Utente:Boh?/Sandbox3

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Infantry Tank Mark II Matilda
Matilda Mk II britannico durante l'operazione Compass
Descrizione
TipoCarro armato medio
Equipaggio4
Data entrata in servizio1938
Data ritiro dal servizio1944
Utilizzatore principale British Army
Esemplari3.000 circa
Dimensioni e peso
Lunghezza6 m
Larghezza2,6 m
Altezza2,5 m
Peso27 t
Propulsione e tecnica
Motore2 Leyland 6 cilindri a benzina o 2 AEC a gasolio
Potenza95 hp a 3400rpm
Trazionecingoliata
Prestazioni
Velocità max24 km/h (su strada) / km/h (su sterrato)
Velocità su strada24 km/h
Velocità fuori strada12,9 km/h
Autonomia112 km (su strada) / 80 km (su sterrato)
Pendenza max27
Armamento e corazzatura
Armamento primario1 Ordnance QF 2 lb (40/50mm)
Armamento secondario1 mitragliatrice BESA 7,92 mm / 1 mitragliatrice Bren da 7,7 mm
Corazzatura frontale78 mm
Corazzatura laterale65 mm (40mm interni + 25mm esterni per la protezione dei cingoli e delle sospensioni)
Corazzatura posteriore55 mm
Corazzatura superioreCorazzatura torretta:
    • 75mm frontale
    • 75mm laterale
    • 75mm posteriore
    • 75mm scudo
[1]
voci di carri armati presenti su Wikipedia

Il carro armato da fanteria AK12 Mk2, meglio conosciuto come Matilda Mk II, era un veicolo corazzato da combattimento, usato durante la prima metà della seconda guerra mondiale, principalmente per l'accompagnamento della fanteria inglese. Fu impiegato in molti teatri operativi, tra cui il Nord Africa e la Francia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Lo sviluppo del carro partì nel novembre del 1936. Il Mk. II Matilda doveva essere, inzialmente, un'evoluzione del carro da supporto fanteria Mk I Matilda ( altresì noto sotto la denominazione di A11 ). I progettisti, tuttavia, si resero conto da subito che questa strada non era praticabile: il nuovo mezzo doveva essere ri-progettato da zero. Si ripartì, quindi, utilizzando come base il carro medio A7, un modello il cui sviluppo era stato interrotto allo stadio di prototipo.[2]

Il primo prototipo di Mk. II Matilda fu pronto in aprile 1937. Dopo varie prove, fu scelta una particolare motorizzazione composta da due motori AEC di tipo commerciale; il cambio era di tipo Wilson epicicloidale, anch'esso commerciale. Le sospensioni erano di tipo Vickers. Il peso complessivo del mezzo era di 24 t. La corazzatura era spessa 70 mm. L'arma principale era un cannone 2 libbre.[3]

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il modello pilota fu pronto nell'aprile del 1938, ma un ordine di 65 esemplari era già stato impartito nel dicembre del 1937. Nel maggio 1938 l'ordine aumentato a 165 esemplari. Tuttavia, allo scoppio della seconda guerra mondiale, solo 2 Matilda Mk. II erano in servizio: il modello, infatti, non si prestava facilmente alla produzione di massa.[3]

Fra il 1938 ed agosto 1943 ne furono prodotti 2987 esemplari. La produzione fu interrotta per obsolescenza: la torretta non permetteva l'installazione di un cannone più potente dell'originale 2 libbre. Altresì, non fu possibile dotare il carro di una nuova torretta in grado di ospitare un'arma di calibro maggiore.[3]

Confronto con gli altri carri armati[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene questo carro fosse stato prodotto in serie già nel 1938 ed abbia ricevuto il battesimo del fuoco durante la campagna di Francia nel 1940, esso conquistò la sua fama con l' 8ª armata britannica nel deserto libico dove carri armati meglio armati, come i Panzer III e i Panzer IV tedeschi e gli M13/40 italiani, vennero facilmente surclassati[senza fonte]: i cannoni più potenti dell'esercito dell'Asse (il pezzo 47 e 75/18 mm degli italiani e i pezzi da 50 e 75/24 mm dei tedeschi) non riuscivano in alcun modo a perforare la corazza del Matilda, se non con l'utilizzo dei proiettili HEAT (in dotazione ai semoventi italiani 75/18 e ai panzer IV C e D tedeschi), mentre il cannone da 40 mm di quest'ultimo riusciva a perforare facilmente le corazze da 50 mm, o inferiori, dei carri dell'Asse anche da 1 km di distanza.
I tedeschi riusciranno a risolvere questo problema con l'uso massiccio del cannone FLAK da 88 mm e con l'introduzione dei cannoni anticarro ad alta velocità iniziale[4], come il PaK 38 da 50 mm ad alta velocità iniziale, il PaK 40 da 75 mm e i cannoni da 75/48 montati sui carri Panzer IV Ausf H e sugli Sturmgeschütz III Ausf F/8 e G[5] Gli italiani riuscirono solo ad arginare il problema, usando sempre il cannone da 47/32 ma addestrandone bene i serventi, insegnando loro a mirare soprattutto ai cingoli o anche sul fondo quando i carri superavano un ostacolo; a volte riuscivano a tirare proprio nell'ingranaggio che congiunge lo scafo alla torretta, bloccandola, ma si trattava più di colpi di fortuna che non di addestramento.

