Comune (ordinamento italiano): differenze tra le versioni
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A supervisione di tutto vi è il [[consiglio comunale (Italia)|consiglio comunale]], organo collegiale equivalente del [[Parlamento]] a livello statale, composto da [[consigliere comunale|consiglieri comunali]] in rappresentanza di tutte le forze politiche del territorio con funzioni di approvazione del [[bilancio comunale]], delle [[delibera comunale|delibere]] e provvedimenti emessi dal sindaco/giunta (es. [[ordinanza|ordinanze]]). Oltre alla figura di assessore e consigliere, altra figura chiave a livello amministrativo è quella del [[Segretario comunale e provinciale|segretario comunale]]. L'attività amministrativa si svolge tipicamente nel Palazzo del [[Municipio (edificio)|Municipio]] che funge anche da luogo con le relazioni dirette con i cittadini. |
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Un comune, nell'ordinamento giuridico della Repubblica Italiana, è un ente locale territoriale autonomo. Può avere il titolo di città.
Formatosi praeter legem secondo i princìpi consolidatisi nei comuni medievali, è previsto dall'art. 114 della costituzione della Repubblica Italiana. Può essere suddiviso in frazioni, le quali possono a loro volta avere un limitato potere grazie a delle apposite assemblee elettive. La disciplina generale è contenuta nel decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e ha come organi politici il consiglio comunale, la giunta comunale e il sindaco.
Descrizione
Caratteristiche
Ogni comune appartiene a una provincia, ma la provincia non fa da tramite nei rapporti con la regione e questa in quelli con lo Stato a livello gerarchico, poiché esso, essendo dotato di personalità giuridica, può avere rapporti diretti con la regione e con lo Stato. Tutti gli enti locali sopra citati disciplinano, con proprio regolamento, in conformità allo statuto, l'ordinamento generale degli uffici e dei servizi, in base a criteri di autonomia, funzionalità ed economicità di gestione e secondo i principi di professionalità e responsabilità.
I comuni devono avere un proprio statuto comunale e possono ripartire il proprio territorio in circoscrizioni al fine di assicurare alla popolazione una più diretta partecipazione all'amministrazione. Alla circoscrizione sono delegati poteri che vanno di là dalla mera funzione consultiva (per la quale possono essere previsti nello statuto del comune, appositi comitati o consulte di quartiere). La legge finanziaria per l'anno 2007 ha modificato i termini per la costituzione delle circoscrizioni, rendendole obbligatorie in comuni con una popolazione superiore a 250.000 abitanti (non più 100.000) e opzionali, invece, ove la popolazione è compresa tra 100.000 e 250.000 abitanti (prima l'intervallo era 30.000 - 100.000 abitanti).
Un comune può avere una, nessuna o più frazioni, essere un comune sparso, essere suddiviso in circoscrizioni o avere un'exclave a livello territoriale. I comuni possiedono inoltre una classificazione climatica e sismica del proprio territorio ai fini di prevenzione e protezione civile. Appartengono al comune e sono da esso gestite tutte le strutture cosiddette comunali ovvero scuole, strutture sportive e culturali quali biblioteche comunali, teatri, ecc.
Organizzazione amministrativa
L'organizzazione amministrativa di un comune è fissata dal Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (TUEL) assieme a quello degli altri enti locali.
A capo del comune vi è il sindaco, democraticamente eletto tramite elezioni comunali a suffragio universale tra tutti i cittadini comunali aventi diritto al voto (età maggiore di 18 anni), con poteri esecutivi assieme alla giunta comunale, organo collegiale composto da un numero variabile di assessori comunali da lui nominati in rappresentanza delle forze politiche che lo appoggiano (equivalente del consiglio dei ministri e del capo del governo a livello statale). Il sindaco risiede nel municipio durante il suo operato con un mandato che dura 5 anni a meno di dimissioni o decesso.
