Utente:Lupo rosso/Milizie operaie popolari e antifasciste

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bandiera utilizzata dal Battaglione Arditi del Popolo della Sezione di Civitavecchia
bandiera utilizzata dal Battaglione Arditi del Popolo della Sezione di Civitavecchia


V Reggimento[modifica | modifica wikitesto]

Storia del Quinto Reggimento[modifica | modifica wikitesto]

La 5a milizia popolare conosciuta come Quinto Reggimento è stato un corpo militare di volontari della Seconda_repubblica_spagnola durante i primi mesi del guerra civile spagnola. L'origine del Quinto Reggimento risale alla Milicias Antifascistas Obreras y Campesinas (MAOC), comandate da Juan Modesto [1]come capo nel 1933 a Madrid, la milizia aveva il compito di protezione protezione per i socialisti e comunisti, composto principalmente da militanti della Gioventù Socialista Unificata JSU, quando vi fu la rivolta militare del generale Francisco Franco vi furono 5 battaglioni della milizia che parteciparono attivamente alla difesa di Madrid.Il Quinto Reggimento ha partecipato alla presa della caserma della Montagna ,situata sul colle del Principe Pio , dove inizio' la rivolta franchista a Madrid ad opera del generale Fanjul [2] il 23 luglio 1936 .Successivamente il Quinto Regimiento utilizzo' la scuola-convento dei Salesiani come base per le operazioni militari e di formazione per i lavoratori e contadini alla disciplina militare .Il Quinto Regimiento e' diventato famoso a causa della sua alta formazione militare e la coesione dei suoi membri .Il numero di arruolati è cresciuto rapidamente , passando da 6.000 a 20.000 miliziani tra i mesi di agosto e novembre ,le operazioni militari sono state condotte attorno molto spesso alla capitale .La milizia del V reggimento ,soprannominato il Reggimento di ferro , veniva mandata quasi sempre in prima linea e nelle principali azioni all'inizio della guerra civile spagnola per evitare il crollo del capitale repubblicana, Madrid, la milizia del V partecipo' alla battaglia di Somosierra, Guadarrama, Talavera e Toledo, all' evacuazione della Museo del Prado a Valencia. Il Quinto Reggimento divenne il fiore all'occhiello dell'esercito popolare repubblicano .I suoi capi sono nomi conosciutissimi nella Guerra di Spagna , Juan Modesto, Enrique Lister, Valentin Gonzalez[3] "El campesino" e Etelvino Vega Martínez.La milizia del V reggimento viene alfine inquadrata nell'esercito regolare repubblicano il 22 gennaio 1937.Vittorio Vidali, uno dei suoi comandanti, proclama quel giorno: "Il Quinto Reggimento è morto! Viva l'esercito del popolo!" La 11 esima Divisione 11 prendera' il nome di Battaglione Lister.


Struttura e Fama[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante le sue origini di formazione nettamente comunista l'arruolamento nel Quinto Reggimento è stato molto comune tra i difensori della Repubblica Spagnola di ogni ideologia, per il suo buon funzionamento , i soldati potevano scegliere il loro sergenti e gli ufficiali di rango inferiore, ma dopo di cio' non si potevano mettere in discussione gli ordini.Questa struttura era comune in gran parte della milizia antifascista e ne tratta anche il libro Francesco Fausto Nitti, L'uomo che beffò Hitler e Mussolini di Pietro Ramella per quanto riguarda l'ordinamento dell'ex battaglione anarchico denominato battaglione della morte, e di altre Colonne antifasciste , quando ne assunse il comando il Nitti che venne il Comandante Rosso .La buona organizzazione del V reggimento ,la sua una buona istruzione disciplinare e il fatto che molti dei suoi membri conoscevano il corretto funzionamento delle armi ha fatto si che il V Reggimento ben presto diventasse reggimento di élite al punto tale da divenire quasi una leggenda , cio' dimostrato da canzoni popolari dedicate al V Reggimento ancora adesso e .La canzone del periodo , forse maggiormente conosciuta , legata al V Reggimento e' El Paso dell'Ebro [4]conosciuto anche come Ay Carmela che ne e' il ritornello , Il V era dotato anche di un proprio giornale dal nome Milizia Popolare. Numerosi gruppi di cantanti ed anche singoli han dedicato canzoni al V Regimiento nel seguito.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aldo Garosci [5]Gli intellettuali e la guerra di SpagnaEinaudi, 1959
  • Patrizia Linda Giuva Guida agli archivi della Fondazione Istituto Gramsci di Roma , ISBN 8835938910, 9788835938910
  • Renzo Rosso Le donne divine, 2007 ,ISBN 8811662923, 9788811662921
  • Luca Canali Reds racconti comunisti , 2008 ISBN 8845253805, 9788845253805
  • Valeria Zacconi Cuba va! L. Manzuoli , 1977
  • Blanco Rodríguez, Juan Andrés El Quinto Regimiento En La Política Militar Del Pce En La Guerra Civil Universidad Nacional de Educación a Distancia
  • Pino Cacucci Tina Feltrinelli , 2005 , EAN 9788807818301

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


Armata Rossa Ruhr[modifica | modifica wikitesto]

relazioni e derivazioni nello sviluppodella sinistra tedesca

Armata Rossa Ruhr o Red Army Ruhr o ancora Esercito Rosso Ruhr [6]è stata una milizia militare di 50 000 lavoratori ,formata essenzialmente da operai facenti capo all'ala del KPD da cui nascera' il KAPD e della Libera Unione Lavoratori di Germania[7],scissione della Libera associazione tedesca dei sindacati e poi confluita nella Associazione Internazionale Lavoratori [8]. L'Armata Rossa Ruhr fu fondata , nella valle della Ruhr, il 13 marzo 1920 come reazione al Putsch di Kapp ,la valle della Ruhr era la più ricca zona industriale della Germania. Dopo aver indetto lo sciopero generale il 14 marzo l'Armata Rossa Ruhr ha sconfitto i Freikorps che intervennero con esercito regolare costruendo la più grande armata operaia , ( seconda numericamente alla colonna denominata i 100.000 combattenti rossi di Ernst_Thälmann , del 1928 ) ,tale periodo e' chiamato Märzrevolution ( Rivoluzione di marzo ) e Ruhr Uprising (Ruhraufstand).I scioperanti conquistarono Düsseldorf, Elberfeld, Essen e presero il controllo su tutta la zona della Ruhr. Dopo il fallimento dei negoziati fra governo e scioperanti fu inviato di nuovo l'esercito in zona appoggiato da uomini che Freikorps che massacrarono molti lavoratori e ripresero la zona. Da parte dei Freikorps vi furono 250 caduti e 1000 nella Red Army Ruhr.Il 12 aprile il generale von Watter vietava qualsiasi comportamento illegale dei suoi soldati per porre fine a tutte le battaglie e scontri nella regione della Ruhr.Josef_Römer uno dei capi dei Freikorps all'avvento del regime nazionalsocialista , assieme ad altri della medesima provenienza , passera' su posizioni di etrema sinistra formando squadre paramilitari con gli operai animatrici della Resistenza tedesca armata.

