Utente:Vannifucci/sandbox2

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Il rock progressivo italiano è una corrente del progressive sviluppatasi in Italia all'inizio degli anni settanta. Si può sicuramente dire che, insieme al fenomeno cantautorale, si tratta di uno degli episodi più importanti della musica leggera italiana, che ha riscosso successo e considerazione anche oltre i confini nazionali, soprattutto con gli Area, gli Arti e Mestieri, il Banco del Mutuo Soccorso, i Goblin, Le Orme, la Premiata Forneria Marconi e gli Osanna. Nei primi anni settanta il genere musicale veniva chiamato più semplicemente "Pop Italiano".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dal beat al pop[modifica | modifica wikitesto]

É il caso appunto delle sopracitate Orme e della Premiata Forneria Marconi[1], entrambi autori agli esordi di pezzi e dischi beat. Le Orme avevano esordito nel 1969 con Ad gloriam[2], uno dei migliori dischi psichedelici del periodo, mentre il nucleo della futura PFM con il nome di Quelli aveva inciso solo alcune cover di motivetti, tra i quali La bambolina che fa no no no e La ragazza ta ta ta. Anche i New Trolls[3] avevano cominciato realizzando lavori beat di ottima fattura, che contenevano già in embrione gli stilemi di quella che sarebbe stata la produzione futura (i 45 giri Visioni/Io ti fermerò e Sensazioni/Prima c'era luce e l'album Senza orario senza bandiera[4] sono lavori che anticipano il genere progressive). Molti altri gruppi nacquero durante l'epoca beat, ma a parte i pochi già citati, non lasciarono incisioni che documentano le loro origini. Ci riferiamo in particolare al Banco del Mutuo Soccorso[5], nato dalla fusione di due gruppetti sorti al crepuscolo dell'era beat. Peculiare è la vicenda dei Trip[6], gruppo arrivato dall'Inghilterra, tra i pochi in Italia a proporre un sound di matrice psichedelica prima di approdare al rock progressivo.

Il progressive italiano dei primi anni settanta[modifica | modifica wikitesto]

In realtà lavori e gruppi in qualche misura progressivi si erano già affacciati ben prima, senza però riscuotere un simile consenso. Oltre al già citato Senza orario senza bandiera, uscito nel 1968 e considerato il primo concept album italiano, un disco che merita di essere annoverato tra i veri anticipatori del genere è Sirio 2222[7] - pubblicato nel 1970 dal Balletto di Bronzo[8]. Nel periodo tra il 1971 e il 1972 furono pubblicati gli LP d'esordio di molti gruppi di valore, tra i quali ricordiamo, oltre ai Trip, gli Osanna[9], il Rovescio della Medaglia[10], Quella Vecchia Locanda[11], i Garybaldi[12], i Delirium[13], i Panna Fredda, i Jumbo[14], e gli Alluminogeni[15]. Del 1972 sono anche i primi due dischi di Franco Battiato, sicuramente acerbi e allo stesso tempo innovativi, ispirati alla musica concreta e minimalista con tanto di effetti sonori al limite del rumorismo, ottenuti grazie all'uso pionieristico del sintetizzatore VCS3.

La corrente del rock sinfonico e romantico[modifica | modifica wikitesto]

Il rock romantico, con le sue declinazioni sinfoniche, è stato il filone al quale sono appartenuti i gruppi di seconda schiera più prolifici e famosi. In tal senso si segnalarono i già citati Trip, che produssero diversi ottimi lavori basati sul suono delle tastiere tra i quali spicca Caronte[16], gli Osanna che impressionario già dal disco d'esordio L'uomo[17] del 1971, i Delirium[18] autori nel 1971 di Dolce acqua[19] e protagonisti a Sanremo '72 con un giovane Ivano Fossati alla voce e al flauto, i Garybaldi di Nuda[20] (1972) e Astrolabio[21] (1973), e il Rovescio della Medaglia, di cui ricordiamo, oltre al già citato Contaminazione, anche La Bibbia[22] del 1971, buon disco d'esordio dalle sonorità hard e dai testi pretenziosi.

