Coordinate: 45°27′46.47″N 9°11′07.16″E

Mediolanum

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Mediolanum
Milano
Bassorilievo della scrofa semilanuta, testimoniante le origini celtiche della città
Civiltàciviltà romana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Amministrazione
EnteComune di Milano
Sito webwww.architettonicimilano.lombardia.beniculturali.it/
Mappa di localizzazione
Map

Mediolanum era l'antica città di Milano di epoca romana (Mediólanon secondo gli etnografi greci, Mediolanum o Mediolanium in latino, il cui significato etimologico sembra potesse essere "località in mezzo alla pianura" oppure "luogo fra corsi d'acqua",[1] data la presenza dell'Olona, del Lambro e del Seveso).

«Gli Insubri avevano come metropoli Mediolanum, che anticamente era un villaggio […], ora invece è un'importante città al di là del Po quasi ai piedi delle Alpi

Toponimo

Lo storico francese Henri Martin ha proposto che Mediolanum significhi centro della regione e che identifichi un santuario "centrale"[2] e numerosi studiosi dopo di lui considerano esatta tale tesi ottocentesca.[3] Tre sono gli insediamenti che con certezza si possono ricondurre alla comune derivazione: Milano, Châteaumeillant e Mont-Miolant. La tesi non è riconosciuta da tutti gli studiosi perché più località con tale nome e significato si trovano nel medesimo territorio: tre per esempio nel territorio degli Ambiani, degli Allobrogi, degli Edui e dei Segusiavi, due in quello dei Biturigi e degli Ausci.

Territorio

Sulla nascita di Milano oggi si avanzano ipotesi più plausibili rispetto ad una datazione tanto alta fatta da Livio,[4] sulla base delle indagini archeologiche del territorio:

  1. Mediolanum sorse sulla linea dei fontanili (ovvero, dove le acque affioravano in superficie per il degradare della pianura verso il Po). Ciò potrebbe significare che sia nata su una lingua di terra che dava su una palude, in un luogo quindi ben difendibile.
  2. Mediolanum potrebbe, infine, essere nata alla confluenza di due (o addirittura quattro) fiumi,[1] ovvero il Seveso, il Nirone (o Acqualunga), l'Olona (le cui acque generavano un canale navigabile chiamato Vepra, che a sua volta si collegava ad un altro canale artificiale chiamato Vettabbia,[5] quest'ultimo scavato nel I secolo[6]),[7] oltre al Lambro.[8]

Storia

Primo insediamento pre-romano (VI secolo a.C.)

Le popolazioni della Gallia cisalpina, compresa quella celtica degli Insubri attorno a Mediolanum
Lo stesso argomento in dettaglio: Cultura di Golasecca, Celti e Fondazione di Milano.

La sua fondazione risalirebbe al tardo periodo golasecchiano (inizi del VI secolo a.C. secondo Tito Livio;[9] con un insediamento che copriva una superficie di circa 12 ettari),[10] divenendo poi un importante capoluogo celtico degli Insubri fin dal IV secolo a.C. (388-386 a.C.[4]).[11] Secondo invece l'antica tradizione romana riportata da Tito Livio, la fondazione avvenne attorno al 600 a.C. ad opera del gallo Belloveso, nipote del sovrano dei Galli Biturigi che si insediò nel mezzo della pianura, sconfiggendo le precedenti popolazioni etrusche. La leggenda farebbe quindi risalire la sua fondazione al gallo Belloveso ed a una "scrofa semilanuta" (in medio lanae), che divenne poi, il simbolo della Milano gallica.

Milano romana: Mediolanum

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Milano.

Epoca repubblicana

Lo stesso argomento in dettaglio: Repubblica romana e Gallia cisalpina.

