Cava de' Tirreni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Panoramica di Cava de' Tirreni da Monte San Liberatore

Template:Comune

«Giungemmo quindi a una gola alpestre, che abbiamo attraversato di volo, trottando sopra una via ben battuta, al piede dei più pittoreschi gruppi di boschi e di rocce. Infine, giunti presso Cava de' Tirreni, Kniepp non seppe resistere dal buttar giù il contorno netto e caratteristico d'una montagna stupenda, che spiccava mirabilmente nel cielo di fronte a noi, oltre al paesaggio che dai lati e dal basso chiudeva la montagna. Ne siam rimasti tutt'e due soddisfatti, come d'un buon principio per il nostro accordo.»

Cava de' Tirreni è una città di 53.454 abitanti situata al centro della regione Campania, in provincia di Salerno.

Geografia

La città di Cava de' Tirreni sorge a ridosso del Mar Tirreno, a 5 km nell'entroterra della Costiera Amalfitana, rappresentandone in pratica la porta nord. L'abitato centrale si sviluppa nella vallata formata dai Monti Lattari ad ovest (che la separano appunto dalla Costiera) ed i Monti Picentini ad est. Le colline che la circondano in ogni direzione si rivelano amene località di residenza per molti dei cittadini.

Cava de' Tirreni confina a nord con i Comuni di Nocera Superiore, Roccapiemonte e Mercato San Severino, ad est con quelli di Baronissi, Pellezzano e Salerno, a sud con Vietri sul Mare e Maiori, ad ovest con Tramonti. La città funge da cerniera tra l'area geografica dell'agro nocerino sarnese (morfologia pianeggiante ed economia agricola e industriale) e quella della penisola sorrentina-amalfitana (morfologia montuosa ed economia di tipo turistica). La vallata di Cava de' Tirreni (198 mt sul mare ca.) separa, dunque, due gruppi montuosi: ad est Monti Picentini, prevalentemente dolomitici, (Monte Caruso, Monte Sant'Adiutore, Monte Castello, Monte Stella, Monte San Liberatore e Colle Croce); ad ovest Monti Lattari, prevalentemente carbonatici (Monte Finestra, Mmote Sant'Angelo, Monte San Martino e Monte Crocella). La cima più alta è costituita da Monte Finestra (1138 metri).

Clima

Il clima è tipicamente mediterraneo, caratterizzato da inverni miti ed estati con piogge scarse: le caratteristiche orografiche del territorio fanno però sì che la città, a causa dei monti che la circondano, sia protetta dai venti, ma sia colpita più frequentemente da piogge rispetto alla vicina costa.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Cava de' Tirreni.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Galleria fotografica

Economia

L'economia della città si articola sui seguenti settori:

Commercio

Cava è una cittadina dedita principalmente al commercio: molti sono i negozi di qualità (specialmente vestiario) sotto i porticati del Centro Storico. La vocazione commerciale cavese risale ai secoli XIV e XV.

Agricoltura

Fino agli anni ottanta del secolo scorso, la città (e specialmente le frazioni) aveva una vocazione prevalentemente agricola-zootecnica: il clima mite della vallata favoriva i raccolti, e si coltivavano in particolare legumi, broccoli e lattuga. Altrettanto diffusi erano i frutteti e i vigneti. Ma la produzione principe era il tabacco, collegata ai due stabilimenti industriali del Monopolio di Stato presenti nella città, uno per la produzione di sigari (Manifattura Tabacchi) ed uno adibito al ritiro e prima trasformazione del tabacco (Agenzia Tabacchi). Attualmente in forma molto ridotta, negli appezzamenti familiari di terreno si coltivano ancora piccole quantità di tabacco, e il granturco e la verdura necessaria per il sostentamento. Il surplus viene venduto al mercato locale oppure in quello delle vicine città di Vietri e Nocera Inferiore.

Altrettanto scarso è l'allevamento: solo in alcune frazioni rurali è ancora tradizionale consuetudine avere uno o due capi di maiali o bovini, o del pollame, per il sostentamento familiare; è scomparsa quindi anche l'antica usanza contadina di offrire per strada il proprio toro da monta, in cambio di qualche soldo.

Il taglio del legname

Abbastanza diffusa è l'attività del taglio di legname. La vallata abbonda soprattutto di acacie (in dialetto i' pungient) e castagni: oltre alla legna da ardere, dai tronchi si ricava anche il carbone, tramite la tecnica del catuozzo.

Artigianato

Vedere anche L'arte della ceramica a Cava Lungo Borgo Scacciaventi si articola da secoli l'artigianato cavese, il quale annovera tra le sue produzioni principali: oggetti in pelle, lavori in rame e ferro e, soprattutto, la ceramica, che è considerata la regina dell'artigianato cavese.

L'industria

A Cava, al confine con Nocera Superiore, è attiva una zona industriale nella quale sono presenti impianti per la lavorazione di alimentari (specialmente per quanto riguarda l'inscatolamento dei cibi), meccanici, tessili, del mobile e del tabacco stesso.
Cava, inoltre, assieme con Vietri sul Mare, vanta una lunga tradizione della lavorazione della ceramica.

