Fobos (astronomia): differenze tra le versioni

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[[File:Phobos over Mars.png|thumb|left|150px|Fobos ripreso nel 1977 dal [[Viking 2|Viking Orbiter 2]] con l'[[Ascraeus Mons]] sullo sfondo.]]
[[File:Phobos over Mars.png|thumb|left|150px|Fobos ripreso nel 1977 dal [[Viking 2|Viking Orbiter 2]] con l'[[Ascraeus Mons]] sullo sfondo.]]


Con le missioni [[Viking 1]] e [[Viking 2|2]] del 1976 si ebbe un ulteriore incremento nelle conoscenze su entrambi i satelliti, grazie sia ai miglioramenti tecnici introdotti nei sistemi di raccolta di immagini, sia ai [[sorvolo ravvicinato|passaggi]] più stretti che i due ''[[orbiter]]'' eseguirono soprattutto con Fobos.<ref name=Hunt-Viking>{{cita|G. E. Hunt ''et al.''|pp. 98-100|Hunt1978}}, 1978.</ref> Per la prima volta, inoltre, lo studio dei satelliti naturali di Marte fu posto tra gli obiettivi primari durante l'estensione delle missioni e la mole di dati raccolta non fu superata per i successivi quarant'anni.<ref name=Duxbury10>{{cita|T. C. Duxbury ''et al''.|p. 10|Duxbury2014}}, 2014.</ref> In particolare, la superficie fu osservata ad alta risoluzione nel visibile, nell'infrarosso e nell'ultravioletto, rilevando variazioni di colore. Di Fobos fu determinata la massa,<ref>{{cita|B. G. Williams ''et al''||Williams1988}}, 1988.</ref> la densità e stimata l'età e la composizione. Furono identificate le striature (indicate ''grooves'' in [[lingua inglese|inglese]]) tanto caratteristiche della superficie della luna: catene di crateri irregolari di diametro compreso tra 50 e 100 m, molto compatte e orientate preferenzialmente in direzione parallela al piano orbitale di Fobos. I dati raccolti condussero a ipotizzare che Fobos fosse un [[asteroide di tipo C]] catturato da Marte.<ref name=Hunt-Viking/><ref>{{cita|P. Ulivi e D. M. Harland|p. 250|UliviPartI}}, 2007.</ref>
Con le missioni [[Viking 1]] e [[Viking 2|2]] del 1976 si ebbe un ulteriore incremento nelle conoscenze su entrambi i satelliti, grazie sia ai miglioramenti tecnici introdotti nei sistemi di raccolta di immagini, sia ai [[sorvolo ravvicinato|passaggi]] più stretti che i due ''[[orbiter]]'' eseguirono soprattutto con Fobos.<ref name=Hunt-Viking>{{cita|G. E. Hunt ''et al.''|pp. 98-100|Hunt1978}}, 1978.</ref> Per la prima volta, inoltre, lo studio dei satelliti naturali di Marte fu posto tra gli obiettivi primari durante l'estensione delle missioni e la mole di dati raccolta non fu superata per i successivi quarant'anni.<ref name=Duxbury10>{{cita|T. C. Duxbury ''et al''.|p. 10|Duxbury2014}}, 2014.</ref> In particolare, la superficie fu osservata ad alta risoluzione nel visibile, nell'infrarosso e nell'ultravioletto, rilevando variazioni di colore. Di Fobos fu determinata la massa,<ref>{{cita|B. G. Williams ''et al''||Williams1988}}, 1988.</ref> la densità e stimata l'età e la composizione. Furono identificate le striature (indicate ''grooves'' in [[lingua inglese|inglese]]) tanto caratteristiche della superficie della luna: catene di crateri irregolari di diametro compreso tra 50 e 100 m, molto compatte e orientate preferenzialmente in direzione parallela al piano orbitale di Fobos. I dati raccolti condussero a ipotizzare che Fobos fosse un [[asteroide di tipo C]] catturato da Marte.<ref name=Hunt-Viking/>


