Tartaro (mitologia)
Il Tartaro |
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«Tanto è profondo il Tartaro oscuro sotto la terra: |
Tartaro (in greco antico: Τάρταρος, Tártaros) indica, nella Teogonia di Esiodo, il luogo inteso come la realtà tenebrosa e sotterranea (katachthònia), e quindi il dio che lo personifica, venuto a essere dopo Caos e Gea.
Zeus vi rinchiuse i Titani, stirpe divina e padri degli dei dell'Olimpo, dopo averli sconfitti a seguito della Titanomachia. Lì, inoltre, si trovavano altri mostri come, ad esempio, le Arai, ma anche mortali puniti per i loro gravi misfatti come Tantalo (re della Lidia, punito dagli dèi per le sue colpe con una fame e una sete insaziabili: sebbene avesse accanto a sé frutti e acqua, non appena tentava di afferrarli questi si allontanavano da lui)[1]. Sempre in Esiodo,[2] Tartaro è considerato il procreatore, insieme con Gaia, di Tifone.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Secondo Graziano Arrighetti, Esiodo rende la posizione spaziale del Tartaro incongruente, dacché mescola descrizioni "orizzontali" e "verticali", ossia dipinge il luogo come "ai confini della terra" (v. 731) e contemporaneamente come al di sotto della terra (v. 720 sgg.). La questione è insormontabile.[3] Nella visione verticale viene descritto come una voragine buia, talmente profonda che lasciandovi cadere un'incudine questa avrebbe impiegato nove giorni e nove notti per toccarne il fondo.[4]
In Apollodoro (Biblioteca I,1,2) Tartaro è il luogo tenebroso dell'Ade dove Urano rinchiuse i Ciclopi.
Col tempo la parola Tartaro venne confusa e assimilata a una generica definizione di inferno: già con Virgilio (70 - 19 a.C.) che, nell'Eneide, divide gli inferi fra Tartaro e Campi Elisi.[5]
Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]
Al Tartaro sono intitolati i Tartarus Montes su Marte[6].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Esiodo, Teogonia, 617 e sgg.
- ^ Teogonia 820 e sgg.
- ^ Esiodo, Teogonia, "I classici del pensiero libero greci e latini" n° 45, Corriere della Sera, Lego, 2012, pag. 90-91.
- ^ Esiodo, Teogonia, v. 720-723.
- ^ I miti greci, Robert Graves, capp. 103 e 134.
- ^ (EN) Tartarus Montes, su Gazetteer of Planetary Nomenclature. URL consultato il 21 dicembre 2015.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Tàrtaro, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Tartaro, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Tartaro, su Theoi Project.