A supervisione di tutto vi è il consiglio comunale, organo collegiale equivalente del Parlamento a livello statale, composto da consiglieri comunali in rappresentanza di tutte le forze politiche del territorio con funzioni di approvazione del bilancio comunale, delle delibere e provvedimenti emessi dal sindaco/giunta (es. ordinanze). Oltre alla figura di assessore e consigliere, altra figura chiave a livello amministrativo è quella del segretario comunale. L'attività amministrativa si svolge tipicamente nel Palazzo del Municipio che funge anche da luogo con le relazioni dirette con i cittadini.
Spesso i comuni appartengono a Unione di comuni come comunità collinari, comunità montane e comunità isolane oppure rientrano in aree di città metropolitane. Storicamente a livello locale sono nati movimenti politici apartitici dette Liste civiche. Al comune, o in forma associata, fanno capo gli organi di Polizia municipale (vigili) per il controllo del rispetto delle norme del Codice della Strada e le forze addette alla pulizia delle strade e dello smaltimento dei rifiuti. Un comune con i suoi organi di amministrazione può essere commissariato per cattiva amministrazione. La promozione del territorio è affidata invece a enti di promozione e associazioni culturali locali come le Pro Loco.
Funzioni di amministrazione
In quanto dotato di autonomia amministrativa e finanziaria nei limiti fissati da Costituzione e TUEL, il comune è responsabile dell'amministrazione del territorio per quanto riguarda:
- definizione e rispetto del bilancio comunale annuale
- definizione e rispetto del piano regolatore generale comunale
- ordine pubblico e pubblica sicurezza
- gestione viabilità strade comunali
- gestione edifici pubblici
- smaltimento dei rifiuti
- gestione criticità legate a maltempo e calamità naturali
Qualora alcune di queste funzioni vengano meno per effetto ad esempio di calamità naturali, il sindaco può chiedere l'intervento della prefettura. Per tutte le sue funzioni amministrative ogni comune dispone di un budget finanziario annuale da parte dello Stato. Le modalità di ripartizione dei fondi del bilancio comunale è oggetto di discussione e approvazione da parte del consiglio comunale dopo le richieste di avanzamento da parte della giunta comunale sotto forma di deliberazione.
Comuni montani
In conformità all'art. 44 della costituzione inerente alla salvaguardia delle zone montane, la legge n. 991 del 1952 ha stabilito i criteri in base ai quali un comune è definito montano; nel 2018 i comuni italiani classificati montani erano 3 427[1], distribuiti in tutte le regioni (ma non in tutte le province). Sono considerati invece parzialmente montani quei comuni nei quali tali criteri sono rispettati in una parte soltanto del territorio comunale[2].
Roma Capitale
Dal 3 ottobre 2010 la città di Roma è amministrata da un ente territoriale comunale sui generis, chiamato Roma Capitale. L'ente ha poteri maggiori rispetto a un comune ordinario e ha un proprio statuto che ne determina i principi e l'ordinamento.
Decreto trasparenza
Il D. Lgs. n. 33 del 14/03/2013 in tema di "Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni" definisce la trasparenza come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all'attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche.
Le informazioni devono essere pubblicate in formato aperto e sono riutilizzabili, senza ulteriori obblighi diversi da quello di citarne la fonte e rispettarne l'integrità (art. 7). I dati sono pubblicati nel sito istituzionale, nella sezione "Amministrazione trasparente" (art. 9-bis), secondo le denominazioni e la struttura prestabilite dal decreto (all. A). Fra i documenti obbligatori:
- i documenti di programmazione strategico-gestionale e gli atti degli organismi indipendenti di valutazione, bilancio preventivo e consuntivo;
- curriculum vitae, compensi e spese di servizio degli incarichi politici elettivi e non, dirigenziali e delle consulenze;
- enti di diritto privato in controllo pubblico, nonché alle partecipazioni in società di diritto privato;
- scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi;
- accordi stipulati dall'amministrazione con soggetti privati o con altre amministrazioni pubbliche;
- documentazione relativa a ciascun procedimento di presentazione e approvazione delle proposte di trasformazione urbanistica d'iniziativa privata o pubblica in variante allo strumento urbanistico generale;
- concernenti gli interventi straordinari e di emergenza che comportano deroghe alla legislazione vigente.