  • Precedentemente vi era stata il sollevamento dei marinai di Stoccarda e la rivolta della guarnizione di Monaco, [9]ed ancor prima la rivolta di Berlino [10]e nel proseguio l'insurrezione di Amburgo del 1923.
  • Nell'oganigramma della foto sembra che sia KPD che KAPD derivino entrambi dal VKPD siano quindi due strutture che fuoriescono parallelamente dallo stesso partito ma non fu cosi' in quanto semplicemnete il nome del KPD fu per 2 anni VKPD e quindi il KAPD risulta essere scissione del KPD.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Karl Grünberg - Brennende Ruhr - Roman aus der Zeit des Kapp-Putsches( romanzo a partire dal momento del push di Kapp ), Verlag Neues Leben Berlin, 1997, ISBN 3-931999-03-3
  • Erhard Lucas, Ludger Fittkau, Angelika Schlüter: Ruhrkampf 1920: Die vergessene Revolution (La rivoluzione dimenticata). Ein politischer Reiseführer, Klartext Verlag, 1990, ISBN 3-88474-347-3
  • Erhard Lucas: Märzrevolution 1920( Rivoluzione di marzo 1920 ). 3 Bände, Verlag Roter Stern Frankfurt am Main 1973–1978, ISBN 3878770758, ISBN 3878770642, ISBN 3878770855
  • Heinrich August Winkler: Weimar 1918-1933. Die Geschichte der ersten deutschen Demokratie. Weimar 1918-1933. Die Geschichte der ersten deutschen Demokratie. Beck, München 1993. ( La storia della prima democrazia tedesca )Beck, München 1993.
  • Otto Hennicke: Die Rote Ruhrarmee. Gewehre in Arbeiterhand( l'esercito rosso della Ruhr. Gewehre in Arbeiterhand . Lavoratori con armi in pugno ). Berlin 1956

tratto da Il "Armata Rossa" di lavoratori della Ruhr in connessione con la Putsch Kapp marzo / aprile 1920

«Note da tradurre

1)Cfr e in seguito ai lavori del Max-Weber-allievo Gerhard Colm, contributo alla storia e alla sociologia della Ruhr rivolta nel marzo / aprile 1920, Essen, 1921; Il suo lavoro è il solo wisseschaftliche indagine della Ruhr e la successiva rivolta pubblicazioni è stato sostituito e non appena aggiunto.Vedi anche Hans Spethmann (Dodici anni minerario della Ruhr, op.) Bd.II rivolta e ricusazione undnach prima del colpo di Kapn-up per l'occupazione della Ruhr, Berlino 1928, il cui studio è stato finanziato da Unrternehmerseite e una corrispondente tendenza è disfiguring, ed E. Brauer (La Ruhr sollevazione del 1920. 1930eine Berlino KPD-rappresentanza ufficiale non di livello molto elevato.

2) E. Brauer (op. cit., P. 80) detiene il 120 000 l'uomo forza dell ' "Armata Rossa", né per understatement. Spethmann (op.cit., p. 143) parla come indica il comando Hagener sede della "Armata Rossa" a 23.3.1920 una forza di 120 000 Schätzung der Reichswehr 80 000 - 100 000 Mann. come una stima del Reichswehr 80 000 - 100 000 l'uomo

3) Si veda il testo dell'accordo con Gerhard Colm, op, pag. 115-117; E. Brauer, op.cit., p. 115-117; E. Brauer, op, pag. 67 f; H. Spethmann, op. cit., p. 67 F; H. Spethmann, op, pag. 156 ff. 156 ss

4) Frederick P. Pounder primi 14 anni della Repubblica tedesca, Offenbach / Main 1947, pag 181. 181a 5) Vedi il meno partigiano Gerhard Colm, op, pag. 139 ff. 139 ss

6) polo. Akten der Reg. Düsseldorf, Nr. 15785/13 ff. memorandum sulla "Armata Rossa" e le altre organizzazioni di lotta

7) Citato in Gerhard Colm, op., P. 58; anche i. E. Brauer, op cit, pag. 86 f. 86 f.

8) Cfr Gerhard Colm, op, pag. 65 ff, e E. Brauer, op cit, pag. 80 ff. 80 e segg Oltre a tutti i tipi di pistole ed esplosivi, che erano insorti infine ha anche una serie di fucili e cannoni e le mine su 2 aeromobili.

9) le seguenti E. P. Brauer (op. cit., Pp 49-60) caratterizzazione dei 3 centri; vedi anche Gerhard Colm, op, pag. 61 ff. 61 e segg

10) Gerhard Colm, op cit .. p. pag 55. 55a 11) Cfr Gerhard Colm. op. cit., p. cit, pag. 117: 117: "Tra le firme sono rappresentanti dei tre partiti socialisti, nessun rappresentante della lotta dei lavoratori, non i rappresentanti del partito di opposizione, non vi è alcun collegamento o sindacalisti comunisti".

12) Cfr sulle cause e lo svolgimento di tutta l'azione: Manfred Dörnemann, op., P.99-147.

13) Dörnemann (op.cil.-p. 63) porta esempi di 'originale' rami con ambizioni sportive gestite caccia la sinistra radicale lavoratori di unione e membro del partito libri organizzato i loro colleghi.

14) V. Saurma-Jeltsch, op, pag. 12. 12

15) "La sindacalisti", 2a Jg. (1920). Jg (1920). Nr. 10. N. 10

16) Gerhard Colm (op .. D.49) tali percentuali sono calcolate utilizzando gli elenchi di sostegno per le vittime della rivolta di marzo in cui 374 denominazioni nel sindacale è stato dato.

17) Cfr applicabile Gerhard Colm (op. cit., P. 81 0: "... Se si confrontano i principi di sindacalisti con l'intero orologio movimento, come si vede, come bagnato fradicio tutto il movimento, a volte deliberatamente, a volte inconsapevolmente, sindacale con idee e metodi, d'altro canto, si vede. come molti membri della Free Workers' Union ", attraverso la loro partecipazione al" Armata Rossa "principi fondamentali sono violati."