Attorno ai gruppi più rappresentativi, fino al declino del movimento coinciso con l'affermarsi del punk e della new wave - si formò una costellazione di gruppi minori, che spesso produssero un solo album o due. Alcuni di questi gruppi, pur difettando un po' di originalità, realizzarono dischi di ottima fattura. Tra questi annoveriamo gli Alluminogeni, che incisero un buon album nel 1972 dal titolo Scolopendra[23], gli Alphataurus[24] con un notevole disco d'esordio[25] nel quale spicca il brano Peccato d'orgoglio, gli Alusa Fallax[26] con il loro bellissimo unico lavoro[27], il Biglietto per l'Inferno[28] con il sorprendente disco omonimo dalle sonorità ruvide e le doppie tastiere, i Goblin[29] noti anche all'estero per la celebre colonna sonora di Profondo rosso[30], i Jumbo che diedero alle stampe alcuni LP tra cui l'ottimo concept DNA[31] (1972), i Museo Rosenbach[32] autori della travisata opera prima Zarathustra[33], i Pierrot Lunaire[34] artefici di due interessanti dischi di diversa ispirazione, Quella Vecchia Locanda[35] per i due 33 giri di progressive melodico tra i quali spicca il primo[36], e i Raccomandata con Ricevuta di Ritorno[37] autori di una sottovalutato unico album[38]. Una menzione a parte meritano i Metamorfosi[39] autori di una delle perle del progressive sinfonico, Inferno[40] del 1973, che esprime una musica a tratti epica dominata dalle tastiere di Enrico Oliveri, e la Locanda delle Fate[41], che nel 1977 incise Forse le lucciole non si amano più[42], uno degli ultimi album di buon livello del progressive anni settanta.

Una citazione infine per gli Acqua Fragile[43], gli Ibis[44] con il disco d'esordio[45], i Maxophone[46] per il loro album omonimo[47], gli Opus Avantra[48] e gli Osage Tribe[49], L'Uovo di Colombo[50] per il loro unico LP[51], il duo Rustichelli e Bordini[52], con le tastiere del primo in grande spolvero, e il supergruppo Il Volo[53] per il loro primo disco[54].

Le altre correnti[modifica | modifica wikitesto]

Il gruppo degli Area nel 1974

Attorno al filone principale del rock sinfonico ci furono molti artisti che svilupparono altre tendenze musicali, alcuni con grande successo anche all'estero. Gli Arti e Mestieri[55], insieme al Perigeo[56], rappresentarono l'avanguardia progressive che contaminava il suono di Canterbury con il jazz rock. Dei primi ricordiamo Tilt (immagini per un orecchio)[57], pubblicato nel 1974, e Giro di valzer per domani[58] (1975). Del Perigeo invece citiamo l'ottimo Abbiamo tutti un blues da piangere[59] del 1973 e il successivo Genealogia[60], in cui spicca il brano Via Beato Angelico. Più difficile è l'inquadramento degli Area[61] dal momento che la loro musica era la sintesi di molte scuole musicali, tra le quali la musica greca ed araba, e il free-jazz. Il gruppo nacque quasi casualmente, durante le sessioni di registrazione dell'album Radius[62], un brano del quale si chiamava proprio Area. La band incise nel 1973 un ottimo album d'esordio, Arbeit Macht Frei[63] che conteneva il pezzo Luglio agosto settembre (nero), seguito da Caution Radiation Area[64] (1974) e poi da Crac![65], quest'ultimo contenente La mela di Odessa (1975). Superando la dimensione estetica dell'«arte per l'arte», gli Area fecero della loro musica anche uno strumento di militanza politica, così come già da tempo stavano facendo gli Stormy Six[66], altro gruppo progressive dell'area milanese, attivo sin dal 1969. Di quest'ultimo gruppo si ricordano L'unità del 1973, seguito due anni dopo dall'ottimo Un biglietto del tram, con la celebre Stalingrado/La fabbrica.