Urbanistica

Il centro della vallata ospita il nucleo urbano principale. Qui troviamo l'antico Borgo Scacciaventi, che in epoca rinascimentale rappresentò il cuore religioso, politico, amministrativo e commerciale della città. Dagli anni '50 il centro si è sviluppato in modo abnorme verso nord, saldandosi alla zona industriale ed alle frazioni più vicine (Passiano, Pregiato, S.Arcangelo). Sulle colline realizzano un'opposta corona semicircolare i restanti villaggi che, conservando la fisionomia degli antichi "Casali", vivono in un leggero isolamento.

Infrastrutture e trasporti

Strade e autostrade

Strada Statale 18, Autostrada A3 Napoli-Salerno e Ferrovia Napoli-Salerno visti da Alessia
Stazione ferroviaria

La città di Cava è attraversata dall'autostrada A3 Napoli-Salerno, facente parte della Strada Europea E45. Per quanto riguarda le strade statali, Cava è attraversata dalla SS 18 Tirrenia Inferiore.

Linee ferroviarie

La stazione di Cava de' Tirreni si trova sulla linea Napoli - Salerno, più precisamente sulla diramazione che da Nocera Inferiore porta al capoluogo provinciale. Questa tratta, precedentemente alla costruzione della "Galleria Santa Lucia", era la linea percorsa da tutti i treni (tra l'altro, non senza difficoltà fino a qualche decennio orsono, a causa della pendenza della linea che richiedeva l'intervento di locomotori ausiliari). Ora la variante permette il passaggio in stazione unicamente dei treni interessati al servizio viaggiatori, che offrono la possibilità di raggiungere Salerno in 10-15 minuti, allietati dallo splendido panorama, dovuto alla posizione sopraelevata della strada ferrata, della vallata metelliana e dei primi chilometri di Costiera Amalfitana.

La stazione è di modeste dimensioni: il fabbricato viaggiatori ospita una biglietteria, un'edicola ed una sala d'attesa, mentre all'interno si contano 3 binari utilizzati per il servizio viaggiatori: Il primo in direzione Napoli, il secondo in direzione Salerno, il terzo (adattato al servizio passeggeri nel 2004 con la costruzione di un nuovo marciapiede) utilizzato in caso di coincidenze per entrambe le direzioni. Vi sono due banchine a servizio dei binari unite mediante un sottopassaggio, entrambe coperte. Provenendo da Salerno, un binario si stacca dalla linea principale per giungere allo scalo merci della stazione, scalo che risulta essere di notevoli dimensioni visto la lunga tradizione industriale della città: oggi è inutilizzato. Nella stazione fermano tutti i treni regionali.

Trasporto urbano

Il trasporto pubblico urbano e suburbano è garantito dal CSTP (Consorzio Salernitano Trasporti Pubblici), il quale collega Cava a tutte le città limitrofe, oltre a collegare il centro con le numerose frazioni. Il trasporto pubblico per distanze maggiori, quali i circa 50 km che separano Cava da Napoli ed i circa 25 km che la separano da Amalfi sono invece garantiti dalla SITA. Dal piazzale antistante la stazione ferroviaria partono autobus per la Costiera Amalfitana, Salerno, Sarno, Pompei, Napoli e Fisciano (sede dell'Università degli studi di Salerno). Sia SITA che CSTP fanno parte del consorzio Unicocampania, formato da 13 aziende di trasporto pubblico su strada e su ferro, che, tramite delle tariffe unificate, serve tutta la regione.

Grandi opere

È in fase di costruzione il "Sottovia Veicolare", una variante stradale tesa al decongestionamento del tratto urbano della SS 18 Tirrenia Inferiore attraverso la creazione di un percorso automobilistico alternativo per le persone di solo passaggio sul territorio cavese, dirette a sud e a nord, affinché esse non contribuiscano all'aumento del traffico urbano. È infase di ristrutturazione il quattrocentesco pallazzo di Villa Rende. Completamento del palazzetto dello sport

Cultura

Le farse Cavajole e le dicerie sui cavesi

Nel periodo medievale, in particolare a Capodanno, i cavajoli (cavesi) erano soliti girovagare, per i borghi vicini allietando le popolazioni con recitazioni, filastrocche e rime dialettali (le farse cavajole, teatro satirico), traendone danaro e cibo. Nel secolo XV durante il periodo aragonese, quando i cavesi furono partecipi della vita sociale, politica ed economica della capitale del regno e furono chiamati a coprire alti uffizi del potere centrale, il teatro dialettale cavese fu esportato fino a Napoli. Successivamente, il teatro dialettale e le farse cavajole dalla capitale del Regno si propagarono in tutta Italia, varcando anche i confini al di là delle Alpi. Fu una grande stagione del teatro comico cinquecentesco sia sul versante della farsa in dialetto che su quello della commedia letteraria in cui si distinse Pier Antonio Caracciolo (Napoli sec. XV-XVI) Autore teatrale. Per questo le farse cavajole sono giustamente ritenute all’origine della Storia del Teatro Comico Italiano.