Dopo il 1942 il Matilda Mk II verrà sostituito dai più potenti carri Churchill, infatti nel corso della guerra, questo carro evidenzio il suo tallone d'achille proprio nella limitata velocita e nell'armamento sempre più mediocre col passare del tempo, perdendo man mano il vantaggio della corazza spessa, ciò nonostante fino al giugno 1941 il Matilda si dimostro vulnerabile solo alle mine anticarro e alle artiglierie antiaeree e da campagna impiegate in funzione anticarro a breve distanza.

Varianti[modifica | modifica wikitesto]

  • Infantry Tank Mark II - Matilda II:
Primo modello di produzione armato con mitragliatrice Vickers.
  • Infantry Tank Mark II.A. - Matilda II Mk II:
Mitragliatrice Vickers sostituita dalla mitragliatrice Besa.
  • Infantry Tank Mark II.A.* - Matilda II Mk III:
Nuovo motore diesel Leyland usato al posto dei motori di AEC.
  • Infantry Tank Mark II - Matilda II Mk IV:
Con motori migliorati, montaggio rigido e senza torretta
  • Infantry Tank Mark II - Matilda II Mk V:
  • Matilda II Close Support (CS):
Variante con obice da 3 pollici
  • Baron I, II, III, III
telaio sperimentale con "flagello" sminatore - mai usato operativamente.
  • Matilda Scorpion I / II
telaio con il flagello, Utilizzato in Nord Africa, durante e dopo la battaglia di El Alamain.
La torretta normale era sostituita da una forma cilindrica che contiene un riflettore (proiettato attraverso una fessura verticale) e una mitragliatrice Besa.

Varianti australiane[modifica | modifica wikitesto]

Matilda Baron durante un test
  • Matilda Frog (25)
versione Lanciafiamme.
  • Murray e FT Murray
versione Lanciafiamme.
  • Matilda Hedgehog (6)

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Francia, 1940[modifica | modifica wikitesto]

Il primo scontro al quale parteciparono i carri Matilda fu la Battaglia di Arras. Vi parteciparono 16 esemplari, armati con cannone 2 libbre. In questa occasione, le armi anticarro tedesche - eccezion fatta per il 8,8 cm FlaK - si rivelarono incapaci di penetrare la corazza dei Matilda.[6] Durante la Campagna di Francia si dimostrò il miglior carro comparso sui campi di battaglia.[3]

Nordafrica, 1941[modifica | modifica wikitesto]

Matilda in azione durante l'Operazione Compass

Nel novembre del 1940 l'ottava armata inglese aveva solo poche centinaia di mezzi corazzati in Nord Africa: solo 200 sono carri armati e solo una cinquantina erano del tipo pesante da 30 tonnellate (e tra questi solo una dozzina erano del tipo "Matilda Mk II"). Ma verso la fine dell'anno il primo ministro inglese, Winston Churchill, mandò una brigata corazzata di 150 carri di cui una cinquantina del tipo "Infantry Tank Matilda". Questi vennero schierati soprattutto nella settima divisione corazzata e nel settimo reggimento della quarta divisione indiana di fanteria.
Furono proprio queste due divisioni e questi carri armati a fare la differenza durante l'avanzata britannica su El-Agheila. Un episodio particolarmente esplicativo fu quello della battaglia di Nibeiwa dove i soli carri Matilda hanno attaccato, e vinto, un contingente italiano forte di 5.000 uomini e carri armati M11 e M13 , subendo solo 7 perdite[7] e catturando 4.000 soldati nemici. Alla fine dell'avanzata erano ancora funzionanti solo una dozzina di Matilda, ma l'ottava armata britannica, nel suo insieme, era ancora intatta, mentre l'esercito italiano era in rotta.
Questi carri hanno combattuto quasi ininterrottamente per 33 ore compiendo una distanza di 270 km: un record nel campo della mobilità di forze corazzate che non sarà più eguagliato durante la seconda guerra mondiale.
Sulla battaglia di Nibeiwa ci sono delle descrizioni contrastanti fatte nel libro "Iron Hearts, Iron Hull" di Walker Ian W.. Da questo libro si deduce che non ci fu alcuno scontro tra mezzi corazzati italiani e britannici, invece i carristi italiani furono annientati all'arma bianca dalla divisione indiana durante la notte tra l'8 e il 9 dicembre 1940 e non riuscirono neppure a raggiungere i loro carri.
Quando arrivarono i carri Mk II Matilda nel campo di Nibeiwa tutti gli italiani erano già stati uccisi alla baionetta. Gli inglesi si divertirono a tirare sui carri vuoti e ne colpirono 15 poi gli altri furono catturati. Da questo libro si deduce che la guerra corazzata tra inglesi e italiani non fu vinta sul campo di battaglia ma grazie ad una fortissima penetrazione spionistica dei britannici nei reparti italiani che gli permise di ottenere sempre la perfetta dislocazione dei dispositivi bellici e di vincere. Infatti il Matilda messo alla prova tecnicamente dimostrerà ben presto tutte le sue gravi lacune.

