Giovanni Goria
Giovanni Giuseppe Goria (Asti, 30 luglio 1943 – Asti, 21 maggio 1994) è stato un politico italiano, più volte ministro della Repubblica e presidente del Consiglio dei ministri dal 1987 al 1988.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Giovinezza ed esordi in politica[modifica | modifica wikitesto]
Giovanni Goria nacque il 30 luglio 1943 ad Asti, in Piemonte, da Luigi Goria, geometra comunale e Pierina Ferrero, impiegata nel commercio. Sposatosi nel 1970 con Eugenia Obermitto, con lei ebbe due figli: Marco Goria, nato nel 1971, e Paola Goria, nata nel 1976. Giovanni Goria era tifoso della Juventus ma anche della squadra di basket Auxilium Torino, diretta da Giuseppe De Stefano, con cui fu legato da una lunga amicizia.
Dopo il diploma di ragioniere, Goria frequentò l'Università degli Studi di Torino, dove conseguì nel 1967 la laurea in Economia e commercio, discutendo la tesi di laurea "Organismi ed Istituti operanti nel quadro della programmazione regionale in Italia". Iscritto alla Democrazia Cristiana sin dal 1960, intraprese la sua carriera politica quando fu nominato responsabile all'Ufficio Studio e Programmazione dell'amministrazione di Asti. Nella fase antecedente alla sua prima elezione alla Camera dei Deputati nel 1976 Giovanni Goria era già inserito nei quadri della politica comunale e fu anche designato come Presidente della Cassa di Risparmio di Asti, carica da lui mantenuta dal 1974 al 1976.
Ministeri[modifica | modifica wikitesto]
Goria fu eletto alla Camera dei deputati per la prima volta nelle elezioni politiche del giugno 1976 ed in quegli anni divenne un importante esponente della "Sinistra di Base", insieme a Ciriaco De Mita, Mino Martinazzoli, Sergio Mattarella e Guido Bodrato. Giovanni Goria fu designato sottosegretario del Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica dal 28 giugno 1981 al 3 giugno 1982 nel Governo Spadolini I (venne poi sostituito da Emilio Rubbi in seguito alle sue dimissioni). Dal 1982al 1993, per un arco di tempo di oltre un decennio, ricoprì sei incarichi ministeriali in quasi tutti i governi succedutisi:
- Ministro del Tesoro dal 1º dicembre 1982 al 4 agosto 1983 con il Governo Fanfani V;
- Ministro del Tesoro dal 4 agosto 1983 al 1º agosto 1986 con il Governo Craxi I;
- Ministro del Tesoro dal 1º agosto 1986 al 17 aprile 1987 con il Governo Craxi II;
- Ministro del Tesoro e Ministro del bilancio e della programmazione economica (ad interim) dal 17 aprile 1987 al 28 luglio 1987 con il Governo Fanfani VI.
Goria divenne celebre negli anni ottanta per il suo stile informale e per la sua adattabilità alle trasmissioni televisive, nonché per le competenze in campo economico e finanziario (l'esecutivo da lui presieduto fu definito un governo tecnico, nonostante fosse formato dalla coalizione del Pentapartito). È memorabile una sua caricatura che ne fece regolarmente il vignettista della Repubblica Giorgio Forattini, ritraendone il volto con folti capelli e barba, ma privo di lineamenti (a sottolineare il suo peso politico).
Presidente del Consiglio dei ministri[modifica | modifica wikitesto]

In seguito alle elezioni politiche anticipate del 1987, indette a seguito della caduta del Governo Craxi II a causa della rottura dell'accordo tra Bettino Craxi e Ciriaco De Mita detto il "patto della staffetta" ed un breve incarico ad Amintore Fanfani a cui fu negato il voto di fiducia tramite astensioni concordate nella DC, Goria fu designato presidente del Consiglio dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga su indicazione del segretario del suo partito Ciriaco De Mita, poiché non si erano create le condizioni per la nascita di un governo guidato da quest'ultimo; in tale governo era anche ministro (senza portafoglio) per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno.
Fino alla nomina di Matteo Renzi nel 2014, Goria fu, a 44 anni, il più giovane presidente del Consiglio italiano.[1] Il governo da lui presieduto, composto dalla maggioranza del Pentapartito (il quale governò l'Italia per tutti gli anni 1980 ed i primi 1990) ebbe natura breve in quanto l'obiettivo prefissato era quello di presentare una legge di bilancio per il 1988 e di determinare le condizioni per la nascita del Governo De Mita.
Goria fu costretto a rassegnare le dimissioni a febbraio 1988 in seguito alle difficoltà nell'approvazione della legge finanziaria, ma Cossiga gli conferì di nuovo l'incarico; nel marzo 1988 il Governo dovette dimettersi per le tensioni interne concernenti il Referendum sull'energia nucleare. Il 13 aprile 1988 si insediò il Governo De Mita, sempre costituito dalla maggioranza del Pentapartito.