Il codice sulla privacy prevedeva che i soggetti pubblici non dovessero acquisire il consenso degli interessati per la gestione interna e riservata dei dati (all.3). Dal 25 maggio 2018 è in vigore il Regolamento generale sulla protezione dei dati, che, a differenza della precedente direttiva, si applica anche a imprese ed enti, organizzazioni in generale.
In materia di dati catastali, l'accesso telematico esterno risulta consentito esclusivamente ai tecnici abilitati previa apposita delega scritta del Proprietario. La Corte di Cassazione (Cass. civ., 20 febbraio 1987, n. 1840) ha esteso tale facoltà soltanto ai notai nell’ambito dello svolgimento del loro incarico[3]. La semplificazione ha dato luogo ad una serie di accordi fra distretti notarili e amministrazioni comunali locali, finalizzati ad un accesso alle varie banche dati dell'Anagrafe ed al rilascio informatico dei certificati necessari per gli atti. Al 2014, risultavano "coperti" dal servizio 25 comuni italiani[4], mediante una propria applicazione web realizzata dai singoli comuni a risorse finanziarie invariate[5].
Il titolo di città
Il titolo di città è concesso con apposito decreto del presidente della Repubblica, su proposta del Ministero dell'interno, a cui il comune interessato invia istanza di concessione.
I comuni dotati del titolo di città solitamente portano al di sopra dello stemma la corona d'oro loro spettante, salvo eccezioni (ovvero diverse disposizioni nel decreto di approvazione dello stemma o in presenza) e con la generale esclusione della provincia di Bolzano. Gli stemmi sono assegnati con decreto del presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Dipartimento del cerimoniale dello Stato – Ufficio onorificenze e araldica pubblica (ripartizione della Presidenza del Consiglio nata dalla trasformazione della Consulta araldica, soppressa ai sensi delle disposizioni finali della Costituzione italiana).
Comuni delle regioni a statuto speciale
Valle d'Aosta
Nella Valle d'Aosta è in vigore una corposa legislazione in materia comunale concernente sia gli aspetti organizzativi sia quelli elettorali, finanziari e burocratici. La norma principale è la legge regionale n. 54 del 7 dicembre 1998, e successive modificazioni, che regola il sistema delle autonomie della valle.[6] In materia elettorale era invece già intervenuta la legge regionale n. 4 del 9 febbraio 1995, e successive modificazioni, liberamente ispirata alle riforme apportate a livello nazionale.[7] Caratteristica specifica della legislazione valdostana è l'elezione diretta del vicesindaco, che diviene così un organo inamovibile dell'amministrazione comunale.
I toponimi della Valle d'Aosta presentano un'unica forma, in lingua francese, con l'eccezione di Aosta (it. Città di Aosta, fr. Ville d'Aoste), Breuil-Cervinia e dei toponimi dei comuni di Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité (in dialetto titsch) e di Issime (in francese e dialetto issimese töitschu). Ai comuni valdostani spetta tuttavia una doppia denominazione, in lingua francese (commune) e in lingua italiana, che si affianca a quella in lingua tedesca per i comuni per i quali è prevista (i già citati Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité e Issime). In questo caso, la traduzione di comune in tedesco è Gemeinde (per Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité) e Gemeindeverwaltung (per Issime).