18) "La sindacalisti", 2a Jg. (1920), Nr. 16. Jg (1920), n. 16 . .

19) Si veda anche Gerhard Colm, op, pag. 82. 82a

20) "La sindacalisti," 2.Jg. (1920), No.16.

21) Circa la relazione 3.Parteitag il KPD (S), p. 16. 16a

22) Gerhard Colm (op. cit., P. 44), calcolato sulla base di queste cifre Parteiagabe con 149 nomi sulle liste d'azione per sostenere le vittime della rivolta della Ruhr

23) "The Red Flag", 3.Jg. (1920), n. 32; vedi anche: "Il KPD nel proprio specchio" (KAPD-Verlag), p. 17 f; vedere la discussione di questa dichiarazione in dettaglio: KHTjaden, op, pag. 8 f. 8 f.

24) P. Gerhard Colm, op, pag. 121. 121a

25) Ibidem, p. 122. 122a , p.16-27. La sede centrale di Berlino ha deciso più tardi, dopo l'esordio di "bianco Tenori" nella regione della Ruhr, ma ancora uno sciopero generale chiamata e non ha mostrato molto chiaro atteggiamento in tutta la situazione dopo il Putsch Kapp; vedere criticamente: Il KPD nel proprio specchio, pag.16-27. Vgl. auch OK Flechtheim, op.cit., p. Vedi anche OK Flechtheim, op, pag. 62 f. 26) P. esempi di questa domanda di opposizione nella Renania Settentrionale-Vestfalia KP Stampa: E. Brewer, op, pag. 69 ff.; Gerhard Colm, op.cit., p. 69 ss; Gerhard Colm, op, pag. 76 ff. 76 e segg

27) Si veda la storia di questa azione: Max boschi, dai bianchi per la Croce Rossa di bandiera, pag 85 ff. 85 e segg

28) Cfr Henry Brandl, l'azione contro la Putsch di Kapp West Sassonia. Berlin 1920;, che è stato scritto da parte della sede centrale per giustificare la sua posizione dopo la Putsch Kapp diffuse; vedere le loro critiche da Max boschi, op cit, pag. 98 ff. 98 e segg

29) "The Red Flag", 3.Jg. (1920), No.46: Lame; vedi anche: "The Red Flag", 3.Jg. Nr. 39; vgl. auch unten den Abschnitt über Max Hoelz. N ° 39, si veda anche sotto la sezione su Max boschi.

30) KAZ (Grande Berlino), L. nato (1920), n. 90a

Tratto da: Bock, Hans Manfred, Syndikalismus und Linkskommunismus von 1918 -1923 Bock, Hans Manfred, il sindacalismo e del comunismo link da 1918 -1923 Zur Geschichte und Soziologie der Freien Arbeiter-Union Deutschlands (Syndikalisten), der Allgemeinen Arbeiter-Union Deutschlands und der Kommunistischen Arbeiter-Partei Deutschlands, Meisenheim am Glan 1969, S. 288ff Sulla storia e la sociologia della Libera Unione Lavoratori di Germania (sindacalisti), il generale Workers' Unione di Germania e il Partito comunista dei lavoratori di Germania, a Meisenheim Glan 1969, pag 288ff»

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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Sette Agostino[modifica | modifica wikitesto]

figlio di Stefano e Veronese Ermenegilda nato , 5/12/1902 Montagnana (Pordenone) Anarchico muratore antifascista miliziano degliArditi del Popolo.Subisce il carcere fascista , ripara in Francia nel 1924 e nel 1934 si trasferisce in Belgio, espulso ritorna in Francia nel 1935 a Marsiglia , qui riprende i contatti con l'organizzazione anarchica.In marzo dell'anno dopo va a Barcellona e e' attivista del sindacato anarchico.Immediatamente dopo il golpe dei fascisti diFranco e' fra i primi miliziani della Colonna Buenaventura Durruti.Cade combattendo il 31 luglio 1936 nella difesa di Madrid[11].Risulta essere il primo italiano caduto nella guerra di Spagna.


da un articolo inviatomi da Pietro Ramella[modifica | modifica wikitesto]

il sangue versato daivinti di Pietro Ramella

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«PS Vorrei consigliare per una maggior conoscenza dei fatti il libro (a cui mi sono largamente riferito) di Ferruccio Iebole “Partigiani, Martiri Liguri, Piemontesi e Cacciatori degli Appennini” edito da Edizione AeC, Mondovì, 2005, che affronta in modo preciso e documentato tutte le vicende che insanguinarono il Monregalese dal dicembre 1944 alla Liberazione. Voglio infine sperare che “La Bisalta” tra “le donne dimenticate” ricorderà le partigiane Emma Biscia e Jolanda Bonfini, che dopo essere state selvaggiamente torturate per quindici giorni a Roccaforte di Mondovì dalle Brigate Nere, vennero uccise a Rocca de Baldi il 4 marzo 1945.»

[12]

