San Michele di Ganzaria

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San Michele di Ganzaria
comune
San Michele di Ganzaria – Stemma
San Michele di Ganzaria – Bandiera
San Michele di Ganzaria – Veduta
San Michele di Ganzaria – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Catania
Amministrazione
SindacoDanilo Parasole (lista civica)
Territorio
Coordinate37°17′N 14°26′E / 37.283333°N 14.433333°E37.283333; 14.433333
Altitudine490 m s.l.m.
Superficie25,81 km²
Abitanti2 844[1] (31-12-2023)
Densità110,19 ab./km²
Comuni confinantiCaltagirone, Mazzarino (CL), Piazza Armerina (EN), San Cono
Altre informazioni
Cod. postale95040
Prefisso0933
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT087043
Cod. catastaleI035
TargaCT
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitantisammichelesi
Patronosan Michele Arcangelo
Giorno festivo29 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Michele di Ganzaria
San Michele di Ganzaria
San Michele di Ganzaria – Mappa
San Michele di Ganzaria – Mappa
Posizione del comune di San Michele di Ganzaria nella città metropolitana di Catania
Sito istituzionale

San Michele di Ganzaria è un comune italiano di 2 844 abitanti[1] della città metropolitana di Catania in Sicilia. Dal 2022 il comune fa parte del progetto del Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo insieme ad altre 103 città del centro Sicilia.[3]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio si estende su una superficie di 25,59 km² ad un'altezza media di 490 m s.l.m. in zona prevalentemente collinare nei pressi della montagna della Ganzaria a sud dei monti Erei, nella Sicilia centrale. La zona rurale è di gran lunga maggiore della urbana.

Dintorni[modifica | modifica wikitesto]

San Michele Ganzaria ai piedi della Montagna Ganzaria

La montagna della Ganzaria si estende in parte nel territorio comunale di San Michele di Ganzaria ed in parte in quello di Caltagirone. La montagna deve il suo nome al toponimo arabo "cinghialeria", poiché in quest'area anticamente si cacciavano i cinghiali ed è suddivisa in otto contrade: Consorto, Cutuminello, Listingazzo, Monte Zabaino, Pesce Morto, Piano Caltagironese, Piano Cannelle, Vallone dell'Eremita. Vi si trova il rifugio appartenente al Corpo Forestale della Regione Siciliana ("Case Costa") e un'area attrezzata presso la pineta.

La Montagna Ganzaria costituisce un sito di straordinario interesse anche per la presenza di siti archeologici che hanno permesso di delineare le realtà culturali dall'età preistorica all'età rinascimentale. Nella località di Monte Zabaino è stato rinvenuto un sito preistorico collocato tra la fase finale dell'età del rame e la prima età del bronzo. Nel sito Piano Cannelle-Castellazzo, localizzato nella parte occidentale della Montagna, è stata rinvenuta, grazie alle ricerche condotte dalla Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania, una necropoli risalente al periodo tardo-antico e bizantino, già segnalata agli inizi del Novecento dall'archeologo Paolo Orsi (Orsi, 1905). Il sito Poggio Pizzuto è localizzato sulla sommità di un crinale collinare, parte sud-occidentale della Montagna della Ganzaria. Le indagini archeologiche hanno permesso, nel tempo, la scoperta di una torre di avvistamento di età angioino-aragonese, posta a controllo del versante sud-occidentale del vallone dell'Eremita che si apre sulla piana di Gela (CL).

Necropoli di Piano Cannelle, Montagna della Ganzaria

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Probabile stazione di sosta dell'itinerario Antonino n.88 che da Catania andava ad Agrigento e identificata come Gelasium Philosophianis [4], con probabile associazione a un casale, quale Solus aprae Capitoniana, secondo la Divalis Sacra del 13 settembre del 538 dell'Imperatore Giustiniano [5].

Abitata dai Bizantini, a seguito dell'invasione araba dell'830 [6], gli abitanti si rifugiarono sulla montagna. La denominazione di Sanctus Michael fu, probabilmente, l'etimo che essi si portarono dietro, avendo particolare culto per l'Arcangelo Michele [7]. Due monete, risalenti al periodo dell'Imperatore Costantino I, una ritrovata dall'archeologo Paolo Orsi e un'altra, casualmente, da un escursionista, in periodi diversi e nelle due località di valle e di monte, ne testimonierebbero il legame.

Con il conquisto arabo la località fu nominata Jhanzariah, stesso etimo di Solus aprae, identificante un luogo acquitrinoso frequentato da suidi selvatici.

Il nome Sanctus Michael appare per la prima volta durante il periodo normanno quale citazione di un casale e relativa chiesa (fanum gallorum), proprietà del Papato e assegnata a Richard Palmer all'atto dell'investitura a Vescovo della Diocesi di Siracusa nel 1168 [8].

