Arbitro (calcio): differenze tra le versioni

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[[File:Gianluca_Rocchi.jpg|thumb|[[Gianluca Rocchi]], ex arbitro di calcio [[italia]]no.]]
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[[File:John Langenus The football arbitrator a judging first final of the World championships 1930 year.jpg|thumb|[[John Langenus]], l'arbitro che diresse la prima finale del [[Campionato mondiale di calcio|Mondiale]], si noti lo storico abbigliamento da "giacchetta nera".]]
[[File:John Langenus The football arbitrator a judging first final of the World championships 1930 year.jpg|thumb|[[John Langenus]], l'arbitro che diresse la prima finale del [[Campionato mondiale di calcio|Mondiale]], si noti lo storico abbigliamento da "giacchetta nera".]]
L{{'}}'''arbitro''', noto anche nella [[cultura popolare]] con i termini di uso comune quali "'''direttore di gara" o "giudice di gara" ,''' è un '''ufficiale di gara'''<ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/arbitro/ "Arbitro" - Treccani.it]</ref> dello [[sport]] del [[Calcio (sport)|calcio]], a qui è deputata la direzione della gara.
L{{'}}'''arbitro''', noto anche con i termini di uso comune quali "direttore di gara" o "giudice di gara", è un '''ufficiale di gara'''<ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/arbitro/ "Arbitro" - Treccani.it]</ref> dello [[sport]] del [[Calcio (sport)|calcio]], a cui è deputata la direzione della gara.


Questa figura, è colui che durante una partita di [[Calcio (sport)|calcio]], svolta in maniera ufficiale o in ogni caso autorizzata dai competenti enti calcistici, "''arbitra''" ossia dirige l'incontro per il quale è stato designato, e assicura che essa si svolga regolarmente nel pieno rispetto delle [[Regole del gioco del calcio|regole]] del gioco, stabilite a livello internazionale dall'[[IFAB]], dalla [[FIFA]] e a livello minore dalle varie federazioni calcistiche continentali e nazionali.
Questa figura è colui che durante una partita di [[Calcio (sport)|calcio]], svolta in maniera ufficiale o in ogni caso autorizzata dai competenti enti calcistici, "arbitra" ossia dirige l'incontro per il quale è stato designato, e assicura che esso si svolga regolarmente nel pieno rispetto delle [[Regole del gioco del calcio|regole]] del gioco, stabilite a livello internazionale dall'[[IFAB]], dalla [[FIFA]] e a livello minore dalle varie federazioni calcistiche continentali e nazionali.


All'arbitro è conferita tutta l'autorità necessaria per far osservare le regole del gioco nell'ambito della gara che è chiamato a dirigere e controllare, alla stregua di un [[Pubblico ufficiale (ordinamento italiano)|pubblico ufficiale]].<ref>{{cita web |url = http://www.aia-figc.it/download/regolamenti/reg_2011.pdf|titolo = Regolamento del Giuoco del Calcio|editore = aia-figc.it|formato = PDF|p = 50}}</ref>
All'arbitro è conferita tutta l'autorità necessaria per far osservare le regole del gioco nell'ambito della gara che è chiamato a dirigere e controllare, alla stregua di un [[Pubblico ufficiale (ordinamento italiano)|pubblico ufficiale]].<ref>{{cita web |url = http://www.aia-figc.it/download/regolamenti/reg_2011.pdf|titolo = Regolamento del Giuoco del Calcio|editore = aia-figc.it|formato = PDF|p = 50}}</ref>

Versione delle 17:49, 10 apr 2022

Voce principale: Regole del gioco del calcio.
Gianluca Rocchi, ex arbitro di calcio italiano.
John Langenus, l'arbitro che diresse la prima finale del Mondiale, si noti lo storico abbigliamento da "giacchetta nera".

L'arbitro, noto anche con i termini di uso comune quali "direttore di gara" o "giudice di gara", è un ufficiale di gara[1] dello sport del calcio, a cui è deputata la direzione della gara.

