Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia
(NL) Volkspartij voor Vrijheid en Democratie
LeaderDilan Yeşilgöz-Zegerius
StatoBandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi
SedeThorbeckehuis Laan Copes van Cattenburch 52, L'Aia
AbbreviazioneVVD
Fondazione24 gennaio 1948
IdeologiaLiberalismo conservatore [1]
CollocazioneCentro-destra
Partito europeoALDE
Gruppo parl. europeoRenew Europe
Affiliazione internazionaleInternazionale Liberale
Seggi Tweede Kamer
24 / 150
(2023)
Seggi Eerste Kamer
10 / 75
(2023)
Seggi Europarlamento
5 / 29
(2019)
Seggi Provinciali
63 / 570
(2023)
Iscritti22 473 (1º gennaio 2024)
Sito webwww.vvd.nl

Il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (in olandese Volkspartij voor Vrijheid en Democratie, VVD) è un partito politico olandese di stampo liberale conservatore.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla fondazione al 1970[modifica | modifica wikitesto]

Pieter Oud, cofondatore e leader dal 1948 al 1963

Il VVD è stato fondato nel 1948 quale continuatore dell'esperienza del Partito della Libertà, a sua volta erede del Partito Liberale di Stato. Ad esso si erano uniti i liberali fuoriusciti dal PvdA, eredi della Lega Libero-Democratica. Dal 1948 al 1952 il VVD prese parte al governo con i cristiano-democratici ed il PvdA. Dopo le elezioni del 1952 passavano all'opposizione. Nelle elezioni del 1956 ottennero 9 seggi, ma non presero parte al governo.

Alle politiche del 1959 ottennero 19 seggi e formarono un governo con i partiti cristiano-democratici. Nelle elezioni del 1963 il VVD perse tre seggi, ma rimase al governo. Iniziò, però, un periodo di divisioni interne al partito, che portò alla fuoriuscita di alcuni esponenti della sinistra che diedero vita al Centro Liberal Democratico (Liberaal Democratisch Centrum, LCD), dalle cui file poi nacquero i Democratici 66. Nel elezioni del 1967 il VVD rimase stabile e continuò a prendere parte al governo.

Dal 1970 al 2000[modifica | modifica wikitesto]

Hans Wiegel, leader dal 1971 al 1982

Nelle elezioni del 1971 il VVD perse un seggio, ma entrò al governo con i partiti cristiano-democratici e i socialdemocratici di DS70. Nelle elezioni del 1972, grazie alle politiche più aperte ai temi sociali del nuovo leader, Hans Wiegel, il VVD guadagnò sei seggi, ma fu escluso dal governo. Alle elezioni del 1977, grazie alla forte opposizione svolta, il VVD ottenne 28 seggi e formò, con il CDA, un governo che aveva una maggioranza di soli due seggi. Nel 1981 il VVD perse due seggi e la CDA lo sostituì al governo con i D66 ed il PvdA. Il governo però durò appena un anno ed alle elezioni del 1982 il nuovo leader Nijpels portò il VVD a 36 seggi ed al governo con il CDA.

Nel 1986 il VVD perse 9 seggi, ma il governo mantenne la sua maggioranza. Nijpels fu sostituito da Joris Voorhoeve. Nelle elezioni del 1989, il VVD ottenne 22 seggi, perdendone 5, e fu sostituito al governo dal PvdA. Leader divenne Frits Bolkestein, che nonostante avesse portato il VVD al governo si caratterizzò sempre per i toni da opposizione e per la sua politica di pungolo alla compagine governativa. Nelle elezioni del 1994 Bolkestein portò, infatti, il partito a 31 seggi e nacque un governo "viola" (VVD e D66 "blu" e PvdA "rossi"), governo confermato nel 1998 con i VVD che conquistarono 38 seggi. Bolkestein nel 1999 fu nominato membro della Commissione europea e fu sostituito da Hans Dijkstal, un socio-liberale.

Dal 2000 ad oggi[modifica | modifica wikitesto]

Mark Rutte, leader dal 2006 al 2023 e ministro-presidente dal 2010

Alle elezioni del 2002, con la campagna elettorale contrassegnata dall'omicidio del leader di destra Pim Fortuyn, il VVD ottenne 24 seggi, perdendone 14, e diede vita ad un governo con il CDA e i candidati senza leader della Lijst Pim Fortuyn. Il governo però durò appena un anno. Nelle elezioni del 2003 il VVD, avendo fatto proprie alcune proposte tipiche della LPF, ottenne 28 seggi ed è entrato a far parte di un governo con il CDA e i D66. Alle municipali del 2006, però, il partito ha perso molti consiglieri.