Pietro Ramella partecipa in Spagna nel 1996 alle manifestazioni inerenti la Guerra Civile spagnola e fa amicizia con due ex partigiani monregalesi , la loro amicizia prosegue e si ricontrano per parlare della Resistenza e la esperienza nella lotta partigiana ; gli incontri hanno anche carattere scherzoso perche' passato iltenmpo su certe ingenuita' che al momento potevano costituire rischio si puo' anche ridere molti annia dopo pero' l'anneddoto diviene drammatico quando un nuovo compagno ritrovato ed asoociatosi al gruppo narra di esser stato incarcerato in 4 carceri fascistediverse rischio' di essere fucilato dai partigiani stessi poiche' scambiato per un brigatista nero e di come si regolarono i conti con il tenente Farina notissimo torturatore fascista durante la Liberazione di Mondovi'nell'aprile 1945.La questione termina li' finche' in un successivo incontro un compagno arriva con la notizia che il torturatore Farina era stato inserito nel libro il sangue dei vinti di Giampaolo Pansa : Allora Pietro Ramella stupitosi di tale inserimento decide di fare una ricerca sulle ragioni dell'inserimento stesso. I repubblichini, il 2 novembre 1944, ripresa Alba, che era in mano alle brigate partigiane da 23 giorni , decisero di eliminare i "ribelli" in modo definitivo. Furono trasportati i Cacciatori degli Appenninidal Veneto al Momregalese, e si attaccarono in forze le bande degli Autonomi di Mauri , il comandante era Enrico Martini nome di battaglia Mauri, iniziativa fallita a causa di una rabbiosa risposta militare degli Autonomi di Mauri a Castellino Tanaro e al Passo della Pedaggera. I nazifascisti pasano qundi ad un rastrellamento concentrando nella zona circa 20.000 uomini: la 34ª Divisione tedesca,con armamento pesante ,brigatisti neri di Cuneo e Novara, i Cacciatori degli Appennini con uomini della San Marco e della Legione Muti.I rastrellatori avevano ipotizzato una manovra a tenaglia per formare una sacca in cui chiudere le formazioni partigiane delle Langhe sud-occidentali e sterminarle.Il rastrellamento comincia ma la retroguardia delle bande partigiane operanti in zona impedisce il chiudersi dell tenaglia per mettendo alla magggioranza delle Brigate Partigiane di riparare nella piana di Mondovì-Torino nele valli alpine.Vi furono molti caduti fra i partigiani e la pardita di parte dell'armamento paracadutato dagli alleati ma nel complesso le formazioni partigiane riuscirono ad impostare un'ordinatea ritirat evitando la loro distruzione , l'operazione militare dei nazifascisti perde vieppiu' forza e finisce il 24 dicembre , i partecipanti ritornao ai luoghi di provenienza ecctto i Cacciatori degli Appennini che si fermano per tenere il Monregalese.Nel perido altre ai caduti partigiani si registrano fucilazioni di civili e incendi di cascine da parte dei nazifascisti. I Cacciatori degli Appenini assieme ai militari tedeschi ammassano circa 2000 fra uomini anziani donne e bambibni in locali gelati dal freddo a Mondovi' il 20 dicembre tenendoli seza alcun sostentamento di nessun bìgenere neabnche il cibo di seguito li costringono a marciare a piedi arivando a Cuneo e filmano la triste colonna spacciandola come "una colonna di ribelli catturati in combattimento nelle valli monregalesi" la minaccia e' di esser deportarti tutti in Germania se vi fossero state proteste ,intefrviene il Vescovo di Mondovì presso ilò comando tedesco e gran parte dei forzati marciatori viene liberato.

Ed oua vegnimmu au sciu Farina turturatu e anche atro[modifica | modifica wikitesto]

I giornali del periodo riportarono le onoreficenze conferite agli ufficiali rastrellatorifascistiriportarono per l'"eroico" comportamento durante nel rastrellamento . I rastrellatori fascisti erano comandati dal tenente dei Cacciatori degli Appennini Alberto Farina che occupato il municipio della città di Mondovi' si distinse per la sua abilita' di riuscire a fare tranquillamente crudelt' di ogni tipo sui prigionieri partigiani o meno.Le donne furono alocate nei piani superiori in un locale quantomeno inadeguato e gelato e solo due volte giornalieri potevano soddisfare i propri bisogni fisiologici non parlando della mancanza di cibo regolare.Pur non subendo torture personali da Farina erano continuamente minacciate di morte e di peggio durante gli interrogatori , comunque furno cortesemente bastonate in un solo cso ovvero quando si misero a cantare "Bandiera Rossa" ed a protestare robustamente avendo saputo che vari partigiani stavano per essere fucilati: si presto' gentilmente alla bisogna della solenne bastonatura a donne inermi l'"eroico" brigatista nero Cremonini dopo aberle legate ad untrave del soffitto per cui quelle di piccola statura graziosamente pendevano e si procurarono per tale motivo lesioni.Per i partigiani invece piu' correttamente era riservato un trattamento a base di torture un po' piu' serie nella ex Casa del Fascio di questo sioccupava direttamente il tenente Farina cortesemente assistito dall’ausiliaria Osella Emma i quel momento sua fidanzata e dai brigatisti neri Bianchini e Bonaccorsi che fra l'altro sapevano picchiare sodo in quanto ex pugili (come accadde alla casa dello studente di Genova per un famoso ex lottatore che si creo' ultriore fama esercitando il nobile mestiere del torturatore al servizio dei nazifascisti) :fra i diversi rimasti storpiati dalle torture Pietro Ramella ricorda Vinai Sebastiano che essendo sopravissuto pote' rendere testimonianza.

specifico del metodo di tortura[modifica | modifica wikitesto]

Boscaglia, Burdisso, Oreglia, i fratelli Vaschetto ed altri ed altri partigiani ebbero il previlegio di assaporare il metodo Bergerac, in cui il fortunato torturando doveva gentilmente dopo essere stato meso contro un qualsiasi muro recitare una poesia e durante tale "spontanea" Bianchini lo pestava costantemente fino a recita terminata in posti del colpo a scelta dello stesso brigatista nero ; poi vi era il metoro per i credenti chiamto “il martirio dei Santi” applicato rigorosamente di notte ponendo il "credente" su un aggeggio ad x ricavato dal castello delle brande ed il suddetto doveva pregare inginocchiato sui ganci di tale aggeggio: tale trattamento aveva una durata di due ore circa affinche' il "credente" mondarsi con gran cura dei suoi "peccati".

i delatori[modifica | modifica wikitesto]

"L'eccellente" signor tenete Farina viene pure ricordato per la magnanimita' con pagava i delatori con sale e/o altri generi all'epoca quasi introvabili per la loro efficienza nel rifornirlo di materia prima per i suoi "divertimenti" nota dello scrivente : me sta giandu propriu u Belin

il presidio di Mondovi'[modifica | modifica wikitesto]

I brigatisti neri rimasti di presidio a Mondovì son sempre piu' incazzati per la triste figura fatta col fallito rastrellamento e non son bastate le frottole dei giornalisti pennivendoli a sedarli per cui si sfogano con le persone inermi :la popolazione civile accusata di collusione coi Banditi con un costante prelevamento di ostaggi e perquisizioni nelle case (compresi luoghi di culto o associati al culto ) con inevitabili trafugamenti di cio' che trovavano nelle perquisizioni.Inoltre avendo il controllo sulla distribuzione dei generi alimentari gestivano tale controllo in modo che fosse il maggiormante disagevole possibile per i civili con rallentamenti decurtamenti ecc.

