Giorgio Ruffolo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giorgio Ruffolo

Ministro dell'ambiente
Durata mandato29 luglio 1987 –
28 giugno 1992
Capo del governoGiovanni Goria
Ciriaco De Mita
Giulio Andreotti
PredecessoreMario Pavan
SuccessoreCarlo Ripa di Meana

Presidente della 6ª Commissione Finanze e tesoro della Camera dei deputati
Durata mandato10 agosto 1983 –
1º luglio 1987
PredecessoreGiuseppe Azzaro
SuccessorePier Luigi Romita

Europarlamentare
Durata mandato17 luglio 1979 –
30 settembre 1983

Durata mandato19 luglio 1994 –
19 luglio 2004
LegislaturaI, IV, V
Gruppo
parlamentare
Partito del Socialismo Europeo
CircoscrizioneI: Italia meridionale
IV: Italia nord-orientale
V: Italia centrale
Sito istituzionale

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato2 luglio 1987 –
14 aprile 1994
LegislaturaX, XI
Gruppo
parlamentare
Partito Socialista Italiano
CircoscrizioneLombardia
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato12 luglio 1983 –
1º luglio 1987
LegislaturaIX
Gruppo
parlamentare
Partito Socialista Italiano
CircoscrizionePotenza
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPSI (1944-1994)
PDS (1994-1998)
DS (1998-2007)
PD (2007-2023)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
ProfessioneDirigente d'azienda; Economista; Giornalista

«Io per me ho deciso di morire socialista. Data l'età, non si tratta di un impegno di lunga lena»

Giorgio Ruffolo (Roma, 14 agosto 1926Roma, 16 febbraio 2023[1]) è stato un politico, economista, dirigente d'azienda, giornalista e saggista italiano, storico esponente sia del Partito Socialista Italiano che della sua corrente sinistra lombardiana.

È stato ministro dell'ambiente dal 29 luglio 1987 al 28 giugno 1992 nei governi Goria, De Mita, Andreotti VI e VII.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Famiglia e studi[modifica | modifica wikitesto]

Nato il 14 agosto 1926 a Roma, in una famiglia borghese di tradizioni repubblicane, allievo all'Università di Giuseppe Ugo Papi, consegue la laurea in Giurisprudenza e già alla fine degli anni quaranta Ruffolo si lega a quelli che saranno le due passioni professionali della sua vita: la politica e l'economia[2]. I suoi fratelli maggiori, il notaio e scrittore Nicola Ruffolo, e il pittore e grafico Sergio Ruffolo, furono entrambi partigiani e arrestati dalla polizia fascista a Roma prima della liberazione del 4 giugno 1944.[3]

Carriera di dirigente pubblico[modifica | modifica wikitesto]

Economista, esperto economico presso l'ufficio studi della Banca Nazionale del Lavoro, dove diviene amico del collega Eugenio Scalfari, passa poi all'OECE, l'Organizzazione con sede a Parigi destinata a gestire gli aiuti del Piano Marshall, poi diventata OCSE[4]. È al fianco di Enrico Mattei, all'Eni dal 1956 fino alla morte di quest'ultimo nel 1962.[5] Ruffolo, che in quegli anni era uno dei più stretti collaboratori di Mattei, avrebbe potuto trovarsi a bordo del bimotore che ebbe il tragico e ancora oggi oscuro incidente che portò alla morte di Mattei.[6]

Nello stesso anno viene incaricato dal ministro del Bilancio Ugo La Malfa di riorganizzare gli uffici della programmazione presso il Ministero del Bilancio, assumendo l'incarico di segretario generale per la Programmazione economica[7], che svolgerà fino al 1975.[8] Dal 1975 al 1979 Ruffolo ha presieduto la FIME (Finanziaria Meridionale)[9] per lo sviluppo di nuove iniziative industriali nel Mezzogiorno.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

È morto a Roma il 16 febbraio del 2023, all'età di 96 anni, dopo una lunga malattia.[10]

Attività politica[modifica | modifica wikitesto]

PSI e parentesi trotzkista[modifica | modifica wikitesto]

Socialista dal 1944, diviene giovanissimo dirigente della Federazione Giovanile Socialista Italiana (FGSI), l'organizzazione giovanile del Partito Socialista Italiano (PSI), guidata da Leo Solari, entrando in seguito a fare parte della direzione nazionale del PSI[11]. In gioventù è stato anche uno dei fondatori e promotori della sezione italiana della Quarta Internazionale[12], insieme a Livio Maitan e Franco Archibugi.