Il primo tenutario del feudo Ganzaria, dopo il vescovo Palmer, risulta essere stato Riccardo Guarna che, dalla riassegnazione dei tenimenti da parte dell'Imperatore Federico II di Svevia, prima del 1245 [9], ne ottenne l'investitura che fu poi riconcessa, da Carlo I d'Angiò, ai fratelli Guglielmo, Simone e Rinaldo Guarna nel 1270[10].

Nel 1282, il feudo passò a Gentile de Padula[11], un nobile che ebbe un ruolo di primo piano nello svolgimento dei Vespri Siciliani, in quanto latore di lettere credenziali di Pietro III d'Aragona, che incitavano alla rivolta i baroni dell'isola[12].

Dalla discendenza femminile del figlio Guglielmo, la baronia pervenne a Gugliotto de Timonia che ne subì la confisca [13]per aver partecipato alla rivolta contro re Martino I nel 1395.

Dopo varie vicissitudini, il tenimento passò a Margherita Raynero che divenne baronessa di Ganzaria con regio decreto del 13 febbraio del 1405. La figlia Militia, sposando Pietro de Mohac, nel 1447, portò il feudo sotto la signoria dei Modica.

Nel 1482, Agata de Mohac, figlia di Pirrello e moglie di Vassallo Gravina, ottenne il feudo Ganzaria che trasmise al figlio Antonino, detto il bellicoso, nel 1515[14]. E' probabile che, attorno all'anno 1520, durante l'esilio del barone a seguito di sommossa, il villaggio San Michele sia stato colpito da incendio che lo distrusse in buona parte.

Dopo perdono reale dell'Imperatore Carlo V, reintegrazione nel feudo e militanza nell'esercito , il barone Antonino firmò, con alcuni profughi Greci, provenienti dalla Morea, un atto di comodato per la ricostruzione del villaggio e lo sfruttamento delle campagne. I capitoli costituenti tale patto furono un esempio straordinario di accordo bilaterale, con obblighi reciproci, mai avvenuto fino ad allora[15]. Il contratto fu sottoscritto il 25 settembre 1534 con ratifica del viceré Ferdinando de Vega nel 1554.

Il barone Antonino morì ne 1558 e fu sepolto nella cappella aragonese presso la cattedrale di Catania per concessione regia ottenuta dal suo predecessore Antonio Giacomo[16].

I Greci, contrariamente ad altre colonie sparse in Sicilia, non riuscirono a tramandare né tradizioni, né lingua e neanche religione, forse perché non guidati da una figura ecclesiastica quale il Phtrfra, ma da un semplice previti probabile colono fungente da curato.

La comunità s'integrò con genti proveniente da altri luoghi, assimilandone dialetti, usi, costumi e religione tanto che, nel 1623, ebbe ad avere un sacerdote e confessore cattolico, ma dal cognome tipicamente greco, don Masi Vernali[17].

La baronia venne successivamente elevata a ducato nel 1625 per concessione del re Filippo IV di Spagna[18]

A seguito del terremoto del 1693, fu ricostruita la chiesa Madre in stile barocco sul preesistente impianto normanno e successivamente, nel 1833, ne fu completata la facciata in stile neo-gotico, dietro interessamento del Cardinale Gravina Moncada e l'auspicio di Ferdinando II, re delle Due Sicilie.

Subito dopo, nel 1838, lo stesso Re, con la consorte Maria Teresa d'Austria, visitò la "sua" chiesa donando 100 once d'oro per il completamento del pavimento[19].

Dopo l'abolizione della feudalità, San Michele di Ganzaria divenne comune nel 1812 e nel 1875 fu completato l'assetto urbanistico del centro con la realizzazione dell'assetto viario e della piazza che, ornata di fontana, trasformò definitivamente il paese da un'entità rurale a piccola cittadina[20].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 10 gennaio 1985.[21]

«Stemma interzato in calza. Il primo, troncato: a) d'oro, alle quattro palle d'azzurro, poste in punta, 2 e 2; b) d'azzurro, all'orlatura d'oro. Il secondo, troncato: a) d'azzurro; b) di rosso, alla torre d'argento, priva di merlatura; il tutto caricato dallo scudetto attraversante, sopracaricato dalla palla di nero; l'intero secondo è abbassato sotto il capo partito di argento e di rosso, il primo caricato dalla torre di rosso e il secondo dal gatto passante d'argento. Il terzo, d'argento, alle sei palle di rosso, poste 1, 2, 2, 1. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di bianco.[22]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiese e palazzi principali[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Michele Arcangelo[modifica | modifica wikitesto]

Facciata della chiesa madre, sulla destra l'Istituto delle Suore Ancelle Riparatrici del Sacro Cuore di Gesù, sulla sinistra la canonica

La chiesa madre è dedicata a san Michele arcangelo (XIII secolo), patrono del paese, ed è l'unica parrocchia di San Michele di Ganzaria. L'edificio ha una facciata in stile gotico-cistercense, con ai lati due torri campanarie merlate aggiunte solo nel corso del novecento.

