Storia di Riga: differenze tra le versioni

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== Ripristino dell'indipendenza ==
== Ripristino dell'indipendenza ==
Nel 1985, [[Michail Gorbačëv]] venne eletto Segretario generale del [[Comitato centrale del PCUS]]. Autore delle politiche della [[glasnost']] e della [[perestrojka]], in virtù di una ventata di maggiore libertà, molte [[Repubbliche dell'Unione Sovietica|repubbliche socialiste]] manifestarono più volte in strada rivendicando maggiore autonomia e, più tardi, l'indipendenza. La Lettonia non mancò all'appello, partecipando, tra le proteste più eclatanti a livello mediatico, alla [[catena baltica]] il 23 agosto 1989: in quella data, due milioni di persone congiunsero le proprie mani da [[Tallinn]] a [[Vilnius]] passando per Riga.<ref>Francesco Guida, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=VxYkAQAAIAAJ&dq=23.agosto+1989+catena+baltica&focus=searchwithinvolume&q=La+catena+umana+del+23+agosto+1989+%2C+che+congiunse+Vilnius+con+Riga+e+con+Tallinn L'altra metà del continente: l'Europa centro-orientale]'', CEDAM, 2003, ISBN 978-88-13-24779-9, p. 95.</ref>
Nel 1985, [[Michail Gorbačëv]] venne eletto Segretario generale del [[Comitato centrale del PCUS]]. Autore delle politiche della [[glasnost']] e della [[perestrojka]], in virtù di una ventata di maggiore libertà, molte [[Repubbliche dell'Unione Sovietica|repubbliche socialiste]] manifestarono più volte in strada rivendicando maggiore autonomia e, più tardi, l'indipendenza. La Lettonia non mancò all'appello, partecipando, tra le proteste più eclatanti a livello mediatico, alla [[catena baltica]] il 23 agosto 1989: in quella data, due milioni di persone congiunsero le proprie mani da [[Tallinn]] a [[Vilnius]] passando per Riga.<ref>{{cita libro|autore=Francesco Guida|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=VxYkAQAAIAAJ&dq=23.agosto+1989+catena+baltica&focus=searchwithinvolume&q=La+catena+umana+del+23+agosto+1989+%2C+che+congiunse+Vilnius+con+Riga+e+con+Tallinn|titolo=L'altra metà del continente: l'Europa centro-orientale|editore=CEDAM|anno=2003|isbn=978-88-13-24779-9|p=95}}</ref>


[[File:Riga barricade 1991.jpg|right|260px|thumb|Le barricate posizionate a Riga il 27 luglio 1991 per impedire all'[[Armata Rossa]] di raggiungere il parlamento]]
[[File:Riga barricade 1991.jpg|right|260px|thumb|Le barricate posizionate a Riga il 27 luglio 1991 per impedire all'[[Armata Rossa]] di raggiungere il parlamento]]


Diversi carri armati sovietici giunsero sulla riva del fiume Daugava nel centro storico di Riga. Le reti televisive trasmisero filmati di colpi di fucile sparati di notte nella Città Vecchia il 13 gennaio 1991.<ref>Massimiliano Di Pasquale, ''[https://books.google.it/books?id=arwyDAAAQBAJ&pg=PT17&dq=carri+armati+riga+1991&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwi3hfub67brAhWR_KQKHUa2CK0Q6AEwAnoECAIQAQ#v=onepage&q&f=false Riga magica: Cronache dal Baltico]'', © Editrice il Sirente, 2015, ISBN 978-88-87-84766-6, p. 17.</ref> Per le strade un numero imprecisato di civili decise allora di costruire delle [[Barricate di Riga|barricate]] e trascorse giorni e notti a sorvegliarle mentre intonavano canzoni lettoni. Per questo motivo, il movimento indipendentista venne conosciuto a livello mediatico come autore di una "[[rivoluzione cantata]]".<ref>{{en}}Meldra Usenko, ''[https://books.google.it/books?id=WsUiAQAAIAAJ&q=At+the+utmost+and+the+most+tragic+moment+of+the+Singing+Revolution,+in+January+1991,+when+the+Kremlin+made+an+attempt+to+organise+a+violent+coup+here,+a+delegation+of+the+Polish+Sejm+paid+a+visit+to+Latvia.+Riga+was+surrounded+by+barricades&dq=At+the+utmost+and+the+most+tragic+moment+of+the+Singing+Revolution,+in+January+1991,+when+the+Kremlin+made+an+attempt+to+organise+a+violent+coup+here,+a+delegation+of+the+Polish+Sejm+paid+a+visit+to+Latvia.+Riga+was+surrounded+by+barricades&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjjjbuO7LbrAhVFBhAIHaCMAUgQ6AEwAHoECAAQAQ A Return to Europe]'', Tautas frontes muzejs, 2006, p. 20.</ref><ref>{{en}}Jukka Rislakki, ''[https://books.google.it/books?id=yXANj6Y_7goC&pg=PA169&dq=barricades+riga+singing+revolution&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjytqqE7LbrAhVik4sKHXONABMQ6AEwAHoECAQQAQ#v=onepage&q=barricades%20riga%20singing%20revolution&f=false The Case for Latvia: Disinformation Campaigns Against a Small Nation]'', Rodopi, 2008, ISBN 978-90-42-02424-3, p. 169.</ref>
Diversi carri armati sovietici giunsero sulla riva del fiume Daugava nel centro storico di Riga. Le reti televisive trasmisero filmati di colpi di fucile sparati di notte nella Città Vecchia il 13 gennaio 1991.<ref>{{cita libro|autore=Massimiliano Di Pasquale|url=https://books.google.it/books?id=arwyDAAAQBAJ&pg=PT17|titolo=Riga magica: Cronache dal Baltico|editore=Editrice il Sirente|anno=2015|isbn=978-88-87-84766-6|p=17}}</ref> Per le strade un numero imprecisato di civili decise allora di costruire delle [[Barricate di Riga|barricate]] e trascorse giorni e notti a sorvegliarle mentre intonavano canzoni lettoni. Per questo motivo, il movimento indipendentista venne conosciuto a livello mediatico come autore di una "[[rivoluzione cantata]]".<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Meldra Usenko|url=https://books.google.it/books?id=WsUiAQAAIAAJ&q=At+the+utmost+and+the+most+tragic+moment+of+the+Singing+Revolution,+in+January+1991,+when+the+Kremlin+made+an+attempt+to+organise+a+violent+coup+here,+a+delegation+of+the+Polish+Sejm+paid+a+visit+to+Latvia.+Riga+was+surrounded+by+barricades&dq=At+the+utmost+and+the+most+tragic+moment+of+the+Singing+Revolution,+in+January+1991,+when+the+Kremlin+made+an+attempt+to+organise+a+violent+coup+here,+a+delegation+of+the+Polish+Sejm+paid+a+visit+to+Latvia.+Riga+was+surrounded+by+barricades&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjjjbuO7LbrAhVFBhAIHaCMAUgQ6AEwAHoECAAQAQ|titolo=A Return to Europe|editore=Tautas frontes muzejs|anno=2006|p=20}}</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Jukka Rislakki|url=https://books.google.it/books?id=yXANj6Y_7goC&pg=PA169|titolo=The Case for Latvia: Disinformation Campaigns Against a Small Nation|editore=Rodopi|anno=2008|isbn=978-90-42-02424-3|p=169}}</ref>