Nel [[1988]], i [[Unione Sovietica|sovietici]], con una nutrita partecipazione internazionale,<ref>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|p. 146|UliviPartII}}, 2009.</ref> lanciarono [[Programma Phobos|due sonde]] complementari, denominate [[Phobos 1]] e [[Phobos 2|2]], per l'esplorazione di Marte e Fobos. Dopo aver eseguito osservazioni del [[mezzo interstellare]] nella fase di crociera e del pianeta e delle sue lune da un'[[orbita areocentrica]], le sonde avrebbero dovuto eseguire un [[sorvolo ravvicinato]] particolarmente stretto su Fobos, transitando a soli 50 m dalla superficie della luna. Contestualmente avrebbero rilasciato ciascuna due ''[[lander]]'', dei quali uno avrebbe avuto possibilità di spostarsi "a saltelli" mentre l'altro sarebbe stato una piattaforma fissa.<ref name="NASA: Phobos Project">{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos Project Information |autore=Edwin V. Bell, II |editore=NASA |data=11 aprile 2016 <small>(ultimo aggiornamento)</small> |url=https://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/phobos.html |accesso=12 gennaio 2019}}</ref><ref>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|pp. 149-152|UliviPartII}}, 2009.</ref> Phobos 1 fu perduta durante la fase di crociera, Phobos 2 raggiunse Marte, ma andò perduta per un malfunzionamento del computer<ref name="NASA: Phobos Project"/> quando si trovava a meno di 100 km dalla luna, nel sorvolo programmato per il rilascio dei ''lander''. La missione produsse risultati scientifici di rilievo, tra i quali nuovi valori della massa di Fobos e della sua densità, immagini ad alta risoluzione della superficie,<ref>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|pp. 160-161|UliviPartII}}, 2009.</ref> indizi della presenza di un debole campo magnetico interno<ref>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|p. 162|UliviPartII}}, 2009.</ref> e una prova indiretta (e non definitiva<ref name=Toro/>) dell'esistenza di un [[Toro (geometria)|toro]] di [[gas]] e polveri, probabilmente rilasciati dalla superficie di Fobos, in corrispondenza dell'orbita della luna.<ref>{{Cita pubblicazione |nome=E. M. |cognome=Dubinin |data=1990 |titolo=Indirect evidences for a gas/dust torus along the Phobos orbit |rivista=Geophysical Research Letters |volume=17 |numero=6 |pp=861–864 |lingua=en |accesso=8 gennaio 2019 |doi=10.1029/GL017i006p00861 |url=https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1029/GL017i006p00861 |nome2=R. |cognome2=Lundin |nome3=N. F. |cognome3=Pissarenko}}</ref><ref name=Toro>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|p. 158|UliviPartII}}, 2009.</ref> Sebbene le ragioni che condussero alla perdita della missione siano state identificate,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos 2 Images of Mars and Phobos |url=http://www.strykfoto.org/phobos2.htm |autore=Ted Stryk |anno=2007 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150717180620/http://www.strykfoto.org/phobos2.htm |dataarchivio = 5 ottobre 2007 |urlmorto = sì}}</ref> l'episodio è stato attribuito da alcuni [[ufologia|ufologi]] all'azione di un [[Astronave|veicolo]] [[Extraterrestre|alieno]], di cui la sonda avrebbe ripreso l'ombra proiettata sulla superficie del pianeta nelle sue ultime fotografie. In realtà, l'ombra osservata sulla superficie di Marte apparteneva a Fobos, deformata dalla particolare prospettiva determinata dal sorvolo ravvicinato e dai tempi di esposizione degli apparecchi fotografici.<ref>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|pp. 164-167|UliviPartII}}, 2009.</ref>
Nel [[1988]], i [[Unione Sovietica|sovietici]], con una nutrita partecipazione internazionale,<ref>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|p. 146|UliviPartII}}, 2009.</ref> lanciarono [[Programma Phobos|due sonde]] complementari, denominate [[Phobos 1]] e [[Phobos 2|2]], per l'esplorazione di Marte e Fobos. Dopo aver eseguito osservazioni del [[mezzo interstellare]] nella fase di crociera e del pianeta e delle sue lune da un'[[orbita areocentrica]], le sonde avrebbero dovuto eseguire un [[sorvolo ravvicinato]] particolarmente stretto su Fobos, transitando a soli 50 m dalla superficie della luna. Contestualmente avrebbero rilasciato ciascuna due ''[[lander]]'', dei quali uno avrebbe avuto possibilità di spostarsi "a saltelli" mentre l'altro sarebbe stato una piattaforma fissa.<ref name="NASA: Phobos Project">{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos Project Information |autore=Edwin V. Bell, II |editore=NASA |data=11 aprile 2016 <small>(ultimo aggiornamento)</small> |url=https://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/phobos.html |accesso=12 gennaio 2019}}</ref><ref>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|pp. 149-152|UliviPartII}}, 2009.</ref> Phobos 1 fu perduta durante la fase di crociera, Phobos 2 raggiunse Marte, ma andò perduta per un malfunzionamento del computer<ref name="NASA: Phobos Project"/> quando si trovava a meno di 100 km dalla luna, nel sorvolo programmato per il rilascio dei ''lander''. La missione produsse risultati scientifici di rilievo, tra i quali nuovi valori della massa di Fobos e della sua densità, immagini ad alta risoluzione della superficie,<ref>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|pp. 160-161|UliviPartII}}, 2009.</ref> indizi della presenza di un debole campo magnetico interno<ref>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|p. 162|UliviPartII}}, 2009.</ref> e una prova indiretta (e non definitiva<ref name=Toro/>) dell'esistenza di un [[Toro (geometria)|toro]] di [[gas]] e polveri, probabilmente rilasciati dalla superficie di Fobos, in corrispondenza dell'orbita della luna.<ref>{{Cita pubblicazione |nome=E. M. |cognome=Dubinin |data=1990 |titolo=Indirect evidences for a gas/dust torus along the Phobos orbit |rivista=Geophysical Research Letters |volume=17 |numero=6 |pp=861–864 |lingua=en |accesso=8 gennaio 2019 |doi=10.1029/GL017i006p00861 |url=https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1029/GL017i006p00861 |nome2=R. |cognome2=Lundin |nome3=N. F. |cognome3=Pissarenko}}</ref><ref name=Toro>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|p. 158|UliviPartII}}, 2009.</ref> Sebbene le ragioni che condussero alla perdita della missione siano state identificate,<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=Phobos 2 Images of Mars and Phobos |url=http://www.strykfoto.org/phobos2.htm |autore=Ted Stryk |anno=2007 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150717180620/http://www.strykfoto.org/phobos2.htm |dataarchivio = 5 ottobre 2007 |urlmorto = sì}}</ref> l'episodio è stato attribuito da alcuni [[ufologia|ufologi]] all'azione di un [[Astronave|veicolo]] [[Extraterrestre|alieno]], di cui la sonda avrebbe ripreso l'ombra proiettata sulla superficie del pianeta nelle sue ultime fotografie. In realtà, l'ombra osservata sulla superficie di Marte apparteneva a Fobos, deformata dalla particolare prospettiva determinata dal sorvolo ravvicinato e dai tempi di esposizione degli apparecchi fotografici.<ref>{{Cita|P. Ulivi e D. M. Harland|pp. 164-167|UliviPartII}}, 2009.</ref>


