Vajiralongkorn

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Rama X
Re di Thailandia
In caricadal 13 ottobre 2016 (6 anni)[1]
Incoronazione4 maggio 2019
PredecessoreBhumibol Adulyadej
EredeDipangkorn Rasmijoti (presunto)
Nome completoMaha Vajiralongkorn Bodindradebayavarangkun
TrattamentoSua Maestà
NascitaVilla Ambara, Bangkok, Thailandia, 28 luglio 1952 (70 anni)
DinastiaChakri
PadreRe Bhumibol Adulyadej (Rama IX)
MadreRegina Sirikit
ConsortiMogli primarie:
Soamsavali Kitiyakara
(1977-1991 div.)
Sujarinee Vivacharawongse
(1994-1996 div.)
Srirasmi Suwadee
(2001-2014 div.)
Suthida Tidjai
(dal 2019)
Nobile consorte Reale[2]:
Niramon Aunprom
(2019-2019 div.; dal 2020)
Figlida Soamsawali Kitiyakara:

da Sujarinee Vivacharawongse:

da Srirasmi Suwadee:

ReligioneTheravada
Firma

Maha Vajiralongkorn Bodindradebayavarangkun (in thailandese: มหาวชิราลงกรณ บดินทรเทพยวรางกูร? pronuncia[?·info]), conosciuto anche come Vajiralongkorn, (in thailandese: วชิราลงกรณ?, traslitterato: Wachiralongkon; Bangkok, 28 luglio 1952) è l'attuale re di Thailandia, asceso al trono il 13 ottobre[1] 2016. Come decimo sovrano della dinastia Chakri, è conosciuto anche con il nome Rama X[3][4].

Ha ereditato il regno dal padre Rama IX che, secondo un'indagine pubblicata nel 2009 dalla rivista Forbes, con un patrimonio di 30 miliardi di dollari,[5] era il monarca più ricco al mondo. In realtà il patrimonio apparteneva alla Casa reale ed era quindi un bene nazionale; nel 2018 Vajiralongkorn ottenne il trasferimento sul proprio conto personale di questi beni, il cui valore nel 2020 fu stimato dai 40 ai 70 miliardi di dollari.[6]

Il re e la sua famiglia sono figure venerate e temute quasi universalmente in Thailandia; l'offesa della sua dignità viene punita con pene che possono arrivare fino a 15 anni di detenzione per il reato di lesa maestà. Diverse ONG internazionali che si occupano della difesa dei diritti umani ritengono che questa legge venga usata dalle élite che controllano il Paese per reprimere le opposizioni.[7]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Vajiralongkorn nel 1952, anno della sua nascita

Vajiralongkorn nacque nel Palazzo Dusit di Bangkok, secondo figlio del re e della regina; uno dei monaci più influenti del Paese gli diede il nome "Vajiralongkorn Borommachakkrayadisonsantatiwong Thewetthamrongsuboriban Aphikhunuprakanmahittaladunladet Phumiphonnaretwarangkun Kittisirisombunsawangkhawat Borommakhattiyaratchakuman"[8][9] (in thailandese: วชิราลงกรณ บรมจักรยาดิศรสันตติวงศ เทเวศรธำรงสุบริบาล อภิคุณูประการมหิตลาดุลเดช ภูมิพลนเรศวรางกูร กิตติสิริสมบูรณ์สวางควัฒน์ บรมขัตติยราชกุมาร?), ma il suo nome più comune è sempre stato Vajiralongkorn.

Frequentò le scuole primarie a Bangkok, continuò l'istruzione nel Regno Unito alla King's Mead School di Seaford (East Sussex) e le superiori alla Millfield School nel Somerset, dalla quale uscì nel luglio 1970. Appassionato di materie militari, in agosto fu mandato dal padre a fare un corso militare di cinque settimane alla King's School di Sydney, in Australia. Nel 1972 entrò nel Royal Military College di Duntroon, a Canberra, dove poté seguire corsi di addestramento militare e ottenere nel 1976 un bachelor degree in Arti liberali. Nel 1982 avrebbe inoltre ricevuto un bachelor degree in Legge alla Sukhothai Thammathirat Open University.[10]