La Lettonia dichiarò la sua piena indipendenza de facto il 21 agosto 1991 e questa fu dalla Russia il 6 settembre 1991, ovvero dopo il fallito [[putsch di agosto]].<ref>Lara Piccardo, ''[https://books.google.it/books?id=_ocUDAAAQBAJ&pg=PA24&dq=21+agosto+1991+lettonia&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjW7-GK1YzsAhWqNOwKHePCCN4Q6AEwBHoECAQQAQ#v=onepage&q&f=false L'Italia e l'Europa negli anni Ottanta. Storia, politica, cultura]'', FrancoAngeli, 2015, ISBN 978-88-91-73796-0, p. 24 (nota 37).</ref> La Lettonia aderì formalmente alle [[Nazioni Unite]] come paese indipendente il 17 settembre 1991 e le truppe militari presenti sul suolo lettone rientrarono lentamente in [[Russia]] tra il 1992 e il 1994.<ref>{{en}}[https://www.deseret.com/1992/2/3/18965674/russia-latvia-agree-on-troop-withdrawal "Russia, Latvia agree on troop withdrawal"], ''Deseret News'', 3 febbraio 1992, link verificato il 13 settembre 2020.</ref>
La Lettonia dichiarò la sua piena indipendenza de facto il 21 agosto 1991 e questa fu dalla Russia il 6 settembre 1991, ovvero dopo il fallito [[putsch di agosto]].<ref>{{cita libro|autore=Lara Piccardo|url=https://books.google.it/books?id=_ocUDAAAQBAJ&pg=PA24|titolo=L'Italia e l'Europa negli anni Ottanta. Storia, politica, cultura|editore=FrancoAngeli|anno=2015|isbn=978-88-91-73796-0|p=24 (nota 37)}}</ref> La Lettonia aderì formalmente alle [[Nazioni Unite]] come paese indipendente il 17 settembre 1991 e le truppe militari presenti sul suolo lettone rientrarono lentamente in [[Russia]] tra il 1992 e il 1994.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.deseret.com/1992/2/3/18965674/russia-latvia-agree-on-troop-withdrawal|titolo=Russia, Latvia agree on troop withdrawal|sito=Deseret News|data=3 febbraio 1992|accesso=13 settembre 2020}}</ref>


A Riga furono rimossi i nomi delle strade e i monumenti realizzati in epoca sovietica. Il viale Prospettiva Lenin tornò a chiamarsi Brīvības (Libertà) e la stazione ferroviaria di Oškalns, dal nome di un importante comunista lettone, divenne nota come Zemitani. La statua di [[Vladimir Lenin|Lenin]] situata accanto al [[monumento alla Libertà (Riga)|monumento alla Libertà]] venne rimossa in occasione della dell'anniversario del ripristino della sovranità. L'autostrada che collega Riga a [[Jūrmala]] fu ribattezzata in onore di [[Kārlis Ulmanis]], l'ultimo presidente attivo nella Lettonia del periodo interbellico.<ref name="das"/><ref name="zemaitis"/> Durante questa fase di cambiamento politico, alcuni russi e [[ucraini]] locali si videro revocare la propria cittadinanza e hanno preferito trasferirsi in Russia e in Occidente: il loro status è stato per diverso tempo [[Non cittadini lettoni|oggetto di controversia]].<ref>Laura Antonella Carli, [https://www.vice.com/it/article/3kmk7y/cittadini-alieni-lettonia-estonia "Gli 'alieni' di Lettonia ed Estonia: dentro le vite dei non-cittadini dell'ex Unione Sovietica"], ''vice.com'', 30 marzo 2016, link verificato il 28 settembre 2020.</ref><ref>Laura Luciani, [https://www.eastjournal.net/archives/100332 "Lettonia: Dal 2020 smetteranno di nascere nuovi “non-cittadini” post-sovietici"], ''eastjournal.net'', 21 ottobre 2019, link verificato il 28 settembre 2020: "Nell'ottobre del 2019 la disciplina in questione ha subito una modifica e, dal 1º gennaio 2020, non vi è più la possibilità di nascere come non cittadini: ".</ref> Parte della popolazione ebraica preferì emigrare, ma al contempo diversi lettoni che erano riusciti a spostarsi all'estero nel 1940 fece ritorno in patria. Nonostante la percentuale di lettoni sia col passare degli anni cresciuta, alcuni quartieri di Riga rimangono a maggioranza russi.<ref>[https://www.stampingtheworld.com/quartiere-russo-di-riga/ "Il quartiere russo di Riga, la piccola Mosca"], ''stampingtheworld.com'', 8 luglio 2017, link verificato il 28 settembre 2020.</ref><ref>Paola Pantaleo, [https://www.ilpost.it/2010/09/27/elezioni-lettonia/amp/ "I russi nella UE, passando da Riga"], ''[[Il Post]]'', 27 settembre 2010, link verificato il 28 settembre 2020.</ref>
A Riga furono rimossi i nomi delle strade e i monumenti realizzati in epoca sovietica. Il viale Prospettiva Lenin tornò a chiamarsi Brīvības (Libertà) e la stazione ferroviaria di Oškalns, dal nome di un importante comunista lettone, divenne nota come Zemitani. La statua di [[Vladimir Lenin|Lenin]] situata accanto al [[monumento alla Libertà (Riga)|monumento alla Libertà]] venne rimossa in occasione della dell'anniversario del ripristino della sovranità. L'autostrada che collega Riga a [[Jūrmala]] fu ribattezzata in onore di [[Kārlis Ulmanis]], l'ultimo presidente attivo nella Lettonia del periodo interbellico.<ref name="das"/><ref name="zemaitis"/> Durante questa fase di cambiamento politico, alcuni russi e [[ucraini]] locali si videro revocare la propria cittadinanza e hanno preferito trasferirsi in Russia e in Occidente: il loro status è stato per diverso tempo [[Non cittadini lettoni|oggetto di controversia]].<ref>{{cita web|autore=Laura Antonella Carli|url=https://www.vice.com/it/article/3kmk7y/cittadini-alieni-lettonia-estonia|titolo=Gli 'alieni' di Lettonia ed Estonia: dentro le vite dei non-cittadini dell'ex Unione Sovietica|sito=Vice|data=30 marzo 2016|accesso=28 settembre 2020}}</ref><ref>{{cita web|autore=Laura Luciani|url=https://www.eastjournal.net/archives/100332|titolo=Lettonia: Dal 2020 smetteranno di nascere nuovi 'non-cittadini' post-sovietici|sito=eastjournal.net|data=21 ottobre 2019, link verificato il 28 settembre 2020|citazione=Nell'ottobre del 2019 la disciplina in questione ha subito una modifica e, dal 1º gennaio 2020, non vi è più la possibilità di nascere come non cittadini}}</ref> Parte della popolazione ebraica preferì emigrare, ma al contempo diversi lettoni che erano riusciti a spostarsi all'estero nel 1940 fece ritorno in patria. Nonostante la percentuale di lettoni sia col passare degli anni cresciuta, alcuni quartieri di Riga rimangono a maggioranza russi.<ref>{{cita web|url=https://www.stampingtheworld.com/quartiere-russo-di-riga/|titolo=Il quartiere russo di Riga, la piccola Mosca|sito=stampingtheworld.com|data=8 luglio 2017|accesso=28 settembre 2020}}</ref><ref>{{cita web|autore=Paola Pantaleo|url=https://www.ilpost.it/2010/09/27/elezioni-lettonia/amp/|titolo=I russi nella UE, passando da Riga|sito=[[Il Post]]|data=27 settembre 2010|accesso=28 settembre 2020}}</ref>


Nel 2001, Riga ha celebrato il suo 800º anniversario come città.<ref name="baister66"/> Il 29 marzo 2004 la Lettonia è entrata a far parte della [[NATO]] e dell'[[Unione europea]] nel 1º maggio 2004.
Nel 2001, Riga ha celebrato il suo 800º anniversario come città.<ref name="baister66"/> Il 29 marzo 2004 la Lettonia è entrata a far parte della [[NATO]] e dell'[[Unione europea]] nel 1º maggio 2004.