Ma i cavajoli, per la loro intraprendenza e per i privilegi goduti scaturiti dalla fedeltà alla corona aragonese e per gli antichi contrasti campanilistici con la vicino Salerno, si procurarono molti nemici. Ed anche la satira fu utilizzata dai nemici della città per denigrare i cavajoli. Le antiche farse cavajole, che non avevano un testo prestabilito e le battute venivano trasmesse verbalmente da generazione in generazione, con il passare degli anni, nella tradizione popolare, furono manipolate ed utilizzate proprio contro i cittadini della Cava presi di mira e beffeggiati. La più antica farsa pervenutaci, anonima, Ricevuta dell'Imperatore alla Cava, evoca burlescamente la visita di Carlo V alla cittadina campana nel 1535, mentre le altre superstiti, dell'ultimo decennio del secolo, sono opera del medico salernitano Vincenzo Braca: come la Farza de lo Mastro de scola e la Farza de la maestra (in endecasillabi con rimalmezzo), popolate di personaggi volgari, rumorosi e sudici non privi però di una loro accattivante vitalità teatrale.

L'invidia nei confronti della florida città demaniale ha così suscitato una quantità di dicerie su Cava ed i suoi abitanti (chiamati spregiativamente cavajuoli, mentre la parola cavajuolo se detta da un abitante di Cava non è offensiva).

  • Famoso il detto Passere, fessi e cavajuoli, arò vaje, llà i' truove! ("ovunque tu vada, troverai passeri, stupidi e cavesi"), che affonda le sue radici nel latino medievale, dove aveva valore esaltatore nei confronti dei cavesi.
  • Altra locuzione, tipica del salernitano, è Cavajuole votacannuole ("cavesi voltacannolo"): la leggenda vuole infatti che, per punire un asino per aver mangiato dell'erba su suolo pubblico, gli si doveva insufflare aria nel retto tramite una canna di legno; giunto il turno del sindaco, questi per non sporcare la bocca dove l'avevano poggiata i "plebei" preferì girare la canna.

Ma una migliore interpretazione del detto è quella per la quale il "cannuolo" era il documento racchiuso a "cilindro" che, i commercianti cavesi voltavano ovvero aprivano (votacannuole), ogni volta che dovevano avvalersi del privilegio ricevuto, il 22 settembre 1460 dal re Ferrante I d'Aragona, che esentava i cittadini della Cava, in tutto il regno, da ogni peso di dogana e gabella, da colette e pesi fiscali.

Eventi culturali

  • Notte Bianca - Tutta mia la Città - La notte dei ricordi. Per le vie della città il 5 gennaio.
  • I grandi della pittura moderna - Galleria Civica di Cava de’ Tirreni - ex Convento Santa Maria del Rifugio. Mostra annuale divisa in due semestri con due artisti.
  • Premio Mamma Lucia - Premio internazionale alle donne coraggio. Aula Consiliare Palazzo di Città. Mese di marzo.
  • Festival Internazionale di Musica Ritmo-Sinfonica - Chiostro “San Filippo Neri” della Basilica di Santa Maria dell’Olmo. Mese di settembre.
  • Festa Mediovale - musica, danza, banchetti, animazione e concerto di musica sacra. Borgo Corpo di Cava. Prima settimana di settembre.
  • Le Nozze di Florinella - avvenute nella Città de La Cava il 7 novembre 1423. Borgo Scacciaventi. Prima settimana di novembre.

Gallerie

  • Galleria Civica di Cava de’ Tirreni - ex Convento Santa Maria del Rifugio - piazza San Francesco
  • Chiostro - ex Convento S.Maria del Rifugio - piazza San Francesco
  • Sala Espositiva Comunale - corso Umberto I, 167
  • Foyer Sala Teatro Comunale - corso Umberto I, 153

Biblioteche

  • Biblioteca comunale Canonico A. Avallone - viale Guglielmo Marconi,154
  • Biblioteca Monumento Nazionale Badia Di Cava - Via Morcaldi, 2 (Corpo di Cava)

Musei

  • Museo della Badia Benedettina della SS. Trinità di Cava - Via Morcaldi, 6 (Corpo di Cava)
  • Museo della chiesa di Santa Maria del Quadruviale - Via Quadruviale, 1 (fraz. S. Pietro)
  • Museo della chiesa di San Pietro a Siepi - Largo Mons. Genovese (fraz. S. Pietro)
  • Museo di Arti e Mestieri di S. Lucia - Fraz. S. Lucia

Cinema e teatri

  • Sala Teatro Comunale - corso Umberto I, 153
  • Tensostruttura c/o ex ONPI - corso Mazzini, 130
  • Cinema Alambra - Piazza Eugenio Abbro, 5
  • Nuovo Cinema Aurora - Via Adinolfi Antonio, 1

Gastronomia

Quella di Cava è la tipica cucina mediterranea: antipasti "di mare" in virtù della vicinanza alla costiera amalfitana (retaggio di quando la città si estendeva fino al mare con i suoi casali di Vietri e Cetara divenuti poi, nel secolo XIX, comuni autonomi), primi piatti e stuzzicanti pietanze spesso rese piccanti dal peperoncino (u' pupàine), il tutto innaffiato dai robusti vini locali.

Tra le raffinatezze tipiche c'è la pastiera di maccheroni, che può essere rustica o dolce.

Le melanzane alla cioccolata sono un'altra ricetta tipica, che si preparano indorando e friggendo fettine di melanzane, già ricoperte di formaggio e farina. Altro piatto cavese con lo stesso ingrediente principale è la parmigiana di melanzane, guarnita di mozzarella di bufala, pane raffermo, uova, basilico e aglio, il tutto disposto a strati, infornato e tagliato a fette a mo' di torta.