Questa figura è colui che durante una partita di calcio, svolta in maniera ufficiale o in ogni caso autorizzata dai competenti enti calcistici, "arbitra" ossia dirige l'incontro per il quale è stato designato, e assicura che esso si svolga regolarmente nel pieno rispetto delle regole del gioco, stabilite a livello internazionale dall'IFAB, dalla FIFA e a livello minore dalle varie federazioni calcistiche continentali e nazionali.

All'arbitro è conferita tutta l'autorità necessaria per far osservare le regole del gioco nell'ambito della gara che è chiamato a dirigere e controllare, alla stregua di un pubblico ufficiale.[2]

Il Regolamento del gioco del calcio dedica all'arbitro la Regola 5 e agli altri ufficiali di gara suoi assistenti la Regola 6.[3]

Doveri e poteri dell'arbitro

Il compito principale dell'arbitro è quello di controllare e assicurarsi che una partita di calcio si svolga sotto l'osservanza delle regole del gioco, coadiuvato ed aiutato, se presenti, da altri ufficiali di gara, in qualità di suoi assistenti, che nella loro forma più classica sono solo due denominati dal regolamento assistenti arbitrali, andando così a formare con l'arbitro centrale, la famosa e nota come cosiddetta terna arbitrale.

Deve altresì assicurarsi che i palloni utilizzati nella gara e l'equipaggiamento dei calciatori rispettino i requisiti previsti dalle regole del gioco.[4]

L'arbitro è inoltre l'unico cronometrista ufficiale della gara (infatti ad differenza di altri sport di squadra, come ad esempio la pallacanestro, nel calcio non esiste una figura del "cronometrista" indipendente), e deve prendere nota degli episodi accaduti nel corso della stessa, per poi a fine gara riportarli sul referto, da inviare al Giudice Sportivo competente per la categoria.

Può interrompere temporaneamente la gara, sospenderla o interromperla definitivamente a sua discrezione, al verificarsi di ogni infrazione alle regole o a seguito di interferenze esterne, di qualunque genere esse siano. L'arbitro deve intervenire su segnalazione dei suoi assistenti per quanto concerne incidenti non direttamente controllati.

Prima della gara deve identificare tutti i calciatori e lo staff tecnico delle società partecipanti, controllando che la "distinta" (un elenco dove sono indicati tutti i tesserati di una società che faranno richiesta di accedere al recinto di gioco) sia correttamente compilata, e deve inoltre far in modo che nessuna persona non autorizzata o non identificata entri nel recinto di gioco; deve indicare la ripresa della gara dopo un'interruzione del gioco; deve inviare alle autorità competenti un rapporto con le informazioni relative a tutti i provvedimenti disciplinari adottati nei confronti dei calciatori e dirigenti, inclusi allenatori, medici, massaggiatori, operatori sanitari e altri collaboratori in genere, e a tutti gli altri incidenti eventualmente accaduti prima, durante e dopo la gara.[5] In base alla regola 5 del Regolamento, l'arbitro assume "potere" e quindi tutta l'autorità necessaria, dal momento in cui questi giunge presso l'impianto sportivo, e cessa quando a fine gara lascia definitivamente lo stadio.

Al termine della gara, l'arbitro e se presenti gli altri ufficiali, devono compilare un referto ufficiale della gara, annotando con precisione tutti i fatti accaduti durante la stessa (reti segnate, calciatori ammoniti, sostituzioni, periodo di recupero accordato ecc.), ivi comprese eventuali problematiche intercorse prima, durante o dopo la gara, e comportamenti non consoni allo spirito del "gioco", anche da parte di persone estranee o non tesserate.

Il referto una volta compilato deve essere scannerizzato o spedito via email, pec, fax, in busta sigillata via posta o infine consegnato a "mano" al Giudice Sportivo competente territorialmente per la categoria; questo ultimo tramite la pubblicazione di un comunicato ufficiale (di norma il giovedì nelle gare dilettantistiche regionali e provinciali o il giorno immediatamente successivo alla gara nelle competizioni nazionali), omologa il risultato di essa e decide eventuali sanzioni a carico dei calciatori, dirigenti o in toto alle società, per le violazioni delle regole segnalate dall'arbitro nel referto.

