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Mario Draghi
Mario Draghi al Forum Economico Mondiale nel 2013

Presidente della Banca centrale europea
In carica
Inizio mandato1º novembre 2011
Vice presidenteVítor Constâncio
PredecessoreJean-Claude Trichet

Governatore della Banca d'Italia
Durata mandato16 gennaio 2006 –
1º novembre 2011
PredecessoreAntonio Fazio
SuccessoreIgnazio Visco

Direttore generale del Tesoro
Durata mandato12 aprile 1991 –
23 novembre 2001
SuccessoreDomenico Siniscalco

Presidente del Financial Stability Board
Durata mandato2 aprile 2009 –
4 novembre 2011
SuccessoreMark Carney

Dati generali
UniversitàUniversità La Sapienza, Roma Massachusetts Institute of Technology,
FirmaFirma di Mario Draghi

Mario Draghi (Roma, 3 settembre 1947) è un economista, banchiere e manager italiano.

Dopo la laurea in economia all'Università degli studi di Roma "La Sapienza", riceve il Ph.D. in economia dal Massachusetts Institute of Technology di Boston. Dal 1981 al 1991 è Professore Ordinario di economia e politica monetaria presso l'Università di Firenze. Dal 1984 al 1990 ricopre la carica di Direttore esecutivo presso il Consiglio di amministrazione della Banca Mondiale. Dal 1991 al 2001 è Direttore Generale del Tesoro. È stato inoltre Presidente dello European Economic and Financial Committee. Nel 1993 diviene capo del Comitato per le privatizzazioni. In qualità di Direttore Generale del Tesoro ha guidato i lavori della Commissione incaricata di redigere il Testo Unico della Finanza in materia di intermediari e mercati mobiliari. Dal 2002 al 2005 è Vice Presidente e Managing Director di Goldman Sachs International. Ricopre la carica di Governatore della Banca d'Italia dal 29 dicembre 2005 al 31 ottobre 2011. Nell'aprile del 2006 viene eletto Presidente del Financial Stability Forum, divenuto Financial Stability Board dalla primavera del 2009. Dal 1° novembre 2011 Mario Draghi è Presidente della Banca centrale europea. (https://www.ecb.europa.eu/ecb/orga/decisions/html/cvdraghi.it.html)

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studi e carriera accademica[modifica | modifica wikitesto]

Mario Draghi nasce a Roma nel 1947. Il padre Carlo, padovano, entra in Banca d'Italia nel 1922 per poi passare prima all'IRI di Donato Menichella e infine alla Banca Nazionale del Lavoro. La madre, Gilda Mancini, è farmacista originaria di Monteverde. Draghi è il primo di tre fratelli: Andreina è storica dell'arte e Marcello imprenditore. All'età di quindici anni, a breve distanza l'uno dall'altra, Draghi perde entrambi i genitori. A prendersi cura di lui e dei fratelli sarà una sorella del padre. La sorella Andreina studierà al Liceo Tasso di Roma mentre Draghi e il fratello minore frequenteranno l'Istituto Massimo di Roma retto dai gesuiti. Al Massimo ha per compagni di classe Luca Cordero di Montezemolo e Giancarlo Magalli.

Si laurea nel 1970 presso La Sapienza di Roma con relatore Federico Caffè. La tesi si intitola Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio ed è molto critica verso il progetto di una moneta unica europea. Nel 1971 entra al Massachusetts Institute of Technology su segnalazione di Franco Modigliani. Nel 1977 ottiene il PhD con la dissertazione intitolata Essays on Economic Theory and Applications sotto la supervisione dello stesso Modigliani e di Robert Solow. Dal 1975 al 1978 è professore incaricato prima di Politica economica e finanziaria all’Università di Trento, poi di Macroeconomia all’Università di Padova e di Economia matematica all’Università di Venezia, quindi di Economia e politica monetaria all’Università di Firenze ove, dal 1981 al 1991, è Professore ordinario della stessa disciplina. Il Prof. Mario Draghi è membro dal 1998 del Board of Trustees dell’Institute for Advanced Study (Princeton University) e, dal 2003, della Brookings Institution. È stato Visiting Fellow all’Institute of Politics, John F. Kennedy School of Government (Harvard University) nel 2001.

Draghi è sposato con Maria Serenella Cappello, esperta di letteratura inglese, e ha due figli: Federica, dirigente di una multinazionale delle biotecnologie, e Giacomo, trader in Morgan Stanley.