Dopo essere stata la più importante città dei Galli Insubri, Milano fu conquistata nel 222 a.C., in seguito ad un aspro assedio, dai consoli romani Gneo Cornelio Scipione Calvo e Marco Claudio Marcello,[12] la conquista fu contrastata dalla discesa di Annibale al quale la popolazione locale si alleò. Fu solo nei primi anni del II secolo a.C. che Insubri e Boi si assoggettarono in modo definitivo alla dominazione romana.

Cesare diede la cittadinanza romana all'intera Gallia cisalpina nel 49 a.C.
Territori della Gallia cisalpina (evidenziati in rosso trasparente) tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C.

Il commediografo Cecilio Stazio, nacque attorno al 230 a.C., nel territorio dei Galli Insubri, probabilmente proprio a Mediolanum, secondo anonime testimonianze riportate nel Chronicon di Girolamo.[13][14] Fu fatto prigioniero nel corso delle guerre tra gli Insubri e l'esercito romano tra il 222 e il 219 a.C.,[15] forse a seguito della battaglia di Clastidium,[14] e giunse dunque a Roma come schiavo, secondo la testimonianza dell'erudito del II secolo d.C. Aulo Gellio, che scrisse nelle sue Noctes Atticae:

(LA)

«[Caecilius] seruus fuit et propterea nomen habuit Statius.»

(IT)

«[Cecilio] era di condizione servile, e perciò prese il cognomen di Stazio.»

Poco si sa della Milano celtica e poco anche della prima Milano romana. All'89 a.C. risale la legge di Pompeo Strabone ("Lex Pompeia de Gallia Citeriore") che conferì alla città dignità di colonia latina.[11] I notabili milanesi disapprovarono la dichiarazione della valle padana come semplice provincia (Gallia Citerior o Cisalpina) e appoggiarono il tentativo del console Lepido di rovesciare i successori della corrente sillana. Il tentativo fallì e nel 77 a.C. la ribellione fu domata con una strage.

Per via della sua favorevole posizione di retrovia, Mediolanum fu di importanza notevole per le campagne di Cesare alla conquista della Gallia, negli anni dal 58 a.C. al 50 a.C., tanto che nei suoi dintorni furono arruolate alcune legioni cesariane (la XIII e XIV). Milano divenne il più importante centro della Gallia Cisalpina e, sull'onda dello sviluppo economico, nel 49 a.C. venne elevata, nell'ambito della Lex Roscia allo status di municipium civium romanorum.[16][11]

Archeologia della Mediolanum repubblicana
Lo stesso argomento in dettaglio: Teatro romano di Milano e Mura romane di Milano.

Milano cominciò a dotarsi, forse a partire dal 49 a.C. di primi edifici pubblici in muratura come la stessa cerchia muraria ed il teatro romano (il più antico edificio scoperto attualmente, sempre che non sia di età augustea), con una scena alta 20 metri ed una cavea del diametro di 95 metri e poteva ospitare tra i 7.000 e i 9.000 spettatori,[17] in un'epoca in cui Mediolanum contava all'incirca 25.000 abitanti. Si dota, inoltre, di un reticolato di strade lastricate, in particolare per quella parte che conduceva verso Roma, attraverso la cosiddetta Porta Romana.[11]

Epoca alto-imperiale

Dupondio raffigurante Didio Giuliano, imperatore romano nativo di Mediolanum
Lo stesso argomento in dettaglio: Alto Impero romano e Monetazione di Mediolanum.

Nell'età imperiale l'importanza militare, politica, economica e strategico-militare della città crebbe (per la sua vicinanza ai confini imperiali di Rezia e Norico), come ci racconta lo stesso Tacito nel 69.[18] E così verso la fine del II secolo, la città divenne colonia imperiale[19] e qui vi nacquero sia l'Imperatore Didio Giuliano,[20] rivale di Settimio Severo nel corso della guerra civile della fine del II secolo, sia il figlio di quest'ultimo Geta,[21] sia probabilmente anche Marco Aurelio Caro.[22]

