Pallanuoto: differenze tra le versioni

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A seconda della fase di gioco che si viene a creare vengono usati più stili di nuotata, che posseggono delle caratteristiche per affrontare nei migliori dei modi ogni situazione.
A seconda della fase di gioco che si viene a creare vengono usati più stili di nuotata, che posseggono delle caratteristiche per affrontare nei migliori dei modi ogni situazione.


La ''nuotata a forbice'', detta anche ''Trudgeon'' dal nome del suo inventore, è uno stile che viene utilizzato frequentemente nella pallanuoto, viste le potenti accelerazioni che riesce ad imprimere alla nuotata. Lo stile è l'unione di due stili: si effettua una gambata [[Rana (nuoto)|rana]] ogni bracciata [[stile libero]]. Da ciò scaturisce l'andatura a balzi che contraddistingue questo stile.<ref name=AGP> {{cita web|url=http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=5&ved=0CCoQFjAE&url=http%3A%2F%2Fdigilander.libero.it%2Fsvirgolone%2Fpallanuoto%2FAspetti_Generali_della_Pallanuoto.pdf&rct=j&q=%22gambe+a+bicicletta%22&ei=__ckTM2IB9T4_AaI15TjBA&usg=AFQjCNEhnGp9BCUQyLPkDT97h8EIoItW0g|titolo=Aspetti Generali della Pallanuoto|accesso=25-6-2010}}</ref>
La ''nuotata a forbice'', detta anche ''Trudgeon'' dal nome del suo inventore, è uno stile che viene utilizzato frequentemente nella pallanuoto, viste le potenti accelerazioni che riesce ad imprimere alla nuotata. Lo stile è l'unione di due stili: si effettua una gambata [[Rana (nuoto)|rana]] ogni bracciata [[stile libero]]. Da ciò scaturisce l'andatura a balzi che contraddistingue questo stile.<ref name=AGP> {{cita web|url=http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=5&ved=0CCoQFjAE&url=http%3A%2F%2Fdigilander.libero.it%2Fsvirgolone%2Fpallanuoto%2FAspetti_Generali_della_Pallanuoto.pdf&rct=j&q=%22gambe+a+bicicletta%22&ei=__ckTM2IB9T4_AaI15TjBA&usg=AFQjCNEhnGp9BCUQyLPkDT97h8EIoItW0g|titolo=Aspetti Generali della Pallanuoto|accesso=25-6-2010}}</ref> Questa nuotata permette un ottimo galleggiamento, e di conseguenza di mantenere la testa fuori dall'acqua. Ciò permette di seguire lo svolgimento dell'azione durante la nuotata. <ref name=PP>{{cita libro| Elvia | Battaglia| Annegamento: Soccorso Tecnico E Sanitario | 2009|Springer| Italia | id=ISBN 9788847013810}}</ref>


La ''nuotata a bicicletta'' viene utilizzata per mantenere costantemente il corpo fuori dall'acqua quando si è in posizione verticale. Prende il nome dal movimento che viene effettuato, che ricorda il movimento delle gambe quando si pedala. Per eseguire tale nuotata bisogna flettere alternativamente le gambe tenendo il piede ''a martello'', spingendo prima verso l'esterno e poi verso il basso.<ref name= AGP/>
La ''nuotata a bicicletta'' viene utilizzata per mantenere costantemente il corpo fuori dall'acqua quando si è in posizione verticale. Prende il nome dal movimento che viene effettuato, che ricorda il movimento delle gambe quando si pedala. Per eseguire tale nuotata bisogna flettere alternativamente le gambe tenendo il piede ''a martello'', spingendo prima verso l'esterno e poi verso il basso.<ref name= AGP/>

Versione delle 10:50, 12 lug 2010

Un'azione di gioco durante la partita Grecia-Ungheria a Napoli

La pallanuoto o palla a nuoto[1][2] (en: water polo dalla pronuncia inglese della parola palla in lingua balti, pulu[3][4][5]) è uno sport di squadra acquatico nato nel XIX secolo in Inghilterra e le cui regole furono codificate per la prima volta nel 1887 da William Wilson. Una partita di pallanuoto vede affrontarsi due squadre, ognuna composta da sette giocatori, chiamati pallanuotisti, che nuotando in uno specchio d'acqua devono scagliare con le mani un pallone il maggior numero di volte possibile nella porta avversaria. Ogni volta che ciò avviene si effettua un punto (detto gol o rete). Al termine dei quattro tempi di gioco la squadra con il maggior numero di punti è la vincitrice della partita.

Caratteristiche

«Affascinante, dura, leale, sommersa.»