Nel [[1997]] Fobos fu oggetto di osservazioni da due sonde statunitensi, [[Mars Pathfinder]], dalla superficie del pianeta, e [[Mars Global Surveyor]], dall'orbita. Per entrambe le sonde, lanciate nel 1996, Fobos costituì un obiettivo secondario, di opportunità. In particolare, nel caso del Mars Global Surveyor l'orbita operativa fu raggiunta attarverso una fase di [[aerofrenaggio]] durata quattro mesi, durante i quali la sonda eseguì alcuni passaggi a qualche migliaio di chilometri di distanza da Fobos, acquisendo immagini ad alta risoluzione della superficie e provando a determinarne [[Spettroscopia|spettroscopicamente]] la composizione.<ref>{{cita|P. Ulivi e D. M. Harland|p. 398|UliviPartII}}, 2009.</ref> Anche Mars Pathfinder eseguì osservazioni spettroscopiche delle due lune, ottenendo dati che misero in discussione alcune conclusioni tratte durante gli anni settanta e correlando Fobos e Deimos agli [[asteroidi di tipo D]].<ref>{{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=Mars Pathfinder spectral measurements of Phobos and Deimos: Comparison with previous data |autore1=Scott Murchie |autore2=Nick Thomas |autore2=Daniel Britt |autore4=Ken Herkenhoff |autore5=James F. Bell III |rivista=Journal of Geophysical Research: Planets |data=25 aprile 1999 |volume=104 |numero=E4 |pp=9069-9079 |doi=10.1029/98JE02248}}</ref> Nei dieci anni in cui il Mars Global Surveyor è stato attivo non ha più potuto osservare direttamente Fobos, ma ha più volte registrato la posizione della sua ombra sulla superficie di Marte, acquisendo informazioni utili a migliorare la conoscenza dell'orbita della luna.<ref>{{cita|B. G. Bills ''et al''.||Bills2005}}, 2005.</ref>
Nel [[1996]] [[Mars Pathfinder]] contribuì a fornire dati scientifici con l'osservazione ad ampio spettro dalla superficie.<ref name="sonde">{{cita|T. C. Duxbury ''et al''.||Duxbury2014}}, 2014.</ref>