Nel secolo successivo le ricorrenti invasioni barbariche ne misero in evidenza la sua qualità di avamposto di difesa. Gli Alemanni, che avevano sfondato il limes retico e attraversato il Passo del Brennero, si erano spinti in Italia, dove furono intercettati e battuti dalle armate di Gallieno nei pressi delle sue mura[23] Si trattava di un'orda di 300.000 Alemanni secondo Zonara,[24] e per l'occasione aprì per la prima volta una zecca nell'antica Mediolanum a evidente sostegno delle campagne militari.[25][26]

L'invasione degli Alamanni del 259-260 raggiunse perfino la città di Mediolanum, dove l'Imperatore Gallieno riuscì a fermarli

E proprio in seguito a questa vittoria, Gallieno, resosi conto dell'impossibilità di proteggere contemporaneamente tutte le province dell'impero lungo una linea statica di uomini posizionati a ridosso della frontiera, attorno agli anni 264-268[27] decise di costituire una "riserva strategica" centrale, formata prevalentemente da unità di cavalleria pesante (i cosiddetti promoti, tra cui spiccavano gli equites Dalmatae, gli equites Mauri[28] et Osroeni), che fosse più veloce negli spostamenti della fanteria legionaria e con una più alta "forza d'urto" rispetto alle truppe ausiliarie. Tale unità decise di posizionarla proprio a Mediolanum,[29] base ideale per la nuova "forza di intervento rapido", punto strategico equidistante da Roma e dalle vicine frontiere settentrionali di Rezia e Norico. Si trattava di un'iniziativa resasi necessaria anche a causa della perdita degli Agri decumates tra il Reno ed il Danubio, che aveva portato i Germani a trovarsi più vicini alla penisola italica, centro del potere imperiale.[30]

Sempre Gallieno fu costretto a tornare in Italia per assediare, a Mediolanum l'usurpatore Aureolo[31] nel 267/268, che lasciato qui con la cavalleria a vigilare su Postumo, Imperatore delle Gallie,[32] aveva tentato di farsi eleggere Augusto.[33][34] Si racconta che durante l'assedio, Gallieno, uscito dalla sua tenda, fu assassinato a tradimento dal comandante della cavalleria dalmata, Cecropio.[35] Alla congiura pare non fosse estraneo il suo successore Claudio II il Gotico, sebbene alcuni storici abbiano affermato che Gallieno morì in conseguenza di una brutta ferita riportata durante lo svolgersi dell'assedio. Tra gli organizzatori c'era anche il suo prefetto del pretorio Aurelio Eracliano. Pochi anni più tardi, l'Imperatore Aureliano dovette affrontare una nuova invasione da parte delle genti germaniche dei Marcomanni, che avevano devastato i territori attorno a Mediolanum (nel 271),[36] riuscendo poi a sconfiggerli ed a ricacciarli oltre confine, tanto che al termine della ristrutturazione di questo tratto di limes, ne fece il capoluogo della provincia di Aemilia et Liguria, oltre a sede di un ufficiale imperiale preposto a vigilare sul "fronte occidentale", lasciando che su "quello orientale" ve ne fosse un altro ad Aquileia.

Archeologia della Mediolanum alto imperiale

Milano si dotò di edifici splendidi tra cui un grande forum di pianta rettangolare, oltre ad un ampio anfiteatro (le rovine sono visitabili dalla sede della Soprintendenza Archeologica), con un'ellissi di 155 x 125 metri, il che lo renderebbe il terzo anfiteatro per dimensioni, dopo il Colosseo e l'anfiteatro di Capua con un numero di spettatori variabile nelle stime moderne tra i 20.000 ed i 35.000. Il suo abitato si espanse ben al di fuori delle mura, occupando circa l'attuale cerchia dei navigli interna. E sempre al I secolo si deve la costruzione del canale Vettabbia (canale alimentato dal Seveso e dalla Mollia), il quale all'altezza dell'attuale piazza Vetra-Basilica di Sant'Eustorgio, si "apriva" in un piccolo porto fluviale (largo 7 metri e profondo 1,5), nel quale gli archeologi moderni hanno trovato una straordinaria discarica dell'antichità, che ha permesso loro di meglio ricostruire la vita quotidiana della Mediolanum imperiale.[6]