File:Franco Battiato nel 1972.jpg
Franco Battiato nel 1972

Altri gruppi, meno politicizzati ma parimenti impegnati nella denuncia sociale, si proponevano di riattualizzare la musica popolare, come il Canzoniere del Lazio[67], di cui ricordiamo Quando nascesti tune (1973), e i Napoli Centrale[68] con l'omonimo album d'esordio[69] (1975). Questi ultimi, guidati dal capobanda James Senese alla voce e al sax - particolarmente ispirato nel brano Campagna - ripescavano nei canovacci della canzone napoletana tradizionale, muovendosi all'interno di un vasto movimento culturale di recupero di cui facevano parte anche gli Osanna, e a cui aderì un giovane Alan Sorrenti[70]. Egli fu autore di un interessante opera prima, Aria[71] del 1972, nella quale coniuga la spinta innovativa con lo stile intimista del cantautore, mostrando l'uso virtuoso della voce (ad esempio nel brano Vorrei incontrarti) seguendo la lezione di Tim Buckley. Il fenomeno non fu isolato, visto che alla stessa categoria si possono accostare anche le opere di Fabrizio De André, tra i più maturi e validi in assoluto sotto il profilo letterario. Tra questi segnaliamo tutti i concept album prodotti in piena epoca d'oro del progressive, da La buona novella (1970) nel quale suonarono tutti i musicisti che avrebbero formato la PFM, a Storia di un impiegato (1973), pur rimanendo album del genere cantautorale. A questa suggestione indugiarono altri cantautori atipici perché provenienti dalla cultura musicale psichedelica, ad esempio Claudio Rocchi (che era stato bassista degli Stormy Six) con i suoi lavori mistici degli esordi, soprattutto Volo magico n. 1[72] del 1973. Ancora altre influenze si trovano in artisti come Angelo Branduardi[73], la cui opera (non sempre classificata come progressive) traeva spunto dalla tradizione del folk celtico e della musica medioevale.

Di interessante valore culturale è l'opera rock Orfeo 9[75] di Tito Schipa Jr.[76], incisa su doppio LP, e documentata in un film sperimentale. Il film era stato prodotto dalla RAI, ma l'argomento tabù della droga, spise il film e l'intero progetto musicale nell'oblio. Con 35 anni di ritardo all'opera viene concessa la ribalta, e il film viene proiettato al Festival di Venezia del 2008. Anche i Giganti[77], gruppo reduce dall'epopea beat, avevano prodotto nel 1971 un lavoro in forma di concept dal tema altrettanto scottante (in questo caso la mafia), intitolato Terra in bocca[78], osteggiato dalla RAI e finito senza alcuna eco. Tra i pochi album progressive di artisti dal grande successo commerciale possono considerarsi Amore e non amore di Lucio Battisti, pubblicato nel 1971 e nel quale suona la futura PFM, e due dischi dei Pooh[79] in cui sono presenti anche due suite, la prima contenuta in Parsifal[80] del 1973, la seconda in Un po' del nostro tempo migliore del 1975. Discreto anche il successo commerciale dell'album Sognando e risognando della Formula 3[81], anche loro nel cerchio dei musicisti battistiani.

Una piccola pattuglia di gruppi cercò anche di coniugare il rock progressivo con le avanguardie musicali, dando vita a lavori sperimentali di non facile ascolto. Tra queste esperienze citiamo i dischi degli Aktuala[82], che facevano ricorso alle suggestioni della musica etnica secondo la lezione dei Third Ear Band, e i Pholas Dactylus[83], con il Concerto delle menti[84], loro unico lavoro tutt'altro che commerciale. Di nicchia sono da considerare i pochi lavori pubblicati dai gruppi che si ispiravano all'avanguardia elettronica e al Krautrock dei Tangerine Dream e Ash Ra Tempel. In questa corrente può essere inserito l'album dell'Albergo Intergalattico Spaziale[85], il cui nome derivava dal locale romano in cui il duo si esibiva con spettacoli multimediali, il decadente Infinity proposto nel 1971 dai Planetarium, e i lavori dei Sensation' Fix[86]. Un posto a sè stante meritano gli Jacula e gli Antonius Rex, interpreti di un curioso connubio di musica dark ed esoterismo, dei quali menzioniamo il brano U.F.D.E.M. tratto da Tardo pede in magiam versus[87] del 1972. Franco Battiato[88] infine ha attraversato tutti gli anni settanta con album in chiave sperimentale, spesso controversi (pensiamo a Fetus[89] e Pollution[90], dedicati allo scomodo intellettuale Aldous Huxley) e di limitato successo commerciale, che però hanno segnato indelebilmente il decennio come alcune tra le opere più emblematiche.