La pallanuoto è uno sport che mette costantemente sotto sforzo chi lo pratica. Il giocatore durante una partita esegue con un veloce ritmo fasi di accelerazione e decelerazione,[7] cambi di direzione e gesti tecnici che richiedono precisione[7] e freddezza. La caratteristica che accomuna molti pallanuotisti è la possenza fisica in quanto nello svolgimento del gioco i nuotatori si trovano spesso a contatto fisico. Ma questa caratteristica non è indispensabile; infatti la pallanuoto offre la possibilità di trovare un ruolo adatto alle proprie caratteristiche fisiche.[8] Nella pallanuoto è richiesta agilità e familiarità con l'attività natatoria, oltre che precisione e senso del gioco per lanciare la palla nell'istante opportuno.[9]

Essendo uno sport sviluppatosi dal nuoto, i muscoli esercitati in questa attività sportiva coincidono con quella originale. Per questo sviluppa armonicamente tutti i muscoli del corpo.[10] Rispetto alla semplice attività natatoria lo sforzo è maggiormente concentrato negli arti inferiori e nel busto. Come il nuoto questo sport migliora la capacità polmonare e inoltre favorisce un miglioramento nella coordinazione motoria.[11]

Storia

William Wilson, sviluppatore delle prime regole della pallanuoto

La storia della pallanuoto trova le sue origini in Inghilterra e in Scozia, alla fine del XIX secolo, dove si diffuse con il nome di acquatic hand-ball e successivamente di water-polo.[12] Originariamente la pallanuoto fu una competizione esclusivamente maschile, ed era una dimostrazione di forza e abilità. Le prime partite si giocarono fra i galeotti che venivano portati a lavarsi nel mare e nei fiumi, poi nelle mostre, nei festival e nelle fiere delle contee.[13][14][15]

Secondo alcune notizie una prima forma di pallanuoto si sviluppò ad Aberdeen, Scozia, dove il Bon Accord Club of Aberdeen, un club locale di sport acquatici, organizzò delle partite di uno sport simile al rugby nelle acque del fiume Dee, nel 1873.[16] Il nuovo sport riscosse un tale successo che la London Swimming Association nel 1870 affidò ad una commissione il compito di elaborare un regolamento apposito.[16] Quattro anni più tardi, nel 1874, si disputò a Londra la prima partita di pallanuoto.[3][15][16]

Nel 1887 William Wilson, istruttore e allenatore di nuoto scozzese, ispirandosi al calcio apportò una modifica fondamentale allo sport. Fino ad allora la palla doveva essere posizionata con le mani in un punto prestabilito. Wilson mise in acqua delle porte simili usate nel gioco del calcio, permettendo così ai giocatori di poter lanciare la palla in porta. Wilson oltre all'inserimento delle porte stilò una serie di nuove regole per il nuovo sport, che egli stesso ribattezzò con il nome di aquatic football (it: calcio acquatico).[15][17][18][19]

Nel 1888 si disputò il primo campionato ufficiale, quello inglese. Due anni più tardi, nel 1890, si disputò il primo incontro tra due rappresentative nazionali, a Kensington, tra inglesi e scozzesi, vinta 4-0 a favore dei primi.[15][16]

Tra il 1890 e il 1900 il gioco della pallanuoto si diffuse in tutta Europa; furono organizzati tornei pallanuotistici in Germania, Austria, Francia, Belgio, Ungheria ed Italia, che seguivano le regole elaborate in Inghilterra.

La finale del torneo di pallanuoto alle Olimpiadi estive del 1908

Nel 1900 la pallanuoto maschile fa la sua prima comparsa ai Giochi Olimpici, nella seconda Olimpiade disputata a Parigi. A rappresentare le nazione nel torneo non erano presenti singole squadre nazionali, ma squadre di club. Il torneo, al quale partecipavano ben quattro club francesi tra gli otto club totali, si disputò con un formato ad eliminazione diretta. A vincere furono gli inglesi dell'Osborne Swimming Club, che batterono in finale i belgi del Brussels Swimming and Water Polo Club per sette a due. Con la sua partecipazione alla seconda Olimpiade la pallanuoto confermò il suo successo, essendo tra i primi sport di squadra nel programma Olimpico.

Nel 1929 è stata costituita una commissione, formata da quattro rappresentanti della pallanuoto britannica e la Fédération Internationale de Natation.[15] La commissione elaborò nuove regole per le partite internazionali che vennero attuate solo nel 1930. Da allora la FINA è l'organismo internazionale che disciplina la pallanuoto.[15]

Con il passare del tempo il gioco della pallanuoto diventò sempre più tecnico. Nel 1928 l'allenatore Béla Komjádi inventò il passaggio sulla mano.[20] Infatti fino ad allora la palla veniva sempre passata solamente sull'acqua.[20] Ma ciò rallentava notevolmente il gioco, che con il passaggio sulla mano acquisì un discreto dinamismo. Nel 1949 venne modificato il regolamento per giocare senza troppe interruzioni; la modifica apportata stabiliva che il gioco non si doveva fermare quando l'arbitro fischiava un fallo semplice. Negli anni 70 l'espulsione definitiva fu sostituita con l'espulsione temporanea durante la quale, per un minuto, la squadra che la subiva giocava con un uomo in meno. Fu inoltre imposto un limite di durata di ogni azione, quarantacinque secondi. Nel 1994 fu inserito nel regolamento il rigore dai sette metri, modificato a cinque metri nel 2005.

Regolamento

Un campo di gioco conforme alle regole

Le regole della pallanuoto vengono elaborate e pubblicate con un intervallo di quattro anni dalla pubblicazione precedente dalla Fédération Internationale de Natation, l'associazione internazionale che coordina l'attività agonistica internazionale della pallanuoto, oltre che quella del nuoto, del nuoto sincronizzato e dei tuffi.