Epoca tardo imperiale

Mura della Milano romana di epoca tardo imperiale, costruite durante la tetrarchia dall'Imperatore Massimiano

Quando Diocleziano decise di dividere l'Impero in due, scelse per sé l'Oriente e Mediolanum divenne residenza e capitale[37] del suo "collega" Massimiano, a capo dell'Impero Romano d'Occidente. Entrarono trionfalmente in città su un cocchio, Diocleziano si riservò l'appellativo di Giovio e Massimiano quello di Erculeo. Sappiamo inoltre che nell'inverno del 290/291 i due Augusti si incontrarono a Mediolanum. Da questo momento la corte rimase stabilmente in questa città, per la parte occidentale dell'Impero.[38]

Dopo l'abdicazione di Massimiano (306) avvenuta nello stesso giorno in cui abdicò Diocleziano, vi fu una serie di guerre di successione nel corso delle quali in pochi anni molti dei contendenti risiedettero a Mediolanum: prima Flavio Severo nel 307 che preparò la spedizione contro Massenzio;[39] lo stesso Massenzio in lotta contro Costantino; ed infine Costantino reduce dalla vittoria contro Massenzio, per stringere un'alleanza con Licinio nel febbraio del 313, rafforzata dal matrimonio di quest'ultimo con la sorella di Costantino, Flavia Giulia Costanza.[40][41][42][43][44][45][46]

A Milano, nel 313 Costantino si accordò con Licinio per consentire, con l'Editto di Milano, la pratica del culto cristiano, le cui prime cellule milanesi risalgono al II secolo. Sempre Costantino I trascorrerà alcuni brevi periodi in città nell'ottobre del 315 (per occuparsi dell'eresia Donatista) o nel 326 (prima di recarsi a Roma per i Vicennalia).[38] E sempre a questo periodo l'Italia a nord dell'Arno fu soggetta ad un vicario dell'Annona (il cui ruolo era di mantenere la corte imperiale, le milizie civili e militari al seguito), che dalle retrovie potesse essere di sostegno al vicino limes danubiano.[25]

La statua di Costantino I nei pressi del colonnato e della basilica di San Lorenzo a Milano

Dal 340 al 348 il terzo erede di Costantino, Costante I, soggiornò più volte nella metropoli lombarda, come quando nel 342/343 qui ricevette il vescovo Atanasio di Alessandria.[38] Nel 352 Costanzo II, dopo aver cacciato Magnenzio da Aquileia ed averlo forzato a tornare in Gallia, si recò a Mediolanum dove abrogò con un editto, le decisioni del "tiranno".[47] Nella città trascorse alcuni periodi della sua vita negli anni successivi, come nell'inverno del 352/353 (quando prese in moglie Eusebia), 354 (quando qui si recò al termine di una vittoriosa campagna contro gli Alemanni) o nel 355 (quando decise di trasferirvi la propria capitale, lontano dalla Gallia).[48] Nel 355 qui a Mediolanum si unirono in matrimonio il Cesare Flavio Claudio Giuliano ed Elena,[49] ed un importante Sinodo (ripetuto anche nel 390).[25] Costanzo tornò spesso a Mediolanum fino alla primavera del 357, senza più farvi ritorno.[38]