Inappellabilità delle decisioni dell'arbitro

Le decisioni dell'arbitro che si riferiscono ai fatti accaduti durante il gioco sono assolutamente inappellabili ed esso può modificarle solamente a suo insindacabile giudizio solo nel caso egli si renda conto di aver sbagliato o, a sua discrezione, a seguito della segnalazione di un assistente o del quarto ufficiale che lo porti a ritenere errata una sua decisione prima che il gioco sia stato ripreso o la gara non sia terminata.[6]

Solamente ai capitani delle due squadre è permesso con assoluta educazione rivolgersi all'arbitro per chiedere spiegazioni su decisioni da lui prese.

Arbitraggio delle gare e gli altri ufficiali di gara

La bandierina dell'assistente arbitrale può essere a quadri gialli e rossi, oppure interamente gialla
Lo stesso argomento in dettaglio: Assistente arbitrale (calcio).

L'arbitraggio, direzione e controllo della partita da parte dell'arbitro avviene classicamente nelle competizioni dilettantistiche con la collaborazione di soli altri due ufficiali, denominati dal regolamento (Regola 6), "Assistenti Arbitrali" (Nella cultura popolare sono noti anche con il termine storico di guardalinee), che formano con l'arbitro la cosiddetta terna arbitrale.

Nelle gare più importanti e nei campionati di vertice (dalla Serie C in su), viene designato, oltre che all'arbitro e ai suoi due assistenti, anche un quarto ufficiale di gara, chiamato comunemente "quarto uomo", e in caso straordinario può essere designato anche un assistente di riserva, detto anche "quinto uomo".

Le gare dei campionati di vertice italiani (Serie A/Serie B, Coppa Italia) e internazionali, svolte sotto egida FIFA e UEFA, normalmente vedono in pianta stabile la presenza di sei ufficiali di gara (arbitro, assistenti, quarto ufficiale, Var e Avar).

A partire dalla stagione sportiva 2009/2010 in aiuto della classica quaterna, nella competizione della UEFA Europa League vengono introdotti e designati in via sperimentale anche ulteriori due assistenti supplementari, detti assistenti addizionali d'area di rigore: durante la gara per il quale sono stati designati, essi prendono posto nei pressi della linea di porta e hanno il compito di vigilare su quanto accade all'interno dell'area di rigore di loro competenza, specialmente in caso di assegnazione o meno di una rete in casi dubbi (gol fantasma, e/o infrazioni), oppure in caso di infrazioni punibili con un calcio di rigore.

Dalla stagione sportiva successiva essi vengono introdotti anche nella UEFA Champions League e in alcuni campionati nazionali; dalla stagione 2012/2013 gli addizionali d'area vengono introdotti anche in Serie A, dove rimangono ininterrottamente fino alla fine della stagione 2016/2017. Dalla stagione 2017/2018 viene introdotto in Serie A e in varie competizioni internazionali UEFA e FIFA il sistema VAR, e con esso si vede la nascita di due nuovi ufficiali di gara denominati VAR e AVAR, e per tale motivo e per ragioni di budget vengono "soppressi" gli Assistenti addizionali d'area, che quindi cessano di "esistere" dopo quasi 8 anni dalla loro nascita.

Nelle gare dei campionati semi-professionistici nazionali (dalla Serie C in giù, fino alla Promozione) e dilettantistici regionali, le gare vengono di norma dirette dai classici soli tre ufficiali (arbitro e i due assistenti).

In tutti gli altri campionati (dalla Prima categoria in giù) provinciali, amatoriali e nel settore Giovanile e Scolastico, e in ogni caso in cui non sia prevista la designazione dei due assistenti ufficiali, è solo l'arbitro a occuparsi dello svolgimento della gara, coadiuvato da due assistenti di parte, ovvero due persone tesserate, uno per società partecipante alla gara, che svolgeranno la funzione di assistente dell'arbitro, con l'unico compito di indicare alzando la bandierina quando il pallone abbia interamente superato le linee perimetrali[7] senza indicare a che società spetta la rimessa; la loro presenza per regolamento è obbligatoria.[8]

La terna arbitrale può essere presente a discrezione del competente Organo Tecnico anche negli spareggi (play-off-play-out) di Prima Categoria e Seconda Categoria, e nelle gare del settore giovanile più importanti.