Campo da gioco

Le partite di pallanuoto si svolgono in specchi d'acqua, solitamente piscine. In partite ufficiali il campo dove di disputa la partita deve essere conforme alle norme FINA. Nella pallanuoto maschile la distanza tra le due linee di porta deve essere compresa tra i 20 e i 30 metri. Il campo deve essere largo almeno 10 metri e non superare il limite di 20 metri. Per le partite femminili, invece, il campo deve essere lungo 25 metri e largo 17 metri.[21]

Nelle competizioni FINA, invece, il campo per le squadre maschili deve essere lungo 30 metri e largo 20 metri, mentre per le squadre femminili le dimensioni del campo restano invariate. Per le partite di entrambi i sessi l'acqua deve avere una profondità minima di 1.80 metri, in tutti i punti della piscina.[21]

Lungo il perimetro del campo devono essere presenti, contrassegnati da colori diversi e ben visibili durante la partita, dei segnali che indichino le linee di porta e di metà campo (segnali bianchi), linea dei 2 metri (segnale rosso), linea dei 4 metri (segnale giallo) e linea dei 7 metri (segnale verde).[21]

Porte

La porta è lo strumento che delimita la linea che la palla deve attraversare per segnare un punto. Durante una partita di pallanuoto vengono impiegate due porte, una corrispondente ad ogni squadra. Queste sono formate da due assi verticali, dette montanti, e una orizzontale posizionata sopra essi, la traversa. Il tutto deve avere una tinta unica di colore bianco. Il galleggiamento delle porte è dovuto ad una sezione galleggiante posta sotto di queste.[22]

Le porte per essere omologabili devono comprendere una lunghezza di 3 metri tra un montante e l'altro, la traversa deve essere posta a 90 centimetri dal pelo dell'acqua e la rete deve essere attaccata sia ai montanti che alla barra trasversale in modo da chiudere completamente la porta.[22]

Pallone

Pallone di nuova generazione con la fascia centrale colorata
Lo stesso argomento in dettaglio: Pallone da pallanuoto.

Il pallone da pallanuoto, usato anche nelle varianti dello sport, è caratterizzato dalla sua superficie molto ruvida, che permette una presa più agevole utilizzando un unica mano nonostante le discrete dimensioni del pallone.

Nel corso della storia il pallone usato in questa disciplina ha subito delle modifiche sostanziali. Inizialmente, nel XIX secolo, si usava una palla di gomma che poi venne sostituita dal pallone di cuoio usato nel calcio. Ma questo assorbendo l'acqua diventava eccessivamente pesante, Così nel 1936 James Smith, un allenatore di pallanuoto, progettò un pallone che era dotato di una camera d'aria gonfiabile e un rivestimento in tessuto di gomma.[23] Inizialmente rosso, il pallone diventò giallo per acquisire visibilità, fino ai moderni palloni gialli aventi una striscia centrale colorata.[23]

Il pallone da pallanuoto pesa 400-450 grammi (14-16 once) ed è gonfiato a circa 34-48 kPa (5-7 PSI) di pressione. La circonferenza dei palloni è di 28 centimetri per gli uomini e di 26,5 centimetri per le donne.[24]

Abbigliamento

Lo stesso argomento in dettaglio: Cuffia da pallanuoto.

I giocatori durante una partita di pallanuoto indossano un abbigliamento specifico idoneo all'attività. Sul capo portano una cuffia da pallanuoto, chiamata gergalmente anche calotta[25][26], la quale ha due principali scopi: la cuffia permette all'arbitro di identificare i giocatori e la loro squadra di appartenenza; inoltre la cuffia ha un fine protettivo. Essa è dotata di due protezioni rigide per le orecchie, che proteggono da eventuali urti.[27]

Il costume, altro indumento utilizzato nella pallanuoto, differisce tra quello maschile e quello femminile. I pallanuotisti indossano il costume a slip, mentre le pallanuotiste il costume intero. Solitamente i costumi riportano il logo o i colori societari. Gli atleti, per via del grande agonismo che è presente in questo sport, indossano solitamente sopra il primo un ulteriore costume, chiamato copricostume; ciò a causa dei frequenti contatti con gli avversari, dove accade spesso che il proprio marcatore si aggrappi al costume.

Inoltre alcuni pallanuotisti utilizzano il paradenti per evitare lesioni a denti, gengive e labbra. Questo strumento ha un importante funzione protettiva per eventuali colpi al volto, ma molti pallanuotisti nono lo utilizzano per timore che esso interferisca con la respirazione, e quindi con la propria prestazione, anche se è stato scientificamente dimostrato che il paradenti non altera le performance degli sportivi.[28]

Direttori di gara

Per le competizioni FINA secondo il regolamento ad arbitrare una partita devono essere presenti arbitri e giudici di porta. Esistono varie possibilità riguardo la composizione della commissione arbitraria. Possono essere presenti due arbitri e due giudici di porta, due arbitri senza giudici di porta oppure un arbitro e due giudici di porta. Oltre ad arbitri e giudici di porta devono essere presenti cronometristi e segretari. Questi hanno il compito di cronometrare i periodi di possesso palla di ogni azione per fare in modo che non superi il limite imposto dal regolamento, cronometrare i periodi effettivi di gioco, segnare il punteggio della partita e cronometrare il periodo relativo all'espulsione di un giocatore.[29]

Durata del gioco

La durata di una partita è di quattro periodi, ognuno di otto minuti effettivi. Per ottenere un cronometraggio effettivo il tempo viene fermato ad ogni fallo, gol e timeout. Il cronometro viene fatto ripartire nel momento in cui la palla lascia la mano del giocatore che ne effettua la rimessa in gioco. È presente un intervallo di due minuti tra il primo e il secondo periodo e tra il terzo e il quarto, mentre l'intervallo dura cinque minuti tra il secondo e il terzo periodo.[30]

Se al termine dei tempi regolamentari in una partita dove è richiesto un risultato definitivo il punteggio è ancora di parità, dopo una pausa di cinque minuti si disputano due tempi supplementari, ognuno di tre minuti, con un intervallo di due minuti tra il primo e il secondo. Se anche al termine dei tempi supplementari il punteggio è di parità si procede con i calci di rigore.[30]

Falli, scorrettezze e sanzioni disciplinari

Un rigore dai cinque metri

Nella pallanuoto si effettua una principale distinzione dei falli: i falli semplici e i falli gravi.