Direttore generale del Ministero del Tesoro[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1983 diviene consigliere di Giovanni Goria, ministro del Tesoro nel Governo Craxi I. Tra 1984 e 1990 è presidente del Comitato economico e finanziario dell’Unione europea.

Dal 1991 al 2001 è direttore generale del Ministero del Tesoro. Viene chiamato da Guido Carli, ministro del Tesoro del Governo Andreotti VII, su suggerimento di Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca governatore della Banca d'Italia. È stato confermato da tutti i governi successivi: Amato I, Ciampi, Berlusconi I, Dini, Prodi I, D’Alema I e II, Amato II e Berlusconi II. In questi anni è stato l'artefice delle privatizzazioni delle società partecipate in varia misura dallo Stato italiano.

Il cortile interno del Palazzo delle Finanze, sede storica del Ministero del Tesoro italiano

Nel 1992 prima di dare avvio alla stagione delle privatizzazioni incontra alti rappresentanti della comunità finanziaria internazionale sul panfilo HMY Britannia della regina d'Inghilterra Elisabetta II. Questo episodio scatena un'accesa polemica nel dibattito pubblico italiano. Nel 2008, il Presidente emerito della Repubblica italiana, Francesco Cossiga, ricordando quest'episodio, respinse l'ipotesi di vederlo sostituire Romano Prodi a Palazzo Chigi. Dalla campagna di privatizzazione di società come Iri, Telecom, Eni, Enel, Comit, Credit e varie altre, lo Stato italiano ricavò all'incirca 182 mila miliardi di lire. Secondo alcune stime il debito pubblico italiano scese dal 125 per cento sul Pil del 1991 al 115 del 2001. È inoltre la guida della commissione governativa che scrisse la nuova normativa in materia di diritto societario e per questa ragione viene informalmente chiamata legge Draghi (Decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58).

Tra le sue imprese meno note, la ristrutturazione del debito italiano: avendo capito che, con l’inflazione in picchiata, sarebbe finita l’abitudine italiana di mettere tutti i risparmi in Bot, volle che si passasse al capitalismo popolare dei fondi d’investimento e dei prodotti finanziari complessi. Nel 1991 il 70 per cento del debito statale era a tasso variabile e a breve termine, nel 2001, quando Draghi lasciò il ministero, il 70 per cento del debito era a tasso fisso e a medio-lungo termine. Il declino dei Bot spinse gli italiani ad assaggiare quel che offriva il mercato propriamente detto, azioni, obbligazioni, bond. Per questo il fronte degli oppositori di Draghi (Fausto Bertinotti, Cirino Pomicino ecc.) gli imputa parte dei danni subiti dai risparmiatori a causa dei crack Cirio, Parmalat ecc.

Goldman Sachs[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2002 è stato nominato Vice Presidente e Managing Director di Goldman Sachs International per guidare le strategie europee dell’istituto dalla sede di Londra e, dal 2004 al 2005, membro del Comitato esecutivo del gruppo Goldman Sachs.

Più tardi quando il nome di Draghi inizia a circolare per la carica di Presidente della BCE, la sua candidatura verrà messa in discussione a causa del periodo trascorso in Goldman Sachs. In particolare, a Draghi viene rimproverato il coinvolgimento nella vendita di derivati alla Grecia che le permeteranno di entrare nell'Euro. Tuttavia questa vicenda venne conclusa nel 2001 quando Draghi non era ancora entrato nella banca d'affari statunitense. Lo stesso Draghi dichiarerà che non era al corrente di quella vicenda e che comunque quel tipo di accordo non rientrava nelle sue responsabilità.[1]

Governatore della Banca d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine del 2005 il candidato di giulio Tremonti al posto di Antonio Fazio, le cui dimissioni furono il vero grande successo del superministro dell’Economia, era Vittorio Grilli. Prevalse invece Draghi, sostenuto da Gianni Letta, anche per le considerazioni del Quirinale circa la giovane età di Grilli.

Antonio Fazio, predecessore di Draghi, è stato costretto alle dimissioni per il coinvolgimento nello scandalo di Bancopoli

Il 29 dicembre 2005 diventa il nono governatore della Banca d’Italia. Draghi viene chiamato a sostituire Antonio Fazio, costretto alle dimissioni in seguito allo scandalo di Bancopoli. A causa di questa vicenda la durata dell'incarico conferito a Draghi ha un mandato a termine di sei anni, rinnovabile una sola volta. Dopo la nomina a governatore della Banca d'Italia vendette le sue azioni Goldman Sachs e affidò il ricavato a un “blind trust”, un fondo di cui non controlla la gestione. Ha fatto confluire gli immobili di proprietà della famiglia nella società senza fini di lucro Serena: atto costitutivo del 17 novembre 2007, ne è socio amministratore con la moglie, le quote sono equamente suddivise, ma in nuda proprietà, tra i due figli.

