Marita Koch

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Marita Koch
Marita Koch nel 1984
Nazionalità Bandiera della Germania Est Germania Est
Altezza 171 cm
Peso 62 kg
Atletica leggera
Specialità Velocità
Società SC Empor Rostock
Termine carriera 1987
Hall of fame IAAF Hall of Fame (2014)
Record
50 m 6"11 Record nazionale (indoor – 1980)
60 m 7"04 Record nazionale (indoor – 1985)
100 m 10"83 (1983)
100 m 11"15 (indoor – 1980)
200 m 21"71 (1979-1984)
200 m 22"39 (indoor – 1983)
400 m 47"60 Record mondiale (1985)
Carriera
Nazionale
1976-1986Bandiera della Germania Est Germania Est
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 1 1 0
Mondiali 3 1 0
Mondiali indoor 1 0 0
Europei 6 0 0
Europei indoor 4 1 1
Europei juniores 1 1 0

Per maggiori dettagli vedi qui

 

Marita Koch Meier (Wismar, 18 febbraio 1957) è un'ex velocista tedesca orientale, campionessa olimpica dei 400 metri piani a Mosca 1980 e tre volte campionessa europea della specialità.

Durante la propria carriera ha raccolto un notevole numero di record mondiali: 16 all'aperto, così come 14 negli eventi indoor; è inoltre l'attuale primatista mondiale dei 400 metri piani con il tempo di 47"60, stabilito il 6 ottobre 1985 a Canberra.

Per i suoi meriti sportivi, nel 2014 è stata inserita nella IAAF Hall of Fame.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Koch a Karl-Marx-Stadt mentre realizza il record del mondo sui 200 piani

Marita Koch, considerata tra le favorite per una medaglia, si dovette ritirare dopo le batterie dei quarti di finale delle Olimpiadi estive del 1976 a Montréal a causa di un infortunio.

Koch stabilì il suo primo record mondiale nel 1977 a Milano, correndo i 400 metri indoor in 51"8. L'anno successivo ottenne il suo primo record outdoor nei 400 metri in 49"19, superando poi questo tempo con altri due primati mondiali nel giro di un mese.

Nel 1979 Marita Koch divenne la prima donna a correre 200 metri in meno di 22 secondi.[1] Il suo tempo di 21"71, fissato a Karl Marx Stadt, rimase il record mondiale per nove anni.

Giunta come favorita nella sua specialitá dei 400 metri piani, alle Olimpiadi di Mosca del 1980 vinse la medaglia d'oro oltre a una medaglia d'argento nella staffetta 4×400 metri.

Tre settimane prima dei Giochi olimpici del 1984 uguagliò il suo record personale concludendo i 200 m in 21"71 a Potsdam; il boicottaggio della Germania Est purtroppo le impedì di competere nei giochi di Los Angeles.

La tedesca detiene l'attuale record mondiale nei 400 metri con 47"60, tempo considerato lontano dalla portata anche delle migliori atlete attuali[2] ed ottenuto il 6 ottobre 1985 al Bruce Stadium di Canberra, Australia.[3]

Marita Koch, grazie alle proprie abilità in fase di partenza, vinse molte gare anche nei 50 e 60 metri indoor,[3] stabilendo inoltre diversi record tra il 1980 e il 1985.

Come membro della staffetta della Germania Est, aggiunse nel proprio palmarès ulteriori primati mondiali. Insieme a Marlies Göhr, segnarono i nuovi record mondiali nella 4×100 metri nel 1979 e nel 1983. Nei Giochi olimpici di Mosca 1980, Koch fece parte della squadra che vinse l'argento nella 4×400 metri. Lo stesso team segnò i record mondiali sulla stessa distanza nel 1980, 1982 e 1984.

Koch vinse anche il Campionato europeo nei 400 metri nel 1978, 1982 e 1986 prima di ritirarsi nel 1987, consacrandosi come uno degli atleti di maggior successo della Germania.

Caso doping[modifica | modifica wikitesto]

Le prestazioni di Marita Koch, unitamente a molte altre atlete della Germania Est autrici di risultati straordinari, hanno suscitato un notevole sospetto.[1][4] Nel 1991 Werner Franke, uno dei massimi studiosi mondiali di problematiche relative al doping, insieme alla moglie Brigitte Berendonk, mise le mani su una serie di documenti che si trovavano all'Accademia Medico-Militare di Bad Saarow, basandosi sui quali ricostruì la pratica, organizzata dallo stato, della sistematica somministrazione di doping a numerosi atleti dell'ex-DDR. Tra di loro spiccava il nome di Marita Koch. Se si dà credito a questi documenti, le sarebbero stati somministrati alti dosaggi di Oral Turinabol (uno steroide anabolizzante), tra il 1981 ed il 1984.[5] Marita Koch ha però sempre negato di aver preso prodotti dopanti di qualsiasi tipo.[6]

Record nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Seniores[modifica | modifica wikitesto]

Record nazionali tedeschi

Progressione[modifica | modifica wikitesto]

Marita Koch (a sinistra), 2 luglio 1978.
Marita Koch a Berlino, 21 agosto 1986.