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Dal Royal Military College uscì con il grado di tenente e proseguì gli addestramenti di terra e anche di navigazione negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia. Nel 1975 entrò nel Reale Esercito Thailandese come ufficiale di carriera e nel 1977 frequentò il College per comandanti e generali. Dopo un periodo come ufficiale alla direzione dell'intelligence dell'Esercito, nel 1978 fu nominato comandante della Guardia reale.[10] Mantenne l'incarico per poco e abbandonò momentaneamente la carriera di ufficiale dell'esercito per vivere alcuni mesi come monaco buddhista, seguendo una pratica comune in Thailandia. Tornato in servizio, Vajiralongkorn fece ulteriore esperienza presso le forze armate statunitensi, britanniche e canadesi, ottenendo in questo periodo le qualifiche di aviatore militare di caccia e di elicotteri.[8][11] Appassionato aviatore, ha pilotato anche un RTAF F-16[12] e due Boeing 737.[13][14]

La carriera militare di Vajiralongkorn si differenzia da quella di molti altri regnanti e nobili moderni in quanto prese parte effettivamente ad alcune operazioni militari durante la seconda metà degli anni settanta; fu impiegato contro la guerriglia del Partito Comunista della Thailandia e quando vi fu lo sconfinamento di militari vietnamiti provenienti dalla Cambogia, occasione in cui gli furono affidati compiti di comando.[8] Nel 1990 frequentò il Royal College of Defence Studies di Londra. Dopo aver superato un corso per piloti civili alla Thai Airways, ottenne la licenza di pilota civile dal Dipartimento dell'Aviazione Civile nel 2005 pilotando un Boeing 737-400.[10]

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Vajiralongkorn si è sposato quattro volte, divorziando dalle prime tre mogli, e ha avuto complessivamente sette figli. Il 3 gennaio 1977 sposò la principessa Soamsavali Kitiyakara, prima cugina da parte di madre. La coppia ebbe una figlia l'anno successivo, ma entrò presto in crisi, al punto che già nel 1978 si separarono di fatto. La principessa tuttavia rifiutò per anni di concedere al marito il divorzio per paura di perdere i propri titoli e i propri privilegi e soltanto nel 1991 il principe riuscì ad avviare le pratiche per il divorzio. Il matrimonio fu sciolto ufficialmente nel 1993, ma la ex moglie e la figlia occupano ancora un posto di rilievo nelle cerimonie reali.

Dopo la separazione de facto dalla moglie, Vajiralongkorn conobbe l'attrice Yuvadhida Polpraserth con cui cominciò una lunga relazione e una convivenza. Da questa unione nacquero cinque figli (il che destò qualche polemica, poiché in quel periodo il principe era ancora formalmente sposato con Soamsavali Kitiyakara). Dopo aver ottenuto il divorzio, il principe sposò la compagna nel 1994, ma il matrimonio terminò appena due anni dopo, quando la principessa fu accusata di adulterio con un ufficiale britannico; i figli avuti da questa moglie vedono raramente il padre e vivono negli Stati Uniti, tranne la figlia Busya Nambejira Mahidol (che cambiò il nome prima in Chakkrityapha Mahidol e successivamente nell'odierno Sirivanvari Mahidol), che fu presa da Vajiralongkorn mentre si trovava nel Regno Unito e riportata in Thailandia.

Si sposò per la terza volta il 10 febbraio 2001 con Srirasmi Suwadee, una ragazza comune che era al servizio del principe dal 1992. Il matrimonio fu reso noto al pubblico solo nel 2005, quando la coppia ebbe un bambino. Divorziarono nel 2014 dopo un grave scandalo che coinvolse sette parenti della principessa, la cui famiglia fu privata dei titoli reali acquisiti.[8][15]

Il 1º maggio 2019, tre giorni prima dell'incoronazione, si sposò per la quarta volta con Suthida Tidjai, un'ex-assistente di volo della Thai Airways che il re aveva fatto diventare vicecomandante della Guardia reale e, nel dicembre 2016, generale dell'Esercito.[11][16]

Figli avuti da Soamsavali Kitiyakara:

Figli avuti da Yuvadhida Polpraserth (in seguito al matrimonio cambiò nome in Mom Sujarinee Mahidol na Ayudhaya; i figli nati da quest'unione, prima del matrimonio dei genitori, non hanno diritti dinastici):

Figli avuti da Srirasmi Suwadee:

Ruolo e funzioni da erede al trono[modifica | modifica wikitesto]

Divenne erede al trono con il titolo di principe della Corona di Thailandia il 28 dicembre 1972, diventando il terzo principe della Corona della dinastia Chakri.[9] In tale veste ebbe contemporaneamente il rango di generale nel Regio Esercito, ammiraglio nella Marina Militare e maresciallo dell'aria nell'Aeronautica Militare.