Rinunciò all’assenso preventivo e vincolante della Banca d’Italia per le acquisizioni bancarie, e rese possibili fusioni bancarie di rilievo storico. Draghi rende subito chiaro la discontinuità con il predeccessore Fazio. In un discorso del 2006 dichiara che non sarebbe mai intervenuto per influenzare operazioni di mercato, neanche laddove la legge gliene conferisce facoltà. Contestualmente invita il sitema bancario italiano a fusioni e aggregazioni per evitare, date le piccole dimensioni, di venire acquisite da istituti di credito stranieri. Contemporaneamente si batte per la revisione delle regole sui rapporti tra banche e imprese in due direzioni: l’innalzamento dei limiti alle partecipazioni che le banche possono detenere in gruppi industriali e alle partecipazioni nelle banche da parte di soggetti non finanziari. Nei diciassette mesi successivi hanno luogo fusioni eccellenti: Unicredit con Capitalia, Intesa con SanPaolo Imi, Banca Popolare di Verona e Novara con il gruppo Banca Popolare di Lodi, Banche Popolari Unite con Banca Lombarda.

La sede della Banca d'Italia a Palazzo Koch in via Nazionale a Roma

Sul fronte interno fu alle prese con un difficile piano di riassetto della Banca d’Italia (chiusura di numerose sedi periferiche e messa a frutto del patrimonio immobiliare). La riorganizzazione cancellerà (nei prossimi 10 anni) 33 filiali su 97 e ne snellirà altre 37, smobilitando più del 70 per cento del personale. Su questo piano di ristrutturazione ci furono momenti di tensione col governatore siciliano Cuffaro.

Le sue annuali Considerazioni finali esortavano a: riduzione delle tasse, riduzione del debito pubblico, taglio delle spese correnti, aumento degli investimenti, riforma della previdenza (2007); freno all’inflazione, riforma del mercato del lavoro, riforma del risparmio gestito, abolizione del massimo scoperto (2008); sostegno ai redditi e agli ammortizzatori sociali, innalzamento dell’età pensionabile, sostegno alle imprese da parte delle banche (2009). Forte richiamo al dovere di modernizzare la scuola, contenuto specialmente nelle 23 considerazioni del 2007. Il concetto di fondo è: un Paese senza scuola è sull’orlo della miseria. Nel discorso del 2008 ha messo in evidenza lo scarto di produttività tra il Mezzogiorno e il Nord Italia. Non risparmiò critiche alla manovra finanziaria presentata dal governo Berlusconi nel 2008, entrando così in polemica con il ministro Tremonti.

Financial Stability Board[modifica | modifica wikitesto]

È stato Presidente del Financial Stability Forum, trasformato nel 2009 in Financial Stability Board, dall'aprile del 2006 al 2011.

Come presidente del Financial Stability Forum preparò un rapporto sulle cause delle turbolenze che hanno investito i mercati mondiali in seguito alla crisi dei mutui subprime statunitensi, indicando anche i rimedi. Nell’aprile 2007 presentò al G7 a Washington il suo piano per migliorare la trasparenza dei mercati finanziari mondiali. Erano 65 raccomandazioni alle banche e alle autorità di controllo da attuarsi in cento giorni. Giulio Tremonti fu molto freddo: «Un’aspirina per una malattia grave».

Banca Centrale Europea[modifica | modifica wikitesto]

Candidatura alla carica di Presidente[modifica | modifica wikitesto]

Lo skyline di Francoforte, città dove ha sede la Banca Centrale Europea e la Deutsche Bundesbank

A partire dal ??? Draghi è stato frequentemente citato come successore di Jean-Claude Trichet, il cui mandato come presidente della BCE è terminato nell'ottobre 2011.[2] L'altro principale candidato alla presidenza è stato il tedesco Axel Weber, già presidente della Deutsche Bundesbank (2004-2011). Tuttavia la rinuncia di quest'ultimo alla corsa alla presidenza nel febbraio 2011 spalancò le porte dell'eurotower alla presidenza di Draghi.[3] Il 13 febbraio il quotidiano britannico Financial Times definisce Draghi come il miglior candidato alla presidenza della BCE.[4] Pochi giorni dopo anche The Economist si pronuncia a favore di Draghi.[5] Il 20 aprile il Wall Street Journal riporta il consenso del ministro delle finanza tedesco, Wolfgang Schäuble, alla candidatura Draghi.[6]

