Arpia
Nella mitologia greca, le arpie (lett. "le rapitrici", dal verbo greco ἁρπάζειν, harpázein, "rapire") sono creature mostruose, con viso di donna e corpo d'uccello. L'origine del loro mito deve forse ricondursi a una personificazione della tempesta.
Citazioni[modifica | modifica wikitesto]
Le arpie, figlie di Taumante ed Elettra e sorelle di Iride, Celeno, Ocipete ed Aello, sono citate nell'Odissea di Omero (libro XX): in una preghiera ad Artemide Penelope ne parla come di procelle e ricorda che rapirono le figlie di Pandareo per asservirle alle Erinni. Esiodo parla di due arpie, Aello e Ocipete; di esse dice che avessero una magnifica capigliatura e che fossero potenti nel volo.
Nelle Argonautiche di Apollonio Rodio (libro III) le arpie, per ordine di Hera, perseguitano il re e indovino cieco Fineo, portandogli via le pietanze dalla tavola e sporcandogliela.
Virgilio cita le arpie nell'Eneide, facendo il nome di una terza sorella, Celeno.
«[...] Le isole Strofadi dette con nome greco, stanno |
(Virgilio, Eneide, III, 210-217) |

Dante Alighieri cita le arpie nel Canto XIII dell'Inferno: esse rompono i rami e mangiano le foglie degli alberi al cui interno si trovano le anime dei suicidi, che, in questo modo, provano dolore e hanno dei pertugi attraverso i quali lamentarsi.
«Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno, |
(Dante, Inferno, XIII, vv. 10-15) |
Nell'Orlando furioso (canto XXXIII) Ludovico Ariosto riprende la storia di Fineo, e le Arpie insozzano la tavola del cieco re di Etiopia, identificato col Prete Gianni, e vengono scacciate da Astolfo.
Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]
- Una famosa opera di Andrea del Sarto è la Madonna delle Arpie, conservata agli Uffizi, risalente al 1517.
- Giovanni della Robbia e Santi Buglioni realizzarono due arpie sugli spigoli del fregio dell'Ospedale del Ceppo di Pistoia nel 1525.
- Nel linguaggio comune si usa il termina "arpia" per indicare una persona che ricorrendo ad artifici e sotterfugi si intromette nelle vicende altrui per influenzarle negativamente, facendo sentire il destinatario sottoposto come all'attacco di un uccello predatore. Anche di persona dall'apparenza innocua che nasconde invece comportamenti predatori o intromissori.
- Nel manga Monster musume no iru nichijō una delle protagoniste femminili è un'Arpia di nome Papi.
- Nel manga e anime Devilman di Gō Nagai, uno dei nemici principali del protagonista è proprio l'arpia Silen.
- Elzie Crisler Segar disegnò le arpie come nemiche di Braccio di Ferro in una serie di strisce quotidiane del 1938.
- Anche il cartoonist Carl Barks disegnò le arpie come antagoniste di Paperino e zio Paperone nella storia a fumetti del 1956 dal titolo Paperino e il Vello d'oro.
- Nel gioco di ruolo cartaceo Vampiri: la masquerade e nelle sue espansioni l'Arpia è un rango della comunità vampirica.
- Ne I Cavalieri dello zodiaco lo Specter Valentine ha un'armatura ispirata alle Arpie.
- In She-Ra, la principessa del potere viene mostrata una tribù di Arpie.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Vittorio Sermonti, Inferno, Rizzoli 2001.
- Umberto Bosco e Giovanni Reggio, La Divina Commedia - Inferno, Le Monnier 1988.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Arpia, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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