Trentino-Alto Adige
Nel Trentino-Alto Adige i comuni sono normati dal Testo unico delle leggi regionali approvato con decreto del presidente della Regione n. 3/L del 1º febbraio 2005.[8] A dispetto del nome, tale fonte legislativa non è un documento esauriente come accade nel corrispondente atto nazionale, ma contiene una serie di rimandi a varie leggi precedenti già in vigore. Il correlato decreto n. 1/L regola l'elezione degli organi municipali stabilendo, caso unico in Italia, il sistema elettorale proporzionale per la composizione dei consigli comunali nella Provincia autonoma di Bolzano, in modo da non alterare i rapporti di forza fra le varie comunità linguistiche.[9]
Ai comuni della provincia autonoma di Bolzano spetta doppia denominazione, in lingua tedesca e in lingua italiana, che si affianca a quella di lingua ladina per i comuni per i quali è prevista. La traduzione di comune in ladino dolomitico è chemun o comun (ufficiale anche per i comuni ladini della provincia autonoma di Trento), mentre in tedesco è:
- Gemeinde, per i comuni a cui non sia stato conferito il titolo di città;
- Stadtgemeinde, per i comuni a cui sia stato conferito il titolo di città;
- Marktgemeinde, riservata ai comuni che già godevano del titolo di Markt nell'impero austro-ungarico, prima dell'annessione dell'Alto Adige al Regno d'Italia avvenuta a seguito della prima guerra mondiale. Ora la giunta regionale può conferire questo titolo, nel caso un comune abbia raggiunto i 5 000 abitanti e la sua traduzione italiana sarebbe ufficialmente "borgata". Per ora se ne contano 16, mentre le città sono 8 e i comuni in totale 116.
Friuli Venezia Giulia
Nel Friuli-Venezia Giulia il legislatore regionale ha utilizzato solo parzialmente le facoltà concessegli dalla riforma costituzionale del 1993, lasciando espressamente in vigore le norme nazionali non incompatibili con le deliberazioni locali. Nella normativa si segnala la legge regionale n. 1 del 2006 sulle autonomie locali[10] e, in materia elettorale, la legge regionale n. 14 del 9 marzo 1995 e successive modificazioni.[11] Si noti come questa legge, come per parte statale il decreto legislativo n. 9 del 2 gennaio 1997[12] di attuazione della riforma costituzionale del 1993, fanno in più punti riferimento alla normativa nazionale vigente, che all'epoca era la legge n. 142 dell'8 giugno 1990 così come modificata nel 1993:[13] ciò sottopone i comuni della regione a un incrocio di norme estremamente complesso e atipico, dato che oltre alla legislazione regionale e a quella nazionale non incompatibile, rimangono qui in vigore anche alcune norme nazionali del passato abrogate nel resto d'Italia.
Per quanto concerne il bilinguismo, nelle province di Gorizia, Udine e Trieste alcuni comuni hanno un doppio nome e una doppia denominazione, in italiano e sloveno. Il comune è chiamato in questi casi občina. Nelle province di Udine, Gorizia e Pordenone alcuni comuni al nome italiano affiancano il nome in friulano. La denominazione in questi casi è comun.
In base alla legge regionale 26/2014 "Riordino del sistema Regione - Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia" tesa, fra l'altro, all'abolizione degli enti-provincia più Comuni si raggruppano in una nuova forma di ente pubblico che prende il nome di Unioni territoriali intercomunali (Uti).
Sicilia
La Sicilia, essendo la regione che gode del maggior grado di autonomia, è l'unica ad aver avuto piena potestà sui suoi enti locali fin dall'approvazione della Costituzione nel 1948. L'applicazione della normativa nazionale sull'isola è stata dunque sempre eventuale e soggetta a esplicita autorizzazione da parte delle autorità regionali. La direzione degli enti locali siciliani è affidata all'Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica.[14]
La materia elettorale è regolata dal decreto del presidente regionale n. 3 del 20 agosto 1960, profondamente modificato dalla Legge regionale del 26 agosto 1992, n. 7, pioniera in Italia dell'elezione diretta del sindaco, dalla Legge regionale del 15 settembre 1997, n. 35, che avvicinò il meccanismo elettorale maggioritario a quello nazionale, e dai successivi interventi legislativi fino al 2008.[15] Tra le caratteristiche normative tipiche dell'isola, si segnala l'abbassamento a 10.000 abitanti della soglia di differenziazione fra comuni minori e maggiori in materia elettorale, e l'introduzione per i primi di un meccanismo secco che assegna i tre quinti dei seggi ai vincitori e dei due quinti ai primi perdenti, con l'esclusione di ogni altra lista e indipendentemente dalla percentuale ottenuta.