Con le elezioni anticipate del 2006 il quadro politico olandese si è particolarmente complicato. Si è rafforzato, infatti, il Partito Socialista, il partito più a sinistra, che ha guadagnato ben 17 seggi (25 seggi totali), ed ha ottenuto un buon risultato il Partito Per la Libertà (PVV), che ha conquistato 9 seggi. Il PVV è un partito conservatore nato da una scissione del VVD. Hanno perso consensi tutti i partiti maggiori: il CDA (-3), il PvdA (-10), la Lista Pim Fortuyn (-8), che non ha più deputati. Penalizzato dalla presenza del PVV, il VVD è sceso dal 17,91% al 14,67%. I Liberali hanno, così, perso 6 seggi (22 seggi) e sono stati superati dai Socialisti, che diventano il terzo partito della Camera bassa. Il VVD è passato quindi all'opposizione di un governo composto da democristiani (CDA), socialdemocratici (PvdA) e socio-conservatori (Unione Cristiana). Alle elezioni del 2010 i liberali incrementarono i propri consensi del 5,82%, salendo al 20,49% e tornando ad essere il primo partito olandese. Anche altri partiti incrementarono i propri consensi: i socio-liberali di D66 (+4,9%), gli ecologisti di GL (+2%), ma soprattutto i populisti del Partito per la Libertà (+9,4%). Sonora sconfitta la subirono i democristiani del CDA (-12,8%) e il Partito Socialista (-7,7%). A seguito delle elezioni del 2010, il VVD diventa il partito di maggioranza a capo di un Governo di minoranza guidato da in alleanza con il CDA e con l'appoggio parlamentare del PVV.

L'azione dell'esecutivo di Mark Rutte si concentra sull'equilibrio di bilancio e la riduzione del deficit nazionale, supportando fortemente la linea di rigore ed austerity promossa dalla Germania di Angela Merkel. Il 21 aprile 2012 il PVV ritira il suo appoggio all'esecutivo, provocando la crisi di governo; il 23 aprile il premier Rutte rassegna le sue dimissioni.

Alle successive elezioni nel settembre 2012 il VVD si riconferma primo partito, ottenendo il 26,58% dei voti e 41 seggi alla Camera, il risultato più alto nella sua storia. Nasce il Governo-Rutte II, in coalizione con il Partito del Lavoro per un totale di 79 seggi su 150. Nelle elezioni del 2017, seppure in calo di ben cinque punti percentuali, il VVD rimane la prima forza politica col 21,29% dei voti. Da questo risultato Mark Rutte riuscirà a formare il suo terzo esecutivo, composto da una coalizione quadripartita (VVD, CDA, D66 ed Unione Cristiana).

Per le europee del 2019 i liberali vedono un ulteriore calo dei consensi, fermandosi al 14,64% e venendo superati dai laburisti che tornano prima forza politica olandese.

Ideologia[modifica | modifica wikitesto]

Il VVD nasce come un partito liberale "centrista". Nel 1971 vide la "fuoriuscita" di alcuni esponenti "socio-liberali" poi confluiti nei D66, mentre nella seconda decade del 2000 ha visto nascere alla sua destra il PVV, partito di stampo populista. È membro dell'ALDE e dell'Internazionale Liberale.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Leadership[modifica | modifica wikitesto]

Leader[modifica | modifica wikitesto]

Presidente[modifica | modifica wikitesto]

Vicepresidente[modifica | modifica wikitesto]

  • Pieter Oud (28 gennaio 1948 – 8 aprile 1949)
  • Harm van Riel (8 aprile 1949 – 15 maggio 1963)
  • Johan Witteveen (15 maggio 1963 – 24 luglio 1963)
  • Hans Roelen (24 luglio 1963 – 16 luglio 1969)
  • Henk Talsma (16 luglio 1969 – 1978)
  • Hendrik Toxopeus (1978 – 1979)
  • Jan Kamminga (1979 – 22 maggio 1981)
  • Liesbeth Tuijnman (22 maggio 1981 – dicembre 1985)
  • Ivo Opstelten (febbraio 1986 – 22 maggio 1993)
  • Jan Gmelich Meijling (22 maggio 1993 – 22 agosto 1994)
  • Ronald Haafkens (22 agosto 1994 – 28 maggio 1999)
  • Sari van Heemskerck Pillis-Duvekot (28 maggio 1999 – 2004, copresidente)
  • Rudolf Sandberg tot Essenburg (28 maggio 1999 – 2000, copresidente)
  • Paul Tirion (2000 – 2001, copresidente)
  • Mark Harbers (2001 – 2005, copresidente)
  • Ines Adema (2004 – 4 aprile 2008, copresidente)
  • Rogier van der Sande (2005 – 4 aprile 2008, copresidente)
  • Mark Verheijen (4 aprile 2008 – 21 maggio 2012)
  • Wiet de Bruijn (21 maggio 2012 – 14 giugno 2014, copresidente)
  • Robert Reibestein (21 maggio 2012 – 14 giugno 2014, copresidente)
  • Jeannette Baljeu (14 giugno 2014 – 20 maggio 2017)
  • Eric Wetzels (20 maggio 2017 – 20 maggio 2020)
  • Onno Hoes (20 maggio 2020 – 8 ottobre 2022)
  • Eric Wetzels (dal 8 ottobre 2022)