I falli semplici non comportano nessuna sanzione disciplinare, ma una semplice punizione a favore dell'avversario. Si considerano falli semplici quelli che ostacolano o impediscono in qualche modo la libera circolazione di un avversario che non detiene il possesso della palla. Inoltre sono considerate falli semplici altre infrazioni al regolamento, come mettere completamente il pallone sott'acqua (detto palla sotto), toccare il pallone con entrambe le mani contemporaneamente, respingere la palla con il pugno chiuso, partire prima del fischio dell'arbitro, spruzzare in faccia all'avversario, nuotargli sopra o proteggere la palla in modo scorretto. Inoltre è considerato un fallo semplice quando il portiere supera la linea di metà campo.[31]

I falli gravi comportano l'espulsione di chi li commette; un giocatore espulso deve recarsi nell'apposita zona e non partecipare al gioco per venti secondi. Alla terza espulsione il giocatore non può più rientrare in campo. Si considerano falli gravi l'arrecare intenzionalmente calci o gomitate all'avversario, strattonarlo, trattenerlo o affondarlo. Inoltre è considerato un fallo grave commettere un fallo semplice con l'intento di evitare un probabile gol avversario.[32]

Viene assegnato il calcio di rigore dai cinque metri quando un difensore compie un fallo grave all'interno della linea dei cinque metri impedendo un probabile gol avversario. I difensori che fiancheggiano il tiratore al momento del rigore devono stare ad almeno due metri di distanza da quest'ultimo. Il giocatore, posizionato sulla linea dei cinque metri con la palla appoggiata sull'acqua accanto a lui, al fischio dell'arbitro deve immediatamente afferrarla e concludere a rete.[33]

Ruoli e schemi di gioco

Rappresentazione numerata della classica disposizione a semicerchio

Nella pallanuoto i ruoli principali sono cinque: portiere, ala, esterno, centrovasca e centroboa. La disposizione tipica della pallanuoto è un semicerchio formato da cinque giocatori, che al suo interno contiene il sesto giocatore, il centroboa. I ruoli vengono spesso associati ad un numero da uno a sei, partendo dall'ala sinistra arrivando fino a quella destra.[34]

Il portiere non partecipando alla fase offensiva, non viene identificato con un numero. Esso ha il compito di difendere la propria porta per evitare di far segnare punti alla squadra avversaria. Per fare ciò, a differenza degli altri giocatori, può toccare la palla con entrambe le mani contemporaneamente, respingere la palla con il pugno chiuso e spingersi sul fondo della piscina. È distinguibile dagli altri giocatori dalla sua calotta di colore rosso.

Le ale sono i due pallanuotisti più avanzati e defilati, giocando sulla linea dei due metri. Nella numerazione vengono identificati con il numero uno, ala destra, e cinque, ala sinistra. L'ala destra solitamente è un pallanuotista mancino; ciò perché la fascia destra del campo è ritenuta la fascia migliore, gergalmente detto lato giusto, per le caratteristiche dei mancini, cioè la zona del campo dove possono ricevere palla e concludere con più facilità.

Classica disposizione a semicerchio

Gli esterni o mezz'ale[34] sono, dopo il centrovasca, i giocatori più arretrati. A loro è assegnato il compito di essere i primi a ripiegare i fase difensiva. Nella numerazione sono contrassegnati dal numero due, esterno destro, e quattro, esterno sinistro.

Il centrovasca, chiamato marcatore quando ricopre il ruolo difensivo, è il giocatore più arretrato del semicerchio. Il suo ruolo offensivo è quello di regista, trovandosi a metà del semicerchio; importante è il suo ruolo nella fase difensiva, visto che deve marcare il centroboa della squadra avversaria, ed ostacolarne i movimenti per evitare che egli concluda a rete da distanza ravvicinata.

Il centroboa è il giocatore più vicino alla porta avversaria. Svolge un ruolo fondamentale nella fase d'attacco; infatti nella pallanuoto moderna il passaggio verso il centroboa fa da perno nell'azione offensiva.[35] Il fine principale del centroboa è quella di riuscire a concludere a rete da una distanza limitata, oppure quella di ottenere l'espulsione del proprio marcatore.[35] Per concludere a rete il centroboa, che si trova solitamente spalle alla porta, deve utilizzare varianti del tiro classico come il tiro a sciarpa o la rovesciata. Questi tipi di tiro permettono al giocatore di scagliare il pallone verso la porta senza dovresi girare.

