Fanny Ardant

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Ardant)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Fanny Marguerite Judith Ardant

Fanny Marguerite Judith Ardant (Saumur, 22 marzo 1949) è un'attrice e regista francese.

Considerata una delle migliori attrici francesi della sua generazione, durante la sua carriera ha vinto due Premi César (a fronte di sei candidature), un European Film Award, un Orso d'argento al Festival di Berlino e due Nastri d'argento.[1][2] Ardant è inoltre l'ultima grande musa di François Truffaut che la diresse nei celebri film La signora della porta accanto e Finalmente domenica! che le fecero lasciare un'impronta indelebile nella storia del cinema francese.[3][4]

Figlia di Jean Ardant, un ufficiale di cavalleria di Palazzo Grimaldi a Montecarlo, e di Jacqueline Lecoq, dopo aver studiato lingue, all'età di 22 anni abbandona la famiglia che non condivideva le sue intenzioni di intraprendere la carriera cinematografica.

Il suo esordio cinematografico risale al 1976 nel film Marie-poupée diretto da Joël Séria. Interpreta vari film per la TV che le valgono l'attenzione di François Truffaut che la vuole nel ruolo di protagonista ne La signora della porta accanto (1981) e che diventerà suo compagno e da cui avrà una figlia nel 1983, Josephine. Sempre nello stesso anno lavora con Claude Lelouch che la dirige in Bolero (1981).

Fanny Ardant con François Truffaut al Giffoni Film Festival nel 1982

Lavora con Vittorio Gassman in Benvenuta (1983) di André Delvaux e La vita è un romanzo (1983) con Geraldine Chaplin. Dopo la morte di Truffaut nel 1984, Fanny Ardant partecipa al film Un amore di Swann (1984) con Ornella Muti, Michele Placido e Alain Delon, Consiglio di famiglia (1986) di Costa-Gavras, in cui recita anche Jack Nicholson, e La famiglia (1987), diretto da Ettore Scola, nuovamente con Gassman.

Dopo qualche film minore partecipa a L'ultima luna (1990), Il colonnello Chabert (1993), Sabrina (1995) di Sydney Pollack e soprattutto a Al di là delle nuvole (1995), di Michelangelo Antonioni, con John Malkovich, Marcello Mastroianni, Inés Sastre, Sophie Marceau e Chiara Caselli, Jean Reno. Con Mastroianni lavora anche in Cento e una notte (1996); per il film Di giorno e di notte (1996), una commedia di Gabriel Aghion, vince il Premio César alla migliore attrice, massimo riconoscimento del cinema francese; recita poi nel celebre La cena (1998) di Ettore Scola, ultimo della coppia Ardant-Gassman.

Il 2000 le offre ruoli importanti in film importanti come Nessuna notizia da Dio (2001), il thriller-commedia 8 donne e un mistero (2002) di François Ozon con Catherine Deneuve, Virginie Ledoyen, Emmanuelle Béart e Isabelle Huppert, questo film fa guadagnare alla Ardant e alle altre protagoniste l'Orso d'Argento per la migliore attrice al Festival del Cinema di Berlino; in seguito recita in L'odore del sangue (2003), che la vede in coppia con Michele Placido.

Nell'estate del 2000, per la prima volta reciterà in Italia Le square di Marguerite Duras, realizzato dal produttore Angelo Tumminelli, nel teatro all'aperto dei giardini della Filarmonica Romana e replicato nella Chiesa dello Spasimo di Palermo. Il reading riscuoterà successo di critica e di pubblico.

Il 23 agosto 2007 il TG2 riporta degli spezzoni di una sua intervista dove l'attrice dichiara la sua simpatia per Renato Curcio e per le Brigate Rosse[5]. L'intervista provoca molte reazioni polemiche, tra cui quella del presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, che invita l'attrice a non presentarsi al festival di Venezia[6]. Il giorno seguente Fanny Ardant ha chiesto scusa alle vittime delle Brigate Rosse per il suo elogio a Curcio[7].

Nel 2009 realizza il suo primo film come regista: Cendres et sang. Nel 2011 partecipa al video musicale della canzone Elle me dit di Mika. Nel 2013 torna dietro la macchina da presa per dirigere il film Cadences obstinées con Asia Argento, Nuno Lopes, Franco Nero e Gérard Depardieu. Il film uscirà nelle sale francesi il 4 dicembre. Nello stesso anno appare in un cameo nel film La grande bellezza di Paolo Sorrentino.

Nel 2020 ottiene nuovamente successo col film La belle époque che le fa vincere il suo secondo Premio César, questa volta alla migliore attrice non protagonista, per un totale di sei candidature.

Fanny Ardant ha un fratello e una sorella. Non si è mai sposata, ma ha avuto tre figlie: Lumir, nata nel 1975 da Dominique Leverd, Joséphine, nata nel 1983 da François Truffaut, e Baladine, nata nel 1990 da Fabio Conversi.

Fanny Ardant in Music-Hall di Jean-Luc Lagarce

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatrici italiane

[modifica | modifica wikitesto]

In The Palace la Ardant si auto-doppia in italiano.

[8]

  1. ^ (EN) Fanny Ardant, su IMDb. URL consultato il 21 novembre 2018.
  2. ^ Cesar 2020 - I Miserabili vince come miglior film, le reazioni alla vittoria di Polanski, su ScreenWEEK.it Blog, 29 febbraio 2020. URL consultato il 6 maggio 2020.
  3. ^ MYmovies.it, Con Finalmente domenica! il pubblico saluta il cinema di Truffaut, su MYmovies.it. URL consultato il 6 maggio 2020.
  4. ^ Le più belle muse della storia del cinema, da Lillian Gish a Charlotte Gainsbourg, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 6 maggio 2020.
  5. ^ Fanny Ardant delira: "Renato Curcio? Un eroe", su qn.quotidiano.net, quotidiano.net, 23 agosto 2007. URL consultato il 26 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2014).
  6. ^ Galan: Fanny Ardant non venga a Venezia, su corriere.it, 23 agosto 2007. URL consultato il 26 ottobre 2014.
  7. ^ Elogio a Curcio, la Ardant chiede scusa, su corriere.it, 23 agosto 2007. URL consultato il 26 ottobre 2014.
  8. ^ Bifest 2023: Fanny Ardant sul carpet del Festival Internazionale di Bari per il film Amusia di Marescotti Ruspoli. 30 marzo 2023 su Gossip News Italia

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Premio César per la migliore attrice Successore
Isabelle Huppert
per Il buio nella mente
1997
per Di giorno e di notte
Ariane Ascaride
per Marius e Jeannette
Controllo di autoritàVIAF (EN117976129 · ISNI (EN0000 0001 2148 7880 · SBN RAVV096849 · LCCN (ENn97878454 · GND (DE122843649 · BNE (ESXX1267074 (data) · BNF (FRcb13890854z (data) · J9U (ENHE987007330774005171