Westfalenstadion

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Westfalenstadion
Fußball-Oper (Opera del calcio)
Informazioni generali
StatoBandiera della Germania Germania
UbicazioneStrobelallee 50, D-44139 Dortmund
Inizio lavori1971
Inaugurazione2 aprile 1974
Costo160 milioni di euro
Ristrutturazione1996, 1999, 2007, 2015
ProprietarioBallspielverein Borussia 09 Dortmund
ProgettoHochbauamt Dortmund (1974)
Ulrich Drahtler (GSP Dortmund) (1996, 1999)
Architekten Schröder Schulte-Ladbeck (2003)
Planungsgruppe Drahtler (ultime modifiche)
Informazioni tecniche
Posti a sedere65851
Classificazionecategoria 4 UEFA
StrutturaPianta quadrata
CoperturaTutti i settori
Mat. del terrenoErba
Dim. del terreno105 × 68 m
Uso e beneficiari
CalcioBorussia Dortmund
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 51°29′33″N 7°27′06″E / 51.4925°N 7.451667°E51.4925; 7.451667

Il Westfalenstadion (tedesco per Stadio della Vestfalia), noto per motivi commerciali anche come Signal Iduna Park, è uno stadio calcistico di Dortmund, in Germania.[1] Limitatamente al terreno di gioco, risulta il più largo tra quelli degli impianti tedeschi.[1]

La struttura, che ospita le partite casalinghe del Borussia Dortmund, dispone di 81 365 posti (65 851 dei quali a sedere), che lo rendono il settimo stadio più capiente d'Europa.[1] La Südtribüne, che conta 24 454 postazioni, è la più grande d'Europa nel suo genere.[1] La gradinata è soprannominata Die Gelbe Wand ("il Muro giallo") per via della coreografia realizzata dai tifosi locali e della sua altezza considerevole,[2] che creano un'atmosfera che ha pochi eguali nel calcio mondiale.[3][4]

Nella stagione 2011-2012 l'impianto stabilì il record di affluenza media per uno stadio europeo, con circa 1,37 milioni di spettatori totali in 17 partite e una media di 80 588 spettatori a partita.[5] Nel 2015 il Borussia Dortmund ha fatto registrare ben 55 000 abbonati.[6] Il Times, nel 2009, lo ha classificato tra gli stadi più belli al mondo.[7] Lo stadio dispone inoltre di un museo, dedicato alla storia della società ed inaugurato nel 2008.[8]

Lo stadio ha ospitato alcune partite del campionato del mondo 1974 e del campionato del mondo 2006 e due finali di Coppa UEFA: la finale di andata dell'edizione 1992-1993 (in cui la Juventus sconfisse per 3-1 i padroni di casa[9] del Borussia Dortmund) e la finale del 2000-2001, che vide il Liverpool vittorioso sull'Alavés al golden goal.[10]

La UEFA lo inserisce nella categoria 4, consentendogli dunque di ospitare la finale di UEFA Champions League o UEFA Europa League.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vista interna dello stadio

I primi programmi per la costruzione dello stadio risalgono agli anni sessanta del XX secolo, vista l'esigenza di ampliare lo stadio Rote Erde ("stadio Terra rossa"), vecchio impianto del Borussia Dortmund. Dopo la vittoria della Coppa delle Coppe 1965-1966, primo alloro internazionale per una squadra tedesca, la squadra di Dortmund rappresentò all'amministrazione comunale la necessità di dotarsi di un impianto più capiente, ma il Comune non disponeva del denaro necessario a finanziare l'opera e le autorità regionali non si dimostrarono disposte ad assecondare le richieste.

Nel 1971 Dortmund fu indicata come sostituta di Colonia tra le città sedi delle partite del campionato del mondo 1974. In tal modo i fondi destinati all'ammodernamento dello stadio di Colonia furono dirottati a Dortmund, ma il budget fu limitato. L'iniziale piano per la costruzione di uno stadio ovale di 60 000 posti del costo di 60 milioni di marchi con pista d'atletica fu abbandonato in favore di un progetto per un più economico impianto di 54 000 posti. Il costo finale fu di 32,7 milioni di marchi, 1,6 dei quali furono utilizzati per la riqualificazione dello stadio Rote Erde. La città di Dortmund avrebbe dovuto contribuire con 6 milioni di marchi, poi ridotti a 800 000.