Essendo quindi il gioco moderno incentrato sul centroboa, le tattiche difensive hanno lo scopo o di ostacolare i passaggi verso esso o di limitare lo spazio e i movimenti possibili del centroboa.[35] Nel primo caso si attua una strategia chiamata difesa a uomo o pressing. In questo schema i difensori marcano in maniera molto ravvicinata gli attaccanti della squadra avversaria per impedire che essi possano servire facilmente il centroboa. Nel secondo caso si attua una strategia chiamata difesa a zona. In questo schema la difesa raddoppia la marcatura sul centroboa. Ciò avviene mediante l'arretramento del marcatore del centrovasca, che chiude il centroboa in una morsa, tra lui e il marcatore del centroboa. Ovviamente è conseguenza inevitabile che per raddoppiare la marcatura sul centroboa un giocatore rimanga libero. Per riparare a ciò i marcatori degli esterni si dispongono tra il proprio uomo e il centrovasca, così da poter coprire entrambi e aumentare la difficoltà dei passaggi.

Fondamentali

Nuotata

La bracciata corta tipica della pallanuoto

Essendo la pallanuoto uno sport sviluppatosi dalle basi del nuoto uno dei fondamentali è la nuotata, che permette ai giocatori di spostarsi dentro l'acqua. A differenza del tipico stile del nuoto, nella pallanuoto spesso si nuota con la testa fuori dall'acqua e la bracciata è molto corta. La prima caratteristica consente di seguire costantemente l'evoluzione del gioco, la seconda facilita il controllo della palla durante la nuotata.

A seconda della fase di gioco che si viene a creare vengono usati più stili di nuotata, che posseggono delle caratteristiche per affrontare nei migliori dei modi ogni situazione.

La nuotata a forbice, detta anche Trudgeon dal nome del suo inventore, è uno stile che viene utilizzato frequentemente nella pallanuoto, viste le potenti accelerazioni che riesce ad imprimere alla nuotata. Lo stile è l'unione di due stili: si effettua una gambata rana ogni bracciata stile libero. Da ciò scaturisce l'andatura a balzi che contraddistingue questo stile.[36] Questa nuotata permette un ottimo galleggiamento, e di conseguenza di mantenere la testa fuori dall'acqua. Ciò permette di seguire lo svolgimento dell'azione durante la nuotata. [37]

La nuotata a bicicletta viene utilizzata per mantenere costantemente il corpo fuori dall'acqua quando si è in posizione verticale. Prende il nome dal movimento che viene effettuato, che ricorda il movimento delle gambe quando si pedala. Per eseguire tale nuotata bisogna flettere alternativamente le gambe tenendo il piede a martello, spingendo prima verso l'esterno e poi verso il basso.[36]

La nuotata a dorso viene utilizzata per il ritorno in difesa o per la ricezione dei lanci lunghi. Il dorso eseguito nella pallanuoto differisce da quello del nuoto dal piegamento del busto, che nella pallanuoto è molto più vicino alle ginocchia, quasi ad assumere una posizione per sedersi, cosi da poter mantenere la testa più alta e di conseguenza avere una migliore visuale di gioco.[36]

Passaggio

Passaggio verso il centroboa in una partita femminile

Il passaggio è un fondamentale della pallanuoto che serve principalmente nella fase offensiva. Nella pallanuoto il passaggio di palla da un giocatore a un altro avviene continuamente e in modo rapido e preciso. Ciò serve per disorientare la difesa e trovare un giocatore con lo specchio della porta libero. Esistono due tipo principali di passaggio: il passaggio sulla mano e il passaggio sull'acqua.

Il passaggio sulla mano consiste nel passare la palla ad un giocatore direzionandola verso la mano del ricevente, cosi da facilitare la presa al volo della palla. Questo tipo di passaggio viene utilizzato solitamente tra i giocatori che formato il semicerchio esterno, che creano una fitta e rapida rete di passaggi prima di andare alla conclusione.

Il passaggio sull'acqua consiste nel passare la palla ad un giocatore direzionandola sull'acqua, in una zona vicina al ricevente. Questo tipo di passaggio viene utilizzato solitamente dai giocatori del semicerchio esterno per servire il centroboa, che avendo la palla davanti a se e avendo la porta alle spalle può concludere a rete con una rovesciata o una sciarpa.

Tiro

Caricamento di un pallanuotista mancino durante la fase di trazione

Il tiro è un fondamentale della pallanuoto il cui fine è quello di scagliare la palla nella porta avversaria. Il movimento si divide in due fasi: la trazione e il tiro. La trazione è la fase di preparazione al tiro. Durante essa il pallanuotista con la mano libera esercita una pressione continua sull'acqua che accompagnata da un movimento rotatorio delle gambe, chiamate gambe a bicicletta, permette l'elevazione del busto. Contemporaneamente con l'altra mano solleva la palla e con una rotazione del busto carica il tiro portando la palla dietro la nuca.[36] La seconda fase, il tiro, consiste nello scaricare la potenza accumulata con la trazione, scagliando con un movimento rapido del braccio la palla verso la porta avversaria. Per un tiro ottimale, oltre alla qualità balistica del giocatore, sono importanti una buona coordinazione e una ottima elevazione, risultato della fase di trazione.

In alternativa al tiro classico esistono multiple varianti che sono frutto di un adattamento del tiro alle varie situazioni che possono capitare durante una partita come il trovarsi spalle alla porta o dover tirare durante la nuotata.