Nel 2004, l'arrivo di compagnie aeree low cost ha comportato voli più economici da altre città europee come [[Londra]] e Berlino e, di conseguenza, un aumento sostanziale del flusso di turisti.<ref>{{en}}Jonathan Charles, [http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/crossing_continents/4633647.stm "Latvia prepares for a tourist invasion"], ''[[BBC News]]'', link verificato il 28 settembre 2020.</ref> Tuttavia, sono state avanzate delle preoccupazioni circa il comportamento scorretto di alcuni gruppi di turisti dopo che due turisti britannici sono stati sorpresi nel 2007 a urinare nei pressi del monumento alla Libertà,<ref>{{en}}[https://www.baltictimes.com/news/articles/17534/ "UK tourist urinates in Freedom Monument square"], ''The Baltic Times'', 21 marzo 2007, link verificato il 28 settembre 2020.</ref> spingendo l'ambasciata britannica a consigliare ai turisti "a pensare prima di bere".<ref>{{en}} [https://web.archive.org/web/20070817221032/http://news.monstersandcritics.com/uk/news/article_1277780.php/British_embassy_warns_tourists_in_Latvia_think_before_you_drink "British embassy warns tourists in Latvia: think before you drink"], ''monstersandcritics.com'', 15 marzo 2007, link verificato il 28 settembre 2020.</ref> Il numero di turisti ha continuato ad aumentare (anche perché il centro storico è stato dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità)<ref name="unesco"/> e il 2006 ha fatto registrare un aumento del 18% del numero di persone che soggiornavano negli hotel lettoni rispetto al 2005, uno maggiore aumento nell'UE e ben al di sopra della media europea del 2,4%.<ref>{{en}}Elias G. Carayannis; Urmas Varblane; Tonu Roolaht, ''[https://books.google.it/books?id=EAsDVDE50owC&pg=PA227&dq=18%25+2005+tourists+latvia&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwitlIrb6IzsAhUE6aQKHQFsCbEQ6AEwAHoECAMQAQ#v=onepage&q=18%25%202005%20tourists%20latvia&f=false Innovation Systems in Small Catching-Up Economies]'', Springer Science & Business Media, 2011, ISBN 978-14-61-41547-3, p. 227.</ref>
Nel 2004, l'arrivo di compagnie aeree low cost ha comportato voli più economici da altre città europee come [[Londra]] e Berlino e, di conseguenza, un aumento sostanziale del flusso di turisti.<ref>{{cita web|lingua=en|autore=Jonathan Charles|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/crossing_continents/4633647.stm|titolo=Latvia prepares for a tourist invasion|sito=[[BBC News]]|accesso=28 settembre 2020}}</ref> Tuttavia, sono state avanzate delle preoccupazioni circa il comportamento scorretto di alcuni gruppi di turisti dopo che due turisti britannici sono stati sorpresi nel 2007 a urinare nei pressi del monumento alla Libertà,<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.baltictimes.com/news/articles/17534/|titolo=UK tourist urinates in Freedom Monument square|sito=The Baltic Times|data=21 marzo 2007|accesso=28 settembre 2020}}</ref> spingendo l'ambasciata britannica a consigliare ai turisti "a pensare prima di bere".<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://web.archive.org/web/20070817221032/http://news.monstersandcritics.com/uk/news/article_1277780.php/British_embassy_warns_tourists_in_Latvia_think_before_you_drink|titolo=British embassy warns tourists in Latvia: think before you drink|sito=monstersandcritics.com|data=15 marzo 2007|accesso=28 settembre 2020}}</ref> Il numero di turisti ha continuato ad aumentare (anche perché il centro storico è stato dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità)<ref name="unesco"/> e il 2006 ha fatto registrare un aumento del 18% del numero di persone che soggiornavano negli hotel lettoni rispetto al 2005, uno maggiore aumento nell'UE e ben al di sopra della media europea del 2,4%.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Elias G. Carayannis|autore2=Urmas Varblane|autore3=Tonu Roolaht|url=https://books.google.it/books?id=EAsDVDE50owC&pg=PA227|titolo=Innovation Systems in Small Catching-Up Economies|editore=Springer Science & Business Media|anno=2011|isbn=978-14-61-41547-3|p=227}}</ref>


Per quanto riguarda il campo economico, quasi tutte le più importanti istituzioni finanziarie si trovano a Riga, compresa la [[Banca di Lettonia]], la banca centrale lettone. A Riga si realizza quasi la metà dell'intera produzione industriale lettone, concentrata sul settore finanziario, servizi pubblici, comparto alimentare, farmaceutici, lavorazione del legno, stampa ed editoria, tessili, mobili, produzione di attrezzature per le comunicazioni. Il porto di Riga è un importante centro di spedizioni via cargo. Il grattacielo di [[Saules akmens|Saules Akmens]] e il complesso delle [[Z-Towers]], sede di importanti banche estere, testimoniano il rapidissimo sviluppo economico che Riga e la [[Lettonia]] hanno vissuto nei primi [[Anni 2000|anni Duemila]] assieme agli altri [[Paesi baltici|Stati Baltici]] ([[Tigri del Baltico]]).
Per quanto riguarda il campo economico, quasi tutte le più importanti istituzioni finanziarie si trovano a Riga, compresa la [[Banca di Lettonia]], la banca centrale lettone. A Riga si realizza quasi la metà dell'intera produzione industriale lettone, concentrata sul settore finanziario, servizi pubblici, comparto alimentare, farmaceutici, lavorazione del legno, stampa ed editoria, tessili, mobili, produzione di attrezzature per le comunicazioni. Il porto di Riga è un importante centro di spedizioni via cargo. Il grattacielo di [[Saules akmens|Saules Akmens]] e il complesso delle [[Z-Towers]], sede di importanti banche estere, testimoniano il rapidissimo sviluppo economico che Riga e la [[Lettonia]] hanno vissuto nei primi [[Anni 2000|anni Duemila]] assieme agli altri [[Paesi baltici|Stati Baltici]] ([[Tigri del Baltico]]).