Le segnalazioni degli assistenti arbitrali e di altri ufficiali (Quarto Uomo, Var e Avar), a cui il regolamento dedica la Regola 6[9], in ogni caso sono esclusivamente a fini regolamentari solamente di "supporto", e quindi spetta solo all'arbitro la scelta finale di prendere in considerazione o meno la segnalazione del suo assistente, e quindi di decidere se interrompere o meno il gioco.

Equipaggiamento dell'arbitro

Per assicurare il corretto svolgimento della partita, l’arbitro entra in campo con i seguenti oggetti:

Un cartellino giallo, per ammonire un giocatore colpevole di una scorrettezza passibile di questo provvedimento.
Un cartellino rosso, per espellere un giocatore colpevole di una scorrettezza grave o ammonito per la seconda volta.
Un taccuino, per annotare eventuali gol, provvedimenti arbitrali e sostituzioni.
Un fischietto, per interrompere e far riprendere il gioco.
Un cronometro, per controllare la durata dei tempi di gioco (in base al regolamento se ne utilizzano due).
Un auricolare, tramite il quale comunicare con il quarto uomo e gli assistenti.[10]
Una monetina per eseguire il sorteggio iniziale, il vincitore del quale sceglierà, in base al Regolamento, se battere il calcio d'inizio o la porta verso la quale attaccare.

Divise degli ufficiali di gara

Quando il gioco del calcio era ancora ai suoi esordi (primi del 1900), gli arbitri dirigevano le partite indossando una giacca nera, una camicia bianca, e pantaloncini neri stile da "tennis".

Da questo inusuale abbigliamento è nata l'espressione, in uso ancora oggi, di "giacchetta nera", e da tale storica usanza, nei campionati di vertice, regionali, nazionali ed internazionali, gli ufficiali di gara si presentano nell'impianto sportivo indossando un abbigliamento composto da una giacca nera, camicia bianca e cravatta nera.

Dal secondo dopo guerra, circa verso la metà del 1950, vennero finalmente introdotte le divise anche per gli arbitri e gli altri ufficiali, ed esse erano tradizionalmente nere o di un colore molto scuro, spesso con colletto e polsini bianchi.

Tuttavia, nelle partite della nazionale scozzese la divisa degli ufficiali di gara era solitamente di colore rosso per evitare confusione con le maglie color blu scuro della Scozia.

Solo a partire dalla seconda metà degli anni novanta cominciarono ad essere prodotte e utilizzate divise colorate che furono inventate per rendere la sua sagoma inconfondibile rispetto ai colori delle maglie dei calciatori e dei portieri.

Il colore più diffuso tra gli arbitri, oltre al classico nero, è il giallo.

In base al Regolamento i calciatori di entrambe le squadre (portieri compresi) devono indossare divise di colore differente da quella degli ufficiali di gara.[11]

Un arbitro italiano con indosso la divisa arbitrale della stagione sportiva 2006/2007 di colore giallo prodotta dalla Diadora. Si noti sulle maniche il logo dell'allora sponsor dell'AIA Ing Direct

Divise degli arbitri italiani

In Italia, le divise che gli arbitri e assistenti associati AIA utilizzano in tutte le gare considerate ufficiali e/o svolte sotto l'egida della FIGC e dei vari sottocomitati, sono state fornite dai primi anni del 1990 fino al 30 Giugno 2019 dalla azienda Veneta Diadora, che firmò nel tempo vari contratti di durata variabile come sponsor tecnico dall' Associazione Italiana Arbitri, fornendo ai fischietti nostrani oltre alle divise di gara anche il vario materiale tecnico e di rappresentanza.