Le ristampe dell'Estremo Oriente[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio degli anni ottanta la musica progressiva italiana venne scoperta e valorizzata in Giappone. Tra il 1981 e il 1982 il paese del sol levante cominciò ad importare i titoli più celebri del progressive italiano. Il successo fu talmente grande da accendere un vero e proprio mercato, con i collezionisti nipponici più facoltosi disposti di pagare gli album più rari anche diverse centinaia di mila lire a pezzo. Le case discografiche italiane non avevano più in catalogo i titoli dei gruppi progressive, da cui l'iniziativa di alcuni mercanti di vinile italiani che rastrellarono tutto ciò che trovavano per portarlo in estremo oriente. Non badando all'aspetto legale dei diritti, alcune etichette locali (tra queste Arcangelo, Belle Antique, Strange Days) doppiarono e ristamparono in proprio gli album più ricercati utilizzando il meglio delle tecnologie di incisione e dei materiali per sfornare prodotti di assoluto valore[91]. Le ristampe giapponesi sono vinili dalla resa sonora superiore persino alle stampe originali, con copertine dalla grafica impeccabile spesso realizzate in cartone duro e indeformabile, buste interne plastificate, e libretti con foto e testi. Un fenomeno analogo, anche se di minone entità, si è verificato anche in Corea.

Il Neoprogressive italiano[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Neoprogressive italiano.

Intorno alla metà degli anni ottanta ebbe inizio, ancora una volta nel Regno Unito, il fenomeno del neoprogressive: band emergenti che riprendevano la tradizione del rock progressivo del decennio precedente, tentando di rinnovarla e in alcuni casi farne un prodotto commerciale. Soprattutto il successo dei Marillion sembrò dimostrare che il progressive poteva ancora ricavarsi uno spazio nel mercato discografico. In Italia il movimento annoverò un numero considerevole di gruppi, ma per molti di loro fu necessaria una lunga gavetta prima di riuscire ad arrivare in sala di incisione, in molti casi per realizzare demo e dischi autoprodotti. Della prima ondata (1987-1992) ricordiamo gli Human Expression di Sabaudia (tra i primi a pubblicare un album, già nel 1985), i romani Ezra Winston e Leviathan, i fiorentini Nuova Era, i torinesi Aton's e Fancyfluid, gli alessandrini Arcansiel, gli avellinesi Notturno Concertante, i catanesi Edith, i veneto-slavi Devil Doll, gli emiliani Sithonia, e Tony Carnevale. In questa prima fase nessuno di questi artisti riuscì a inserirsi nei circuiti mainstream, rimanendo sostanzialmente relegati al mondo del fandom progressive (che intanto si stava iniziando a ricostituire in una sorta di élite organizzata, con pubblicazioni e manifestazioni specializzate). A questa fase, anche grazie alla nascita di alcune etichette specializzate quali la Kaliphonia e la Electromantic Music, seguì una fase di maggior seguito e visibilità, con le band italiane protagoniste anche sui palchi dei festival progressive d'Europa. Tra i protagonisti di questo secondo momento (1993-1997) ricordiamo i Finisterre, i Deus ex Machina, e i Montefeltro. Dopo questo periodo d'oro, il movimento rientrò lentamente nell'alveo originario ritornando ai concerti di nicchia e ai lavori sottotraccia.

Il revival[modifica | modifica wikitesto]

Gli Osanna in una locandina del 1973

Nella seconda metà degli anni novanta, parallelamente al momento felice del new progressive, si affermò il rock progressivo come genere relativamente underground, alimentato soprattutto dallo scambio di informazioni fra appassionati, tramite fanzine e la nascente Internet. Questa rinnovata domanda fece emergere dall'angusto ambito del collezionismo musicale anche il progressive storico degli anni settanta. A partire dal 1988 in poi, grazie anche a riviste specializzate di maggior diffusione quali Raro!, ha avuto inizio un periodo di revival del rock progressivo italiano, con etichette discografiche come la Mellow Records o la Vinyl Magic impegnate a ristampare gli album "perduti" dei gruppi progressive minori degli anni settanta, come era accaduto dieci anni prima in Giappone. Molti musicisti dell'epoca d'oro vennero scovati ed intervistati per ricostruire le sorti del gruppo in cui avevano militato. All'interno di questo rinnovato interesse, si inquadra anche il fenomeno delle reunion di molti gruppi storici, che tornarono sulla scena (ricordiamo gli Alphataurus, il Balletto di Bronzo, i Latte e Miele, la Locanda delle Fate, il Museo Rosenbach, gli Osanna e persino i Trip), e spesso anche in studio di registrazione (ad esempio gli Alluminogeni, il Biglietto per l'Inferno, i Garybaldi, i Metamorfosi, i Murple con un disco che ripercorre le orme di ELP rivisitando i Quadri da un'esposizione di Musorgskij, i Picchio dal Pozzo e i Procession).