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Panorama di Riga vista dal Daugava nel 1547

La storia di Riga, la capitale della Lettonia, inizia già nel II secolo con un insediamento, Duna urbs, localizzata in un porto naturale non lontano dalla foce del fiume Daugava. In seguito colonizzata da livoni e curi, era già un centro commerciale noto nell'Alto Medioevo lungo la rotta commerciale Dvina-Dnepr fino a Costantinopoli. Il cristianesimo giunse in Lettonia già nel IX secolo, ma fu l'arrivo delle crociate del Nord alla fine del XII secolo che portò i teutonici ad avviare operazioni di conquista e di conversione forzata della popolazione locale; l'egemonia tedesca istituita sui paesi baltici durò fino all'indipendenza e ancora oggi sopravvive sia per via della presenza di una comunità di residenti sia per lo Jugendstil di alcuni edifici cittadini.

Dal XIII secolo alla nascita del risveglio nazionale nel XIX e dell'indipendenza nel XX, la storia della Lettonia e di Riga si intrecciano in maniera indissolubile, testimoniando l'ascesa e il declino del controllo delle potenze straniere circostanti sui lettoni e sul loro territorio. In quanto membro della Lega anseatica, la prosperità di Riga crebbe nel corso del XIII-XV secolo, tanto che divenne un importante centro commerciale e più tardi, industriale, dell'occupante di turno.

Oggi Riga e i suoi dintorni ospitano circa la metà degli abitanti della Lettonia.[1]

L'UNESCO ha dichiarato il centro storico di Riga patrimonio dell'umanità soprattutto per le sue bellezze architettoniche, in quanto il luogo è considerato in maniera pacifica la città che più di ogni altra presenta elementi dell'Art Noveau, e anche per i suoi edifici in legno risalenti al XIX secolo.[2]

Fondazione di Riga

Il fiume Daugava (Dvina occidentale, Dúna in antico norvegese)[3] è stata una rotta commerciale sin dall'antichità, in quanto tappa della rotta di navigazione vichinga Dvina-Dnepr che conduceva fino a Costantinopoli.[4] Un porto naturale riparato situato a 15 km a ridosso della foce del Daugava, dove si trova l'odierna Riga, è indicato come area abitata già nel II secolo (Duna Urbs),[5] quando le fonti antiche facevano riferimento alla Curlandia come un regno.[6] Successivamente fu colonizzata dai livi, un'antica tribù finnica[7] giunta tra il V e il VI secolo,[7] più o meno nello stesso periodo in cui Riga iniziò a svilupparsi come insediamento frequentato da vichinghi durante l'Alto Medioevo.[8]

Gli scavi archeologici nei pressi della piazza del municipio di Riga (in lettone: Ratslaukums) e in un angolo tra via Peldu e Ūdensvada evidenziano che le abitazioni sono state costruite su quelle già esistenti nel XII secolo abitate principalmente dai curi e dai livoni nel bacino del fiume Daugava.[9] Si occupavano principalmente di artigianato in ossa, legno, ambra e ferro, pesca, zootecnia e vendita di suppellettili.[10]

Le cronache di Enrico di Livonia riferiscono che le prime fortificazioni registrate di Riga sorgevano su un promontorio, il Senais kalns ("antica collina"), per poi venire abbattute nel XVIII secolo, venendo sostituite dal centro storico di Riga.[11] Esse testimoniano inoltre che Riga fu per lungo tempo sede di commerci nel XII secolo, riferendosi ad essa come portus antiquus (antico porto), e descrivono abitazioni e magazzini usati per immagazzinare principalmente mais, lino e pelli.[12]

Frammento del muro difensivo medievale di Riga al Jāņa sēta, Old Riga

È stava avanzata l'ipotesi che l'origine del nome di Riga sia correlato agli antichi Celti, in virtù della somiglianza della radice del termine con parole quali Rigomagos e Rigodunon, o che si tratti di un prestito mutato in Liv ringa, ovvero l'antico porto presso l'ansa del Daugava abitato dai livoni.[13] La teoria più accreditata è che, tuttavia, Riga deve il suo nome a prestiti stranieri. Il termine rija lettone, con cui si indica magazzino, mutò con la tedesca "g" nel passare dei secoli: Riga era indicata come Rie (dunque senza la "g") nel 1589 dal geografo inglese Richard Hakluyt in Le rotte principali.[14] L'origine di Riga da Rija è confermata dallo storico tedesco Dionisio Fabrizio (1610):[15] "Riga nomen sortita est suum ab aedificiis vel horreis quorum a litus Dunae magna fuit copia, quas livones sua lingua Rias vocare soliti". (Il nome Riga deriva dalla grande quantità che si trovava lungo le rive della Duna di edifici o granai che i livoni nella loro lingua chiamano Rias).

I commercianti tedeschi iniziarono a stabilirsi a Riga e nei suoi dintorni con crescente frequenza verso la seconda metà del XX secolo, attraverso Gotland.[16] Alcuni mercanti di Brema naufragati alla foce del Daugava stabilirono un avamposto commerciale vicino a Riga nel 1158.[17] Il monaco Meinardo di Segeberg, un missionario, arrivò da Gotland nel 1184.[18] Il cristianesimo giunse in Lettonia più di un secolo prima: per quanto riguarda il cattolicesimo, questo arrivò nella Lettonia occidentale quando fu costruita una chiesa nel 1045 da mercanti danesi,[19] ma è probabile che già gli svedesi provvidero a diffonderlo. Il cristianesimo ortodosso, invece, fu portato nella Lettonia centrale e orientale dai missionari (principalmente Vecchi credenti):[20] alcuni lettoni erano già stati battezzati prima che Meinardo partisse verso est.[21] Ciononostante, il missionario proseguì nell'opera stabilendosi tra i livi della valle Daugava a Ikšķile (in tedesco: Uexküll), circa 20 km a nord di Riga.[21] Con la loro assistenza e la promessa di conversione, realizzò un castello e una chiesa di pietra, un metodo finora sconosciuto ai livoni e di grande valore per costruire fortificazioni più robuste contro i loro stessi nemici.[22] Hartwig II, il principe arcivescovo di Brema, era ansioso di espandere il potere e le proprietà di Brema verso nord e consacrò Meinardo come vescovo di Livonia (la versione latina dal tedesco Livland) nel 1186, con Ikšķile come sede del vescovato.[23] Quando i livi dimostrarono di non essere interessati ad abbandonare subito la religione tradizionale, Meinardo divenne impaziente e complottò per convertirli con la forza.[19] I livi, tuttavia, contrastarono il suo tentativo di partire per Gotland per radunare delle truppe e lo uccisero a Ikšķile nel 1196, causando così il fallimento dei piani del religioso.[22]

Hartwig nominò l'abate Bertoldo di Hannover, il quale forse già viaggiò in Livonia,[24] in sostituzione di Meinardo: questi decise di agire ricorrendo alla forza e radunando nel 1198 un grande contingente di crociati:[24] fu in quel momento che l'ipotesi di avviare una campagna di cristianizzazione forzata divenne più che plausibile.[24] Una leggenda lettone racconta che Bertoldo galoppò davanti alle sue forze in battaglia, fu circondato e cercò di ritirarsi spaventato quando qualcuno si rese conto di aver calpestato una vipera: a quel punto, un guerriero locale di nome Imants (o Imauts) lo colpì e lo trafisse a morte.[19] La versione raccontata dalle cronache tedesche incolpa il cavallo di Bertoldo, il quale si imbizzarrì, ne causò la caduta e poi la sua uccisione.[19]

