Iaia Forte

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Iaia Forte alla 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2014)

Iaia Forte, pseudonimo di Maria Rosaria Forte (Napoli, 16 marzo 1962), è un'attrice italiana, attiva in campo cinematografico, teatrale e televisivo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Diplomata al Centro sperimentale di cinematografia, ha debuttato in teatro con Toni Servillo, vincendo per Il misantropo di Molière il Premio della Critica come migliore attrice. Ha collaborato a lungo con il gruppo Teatri Uniti. Sempre in teatro ha lavorato con Leo de Berardinis, Mario Martone, Carlo Cecchi, Federico Tiezzi, Emma Dante, partecipando a spettacoli premiati dalla critica.

Dopo alcune parti minori, al cinema ha interpretato Libera di Pappi Corsicato, con cui ha lavorato anche ne I buchi neri, I vesuviani e Chimera. Sempre al cinema ha lavorato con Maurizio Nichetti, Marco Ferreri, Tonino De Bernardi, Mario Martone, Renato De Maria e Marco Risi, ottenendo due Nastri d'argento e un premio Sacher come migliore attrice protagonista. Ha interpretato inoltre la parte di Trumeau ne La grande bellezza (2013) di Paolo Sorrentino.

Ha preso parte al "Progetto Domani” di Luca Ronconi in occasione delle Olimpiadi della Cultura Torino 2006, recitando in Troilo e Cressida di Shakespeare e ne Lo specchio del diavolo di Giorgio Ruffolo. Parallelamente al lavoro con registi italiani, Iaia Forte, insieme con Clara Gebbia, lavora a progetti ideati e prodotti dalla compagnia Teatro Iaia.

Ha portato in scena il libro Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Questione di gusti, regia di Pappi Corsicato (2009)
  • Armandino e il Madre, regia di Valeria Golino (2010)
  • Che cos'è la notte, regia di Marco Savatteri (2020)

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Enrico Lancia, Ciak d'oro, su books.google.it. URL consultato il 12/04/20.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN186933275 · ISNI (EN0000 0001 3200 7993 · SBN UBOV485399 · LCCN (ENn2008076941 · GND (DE1091099960 · BNF (FRcb165406966 (data) · J9U (ENHE987010863147005171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2008076941