Gli anni duemila[modifica | modifica wikitesto]

La scena generale del progressive italiano contemporaneo non è molto diversa da quella della fine degli anni novanta. Pur rimanendo genere di nicchia e con poco appeal commerciale, il rock progressivo continua ad avere i propri cultori e non mancano appuntamenti dove si esibiscono band nazionali come il Gong Festival o il Verona Prog Fest. Non mancano anche importanti gruppi di successo, Mangala Vallis, Diane and the shell, JetLag, The Watch, Ainur, La Maschera di cera e Sinestesia.

Musicisti di spicco[modifica | modifica wikitesto]

Il movimento progressive fu possibile anche grazie al grande talento musicale di una generazione di musicisti che arrivava alla musica leggera dopo una gavetta professionale, fatta di lunghe ore in sala prove per le incisioni di musicisti blasonati. Ad esempio, i Trip erano stati il gruppo di accompagnamento di Riki Maiocchi, mentre la PFM era costituita da celebri turnisti del circuito milanese, che avevano suonato in molti degli album più complessi di Lucio Battisti. Alcuni dei migliori compositori avevano alle spalle un background di studi classici, e anni di conservatorio. Ad esempio, i pianisti Gianni e Vittorio Nocenzi, autori del Banco, o l'organista Flavio Premoli della PFM. Tra i musicisti eccellenti del progressive italiano, oltre a quelli già menzionati, possiamo annoverare i cantanti Demetrio Stratos (Area), Davide "Jimmy" Spitaleri (Metamorfosi) e Bernardo Lanzetti (Acqua Fragile, PFM), i tastieristi Joe Vescovi (The Trip), Gianni Leone (Balletto di Bronzo) e Tony Pagliuca (Le Orme), i chitarristi "Bambi" Fossati (Garybaldi), Alberto Radius (Formula 3), Nico Di Palo (New Trolls) e Franco "Yogi" Mussida (PFM), i bassisti Bob Callero (Osage Tribe) e Patrick Djivas (Area, PFM), i batteristi Franz Di Cioccio (PFM), Nunzio "Cucciolo" Favia (Osage Tribe), Giulio Capiozzo (Area) e Gianni Dall'Aglio (Ribelli, il Volo), il fiatista Elio D'Anna (Osanna) e il violinista Mauro Pagani (PFM). Alcuni musicisti gravitaro intorno al movimento, senza farne organicamente parte, ad esempio il batterista Tullio De Piscopo, che ha suonato con i New Trolls. Del cantante del Banco, Francesco "Big" Di Giacomo si ricorda, oltre alla caratteristica voce tenorile, anche la carismatica presenza scenica che ne aveva fatto un personaggio al punto da essere chiamato da Fellini a recitare in alcuni suoi film, tra cui Roma nel 1972.

Copertine[modifica | modifica wikitesto]

Copertina di Felona e Sorona del 1973

L'ambizione di molti gruppi progressive era quella di confezionare un disco che fosse un'opera artistica, anche al di là dello stretto ambito musicale. La formula del concept album, ad esempio, doveva dare al disco una dignità letteraria. In questo contesto, anche la copertina rappresentava una componente dell'opera d'arte, e i gruppi finirono per avvalersi anche di prestigiosi consulenti, quali il fotografo e direttore artistico Cesare Monti. Il catalogo della musica progressiva degli anni settanta annovera dischi dalle copertine indimenticabili. Alcuni gruppi, colpiti dalla banana ritratta da Andy Warhol sulla copertina dei primi Velvet Underground, aveva commissionato la copertina a pittori visionari. Alla fine degli anni sessanta era già avvenuto uno stretto connubio tra arte e rock, con Le Stelle di Mario Schifano, il cui unico album[92] dalla consistenza musicale perlomeno discutibile, aveva la copertina realizzata dal maestro. All'insegna di questo connubio sono da ricordare le copertine di Felona e Sorona, affidata ai pennelli del pittore surrealista Lanfranco[93], e Inferno dei Metamorfosi, opera del pittore Adelchi. Le Orme avevano già colpito l'immaginario con la grottesca copertina con le figure a pastelli dell'album Uomo di pezza, opera di Walter Mac Mazzieri e Mario Convertino.