Il tiro a schizzo è una variante del tiro classico che viene utilizzato quando si è ad una distanza ravvicinata rispetto allo specchio della porta. Il tiro consiste nel sollevare leggermente la palla con una mano e impattarla con le dita dell'altra, con la quale si sta terminando la bracciata. Questo tiro consente di concludere con estrema velocità ma poca potenza, a causa della poca forza che si riesce ad imprimere al pallone.[36]

Sequenza di immagini dove Federico Dennerlein illustra la tecnica del tiro a colonnello

Il tiro di polso è una variante del tiro classico che viene utilizzato quando si è ad una distanza ravvicinata rispetto allo specchio della porta. Il tiro consiste nel concludere a rete senza uscire con il busto dall'acqua, cioè non eseguendo la fase di trazione, e scagliare la palla verso la porta con la sola forza del polso.[36]

Il tiro a colonnello è una variante del tiro classico che viene utilizzato quando si è ad una distanza ravvicinata rispetto allo specchio della porta. Il tiro consiste nell'afferrare la palla con il braccio disteso sull'acqua, trascinarla indietro, prima affondandola e poi lasciandola riemergere. Posizionando la palla all'altezza del viso, con il braccio intraruotato fuori dall'acqua si fa forza su di esso per lanciare la palla verso la porta. Questo tiro consente di concludere durante la fase di nuotata.[36]

Il tiro a sciarpa è una variante del tiro classico che viene utilizzato quando si è di spalle o in posizione laterale rispetto allo specchio della porta. Il tiro prende il nome dal movimento che si effettua durante questo tiro, che ricorda il gesto per indossare una sciarpa. Infatti il giocatore afferra la palla e con un movimento semicircolare verso la spalla opposta scaraventa la palla verso la porta.[35] [36]

La rovesciata è una variante del tiro classico che viene utilizzato quando si è di spalle o in posizione laterale rispetto allo specchio della porta. Per eseguire questo tiro bisogna afferrare la palla bloccandola tra il palmo e il polso ed eseguire un movimento di novanta gradi verso destra (sinistra se mancini) durante il quale si lascia la palla.[35]

La palomba, detta anche palombella, colomba o colombella, è una variante del tiro classico il cui scopo è quello di scavalcare il portiere. Per eseguire questo tiro bisogna eseguire la fase di trazione e, invece di imprimere potenza alla palla, distendere il braccio per darle una traiettoria morbida che punti a scavalcare il portiere.[38]

Competizioni internazionali

Giochi olimpici

Lo stesso argomento in dettaglio: Pallanuoto ai Giochi olimpici.
Una partita ad Atene 2004

La pallanuoto maschile fu uno dei primi sport di squadra apparsi alle Olimpiadi, facendo la propria apparizione nel 1900 nell'edizione di Parigi. La pallanuoto femminile, invece, compare per la prima volta nel programma olimpico nel 2000, nell'edizione di Sidney, dopo le insistenti proteste della nazionale femminile australiana per l'inserimento della pallanuoto femminile tra gli sport olimpici. La persistenza delle australiane fu premiata anche dalla vittoria del primo oro olimpico, vinto nella finale contro gli Stati Uniti grazie ad un gol da notevole distanza segnato all'ultimo minuto.

Tra i recordman della pallanuoto alle Olimpiadi troviamo Manuel Estiarte, che partecipò a sei edizioni consecutive e in quattro di queste andò a segno. Debuttò a diciannove anni al torneo Olimpico laureandosi capocannoniere della competizione al suo esordio. Nelle sei edizione a cui ha preso parte ha segnato centoventisette gol con la nazionale spagnola.

Dezső Gyarmati detiene il record per il maggior numero di medaglie vinte consecutivamente,[39] ben cinque, di cui tre ori, un argento e un bronzo.

Probabilmente la partita di pallanuoto più famosa è quella delle Olimpiadi estive del 1956, tra Ungheria e Unione Sovietica, valevole per le semifinali del torneo maschile, ribattezzata partita del sangue nell'acqua. La partita, finita quattro a zero per gli ungheresi, fu uno dei match più violenti nella storia della pallanuoto. Simbolo degli avvenimenti fu Ervin Zádor che, colpida dal pallanuotista sovietico Valentin Prokopov, uscì sanguinante fuori dall'acqua scatenando la furia dei tifosi ungheresi.

World Water Polo Championship

Partita femminile durante l'edizione di Melbourne
Lo stesso argomento in dettaglio: FINA World Water Polo Championship.

Il FINA World Water Polo Championship, comunemente detto in Italia campionato mondiale di pallanuoto, è la più importante competizione organizzata dalla FINA e in campo internazionale. Chi vince il torneo si aggiudica il titolo di campione del mondo. Ogni edizione prevede due tornei: quello maschile, la cui prima edizione si disputò nel 1973 a Belgrado, e quello femminile, che invece vede la sua prima edizione nel 1986 a Madrid. La competizione si svolge nel contesto dei campionati mondiali di nuoto, insieme ad altre discipline il nuoto, il nuoto di fondo, i tuffi e il nuoto sincronizzato.

La cadenza dell'evento fu inizialmente irregolare. Tra una edizione e l'altra passava un periodo che poteva variare dai due ai cinque anni. Solo nel 2001 la FINA stabilì la cadenza biennale dell'evento, la quale è ancora in atto. Dal 2003 i due tornei, maschile e femminile, si giocano simultaneamente ed hanno il medesimo numero di squadre partecipanti, sedici.