Nel 364/365, Valentiniano I (Augustus senior) scelse ancora una volta Mediolanum quale sua capitale (che qui rimase per parte del 365, 368 e 374[38]), mentre lasciò che il fratello Valente (Augustus iunior) continuasse a considerare Costantinopoli sua residenza e capitale imperiale d'Oriente.[50]. Il 7 dicembre del 374 Ambrogio divenne vescovo della città e coltivò la sua amicizia con l'Imperatore Graziano che qui spesso soggiornò a partire dal 379 (quando emanò un editto a favore di Ambrogio, nel quale aboliva ogni precedente disposizione di tolleranza per le eresie) fino al 383 (quando fu ucciso a Lugdunum dall'usurpatore Magno Massimo). Dopo di lui soggiornarono a Mediolanum l'imperatore Valentiniano II (dal 383 al 387), lo stesso Magno Massimo (nel 387) e Teodosio I, che dopo aver battuto Massimo nel 388, vi fissò la sua residenza imperiale fino al 392. Qui tornerà dopo aver battuto un nuovo usurpatore, Flavio Eugenio, nel settembre del 394 e morendovi il 17 gennaio del 395 (con elogio funebre di Ambrogio).[38]

L'antica Milano romana (Mediolanum) (sec. III-V) con le mura e le porte, il forum (piazza principale), il teatro, l'anfiteatro, il circo, il palazzo imperiale,[51] la zecca, le terme Erculee, il mausoleo imperiale e le basiliche paleocristiane

Ecco cosa ci racconta Ausonio della Mediolanum del 380-390:

«A Mediolanum ogni cosa è degna di ammirazione, vi sono grandi ricchezze e numerose sono le case nobili. La popolazione è di grande capacità, eloquenza ed affabile. La città si è ingrandita ed è circondata da una duplice cerchia di mura. Vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, i templi, la rocca del palazzo imperiale,[51] la zecca, il quartiere che prende il nome dalle terme Erculee. I cortili colonnati sono adornati di statue di marmo, le mura sono circondate da una cinta di argini fortificati. Le sue costruzioni sono una più imponente dell'altra, come se fossero tra loro rivali, e non ne diminuisce la loro grandezza neppure la vicinanza a Roma

Nel periodo in cui fu vescovo Ambrogio e dell'imperatore Teodosio I, Mediolanum divenne il centro più influente della Chiesa d'Occidente. Sant'Agostino fu convertito al cristianesimo nel 386 e ricevette il battesimo da S.Ambrogio. Il milanese Flavio Manlio Teodoro divenne prefetto del pretorio d'Italia negli anni 397-399, esercitando il suo potere proprio da Mediolanum-Aquileia. Nel 397 ottenne che l'Imperatore Onorio celebrasse a Mediolanum, e non a Roma, le feste solenni del suo quarto consolato.[52] Una volta divenuto console ordinario nel 399, celebrò questo avvenimento nella sua Mediolanum con giochi e spettacoli.[53] Nel 402 il generale dell'Impero romano d'Occidente, Stilicone, precipitatosi dalla vicina provincia di Rezia, riuscì a liberare Mediolanum dall'assedio dei Visigoti di Alarico, che avevano saccheggiato e devastato parte della pianura padana. Il re germanico, costretto a spostarsi verso Ovest, fu ancora una volta battuto dal generale "romano" presso Pollenzo (6 aprile del 402). Sei anni più tardi, nel 408, vi fu una breve apparizione a Mediolanum dell'Imperatore Onorio, mentre nel 452 le orde degli Unni di Attila saccheggiarono la città senza però incendiarla.[38]

Archeologia della Mediolanum tardo imperiale

Massimiano abbellì la città con vari monumenti. Una parte considerevole della città era riservata ai palazzi imperiali, che erano residenza dell'imperatore e della corte, comprendevano palazzi di rappresentanza e amministrativi. Quest'area occupava la parte della città compresa tra un circo ed un foro. Come di consuetudine i palazzi avevano un accesso diretto al circo, in modo che l'imperatore poteva recarvisi senza uscire per strada. Egli, infatti, a partire dal 286 fece costruire la sua residenza imperiale, un nuovo complesso termale (da cui proverrebbero le 16 colonne di San Lorenzo), oltre ad un grande circo[54] (450 x 85 m[55]) con una parte monumentale a Nord. Una delle due torri che facevano parte di questa parte è stata trasformata in campanile ed esiste ancora (campanile di San Maurizio Maggiore).