La sua condotta e il suo scarso carisma quando era erede al trono destarono preoccupazioni tra il popolo thailandese. Si distinse come playboy per le sue stravaganze, bizzarre manifestazioni di amor proprio e per alcuni episodi di crudeltà anche contro alcuni dei propri figli, che privò dei titoli nobiliari e che vivono in esilio.[17][18] Durante le manifestazioni popolari del 1976, alcuni dimostranti misero in scena una finta impiccagione per protestare contro il linciaggio di due sindacalisti e l'impiccato aveva una vaga somiglianza con Vajiralongkorn; i manifestanti furono accusati di lesa maestà e questo fu uno dei pretesti per il loro massacro da parte di unità paramilitari e per il successivo colpo di Stato militare.[19] Quattro giorni dopo, Vajiralongkorn premiò durante una cerimonia alcuni Scout del Villaggio, uno dei gruppi paramilitari autori della strage.[20]

Da principe ereditario dimostrò scarso interesse per la politica, si curò poco dei doveri che il suo ruolo avrebbe richiesto e non diede mai l'impressione di voler essere al servizio del popolo come aveva fatto Rama IX. Si diffuse quindi il timore che, alla luce della precaria stabilità nazionale per le lotte politiche di quegli anni, si sarebbero prospettati tempi difficili per la Thailandia dopo la morte del padre, che con la sua personalità aveva contribuito in modo determinante a tenere unito il Paese.[17][18]

Destarono ulteriori preoccupazioni i rapporti amichevoli che lo legavano all'ex primo ministro Thaksin Shinawatra, deposto dal colpo di Stato militare del 2006. L'appoggio riscosso tra la popolazione dalle politiche populiste di Thaksin e dei successivi primi ministri suoi alleati portarono a una ultra-decennale crisi politica per la radicalizzazione dello scontro con i conservatori, appoggiati dalle forze armate. Il colpo di stato militare del 2014, che portò alla destituzione del capo ad interim del governo ed alleato di Thaksin Niwatthamrong Boonsongpaisan, consegnò il potere al comandante in capo dell'esercito Prayut Chan-o-cha, diventato poi a sua volta primo ministro.[17]

Successione al trono[modifica | modifica wikitesto]

Cerimonia di incoronazione di Vajiralongkorn
Discorso di Vajiralongkorn durante l’incoronazione

Alla morte del padre Rama IX, avvenuta il 13 ottobre 2016, rinviò l'ascesa al trono per osservare un periodo di lutto. Contestualmente il generale Prem Tinsulanonda assunse la reggenza per la durata dell'interregno.[21] Il 1º dicembre 2016, Vajiralongkorn ascese al trono e assunse i nomi regali "Maha Vajiralongkorn Bodindradebayavarangkun" e "Rama X";[3] con tale atto la successione ebbe valore retroattivo alla data della morte del padre.[22] Anche dopo l'ascesa al trono mantenne la propria residenza alla Villa Amphorn Satharn,[23] situata nel comprensorio di Palazzo Dusit. La residenza ufficiale dei sovrani thai rimane comunque il Grande Palazzo Reale.

La cerimonia dell'incoronazione ufficiale, prevista dopo la fine dell'anno di lutto per la morte di Rama IX e la sua cremazione,[24] si tenne il 4 maggio 2019 con i tradizionali rituali buddhisti e braminici, tre giorni dopo il suo matrimonio con la compagna Suthida Tidjai, divenuta così regina consorte.[25] Nel suo primo discorso dopo l'incoronazione promise di regnare con giustizia, la stessa promessa fatta dal padre quando era stato incoronato. La cerimonia, secondo la tradizione della monarchia locale, lo consacrò rappresentante divino in Terra e patrono del buddhismo thailandese.[11]

Ruolo nella politica nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo del governo Prayut[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Prayut Chan-o-cha.
Nuova Costituzione e nuovi privilegi per il re[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni di regno, Vajiralongkorn passò la maggior parte del suo tempo in Germania, dove viveva già da diversi anni e dove aveva acquistato una residenza particolarmente costosa, tornando di rado in Thailandia. Fu fin dall'inizio molto attivo politicamente e ottenne privilegi che allargarono la sua sfera d'influenza nelle vicende interne del Paese.[26] Si ritiene che, grazie al suo passato nell'aviazione militare, potesse avere un buon rapporto con la dittatura militare al potere. Gli fu concesso di riformare l'Agenzia della Casa Reale, l'Agenzia della sicurezza reale e il potente Consiglio privato della Thailandia (organo consultivo del re di Thailandia) sostituendo alcuni dei consiglieri del padre con militari di suo gradimento.[6] Il Parlamento gli conferì la prerogativa di nominare il patriarca supremo della sangha, il clero buddhista riverito dal molto religioso popolo thailandese.