Con lo pseudonimo di Marcello Arienti, ha scritto numerosi e pungenti articoli sul periodico trotskista Bandiera Rossa. Quando ci fu la scissione socialista del 1948 (la scissione di Palazzo Barberini), fu uno dei giovani - come Matteo Matteotti, Mario Zagari, e Franco Archibugi tra i giovani, e Pietro Calamandrei e Ignazio Silone tra i più maturi - lacerati tra l'adesione al PSLI (poi PSDI) di Giuseppe Saragat, filo-atlantico, e il PSI di Pietro Nenni, ancora filo-sovietico.

Ritorno al PSI, europarlamentare e deputato[modifica | modifica wikitesto]

Insieme a Riccardo Lombardi, Antonio Giolitti e Pasquale Saraceno è stato uno dei principali promotori di una politica di programmazione economica volta al superamento strumento degli squilibri territoriali e alla riduzione delle diseguaglianze sociali[13]. Sviluppò in tal senso ampie competenze presso l'Istituto di Studi per la Programmazione Economica, e anche affidandosi agli studi elaborati da Franco Archibugi, Vera Cao Pinna e Paolo Sylos Labini. Il Rapporto sulla Programmazione Economica che presentò al Parlamento in qualità di segretario generale della Programmazione Economica, patrocinato dai ministri del Bilancio Giolitti, e Giovanni Pieraccini fu sarcasticamente bollato da Amintore Fanfani come "il libro dei sogni".[14]

Nella seconda metà degli anni Settanta del XX secolo, promuove il Progetto socialista (pubblicato da Laterza, 1976), raccogliendo attorno a se intellettuali italiani quali Luciano Cafagna, Giuliano Amato, Francesco Alberoni, Corrado Serra, Roberto Guiducci e Altiero Spinelli. Le stesse idee vennero di lì a poco presentate da Ruffolo, in collaborazione con Giuliano Amato, come programma del Psi al XLI Congresso di Torino del 1978.[15]

Alle elezioni europee del 1979 viene eletto parlamentare europeo nella circoscrizione del Meridione, nelle file del Partito Socialista Europeo, da cui si dimette nel 1983 per poter candidarsi alla Camera nelle liste del Psi nel Collegio della Basilicata.

È stato uno dei membri più autorevoli della corrente giolittiana, per poi diventare negli anni un esponente del gruppo di minoranza di sinistra rispetto alla linea del Segretario del PSI Bettino Craxi, di cui si è definito, in un'intervista a Il Riformista del 2007, "critico moderato e non un reale oppositore"[16].

Senatore, Ministro dell'Ambiente e uscita dal PSI[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni politiche del 1987 viene candidato al Senato della Repubblica, ed eletto senatore tra le liste del PSI nella circoscrizione Lombardia, dove nel corso della X legislatura della Repubblica ha fatto parte della 6ª Commissione Finanze e tesoro della Camera.[17]

Con la nascita del governo guidato da Giovanni Goria tra le forze del pentapartito, il 29 luglio 1987 giura nelle mani del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga come Ministro dell'Ambiente, incarico che mantiene nei successivi governi De Mita, Andreotti VI e VII fino al 28 giugno 1992[18], dove fu fautore della legge 150/92 con la quale diventa reato, perseguibile con ammenda, la detenzione di animali feroci o in via di estinzione. In quell'occasione il Partito Socialista mandò al governo un gruppo di personalità di alto profilo professionale, tant'è che alcuni dissero che "Craxi ha messo in mostra l'argenteria di famiglia".[19]

Ritorno all'europarlamento col PDS/DS[modifica | modifica wikitesto]

Si è ricandidato al Parlamento europeo nelle elezioni europee del 1994, aderendo alla sinistra indipendente ed è stato eletto anche nelle successive europee, aderendo questa volta ai Democratici di Sinistra, non condividendo l'idea di quanti, a livello nazionale, fra gli ex socialisti, ritenevano di rifondare un partito socialista di piccole dimensioni.[19] Termina il proprio mandato all'Europarlamento nel 2004.

