Live and Let Die (Wings): differenze tra le versioni

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Versione delle 18:00, 5 mag 2020

Live and Let Die
singolo discografico
ArtistaPaul McCartney, Wings
Pubblicazione1º giugno 1973
Durata3:12
Album di provenienzaLive and Let Die
GenereRock sinfonico[1]
EtichettaApple Records
ProduttoreGeorge Martin
ArrangiamentiPaul McCartney, George Martin
Registrazioneottobre 1972
Formati7"
Paul McCartney - cronologia
Singolo precedente
(1973)
Singolo successivo
(1973)

Live and Let Die è la canzone principale del film di James Bond Agente 007 - Vivi e lascia morire del 1973. Scritta dai coniugi McCartney, Paul e Linda ed eseguita dalla band di McCartney, i Wings, per l'album omonimo della colonna sonora, è stato uno dei maggiori successi per i Wings, e il maggior successo per i temi di James Bond fino a quel punto.[2] Commissionata esplicitamente per il film, riunì nel lavoro l'ex-Beatle McCartney con il produttore George Martin, che produssero la canzone e arrangiarono insieme le parti di orchestra nel brano.

Il brano

Origine e storia

Dopo che George Martin fu scelto per dirigere i lavori per la colonna sonora del nuovo film di James Bond, Paul McCartney si offrì di comporre la canzone principale, e così gli Wings registrarono una demo di Live and Let Die. Tuttavia, il produttore del film, Harry Saltzman, preferiva avere un'artista africana per eseguire la canzone invece che gli Wings.[1] Martin rispose che McCartney avrebbe permesso di usare la canzone solo se gli Wings avessero eseguito il brano per i titoli d'apertura. Saltzman, che in precedenza aveva rifiutato di produrre il film A Hard Day's Night, decise di non ripetere l'errore una seconda volta, e accettò. Una seconda versione del brano, eseguita da B. J. Arnau, appare nel film. Questa versione appare anche nel relativo album di colonna sonora, in un medley contenente due composizioni di George Martin, Fillet of Soul - New Orleans e Fillet of Soul - Harlem.

Gli Wings registrarono Live and Let Die durante le sessioni dell'album Red Rose Speedway.[1] Precisamente, il brano venne inciso agli AIR Studios di Londra, nell'ottobre 1972 e vi contribuì anche Ray Cooper alle percussioni. Il singolo raggiunse la 2ª posizione negli Stati Uniti[3] e 9^ nel Regno Unito. Nonostante il precedente singolo di McCartney My Love fosse stato accreditato a Paul McCartney & Wings, l'etichetta di Live and Let Die riportava semplicemente "Wings". Questo perché il lato B del singolo, I Lie Around, non era cantato da Paul, ma invece dal chitarrista Denny Laine. Quando la canzone fece la sua prima apparizione nell'album omonimo, la canzone fu accreditata a Paul McCartney & Wings, così come nei titoli d'apertura del film. Live and Let Die fu l'ultimo singolo di McCartney prodotto dalla Apple Records accreditato solo agli Wings.

La versione da singolo e da disco erano in disaccordo anche sul compositore: il singolo dava l'autorità a solo a Paul McCartney, mentre l'album sia a Paul che a Linda McCartney.[4] Nel documentario Wingspan del 2001, McCartney rivelò che Linda scrisse la sezione che dice "What Does It Matter To You...".

Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 la canzone fu piazzata nella lista delle canzoni dichiarate inappropriate per Clear Channel.

Nonostante la sua prima pubblicazione nell'LP della colonna sonora del film di James Bond, la canzone non apparve in un album di McCartney fino alla compilation Wings Greatest del 1978.

Live and Let Die fu la prima canzone di James Bond a essere nominata per un Academy Award for Best Original Song (per Paul la seconda nomination e per Linda la prima), ma rimase seconda alla canzone The Way We Were.

Negli spettacoli dal vivo degli Wings, il passaggio strumentale era accompagnato da uno show di luci laser. Paul continua a eseguire la canzone live nei suoi tour, spesso usando spettacoli pirotecnici. Live and Let Die è l'unica canzone che appare in tutti gli album live di McCartney (eccetto l'acustico Unplugged).

Parodia

Nel 1984, McCartney chiese a "Weird Al" Yankovic se mai avesse creato una parodia di una delle sue canzoni.[5] Un paio d'anni dopo, Yankovic chiese la licenza di mettere la sua Live and Let Die (dal titolo Chicken Pot Pie) su un album (fu solo un gesto di cortesia, legalmente non aveva bisogno di nessun permesso). McCartney non acconsentì poiché vegetariano, e non voleva promuovere il mangiare carne animale. Yankovic rispettò la decisione,[6] e la eseguì solamente live.

In Spy Fox 3: Operation Ozone, appare la parodia Live and Let Fry, poiché Spy Fox è una serie parodica di James Bond.