San Michele Arcangelo

Altri edifici[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa della Madonna del Rosario e relativa cripta (XVI secolo), recentemente restaurata anno 2008.
  • Chiesa di San Giuseppe (XVII secolo).
  • Chiesa del Monte Calvario.
  • Museo della Ganzaria: museo provinciale, raccoglie oggetti di interesse archeologico, storico, scientifico ed etnografico relativi alla storia e della cultura degli abitanti del luogo.
  • Ex Palazzo comunale di San Michele di Ganzaria, oggi sede, al primo piano, della biblioteca comunale recentemente istituita e, al secondo piano, della sala delle adunanze del Consiglio comunale (inizi del XX secolo).
  • Edificio scolastico, oggi sede del Municipio (inizi del XX secolo).
  • Castello ducale, ruderi (XVI secolo).
Madonna del Rosario

Altre istituzioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Istituto Comprensivo Edmondo De Amicis, plesso "Felice Costa": scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado
  • Caserma "M.A.V.M. App. Michele Di Miceli", sede del locale comando stazione Carabinieri
  • IPSSAR "Cucuzza-Euclide" Scuola Alberghiera.

Zone e Quartieri: la Silvia, la Cubba, il Monte, il Carmine, Santa Clelia, Verticchio, la Montagna, L'avulivu, U quartararu, la matrice, la stazione.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[23]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua arbëreshe.

San Michele di Ganzaria, nata come colonia di rifondazione albanese nel XV secolo, linguisticamente ha parlato l'albanese per alcuni secoli e professato il greco antico nel rito religioso. A partire dalla seconda metà del XVI secolo, dopo un periodo di lungo spopolamento e totale abbandono, San Michele di Ganzaria ha ricevuto un'ondata migratoria di esuli albanesi (arbëreshët) di rito greco-cattolico provenienti dall'Albania/Epiro[24]. Come appare in un documento, il 25 settembre del 1534 agli esuli albanesi di rito bizantino, trenta famiglie, s'impegnarono con il barone "latino" Antonio Gravina, che aveva concesso loro la terra, a costruire entro un anno case in muratura. Il casale, chiamato da allora dai latini "Casale dei Greci" per via del rito religioso orientale dei suoi fondatori, si trasformò così in paese, ma la comunità ha perso nel corso degli ultimi secoli sia l'uso della lingua arbëreshe che le proprie tradizioni e memoria storica, venendo assorbita dalla circostante realtà locale[25]. Il paese era conosciuto in lingua albanese Shën Mikelli dai suoi abitanti. Poche tracce della lingua e cultura albanese d'origine si trovano nella lingua parlata a San Michele di Ganzaria[26].

Il centro, secondo alcuni studiosi, ha in altro modo tracce dei dialetti gallo-italici[27][28], dovute a migrazioni avvenute nella Sicilia orientale di popolazioni Lombarde tra l'XI e il XIII secolo, come è avvenuto nelle comunità vicine di Caltagirone, Mazzarino, Piazza Armerina e Mirabella Imbaccari.

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Festività e manifestazioni[modifica | modifica wikitesto]