200 metri piani[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Tempo Luogo Data Rank. Mond.
1985 21"78 Bandiera della Germania Est Lipsia 11-8-1985
1984 21"71 Bandiera della Germania Est Potsdam 21-7-1984
1983 21"82 Bandiera della Germania Est Karl-Marx-Stadt 18-6-1983
1982 21"76 Bandiera della Germania Est Dresda 3-7-1982
1979 21"71 Bandiera della Germania Est Karl-Marx-Stadt 10-6-1979
1978 22"06 Bandiera della Germania Est Erfurt 28-5-1978
1976 22"70 Bandiera della Germania Est Halle 16-5-1976

400 metri piani[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Tempo Luogo Data Rank. Mond.
1986 48"22 Bandiera della Germania Ovest Stoccarda 28-8-1986
1985 47"60 Bandiera dell'Australia Canberra 6-10-1985
1984 48"16 Bandiera della Cecoslovacchia Praga 16-8-1984
1982 48"16 Bandiera della Grecia Atene 8-9-1982
1981 49"27 Bandiera dell'Italia Roma 6-9-1981
1980 48"88 Bandiera dell'Unione Sovietica Mosca 28-7-1980
1979 48"60 Bandiera dell'Italia Torino 4-8-1979
1978 48"94 Bandiera della Cecoslovacchia Praga 31-8-1978
1976 50"19 Bandiera della Germania Est Berlino 10-7-1976

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Marita Koch nel 2013.
Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
1976 Giochi olimpici Bandiera del Canada Montréal 400 m piani Quarti di finale 51"87
1977 Europei indoor Bandiera della Spagna San Sebastián 400 m piani   Oro 51"14 Record dei campionati
1978 Europei Bandiera della Cecoslovacchia Praga 400 m piani   Oro 48"94 Record mondiale
4×400 m   Oro 3'21"20 Record dei campionati
1979 Europei indoor Bandiera dell'Austria Vienna 60 m piani   Argento 7"19
Universiadi Bandiera del Messico Città del Messico 200 m piani   Oro 21"91 Record delle Universiadi
1980 Giochi olimpici Bandiera dell'Unione Sovietica Mosca 400 m piani   Oro 48"88 Record olimpico
4×400 m   Argento 3'20"35
1981 Europei indoor Bandiera dell'Austria Vienna 50 m piani   Bronzo 6"19
1982 Europei Bandiera della Grecia Atene 400 m piani   Oro 48"16 Record mondiale
4×400 m   Oro 3'19"05 Record mondiale
1983 Europei indoor Bandiera dell'Ungheria Budapest 200 m piani   Oro 22"39 Record dei campionati
Mondiali Bandiera della Finlandia Helsinki 100 m piani   Argento 11"02
200 m piani   Oro 22"13
4×100 m   Oro 41"76
4×400 m   Oro 3'19"73
1985 Mondiali indoor Bandiera della Francia Parigi 200 m piani   Oro 23"09 Miglior prestazione personale
Europei indoor Bandiera della Grecia Il Pireo 200 m piani   Oro 22"82
1986 Europei indoor Bandiera della Spagna Madrid 200 m piani   Oro 22"58
Europei Bandiera della Germania Ovest Stoccarda 400 m piani   Oro 48"22
4×400 m   Oro 3'16"87 Record dei campionati

Altre competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

1979
1985
1986

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ordine al merito per la Patria (oro) - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine al merito per la Patria (argento) - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine al merito per la Patria (bronzo) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Marita Koch Bio, Stats, and Results, su sports-reference.com, Sports Reference LLC. URL consultato il 24 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2011).
  2. ^ (EN) Unattainable records leave female athletes struggling for acclaim, su guardian.co.uk, The Guardian. URL consultato il 28 ottobre 2009.
  3. ^ a b (EN) Athletes IAAF - Marita Koch, su iaaf.org, IAAF. URL consultato il 24 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2010).
  4. ^ Atletica ancora doping per l'ex Germania Est, su sport.it, 1º febbraio 2006. URL consultato il 24 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2014).
  5. ^ (DE) Brigitte Berendonk, Doping-Dokumente - Von der Forschung zum Betrug, Berlino, 1991, p. 121, ISBN 3-540-53742-2.
  6. ^ (DE) Jutta Heess, Zurück auf Start, 22 marzo 2006, p. 19.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]