Ancor più atipica è la possibile convivenza fra il commissario regionale, figura che sull'isola è prevista in luogo di quella di nomina prefettizia, e il consiglio comunale: il commissario riceve infatti qui di base solo le funzioni esecutive, e non quelle deliberative, le seconde essendogli attribuite solo in caso di scioglimento del consiglio per dimissioni dei consiglieri o voto di sfiducia al sindaco. Nel caso di dimissioni o qualsiasi decadenza di quest'ultimo invece, la legislatura continua commissariata fino al termine del mandato naturale, elezioni anticipate venendo indette solo nel caso di una crisi consiliare.[16]
Sardegna
La Sardegna è l'unica regione ad autonomia speciale a non aver ancora esercitato in maniera organica i suoi poteri in tema di amministrazione comunale; nell'isola si applica quindi il Testo Unico nazionale, con l'eccezione delle deroghe particolari stabilite da alcune specifiche leggi regionali. Le modifiche in materia approvate e proposte a livello centrale hanno tuttavia stimolato anche in Sardegna l'attivismo del legislatore regionale, dapprima sospendendo l'applicazione in loco delle nuove norme nazionali, e quindi annunciando con la legge regionale n. 11 del 25 maggio 2012 un imminente riordino delle autonomie locali sarde.[17]
Statistiche
L'Italia ha 7 914 comuni[18]. Per effetto di aggregazioni spontanee, il loro numero è in calo rispetto al censimento generale del 2011, quando i comuni italiani erano 8 092 e contavano in media 7 345 residenti[19].
Nel 2011 il 70,5% dei comuni aveva meno di 5 000 abitanti e appena il 6,3% più di 20 000. Tra questi, i comuni con più di 50 000 abitanti erano complessivamente 141, e quelli con più di 100 000 abitanti 46.
Nel 1861, anno dell'unità d'Italia, i comuni erano 7 720. In corrispondenza del censimento del 1921 è stato registrato il maggior numero di comuni, ovverosia 9 195, mentre al censimento successivo del 1931, per effetto di numerosi decreti di accorpamento se ne registrarono 7 311, valore minimo raggiunto.[20]
Comuni per fasce demografiche
Dati ISTAT aggiornati al 01/01/2018[21]
Fascia demografica | Comuni | Popolazione | ||
---|---|---|---|---|
numero | % | residenti | % | |
da 500.000 ab. e oltre | 6 | 0,08% | 7.336.149 | 12,13% |
da 250.000 a 499.999 ab. | 6 | 0,08% | 1.923.795 | 3,18% |
da 100.000 a 249.999 ab. | 33 | 0,42% | 4.913.191 | 8,12% |
da 60.000 a 99.999 ab. | 60 | 0,76% | 4.614.583 | 7,63% |
da 20.000 a 59.999 ab. | 419 | 5,29% | 13.709.350 | 22,67% |
da 10.000 a 19.999 ab. | 708 | 8,95% | 9.747.333 | 16,19% |
da 5.000 a 9.999 ab. | 1.186 | 14,98% | 8.369.615 | 13,84% |
da 3.000 a 4.999 ab. | 1.098 | 13,87% | 4.278.496 | 7,07% |
da 2.000 a 2.999 ab. | 947 | 11,96% | 2.326.553 | 3,66% |
da 1.000 a 1.999 ab. | 1.520 | 19,20% | 2.211.834 | 3,66% |
da 500 a 999 ab. | 1.095 | 13,83% | 807.426 | 1,33% |
meno di 500 ab. | 837 | 10,57% | 245.648 | 0,41% |
Totale | 7.915 | 100,00% | 60.483.973 | 100,00% |
Fasce demografiche di interesse per i piccoli comuni
Fascia demografica | Comuni | % | ||
---|---|---|---|---|
numero | % | residenti | % | |
meno di 5.000 abitanti | 5.560 | 69,69% | 10.020.740 | 16,52% |
meno di 4.000 ab. | 5.099 | 63,91% | 7.947.994 | 13,10% |
meno di 3.000 ab. | 4.447 | 55,74% | 5.682.389 | 9,37% |
meno di 2.000 ab. | 3.475 | 43,56% | 3.292.802 | 5,43% |
meno di 1.000 ab. | 1.950 | 24,44% | 1.066.630 | 1,76% |
Fasce demografiche per area geografica
Comuni del Nord, Centro e Mezzogiorno d'Italia suddivisi per fasce demografiche.