Piatto tipico che si prepara in occasione delle varie sagre e manifestazioni estive ed autunnali fra cui la (Festa di Monte Castello) è invece il Pan e mév'z, vale a dire il pane con fette di milza bovina precedentemente cotta in aceto e farcita con abbondanti menta e peperoncino.

I dolci tradizionali che pur essendo simili a quelli della cucina napoletana, si distinguono per la diversità di alcuni ingredienti utilizzati e/o per la diversa preparazione e manifattura, sono:

  • Nel periodo delle festività natalizie si usa preparare gli struffoli e le zeppole cotte.
    • gli struffoli sono un impasto di farina ridotto in tante piccolissime palline fritte in olio bollente e poi arricchite da canditi tagliati a pezzettini. Il tutto è poi rivestito da miele e confettini (cannellini) variopinti.
    • le zeppole cotte: l'impasto si ottiene da farina bollita e mescolata per qualche minuto in acqua con arancia, limone, vino, olio, zucchero, sale. Si adagia poi il composto così ottenuto su di un piano per farlo raffreddare. Ritagliato in forme di fiocchi viene poi fritto in olio e poi condito con miele e zucchero.
  • A Carnevale è tradizione preparare le chiacchiere, una sfoglia di farina molto sottile ritagliata in diverse forme con la rotella e poi fritte in olio bollente per pochi minuti. Le striscioline ottenute, vengono cosparse di zucchero a velo prima di essere servite.
  • Per Pasqua si è soliti invece servire in tavola a fine pasto la "pizza di grano" molto simile alla pastiera napoletana da cui differisce per le diverse quantità e qualità di spezie e per gli aromi utilizzati durante la preparazione. Il dolce casalingo è confezionato con chicchi di grano cotti, latte, limone, scorza di cedro candita, ricotta dolce, buccia d'arancia: gli ingredienti vengono amalgamati bene e poi versati in una teglia; al momento d'infornare si ricopre la torta con strisce di sfoglia disposte a rete.

Manifestazioni storico-folcloristiche

Festa di Montecastello

Una delle più importanti manifestazioni religiose e folcloristiche della città di Cava de' Tirreni, e sicuramente fra le più sentite, è la "Festa di Montecastello". Essa ha luogo ogni anno dal lontano 1656, anno in cui la città e la popolazione cavese furono devastate da una cruenta pestilenza. I parroci della frazione Annunziata, nell'ottava del Corpus Domini, organizzarono con i fedeli, ormai in ginocchio, una processione dalla chiesa fin sul Monte Castello, collina che sovrasta la vallata metelliana, dal quale invocarono la benedizione di Dio sulla città e sui cavesi. L'epidemia finì ed i cavesi, devoti, di anno in anno, nei secoli, rinnovano la processione in segno di gratitudine per la grazia ricevuta. Uno dei principali simboli della Festa di Montecastello è costituito dal pistone: un'arma del XVI secolo (conosciuta anche come archibugio). L'arma, nei secoli, ha perso la sua identità come strumento di guerra diventando invece strumento di "gioia": i cavesi sono soliti esplodere colpi a salve dal Monte Castello per celebrare la Festa e la cessazione della pestilenza. Accanto all'aspetto religioso, nel corso degli anni, la festa si è arricchita di avvenimenti folkloristici: in quest'ottica sono nati i gruppi pistonieri (o anche trombonieri) ed i gruppi sbandieratori, che con le loro divise d'epoca ed i giochi di bandiera rallegrano le giornate della Festa. Un altro appuntamento fisso della Festa è rappresentato dalla rievocazione storica della tragica pestilenza in costumi d'epoca. Le celebrazioni sono concluse ogni anno con un grandioso spettacolo pirotecnico dal Monte Castello, tanto caro ai cavesi da far accrescere il valore di una casa per il solo fatto di avere la giusta esposizione verso il Monte. Non ultimo, l'aspetto culinario con alcuni piatti tipici che le famiglie cavesi sono solite consumare durante la Festa: milza, soppressata, melanzane con la cioccolata, pastiera di maccheroni (la frittata di pasta napoletana) e, naturalmente, buon vino.

Disfida dei Trombonieri

Ogni anno ai primi di luglio, a Cava de' Tirreni, viene ricordato con una manifestazione folkloristica in costume d'epoca, un evento storico che vide coinvolta l'intera città per la difesa della propria libertà demaniale: la battaglia di Sarno.

Era il 7 luglio 1460 quando re Ferrante I d'Aragona, che all'epoca regnava sui territori di Napoli, nel corso di una battaglia in località Foce (nei pressi di Sarno), per una errata manovra fu accerchiato dagli Angioini. Il re aragonese fu salvato dall'intervento di genti d'arme, "provisionati" e "coscritti", della Città della Cava (Cava de' Tirreni) capeggiati dai Capitani Giosuè e Marino Longo: i cavesi, giunti a Foce di Sarno, discesero dal monte ed attaccarono gli Angioini che, sorpresi e non potendo determinare l'entità dell'attacco, furono costretti ad arretrare, concedendo a re Ferrante la possibilità di aprirsi una via di fuga verso Nola e quindi Napoli. Il 4 settembre 1460 il sindaco della città, Onofrio Scannapieco, chiamato dal re Ferrante alla corte di Napoli, ebbe in dono, quale segno di gratitudine, una pergamena in bianco: con essa l'Università de la Cava avrebbe potuto richiedere ogni genere di concessione sovrana. Poiché nulla venne richiesto, il 22 settembre 1460 il Re, "motu proprio", concesse alla città il titolo di Città fedelissima e allo popolo cavajuolo cospicue guarentigie, quale l'esenzione dal pagamento, in tutto il reame, di ogni tipo di gabella, sia nel vendere che nell'acquistare, oltre il pregio di integrare con le armi Aragonesi (due barre rosse e due gialle intervallate) lo stemma della città e la sovrapposizionne allo stesso della corona regale. La Pergamena Bianca, rimasta immacolata, tale si conserva ancora oggi negli archivi del Palazzo di Città di Cava de' Tirreni.

