikkönen
suMcLaren MP4-20
il9 ottobre 2005
record in gara
Aggiornamento: settembre 2015
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 34°50′30″N 136°32′20″E / 34.841667°N 136.538889°E34.841667; 136.538889

Il circuito di Suzuka è uno degli autodromi più importanti ed originali al mondo, grazie ad alcune caratteristiche che l'hanno reso inconfondibile, ed è stata la sede del Gran Premio del Giappone di Formula 1 dal 1987 al 2006. Nei campionati 2007 e 2008 è stato sostituito, in questo ruolo, dal rinnovato circuito del Fuji tornando poi in calendario dal 2009.

Costruito all'interno di un parco giochi dalla Honda nelle vicinanze della città di Suzuka in Giappone come tracciato da utilizzare nei test, Suzuka è diventato, negli anni '80, un appuntamento fisso per la Formula 1 ed in seguito per il motomondiale dove ha ospitato varie edizioni del Gran Premio motociclistico del Giappone.

Lungo 5807 m, il tracciato giapponese è uno dei più spettacolari e tecnici grazie alla varietà delle sue curve (si passa da tornanti come l'Hairpin a curvoni veloci come la 130R), infatti è sempre stato amato dai piloti che vi hanno corso. Questa pista è inoltre l'unica nella storia della Formula 1 ad avere una conformazione ad 8, ovvero con un sottopasso e relativo cavalcavia. Nonostante la bellezza del tracciato, a Suzuka è sempre stato problematico compiere sorpassi.

Il circuito e la Formula 1

Grazie alla sua posizione nel calendario, storicamente posta a fine Campionato, Suzuka è stata spesso determinante al fine dell'assegnazione del titolo di Formula 1. L'edizione 1987, ricordata anche per il ritorno alla vittoria della Ferrari dopo un lungo digiuno, laureò per la terza volta campione del mondo Nelson Piquet, agevolato nell'impresa dall'incidente che mise k.o. nelle prove il suo compagno di squadra Nigel Mansell, unico altro contendente.

Nel triennio 1988-90 la lotta fu tra i grandi rivali Ayrton Senna e Alain Prost, i cui duelli infiammavano la Formula Uno di quegli anni. Il 1988 vide il primo trionfo iridato del brasiliano ai danni del francese, entrambi su McLaren. Nel 1989, all'ultima variante, un tentativo di sorpasso di Senna sul compagno di squadra Prost si risolse in un discusso incidente. Mentre il francese scendeva dalla sua vettura, ritirandosi, il brasiliano si faceva spingere dai commissari, e ripartiva tagliando la chicane. Fermatosi ai box per cambiare il musetto danneggiato, Senna tornava in pista e, negli ultimi giri, sorpassava Alessandro Nannini, che aveva preso la leadership del GP, e andava a vincere. I commissari, però, nel dopo gara, squalificheranno il brasiliano, reo di aver tagliato la chicane, consegnando così il titolo al compagno Prost. L'anno seguente Senna, tentando di superare Prost (passato nel frattempo alla Ferrari) alla prima curva, lo speronò causando il ritiro di entrambi; quell'incidente valse al brasiliano il secondo titolo mondiale.

Ancora a Suzuka Senna vinse il suo terzo titolo nel 1991, quando riuscì a piegare le velleità stavolta di Nigel Mansell, uscito di pista nei primi giri.

Suzuka tornò ad essere determinante nell'edizione 1996, con un duello tutto in casa Williams: Damon Hill vince il Gp e si aggiudica quel Mondiale, sconfiggendo il compagno di squadra Jacques Villeneuve, costretto al ritiro per il distacco di una ruota. Le edizioni 1998 e 1999, invece, sancirono la vittoria iridata del finlandese Mika Häkkinen ai danni dei ferraristi Michael Schumacher e Eddie Irvine.