Nel 2001 la NASA lanciò un secondo ''[[orbiter]]'' marziano, il [[2001 Mars Odyssey|Mars Odyssey]], per il quale non previde alcuna osservazione di Fobos o Deimos. Solo un aggiornamento del software avvenuto nel 2017 ha consentito che la sonda potessere orientarsi verso la piccola luna ed effettuare un'osservazione termica per misurare la temperatura nei vari punti della superficie.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.jpl.nasa.gov/spaceimages/details.php?id=PIA22249 |titolo=Mars Odyssey Observes Phobos |sito=www.jpl.nasa.gov |accesso=11 gennaio 2019}}</ref>
Il [[Mars Global Surveyor]] operativo dal [[1998]] per 10 anni circa ebbe molte opportunità di effettuare osservazioni di Fobos, anche se non era l'obiettivo scientifico principale: la sonda infatti, dopo la circolarizzazione dell'orbita, si trovava a soli 400 km dalla superficie di Marte.<ref name="sonde" /> Gli strumenti a bordo hanno permesso di determinare la composizione della superficie, uno strato di [[regolite]] fina di almeno 100 metri.

Sebbene dal 2001 sia attivo [[Mars Odyssey]], la sua strumentazione e la sua posizione non permise di effettuare alcuna osservazione di Fobos fino al 2017, quando un aggiornamento del software consentì alla sonda di orientarsi verso la piccola luna ed effettuare un'osservazione termica per misurare la temperatura nei vari punti della superficie.<ref>{{Cita web |url=https://www.jpl.nasa.gov/spaceimages/details.php?id=PIA22249 |titolo=Mars Odyssey Observes Phobos |sito=www.jpl.nasa.gov |accesso=11 gennaio 2019}}</ref>


Il record di vicinanza a Fobos per un satellite artificiale ancora attivo è detenuto da [[Mars Express]], in orbita polare attorno a Marte dal 2003 e passato a soli 115 km da Fobos nel 2017. Le immagini catturate costantemente nel visibile permettono di migliorare l'accuratezza del calcolo dell'orbita del satellite.<ref>{{Cita web |url=http://www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Mars_Express/Mars_Express_views_moons_set_against_Saturn_s_rings |titolo=Mars Express views moons set against Saturn's rings |sito=European Space Agency |lingua=en |accesso=11 gennaio 2019}}</ref>
Il record di vicinanza a Fobos per un satellite artificiale ancora attivo è detenuto da [[Mars Express]], in orbita polare attorno a Marte dal 2003 e passato a soli 115 km da Fobos nel 2017. Le immagini catturate costantemente nel visibile permettono di migliorare l'accuratezza del calcolo dell'orbita del satellite.<ref>{{Cita web |url=http://www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Mars_Express/Mars_Express_views_moons_set_against_Saturn_s_rings |titolo=Mars Express views moons set against Saturn's rings |sito=European Space Agency |lingua=en |accesso=11 gennaio 2019}}</ref>