La rievocazione prevede che gli 8 gruppi divisi nei 4 distretti della città si sfidino con batterie di spari di pistoni (meglio conosciuti come tromboni archibugi dalla canna più corta e svasata all’estremità in modo da somigliare ad una tromba) in quella che viene denominata "La Disfida dei Trombonieri. I trombonieri sfilano, nelle loro imponenti uniformi, in un corteo che si snoda per il centro storico della città, accompagnati dagli abilissimi sbandieratori (tra i più noti ed esperti del mondo), per poi raggiungere il campo di gara: lo stadio "Simonetta Lamberti". Qui i concorrenti si cimentano, un gruppo alla volta, in roboanti batterie di sparo davanti ad una giuria di esperti che valuta la velocità di caricamento, la precisione e lo stile dei concorrenti, secondo un rigoroso e dettagliato regolamento. Alla fine della Disfida vengono consegnati i premi "Città Fedelissima" e, soprattutto, la leggendaria Pergamena Bianca, che il Casale vincente conserverà fino all'edizione successiva.

Il 5 luglio 2009 ha vinto la disfida il gruppo Trombonieri Sant'Anna, aggiudicandosi per la 5^ volta la prestigiosa Pergamena.

Albo d'oro

Gruppo
Gruppo Trombonieri Senatore 17
Gruppo Trombonieri Santa Maria del Rovo 10
Gruppo Trombonieri SS. Sacramento 7
Gruppo Trombonieri Sant'Anna 5
Gruppo Trombonieri Filangieri 4
Gruppo Trombonieri Borgo Scacciaventi-Croce 2
Gruppo Trombonieri Sant'Anna all'Oliveto 1
Gruppo Trombonieri Monte Castello 0