Dal 1 luglio 2019 e quindi a partire dalla stagione sportiva 2019/2020, scaduto il contratto con la Diadora durato ben 25 anni e non rinnovato, subentrò come nuovo sponsor tecnico dell'AIA, l'azienda campana Legea, che firmò un contratto triennale di fornitura di abbigliamento di gara e rappresentanza.

Le nuove divise Legea hanno deputato nei campionati italiani a partire dal 1 Luglio 2019, e da contratto agli Arbitri è fatto divieto di utilizzare le vecchie divise Diadora.

I colori delle divisa da gara proposte da Legea per la stagione 2019/2020 sono:

  •      giallo
  •      nero
  •      rosso
  •      blu

Per le stagioni 2017/2018 e 2018/2019 i direttori di gara avevano a disposizione divise di tre colori prodotti dalla Diadora:

  •      Nero
  •      Giallo
  •      Rosa Caprifoglio

Le divise hanno i pantaloncini sempre neri, mentre i calzettoni sono dello stesso colore della maglia.

A partire dalla Stagione Sportiva 2015/2016, gli arbitri appartenenti agli Organi Tecnici Nazionali indossano divise con la sponsorizzazione di Eurovita Assicurazioni.

Dalla Stagione Sportiva 2016/2017, anche gli Arbitri appartenenti agli Organi Tecnici periferici godranno della medesima sponsorizzazione.

Per la stagione 2011/2012 e 2012/2013 gli arbitri hanno a disposizione divise di quattro colori.

  • Nero con fasce frontali bianche, rosse e verdi.
  • Giallo fluorescente con fasce frontali bianche, rosse e verdi.
  • Viola fluorescente con fasce frontali bianche, rosse e verdi (solo per la stagione 2012/2013).
  • Azzurro fluorescente con fasce frontali bianche, rosse e verdi (solo per la stagione 2011/2012).

Tutte le divise hanno il pantaloncino sempre nero, mentre i calzettoni sono dello stesso colore della maglia. Le fasce bianche, rosse e verdi, che simboleggiano il Tricolore italiano, sono per festeggiare il centenario dell'Associazione italiana Arbitri. Inoltre le nuove uniformi possiedono particolari tratti dalle storiche livree della terna arbitrale: il colletto e il risvolto dei calzettoni di colore bianco, sono stati fedelmente riprodotti. Sul petto è ben visibile lo scudetto tricolore simbolo dell'AIA, mentre i pantaloncini sono rigorosamente neri, ma con lo stesso richiamo stilistico che caratterizza la maglia. Sui calzoncini inoltre campeggia il logo del Centenario dell'AIA.

Con l'inizio della nuova stagione la divisa azzurra è stata sostituita da una viola che mantiene però le stesse caratteristiche, fatta eccezione per il logo del centenario, rimosso, rispetto alle divise della passata stagione.

Anche per le stagioni 2009/2010 e 2010/2011 gli arbitri hanno avuto a disposizione tre colori:

Tutte le divise avevano il pantaloncino sempre nero, mentre i calzettoni erano dello stesso colore della maglia. L'unica modifica rispetto alle divise del biennio precedente (esclusi i pantaloncini sempre neri) era il particolare delle taschine nere. Invece per la stagione 2008/2009 e 2007/2008 i colori delle divise erano:

Tutte le divise avevano sia i pantaloncini sia i calzettoni dello stesso colore della maglia.Nelle stagioni precedenti, gli arbitri hanno indossato anche il celeste, il bianco, il verde (in varie tonalità) e l'arancio.

Nelle stagioni 2004/2005 2005/2006 e 2006/2007 l'azienda di assicurazioni Ing Direct sponsorizzò l'AIA e quindi sulle maniche delle divise arbitrali fu applicato il famoso logo della Zucca arancione.

L'obbligo per l'arbitro di indossare la divisa parte dalla categoria degli Esordienti. Nelle categorie inferiori (Pulcini e Piccoli Amici) l'arbitro può non indossare la divisa (anche perché le partite di queste categorie di solito vengono arbitrate dagli stessi allenatori).