Presidenti dei gruppi parlamentari[modifica | modifica wikitesto]

Eerste Kamer[modifica | modifica wikitesto]

Tweede Kamer[modifica | modifica wikitesto]

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezione Voti % Seggi
Legislative 1948 391 908 7,94
8 / 100
Legislative 1952 471 040 8,83
9 / 100
Legislative 1956 502 530 8,77
9 / 100
Legislative 1959 732 658 12,21
19 / 150
Legislative 1963 643 820 10,29
16 / 150
Legislative 1967 738 202 10,73
17 / 150
Legislative 1971 653 370 10,34
16 / 150
Legislative 1972 1 068 375 14,45
22 / 150
Legislative 1977 1 492 689 17,95
28 / 150
Europee 1979 914 787 16,14
4 / 25
Legislative 1981 1 505 311 17,32
26 / 150
Legislative 1982 1 900 763 23,08
36 / 150
Europee 1984 1 002 685 18,93
5 / 25
Legislative 1986 1 596 991 17,41
27 / 150
Legislative 1989 1 295 402 14,57
22 / 150
Europee 1989 714 745 13,63
3 / 25
Legislative 1994 1 792 401 19,96
31 / 150
Europee 1994 740 443 17,91
6 / 31
Legislative 1998 2 124 971 24,69
38 / 150
Europee 1999 698 050 19,69
6 / 31
Legislative 2002 1 466 722 15,44
24 / 150
Legislative 2003 1 728 707 17,91
28 / 150
Europee 2004 629 198 13,20
4 / 27
Legislative 2006 1 443 312 14,67
22 / 150
Europee 2009 518 643 11,39
3 / 25
Legislative 2010 1 929 575 20,49
31 / 150
Legislative 2012 2 504 948 26,58
41 / 150
Europee 2014 571 176 12,02
3 / 26
Legislative 2017 2 238 351 21,29
33 / 150
Europee 2019 805 100 14,64
4 / 26
Legislative 2021 2.279.130 21,87
34 / 150
Legislative 2023 1.549.725 15,20
24 / 150

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Parties and elections - Netherlands, su parties-and-elections.eu. URL consultato il 5 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2016).
  2. ^ (NL) Benk Korthals voorgedragen als nieuwe VVD-voorzitter Archiviato il 5 aprile 2017 in Internet Archive., Volkskrant, 17 marzo 2011
  3. ^ (NL) Benk Korthals nieuwe voorzitter VVD Archiviato il 27 settembre 2012 in Internet Archive., RTL Nederland, 22 aprile 2011
  4. ^ (NL) Benk Korthals nieuwe voorzitter VVD Archiviato l'11 ottobre 2012 in Internet Archive., Telegraaf, 22 aprile 2011
  5. ^ (NL) Henry Keizer nieuwe VVD-voorzitter Archiviato il 28 agosto 2014 in Internet Archive., NOS, 14 giugno 2014
  6. ^ (NL) Henry Keizer gekozen als nieuwe partijvoorzitter VVD Archiviato il 26 agosto 2014 in Internet Archive., Elsevier, 14 giugno 2014
  7. ^ (NL) Keizer treedt af als VVD-voorzitter, su nos.nl, 18 maggio 2017. URL consultato il 24 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2017).
  8. ^ (NL) VVD'er Uri Rosenthal informateur Archiviato il 21 aprile 2012 in Internet Archive., NRC, 12 giugno 2010
  9. ^ (NL) VVD'er De Graaf nieuwe voorzitter Senaat Archiviato il 21 maggio 2015 in Internet Archive., NOS, 24 giugno 2011
  10. ^ (NL) Hermans treedt na Meavita-debacle af als senator VVD, in Algemeen Dagblad, 2 novembre 2015. URL consultato il 24 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2015).
  11. ^ (NL) Annemarie Jorritsma nieuwe fractievoorzitter VVD in Senaat, su parlement.com, 24 novembre 2015. URL consultato il 24 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2015).
  12. ^ (NL) Halbe Zijlstra nieuwe fractievoorzitter VVD, su rtlnieuws.nl, 31 ottobre 2012. URL consultato il 24 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2015).
  13. ^ (NL) Rutte als Kamerlid die premier Rutte aan de tand voelt? Het kan in demissionair kabinet, in Volkskrant, 22 marzo 2017. URL consultato il 24 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2017).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN235649736 · LCCN (ENn86132456 · GND (DE5119868-X · WorldCat Identities (ENlccn-n86132456