Versione delle 18:20, 12 gen 2019

Fobos
(Marte I)
Fobos ripreso dal Mars Reconnaissance Orbiter, il 23 marzo 2008.
Satellite diMarte
Scoperta17 agosto 1877[1]
ScopritoreAsaph Hall[1]
Parametri orbitali
(all'epoca 1º gennaio 1950[2])
Semiasse maggioreErrore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[3]
Periareo9 233,3 km[4]
Apoareo9 516,65 km[4]
Circonf. orbitale58 901 km[4]
Periodo orbitale0,32 giorni[3]
(7 h 39 min)[3]
Velocità orbitale
  • 2138[4] (media)
Inclinazione
sull'eclittica
26,27°[5][senza fonte]
Inclinazione rispetto
all'equat. di Marte
1,1°[3]
Inclinazione rispetto
al piano di Laplace
1,0756°[senza fonte]
Eccentricità0,015[3]
Dati fisici
DimensioniErrore in {{M}}: parametro 1 non è un numero valido.[1]
Diametro medioErrore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[senza fonte]
Schiacciamento0,12-0,31[senza fonte]
Superficie1,5483×109[6]
Volume5,729×1012[6]
Massa
Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[6]
Densità mediaErrore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[6]
Acceleraz. di gravità in superficie0,0057[6]
Velocità di fugaErrore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[6]
Periodo di rotazione7 h 39 min (rotaz. sincrona)[3]
Inclinazione assialenulla[senza fonte]
Temperatura
superficiale
  • Errore in {{M}}: parametro 1 non è un numero valido. (−40)[senza fonte] (media)
Pressione atm.nulla[1]
Albedo0,07[7]
Dati osservativi
Magnitudine app.11,8
Diametro
apparente
da Marte

Fobos (Φόβος, in lingua greca), spesso scritto anche Phobos, è il maggiore e il più interno dei due satelliti naturali del pianeta Marte (l'altro è Deimos). Orbita a meno di Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. dalla superficie di Marte. Si tratta del satellite naturale più vicino al proprio pianeta dell'intero sistema solare.

Secondo la mitologia greca, Fobos è uno dei figli di Ares (Marte) e Afrodite (Venere). I nomi di Deimos e Fobos significano rispettivamente terrore e paura, e furono assegnati su suggerimento del professore di scienze di Eton Henry Madan in onore dei due compagni del dio della guerra Marte citati nel XV libro dell'Iliade.

Osservazione

Dalla Terra

L'osservazione di Fobos dalla Terra è ostacolata dalle sue ridotte dimensioni e dalla sua vicinanza al pianeta rosso.[9] È osservabile solo per un limitato periodo di tempo quando Marte è prossimo all'opposizione[10] e appare come un oggetto puntiforme, senza che sia possibile risolverne la forma.[11] In tale circostanza Fobos raggiunge una magnitudine di 11,6.[8] Per confronto Marte può raggiungere una magnitudine massima di −2,8[12] risultando poco meno di seicentomila volte più luminoso. Inoltre all'opposizione Fobos si discosta in media 24,6 arcosecondi dal pianeta.[8] Di conseguenza è più semplice osservare Deimos, che si discosta da Marte 61,8 arcosecondi, pur raggiungendo una magnitudine di 12,8.[8][13]

Per procedere all'osservazione di entrambi i satelliti, in condizioni particolarmente favorevoli, è necessario disporre di un telescopio di almeno 12 pollici (Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.).[13][14] Utilizzare un elemento che occulti il bagliore del pianeta e dispositivi per la raccolta di immagini quali lastre fotografiche o CCD, con esposizioni di alcuni secondi, risulta d'aiuto.[15]

Da Marte

Deimos (sinistra) e Fobos (destra) fotografati dal rover Spirit, dalla superficie di Marte.

Fobos appare grande quanto un terzo della Luna vista dalla Terra.[16] Data la sua vicinanza col pianeta, la vista migliore si ottiene dalle latitudini equatoriali della superficie di Marte e appare tanto più piccolo quanto maggiore è la latitudine dell'osservatore;[17] risulta invece completamente invisibile (sempre oltre l'orizzonte) da latitudini maggiori di 69°.[18][19] Raggiunge una magnitudine apparente massima di -3,9[8] all'opposizione (corrispondente a una fase di Luna piena) con un diametro angolare di 8'.[8]

Poiché Fobos completa un'orbita in meno di un giorno marziano, un osservatore sulla superficie del pianeta lo vedrebbe sorgere a ovest e tramontare a est. Il suo moto sarebbe molto veloce con un periodo apparente di 11 ore (in 4,5 delle quali attraversa il cielo, sorgendo nuovamente 6,5 ore dopo).[9] Il suo aspetto, inoltre, varierebbe a causa del fenomeno delle fasi,[17] il cui ciclo si completa in una notte.[14]

Sempre a causa della sua peculiare vicinanza al pianeta, Fobos viene eclissato da Marte, salvo che per brevi periodi in prossimità degli equinozi, subito dopo esser sorto fino a poco prima di tramontare, rimanendo un'ombra scura vagante per gran parte del suo percorso apparente del cielo marziano.[20]

Un transito di Fobos da Marte, visto dal rover Curiosity il 28 agosto 2013.