Nelle gare svolte sotto l'egida del CSI o della UISP, le divise sono prodotte dalla Garman.

Divise degli arbitri internazionali

Per le gare svolte sotto l'egida della UEFA e FIFA, le divise sono prodotte dalla Macron, che subentrò all'Adidas a partire dalla stagione 2019/2020, in vari colori.

Per le gare della Uefa Champions League 2009/2010 sono state create divise ad hoc. I colori sono:

  •      Arancione
  •      Nero
  •      Bianco

Per le altre gare di UEFA e FIFA per il biennio 2010/2012, i colori sono:

  •      Arancione
  •      Nero
  •      Grigio
  •      Blu
  •      Rosso

Cambio divise

In genere le divise degli arbitri, vengono mantenute per due stagioni, e al termine della seconda stagione, l'azienda produttrice cambia le divise, anche cambiando solo i vari colori (come nel caso delle divise italiane).[senza fonte] Tuttavia l'Associazione Italiana Arbitri, nel presentare le divise in uso per la stagione 2011/2012, ha affermato che le stesse sarebbero rimaste in dotazione per altre tre stagioni;[12] cosa poi non avveratasi, dato che nella stagione 2013/2014 sono state cambiate; nella stagione 2014/2015 vengono utilizzate le divise della stagione precedente.[13]

Organizzazione arbitrale in Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Italiana Arbitri.

In Italia tutte le gare di calcio, che sono considerate ufficiali (amichevoli comprese) o comunque in ogni caso organizzate o autorizzate dalla FIGC, dalle leghe o dai comitati locali da essa dipendenti, devono essere obbligatoriamente dirette da arbitri federali designati dal competente organo tecnico dell'Associazione Italiana Arbitri.[14]

Gli organi tecnici riconosciuti dall'Associazione italiana Arbitri si distinguono in diversi livelli: si parte dall'O.T.S. (Organo Tecnico Sezionale) in passato chiamato O.T.P. (Organo Tecnico Provinciale), che designa le gare di competenza delle singole sezioni (spesso a carattere provinciale); O.T.R. (Organo Tecnico Regionale) o comunemente chiamato C.R.A. (Commissione Regionale Arbitri) che designa gare di competenza regionale (come la Promozione); per poi passare agli O.T. Nazionali che passano dalla C.A.I.(Commissione Arbitri Interregionale), C.A.N. D, CAN C, e così via fino alla massima serie nazionale C.A.N. A-B[15]

In caso della mancanza dell'arbitro designato all'ora di inizio della gara, le società hanno l'obbligo di cercare un altro arbitro federale che può sostituire il collega, secondo le modalità previste dal Regolamento, e in genere si fa ricorso al "Pronto AIA" che è un servizio messo a disposizione dal competente O.T. per poter reperire alla svelta un arbitro, che possa sostituire il collega.

In Italia l'età minima per accedere al corso di formazione per diventare arbitro federale è 14 anni, e la massima 40. Il limite d'età massimo è fissato a 50 anni.[16]

Per divenire arbitri di calcio, l'aspirante dovrà seguire un corso formativo presso una delle numerose sezioni AIA dislocate in tutto il territorio italiano: il corso non ha una durata precisa, ma solitamente si aggira intorno ai 2-3 mesi.

Nel corso di preparazione sono impartite lezioni sia teoriche sia pratiche riguardanti principalmente il regolamento del gioco del calcio da arbitri più esperti.

Al termine del corso, i candidati sostengono un esame di abilitazione, che consiste in una prova scritta e un esame orale sul regolamento; poi, una volta superati gli esami, gli arbitri devono superare dei test atletici riguardanti in genere lo scatto (40 m) e la resistenza (Yo-Yo Test) per poter poi essere successivamente designati.