L'impianto venne inaugurato il 2 aprile 1974, quando il Borussia Dortmund, militante in 2. Fußball-Bundesliga dal 1972, affrontò i conterranei dello Schalke 04 in un incontro benefico e ne uscì sconfitto per 3-0.[8] Il 7 aprile fu giocata la prima partita ufficiale nello stadio, un incontro di seconda serie tra Borussia Dortmund e Bayer Uerdingen finito a reti inviolate. La prima partita di Bundesliga giocata al Westfalenstadion risale al 2 aprile 1976, quando la sfida tra Bochum, che era temporaneamente di casa nello stadio di Dortmund durante i lavori di costruzione del Ruhrstadion, e Schalke 04 terminò 4-1 per quest'ultimo (il primo gol in Bundesliga nello stadio fu di Erwin Kremers). All'epoca il Borussia Dortmund militava nel girone nord della seconda serie tedesca.

Lo stadio rimase pressoché invariato fino agli inizi degli anni '90. Nel 1992 il dipartimento edile della città di Dortmund attuò la conversione in stadio dotato di soli posti a sedere, il che ridusse la capienza a 42 800 spettatori. Una profonda ristrutturazione, attuata in due fasi distinte, ebbe luogo dal 1995 al 1999: l'obiettivo era aumentare la capienza dell'impianto, sotto la guida dell'architetto Ulrich Drahtler, dello studio di architettura Gustav Schulze und Partner di Dortmund, e dell'ufficio ingegneristico Engels Ingenieure di Dortmund. Dopo l'espansione delle due tribune est e ovest, il Westfalenstadion raggiunse la capienza di 55 000 spettatori. Nella successiva fase di espansione furono ampliate anche le tribune nord e sud. Sulla tribuna nord fu costruito un altro settore, mentre quella sud fu realizzata come una tribuna tradizionale. Da allora la tribuna sud ha quasi sempre ospitato 25 000 spettatori (per l'esattezza 24 454), cifra che la rende la tribuna più capiente d'Europa. Dopo questi lavori lo stadio raggiunse la capienza di 68 600 posti, ridotta di circa 15 000 posti per i match internazionali. La prima fase dei lavori fu eseguita da Hochtief AG, la seconda dal gruppo di costruzione Osnabrück Köster AG.

La terza fase di espansione fu attuata dal 2002 al 2003. L'obiettivo era chiudere gli angoli dello stadio precedentemente aperti e quindi aumentare ulteriormente la capienza del Westfalenstadion. Gli architetti dello studio Schröder Schulte-Ladbeck lavorarono su un progetto strutturale di Engels Ingenieure GmbH, Berger & Berger. Dopo tale ulteriore espansione, la capienza salì a quasi 83 000 spettatori. L'esterno della tribuna nord fu dotato di copertura in vetro, mentre all'interno furono inserite aree di ristorazione. Una caratteristica strutturale dello stadio sono i piloni in acciaio giallo brillante, che si estendono all'esterno del tetto e sono visibili da molti punti della città.

Una successiva ristrutturazione, per preparare lo stadio al campionato del mondo 2006, avvenne nell'estate del 2005 ad opera degli architetti del gruppo progettistico Drahtler di Dortmund. Furono installati un sistema di accesso elettronico e gli spazi per i disabili e furono ammodernate le aree VIP, le cabine dei giocatori e le strutture sanitarie. A causa dei lavori di conversione sulle tribune, andarono persi 1 500 posti a sedere: la capienza totale scese a 81 264 spettatori.

Dopo la denuncia presentata da un uomo che ebbe timore per l'incolumità dei propri figli a causa dell'assembramento nella tribuna sud, il governo del distretto di Arnsberg si adoperò perché fossero creati ulteriori spazi aperti nell'area permanente della tribuna sud, per migliorare la sicurezza complessiva. Questa misura aveva lo scopo di mantenere chiare le vie di fuga, che in caso di emergenza avrebbero fornito al personale medico un rapido accesso alla scena dell'incidente o, se necessario, avrebbero consentito l'evacuazione rapida dell'intera tribuna. L'implementazione di tali provvedimenti ridusse la capienza dello stadio a 80 708 posti all'inizio della stagione Bundesliga 2006-2007. Nei match internazionali la capienza scende, per ulteriori ragioni di sicurezza, a 65 718 posti. Durante i lavori del 2005 fu rinvenuto un ordigno inesploso da 450 kg, risalente alla seconda guerra mondiale, situato a pochi metri dalla linea di centrocampo.[8]

Tra la costruzione del 1974 e i quattro interventi di rinnovamento (1992, 1999, 2003 e 2006) il costo finale per i lavori relativi all'impianto è stimato intorno ai 200 milioni di euro.[8]

Nel 2005 lo stadio fu acquistato dalla compagnia assicuratrice Signal Iduna, che salvò il Borussia Dortmund dal fallimento in cambio dei diritti di denominazione dello stadio, che nel novembre 2005 divenne ufficialmente Signal Iduna Park.[8] Al club è stato concesso il diritto di riscatto, da esercitarsi entro il 2021.[8] I diritti di denominazione sono stati poi prolungati con Signal Iduna fino al 2031[11].