Il Nord comprende le regioni del Nord-Ovest (Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta) e quelle del Nord-Est (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto).
Il Centro comprende le regioni dell'Italia centrale o Centro Italia (Lazio, Marche, Toscana e Umbria).
Il Mezzogiorno comprende le regioni dell'Italia Meridionale o Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia) e quelle dell'Italia insulare (Sardegna, Sicilia). L'Abruzzo è classificato nell'Italia meridionale per ragioni storiche, in quanto faceva parte del Regno delle Due Sicilie prima dell'unità d'Italia del 1861.
Fascia demografica | Numero comuni | Popolazione residente | ||||
---|---|---|---|---|---|---|
Nord | Centro | Sud | Nord | Centro | Sud | |
da 500.000 ab. e oltre | 3 | 1 | 2 | 2.823.035 | 2.864.731 | 1.648.509 |
da 250.000 a 499.999 ab. | 3 | 1 | 2 | 908.780 | 382.808 | 640.899 |
da 100.000 a 249.999 ab. | 17 | 6 | 11 | 2.503.723 | 854.850 | 1.658.530 |
da 60.000 a 99.999 ab. | 18 | 15 | 25 | 1.418.738 | 1.171.351 | 1.849.081 |
da 20.000 a 59.999 ab. | 155 | 85 | 176 | 4.878.649 | 2.847.544 | 5.980.770 |
da 10.000 a 19.999 ab. | 355 | 114 | 241 | 4.890.811 | 1.609.996 | 3.322.053 |
da 5.000 a 9.999 ab. | 671 | 156 | 361 | 4.738.919 | 1.141.585 | 2.509.449 |
da 3.000 a 4.999 ab. | 630 | 141 | 342 | 2.461.997 | 554.156 | 1.322.198 |
da 2.000 a 2.999 ab. | 537 | 117 | 318 | 1.319.023 | 284.598 | 785.966 |
da 1.000 a 1.999 ab. | 801 | 178 | 546 | 1.165.452 | 260.525 | 800.195 |
da 500 a 999 ab. | 648 | 103 | 362 | 473.548 | 77.367 | 272.108 |
meno di 500 ab. | 613 | 58 | 166 | 171.903 | 18.292 | 53.412 |
Totale | 4.451 | 975 | 2.552 | 27.754.578 | 12.067.803 | 20.843.170 |
Differenze linguistiche
Nei comuni italiani la lingua ufficiale è l'italiano seguita dai vari dialetti e lingue locali. Esistono tuttavia delle differenze linguistiche nei comuni di confine con le nazioni estere (Francia, Svizzera e Austria) dove esiste almeno una seconda lingua quale il francese e il tedesco (per esempio Piemonte, Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige). Esistono inoltre delle minoranze linguistiche come la lingua ladina in Trentino-Alto Adige e in Veneto, la lingua walser in Piemonte e Valle d'Aosta, la lingua greca in Puglia e in Calabria, l'Arbëreshë in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria.
In Sicilia in particolare oltre all'italiano è parlata la lingua siciliana, affiancata da una serie di lingue minori derivate dalle dominazioni dei secoli scorsi.