Solido raffigurante Arcadio, proveniente dalla zecca di Milano

Costruì poi una seconda cerchia di mura[56] (di circa quattro chilometri e mezzo,[57] arricchita da numerose torri), che correva nei pressi dell'attuale Foro Bonaparte (la denominazione della attuale chiesa "S.Giovanni sul Muro" indica che l'edificio poggiava sulle mura), dove si apriva Porta Vercellina. Poi contornavano il circo scendendo a Sud, ripiegavano verso est passando per l'attuale Carrobbio, proseguivano fino nei pressi di piazza Missori (qui vi era la Porta Romana) risalivano fino alla porta Argentia (per Bergamo, vicino all'attuale San Babila) poi piegavano ancora a Nord per raggiungere Porta Nuova (in fondo all'attuale corso Venezia, chiamata anche porta Erculea in onore di Massimiano). Le mura tornavano ad Ovest verso Foro Bonaparte toccando la Porta Comacina (per Como e per il Lario) Porta Giovia (in onore di Diocleziano). Le mura avevano all'esterno un fossato, posto a una certa distanza, e quindi le porte (oltre che essere fornite di torri) avevano davanti un ponte che attraversava il corso d'acqua.

Fece costruire il proprio mausoleo, identico a quello di Diocleziano a Spalato, i cui resti sono stati inglobati nella Cappella di S.Gregorio a S.Vittore al corpo. Il suo sepolcro in porfido egiziano (dopo vari passaggi) ora è diventato il battistero del Duomo. Il nuovo centro cittadino, con il foro e la zecca, si spostò di qualche centinaio di metri rispetto a quello gallico, dove ora sorge S. Sepolcro. Di questi monumenti restano poche tracce, come per esempio le colonne di S. Lorenzo, ivi trasportate in un periodo successivo. Restano invece numerose iscrizioni marmoree che testimoniano le intense attività operaie, artigianali e mercantili. Da segnalare anche i ruderi del circo (i circhi erano relativamente rari in Italia, e nel Nord Italia ve ne erano solo due, entrambi dovuti a Massimiano, uno a Milano e uno ad Aquileia). Vi sono anche i resti delle Terme Erculee (vicino a piazza S.Babila, tra corso Vittorio e corso Europa), una torre e un pezzo di cinta muraria, alta 11 metri, (oggi nel giardino del Museo Archeologico) i citati resti dell'anfiteatro e vari altri reperti, visibili o chiusi in scantinati (es. sotto il palazzo della Borsa, in una botola sotto S.Vito, ecc.

Questa risistemazione dell'intera area cittadina, portò anche alla successiva costruzione (databile all'Imperatore Graziano, 381 ca.), fuori dalla porta Romana a prolungamento del decumano massimo, di una via porticata, lunga 600 metri, e di un arco onorario (a tre fornici, databile al periodo 350-375; sopravvissuto fino a dopo l'assedio del 1162 del Barbarossa[58]) che costituivano l'accesso monumentale alla città per chi proveniva da Roma. Si trattava di costruzioni databili alla metà del IV secolo.[59] La strada lastricata aveva una larghezza di 9 metri, dotata di portici laterali con locali-botteghe per i commercianti, spesso affrescati. sotto i portici sarebbe poi documentato un impianto di fognatura, parallelo alla strada, dove confluivano gli scarichi dalle vicine botteghe.[58] Al 382 risalirebbe poi la Basilica di San Nazaro in Brolo, voluta fortemente da Ambrogio e Graziano, e collocata a metà della via porticata. La via porticata fu infine demolita nel V secolo, probabilmente in occasione dell'assedio del 452 di Attila.[58]

Si era poi proceduto alla costruzione di un grande Horrea (magazzino per l'approvvigionamento militare, annona militaris) forse risalente ai tempi di Gallieno o più probabilmente dell'Augusto Massimiano. Era un complesso rettangolare delle dimensioni di 18 x 68 metri a quattro navate da tre file di 16 pilastri, verso la Porta Comasina (oggi presso le cantine di uno stabile di via Bossi 4).[60]