Water Polo World Cup

Lo stesso argomento in dettaglio: FINA Water Polo World Cup.

La FINA Water Polo World Cup (it: Coppa del Mondo di pallanuoto) è una competizione internazionale organizzata dalla FINA. Ogni edizione prevede due tornei: quello maschile e quello femminile. Entrambi i tornei vedono la loro prima edizione nel 1979. Il torneo maschile nell'edizione disputatasi a Fiume, ex Jugoslavia, e quello femminile nell'edizione disputatasi a Merced, Stati Uniti d'America.

Il torneo maschile si è svolto regolarmente ogni due anni fino al 1999 ed ogni quattro anni a partire dal 2002; il torneo femminile, invece, ha avuto nel corso della sua storia una programmazione casuale, che si è interrotta nel 2002, da quando si svolge regolarmente ogni quattro anni.

La modalità di partecipazione è variata dopo l'edizione del 2006. Fino ad allora era la stessa FINA a proporre la partecipazione le otto squadre nazionali qualificatesi ai quarti di finali dell'ultimo campionato mondiale, che avrebbero preso parte alla competizione. La prassi cambiò nel 2010; la nuova formula permetteva l'accesso alla competizione alle prime tre nazionali classificate al campionato mondiale precedente e la migliore rappresentativa di ognuno dei cinque continenti.

Varianti

Canoa polo

Lo stesso argomento in dettaglio: Canoa polo.
File:Canoapolo.jpg
Una partita di canoa polo

La canoa polo è uno sport che si è evoluto principalmente dalla pallanuoto. Le regole fondamentali sono le medesime: le partite si giocano su uno specchio d'acqua e si usa un regolare pallone da pallanuoto. A differenza della pallanuoto, i giocatori sono equipaggiati con una canoa e una pagaia. È obbligatorio indossare durante la partita un corpetto protettivo e un casco munito di griglia per proteggere i giocatori da eventuali impatti.

Questo sport, praticato per la prima volta intorno al 1938, si è sviluppato notevolmente dopo la pallanuoto, e ancor più tardi diffuso. Iniziò ad essere praticato da un m maggior numero di atleti negli anni settanta, quando venne usato come alternativa ai normali allenamenti di canoa. Risultato uno sport divertente, si diffuse presto in tutta l'Europa.

Inner tube water polo

Lo stesso argomento in dettaglio: Inner tube water polo.

L'inner tube water polo è uno sport derivato dalla pallanuoto. Nell'inner tube water polo, abbreviato anche ITWP, i giocatori, escluso il portiere, giocano all'interno di pneumatici. Questa caratteristica consente a chiunque, anche ai giocatori occasionali, di praticare uno sport simile alla pallanuoto senza fare un eccessivo sforzo fisico. Ciò è dovuto al fatto che gli pneumatici tengono a galla i giocatori e impediscono i veloci sprint tipici della pallanuoto.[40]

Questo sport è principalmente praticato nelle università da squadre miste,[41] formate sia da ragazzi che da ragazze, ma vengono svolti tornei anche da persone adulte. Le regole, anche se quasi del tutto uguali a quelle della pallanuoto, non sono uniformi, e variano dalla zona in cui è praticato. Il risultato finale può essere determinato dai gol segnati, come nella pallanuoto, e dagli autori dei gol. Infatti è in uso in alcune zone la regola di assegnare due punti se a segnare un gol è una ragazza.

Surf polo

Lo stesso argomento in dettaglio: Surf polo.

Il surf polo è una variante della pallanuoto sulle spiagge di Waikiki, Hawaii, tra il 1930 e il 1940.[42] L'elaborazione di questa variante è attribuita a Louis Kahanamoku, fratello di Duke Kahanamoku. A differenza della pallanuoto, in questa variante i partecipante giocano cavalcando una tavola da surf.[43]

Profilo penale

«I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un'arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità soltanto se provano di non aver potuto impedire il fatto»

In ottica penale il primo caso che attirò l'attenzione sui provvedimenti da prendere in caso di infortunio grave durante l'attività sportiva si verificò a Milano nel 1997, quando un ragazzo di sedici anni, durante una lezione di nuoto, fu colpito in volto da un pallone da pallanuoto. Ciò causo la perdita della retina del ragazzo che soffriva già di problemi alla vista. Il Tribunale di Milano condannò l'associazione sportiva di cui il ragazzo faceva parte e l'allenatore, del quale sarebbe dovuta essere la responsabilità di far togliere gli occhialini al ragazzo al termine della lezione di nuoto.[37]

Successivamente fu inserito nel codice civile italiano un articolo, il numero 2048, il quale indica responsabili di eventuali danni fisici i precettori o gli insegnanti che nel momento della procurazione del danno detengono la responsabilità degli allievi. [37]