Egli ha sempre sostenuto con forza l'idea di dare vita, assieme agli ex comunisti, ad un partito socialdemocratico di stampo europeo.[20]

Nel 2007 è stato coinvolto nella redazione del manifesto programmatico del Partito Democratico[21], a cui non risparmia critiche anche severe.[22][23][24]

Pensiero e attività culturale[modifica | modifica wikitesto]

In qualità di esperto economico ha collaborato con numerose istituzioni italiane ed europee, partecipando a vari comitati di studio, fra cui si ricorda il gruppo del progetto Europa.[25] Nel 1981 ha costituito insieme ad altri studiosi, tra i quali Antonio Pedone e Luigi Spaventa, il Centro Europa Ricerche,[26] un istituto specializzato in previsioni economiche e analisi critiche della politica economica, del quale è presidente[27] dal 1994. È stato il fondatore nel 1986 della rivista MicroMega.[28]

Nella sua produzione scritta si è dedicato spesso all'analisi storico-economica delle società occidentali e dei fondamenti del pensiero economico. Ha maturato nel tempo una spiccata sensibilità ambientale ed ecologica. Ha scritto per Bompiani la prefazione del celebre rapporto della commissione Bruntland "Our common future" ("Il futuro di noi tutti"),[29] che ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo del concetto di sviluppo sostenibile. Negli ultimi anni le sue analisi hanno indagato i limiti fisici e biologici che il sistema pone alla crescita economica.[30] Ha collaborato con La Repubblica scrivendo editoriali di stampo economico e politico nei quali esibiva spesso la sua verve ironica.[31]

Vita familiare[modifica | modifica wikitesto]

Sposato con Edda Bonfiglio, ha avuto due figli: il giornalista Marco Ruffolo (1955) e la grafica Silvia Ruffolo (1958).

Celebrazioni[modifica | modifica wikitesto]

Per ricordare il suo contributo politico ed intellettuale, la Fondazione Circolo Rosselli ha promosso un incontro che si è svolto presso la Camera dei Deputati martedì 30 maggio 2023, dal titolo Un protagonista del riformismo italiano - In ricordo di Giorgio Ruffolo. All'incontro sono intervenuti Anna Ascani, Valdo Spini[32], Alessandro Roncaglia, Costanza Pera, Giuseppe De Rita, Giuliano Amato e Corrado Augias.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Opere di Giorgio Ruffolo[modifica | modifica wikitesto]

Ha pubblicato diversi saggi di argomento storico ed economico:

  • La grande impresa nella società moderna, Einaudi, 1971
  • Rapporto sulla programmazione, Laterza, 1973
  • Riforme e controriforme, Laterza, 1976
  • Potenza e Potere. La fluttuazione gigante dell'Occidente, Laterza, 1988
  • La qualità sociale. Le vie dello sviluppo, Laterza, 1990
  • Il cavallo di Federico (romanzo), Arnoldo Mondadori Editore, 1991
  • Lo sviluppo dei limiti. Dove si tratta della crescita inventata, Laterza, 1994
  • Cuori e denari, Einaudi 1999 e 2005
  • Riformismo e capitalismo globale con Alfredo Reichlin; Passigli Editori, 2003
  • Quando l'Italia era una superpotenza, Einaudi, 2004
  • Lo specchio del diavolo, Einaudi, 2006
  • Il libro dei sogni, Donzelli, 2007
  • Il capitalismo ha i secoli contati, Einaudi, 2008
  • Un paese troppo lungo, Einaudi, 2009
  • Testa e croce. Una breve storia della moneta, coll. I Passaggi, Einaudi, 2011 ISBN 978-88-06-20891-2
  • Il film della crisi. La mutazione del capitalismo con Stefano Sylos Labini, Einaudi, 2012