Il vescovo[modifica | modifica wikitesto]

Sebastiano Briacca vescovo di Mondovi' gia' intervenuto per far liberare il piu' possibile i disgraziati che furono obbligati a marciare da Mondovi' a Cuneo facendo finta da parte dei nazifascisti che fossero pericolosi Ribelli interpella per scritto il prefetto Galardo protestando contro i reiterati soprusi verso la popolazione civile , ma il coraggioso vescovo fa arrabbiare il colonnello Languasco che comanda i Cacciatori degli Appennini dichiarando nei suoi confronti: “La regione non sarà domata, se non dopo aver messo davanti ad un plotone di esecuzione il Vescovo ed i suoi sacerdoti, a noi ostili”[13]

Arriva la Primavera[modifica | modifica wikitesto]

E i partigiani prendono ancora posizione sulle colline restringendo vieppiu' mentre si accingono ad occupare la pianura il raggio di azione e di controllo dei brigatisti neri , ormai e' chiaro che per i fascissti i nodi stanno arrivando al pettine.pLa bande partigiane si concentrano in buona parte nella caserma alpina di Ceva in condizioni di vettovagliamento e di igine pessime per cui a maggior ragione un attacco a danno dei fascisti e' previsto a breve scadenza.Un fatto imprevisto reca solievo nella difficile situazione ,la banda del tenente Pietro Ferrara, nome di battaglia Pierino , appartenente alle formazioni autonome Mauri prebde con un repentino colpo di mano ed in pmrigiona l'intero presio dei fascisti posizionato a Magliano Alpi composto da ventuno militi fascisti, per cui da parte dei fascisti vi e' la minaccia di fucilare un congruo numero di partigiani se i loro camerati non verranno imediatamente liberati per cui viene organizzato uno scambio , ma c'e' un problema :alcuni militi fascisti non voglono essere scambiati e vogliono andare con i partigiani.Il proseguio conduce al trasporto di 20 partigiani nel carcere di Ceva Carrù, zona in cui era stato concordato lo scambio dei prigionieri , ma lo scambio a questo punto e' solo per otto persone . Languasco capo dei brigatisti neri cade in uma imboscata presso il passo della Pedaggera, e perde quattro uomini , per cui ordina che vengano fucilati per rappresaglia dieci partigiani prigionieri nel carcere fascista, tre a Mondovì e nello specifico: Belvolto Andrea, Carasso Vincenzo e Ferreri Giuseppeche vengono trucidati dagli uomini al comando di Farina il 5 marzo nei pressi del cimitero da militi . Ma la faccenda non finisce qui in quanto viene rapidamente allestita una corte marziale a cui partecipano anche rappresentanti dell'esercito tedesco:con Farina, tornato da Carrù e Osella, Bianchini e Bonaccorsi, il processo istituitto con tutte le "garanzie" della "legalita'" , ad esempio mancanza della difesa , emette sentenza di condanna alla fucilazione per i partigiani non scambiati ;il processo e' preceduto da una squisita cena e piacevoli conversari nonche' musica ( se hanno anche ballato Pietro Ramella non e' riuscito a dimostrarlo e/0 ad averne notizia ) a cui partecipano i giudici ma non i partigiani che verranno poi condannati :una caduta di stile per l'ottimo Farina.Facendo qualche conto e qua Farina dimostrsa nuovamente la sua "onesta'" di fascista , tre son gia' stati fucilati ne bastano sette da amazzare: Comino Mario, Panebianco Giovanni, Roggero Giorgio, Ghisolfi Remigio, Sola Elia ed i fratelli Vaschetto Andrea e Mario.Il giudizio ha immediato effetto ed alla edieci di sera i brigatisi neri procedono allegramente al lavoretto con Farina ed i suoi scheragni , ammazzando i disgraziati in diversi posti ma intempi ravvicinati:Sola e Panebianco contro il muro della Cattedrale, Mario Vaschetto, Comino e Ghisolfi in Piazza Nuova ( luogo in cui vi era stato il parziale scambio di prigionieri ) ed Andrea Vaschetto e Roggero in Via Benevagienna. I fascisti ordinano di di lasciare i morti dove son caduti , alla popolazioene , comunque questo metodo e' comune da parte dei nazifascisti in simili casi , i cadaveri dei partigiani restano quindi a far rossa del loro sangue la neve .Non vengono date informazioni del fatto ai familiari dei fucilati che losanno attraverso i manifesti appesi su ordine del Languasco.Farina ebbe un incontro in Niere di Villanova con il capitano Scimè comandante della V Divisione Alpi- Mondovì onde raggiungere un accordo inerente le condizioni di resa per il presidio fascista da lui comandato con una tregua per la consolodazone dello stesso accordo.Farina viola subito la tregua e nello stesso giorno vengono uccisi a Mondovì i partigiani Caviglia Lorenzo e La Salvia Michele mentre il 13 aprile a Bastia Mondovì il brigatista nero uccide Bonaccorsi il partigiano Avagnina Antonio dopo averlo arrestato a casa sua , subito dopo l’arresto a casa sua ed il 14 vengono nei dintorni di Gosi vicino a Frabosa Sottana Basso Giorgio, Ciocca Attilio e Colombo Giovanni.Nei posti presidiati dai caciatori delle Alpi continua la mattanza di partigiani con altri uccisi per cui il Capitano Scimè prende atto che gli accordi non hanno piu' senso e decide di non sentirsi piu' vincolato a questi. Il Tribunale di Guerra del I Gruppo Divisioni Alpine Mauri condanna quindi alla pena di morte i fascisti colpevoli di atrocità, fra i quali Farina e camerati.

Tribunale di guerra del CLN[modifica | modifica wikitesto]

«I Tribunali di Guerra agivano nel pieno della legalità, in quanto organismi istituiti con decreto n. 20 del 15.10.1944 del CLN, che legiferava in delega al governo italiano legittimo, “onde consentire la più immediata punizione di quei reati che per la loro atrocità hanno profondamente colpito la pubblica coscienza”. Decreto confermato dal bando CRMP del 1.11.1944 che regolava i tribunali di guerra territoriali e quelli di divisione, che “giudicano in nome del popolo italiano ed applicano i codici penali e le altre leggi in vigore alla data dell’8 settembre 1943, con le modifiche risultanti dal presente bando”, stabilendo gli organici dei tribunali»

[14]

Il CLN del Piemonte in vista dell'insurrezione emana norme durissime ( che saranno poi quelle applicate neEccidio_di_Porzûs a detta di monsignor Aldo Moretti ) che prevedono l'immediata pena di morte , se catturati , per spie e tedeschi e fascisti che avessero commesso reati configurabili come nell’imminenza dell’insurrezione come crimini diguerra.Si arriva quindi alla esecuzione di Benito Mussolini e la notizia perviene anche in Piemonte ; il colonello Languasco capo del presidio di Mondovì,il tenente Rizzo con alcuni fascisti si danno a coraggiosa fuga dal Monregalese assieme all' esercito tedesco che si ritira dalla Liguria e si eclissano da cuor di leoni quali erano. Farina con Osella invece tentano di scappare mettendosi abiti civili essendo ben consci di quanto avevano fatto e di quanto sarebbe potuto loro accadere se catturati da qualche brigata partigiana :la fucilazione mentre altri due fascisti che partecipavano come torturatori Bianchini e Bonaccorsi agli interrogatori si aggregano a Osella e Farina.Osella e' di Alba e pensa di trovare degli aiuti nella zona ma Farina ed Osella vengono allagramente e coraggiosamente consegnati , in pratica , da una recluta fascista che penso' in questo modo di salvarsi la pelle ai partigiani.Col gruppetto e' un'altra ausiliaria fascista che viene lasciata immediatamente libera dai partigiani perche' esente da colpe di grossa entita' ed a lei Bianchini da il testamento.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]