Archeologia della Mediolanum cristiana

A Mediolanum la costruzione di grandi basiliche cristiane avvenne proprio quando Sant'Ambrogio divenne vescovo cittadino, anche se l'editto di Milano del 313 segnò anche l'inizio di profonde e radicali trasformazioni: l'incoraggiamento del culto cristiano portò alla metodica distruzione dei monumenti invisi alle autorità cristiane. A questo proposito è interessante notare che nella base su cui venne costruito San Lorenzo sono state riconosciute delle pietre tolte all'anfiteatro romano, tra la fine del IV o all'inizio del V secolo. Queste impiego era giustificato per la presenza di corsi d'acqua attorno alla zona dove fu costruito San Lorenzo, poiché era difficile recuperare grandi pietre a Mediolanum, trovandosi la stessa in una pianura argillosa. Non a caso il posizionamento delle famose colonne del III secolo davanti al cortile, indicano che l'edificazione delle grandi basiliche di epoca imperiale fu spesso fatta a spese degli edifici pagani. Vi è da aggiungere che a partire dal IV secolo, la liturgia eucaristica mediolanensis (costituendo ora una giurisdizione metropolitica sulle regioni Aemilia, Liguria e le Alpi occidentali) e quella di Aquileia (con giurisdizione su Venetia et Histria), andarono sempre più assomigliandosi ed accostandosi a quella del vicino Impero romano d'Oriente.[25]

Le prime basiliche di cui si ha notizia sono denominate "basiliche doppie" (come la Basilica vetus del 313-315 o la Basilica maior degli anni 343-345).[61] Questa particolare conformazione forse derivava dall'aspetto degli horrea romani o, più probabilmente, si trattava, come ad Aquileia, di chiese separate per i battezzati e per i catecumeni, essendo il sacramento battesimale a quell'epoca concesso solo al completamento di un processo di conversione e purificazione spirituale. La basilica di Santa Tecla (le cui rovine sono visitabili sotto il Duomo) aveva già comunque un'abside di tipo tradizionale, che ricorda quelle delle "basiliche" annesse ai grandi palazzi civili.

Una fase successiva corrisponde a quella delle grandi basiliche della più tarda romanità, a forma poligonale, a croce, ecc. Questi furono i modelli adottati (oltre che a Milano) anche per alcune tra le maggiori basiliche più famose del tardo Impero, come quelle di Costantinopoli. Sappiamo infatti che Ambrogio fece costruire varie altre basiliche, di cui quattro ai quattro lati della città, quasi a formare un quadrato protettivo, probabilmente pensando alla forma di una croce. Esse corrispondono all'attuale S.Nazaro (sul decumano, presso la Porta Romana, allora era la "Basilica Apostolorum"), dalla parte opposta S.Simpliciano, a Sud-Ovest la Basilica Martyrum (poi lo stesso vescovo vi fu sepolto e divenne basilica di Sant'Ambrogio) e infine S.Dionigi. La Milano imperiale aveva una via trionfale, fiancheggiata da grandi portici colonnati che usciva da Porta Romana e proseguiva verso Roma, per terminare (all'altezza dell'attuale "Crocetta") con un enorme arco celebrativo (molto più grande dell'arco di Costantino nel Foro romano).