L'imposizione dei suoi voleri alla giunta è stata vista da alcuni osservatori come il tentativo di rafforzare il prestigio della monarchia nel Paese centralizzando il potere secondo uno stile di stampo assolutista, al contrario di quanto fece il padre Rama IX nei rapporti con le varie giunte militari che guidarono la Thailandia durante il suo regno. Vajiralongkorn ottenne emendamenti alla Costituzione del 2017, nonostante che il progetto della Costituzione stilato dai militari fosse stato approvato nel referendum costituzionale del 2016; questi emendamenti gli permisero di emanare gli editti reali senza la fino ad allora necessaria controfirma di un ministro e di poter soggiornare all'estero senza dover nominare un reggente.[27][28]

Il 6 aprile 2017, Vajiralongkorn controfirmò la nuova Costituzione (la 20ª da quando fu introdotta la monarchia costituzionale nel 1932) che aumentò i poteri della Corte costituzionale di incriminare un civile a capo del governo, autorizzò i militari a scegliere tutti i membri della camera alta del Parlamento, introdusse un sistema proporzionale misto con cui fu ridotta l'influenza dei maggiori partiti nelle elezioni ecc. Queste novità furono prese per prevenire il ritorno al potere di Thaksin Shinawatra e dei suoi alleati, che avevano vinto largamente tutte le elezioni tenutesi dal 2001.[27] Tre mesi dopo, il Parlamento approvò la legge che assegnò a Vajiralongkorn il totale controllo dell'Agenzia della Proprietà della Corona, istituto che gestiva i beni di proprietà della Casa reale fino ad allora controllato solo parzialmente dal re di Thailandia coadiuvato da una commissione governativa.[29][30] Nel giugno del 2018 l'Agenzia della Proprietà della Corona annunciò che la proprietà dei beni della Casa reale era stata trasferita a Vajiralongkorn, al quale venivano lasciate tutte le decisioni relative alla responsabilità e gestione dei beni stessi. I beni divennero così soggetti a tassazione, come quelli di ogni cittadino, mentre in precedenza erano esenti da tasse. Secondo una valutazione di Forbes, il valore dei beni gestiti dall'agenzia superava nel 2012 i 30 miliardi di dollari. Con l'intestazione dei beni e assumendone il controllo, Vajiralonkorn diventò uno dei sovrani più ricchi del mondo.[6][26][31]

Interferenze del re nelle elezioni del 2019[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni parlamentari in Thailandia del 2019.

Dopo innumerevoli rinvii, le elezioni si tennero il 23 marzo 2019. Prayut si candidò a primo ministro con il nuovo Partito Palang Pracharath controllato dalla giunta militare.[32] Nel periodo di campagna elettorale per le elezioni del marzo 2019, il re vietò alla sorella Ubolratana Rajakanya di presentarsi come candidata a primo ministro per il Partito Thai Raksa Chart, che si opponeva al governo militare e che fu disciolto dalla Corte costituzionale per averle dato questa possibilità.[33] Alla vigilia del voto, il sovrano invitò pubblicamente gli elettori a scegliere brava gente (in thailandese: คนดี?, traslitterato: khon di), invito che fu interpretato da molti come un sostegno al partito dei militari. Una tale intromissione di un sovrano non aveva precedenti nella storia elettorale del Paese.[34] La reazione negativa di molti giovani thailandesi fu immediata, e su Twitter molti aderirono all'hashtag "Siamo adulti e possiamo scegliere da soli".[34][35] Il re continuò a fare pressione sulla giunta al potere perché gli venissero accordati maggiori poteri decisionali in ambito esecutivo e maggiore controllo sull'esercito. Queste sue prese di posizione crearono malumore tra le forze democratiche, impazienti per le frequenti intromissioni di militari e monarchia durante la crisi che ha caratterizzato la politica del Paese dal 2006. Alcuni, tra cui il neonato Partito del Futuro Nuovo, iniziarono a schierarsi contro la monarchia nonostante la severità delle leggi che puniscono il reato di lesa maestà.[26]