Formazione

Classifiche

Classifica (1973) Posizione
massima
Australia[7] 5
Canada[8] 2
Germania[9] 31
Italia[10] 14
Norvegia[9] 2
Paesi Bassi[9] 29
Regno Unito[11] 9
Stati Uniti[12] 2

Cover

Sebbene la registrazione più famosa della canzone sia quella degli Wings, fu reinterpretata, tra gli altri, dalla big band Stam Kenton nel 1973 e dai Guns N' Roses nel 1991. Anche la cantante Fergie la eseguì per Movies Rock 2007; Geri Halliwell ne registrò una versione e la pubblicò come lato B del singolo Lift Me Up, nel 1999. Billy Joel nel 2014 sull'album tributo a Paul McCartney The Art of McCartney. Live and Let Die compare anche nella colonna sonora del film Shrek terzo.

Versione dei Guns N' Roses

Live and Let Die
singolo discografico
Screenshot tratto dal video del brano
ArtistaGuns N' Roses
Pubblicazione3 dicembre 1991
Durata3:03
Album di provenienzaUse Your Illusion I
GenereRock
Hard rock
EtichettaGeffen
ProduttoreMike Clink, Guns N' Roses
Registrazione1990–1991
Guns N' Roses - cronologia
Singolo precedente
(1991)
Singolo successivo
(1992)

Live and Let Die fu pubblicata come secondo singolo dall'album Use Your Illusion I, e il terzo contando tutti i singoli di Use Your Illusion. Fu fatto un videoclip nel novembre 1991, che mostra la band mentre la esegue dal vivo; è anche l'ultimo video in cui appare il chiatarrista Izzy Stradlin. Raggiunse la top 40 delle classifiche, arrivando al 33º posto nella Billboard Hot 100, e occupò il 20º posto della Mainstream Rock Songs.[13]

Tracce

Formazione

Gruppo
Altri musicisti

Classifiche

Classifica (1992) Posizione
massima
Australia[14] 10
Austria[14] 27
Belgio (Fiandre)[14] 20
Finlandia[15] 1
Francia[14] 39
Germania[14] 33
Irlanda[16] 5
Italia[17] 22
Norvegia[14] 3
Nuova Zelanda[14] 1
Paesi Bassi[14] 13
Regno Unito[18] 5
Spagna[19] 14
Stati Uniti[13] 33
Stati Uniti (mainstream rock)[13] 20
Svezia[14] 15
Svizzera[14] 19

Note

  1. ^ a b c (EN) Vincent P. Benitez, The Words and Music of Paul McCartney: The Solo Years, Santa Barbara, Calif., Praeger, 2010, p. 50, ISBN 978-0-313-34969-0.
  2. ^ Live And Let Die su Songfacts
  3. ^ (EN) Singoli Billboard di Paul McCartney, su AllMusic, All Media Network.
  4. ^ Note di copertina dell'album
  5. ^ Weird Al Yankovic Interviews on Yahoo! Music Archiviato il 7 dicembre 2006 in Internet Archive.
  6. ^ http://www.al-oholicsanonymous.com/interviews/alicon.html
  7. ^ (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992, Australian Chart Book, St Ives, N.S.W, 1993, ISBN 0-646-11917-6.
  8. ^ Canadian Chart, su collectionscanada.gc.ca, www.collectionscanada.gc.ca. URL consultato il 17 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2014).
  9. ^ a b c (NL) Paul McCartney & Wings - Live And Let Die, su ultratop.be, Ultratop. URL consultato il 13 marzo 2015.
  10. ^ Hit Parade Italia - Indice per Interprete: M, su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia. URL consultato il 13 marzo 2015.
  11. ^ (EN) Official Singles Chart Top 50: 24 June 1973 - 30 June 1973, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 13 marzo 2015.
  12. ^ Template:Chart History
  13. ^ a b c Template:Chart History
  14. ^ a b c d e f g h i j (NL) Guns N' Roses - Live And Let Die, su ultratop.be, Ultratop. URL consultato il 13 marzo 2015.
  15. ^ (FI) Jake Nyman, Suomi soi 4: Suuri suomalainen listakirja, 1ª ed., Helsinki, Tammi, 2005, ISBN 951-31-2503-3.
  16. ^ (EN) Search the Charts - Live and Let Die, su irishcharts.ie. URL consultato il 13 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2018).
  17. ^ Hit Parade Italia - Indice per Interprete: G, su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia. URL consultato il 13 marzo 2015.
  18. ^ (EN) Official Singles Chart Top 75: 15 December 1991 - 21 December 1991, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 13 marzo 2015.
  19. ^ (ES) Fernando Salaverri, Sólo éxitos: año a año, 1959–2002, 1ª ed., Spagna, Fundación Autor-SGAE, settembre 2005, ISBN 84-8048-639-2.

Collegamenti esterni