A metà strada tra arte e fumetto è la straordinaria copertita[94] di Nuda, album dei Garybaldi, affidata a Crepax che vi ritrae una delle sue eroine, Bianca, adagiata sull'erba in posa sensuale. Alle matite di un altro genio del fumetto italiano, il compianto Andrea Pazienza, fu affidata la copertina di Passpartù della PFM, che ritrae i membri del gruppo. Il primo disco del Banco era contenuto in una copertita sagomata a forma di salvadanaio[95], che resta tra le cose memorabili del periodo. Anche il terzo album, Io sono nato libero, aveva la copertina sagomata a forma di un antico portone. Sulla copertina di Atlantide[96] dei Trip, apribile con due risguardi, era disegnata una immaginaria pergamena con la cartina del continente perduto. L'album precedente, intitolato Caronte, era illustrato da una rinascimentale rappresentazione del leggendario nocchiero che tentava di governare una barca tra i flutti. Tra le copertine che si ricordano c'è la colomba in volo degli Alphataurus[97], dal cui ventre venivano sganciate bombe, opera del pittore Adriano Marangoni - e il feto avvolto in carta da imballo del disco d'esordio di Franco Battiato. Lo choc inferto da questa irriverente copertina, concepita da Pino Massara, fu tale che molti negozianti di dischi rifiutavano di esporlo tra gli scaffali[98]. Da aggiungere che la copertina interna riportava la foto di una enorme statua rappresentante una donna con gambe divaricate transitabile dal pubblico[99]. Le copertine degli Area avevano una componente ideologica che era rintracciabile in simboli e allegorie (ad esempio, l'appoggio alla resistenza palestinese, nel primo album Arbeit macht frei) frutto dell'ingegno di Gianni Sassi, art director dell'etichetta Cramps. Tra le copertine controverse, ricordiamo infine il collage sulla copertina di Zarathustra del Rovescio della Medaglia, in un frammento del quale era stato inserito provocatoriamente anche il busto di Mussolini.

Etichette[modifica | modifica wikitesto]

Con l'affermarsi del nuovo genere musicale, anche in Italia nacquero etichette e case discografiche più o meno specializzate. Nel mercato inglese era nata la Manticore, per iniziativa degli artisti Keith Emerson e soci. Anche in Italia c'erano state le esperienze del Clan di Celentano e della PDU di Mina. Nel 1969 Mogol, insieme a Lucio Battisti, fondò la Numero Uno, che in breve raccolse attorno a sè la cerchia di valenti musicisti che suonavano con loro, a cominciare dalla Formula 3 e dalla neonata Premiata Forneria Marconi. Negli anni a venire saranno pubblicati, tra gli altri, i dischi di Acqua Fragile, Anonima Sound, Flora Fauna Cemento, Alberto Radius, Il Volo e Oscar Prudente. Nel 1970, sempre a Milano, era stata costituita l'etichetta Bla Bla, dal discografico Pino Massara. L'etichetta mise sotto contratto il giovane Franco Battiato e il giro dei suoi musicisti di riferimento. Con l'etichetta furono stampati i dischi degli Aktuala, Osage Tribe, Capsicum Red, Genco Puro e Co. e Juri Camisasca. I testi dei primi album di Battiato, usciti nel 1972, erano stati firmati con lo pseudonimo Frankenstein, dietro il quale si celavano Sergio Albergoni e il suo socio Gianni Sassi. Furono proprio loro, insieme all'attivissimo promoter Franco Mamone, a fondare nel finire dello stesso anno l'etichetta Cramps, che recava nel logo proprio il volto del mostro. L'etichetta si proponeva di sostenere la pattuglia di musicisti alternativi dell'area milanese principalmente di scuola jazz-rock, che seguissero anche una linea di impegno sociale e politico. Artisti di punta furono gli Area, insieme agli Arti e Mestieri. Altri musicisti ad incidere per l'etichetta furono Eugenio Finardi, Electric Frankenstein (dietro cui si celava il chitarrista degli Area, Paolo Tofani), Lucio Fabbri, Donella Del Monaco, Fedrigotti e Lorenzini, e Venegoni & Co.