El Alamein, 1942[modifica | modifica wikitesto]

Un Matilda catturato

Questa è stata l'ultima battaglia dei Matilda in Nord Africa, nonostante i successi dell'anno precedente le loro prestazioni, nel '42, apparvero abbastanza modeste per diversi fattori:

  • Primo fra tutti il numero: non erano rimasti operativi molti Matilda dopo il loro impiego intensivo durante l'avanzata su El-Agheila di alcuni mesi prima.
  • Comparvero in prima linea i carri armati M4 Sherman e Panzer IV (mod. F1) dalle corazze vicine a quelli del Matilda, anche se ancora inferiori di un paio di centimetri, ma armati di cannoni anticarro da 75 mm in torretta (e non in casamatta come nel M3 Lee);
  • Il generale Erwin Rommel (arrivato in Nord-Africa l'anno prima) faceva uso dei cannoni FlaK da 88 mm come armi controcarro, essi potevano perforare comodamente una dozzina di centimetri di corazza d'acciaio a 1 km di distanza, quindi il vantaggio della corazza pesante del Matilda veniva annullato.

In ogni caso il Matilda ha partecipato con successo ad alcune fasi fondamentali della battaglia, anche se come "spalla" dei più potenti carri Sherman.
Successivamente i Matilda rimasti saranno usati per scacciare definitivamente le forze dell'asse dal Nordafrica.

Pacifico[modifica | modifica wikitesto]

Un certo numero di Matilda Mk. II fu spedito in Australia.[3]

Fronte orientale[modifica | modifica wikitesto]

Un grande numero di Matilda Mk. II fu spedito in Unione Sovietica. Il modello era apprezzato dagli equipaggio sovietici per l'affidabilità e la buona corazzatura.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carri Armati della Seconda Guerra Mondiale, Jim Winchester, 2008, L'Airone
  2. ^ Bingham, 1967, p.3
  3. ^ a b c d e f Bingham, 1967, p.4
  4. ^ A parità di calibro, una maggiore velocità del proiettile garantisce un potere di perforazione più elevato; Per fare un esempio: il cannone da 75/70 del Panther riusciva a perforare 140 mm di acciaio ad 1 km di distanza, mentre il cannone da 76/41 del T-34 perforava "solo" 70 mm di corazza, pur essendo di calibro superiore
  5. ^ Bisogna tener presente, però che il cannone da 75/48 è stato introdotto per contrastare i carri Russi come il T-34 e KV-1 e non è mai stato utilizzato in Nord Africa
  6. ^ Bingham, 1967, p.2
  7. ^ Solo 7 carri armati inglesi risultarono inutilizzabili dopo la battaglia, le perdite di fanteria furono superiori, ma contenute

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Bryan Perrett, The Matilda, Ian Allan Publishing, 2004, ISBN 0-7110-3049-9.
  • (EN) Thomas Jentz, Tank Combat in North Africa: The Opening Rounds, Operations Sonnenblume, Brevity, Skorpion and Battleaxe, February 1941 - June 1941, Schiffer Publishing Ltd., 2004, ISBN 0-7643-0226-4.
  • (EN) David Fletcher, Peter Sarson, Matilda Infantry Tank 1938-45, Osprey Publishing, 1994, ISBN 978-1-85532-457-2.
  • (EN) James Bingham, Armour in Profile n° 15 - Infantry Tank Mk.II Matilda, Profile Publication Ltd., 1967.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Il parametro "Matilda Mk II" non corrisponde a nessun progetto riconosciuto dal template

  Portale Mezzi corazzati: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mezzi corazzati

[[Categoria:Veicoli militari britannici della seconda guerra mondiale]] [[Categoria:Carri armati]]