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%%%%%occorre rielaborare e/o spiegare[modifica | modifica wikitesto]

  • Minderheit=minoranza
  • Mehrheit=maggioranza
  • Leninbund= seguaci di Trotskj e Zinoviev
  • KPDO= nome assunto dal KPD
  • SAPD=Partito Socialista Operaio tedesco

i Fontanot[modifica | modifica wikitesto]

Famiglia di antifascisti ANPI Giovanni era cugino di Giacomo e Giuseppe Fontanot con i figli Licio e Armido mori' in un campo di concentramento germanico rea anche il padre di Vinicio, comandante del 3° Battaglione della "Brigata Proletaria" , nome di battaglia di "Petronio", la Brigata Proletria , forte di 1500 uomini in massima parte operai dei cantieri di Monfalcone combatte' assieme ai partigiani slavi nella Battaglia_di_Gorizia_(1943) La Brigata Proletaria non si arrende , il cugino Giacomo era figlio di Giuseppe, che nel 1923 aveva dovuto lasciare Ronchi in quanto antifascista , anche lui antifascista, aveva riparato in Francia , come molti antifascisti , con la moglie e Nerone suo figlio.I due fratelli entrarono nel Partito Comunista Francese ed avevano insegnato ai figli gli ideali di libertà.All'inizio della seconda guerra mondiale i fratelli furono portati al campo di concentramento di Gurs, dopo la disfatta della Franci fuggirono e ma furono ricatturati e ancora internati nel 1942 perche' parteciparono alla manifestazioneper il centocinquantenario della vittoria dei delle milizie rivoluzionarie a Valmy.Liberato dai maquis partecipa alla Resistenza francese fino a cadere in combattimento nel '44.

La Brigata Proletaria[modifica | modifica wikitesto]

la Brigata Proletaria fu una brigata partigiana al comando di Camillo Donda [15] e di Ferdinando Marega[16], ed aveva fra le stafette Ondina Peteani, e confluira' nella brigata di Stojan Furlan.[17][18]

[19]

«Ondina a questo proposito scriveva: "Da parte del comando partigiano viene impartito l'ordine a Fontanot Vinicio (Petronio) di scendere a Ronchi per reclutare largamente fra i compagni del terreno. A Selz [20]incontra Marega Ferdinando alla testa di un nutrito gruppo di operai del cantiere che si arruolano volontari tra i partigiani. Si forma così la prima brigata partigiana italiana che assume provvisoriamente il nome di Brigata Triestina[21], col compito di operare principalmente nella parte più avanzata del Carso, sopra Monfalcone fino a Gorizia" le testiminianze di Ondina Peteani sono conservate presso Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei Campi Nazisti di Milano»

.La formazione partigiana era composta di un migliaio di combattenti in stragrande maggioranza operai di Monfalcone . La Brigata Proletaria partecipa alla Battaglia_di_Gorizia_(1943) (11/26 settembre 1943), primo importante scontro tra resistenti italiani e tedeschi). Al comando del 1° battaglione della Brigata Proletaria e' Giordano Tomasig[22], che diverra' commissario politico della 24a brigata d'assalto Garibaldi intitolata ai "Fratelli Fontanot". [23]

Durante la battaglia nasce la Brigata/battaglione Carlo Pisacane, al comando di Arturo Bullo e Attilio Planassi, che occupa l'autocentro di Sant'Andrea mentre Antonio Zalateo e Bruno Pettarin tengono San Pietro. Il 10 settembre 1943, ai partigiani sloveni già operanti dal mese di febbraio si unisce un gruppo d’antifascisti scarcerati ed insieme costituiscono la Brigata Triestina – Istriana, formazione di 450 uomini, della quale diventa comandante Giovanni Zoll, e commissario politico Luigi Fransin, nome di battaglia "Franz". Due giorni dopo sul Collio, nella zona del villaggio di Cobaler , sotto il Monte Corada, si uniscono ai partigiani guidati da Mario Modotti, nome di battaglia "Tribuno", quelli di Fantin e di Giuseppe Gargano , nome di battaglia "Boris". Dopo l'uccisione di Tribuno, fucilato con Mario Foschiatti[[24]] le Brigate partigiane operanti nella zona di Pordenone formano la Divisione Garibaldi “Mario Modotti”. Su Tribuno, ben conosciuto per il suo valore Luigi Cominesi Raimondi ha raccontato la biografia e le vicende partigiane nel libro intitolato Mario Modotti “Tribuno”: Storia di un comandante partigiano, Udine gli ha intitolato una via[[25]]. Al gruppo così' formato si uniscono gli uomini del sottotenente di complemento Giannino Bosi , nome di battaglia "Battisti", che prendera' il comando delle brigate sud Garibaldi Friuli nella zona di Pordenone , cadrà, armi in pugno nelle Prealpi Carniche l'8 dicembre 1944, Medaglia d'oro al valor militare



Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomo Scotti Ventimila caduti , Mursia ,
  • Giacomo Scotti, Quelli della montagna. Storia del Battaglione Triestino d'Assalto, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno,
  • Galliano Fogar Dalla cospirazione antifascista alla Brigata Proletaria , 1973
  • Storia del Partito comunista italiano Einaudi
  • Pietro Secchia, Enzo Nizza Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza , La Pietra

Voci Correlate[modifica | modifica wikitesto]

Battaglia_di_Gorizia_(1943)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Juan_Modesto da Wikipedia Espana
  2. ^ noto quadro del Goya conservato nel Museo_del_Prado che illustra una fucilazione di rivoluzionari nel 1808 avvenuta proprio in tal caserma
    Il 3 maggio 1808
  3. ^ Valentin Gonzalez da Wikipedia Espana
  4. ^ *alcune strofe dell'inno del V Reggimento da carnia-libera