Note

  1. ^ a b L.Cracco Ruggini, Milano da "metropoli" degli Insubri a capitale d'Impero: una vicenda di mille anni, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.17.
  2. ^ H.Martin Histoire de France depuis les temps les plus reculés jusqu'en 1789 Parigi 1837.
  3. ^ Venceslas Kruta, La grande storia dei Celti, Newton & Compton Editori, Roma, 2003, pagg. 301-302
  4. ^ a b AAVV, Milano, Touring Club Italiano, 2005, p.23.
  5. ^ Donatella Caporusso, Milano (Mediolanum): la situazione idrografica di Milano romana, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.95.
  6. ^ a b D.Caporusso & A.Ceresa Mori, C'era una volta Mediolanum, in Archeo attualità dal passato di settembre 2010, n.307, p.77.
  7. ^ AAVV., Carte e rilievi, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.456.
  8. ^ Donatella Caporusso, Milano (Mediolanum): la situazione idrografica di Milano romana, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.94.
  9. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, V, 34 qui.
  10. ^ D.Caporusso & A.Ceresa Mori, C'era una volta Mediolanum, in Archeo attualità dal passato di settembre 2010, n.307, p.74.
  11. ^ a b c d D.Caporusso & A.Ceresa Mori, C'era una volta Mediolanum, in Archeo attualità dal passato di settembre 2010, n.307, p.75.
  12. ^ Polibio, Storie, II, 34.10-15; Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XII, 51-52; Zonara, L'epitome delle storie, VIII, 20.
  13. ^ Girolamo, Chronicon, 179 a.C.:
    (LA)

    «Statius Caecilius comoediarum scriptor clarus habetur natione Insuber Gallus et Enni primum contubernalis. quidam Mediolanensem ferunt. mortus est anno post mortem Enni et iuxta Ianiculum sepultus.»

    (IT)

    «Si sa che Cecilio Stazio, celebre autore di commedie, era gallo insubre di nascita e dapprima compagno di Ennio. Alcuni riferiscono che fosse milanese. Morì l'anno successivo alla morte di Ennio e fu sepolto vicino al Gianicolo.»

  14. ^ a b Pontiggia; Grandi, p. 286.
  15. ^ Beare, p. 100.
  16. ^ CIL V, 5854.
  17. ^ Marina Sapelli, Il teatro, in Milano romana, Milano 1980, p.20.
  18. ^ Tacito, Storie, I, 70.
  19. ^ CIL V, 5847; CIL V, 5869 dell'epoca di Gallieno (?); CIL V, 5892 dell'epoca di Marco Aurelio (?); AE 1974, 344.
  20. ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LXXIV, 11.2; Historia Augusta, Didius Iulianus, 1.2.
  21. ^ Historia Augusta, Antoninus Geta, 3.1.
  22. ^ Historia Augusta, Carus, Carinus, Numerianus, 4.4; 17.3.
  23. ^ Southern (p. 212-213) e Watson (p. 34 e 220) datano la battaglia di Milano al 260, al contrario Mazzarino (p. 526) al 259.
  24. ^ Zonara, L'epitome delle storie , XII, 25; E.A. Arslan, D. Caporusso, "I rinvenimenti archeologici degli scavi MM3 nel contesto storico di Milano", in Scavi MM3 anni 1982-1990, Milano 1992, pp. 352-358.
  25. ^ a b c d L.Cracco Ruggini, Milano da "metropoli" degli Insubri a capitale d'Impero: una vicenda di mille anni, in Catalogo della Mostra "Milano capitale dell'Impero romani (286-402 d.C.)", a cura di Gemma Sena Chiesa, Milano 1990, p.18.
  26. ^ P.Southern (The Roman Empire: from Severus to Constantine, pp.212-213) come alcuni autori della "Mostra di Milano" citata, data la battaglia di Milano al 260; al contrario Mazzarino (L'impero romano, p. 526) al 259.
  27. ^ Michael Grant, Gli imperatori romani, storia e segreti, Roma, 1984, p.232.
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Bibliografia

Fonti amtiche
Fonti storiografiche moderne
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  • A.Calderini, Storia di Milano, I, 1953.
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  • Elena M.Menotti, Il circo, in Milano romana, Milano 1980.
  • Giancarlo Giancarlo Pontiggia, Maria Cristina Grandi, Letteratura latina. Storia e testi, Milano, Principato, marzo 1996, ISBN 978-88-416-2188-2.
  • Marina Sapelli, Il teatro, in Milano romana, Milano 1980.
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Voci correlate

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