La Chiesa si attivò per vendicare la morte di Bertoldo e la sconfitta delle sue forze. Papa Innocenzo III emise una bolla che dichiarava una crociata contro i livoni, promettendo l'indulgenza per tutti i partecipanti.[25] Hartwig consacrò suo nipote, Alberto, come vescovo di Livonia nel 1199: un allo più tardi, Alberto sbarcò a Riga[26] con 23 navi e 500 crociati provenienti dalla Westfalia.[27] Nel 1201 trasferì la sede del vescovato di Livonia da Ikšķile a Riga, estorcendo l'accordo in tal senso con i capi livoni di Riga.[27]

Oggi, il 1201 è ancora celebrato come quello della fondazione di Riga da parte di Alberto, evento soprattutto ricordato nei secoli successivi grazie alla comunità tedesca e a agli ecclesiastici del tardo medioevo i quali, secondo la loro versione, portarono la civiltà e cancellarono il credo pagano in Livonia.[28]

Ascesa di Riga durante il dominio tedesco

Sotto il vescovo Alberto

Il 1201 fu significativo anche perché coincise il primo arrivo di mercanti tedeschi a Novgorod, che viaggiavano attraverso la Dvina o via terra.[29]

Alberto stabilì l'autorità della chiesa sulla zona e introdusse il diritto di Visby.[30] Per assicurare la conquista e difendere il commercio mercantile tedesco, su consiglio del monaco Teodorico d'Estonia istituì l'Ordine dei Fratelli della Spada di Livonia (Fratres Militiae Christi Livoniae) nel 1202:[31] Alberto si recò intanto in Germania, dove rimase fino al 1207.[32]

Le cronache tedesche raccontanoche i livi furono convertiti nel 1206, "battezzati in massa"[33] m dopo la loro sconfitta a Turaida dalle forze tedesche, incluso il re Caupo, battezzato da Meinardo intorno al 1189.[34] Il 1207 segnò l'inizio della fortificazione della città da parte di Alberto[19][35] (le porte della città, Rātsvārti, sono menzionate per la prima volta nel 1210) e l'imperatore Filippo di Svevia nominò ufficialmente Alberto come autorità suprema in Livonia[36] dopo che tale regione e era diventata un feudo del Sacro Romano Impero (e pertanto doveva dei tributi) con Riga come capitale.[37][38] Per promuovere una presenza militare permanente, la proprietà territoriale fu divisa tra la chiesa e l'ordine: la prima perservò Riga e due terzi di tutte le terre conquistate.[39] Si trattò della prima volta in cui un gruppo di cavalieri veniva costituito per non agire in Terra Santa o Spagna.[40]

Cortile della cattedrale, la cui prima pietra fu posta nel 1211

Alberto aveva assicurato il futuro commerciale di Riga riuscendo a far emanare da Roma bolle papali le quali decretavano che tutti i mercanti tedeschi dovevano condurre il loro commercio baltico attraverso Riga.[41] Nel 1211 Riga coniò le sue prime monete,[42] mentre Alberto pose la pietra angolare della cattedrale di Riga.[43] Nonostante gli interventi, la città non poteva ancora dirsi al sicuro poiché si verificarono delle incursioni delle popolazioni che risiedevano nella Lettonia interna.[19] Nel 1212, Alberto avviò una campagna per costringere Polock a garantire ai mercanti tedeschi il libero passaggio del fiume.[44] Polack concesse Kukenois (Koknese) e Jersika, già sottomessi nel 1209, ad Alberto, riconoscendo la sua autorità sui livi e ponendo fine al loro rapporto di vassallaggio con la città bielorussa.[44]

L'apertura della Dvina ampliò il commercio tedesco con Vicebsk, Smolensk e Novgorod.[44] La rapida crescita di Riga spinse il suo ritiro dalla giurisdizione di Brema per diventare una sede episcopale autonoma nel 1213.[44][45]

I quartieri più antichi di Riga furono devastati da un incendio nel 1215.[46]

Nel 1220 Alberto istituì un ospedale sotto l'ordine dei poveri ammalati (ad usus pauperum infirmantium hospitale in nova civitate Rige construximusus).[19] Nel 1225 divenne un ospedale dello Spirito Santo della Germania, un istituto per lebbrosi, anche se non si registrarono mai casi di lebbra:[47] nel 1330 la struttura fa rimpiazzata da una nuova fortificazione cittadina.[48]

La rete di relazioni politiche creata Alberto cominciò a logorarsi già nel 1221: la classe mercantile di Riga iniziò infatti a chiedere maggiore autonomia e, nello stesso anno, essa acquisì il diritto di gestirsi in maniera indipendente adottando una costituzione cittadina.[49] Le ambizioni di dominio sulla scia del clero, dell'ordine cavalleresco e degli abitanti del posto causerà svariate controversie nei secoli a venire.

Sempre nel 1221, Alberto dovette riconoscere il dominio danese sulle terre da loro conquistate in Estonia e Livonia.[50] Una simile battuta d'arresto risaliva alla chiusura di Lubecca verso est effettuata dall'arcivescovo di Brema, poi sotto la sovranità danese, al commercio baltico nel 1218. I nuovi crociati non potevano più raggiungere agevolmente Riga, che continuava ad essere minacciata dagli autoctoni.[51] Alberto fu costretto a chiedere assistenza al re Valdemaro II, che aveva interessi sul Baltico orientale, avendo occupato Øsel (l'isola di Saaremaa) nel 1203.[52] I danesi sbarcarono in Livonia, edificarono una fortezza a Reval (Tallinn), e si espansero sia in territorio estone che nella Livonia del nord, scontrandosi con i tedeschi, i quali tentarono persino di assassinare Valdemaro.[51] Alberto riuscì a raggiungere un'intesa dopo dodici mesi: nel 1222 Valdemaro cedette infatti tutte le terre e i possedimenti in Livonia al controllo di Alberto.[53]

Le difficoltà del vescovo con la cittadinanza di Riga proseguirono: grazie alla mediazione della Santa Sede, nel 1225 fu raggiunto un accordo in base al quale gli abitanti cessarono di pagare le tasse all'autorità religiosa di Riga e acquisirono il diritto di eleggere propri magistrati e consiglieri comunali.[54]

Alberto si occupò altresì della vita ecclesiastica di Riga, consacrando la cattedrale, costruendo la chiesa di San Giacomo destinata ai livoni convertiti al di fuori dalle mura della città, e fondando una scuola parrocchiale presso la chiesa di San Giorgio, tutto nel 1226.[55] Rivendicò anche le sue precedenti perdite, conquistando Ösel nel 1227 (evento con cui si concludono le cronache di Enrico),[56] e assistette ad un aumento delle sue entrate quando la città concluse un trattato con il Principato di Smolensk in cui si prevedeva la cessione di Polock a Riga.[57] Alberto si spense nel gennaio del 1229:[57] mentre fallì il suo proposito di venire elevato ad arcivescovo, l'egemonia tedesca da lui stabilita nei Paesi baltici sarebbe durata sette secoli.[58]