Le elezioni furono vinte dal Partito Palang Pracharath guidato dal leader della giunta Prayut. Oltre al vantaggio che la nuova Costituzione gli garantiva di avere dalla propria parte tutti i membri del Senato graditi ai militari, Prayut vinse le elezioni anche in virtù del discutibile modo in cui furono gestite dai funzionari della Commissione elettorale nominati dalla stessa giunta militare. Le consultazioni furono aspramente criticate dalle opposizioni e da osservatori e governi stranieri.[36][37] Il partito che faceva riferimento alla famiglia Shinawatra, Pheu Thai, formò la coalizione per la democrazia con i propri alleati a cui aderì anche il neonato Partito del Futuro Nuovo guidato dal magnate dell'industria Thanathorn Juangroongruangkit, il cui programma, in conflitto con la giunta e la monarchia, era rivolto all'elettorato più giovane e gli permise di assicurarsi il 17,8% dei voti.[38]

Al termine delle consultazioni, il 19 luglio 2019, durante il giuramento ufficiale del nuovo governo, i ministri promisero fedeltà alla monarchia ma non alla Costituzione e, nonostante le proteste, non posero riparo a questa che è considerata una grave violazione del tradizionale giuramento e una tacita accettazione della crescente natura assolutistica della monarchia nazionale. In una cerimonia ufficiale del 27 agosto successivo, ogni ministro ricevette un messaggio di supporto da parte del re.[39] Quell'anno furono trasferiti sotto il comando personale del re due reggimenti dell'esercito. Il budget dell'Agenzia reale fu di 290 milioni di dollari per il 2020, più del doppio del budget del 2018.[6]

Proteste popolari del 2020-2021 e richieste di ridurre i privilegi del re[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Proteste in Thailandia del 2020-2021.

Dopo le elezioni del 2019, il Partito del Futuro Nuovo (PFN) dovette subire indagini della magistratura per finanziamento indebito e fu disciolto il 21 febbraio 2020 con una sentenza della Corte costituzionale,[40][41] organo da diversi anni sotto il controllo militare.[42] Il verdetto fu accolto con aspre critiche in Thailandia e all'estero; scatenò la reazione popolare ed ebbero subito inizio una serie di manifestazioni anti-governative che si interruppero a fine mese per il lockdown imposto per limitare la diffusione della pandemia di COVID-19 in Thailandia. Le proteste ripresero con vigore il 18 luglio con una serie di grandi manifestazioni come non se ne vedevano nel Paese da prima del colpo di Stato del 2014.[40] Le principali richieste dei dimostranti furono inizialmente lo scioglimento del Parlamento, la fine delle intimidazioni delle forze dell'ordine contro le opposizioni e profonde modifiche alla Costituzione. In agosto si aggiunse la clamorosa richiesta di una radicale riforma della monarchia che prevedeva pesanti tagli ai privilegi del re, un evento senza precedenti nella storia del Paese. I dimostranti espressero inoltre la convinzione che il connubio tra le forze armate e la monarchia fosse un ostacolo da abbattere per avere una democrazia reale.[40][43] Il sovrano fu anche criticato per le spese eccessive con cui vengono dilapidati i soldi dei contribuenti, alcuni parlamentari dell'opposizione protestarono ad esempio sostenendo che il re mantenesse una flotta personale di 38 fra aerei ed elicotteri.[6]

Il governo di Prayut reagì emanando un severo stato di emergenza, ma il positivo impatto che avevano avuto le proteste sull'opinione pubblica lo costrinsero a promettere emendamenti alla Costituzione, ipotesi che il movimento anti-governativo non ritenne credibile e le dimostrazioni proseguirono.[44][45] Con la crescente pressione risultante dalle proteste, in settembre si cominciò a speculare su un possibile colpo di Stato militare ai danni del governo di Prayut, che iniziava a essere visto sempre più insostenibile;[46] Le preoccupazioni si basavano soprattutto sul fatto che all'interno delle forze armate era in piena ascesa la fazione più vicina al re, mentre quella che aveva portato al potere Prayut era in netto declino.[47]