Incontri[modifica | modifica wikitesto]

Mondiali di calcio 1974[modifica | modifica wikitesto]

Prima fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

14 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Gruppo 2
Zaire Bandiera dello Zaire0 – 2
referto
Bandiera della Scozia Scozia (27.000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Germania Gerhard Schulenburg

19 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Gruppo 3
Paesi Bassi Bandiera dei Paesi Bassi0 – 0
referto
Bandiera della Svezia Svezia (53.700 spett.)
Arbitro: Bandiera del Canada Werner Winsemann

23 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Gruppo 3
Bulgaria Bandiera della Bulgaria1 – 4
referto
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi (53.300 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Australia Tony Boskovic

Seconda fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

3 luglio 1974, ore 19:30 UTC+1
Gruppo A
Paesi Bassi Bandiera dei Paesi Bassi2 – 0
referto
Bandiera del Brasile Brasile (37.315 spett.)
Arbitro: Bandiera della Germania Ovest Kurt Tschenscher

Mondiali di calcio 2006[modifica | modifica wikitesto]

Fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

10 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Gruppo B
Trinidad e Tobago Bandiera di Trinidad e Tobago0 – 0
referto
Bandiera della Svezia Svezia (62 959 spett.)
Arbitro: Bandiera di Singapore Shamsul Maidin

14 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Gruppo A
Germania Bandiera della Germania1 – 0
referto
Bandiera della Polonia Polonia (65 000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Spagna Medina Cantalejo

19 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Gruppo G
Togo Bandiera del Togo0 – 2
referto
Bandiera della Svizzera Svizzera (65 000 spett.)
Arbitro: Bandiera del Paraguay Carlos Amarilla

22 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Gruppo F
Giappone Bandiera del Giappone1 – 4
referto
Bandiera del Brasile Brasile (65 000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Francia Eric Poulat

Ottavi di finale[modifica | modifica wikitesto]

27 giugno 2006, ore 17:00 UTC+2Brasile Bandiera del Brasile3 – 0
referto
Bandiera del Ghana Ghana (65 000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Slovacchia Ľuboš Micheľ

Semifinali[modifica | modifica wikitesto]

4 luglio 2006, ore 21:00 UTC+2Germania Bandiera della Germania0 – 2
(d.t.s.)
referto
Bandiera dell'Italia Italia (65 000 spett.)
Arbitro: Bandiera del Messico Benito Archundia

Finale della Coppa UEFA 2000-2001[modifica | modifica wikitesto]

16 maggio 2001, ore 20:45Liverpool5 – 4
(d.t.s.)
referto
Alavés (48 050 spett.)
Arbitro: Bandiera della Francia Gilles Veissière

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Signal Iduna Park, su bvb.de. URL consultato il 30 marzo 2018.
  2. ^ (EN) Borussia Dortmund's "Yellow Wall": a crown jewel of German football, su bundesliga.com, 4 febbraio 2018.
  3. ^ Tony Evans, The top ten football stadiums, in The Times, London, 9 agosto 2009.
  4. ^ The 20 greatest stadiums in European club football, in The Telegraph, 7 aprile 2016.
  5. ^ (DE) BVB spielt bis 2021 im "Signal-Iduna-Park" [BVB to play until 2021 in "Signal Iduna Park"], su ruhrnachrichten.de, Ruhr Nachrichten, 9 maggio 2012. URL consultato il 9 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2012).
  6. ^ (DE) Bundesliga-Vergleich - So viele Dauerkarten verkauften die 18 Klubs!, in Sport Bild, Berlin, BILD GmbH & Co. KG, 28 luglio 2015. URL consultato il 1º agosto 2015.
  7. ^ (EN) Tony Evans, The top ten football stadiums, su thetimes.co.uk, 9 agosto 2009.
  8. ^ a b c d e f g h Le 10 cose da sapere del Westfalenstadion, su sportreview.it, 17 marzo 2015.
  9. ^ Maurizio Crosetti, Il capolavoro della Juve, in la Repubblica, 6 maggio 1993, p. 41.
  10. ^ Gianluca Moresco, Il Liverpool torna nella storia, in la Repubblica, 17 maggio 2001, p. 65.
  11. ^ Dortmund, i naming rights dello stadio a Signal Iduna fino al 2031, su calcioefinanza.it, 1º Marzo 2022.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàGND (DE4803300-5