Membro della Lega Anseatica

Riga vista dal Mar Baltico

Riga fungeva da punto di passaggio per il commercio con le tribù baltiche e con la Russia. Nel 1282 divenne membro della Lega anseatica, un'associazione di mercanti unita a livello politico e commerciale che includeva varie città e paesi della Germania settentrionale e del Baltico.[59] A causa delle misure volte a favorire soprattutto i suoi membri tedeschi, la Lega ebbe molto successo, continuando alle stesso tempo gli scambi con commercianti di nazionalità diverse. Nel 1298 i cittadini di Riga e il granduca lituano Vytenis conclusero un accordo in virtù del quale una guarnigione di lituani li avrebbe difesi dalle incursioni dell'ordine di Livonia, il successore dei cavalieri portaspada:[60] Il contratto militare rimase in vigore fino al 1313.[60] Il punto più critico del conflitto di toccato nel 1329-1330, quando il granduca Gediminas assunse il controllo della città e la mantenne, anche se per breve tempo, finché i cavalieri non furono in grado di riconquistarla.[61]

Riga prese parte all'assemblea del 1412, ma non a quelle del 1380 e del 1382, le più importanti del XIV secolo.[62] Riga divenne oggetto di aspirazioni militari, politiche, religiose ed economiche straniere nelle ultime fasi di vita della Confederazione livoniana: i dissapori tra clero, abitanti di Riga e ordine di Livonia emersero in maniera maggiore tra il 1458 e il 1479, tanto che nella dieta della Lega del 1472 costrinse le tre parti a incontrarsi e stipulare una tregua decennale. Le incomprensioni proseguirono fino al mese di agosto 1479, quando Papa Sisto IV emanò una bolla speciale, con la quale scomunicava il Landmeister Bernhard von der Borch e i suoi sostenitori.[63] Nominato dal pontefice Stephan Grube come nuovo Arcivescovo di Riga, Bernhard von der Borch e il precedente religioso a capo della diocesi cittadina rifiutarono di dare seguito alla decisione del Papa.[63] In seguito, quando la Confederazione livoniana volse le proprie attenzioni a est perché desiderosa di contrastare il crescente potere della Moscovia, i rapporti tra le tre parti presenti alla dieta del 1472 si rasserenarono temporaneamente e iniziò una graduale fase di stabilità.[63]

Un periodo di rinnovato vigore ebbe luogo quando amministrò la Confederazione Wolter von Plettenberg (1494-1535): consapevole delle fragilità che stava attraversando lo stato, mise in atto una serie di manovre diplomatiche con cui riuscì a tessere relazioni amichevoli sia con il clero che con gli abitanti, coinvolti di lì a poco da una spaccatura religiosa.[64]

La città abbracciò infatti la Riforma nel 1522, preferendo porre fine al potere degli arcivescovi.[65] Nel 1524, una statua di legno della Vergine Maria venerata nella cattedrale fu tacciata di rappresentare una strega e gettata nel fiume Daugava o Dvina, dopodiché venne bruciata a Kubsberg, la collina su cui venivano bruciate le donne condannate per stregoneria.[66]

L'ultima dieta della Lega si riunì nel 1669,[67] sebbene i suoi poteri si fossero già indeboliti alla fine del XIV secolo, quando le alleanze politiche tra Lituania e Polonia e tra Svezia, Danimarca e Norvegia ne limitarono l'influenza. Tuttavia, l'unione commerciale risultò determinante nel conferire a Riga stabilità economica e politica, fornendo così alla città una solida base che resistette alle conflagrazioni politiche future.

Confederazione polacco-lituana e parentesi svedese

Riga nel 1650 (illustrazione di Johann Christoph Brotze)

Con la scomparsa dell'ordine di Livonia nel corso della prima guerra del nord, Riga preservò per un ventennio lo status di città libera dell'Impero del Sacro Romano Impero imponendosi negli scambi che avevano ad oggetto lino, legname, cereali, grasso e soprattutto cera prima di finire sotto l'influenza della Confederazione polacco-lituana dal trattato di Drahičyn nel 1581.[68] Nel 1621, nel corso del conflitto polacco-svedese, Riga e la fortezza periferica di Daugavgriva passarono in mano a Gustavo II Adolfo, re di Svezia,[68] che intervenne non solo nella guerra dei trent'anni per interessi politici ed economici ma anche perché desiderava espandere il numero di protestanti nella regione. Durante la lotta rossa-svedese del 1656-1658, Riga resistette all'assedio delle forze russe.[69]

Riga figurava la maggiore città dell'Impero svedese (anche più di Stoccolma)[70][71] e riuscì a conservare un certo grado di autonomia amministrativa. A seguito di decenni trascorsi senza subire minacce esterne, nel 1710, a grande guerra del Nord in corso, la Russia dello zar Pietro il Grande assediò Riga per nove mesi.[72] Insieme ad altri centri abitati e come fece la nobiltà della Livonia, Riga capitolò alla Russia, non perdendo alcuni dei privilegi precedentemente ottenuti. Riga preservò il suo status di capoluogo nell'omonimo Governatorato (in futuro convertito in quello di Livonia. Il dominio del nord della Svezia cessò e le acquisizioni della Russia formalizzate dal trattato di Nystad del 1721 sancirono la supremazia di San Pietroburgo in Europa orientale. Il sogno baltico di Pietro il Grande veniva infine realizzato, anche se restavano fuori la Curlandia, sottomessa verso la fine del secolo, e le coste meridionali della Finlandia.[73]

Città portuale e industriale dell'Impero russo

Dal 1720 alla seconda metà del 1800

Una volta insediatasi la Russia nelle province a seguito di svariati conflitti, gli abitanti di Riga speravano solo di non assistere ad ulteriori battaglie e così fu fino al primo conflitto globale. Verso la metà del XVIII secolo furono avviati diversi progetti di costruzione: nel 1765 terminarono i lavori di costruzione del municipio,[74] nel 1773 quelli del grande cimitero cittadino e del museo Himsel, attualmente ospitante reperti sulla storia di Riga e della navigazione.[75] Nel 1781 la città divenne la capitale del vicereame di Riga, solo un anno prima della costruzione del grande teatro locale,[76] per poi, come detto in precedenza, essere elevata nel 1796 a capitale della Livonia.[77] Sempre alla fine del 1700, Riga si era affermata anche come centro aperto al pensiero illuminista; l'editore Hartknoch stampò importanti trattati dei filosofi Johann Georg Hamann, Johann Gottfried von Herder e Immanuel Kant, nonché traduzioni tedesche di qualche opera di Jean-Jacques Rousseau.[78]

Il XIX secolo portò con sé subito una nuova guerra: nel 1812, Napoleone Bonaparte attaccò la Russia e, per scongiurare un possibile attacco francese invero pianificato, i sobborghi di Riga furono distrutti e incendiati.[79] Tuttavia, a posteriori, tale scelta si rivelò affrettato: Napoleone non attaccò infatti mai l'odierna capitale lettone.