On 17 May 2011 the Council of the European Union – sitting as Ecofin – adopted a recommendation on the nomination of Draghi as President of the ECB.[7] He was approved by the European Parliament and the ECB itself[8] and on 24 June 2011 his appointment was confirmed by the European leaders.[9] Draghi began leading the Frankfurt-based institution when Trichet's non-renewable eight-year term expired on 31 October 2011. Draghi's term runs from 1 November 2011 to 31 October 2019.[10] Though France long backed Draghi's candidacy, the country held up the appointment toward the end, insisting that Lorenzo Bini Smaghi, an Italian official on the ECB's six-member board, cede his post on the board to a French representative.[9]

Concerns were also expressed during the candidacy about Draghi's past employment at Goldman Sachs.[11][12] Pascal Canfin (MEP) asserted Draghi was involved in swaps for European governments, particularly in Greece, trying to disguise their countries' economic status. Draghi responded that the deals were "undertaken before my joining Goldman Sachs [and] I had nothing to do with them", in the 2011 European Parliament nomination hearings.[13][14]

Presidenza[modifica | modifica wikitesto]

In December, 2011, Draghi oversaw a €489 billion ($640 b.), three-year loan program from the ECB to European banks. The program was around the same size as the US Troubled Asset Relief Program (2008) though still much smaller than the overall US response including the Federal Reserve's asset purchases and other actions of that time. Draghi's ECB also promptly "repealed the two foolish rate hikes made by his predecessor ...Trichet [and] ... stepped up the bond purchases from struggling euro-zone nations" to help with the debt crisis, commentator Steve Goldstein wrote in mid-January, 2012. At that time, "Draghi and all of his colleagues (the decision was unanimous) chose not to cut the price for private-sector loans [below the 1% achieved with the "repeal"], even when he forecasts inflation to fall below the targeted 2% later this year." As such, Goldstein concluded, Draghi would leave more moves to national leaders Sarkozy and German Chancellor Angela Merkel and central banks, contrasting Draghi's actions with those of the Fed's Ben Bernanke.[15]

In February 2012, Nobel prize laureate in economics Joseph Stiglitz argued that, on the issue of the impending Greek debt restructuring, the ECB's insistence that it has to be "voluntary" (as opposed to a default decreed by the Greek authorities) was a gift to the financial institutions that sold credit default insurance on that debt; a position that is unfair to the other parties, and constitutes a moral hazard.[16]

Late in February, 2012, a second, somewhat larger round of ECB loans to European banks was initiated under Draghi, called long term refinancing operation (LTRO). One commentator, Matthew Lynn, saw the ECB's injection of funds, along with Quantitative easing from the US Fed and the Asset Purchase Facility at the Bank of England, as feeding increases in oil prices in 2011 and 2012.[17]

In July 2012, in the midst of renewed fears about sovereigns in the Eurozone, Draghi stated in a panel discussion that the ECB "...is ready to do whatever it takes to preserve the Euro. And believe me, it will be enough."[18] This statement led to a steady decline in bond yields (borrowing costs) for Eurozone countries, in particular Spain, Italy and France. In light of slow political progress on solving the Eurozone crisis, Draghi's statement has been seen as a key turning point in the fortunes of the Eurozone.[19]

In April 2013, Draghi said in response to a question regarding membership in the Eurozone that "These questions are formulated by people who vastly underestimate what the euro means for the Europeans, for the euro area. They vastly underestimate the amount of political capital that has been invested in the euro."[20]

Lauree honoris causa[modifica | modifica wikitesto]

Laurea honoris causa in “Scienze statistiche”[21] - nastrino per uniforme ordinaria
Laurea honoris causa in “Scienze statistiche”[21]
Master honoris causa in “Business Administration” - nastrino per uniforme ordinaria
Master honoris causa in “Business Administration”
«per le sue competenze professionali, le qualità manageriali, la concretezza operativa e per la capacità, l’equilibrio e la rettitudine dimostrati in tutta la sua vita professionale. Doti, queste, poste costantemente al servizio della collettività, nazionale e internazionale[22][23]»
— Fondazione CUOA, 18 giugno 2010
Laurea honoris causa in “Scienze Politiche e Relazioni Internazionali” - nastrino per uniforme ordinaria
Laurea honoris causa in “Scienze Politiche e Relazioni Internazionali”
«per la straordinaria capacità di affrontare e risolvere complessi e cruciali problemi di policy mediante strumenti che vanno al di là della teoria e della politica economica[24][25]»
— LUISS Guido Carli, 6 maggio 2013