Luoghi d'interesse

  • Monte Castello con il Castrum S. Adjutoris: teatro di una delle più celebrate feste cittadine, domina la vallata di Cava de' Tirreni. L'importanza strategica della collina su cui sorge il castello, posta a cavallo delle due strade che conducevano a Salerno, non sfuggì ai Principi Longobardi, i quali, perciò, vi edificarono una fortezza, che dovette essere un bell'esemplare di architettura militare nella quale i discendenti di Alboino si distinsero. Per renderla più efficiente, la fecero caposaldo di una serie di torri, terrapieni e mura che, attraversando la Serra, Borrello e Campitello, si attestava ad Arco, per dove passava la "via Maggiore". Questo schieramento difensivo fu prima denominato "Castrum Salerno", poi "Castrum Sancti Adiutoris", dal Santo che aveva dato il nome alla plaga circostante. Ma fin dal 1500 prevalse il termine generico di "Castello". L'aggirarsi della flotta turca per il Tirreno mise in stato di emergenza il Viceré di Napoli, il quale fu notificato ai paesi costieri, e a "La Cava", con i consueti richiami alla fedeltà e allo spirito guerriero dei Cavesi. "Che lo Sindaco facza conzare le porte del Castello e del Corpo di Cava, del che se ne da piso al Corpo de la Cava Messere Antonio Longo et al Castello Messer Antonio De Falco". Incerta è la data di nascita del Castello, ma essa fu anteriore al Mille, essendo menzionato nei noti diplomi di donazioni alla Badia del 1035 e del 1058. Quale importanza acquistasse il caposaldo con le sue propaggini lo prova il fatto che il diploma di Gisulfo, col quale tutto il territorio della valle metelliana veniva concesso in feudo al Monastero della SS. Trinità, faceva eccezione della fortezza di S. Adiutore: excepta fortelitia dicti castri. Ovviamente il Principe lo volle conservare nella sua dipendenza per la difesa della strada principale che conduceva a Salerno ed anche perché la zona costituiva un'importante posizione militare. Infatti, la rocca fece buona guardia e portò un contributo non indifferente a quel periodo di pace e di sicurezza di cui godette il travagliato Principato, in seguito alla Battaglia di Garigliano del 912, com la quale perdettero di virulenza o cessarono le incursioni dei Saraceni. Degna di ricordo è poi la partecipazione valida ed efficace alla guerra combattuta, nel 1527, fra Carlo V e la Lega Papa-Veneziani-Francesi. Quando il Capo della Lega, Valdemont, sbarcato a Salerno, tentò di passare per Cava per andare a Napoli, che era sguarnita di forze essendo assente Carlo V, i cannoni del Castello e i 500 archibugi cavesi impedirono il passaggio. Poi i Cavesi rioccuparono Salerno. Questo aiuto fu ricordato a Carlo V con queste parole: "Cum, anno praeterito 1527, hostes Vestrae Caesareae Maiestatis, navali expeditione Civitatem Salerni, invaserunt, homines et cives ipsi viriliter pugnaverunt, morte et vulneribus multorum, quod fuit causa ne hostes procederent". Il Castello, erroneamente ritenuto caposaldo dell'artiglieria tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale, venne raso al suolo dal lancio di bombe da parte di cacciabombardieri anglo-americani. Dal Castello, ogni estate, avviene un eccezionale spettacolo pirotecnico con cui si chiudono i festeggiamenti in ricordo del miracolo che, nel 1656, salvò Cava dalla peste.
  • Badia della Santissima Trinità: l'abbazia fu fondata nel 1011 dal monaco eremita benedettino Alferio Pappacarbone, che fu proclamato santo nel 1893 insieme con gli altri tre primi abati, Leone, Pietro e Costabile. L'attuale facciata risale alla seconda metà del '700. La cupola, il coro e la traversa furono affrescati nell'800 da Vincenzo Morani. Rivestono interesse artistico l'ambone con mosaico del XII secolo; due bassorilievi rinascimentali raffiguranti san Matteo e santa Felicita; l'altare seicentesco in marmi policromi della Cappella del Sacramento; la grotta di Sant'Alferio con l'urna che ne custodisce le reliquie e resti di affreschi parietali del XIV secolo; la sagrestia, cui si accede da un portale rinascimentale, arredata con stigli del '700; il chiostro romanico (XIII secolo), ornato da sarcofaghi di epoca romana; la vasta sala adibita a museo; la biblioteca, che custodisce più di 50.000 volumi, con numerosissimi incunaboli ed importantissime edizioni cinquecentine; l'archivio, che contiene preziosi codici e manoscritti, più di 15.000 pergamene e una considerevole quantità di documenti. Il testo integrale dei documenti datati dal 792 al 1065 è pubblicato nei volumi del Codex Diplomaticus Cavensis. Una vasta sala del XII secolo è adibita a museo e custodisce: una Madonna con Santi, tavola senese del XV secolo; un cofanetto d'avorio dell'XI secolo; un polittico di scuola raffaellesca, attribuito ad Andrea Sabatini; tele di pittori caravaggeschi; numerosi reperti archeologici; una collezione di monete, completa ed ordinata delle zecche longobarde e normanne di Salerno; maioliche abruzzesi e vietresi; codici miniati.
  • Centro storico di Cava: il borgo originario, nucleo della città di Cava, è caratterizzato dai portici che ancora oggi si snodano lungo tutto il corso, accompagnando lo shopping cittadino e la vita notturna.
  • Duomo di Cava de' Tirreni: nel 1517 iniziò la costruzione del Duomo, che fu aperto nel 1571. Gravemente danneggiato dal sisma del 1980, è stato riconsegnato alla cittadinanza negli ultimi anni.