In Europa, il commercio si sviluppò nel XVIII e soprattutto nel XIX secolo, cosa che rese maggiori anche le esportazioni russe. Nello stesso periodo si assistette inoltre all'abolizione della servitù della gleba (1816-1819) nelle province baltiche, le prime di tutto l'Impero interessate da un provvedimento simile.[80] Fu in quel momento che Riga iniziò ad acquisire un posto di rilievo tra le città europee della Russia più importanti. Lo sviluppo della città divenne particolarmente vigoroso dopo il 1856:[81] il governo dell'Impero russo consentì la liquidazione della fortezza di Riga, ovvero delle fortificazioni della città, per rimpiazzarle con edifici in pietra nei sobborghi.[81] Nel 1861 iniziò a funzionare la linea ferroviaria Riga-Dinaburg, la quale non era altro che una sezione della più lunga tratta Varsavia-San Pietroburgo.[82]

A fare capolino nel panorama cittadino emersero il proletariato industriale e la borghesia, rimpiazzando gradualmente il primo nutrito ceto contadino. Al di là di cotanta crescita, non mancarono le problematiche: la povertà crebbe e risultò la causa di diverse grane per i russi, tra cui i primi scioperi (a cui aderirono anche i disoccupati) negli anni '70 dell'Ottocento e, quello di più ampia portata, nel 1899.[83][84]

Fine Ottocento e inizio Novecento

Una veduta di Riga su una cartolina del 1900 circa

Entro la fine del XIX secolo, Riga fu in grado di divenire una delle città industrialmente più avanzate ed economicamente prospere dell'intero Impero: degli 800.000 operai industriali attivi nelle province baltiche, più della metà vi lavorava. Nel 1900 Riga risultava la terza città più grande della Russia dopo Mosca e San Pietroburgo in termini di numero di lavoratori dell'industria.[68]

Durante i vari secoli di guerra e cambi di potere nel Baltico, i tedeschi del Baltico a Riga, successori dei mercanti e crociati di Alberto, si aggrapparono alla loro posizione dominante nonostante i cambiamenti demografici: la città lettone utilizzava persino il tedesco come lingua ufficiale a livello amministrativo (è il caso dei certificati di nascita, matrimonio e morte) fino all'imposizione della lingua russa nel 1891 come lingua ufficiale nelle province baltiche. I lettoni iniziarono a soppiantare i tedeschi come maggiore gruppo etnico nella metà del XIX secolo. Il censimento del 1897, il primo eseguito nell'Impero, riportava i seguenti dati: la popolazione era per il 45% lettone (23,6% nel 1867), il 23,8% tedesca (42,9% nel 1867 e 39,7% nel 1881), 16,1% russa, 6% ebrea, 4,8% polacca, 2,3% lituana e 1,3% estone. Nel 1913 Riga era solo per il 13,5% tedesca.[19][71] L'ascesa della borghesia lettone fece sì che Riga vivesse una fase di risveglio nazionale con la fondazione dell'Associazione lettone di Riga già avvenuta nel 1868[85] e l'organizzazione del primo festival nazionale della canzone nel 1873. Il movimento nazionalista dei "giovani lettoni" fu seguito dalla nuova corrente socialista diffusasi durante la rapida industrializzazione della città, culminata nella rivoluzione russa del 1905 fomentata a Riga dal Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Lettonia.[86]

Capitale della Lettonia indipendente

Il secondo decennio del XX secolo portò a Riga la prima guerra mondiale e l'impatto della Rivoluzione di ottobre del 1917. L'esercito imperiale tedesco raggiunse Riga nel 1917, un anno prima che venisse firmato il trattato di Brest-Litovsk: questo confermava la cessione da parte della Russia ai tedeschi dei paesi baltici.[87] Quando la Germania capitolò ufficialmente con l'armistizio di Compiègne dell'11 novembre 1918, Berlino dovette rinunciare, così come la Russia, alla Lettonia, all'Estonia e alla Lituania, le quali ottennero l'indipendenza e scongiurarono l'ipotesi della costituzione del Ducato Baltico Unito.[87]

Orologio Laima, un popolare luogo di incontro a Riga

Dopo più di 700 anni di dominio tedesco, svedese e russo, la Lettonia, con Riga come capitale, dichiarò la sua indipendenza il 18 novembre 1918 e affrontò poco dopo un conflitto con cui affermò definitivamente la sua sovranità.

Nel periodo interbellico (1918-1940), Riga e la Lettonia focalizzarono la propria attenzione dalla Russia ai paesi dell'Europa occidentale, istituendo un sistema di governo democratico e parlamentare con a capo un presidente. Il lettone venne riconosciuto come lingua ufficiale della nazione prima che questa venisse ammessa alla Società delle Nazioni.[88] Il Regno Unito e la Germania si sostituirono alla Russia come principali partner commerciali della Lettonia. L'apertura a ovest del primo ministro lettone Kārlis Ulmanis fu forse a dovuta al fatto che aveva studiato agraria e si era laureato presso l'Università del Nebraska negli Stati Uniti d'America.[89]

La città perse un terzo della sua popolazione poiché molti funzionari russi fecero ritorno in patria, mentre la maggior parte dei lituani e dei polacchi si spostò nelle proprie terre d'origine, di nuovo autonome.[71]

Nel 1935 Riga contava 385.000 abitanti, il 63% dei quali di etnia lettone. Si trattò della prima volta nella storia in cui i lettoni erano la maggioranza degli abitanti di Riga. La quota tedesca si attestava al 10%, quella russa al 9%: entrambe le due minoranze erano scavalcate di poco dagli ebrei (11%), insediatisi in città per via dell'abolizione dei limiti imperiali russi sugli insediamenti ebraici.[71]

Dopo l'indipendenza, i festival della canzone si trasformarono da movimento culturale di base in uno spettacolo di massa sponsorizzato dallo stato. Malgrado il calo demografico, la vibrante e architettonicamente pregiata "Parigi del Nord" compensò attirando la visita di diplomatici e celebrità, oltre a intraprendere grandi progetti come il memoriale dei combattenti per la libertà e un museo etnografico.[71][90]

Parentesi sovietica e nazista

Nel corso della seconda guerra mondiale, la Lettonia fu occupata e annessa all'URSS nel 1940. L'ultimatum posto da Mosca fu assecondato per evitare ritorsioni peggiori[91] migliaia di lettoni furono arrestati, torturati, giustiziati e deportati nei gulag della Siberia nel corso della deportazione di giugno del 1941,[92] uno scenario in termini di trattamento non dissimile da quella che qualche anno dopo posero in essere i nazisti nel corso dell'occupazione tedesca nel 1941-1944 nei confronti delle minoranze locali. Alcuni tedeschi del Baltico decisero di rimpatriare in Germania con l'approvazione di Hitler: si stima che 60.000 lettoni salutarono la nazione tra il 1939 e il 1941.[93] La comunità ebraica della città fu costretta a entrare in un ghetto costituito nel quartiere di Maskavas a cui seguì la realizzazione dei campi di concentramento a Kaiserwald e nei pressi di Salaspils.[94][95][96]

Un gruppo di donne accoglie l'ingresso del 130º Corpo di fucilieri lettoni a Riga il 16 ottobre 1944

Nel 1944 la Lettonia fu nuovamente rioccupata dai sovietici nell'ambito dell'offensiva del Baltico:[97] seguirono nuove deportazioni in Siberia e in altre regioni dell'Unione Sovietica, solitamente accusati di aver collaborato con i nazisti o di appartenere ai Fratelli della foresta, un gruppo di militanti attivo nei Paesi baltici.[98]

L'industrializzazione e l'immigrazione su larga scala pianificata di un gran numero di non lettoni provenienti da altre repubbliche sovietiche a Riga, in particolare russi, mutò la composizione demografica di Riga e della RSS Lettone.[99] Vennero edificati numerosi nuovi appartamenti in alcuni dei distretti più interni della città[100] e spesso alcuni militanti dell'Armata Rossa decisero di trasferirsi nell'ex capitale lettone per trascorrere gli anni della pensione.[101] Nel 1975 il 52% degli abitanti di Riga erano di etnia lettone (62% nel 1959),[102] una percentuale che è mutata dopo il ripristino dell'indipendenza della Lettonia.