Opere su e in onore di Giorgio Ruffolo[modifica | modifica wikitesto]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 2008 - Premio Nazionale Letterario Pisa - sezione saggistica con l'opera Il capitalismo ha i secoli contati;[33]
  • A lui sono intitolate le borse di studio in scienza della sostenibilità dell'università di Harvard.[34]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E' morto Giorgio Ruffolo, economista e storico esponente del Psi, su repubblica.it, 16 febbraio 2023.
  2. ^ Articolo di Francesco Grassi dedicato a "Il libro dei sogni. Una vita a sinistra raccontata a Vanessa Roghi" di Giorgio Ruffolo, da Storiaefuturo.com url consultato il 13 novembre 2011
  3. ^ Nicola Ruffolo, Roma 1944: storia della mia cattura e fuga dai nazisti, a cura di Andrea Ruffolo, Roma, ilmiolibro, 2012. Lo stesso Ruffolo ha raccontato le sue vicende in una intervista rilasciata ad Antonio Gnoli, Giorgio Ruffolo: "Avevo un sogno da economista, migliorare la vita della gente", La Repubblica, 27 aprile 2015.
  4. ^ Profilo sul sito di Einaudi
  5. ^ Si veda un ricordo di Ruffolo di Enrico Mattei in una trasmissione Rai dedicata all'imprenditore dopo la sua tragica scomparsa Chi era Enrico Mattei?. Si veda anche Massimo Riva, Giorgio Ruffolo la vita a sinistra, La Repubblica, 21.09.2007.
  6. ^ Daniele Archibugi, Giorgio Ruffolo e le speranze del riformismo italiano, Menabò Etica ed economia, MENABÒ N. 188/2023, 26 Febbraio 2023.
  7. ^ Tumiati, Peter. "Italian Planning Chief Resigns." Financial Times [London, England] 25 June 1969: 7.
  8. ^ Si veda la nota 21 di questo documento
  9. ^ Si veda pagina 3 di questo documento
  10. ^ È morto a 96 anni Giorgio Ruffolo, economista e storico esponente del Partito socialista italiano, su Il Post, 16 febbraio 2023. URL consultato il 18 febbraio 2023.
  11. ^ Pagina dedicata a Giorgio Ruffolo sul sito archiviostampa
  12. ^ Cronache dalla Calabria da Sbvibonese.it Archiviato il 19 aprile 2010 in Internet Archive.
  13. ^ Biografia Giorgio Ruffolo sul sito di Fiap.it[collegamento interrotto]
  14. ^ Scheda de " il libro dei sogni, di Giorgio Ruffolo da Ibs.it url consultato il 13 novembre 2011
  15. ^ D. Archibugi, Giorgio Ruffolo e le speranze del riformismo italiano, Menabò Etica ed economia, MENABÒ N. 188/2023, 26 Febbraio 2023.
  16. ^ Ruffolo discute di Craxi e non di Blade Runner, De Angelis Alessandro, Il Riformista, 31 agosto 2007, da rassegnacamera.it Url consultato il 13 novembre 2011
  17. ^ senato.it - Scheda di attività di Giorgio RUFFOLO - X Legislatura, su www.senato.it. URL consultato il 23 maggio 2022.
  18. ^ Biografia Giorgio Ruffolo da Railibro.it Archiviato il 26 settembre 2009 in Internet Archive.
  19. ^ a b Giorgio Ruffolo, Il libro dei sogni, Donzelli, Roma, 2007
  20. ^ Giorgio Ruffolo, L'identità socialista appartiene a tutta la sinistra, L'Unità, 6 gennaio 2010.
  21. ^ biografia,da Partitodemocratico.it Archiviato il 4 febbraio 2010 in Internet Archive.
  22. ^ "Pregi e difetti del manifesto del PD", da repubblica.it
  23. ^ "Il Partito democratico e tre nodi da sciogliere", da repubblica.it
  24. ^ "I valori dei democratici", da repubblica.it
  25. ^ Biografia Giorgio Ruffolo, da Railibro.it Archiviato il 26 settembre 2009 in Internet Archive.
  26. ^ da Centroeruparicerche.it Archiviato il 30 marzo 2010 in Internet Archive.
  27. ^ Organigramma del centro Archiviato l'8 maggio 2006 in Internet Archive.
  28. ^ Il cuore di Micromega, da repubblica.it
  29. ^ scheda opera su opacprov.comune.livorno.it[collegamento interrotto]
  30. ^ Si veda questo "faccia a faccia"
  31. ^ Lista degli interventi dall'archivio di repubblica.it
  32. ^ Il commovente intervento di Valdo Spini è stato pubblicato su l'Avanti!, Giorgio Ruffolo. Un riformista serio e coerente, il 2 giugno 2023.
  33. ^ Premio letterario Pisa - Celebrata la cinquantaduesima edizione, su pisainformaflash.comune.pisa.it, 4 novembre 2008. URL consultato il 14 novembre 2022 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2016).
  34. ^ fellowship Giorgio Ruffolo dal sito dell'Università di Harvard Archiviato il 7 ottobre 2010 in Internet Archive., url consultato il 1º novembre 2010.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN93503286 · ISNI (EN0000 0000 8401 1508 · SBN CFIV057041 · LCCN (ENn86003869 · GND (DE136702899 · BNF (FRcb12059064w (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n86003869