Una volta divenuti arbitri si riceve una tessera federale FIGC che permette di entrare gratis in tutti gli stadi d'Italia, richiedendo un accredito alla società calcistica di competenza qualche giorno prima della gara per assistere a partite organizzate dalla FIGC nel territorio nazionale.[17] L'arbitro di calcio per continuare a far parte dell'Associazione deve rispettare delle regole ben precise, ad esempio quella di arbitrare un numero minimo di partite durante una stagione calcistica (in genere 15), non assentarsi ingiustificatamente più di quattro volte alle riunioni tecniche della sezione di appartenenza, che si tengono in media ogni quindici giorni: se si violano queste regole si può avere delle sanzioni disciplinari fino al ritiro della tessera che significa l'esclusione a vita dall'associazione.[18]

Gli Organi Tecnici, sono chiamati anche "Designatori", poichè essi hanno l' onore di "scegliere" l' Arbitro più adatto a dirigente un determinato incontro in base a sostanzialmente meriti meritocratici mediante i voti degli Osservatori.

Le designazioni degli ufficiali di gara (Arbitro, Assistenti e Osservatori) da parte degli Organi Tecnici dell' AIA, avvengono di norma 5 giorni prima della gara nella categorie Dilettantistiche e 2 giorni prima nelle categorie nazionali.

Ad esclusione della categorie nazionali (CAN A-B, C e D) dove le designazioni avvengono a "voce" o tramite e-mail / comunicati da parte degli Organi Tecnici, nelle categorie dilettantistiche regionali e provinciali (CRA/CPA e OTS), le designazioni avvengono mediante l'uso di una piattaforma gestionale online denominata "Sinfonia4You".

L' Arbitro che verrà designato per una determinata gara, riceverà una e-mail generata automaticamente da Sinfonia4You, con un riepilogo della stessa e lo inviterà ad accedere alla piattaforma per accettarla. Di norma esso avrà a disposizione pochissimi giorni (di norma 1/2) per accettare la gara, ed in caso di impegni tali da non poter permettere l'accettazione (es. impegni lavorativi, famigliari, ecc.) dovrà tempestivamente avvisare telefonicamente il proprio Organo Tecnico competente, pena la sanzione del "rifiuto ingiustificato". con 5 rifiuti ingiustificati anche non conseguitivi, nella medesima stagione sportiva, l' arbitro è passabile del provvedimento di Ritiro Tessera.

Due giorni prima della data fissata per la gara, tutte le designazioni degli Ufficiali di Gara comprese quelle riguardanti le categorie dilettantistiche, amatoriali e giovanili, sono rese pubbliche mediante la pubblicazione delle stesse sul sito web istituzionale [1] dell' AIA, alla voce "Ultime Designazioni" per poi selezionare la categoria che interessa (divise per Regioni e Provincie).

Preparazione atletica

Un arbitro è tenuto a mantenere per tutto l'arco della stagione agonistica, una preparazione fisica adeguata. Come abbiamo detto precedentemente, l'arbitro è tenuto a sostenere dei test fisici di resistenza, ma non solo quando diventa arbitro effettivo. Questi test vengono svolti, di solito due volte a stagione, uno all'inizio dei vari campionati, e un altro a metà stagione (verso gennaio-febbraio), questo per garantire agli arbitri un continuo mantenimento della forma fisica per affrontare al meglio gli impegni stagionali.

In caso di non superamento del test, l'arbitro (o l'assistente) può ricevere una sospensione dalle designazioni fino ad un mese, potrà poi riprovare il test nelle date che la sezione di appartenenza metterà a disposizione e se risulterà idoneo potrà continuare ad arbitrare.

Premi e riconoscimenti

Lo stesso argomento in dettaglio: Premio Giovanni Mauro e Premio Sportilia.

Tra i premi più importanti per gli arbitri italiani abbiamo il premio Giovanni Mauro, per il miglior arbitro della stagione, il Premio Giorgio Bernardi (prima chiamato "Premio Florindo Longagnani") per il miglior arbitro esordiente in Serie A, il Premio Sportilia che premia i migliori arbitri e assistenti di linea per categoria di appartenenza; inoltre ogni sezione può assegnare premi e/o riconoscimenti speciali ai propri tesserati.