Il circuito di Suzuka fu pure teatro, nel 2000, del ritorno alla vittoria, nel Campionato del Mondo Piloti, della Ferrari, grazie a Michael Schumacher, quest'ultimo al suo terzo alloro iridato. Infine, l'ultima volta che questa pista assegnò il titolo fu nel Campionato 2003, con lo stesso Schumacher che lo vinse, per la sesta volta, al termine di una gara piuttosto difficile e fortunosa.

Alla fine del 2006, il circuito fu momentaneamente abbandonato in favore del rinnovato Circuito del Fuji; nel 2009 Suzuka è tornato ad ospitare il Gran Premio del Giappone a seguito del ritiro del Fuji.

Suzuka tornò ad essere decisiva nel 2011, Button vince ma Vettel giunse terzo e si riconfermò campione del mondo.

Il circuito, nel 2014, viene particolarmente ricordato in seguito all'incidente del pilota francese della Manor Racing, Jules Bianchi; primo incidente fatale dopo il Gran Premio Di San Marino del 1994, dove morirono Ayrton Senna e Roland Ratzenberger.

Il circuito e il motomondiale

Per quanto concerne il motomondiale, Suzuka è stato abbandonato nel 2004 a causa di ciò che accadde l'anno prima: nel Gran Premio motociclistico del Giappone 2003 infatti il pilota locale Daijiro Kato perse la vita a seguito di un violento impatto contro il muro della variante Casio. Giudicato troppo pericoloso per le due ruote, da allora fu soppiantato nel calendario dei centauri dalla pista concorrente di Motegi, sempre di proprietà della Casa dell'ala dorata.

Sempre in campo motociclistico su questo tracciato si svolge ogni anno la 8 ore di Suzuka.

Nel 1996 e nel 1997 vi si tennero delle gare esibizione della NASCAR.

Nel complesso del circuito c'è un kartodromo, teatro di diverse Coppe del Mondo di karting. Nel 2011 a Suzuka si è corsa l'ultima prova del mondiale di kart.

Albo d'oro

Formula 1

Stagione Gran Premio Vincitore Scuderia
1987 Giappone Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Ferrari
1988 Giappone Bandiera del Brasile Ayrton Senna McLaren-Honda
1989 Giappone Bandiera dell'Italia Alessandro Nannini Benetton-Ford
1990 Giappone Bandiera del Brasile Nelson Piquet Benetton-Ford
1991 Giappone Bandiera dell'Austria Gerhard Berger McLaren-Honda
1992 Giappone Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Williams-Renault
1993 Giappone Bandiera del Brasile Ayrton Senna McLaren-Ford
1994 Giappone Bandiera del Regno Unito Damon Hill Williams-Renault
1995 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Benetton-Renault
1996 Giappone Bandiera del Regno Unito Damon Hill Williams-Renault
1997 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari
1998 Giappone Bandiera della Finlandia Mika Häkkinen McLaren-Mercedes
1999 Giappone Bandiera della Finlandia Mika Häkkinen McLaren-Mercedes
2000 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari
2001 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari
2002 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari
2003 Giappone Bandiera del Brasile Rubens Barrichello Ferrari
2004 Giappone Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari
2005 Giappone Bandiera della Finlandia Kimi Räikkönen McLaren-Mercedes
2006 Giappone Bandiera della Spagna Fernando Alonso Renault
2009 Giappone Bandiera della Germania Sebastian Vettel RBR-Renault
2010 Giappone Bandiera della Germania Sebastian Vettel RBR-Renault
2011 Giappone Bandiera del Regno Unito Jenson Button McLaren-Mercedes
2012 Giappone Bandiera della Germania Sebastian Vettel RBR-Renault
2013 Giappone Bandiera della Germania Sebastian Vettel RBR-Renault
2014 Giappone Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Mercedes
2015 Giappone Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Mercedes
2016 Giappone Bandiera della Germania Nico Rosberg Mercedes
2017 Giappone Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Mercedes

Note

  1. ^ a b (EN) 2017 FORMULA 1 JAPANESE GRAND PRIX, su formula1.com. URL consultato il 25 marzo 2017.

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