In Sardegna, oltre all'italiano, si parla il sardo, lingua che acquisito dignità pari alla lingua nazionale, tanto da essere materia di interrogazione nei concorsi pubblici regionali.
Curiosità
- Al 15 maggio 2019, i comuni in Italia sono 7.914, con una popolazione media di 7.653 abitanti.
- Di questi, i soli 145 che superano i 50.000 abitanti comprendono, complessivamente, il 34,6% della popolazione italiana; significa che circa i due terzi degli italiani vivono in comuni da meno di 50.000 persone.[22]
- Il comune con il nome più lungo è San Valentino in Abruzzo Citeriore (PE) con 34 lettere[23], mentre i comuni di Ne (GE), Re (VB) e Vo' (PD) hanno il nome più corto con sole due lettere[24].
- Il primo comune in ordine alfabetico è Abano Terme (PD) e l'ultimo è Zungri (VV)[25].
- Il comune più a nord d'Italia è Predoi (BZ), quello più a sud Lampedusa e Linosa (AG), il più occidentale Bardonecchia (TO) e il più orientale Otranto (LE).
- Il comune più popolato d'Italia è Roma (RM), il meno popolato Moncenisio (TO).
- Il comune più vasto d'Italia è Roma (RM), il meno vasto Atrani (SA).
- Il comune con la più alta densità popolazione è Portici (NA), quello con la più bassa è Briga Alta (CN).
Note
- ^ Comuni montani, su Comuniverso. URL consultato l'11 giugno 2019.
- ^ Comuni montani, su Sì montagna. URL consultato l'11 giugno 2019.
- ^ L'amministrazione talora disattende privati in materia di privacy, su senigallianotizie.it. URL consultato il 24 Maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 24 Maggio 2018 ).
- ^ Semplifnotariato.itministrativa per cittadini e PA: in 25 città accordi con i Comuni per accesso in via telematica alla banca dati anagrafica, il rilascio dei certificati anagrafici e di stato civile e la trasmissione in formato digitale delle convenzioni, su notariato.it, 19 Novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2018).
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- ^ Si ricordi che gli assessorati della Regione Siciliana sono gli unici in Italia a godere della figura legale di ministeri con una propria personalità giuridica distinta da quella della Regione stessa.
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- ^ Nuovi Comuni 2019
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- ^ Studio Cittalia - ANCI
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- ^ Comuni d'Italia per popolazione
- ^ Comuni con il nome più lungo
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Bibliografia
- Legge 20 marzo 1865, n. 2248 - Per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia
- Paolo Caretti e Ugo De Siervo, Istituzioni di diritto pubblico, Torino, Giappichelli Editore, 1996. ISBN 88-348-6210-4.
Voci correlate
- Consiglio comunale (Italia)
- Comune sparso
- Consorzio di comuni
- Ente locale (Italia)
- Sindaco (Italia)
- Unione di comuni
- Ufficiale dello stato civile
- Ufficiale dell'anagrafe
- Ufficiale elettorale
- Demografia d'Italia
- Elezioni amministrative
- Titolo di città in Italia
- Associazioni
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su comune italiano
Collegamenti esterni
- Associazioni e Reti di Comuni
- Anci Associazione Nazionale Comuni Italiani, su anci.it.
- Ancitel La rete dei Comuni Italiani, su ancitel.it.
- Reti del Terzo Settore
- Rete Recosol, su comune-info.net.
- Comuni e associazioni del Terzo Settore, in Toscana, su siamosolidali.it.
- Rete città Sane, su Rete Città Sane. (partner dell'OMS)
- Altro
- Statistiche e curiosità sui Comuni d'Italia, su comuniweb.net.
- Trasparenza nell’utilizzo delle risorse pubbliche, su soldipubblici.gov.it. ex D.Lgs. "Trasparenza" n. 97/2016, art. 5, comma 1.