Il diametro angolare del Sole visto da Marte è di circa 21'. Di conseguenza non possono verificarsi eclissi totali sul pianeta perché le due lune sono entrambe troppo piccole per coprire il disco solare nella sua interezza. D'altra parte dall'equatore è possibile osservare transiti di Fobos quasi ogni giorno; essi sono molto rapidi e si concludono in meno di mezzo minuto circa.[9][21] Invece Deimos transita sul disco solare una volta al mese circa, ma il fenomeno, che dura circa un minuto e mezzo,[9] rimane poco visibile.[17]

Marte visto da Fobos

Fobos è in rotazione sincrona con Marte cioè mostra sempre la stessa faccia al pianeta, come la Luna alla Terra. Così da tale faccia Marte sarebbe sempre visibile, raggiungendo una dimensione di 42° (pari a circa 80 volte quella della Luna piena vista dalla Terra).[22] Invece dalla faccia opposta sarebbe possibile osservare periodicamente Deimos.[23]

Inoltre, come quello di Phobos visto da Marte, l'aspetto di quest'ultimo visto dal satellite cambia a seconda dell'angolazione d'arrivo dei raggi del Sole.

Storia delle osservazioni

Anticipazioni

Le due lune di Marte furono "scoperte" prima nel mondo della fantasia che in quello reale. Con un ragionamento tanto logico quanto assurdo all'inizio del XVII secolo Keplero aveva ipotizzato che Marte potesse avere due satelliti essendo allora noto che ne avesse uno il pianeta che lo precede, la Terra, e quattro quello subito seguente, Giove.[24][25]

Nel 1726 Jonathan Swift, probabilmente ispirato dall'ipotesi di Keplero,[26] nei suoi Viaggi di Gulliver fece descrivere agli scienziati di Laputa il moto di due satelliti orbitanti attorno a Marte.[27][28] Voltaire, presumibilmente influenzato da Swift,[29] fornì una descrizione analoga nel suo racconto filosofico Micromega del 1752.[30] Al tempo di entrambi, i telescopi non erano abbastanza potenti da poter individuare satelliti così piccoli come Fobos e Deimos. Si tratta quindi solo di licenze letterarie.

Scoperta

Asaph Hall.

Asaph Hall scoprì Deimos il 12 agosto 1877 e Fobos il seguente 18 agosto (le fonti dell'epoca adottano la convenzione astronomica, precedente al 1925, che il giorno inizi a mezzogiorno, conseguentemente le scoperte sono riferite rispettivamente all'11 e al 17 agosto) con il telescopio rifrattore di 26 pollici (Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.) di diametro dello United States Naval Observatory a Washington,[31][32][33] il più potente allora esistente inaugurato quattro anni prima.[34] Hall in quel periodo stava cercando sistematicamente delle possibili lune di Marte. Il 10 agosto aveva già visto una luna del pianeta, ma, a causa del maltempo, non riuscì a identificarla se non nei giorni seguenti.[35]

I nomi delle due lune, adottati inizialmente con l'ortografia Phobus e Deimus, furono proposti da Henry Madan[36] (1838 – 1901), "Science Master" a Eton, e richiamano quelli dei personaggi di Fobos (paura) e Deimos (terrore), che secondo la mitologia greca accompagnavano in battaglia il loro padre, Ares, dio della guerra.[37] Ares è l'equivalente greco della divinità romana Marte.

(EL)

«Ὣς φάτο, καί ῥ' ἵππους κέλετο Δεῖμόν τε Φόβον τε
ζευγνύμεν, αὐτὸς δ' ἔντε' ἐδύσετο παμφανόωντα.»

(IT)

«Egli [Ares] parlò, e ordinò al Terrore e alla Paura di preparare i suoi destrieri. E lui stesso indossò l'armatura scintillante.»

Osservazioni successive

Il telescopio rifrattore dello United States Naval Observatory utilizzato per la scoperta e le successive osservazioni dei satelliti naturali di Marte.