Sempre per iniziativa di un musicista, nel 1973 nacque la Magma, etichetta fondata da uno dei leader dei New Trolls, Vittorio De Scalzi, con lo scopo di supportare i giovani musicisti progressive dell'area ligure. L'etichetta stampò, oltre i lavori dei gruppi fuoriusciti dai New Trolls (tra cui i Tritons e gli N.T. Atomic System), anche i dischi di alcune tra le più interessanti band minori del progressive italiano, quali Alphataurus, Pholas Dactylus, e Latte e Miele. Una sua sottoetichetta, la Grog, investì sulle ultime leve del progressive anni Settanta, tra le quali Celeste, Mandillo, Corte dei Miracoli, e Picchio dal Pozzo. Di rilievo fu anche la produzione della Trident Records, etichetta fondata dal produttore Angelo Carrara nel 1973, che ebbe in catalogo artisti quali The Trip, Biglietto per l'Inferno, Dedalus, Opus Avantra e Semiramis. Molte altre piccole e minuscole etichette si attivarono nel periodo di massima attività del rock progressivo, tra queste meritano una citazione l'Ultima Spiaggia di Ricky Gianco e Nanni Ricordi, la Intingo ancora di Gianco, l'Orchestra, e la It di Vincenzo Micocci.

Discografia essenziale (anni settanta)[modifica | modifica wikitesto]

Lista dei principali artisti italiani di rock progressivo (anni settanta)[modifica | modifica wikitesto]