    «VIVA LA QUINTA BRIGADA.....RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA VIVA LA QUINTA BRIGADA RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA QUE NOS CUBRIRÀ DE GLORIAS AY CARMELA, AY CARMELA QUE NOS CUBRIRÀ DE GLORIAS AY CARMELA, AY CARMELA..... MERCENARIOS Y FACHISTAS AY CARMELA, AY CARMELA EL EJERCITO DEL EBRO RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA EL EJERCITO DEL EBRO RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA LA OTRA NOCHE EL RIO CRUZÓ AY CARMELA, AY CARMELA LA OTRA NOCHE EL RIO CRUZÓ AY CARMELA, AY CARMELA»

    ,al quinto reggimento ,chiamato reggimento di ferro, era aggregata la centuria Gastone _Sozzi in cui militava anche Francesco Leone che come Vittorio Vidali veniva dalla tradizione degli Arditi del Popolo
  5. ^ biografia da ANPI miliziano antifascista guerra di Spagna
  6. ^ da wikipedia inglese
  7. ^ da wikipedia inglese
  8. ^ da wikipedia inglese
  9. ^

    «(13 aprile 1919) Dopo la rivolta della guarnigione di Monaco, i comunisti entrano a far parte del governo bavarese dei consigli»

    .Cronistoria della Terza Internazionale
  10. ^ Il partito comunista in Germania (1914-1924)
  11. ^ [1]
  12. ^ il sangue versato dai vinti
  13. ^ [http://digilander.libero.it/asciarossa/Il%20sangue%20versato%20dai%20vinti%20di%20Pietro%20Ramella.doc. dal lavoro di Pietro Ramella su argomento]
  14. ^ il sangue versato dai vinti
  15. ^ biografia da ANPIfoto di Camillo Donda
  16. ^ Marega Ferdinando Busta 3, Fasc. 63 da ISTITUTO FRIULANO PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE Fondo: Riccardo Giacuzzofoto di Ferdinando Marega
  17. ^ La Brigata Proletaria non si arrende
  18. ^ foto di Stojan Furlan
  19. ^ e da atuttascuola
  20. ^ cartina illustrante posizione si Selz relativamente a Ronchi
  21. ^

    «

    • Divisione d'assalto "Italia" (11/9/1943-2/7/1945) composta da 4 Brigate: Garibaldi, Matteotti, Mameli, Fratelli Bandiera.
    • Divisione italiana partigiana "Garibaldi": zona d'operazioni Montenegro. 5000 uomini circa e circa 3200 caduti.
    • Divisione "Garibaldi-Natisone" nasce il 17/4/1944 la zona d'operazione e' la Slovenia-Venezia Giulia, circa 3100 uomini fra cui ci furono 1500 fra morti e dispersi.

    Inoltre nel settore della Slovenia-Venezia Giulia in seno all'Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo operarono:

    • Brigata "Triestina d'assalto" costituita nel settembre 43 aveva una forza di circa mille uomini.
    • Brigata "Fratelli Fontanot" costituita il 16/12/1944 aveva una forza di 840 uomini. Partecipo' alla liberazione di Lubiana.

    In Istria:

    • Battaglione "Pino Budicin" circa 2000 combattenti e 600 caduti.

    In Dalmazia:

    • Battaglione "Antonio Gramsci" aggregato alla I Brigata Proletaria Dalmata. Composta da circa 850 uomini e 300 caduti.

    In Croazia:

    • Battaglione volontari italiani "Ercole Ercoli" aggregato alla III Brigata Dalmata. Dei circa 400 soldati di questa unita' ne rimpatriarono solo 8, caddero quasi tutti nella battaglia di Mostra.»
    da ANPI Invrea Brigate Partigiane iperanti in zona e zone liimitrofe
  22. ^ foto di Giordano Tomasig
  23. ^ i Fontanot furono unafamiglia di antifascisti ANPI Giovanni era cugino di Giacomo e Giuseppe Fontanot con i figli Licio e Armido mori' in un campo di concentramento germanico rea anche il padre di Vinicio, comandante del 3° Battaglione della "Brigata Proletaria" , nome di battaglia di "Petronio", la Brigata Proletria , forte di 1500 uomini in massima parte operai dei cantieri di Monfalcone combatte' assieme ai partigiani slavi nella Battaglia_di_Gorizia_(1943) La Brigata Proletaria non si arrende , il cugino Giacomo era figlio di Giuseppe, che nel 1923 aveva dovuto lasciare Ronchi in quanto antifascista , anche lui antifascista, aveva riparato in Francia , come molti antifascisti , con la moglie e Nerone suo figlio.I due fratelli entrarono nel Partito Comunista Francese ed avevano insegnato ai figli gli ideali di libertà.All'inizio della seconda guerra mondiale i fratelli furono portati al campo di concentramento di Gurs, dopo la disfatta della Franci fuggirono e ma furono ricatturati e ancora internati nel 1942 perche' parteciparono alla manifestazioneper il centocinquantenario della vittoria dei delle milizie rivoluzionarie a Valmy.Liberato dai maquis partecipa alla Resistenza francese fino a cadere in combattimento nel '44.
  24. ^ da ANPI
  25. ^ ricordando Tribuno da Carnia libera

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomo Scotti Ventimila caduti , Mursia ,
  • Giacomo Scotti, Quelli della montagna. Storia del Battaglione Triestino d'Assalto, Centro di Ricerche Storiche, Rovigno,
  • Galliano Fogar Dalla cospirazione antifascista alla Brigata Proletaria , 1973
  • Storia del Partito comunista italiano Einaudi
  • Pietro Secchia, Enzo Nizza Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza , La Pietra

Voci Correlate[modifica | modifica wikitesto]

Battaglia_di_Gorizia_(1943)

Note[modifica | modifica wikitesto]


Legione Proletaria Filippo Corridoni[modifica | modifica wikitesto]

La Legione Proletaria Filippo Corridoni o genericamente corridoniani si batte' durante Difesa_di_Parma_del_1922 assieme agli Arditi del Popolo a Comando di Guido Picelli ed Antonio Cieri contro gli squadristi di Italo Balbo.Il comando della Legione Proletaria Filippo Corridoni era stato assegnato a Vittorio Picelli , fratello di Guido Picelli essendo in quel frangente assente il comandante riconosciuto che era Alceste De Ambris.Pino Cacucci nel suo libro Oltretorrente dice che la decisoni di tentare di prendere Parma fu di Roberto Farinacci ed a parte i motivi politici contingenti vi era la sua antipatia personale per Alceste De Ambris ed i suoi che ormai si stavano schierando apertamente contro i fascisti ed inoltre Alceste De Ambris aveva il consendo del "comandante" Gabriele D'Annunzio che aveva reagalato sua fotografia condedica ad Alceste De Ambris , foto che era subito stata messa ben in mostra nella sede della Camera del Lavoro dove risiedeva pure La Legione Proletaria Filippo Corridoni e questo aveva fatta adirare oltremodo Roberto Farinacci.( Oltretorrente di Pino Cacucci pag.75 )

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci Correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Banda Corbari[modifica | modifica wikitesto]

Sirio Corbari meglio conosciuto come Silvio Corbari (Faenza, 10 gennaio 1923Castrocaro Terme, 18 agosto 1944) è stato un partigiano italiano operante in Romagna durante la Resistenza al nazifascismo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Corbari, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, decise di rifugiarsi in montagna insieme ad altri compagni di diverse correnti politiche per dare vita ad un'unità partigiana, della quale divenne il comandante con il nome di battaglia di Silvio, per combattere le forze di occupazione tedesche e le milizie fasciste che le appoggiavano. Per undici mesi la sua unità si mosse tra i territori delle province di Ravenna e Forlì-Cesena, effettuando numerosi attacchi ed imboscate ai danni forze occupanti che gli valsero la stima (e l'aiuto) della popolazione locale.