Note

  1. ^ Grande Enciclopedia Universale Curcio, 1978.
  2. ^ Dizionario italiano multimediale e multilingue d'ortografia e di pronunzia, Pallanuoto, su dizionario.rai.it. URL consultato il 29-6-2010.
  3. ^ a b Paolantoni Udo, Storia della pallanuoto, su albatrosnuoto.it. URL consultato il 29-6-2010.
  4. ^ (EN) Dictionary.com, Polo, su dictionary.reference.com. URL consultato il 29-6-2010.
  5. ^ (EN) Catherine GS Lim, More fun with sports, Singapore, Asiapac Singapore, 2006, ISBN 9812294376.
  6. ^ Roberto Perrone, De Crescenzo il c.t. psicologo «La pallanuoto: dura e leale», in Il corriere della sera, 8 marzo 2003. URL consultato il 14-5-2010.
  7. ^ a b Andrea Vadilonga, L’impegno fisico del giocatore di Pallanuoto, su waterpolodevelopmentworld.com. URL consultato il 1-7-2010.
  8. ^ Parla il Coach: Ennio Franchi, NC Pallanuoto Milano, su ilfaromag.com. URL consultato l'11-7-2010.
  9. ^ Water-Polo - Il giuoco del Foot-ball sull'acqua, in La stampa sportiva, 26 luglio 1903, p. 8. URL consultato il 14-5-2010.
  10. ^ Giuseppe Piovano, Manuale del medico dello sport, Roma, Piccin, 2006, ISBN 8889590068.
  11. ^ Myriam Di Mare, Pallanuoto, su romabenessere.com. URL consultato il 14-5-2010.
  12. ^ Mario Antonio Arnaboldi, Atlante degli impianti sportivi, Milano, Hoepli, 1982, ISBN 8820313189.
  13. ^ (EN) Encyclopaedia Britannica, 11th Edition, Water Polo, su 1911encyclopedia.org. URL consultato il 29-6-2010.
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  22. ^ a b (EN) FINA Water Polo Rules 2009-2013 - WP 2 Goals, su fina.org. URL consultato l'11-7-2010.
  23. ^ a b (EN) James "Jimmy" Smith (USA) - 1992 Honor Pioneer Water Polo/Contributor, su ishof.org. URL consultato il 12-7-2010.
  24. ^ (EN) FINA Water Polo Rules 2009-2013 - WP 3 The ball, su fina.org. URL consultato l'11-7-2010.
  25. ^ Regolamento Pallanuoto, su finveneto.org. URL consultato il 25-6-2010.
  26. ^ Carlo Bascetta, Il linguaggio sportivo contemporaneo, Firenze, Sansoni, 1962.
  27. ^ (EN) FINA Water Polo Rules 2009-2013 - WP 4 Caps, su fina.org. URL consultato l'11-7-2010.
  28. ^ (EN) Physiological Variables and Mouthguard Use in Women During Exercise, su journals.lww.com. URL consultato il 25-6-2010.
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  30. ^ a b (EN) FINA Water Polo Rules 2009-2013 - WP 11 Duration of the game, su fina.org. URL consultato l'11-7-2010.
  31. ^ (EN) FINA Water Polo Rules 2009-2013 - WP 20 Ordinary fouls, su fina.org. URL consultato l'11-7-2010.
  32. ^ (EN) FINA Water Polo Rules 2009-2013 - WP 21 Exclusion fouls, su fina.org. URL consultato l'11-7-2010.
  33. ^ (EN) FINA Water Polo Rules 2009-2013 - WP 23 Penality throws, su fina.org. URL consultato l'11-7-2010.
  34. ^ a b Pallanuoto, su corrieredellosport.it. URL consultato il 12-7-2010.
  35. ^ a b c d e Il centroboa - Appunti di Claudio Mistrangelo, su rarinantes.sv.it. URL consultato il 26-6-2010.
  36. ^ a b c d e f g h Aspetti Generali della Pallanuoto, su google.it. URL consultato il 25-6-2010.
  37. ^ a b c d Elvia Battaglia, Annegamento: Soccorso Tecnico E Sanitario, Italia, Springer, 2009, ISBN 9788847013810. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "PP" è stato definito più volte con contenuti diversi
  38. ^ Gian Luigi Beccaria, Per difesa e per amore: la lingua italiana oggi, -, Garzanti Libri, 2008, ISBN 8811597226.
  39. ^ (EN) Dezső Gyarmati, su sports-reference.com. URL consultato il 1-7-2010.
  40. ^ (EN) Paul S. Fardy, Training techniques in cardiac rehabilitation, -, Human Kinetics, 1998.
  41. ^ (EN) Dan Cassavaugh, Not Your Ordinary Intramurals, su imprintmagazine.org. URL consultato il 27-6-2010.
  42. ^ (EN) Trevor Cralle, The surfin'ary: a dictionary of surfing terms and surfspeak, Canada, Ten Speed, 1991, ISBN 0898154227.
  43. ^ (EN) Catharine Lo e Dana Edmunds, Boards & Spikes, su hanahou.com. URL consultato il 27-6-2010.

Bibliografia

  • Mario Antonio Arnaboldi, Atlante degli impianti sportivi, Milano, Hoepli, 1982, ISBN 8820313189.
  • Agostino Guardamagn, Diritto dello sport. Profili penali, Torino, UTET Giuridica, 2009, ISBN 8859802407.
  • Giuseppe Piovano, Manuale del medico dello sport, Roma, Piccin, 2006, ISBN 8889590068.
  • Tracie Egan, Water polo: rules, tips, strategy, and safety, New York, Rosen Publishing Group, 2005, ISBN 1404201866.
  • Catherine GS Lim, More fun with sports, Singapore, Asiapac Singapore, 2006, ISBN 9812294376.
  • Pete Snyder, Water Polo for Players & Teachers of Aquatics, USA, LA84 Foundation, 2008.

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