  • Palazzo di Città di Cava de' Tirreni (ex Teatro G. Verdi): il progetto del teatro di Cava fu elaborato dall'architetto Lorenzo Gelanzé poco dopo l'abbattimento del precedente teatro, avvenuto nell'aprile 1860. A causa di stime sbagliate sul costo dell'opera, il costruttore dell'epoca, Andrea Maddaloni di Napoli, bloccò i lavori e, nonostante dal lato giuridico i cavesi avessero ragione, motivi umani e morali militavano a favore dell'appaltatore, il quale aveva già speso il doppio dei 10.822,60 ducati (45.994,90 lire) che sarebbe dovuta costare l'opera. Fu così che la Corte d'Appello di Napoli, al contrario del Tribunale di Salerno, diede ragione al costruttore e, solo dopo anni di immobilità, il 26 ottobre 1875, l'architetto Fausto Niccolini presentò un nuovo progetto con un preventivo di Lire 52.956 ed i lavori furono ultimati il 2 ottobre 1878. La denominazione di "Teatro Municipale" che splendette sul frontone nel giorno dell'inaugurazione, avvenuta nel 1879, fu mutata in Teatro Verdi alla morte del grande musicista, nel 1901. Poi le cose peggiorarono: al "Verdi" per vari anni toccò la sorte dello stivale di Giuseppe Giusti, e per poco non divenne bivacco degli squadristi, quando fu concesso al Fascio locale per esercitazioni. Ultima degradazione: il freddo lenzuolo del cinema muto al posto del pittoresco sipario. Dopo alcuni anni esso fu trasformato nella nuova sede del Comune.
  • Villa Comunale: la villa adiacente al palazzo di città è un centralissimo luogo di ritrovo e svago per cittadini e turisti.
  • Borgo Scacciaventi: primo nucleo abitativo del fondo valle, è caratterizzato da residenze storiche quattrocentesche e settecentesche, di architettura barocca, durazzesche e tardocatalana. È sede di commercio e di artigianato di giorno e di night, pub, american bar e ristoranti di notte.
Panorama da Dupino (Monte San Liberatore e Mar Tirreno)
  • Itinerari d'ambiente: Cava de' Tirreni è collegata ai villaggi ed ai casali della Valle Metelliana da strade comode adatte per le escursioni naturalistiche. Nel corso dell'anno vengono organizzate anche passeggiate di gruppo, attraverso la Valle di S. Liberatore, il piccolo villaggio di Croce, l'Annunziata, S. Maria a Toro, la Pineta "La serra", Arco, Borrello, Campitello, S. Anna, l'eremo di San Martino, le Grotte del Bonea, il Santuario di Maria Santissima Avvocata sopra Maiori e la Costiera Amalfitana).
  • Parco naturale Diecimare: in gestione ai comuni di Cava de' Tirreni, Baronissi, Mercato San Severino ed al WWF, si estende per 444 ettari, includendo i rilievi di Monte Caruso, di Forcella della Cava (852 m s.l.m.), parzialmente di Poggio e Monte Cuculo e il Montagnone. Il parco si caratterizza per due distinte aree geologiche: l'area di Monte Caruso (calcari) e quella di Forcella della Cava (dolomie e calcari dolomitici).
  • I villaggi: circondata da colline, Cava è ricca di frazioni bene integrate nel paesaggio naturale che oltre ad offrire visioni panoramiche, come lo scorcio del Mar Tirreno lungo San Liberatore e in lontananza il Golfo di Napoli dal Parco Diecimare, consentono anche di effettuare passeggiate.
  • Santa Maria del Quadruviale: chiamata così perché situata nei pressi di un quadrivio. La cinquecentesca facciata e il campanile a sei ordini con il cupolino ricoperto di maiolica, arricchito di elementi scultorei, rappresentano un valido esempio di quell'architettura rinascimentale, opera dei noti mastri muratori de "La Cava". Edificata intorno al 1383, prese la forma attuale alla fine del '500. Attiguo è l'oratorio dell'omonima congregazione con stalli lignei e soffitto finemente dipinto. Nei locali sottostanti vi era anche un ospizio per i pellegrini, poiché nei pressi passava l'importante Via Maggiore. Ancora oggi possiamo ripercorrere tratti di quell'antica strada, se vogliamo raggiungere da qui Salerno valicando i monti.
  • San Pietro: la chiesa, dedicata agli apostoli Pietro e Paolo, detta comunemente di San Pietro a Siepi, risale all'XI secolo ed è tra le più importanti e meglio conservate. Rifatta nel '700, presenta nella facciata lineare un portale del 1710 con affreschi laterali. All'interno si ammira un soffitto a cassettoni, risalente al XVIII secolo, e, nella cappella a destra dell'altare maggiore, un Crocifisso datato 1689, realizzato dallo scultore Giacomo Colombo. Nelle cappelle laterali si notano alcune sculture e vari stemmi gentilizi; nella sacrestia si conservano bassorilievi in marmo di pregevole fattura, opera, nel XVI secolo, dello scultore cavese Ambrogio della Monica; nelle stanze attigue un museo contiene opere di grande pregio.
  • Santuario francescano di San Francesco e Sant'Antonio: I francescani, quando accettarono nel 1450 la donazione del suolo dove, a partire dal 1942, furono eretti la chiesa e il convento, mostrarono un notevole acume nella scelta di un luogo con buone prospettive di sviluppo: il loro Ordine si insediava spesso in zone destinate ad una futura espansione. Nel XVI secolo essi ospitarono riunioni del parlamento comunale e, non a caso, chiesa e convento erano tra gli ambienti più amati e abbondavano di stemmi della città: vi era anche la tradizione che il sindaco e gli eletti si riunissero lì per la prima volta la domenica delle Palme e ottenessero una solenne benedizione. La chiesa, consacrata nel 1544, un tempo dedicata a Santa Maria di Gesù e oggi a san Francesco d'Assisi e sant'Antonio di Padova, ha subito più volte danni, causati da vari eventi bellici e naturali. Il terremoto del 1980 l'ha quasi rasa al suolo: si sono salvati la facciata assieme al bel campanile del 1571, che sfiora i 36 metri di altezza, la zona del transetto e la sacrestia. Il santuario è stato ricostruito in questi anni grazie alle donazioni dei fedeli ed è stato consacrato il 14 marzo 2009 con la solenne riapertura al pubblico dell'intero corpo centrale della chiesa principale. Si è ben conservata l'antica sacrestia, affrescata da un pittore della bottega del Corenzio, ai primi del Seicento. Nel transetto è un altare marmoreo del XVIII secolo; varie opere scultoree cinquecentesche di ottima fattura; un coro ligneo del 1534 opera di Giovan Marino Vitale; un potente organo del 1960. Nella navata si conserva il monumento funebre del 1668 del generale Pietro Carola; sulla facciata principale, invece, si possono ammirare il portale e i battenti lignei del 1528, realizzati da Giovan Marino Vitale e Marcantonio Ferrari. Il nuovo convento, progettato dall'ingegner Giuseppe Salsano nel 1931, ospita l'allestimento di un celebre presepe ed è dotato di ambienti adibiti a biblioteca, con antichi volumi e preziose opere d'arte.