Immacolata Concezione Beata Vergine Maria
  • Processione del Venerdì Santo (chiamata in dialetto locale Signuri ô Munti). Gli abitanti si riuniscono nella Chiesa del Calvario da cui parte una processione, di sette ore circa di durata, con la statua del "Cristo Morto" seguita dalla statua dell'"Addolorata" di Maddalena e di San Giovanni. La processione è tradizionalmente accompagnata dai "lamentatori", con una voce solista che recita le vicende principali della passione di Cristo e i coristi che intonano i lamenti strazianti della morte di Cristo sulla base della vocale pronunciata nella frase. La processione è accompagnata dalle marce funebri suonate dalla banda musicale.
Statua del Cristo Morto
  • Processione di San Francesco di Paola, la seconda domenica successiva alla Pasqua
  • Festa della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, 8 dicembre.
  • Festa di Santa Lucia e tradizionale Luminaria (Falò) e "Cuccia", 12 dicembre
  • Festa del Corpus Domini, giugno
  • Festa della Madonna del Carmelo, 16 luglio
  • Festa del Santo Patrono, san Michele Arcangelo, festeggiata la prima domenica di settembre. I festeggiamenti iniziano nella settimana precedente, accompagnati da eventi folkloristici e religiosi, tra serate danzanti e il famoso festival canoro. La domenica di San Michele è caratterizzata da fuochi d'artificio che accompagnano l'intera giornata: alle 8:30 del mattino, alle 12:00 dopo la celebrazione della Santa messa e poi all'uscita e all'entrata del Santo dalla chiesa madre.
  • Sagra "Estate di San Martino", che si svolge nella seconda decade del mese di novembre.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
17 giugno 1988 22 giugno 1993 Carmelo Vitello Democrazia Cristiana Sindaco [29]
22 giugno 1993 1º dicembre 1997 Aldo Saporito la rete-mov.dem. Sindaco [29]
1º dicembre 1997 28 maggio 2002 Aldo Saporito L'Ulivo Sindaco [29]
28 maggio 2002 15 maggio 2007 Gaetano Leonardi lista civica Sindaco [29]
15 maggio 2007 9 maggio 2012 Stefano Ridolfo Unione di Centro, Movimento per le Autonomie Sindaco [29]
9 maggio 2012 14 giugno 2022 Giovanni Petta Sindaco [29]
14 giugno 2022 in carica Danilo Parasole Impegno comune Sindaco [29]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 18 settembre 2022.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Città di Caltanissetta - Assessorato alla Crescita Territoriale; Patto di Comunità: Primo Parco mondiale, policentrico e diffuso, dello Stile di Vita Mediterraneo - Albo Pretorio: delibera n. 136/2020 del 30/10/2020, su Città di Caltanissetta. URL consultato il 14 aprile 2022.
  4. ^ Konrad Miller, Itineraria Romana, Romische Reisewege an der hand der Tabula Peutingeriana.
  5. ^ Giovanni di Giovanni, Codex Diplomaticus.
  6. ^ Biblioteca Arabo Sicula, Kitab 'al Bayan, cap.XLIV, pag. 6.
  7. ^ Paolo Orsi, Sicilia Bizantina.
  8. ^ Roccho Pirro, Sicilia Sacra Disquisitionibus, Siracusanae Ecclesiae Episcopalis, Notitia secunda. Bolla papale Alessandro III del 1169..
  9. ^ Cancelleria Angioina ricostruita dall'Accademia Pontaniana, Indagine sui beni posseduti prima del 1245: Regesto 5 fg.164t. Regesto 1271 A fg.12.
  10. ^ Cancelleria Angioina ricostruita dall'Accademia Pontaniana, Regesto n. 34, fg.234 e n. 5 fg.165..
  11. ^ Antonino Marrone, Repertorio della feudalità siciliana, pag. 476.
  12. ^ Helene Wieruszowski, Politics and Culture in Medieval Spain and Italy.
  13. ^ Regia Carta, 20 ottobre 1395 e Conservatoria delle Mercede 1446- 1449 tomo 2 f. 280 e retro..
  14. ^ Repertorio dei processi feudali, busta 1482, filza 899..
  15. ^ Raffaele Starrabba, Archivio Storico Siciliano, anno IV, fasc. 3. Documenti da servire alla storia delle condizioni degli abitanti delle terre feudali di Sicilia: i capitoli della terra di S. Michele..
  16. ^ Diploma di re Martino I dato in Catania il 20 novembre 1405..
  17. ^ Archivio Diocesi di Siracusa: liber visitationis anni 1622- 1623, vol.36..
  18. ^ Conservatoria Regia Mercede, regesto 306, fg.325.
  19. ^ Nota trascritta nell'archivio parrochiale dei battesimi della chiesa dii S. Michele Arcangelo.
  20. ^ Sikelia Nicastro, Riassetto urbanistico con fontana pubblica in S. Michele di Ganzaria.
  21. ^ San Michele di Ganzaria, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 23 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2023).
  22. ^ a b Comune di San Michele di Ganzaria, Statuto comunale (PDF), Art. 6 - Identità. URL consultato il 13 novembre 2021.
  23. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  24. ^ Aa.Vv., Catalogo della raccolta di statuti, Volume 7, Catalogo della raccolta di statuti, Tipografia del Senato, Roma 1990, p. 68.
  25. ^ Salvatore Prestifilippo, Harbëreshë. Comunità e città d'albanesi, Eugenio Maria Falcone, Bagheria (Pa) 2009, p. 10.
  26. ^ Oggi tutt'al più rimanenze della cultura albanese arbëreshe si può trovare nella toponomastica (ad esempio nelle vie Petta, Kriqa, Masaracchio, Greco, dei Greci, Guzzardi etc.) o in aluni cognomi (Dara, Masi, Figlia, Diell, Masaracchio e così via).
  27. ^ Aa.Vv., Migrazioni interne: i dialetti galloitalici della Sicilia, Centro di studio per la dialettologia italiana, Padova 1994, p. 228.
  28. ^ Mario Giacomarra, Migrazioni e identità: il ruolo delle comunicazioni Palumbo, Palermo 2000, p. 40.
  29. ^ a b c d e f g http://amministratori.interno.it/

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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