Il 18 agosto 1944 Corbari, insieme alla compagna Iris Versari, ferita in un precedente scontro, e ai partigiani Adriano Casadei e Arturo Spazzoli , venne circondato da reparti fascisti presso Ca' Cornio, nei pressi di Modigliana. Dopo un intenso scontro a fuoco la Versari decise di togliersi la vita rendendosi conto di essere d'impaccio alla fuga dei compagni. Corbari, Casadei e Spazzoli vennero catturati durante il tentativo di fuga; Spazzoli fu ucciso poco dopo mentre Corbari e Casadei vennero portati a Castrocaro ed impiccati, come monito per la popolazione. I corpi dei quattro partigiani furono successivamente portati a Forlì ed appesi, sempre a scopo intimidatorio, ai lampioni della piazza centrale, piazza Saffi, dove rimasero per alcuni giorni. Quei lampioni sono ancora al loro posto e come allora, portano ancora impresso il fascio, stemma del fascismo, che a oltre 60 anni dalla fine della guerra nessuno si è adoperato di togliere.

I numerosi successi nelle operazioni condotte contro le forze di occupazione vennero riconosciute postume a Corbari con l'assegnazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

«Comandante di un battaglione di partigiani da lui stesso costituito, fu sempre di costante esempio ai suoi uomini nelle più audaci azioni. Terrorizzò con attacchi intensi e imprevedibili le forze neofasciste della Romagna. Le innumerevoli imboscate vittoriose, condotte con astuzia e con coraggio eccezionale contro i principali esponenti delle forze tedesche e fasciste, che infangavano la nostra terra, crearono attorno alla sua esistenza ormai leggendaria, una giusta fama nazionale. Fronteggiò i violenti rastrellamenti, disarmò caserme e presidi nazisti, la sua attività si svolse ovunque profondamente efficace in tutti i paesi in Romagna, suscitando l'ammirazione degli onesti e dei buoni conquistando sempre nuovi proseliti per la redenzione della Patria. Occupò paesi e villaggi, aiutò i deboli, umiliò i prepotenti. Cadde da eroe, simbolo di libertà e di giustizia a Cornio di Modigliana, 18 agosto 1944.»

La Banda Corbari[modifica | modifica wikitesto]

La piccola brigata partigiana a comando di Silvio Corbari e' nota col nome di Banda Corbari , come e' nota come Banda Cervi la formazione partigiana formata dai fratelli Cervi da amici come Dante Castellucci e da prigionieri sovietici e sudafricani scappati ai nazifascisti , le due piccole formazioni partigiane hano similitudini sia dal punto di vista che diversi componenti sono legati da rapporti molto stretti sia dal fatto che agivano su territorio perfettamente noto ai componenti cosi' come Piccola Banda di Ariano e' chiamata la ancor piu' piccola formazione partigiana a comando di Gianluca_Spinola e anche qui troviamo rappori di parentela e/o di strettisima amicizia , altra caratteristica della Banda Corbari e' l'alto numero di decorazioni al valor miltare alla memoria per un cosi' basso numero di componenti cosi' come la Banda Cervi ,


Pino Cacucci nel libro "Ribelli", racconta che quando fu il turno di essere impiccato per Casadei[1] , il boia fascista tirò la corda troppo forte e la spezzò. Casadei allora la raccolse e riannodandosela da solo al collo disse, in dialetto: "Siete marci anche nella corda".

Iris Versari [2]

«“Giovane di modeste origini, poco più che ventenne, fedele alle tradizioni delle coraggiose genti di Romagna, non esitò a scegliere il suo posto di rischio e di sacrificio per opporsi alla tracotante oppressione dell'invasore, unendosi ad una combattiva formazione autonoma partigiana locale. Ardimentosa ed intrepida prese parte attiva a numerose azioni di guerriglia distinguendosi come trascinatrice e valida combattente. Durante l'ultimo combattimento, circondata con altri partigiani in una casa colonica isolata, ferita ed impossibilitata a muoversi, esortò ed indusse i compagni a rompere l'accerchiamento e, impegnando gli avversari con intenso e nutrito fuoco, agevolò la loro sortita. Dopo aver abbattuto l'ufficiale nemico che per primo entrò nella casa colonica, consapevole della sorte che l'attendeva cadendo viva nelle mani del crudele nemico, si diede la morte. Immolava così la sua giovane vita a quegli ideali che aveva nutrito nella sua breve ma gloriosa esistenza.". Terra di Romagna, 9 settembre 1943 - 18 agosto 1944.»

Arturo Spazzoli [3]

Onorificienze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Politica e società a Faenza tra '800 e '900. Saggi e testimonianze dall'Antifascismo alla Resistenza, Galeati, Imola, 1977
  • E. Dalmonte, Corbari e la sua banda, Faenza, 1984
  • C. Martelli, Fascismo, antifascismo: Resistenza, guerra di Liberazione a Tredozio e in altri comuni della Romagna, Grafiche MDM, Forlì, 1993
  • N. Galassi, Partigiani nella linea Gotica, University Press, Bologna, 1998
  • P. Tompkin, L'altra Resistenza, Bergamo, 1995
  • F. Renzini, Le mie avventure partigiane. Diario, Tip. Faentina Casanova, 2003
  • P. Cacucci, Ribelli, Feltrinelli editore, Milano, 2001
  • M. Novelli, Corbari, Iris, Casadei e gli altri, Un racconto della Resistenza, Spoon River, Torino, 2002
  • C. Grementieri, Iris Versari e la Resistenza delle donne. Verità e leggenda, Tipografia Castrocaro Terme, 2004

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

note[modifica | modifica wikitesto]