De Mita, che ricopriva anche la carica di segretario della DC (il cosiddetto "doppio incarico", inedito per la DC) si dimise dalla segreteria democristiana nel febbraio 1989 a seguito dell'elezione di Arnaldo Forlani (avversario interno di De Mita ed esponente della corrente "Grande Centro") e successivamente dalla Presidenza del Consiglio nel maggio 1989, a seguito della crisi di Governo cagionata dal PSI di Bettino Craxi. La crisi terminò nel luglio 1989 con la nascita del sesto governo Andreotti e del CAF, l'alleanza politica tra Craxi, Andreotti e Forlani, che governò l'Italia fino al 1992.
Incarichi successivi e morte[modifica | modifica wikitesto]
Giovanni Goria venne eletto al Parlamento europeo nel 1989 nella circoscrizione nord-ovest. Si dimise due anni dopo, nel 1991, in quanto fu designato come ministro dell'agricoltura e delle foreste nel Governo Andreotti VII il 12 aprile 1991; tale governo era formato dalla maggioranza del Quadripartito, senza il Partito Repubblicano Italiano di Giorgio La Malfa. Durante questo ministero Giovanni Goria decise di commissariare la Federconsorzi che in breve fu travolta da una crisi irreversibile. Il 28 giugno 1992 fu nominato alla carica di ministro delle Finanze nel successivo governo, presieduto dal socialista Giuliano Amato (tale governo sarebbe stato uno degli ultimi della cosiddetta Prima Repubblica).
Durante le indagini di Mani pulite lo stesso Giovanni Goria venne implicato nelle indagini giudiziarie, in particolare su un'inchiesta riguardante delle presunte tangenti per l'ospedale di Asti.[2] Il processo a suo carico ebbe inizio nel 1993 e si concluse con il suo proscioglimento con l'assoluzione piena.[3][4][5]
Giovanni Goria è deceduto due mesi prima di compiere 51 anni, il 21 maggio 1994 ad Asti, a causa di un tumore ai polmoni di cui soffriva dall'anno precedente; le esequie funebri sono state celebrate nella concattedrale di Asti da monsignor Ugo Poletti con la presenza delle alte cariche dello Stato: successivamente il feretro con la salma fu tumulato nella tomba di famiglia del cimitero comunale di Asti.[6]
Nel 2004 si è costituita una fondazione che porta il suo nome, attiva nella ricerca in campo sociale, economico e politico.[7]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ I 20 più giovani presidenti del Consiglio, su Il Post, 24 aprile 2013.
- ^ Tangenti per la realizzazione dell'ospedale di Asti, in Corriere della Sera, 28 luglio 1993 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2009).
- ^ ACCUSARONO GORIA, CHIEDONO SCUSA - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it.
- ^ Procedimento a carico di Giovanni Goria: richiesta di archiviazione e ulteriori indagini - Patrimonio dell'Archivio storico Senato della Repubblica, su patrimonio.archivio.senato.it.
- ^ Fondazione Giovanni Goria, Inventario 2006, p. 2 (PDF), su fondazionegoria.it.
- ^ 'Addio a quest'uomo linciato per vent'anni', su ricerca.repubblica.it, La Repubblica, 24 maggio 1994. URL consultato il 30 luglio 2020.
- ^ Home 1, su Fondazione Giovanni Goria.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Tomaso Staiti, Davide e Goria. La resistibile ascesa di un impiegato di provincia, Società editrice Barbarossa, 1991
- Giovanni Goria, Discorsi parlamentari: 1976-1992, Camera dei Deputati, 2004
- Francesco Marchianò, Paolo Giaccone, Giovanni Goria: il rigore e lo slancio di un politico innovatore, Marsilio, 2014
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Federconsorzi
- Governo Goria
- Mani pulite
- Ministri dell'agricoltura e delle foreste della Repubblica Italiana
- Ministri del bilancio e della programmazione economica della Repubblica Italiana
- Ministri del tesoro della Repubblica Italiana
- Ministri delle finanze della Repubblica Italiana
- Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giovanni Goria
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Gorìa, Giovanni, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Giovanni Goria, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Giuseppe Sircana, GORIA, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 58, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
- (EN) Opere di Giovanni Goria, su Open Library, Internet Archive.
- Giovanni Goria, su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.
- Giovanni Goria, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Registrazioni di Giovanni Goria, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Dati del Governo Goria, su governo.it. URL consultato il 21 marzo 2005 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2007).
- Centro Studi Politici e Sociali "F. M. Malfatti", su centrostudimalfatti.org.
- Giovanni Goria, su Camera.it - VII legislatura, Parlamento italiano.
- Giovanni Goria, su Camera.it - VIII legislatura, Parlamento italiano.
- Giovanni Goria, su Camera.it - IX legislatura, Parlamento italiano.
- Giovanni Goria, su Camera.it - X legislatura, Parlamento italiano.
- Giovanni Goria, su Camera.it - XI legislatura, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 34736018 · ISNI (EN) 0000 0000 3556 2258 · SBN CFIV066589 · LCCN (EN) n2006059717 · GND (DE) 170037509 · BNF (FR) cb150262635 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n2006059717 |
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