Il 26 ottobre 2020, un corteo di dimostranti arrivò all'ambasciata tedesca di Bangkok e presentò una formale richiesta al governo tedesco di investigare sulle attività in Germania di re Vajiralongkorn, in particolare se avesse esercitato i suoi poteri durante i soggiorni europei.[48] Il ministro degli Esteri tedesco rese noto di aver informato a più riprese l'ambasciatore thailandese che non è consentito alle personalità straniere di gestire i propri affari di Stato dalla Germania.[49] Patrick Jory, esperto insegnante di storia del Sud-est asiatico all'Università del Queensland, fece in quel periodo un ritratto dell'imprevedibile natura del re e della sua volontà di usare la violenza, aggiungendo che avrebbe potuto mettere pressione su Prayut per stroncare le proteste.[50]

Il 24 novembre fu inviato un mandato di comparizione a 12 dei leader delle proteste accusati di lesa maestà, ed era la prima volta da due anni che questa legge veniva applicata dopo che lo stesso re aveva fatto richiesta al governo di non utilizzarla.[51][52] Entro il maggio del 2021 furono almeno 82 i dimostranti incriminati per questo reato; gli arresti dei principali esponenti del movimento e le preoccupanti ondate di nuovi contagi di COVID-19 verificatesi verso fine 2020 e dall'aprile 2021 furono i principali motivi che contribuirono a porre fine alle manifestazioni di piazza in quel periodo.[53][54] Le proteste ripresero nel luglio 2021 e il successivo 10 novembre la Corte costituzionale stabilì che le richieste per la riforma della monarchia presentate dai dimostranti avevano come obiettivo la destabilizzazione dello Stato e il rovesciamento della monarchia stessa, definendole un abuso dei diritti e delle libertà e un danneggiamento per la sicurezza dello Stato. La sentenza fu definita un "colpo di Stato giudiziale" che potrebbe favorire il ritorno alla monarchia assoluta e innescare nuove accuse contro i dimostranti tra cui quella di tradimento, reato per il quale è prevista la pena di morte.[55][56][57]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Rama X si sposò tre volte mentre era ancora principe ereditario e tutti e tre i matrimoni si conclusero con divorzi. Il monarca dispone di un harem personale di circa venti giovani donne le quali sono tanto sue concubine quanto sue guardie del corpo.

Il 1º maggio 2019 il re Maha Vajiralongkorn si sposò per la quarta volta nella sala del trono del palazzo Dusit di Bangkok con Suthida Tidjai, l'ex-hostess della Thai Airways che nel 2014 aveva nominato vice-comandante della sua Guardia personale.[25] La notizia delle nozze, pubblicata sulla Gazzetta Reale a sposalizio avvenuto, colse molti di sorpresa. La TV di Stato diffuse un video della cerimonia. Il sovrano, che a 66 anni è tre volte divorziato e sette volte padre, non aveva mai annunciato la relazione con la ex-hostess. La stampa internazionale l'aveva solo ipotizzata dopo il suo turbolento terzo matrimonio con il servizio pubblicato da un tabloid tedesco, Paese in cui il sovrano ha una lussuosa villa e vive gran parte del tempo.[58]

Il 28 luglio 2019, nel giorno del suo 67º compleanno, durante una cerimonia ufficiale tenutasi a Bangkok, Rama X ha nominato "consorte reale" la 34enne Sineenat Wongvajirapakdi, già sua concubina, alla presenza della moglie Suthida Tidjai, per poi destituirla dopo soli tre mesi, in ottobre, per slealtà dal momento che si comportava in pubblico come se fosse stata la regina, in contrasto con l'etichetta di corte e la tradizione. La donna fu incarcerata quello stesso mese.[59] Il 2 settembre 2020 fu scarcerata e condotta in Germania con un volo privato per tornare a far parte dell'harem del re.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Chulalongkorn (Rama V) * Mongkut (Rama IV) *  
 
Debsirindra  
Mahidol Adulyadej, Principe di Songkla  
Savang Vadhana Mongkut (Rama IV) *  
 
Piam Sucharitakul  
Bhumibol Adulyadej (Rama IX)  
Chu Chukramol Chum Chukramol  
 
 
Sangwan Talapat  
Kham Chukramol  
 
Pha  
Vajiralongkorn (Rama X)  
Kitiyakara Voralaksana, I Principe di Chanthaburi Chulalongkorn (Rama V) *  
 
Uam Bisalayabutra  
Nakkhratra Mangkala, II Principe di Chanthaburi  
Principessa Apsarasaman Devakula Devan Uthaivongse, Principe Devavongse Varoprakarn  
 