La seguente lista include solisti e gruppi italiani che hanno inciso almeno un LP di rock progressivo nel primo periodo di fioritura (1967-1977).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Da italianprog.it PFM - Riportato il 24 marzo 2012
  2. ^ Da classikrock.it Le Orme - Ad Gloriam (1969) - Riportato il 24 marzo 2012
  3. ^ Da italianprog.it New Trolls - Riportato il 24 marzo 2012
  4. ^ Da classikrock.it New Trolls - Senza orario senza bandiera (1968) - Riportato il 24 marzo 2012
  5. ^ Da italianprog.it Banco del Mutuo Soccorso - Riportato il 24 marzo 2012
  6. ^ Da italianprog.it The Trip - Riportato il 24 marzo 2012
  7. ^ Da classikrock.it Balletto di Bronzo - Sirio 2222 (1970) - Riportato il 24 marzo 2012
  8. ^ Da italianprog.it Il Balletto di Bronzo - Riportato il 24 marzo 2012
  9. ^ Da italianprog.it Osanna - Riportato il 24 marzo 2012
  10. ^ Da italianprog.it Il Rovescio della Medaglia - Riportato il 24 marzo 2012
  11. ^ Da italianprog.it Quella Vecchia Locanda - Riportato il 24 marzo 2012
  12. ^ Da italianprog.it Garybaldi - Riportato il 24 marzo 2012
  13. ^ Da italianprog.it Delirium - Riportato il 24 marzo 2012
  14. ^ Da italianprog.it Jumbo - Riportato il 24 marzo 2012
  15. ^ Da italianprog.it Gli Alluminogeni - Riportato il 24 marzo 2012
  16. ^ Da classikrock.it The Trip - Caronte (1971) - Riportato il 24 marzo 2012
  17. ^ Da classikrock.it Osanna - L'Uomo (1971) - Riportato il 24 marzo 2012
  18. ^ Da italianprog.it I Delirium - Riportato il 24 marzo 2012
  19. ^ Da classikrock.it Delirium - Dolce acqua (1971) - Riportato il 24 marzo 2012
  20. ^ Da classikrock.it Garybaldi - Nuda (1972) - Riportato il 24 marzo 2012
  21. ^ Da classikrock.it Garybaldi - Astrolabio (1973) - Riportato il 24 marzo 2012
  22. ^ Da classikrock.it Il Rovescio della Medaglia - La Bibbia (1971) - Riportato il 24 marzo 2012
  23. ^ Da classikrock.it Gli Alluminogeni - Scolopendra (1972) - Riportato il 24 marzo 2012
  24. ^ Da italianprog.it Alphataurus - Riportato il 24 marzo 2012
  25. ^ Da classikrock.it Alphataurus - Alphataurus (1973) - Riportato il 24 marzo 2012
  26. ^ Da italianprog.it Alusa Fallax - Riportato il 24 marzo 2012
  27. ^ Da classikrock.it Alusa Fallax - Intorno alla mia cattiva educazione (1974) - Riportato il 24 marzo 2012
  28. ^ Da italianprog.it Un Biglietto per l'Inferno - Riportato il 24 marzo 2012
  29. ^ Da italianprog.it I Goblin - Riportato il 24 marzo 2012
  30. ^ Da classikrock.it Goblin - Profondo rosso (1975) - Riportato il 24 marzo 2012
  31. ^ Da classikrock.it Jumbo - DNA (1972) - Riportato il 24 marzo 2012
  32. ^ Da italianprog.it Museo Rosenbach - Riportato il 23 marzo 2012]
  33. ^ Da classikrock.it Museo Rosenbach - Zarathustra (1973) - Riportato il 24 marzo 2012
  34. ^ Da italianprog.it Pierrot Lunaire - Riportato il 23 Marzo 2012
  35. ^ Da classikrock.it Quella Vecchia Locanda - Quella vecchia locanda (1972) - Riportato il 24 marzo 2012
  36. ^ Da classikrock.it Quella Vecchia Locanda - Quella Vecchia Locanda (1972) - Riportata il 10 aprile 2012
  37. ^ Da italianprog.it Raccomandata con Ricevuta di Ritorno - Riportato il 24 marzo 2012
  38. ^ Da classikrock.it Raccomandata con Ricevuta di Ritorno - Per... un mondo di cristallo (1972) - Riportato il 24 marzo 2012
  39. ^ Da italianprog.it I Metamorfosi - Riportato il 24 marzo 2012
  40. ^ Da classikrock.it Metamorfosi - Inferno (1973) - Riportato il 24 marzo 2012
  41. ^ Da italianprog.it La Locanda delle Fate - Riportato il 24 marzo 2012
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • Riccardo Bertoncelli (a cura di), Enciclopedia Rock Anni '70, I, Arcana, 1987, p. 831, ISBN 88-85859-14-3.
  • Paolo Carnelli, Riccardo Storti, Donato Zoppo (a cura di), Racconti a 33 giri, autoproduzione Wonderous Stories, MovimentiProg e CSPI, 2003.
  • Massimo Forni, Lungo le vie del prog - Storia del rock progressivo italiano, personaggi e opere dal 1971 al 2008, Palladino Editore, 2008, ISBN 88-8460-115-5.
  • Alessandro Gaboli, Giovanni Ottone, Progressive Italiano, Giunti, 2007, ISBN 88-09-04794-X.
  • Francesco Mirenzi, Rock progressivo italiano. La storia, i protagonisti, i concerti, vol. 1, Roma, Castelvecchi Editrice, 1997, ISBN 88-8210-007-3.
  • Cesare Rizzi, Progressive & Underground '67 - '76, Firenze, Giunti, 2003, ISBN 88-09-03230-6.
  • Cesare Rizzi (a cura di), Enciclopedia del rock italiano, Milano, Arcana, 1993, ISBN 88-7966-022-5.
  • Riccardo Storti, Codice Zena, Milano, Aerostella, 2005, ISBN 88-901648-0-8.
  • Riccardo Storti, Rock map. Viaggio in Italia dal 1967 al 1980, Milano, Aerostella, 2009, ISBN 88-901648-9-7.
  • Franco Vassia, I campi della memoria. Semi di beat, folk e rock, Electromantic Music, 2001.
  • Donato Zoppo, Premiata Forneria Marconi 1971-2006: 35 anni di rock immaginifico, Editori Riuniti, 2007, ISBN 88-359-5831-4.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Da Wonderous Stories, I Festival Pop degli anni settanta
  • Ciao2001 - Unofficial website, Sito non ufficiale della rivista Ciao 2001
  • Metallico.it, Storia del Prog Rock Italiano #1 - Dal 1968 al 1973
  • ItalianProg, sito molto ricco, dedicato al rock progressivo italiano (soprattutto anni '70)
  • CSPI, il sito del Centro Studi per il Progressive Italiano
  • John's Classic Rock, Progressive italiano anni '70 tra musica e società. Analisi socio-politiche e schede monografiche dettagliate.
  • Rotters' Club, recensioni, riflessioni e percorsi di rock progressivo
  • Arlequins, il primo sito internet prog italiano; recensioni e un attivissimo forum
  • Agartha, altro interessante sito di Prog
  • Movimenti Prog, discussioni, recensioni ed iniziative
  • AltreMuse, sito italiano dedicato al Rock Progressivo
  • Wonderous Stories, rivista di progressive rock e dintorni attiva dal 1994

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