Frazioni

  • Castagneto: La località deve il suo nome ai numerosi castagneti nei pressi dell'abitato, e sorge sulla strada che da Cava porta a Dragonea.
  • Croce: Sorge in collina, vicino all'omonima frazione di Salerno (sulla strada verso il Castello Arechi), ed al bivio con la strada per Pellezzano.
  • Pianesi: Gli antichi vicoli e le case aggrappate al vallone Tolomei conferiscono ai Pianesi un aspetto presepiale. È una delle frazioni piu antiche di Cava, distinta in due aree diverse: la zona denominata Chianis i copp (Pianesi di sopra) rappresenta la parte antica del Rione, dove ogni anno, nel periodo natalizio, si svolge una rievocazione storica della nascita di Gesù Cristo, ovvero un Presepe vivente. Vi si trovano la chiesetta di San Gabriele, la maestosa storica Villa Rende (dal 2009 in fase di ricostruzione), Villa Cesaro, il complesso di Villa Formosa in cui vengono ospitati bambini di un'età scolare compresa tra i 6 e 14 anni, e un monumento dedicato a padre Pio. La seconda area, denominata Chianis i' vasc (Pianesi di sotto) rappresenta la parte moderna del Rione, nei pressi della quale sono ubicati la scuola media Giovanni XXIII e il liceo classico Marco Galdi.
  • Pregiato: Frazione situata ad est del centro abitato, oltre la ferrovia, conosciuta localmente per la lavorazione del tabacco.
  • San Cesareo: vi sorgono il santuario dell'Avvocatella e alcuni palazzi storici.
  • San Giuseppe al Pozzo: Popolosa frazione situata sulla SS18, è situata vicino al confine comunale con Nocera Superiore ed allo svincolo autostradale cavese.
  • Santa Lucia: Maggiore frazione comunale per popolosità, situata alle pendici del parco WWF del monte Diecimari.
  • Santa Maria del Rovo: Frazione situata a nord-est di Cava, in essa sorge una chiesetta omonima del 1830.

Amministrazione comunale

Template:ComuniAmministrazione

Sport

Sport praticati

  • Atletica: Ogni anno, verso la metà di settembre, si disputa la Gara Podistica Internazionale "San Lorenzo", che si snoda su un percorso che collega il centro della città con le frazioni.
  • Calcio: La città è rappresentata dalla S.S. Cavese 1919. Fondata nel maggio del 1919, i suoi colori sociali sono il bianco ed il blu. La società, sostenuta attivamente da tutta la città, ha militato nei campionati 1981/82, 1982/83 e 1983/84 in Serie "B". Nel 2009 la squadra milita in "prima divisione" (ex C1).
  • Pallavolo: La città è rappresentata dalla Società Sportiva Genoino New Volley, che dopo un biennio, è retrocessa dalla serie C1 alla serie D a causa di problemi dirigenziali; altra realtà pallavolistica cavese è quella dell'Associazione Sportiva Dilettantistica Cava de' Tirreni, che nel campionato 2008/2009 ha disputato la Serie D.
  • Nuoto: Nel 2009 la città è rappresentata dalla A.S.D. CAVASPORTS che ha raccolto l'eredità del Nuoto Club Cava nelle cui giovanili iniziarono l'attività agonistica i fratelli Trapanese, l'olimpionico Paolo ed Antonio. La società A.S.D. CAVASPORTS pratica l'attività di nuoto, pallanuoto e nuoto per salvamento. La società ha vinto il campionato promozione di "pallanuoto" 2009 conquistando la serie C.

Enti di promozione sportiva

  • C.S.I.: il Centro Sportivo Italiano comitato di Cava de' Tirreni (associazione di promozione sportiva, di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale, ispirata alla visione cristiana dell'uomo e della storia) svolge una intensa attività dilettantistica su tutto il territorio cittadino. Il Comitato cavese oltre alla attività formativa organizza tornei di calcio, pallavolo, miny volley, beach volley, tennis tavolo, atletica, danza sportiva. Ogni anno dal 1970, il 1° Maggio, il Centro Sportivo Italiano|C.S.I. di Cava de' Tirreni organizza la Scetajorde, una manifestazione sportiva destinata a tutti che attraversa le vie della città, per poi fermarsi a Piazza Lentini, dove vengono allestiti campi da gioco per bambini di tutte le età.
  • Si segnala che, l'Associazione Sportiva Pianesi, che da circa dieci anni partecipa attivamente alle manifestazioni organizzate dal Centro Sportivo Italiano, ad Ariano Irpino in data 29 maggio 2009, nella disciplina del calcio, si è laureata Campione Regionale battendo nella finale i concittadini dell' Associazione San Martino.

Impianti sportivi

Tra le principali strutture sportive presenti a Cava de' Tirreni vi sono:

Personalità legate a Cava de' Tirreni

Città gemellate

Cava in Italia

A Napoli c'è un rione (Rione r'e' Cavajuole) ed una strada (o' vico r'e' Cavajuole) intitolati a Cava: a Roma sono presenti una via Cava de' Tirreni (quartiere Prenestino) ed una via della Badia di Cava in prossimità dell'Eur; a Sciacca c'è una via Cava de' Tirreni.

Note

  1. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia

  • Raffaele Baldi, Saggi storici introduttivi alle Farse Cavajole. Napoli, 1933
  • Massimo Buchicchio, La guerra tra Aragonesi e Angioini nel Regno di Napoli. La Battaglia di Sarno. Cava de' Tirreni, 2009
  • Valerio Canonico, Noterelle Cavesi. Lions Club Cava-Vietri. Cava de' Tirreni, 1998
  • Comune di Cava de' Tirreni. Guida alla Città di Cava de' Tirreni. Cava de' Tirreni, 2000
  • Tutto su Cava, su tuttosucava.it. URL consultato il 19 - 08 - 2007.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Template:Provincia di Salerno Template:Città della Ceramica