La carriera arbitrale

In Italia le categorie della carriera di un arbitro sono le seguenti:

Una volta seguito e superato il corso arbitrale presso le sezioni il neo direttore di gara esordisce nella più bassa categoria, molto probabilmente nei Giovanissimi o negli Esordienti (Se il comitato provinciale prevede l'Arbitro Federale).

La figura del dirigente arbitro

Lo stesso argomento in dettaglio: Dirigente arbitro.

Come già detto in precedenza, in Italia, tutte le gare che sono considerate ufficiali (amichevoli comprese) o comunque in ogni caso organizzate o autorizzate dalla FIGC, dalle leghe o dai comitati locali da essa dipendenti, devono essere obbligatoriamente dirette da arbitri federali designati dal competente organo tecnico dell'Associazione Italiana Arbitri.

Però, a causa del numero insufficiente di arbitri federali, e quindi per sopperire a tale mancanza ed evitare il rinvio delle gare, in alcuni campionati della attività di base, giovanile e amatoriale, la F.I.G.C. tramite le proprie delegazioni periferiche, può autorizzare un dirigente tesserato per la società ospitante (che gioca in casa), o in rari casi della ospite, a ricoprire il ruolo del direttore di gara.

Questo dirigente è comunemente chiamato "Dirigente arbitro".

Questa figura è presente, in alcune regioni in cui non ci sono abbastanza arbitri federali, fino alla categoria giovanile degli esordienti.[19]

Per le categorie dei pulcini e piccoli amici, tutto ciò non avviene; infatti, sarà un semplice istruttore a dirigere la gara, senza per altro indossare la divisa e utilizzare i cartellini gialli e rossi.

Oltre che alle già citate gare giovanili, in tutte quelle gare, ad esempio partite di beneficienza, amichevoli o tornei, non organizzate o autorizzate dalla FIGC, il dirigente arbitro è chiamato a sostituire l' arbitro aia

Note

  1. ^ "Arbitro" - Treccani.it
  2. ^ Regolamento del Giuoco del Calcio (PDF), su aia-figc.it, p. 50.
  3. ^ Regola 5 - L'arbitro ( Regolamento del Giuoco del Calcio (PDF), su aia-figc.it, figc.it.)
  4. ^ Fabrizio Bocca, Prima regola, buon senso, in la Repubblica, 29 settembre 1993, p. 30.
  5. ^ Regolamento del Giuoco del Calcio (PDF), su aia-figc.it, pp. 49-50.
  6. ^ Regola 5, "Decisioni dell'arbitro" ( Regolamento del Giuoco del Calcio (PDF), su aia-figc.it, figc.it.)
  7. ^ Regolamento del Giuoco del Calcio (PDF), su aia-figc.it, p. 87.
  8. ^ Regolamento del Giuoco del Calcio (PDF), su aia-figc.it, p. 88.
  9. ^ Regola 6 - Gli assistenti dell'arbitro ( Regolamento del Gioco del Calcio (PDF), su aia-figc.it, figc.it.)
  10. ^ Arbitri, l'auricolare già accusato, su tgcom24.mediaset.it, 21 gennaio 2007. URL consultato l'8 luglio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2019).
  11. ^ Regolamento del Giuoco del Calcio (PDF), su aia-figc.it, p. 43.
  12. ^ AIA | Associazione Italiana Arbitri | Diadora presenta le nuove divise celebrative del centenario
  13. ^ Le divise degli arbitri 2013-2014, Diadora firma un look classico e contemporaneo
  14. ^ Paolo Bartezzaghi, Come si diventa arbitri di calcio, in La Gazzetta dello Sport, 4 settembre 1998.
  15. ^ Art. 31 Statuto FIGC.
  16. ^ NFOT.
  17. ^ Regolamento AIA - art. 39, comma 5.
  18. ^ Regolamento Associativo AIA (PDF), su aia-figc.it.
  19. ^ F.I.G.C. Delegazione Provinciale di Como, Allegato 7, Comunicato 1, Sotto-Allegato 2, Stagione 2008-09

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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