Yai Sucharitakul  
Sirikit Kitiyakara  
Sadan Snidvongs Principe Sai Sanidvongs  
 
Khian Sasisamit  
Bua Snidvongs  
Bang Bunyathon Ruai Bunyathon  
 
Wae Na Bangxang  
 

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze thailandesi[modifica | modifica wikitesto]

Gran Maestro dell'Ordine del Rajamitrabhorn - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine del Rajamitrabhorn
Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine della Casata Reale di Chakri - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine della Casata Reale di Chakri
Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine delle Nove Gemme - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine delle Nove Gemme
Gran Maestro e Cavaliere di Gran Cordone dell'Ordine di Chula Chom Klao - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro e Cavaliere di Gran Cordone dell'Ordine di Chula Chom Klao
Gran Maestro dell'Ordine al merito - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine al merito
Gran Maestro dell'Ordine di Rama - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine di Rama
Gran Maestro e Cavaliere di Gran Cordone dell'Ordine dell'Elefante Bianco - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro e Cavaliere di Gran Cordone dell'Ordine dell'Elefante Bianco
Gran Maestro e Cavaliere di Gran Cordone dell'Ordine della Corona - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro e Cavaliere di Gran Cordone dell'Ordine della Corona
Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Direkgunabhorn - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Direkgunabhorn
Gran Maestro dell'Ordine di Vallabhabhorn - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine di Vallabhabhorn
Gran Maestro e Membro dell'Ordine di Ramkeerati - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro e Membro dell'Ordine di Ramkeerati
Gran Maestro dell'Ordine di Vajira Mala - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine di Vajira Mala
Medaglia al coraggio - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia al coraggio
Medaglia a salvaguardia della libertà di I Classe - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia a salvaguardia della libertà di I Classe
Medaglia al servizio sui confini - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia al servizio sui confini
Medaglia di lungo servizio - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di lungo servizio
Medaglia al servizio di re Bhumibol Adulyadej - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia al servizio di re Bhumibol Adulyadej
Medaglia della corte di re Bhumibol Adulyadej - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia della corte di re Bhumibol Adulyadej
Medaglia commemorativa del 60º anniversario dell'ascesa al trono di Bhumibol Adulyadej - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa del 60º anniversario dell'ascesa al trono di Bhumibol Adulyadej
— 12 giugno 2006
Medaglia d'oro della Croce Rossa - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro della Croce Rossa

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Regno di Danimarca) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Regno di Danimarca)
— 7 febbraio 2001
Gran Cordone dell'Ordine del Crisantemo (Stato del Giappone) - nastrino per uniforme ordinaria Gran Cordone dell'Ordine del Crisantemo (Stato del Giappone)
— 26 settembre 1991[60]
Gran Commendatore dell'Ordine del Difensore del Reame (Malesia) - nastrino per uniforme ordinaria Gran Commendatore dell'Ordine del Difensore del Reame (Malesia)
— 2 settembre 2013
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona (Regno dei Paesi Bassi) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona (Regno dei Paesi Bassi)
— 19 gennaio 2004
Medaglia dell'Investitura di Re Guglielmo Alessandro (Regno dei Paesi Bassi) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia dell'Investitura di Re Guglielmo Alessandro (Regno dei Paesi Bassi)
— 30 aprile 2013
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Sole del Perù (Repubblica del Perù) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Sole del Perù (Repubblica del Perù)
— 9 aprile 1993
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Militare di San Benedetto d'Avis (Repubblica Portoghese) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Militare di San Benedetto d'Avis (Repubblica Portoghese)
— 31 dicembre 1981
Cavaliere di Gran croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca (Repubblica Federale Tedesca) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca (Repubblica Federale Tedesca)
— 29 febbraio 1984
Cavaliere di Gran Croce Onorario dell'Ordine Reale Vittoriano (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce Onorario dell'Ordine Reale Vittoriano (Regno Unito)
— 28 ottobre 1996
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Carlo III (Regno di Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Carlo III (Regno di Spagna)
— 13 novembre 1987[61]
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Regno di Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Regno di Svezia)
— 25 febbraio 2003
Membro di II Classe dell'Ordine famigliare di Terengganu (Terengganu) - nastrino per uniforme ordinaria Membro di II Classe dell'Ordine famigliare di Terengganu (Terengganu)

Note[modifica | modifica wikitesto]

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Predecessore Re di Thailandia Successore
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Predecessore Principe della Corona di Thailandia Successore
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