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 27 dicembre 1991[26]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 5 aprile 2000[27]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) http://www.nytimes.com/2011/02/25/business/global/25euro.html?pagewanted=all&module=Search&mabReward=relbias%3Ar%2C%7B%222%22%3A%22RI%3A12%22%7D&_r=0.
  2. ^ Katharina Kort, Super-Mario für die EZB, 29 September 2009.
  3. ^ Weber's Withdrawal Throws Open ECB Race as European Debt Crisis Persists, 19 January 2011.
  4. ^ Draghi can lead the eurozone out of danger, 13 February 2011.
  5. ^ The Italian's Job, 17 February 2011.
  6. ^ Brian Blackstone, Italian Gains Support in Central Bank Race, 20 April 2011.
  7. ^ "Draghi Appointed ECB Chief", Wall Street Journal, 16 May 2011.
  8. ^ Mario Draghi appointed as head of European Central Bank, BBC, 24 June 2011. URL consultato il 24 June 2011.
  9. ^ a b Alessandra, and William Horobin Galloni, Draghi appointed ECB chief (intro-only without subscription), 24 June 2011.
  10. ^ William L. Watts, EU leaders confirm Draghi to head ECB, 24 June 2011.
  11. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore accounting-tricks
  12. ^ EU appoints Draghi to ECB, Bini Smaghi to leave, 24 June 2011. URL consultato il 24 June 2011.
  13. ^ (FR) Hearing of Mario Draghi nominated to take over the European Central Bank 14-06-2011, in Europa (web portal). URL consultato il 26 June 2011.[collegamento interrotto]
  14. ^ EuroparlTV video: Interview: 'Mario Draghi didn't convince me' – Pascal Canfin, MEP, in Europa (web portal), 15 June 2011. URL consultato il 26 June 2011.
  15. ^ Goldstein, Steve, "Unlike Bernanke, Draghi doesn’t aim to be hero", MarketWatch opinion, 12 January 2012 11:06 am EST. Retrieved 2012-01-12.
  16. ^ Joseph Stiglitz, Capturing the ECB, in project-syndicate.org, Project Syndicate, February 2012. URL consultato il February 2012.
    «In fact, the ECB may be putting the interests of the few banks that have written credit-default swaps before those of Greece, Europe’s taxpayers, and creditors who acted prudently and bought insurance.»
  17. ^ Lynn, Matthew, "What central banks provide, oil markets take away", MarketWatch, 29 February 2012. Retrieved 2012-02-29.
  18. ^ Filmato audio Euronews: Whatever it takes, su YouTube., 26 July 2012. Retrieved 2012-12-17.
  19. ^ "A year after Draghi's pledge to do whatever it takes", Market Watch, 26 July 2013. Retrieved 2013-12-17.
  20. ^ Boesler, Matthew, "MARIO DRAGHI: Zero Hedge Readers Don't Understand The Euro Crisis" Business Insider dateline 4 Apr. 2013
  21. ^ Laurea honoris causa al prof. Mario Draghi, in bancaditalia.it, 18 dicembre 2009. URL consultato il 29 giugno 2011.
  22. ^ Cerimonia di conferimento Master Honoris Causa of Business Administration Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia (PDF), su archive.is, Fondazione CUOA. URL consultato il 9 agosto 2013.
  23. ^ I Master CUOA Honoris Causa, su cuoa.it, Fondazione CUOA. URL consultato il 29 giugno 2011.
  24. ^ La Luiss laurea Mario Draghi in Scienze politiche, rivistauniversitas.it, 9 maggio 2013. URL consultato il 9 agosto 2013.
  25. ^ Laurea honoris causa a Mario Draghi, in luiss.it, 3 maggio 2013. URL consultato il 6 maggio 2013.
  26. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 29 giugno 2011.
  27. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 29 giugno 2011.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Direttore generale del Tesoro Successore
- 12 aprile 1991 - 23 novembre 2001 Domenico Siniscalco
Predecessore Governatore della Banca d'Italia Successore
Antonio Fazio 16 gennaio 2006 - 1º novembre 2011 Ignazio Visco
Predecessore Presidente del Financial Stability Board Successore
- 2009 - 2011 Mark Carney
Predecessore Presidente della Banca centrale europea Successore
Jean-Claude Trichet 1º novembre 2011 -