La banderuola del vento con il gallo posta in cima alla cattedrale

Le trasmissioni televisive da Riga iniziarono ad essere diffuse nel 1954, le prime in assoluto nei Paesi Baltici.[103] Gli stabilimenti della VEF (Valsts elektrotehniskā fabrika, Industria elettrotecnica statale) e della Radiotehnika della Lettonia si specializzarono nella produzione di radio, telefoni e sistemi audio. La maggior parte dei vagoni ferroviari sovietici venivano prodotti dalla Rīgas Vagonbūves Rūpnīca, mentre i minibus dalla Rīgas Autobusu Fabrika.[104]

Nel 1962 Riga iniziò a ricevere gas russo per esigenze industriali e riscaldamento domestico. Ciò permise l'inizio della costruzione su larga scala di nuovi quartieri cittadini e grattacieli. Nel 1965 la centrale idroelettrica di Pļaviņas iniziò a produrre elettricità. Nel 1986 si edificarono alcuni degli edifici moderni ancora presenti a Riga, tra cui la torre della televisione, il cui disegno ricorda la torre Eiffel e di cui è più alta:[105] con i suoi 386,5 metri di altezza, è la più alta torre televisiva indipendente oggi presente nell'Unione europea e una delle più alte al mondo.

Ripristino dell'indipendenza

Nel 1985, Michail Gorbačëv venne eletto Segretario generale del Comitato centrale del PCUS. Autore delle politiche della glasnost' e della perestrojka, in virtù di una ventata di maggiore libertà, molte repubbliche socialiste manifestarono più volte in strada rivendicando maggiore autonomia e, più tardi, l'indipendenza. La Lettonia non mancò all'appello, partecipando, tra le proteste più eclatanti a livello mediatico, alla catena baltica il 23 agosto 1989: in quella data, due milioni di persone congiunsero le proprie mani da Tallinn a Vilnius passando per Riga.[106]

Le barricate posizionate a Riga il 27 luglio 1991 per impedire all'Armata Rossa di raggiungere il parlamento

Diversi carri armati sovietici giunsero sulla riva del fiume Daugava nel centro storico di Riga. Le reti televisive trasmisero filmati di colpi di fucile sparati di notte nella Città Vecchia il 13 gennaio 1991.[107] Per le strade un numero imprecisato di civili decise allora di costruire delle barricate e trascorse giorni e notti a sorvegliarle mentre intonavano canzoni lettoni. Per questo motivo, il movimento indipendentista venne conosciuto a livello mediatico come autore di una "rivoluzione cantata".[108][109]

La Lettonia dichiarò la sua piena indipendenza de facto il 21 agosto 1991 e questa fu dalla Russia il 6 settembre 1991, ovvero dopo il fallito putsch di agosto.[110] La Lettonia aderì formalmente alle Nazioni Unite come paese indipendente il 17 settembre 1991 e le truppe militari presenti sul suolo lettone rientrarono lentamente in Russia tra il 1992 e il 1994.[111]

A Riga furono rimossi i nomi delle strade e i monumenti realizzati in epoca sovietica. Il viale Prospettiva Lenin tornò a chiamarsi Brīvības (Libertà) e la stazione ferroviaria di Oškalns, dal nome di un importante comunista lettone, divenne nota come Zemitani. La statua di Lenin situata accanto al monumento alla Libertà venne rimossa in occasione della dell'anniversario del ripristino della sovranità. L'autostrada che collega Riga a Jūrmala fu ribattezzata in onore di Kārlis Ulmanis, l'ultimo presidente attivo nella Lettonia del periodo interbellico.[19][71] Durante questa fase di cambiamento politico, alcuni russi e ucraini locali si videro revocare la propria cittadinanza e hanno preferito trasferirsi in Russia e in Occidente: il loro status è stato per diverso tempo oggetto di controversia.[112][113] Parte della popolazione ebraica preferì emigrare, ma al contempo diversi lettoni che erano riusciti a spostarsi all'estero nel 1940 fece ritorno in patria. Nonostante la percentuale di lettoni sia col passare degli anni cresciuta, alcuni quartieri di Riga rimangono a maggioranza russi.[114][115]

Nel 2001, Riga ha celebrato il suo 800º anniversario come città.[28] Il 29 marzo 2004 la Lettonia è entrata a far parte della NATO e dell'Unione europea nel 1º maggio 2004.

Nel 2004, l'arrivo di compagnie aeree low cost ha comportato voli più economici da altre città europee come Londra e Berlino e, di conseguenza, un aumento sostanziale del flusso di turisti.[116] Tuttavia, sono state avanzate delle preoccupazioni circa il comportamento scorretto di alcuni gruppi di turisti dopo che due turisti britannici sono stati sorpresi nel 2007 a urinare nei pressi del monumento alla Libertà,[117] spingendo l'ambasciata britannica a consigliare ai turisti "a pensare prima di bere".[118] Il numero di turisti ha continuato ad aumentare (anche perché il centro storico è stato dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità)[2] e il 2006 ha fatto registrare un aumento del 18% del numero di persone che soggiornavano negli hotel lettoni rispetto al 2005, uno maggiore aumento nell'UE e ben al di sopra della media europea del 2,4%.[119]

Per quanto riguarda il campo economico, quasi tutte le più importanti istituzioni finanziarie si trovano a Riga, compresa la Banca di Lettonia, la banca centrale lettone. A Riga si realizza quasi la metà dell'intera produzione industriale lettone, concentrata sul settore finanziario, servizi pubblici, comparto alimentare, farmaceutici, lavorazione del legno, stampa ed editoria, tessili, mobili, produzione di attrezzature per le comunicazioni. Il porto di Riga è un importante centro di spedizioni via cargo. Il grattacielo di Saules Akmens e il complesso delle Z-Towers, sede di importanti banche estere, testimoniano il rapidissimo sviluppo economico che Riga e la Lettonia hanno vissuto nei primi anni Duemila assieme agli altri Stati Baltici (Tigri del Baltico).

Note

  1. ^ (EN) Latvia: Population number decreases slower, su CSB. URL consultato il 29 settembre 2020.
    «Più della metà della popolazione lettone (53%) ha vissuto a Riga e Pierīga [la regione statistica della Lettonia che include la capitale e la costa del Golfo
  2. ^ a b (EN) Historic centre of Riga, su UNESCO. URL consultato il 28 settembre 2020.
  3. ^ (EN) Vitaly Kimstach, Michel Meybeck e Ellysar Baroudy, A Water Quality Assessment of the Former Soviet Union, CRC Press, 1998, p. 354, ISBN 978-14-82-27213-0.
  4. ^ (EN) Konstantin Sheiko e Stephen Brown, History as Therapy: Alternative History and Nationalist Imaginings in Russia, Verlag/Press, 2014, p. 99, ISBN 978-38-38-26565-0.
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