Le dimensioni e le caratteristiche orbitali dei satelliti di Marte hanno consentito, per lungo tempo, la loro osservazione solo in occasioni favorevoli, con il pianeta all'opposizione e i due satelliti in condizioni di elongazione adeguata che ricorrono circa ogni due anni, con condizioni particolarmente favorevoli che si verificano circa ogni 16 anni. La prima configurazione favorevole si verificò nel 1879. Numerosi osservatori, in tutto il mondo, parteciparono alle osservazioni con lo scopo di determinare con esattezza le orbite dei due satelliti.[38]

Nei quarant'anni seguenti la maggior parte delle osservazioni (più dell'85% del totale di quelle compiute tra il 1888 e il 1924) avvennero presso due osservatori statunitensi, lo United States Naval Observatory e l'Osservatorio Lick,[38] con l'obiettivo, tra gli altri, di determinare la direzione dell'asse di rotazione del pianeta.[39] Tra il 1926 e il 1941 proseguì soltanto il Naval Observatory, con 311 osservazioni visuali. Dal 1941 in poi, le osservazioni avvennero solo con la tecnica fotografica.[38]

Nei quindici anni seguenti le ricerche furono poche o nulle e ripresero nel 1956, volte soprattutto a individuare eventuali altri satelliti. Nel 1945 Bevan P. Sharpless aveva rilevato un'accelerazione di Fobos che non poteva essere spiegata come effetto delle perturbazioni della tenue atmosfera marziana. L'informazione non ricevette particolare attenzione finché non fu ripresa da Iosif Šklovskij, che nel 1959 avanzò l'ipotesi che Fobos potesse essere un oggetto cavo[40] e - speculò - un satellite artificiale lanciato da una civiltà aliena presente anticamente sul pianeta.[41] Tale ipotesi guadagnò una certa notorietà e fu riproposta nel 1966 da Šklovskij stesso nel libro Intelligent Life in the Universe scritto con Carl Sagan.[42] La controversia che l'accompagnò portò a nuove osservazioni astrometriche che coinvolsero entrambe le lune negli anni sessanta e settanta,[38][41] che confermarono l'accelerazione orbitale, ma riducendola a soli 1,8 cm l'anno anziché i 5 cm l'anno misurati inizialmente di Sharpless, che così ridotta poteva essere spiegata con effetti mareali.

Nel 1988, in concomitanza con le missioni sovietiche del Programma Phobos, furono condotte osservazioni da Kudryavtsev e colleghi. Nei dieci anni seguenti, invece, le due lune non furono oggetto di alcuna osservazione, fino al 2003, quando osservazioni molto accurate furono condotte dall'Osservatorio Lowell.[43]

Nel 2005 sono state condotte osservazioni radar di entrambi i satelliti dal radiotelescopio di Arecibo che hanno prodotto alcune stime della densità del materiale superficiale.[44]

Missioni spaziali

Prima immagine ravvicinata di Fobos, ripresa dalla sonda Mariner 9 nel 1971 da una distanza di poco superiore a 5.000 km.

Difficilmente osservabili dalla Terra, è stato possibile studiare estensivamente Fobos e Deimos solo grazie all'esplorazione spaziale del pianeta rosso. La prima sonda a fotografare Fobos fu il Mariner 7 nel 1969. Le immagini ottenute non consentirono di identificare alcuna caratteristica della superficie; nella migliore di esse, identificata dalla sigla 7F91, Fobos occupava solo quaranta pixel che permisero tuttavia una stima del suo diametro e della sua albedo.[45][46][47]

La missione successiva fu quella del Mariner 9 che raggiunse Marte nel 1971 e trovò il pianeta interessato da una tempesta di sabbia globale che impedì l'osservazione diretta della superficie marziana per circa due mesi. Parte di questo periodo fu allora utilizzato per condurre uno studio approfondito dei due satelliti di Marte.[48] La sonda raccolse un centinaio di immagini di Fobos - con una risoluzione massima di 100 metri - che permisero di determinarne le dimensioni, la forma e il periodo di rotazione, di migliorare le conoscenze sul suo moto orbitale e di identificare le principali caratteristiche superficiali.[49][50] Fu inoltre rilevata la presenza di uno strato di regolite sulla superficie di entrambe le lune.[51] Al massimo del suo avvicinamento a Fobos, il Mariner 9 raggiunse una distanza di 5.710 km.[51]

Fobos ripreso nel 1977 dal Viking Orbiter 2 con l'Ascraeus Mons sullo sfondo.

Con le missioni Viking 1 e 2 del 1976 si ebbe un ulteriore incremento nelle conoscenze su entrambi i satelliti, grazie sia ai miglioramenti tecnici introdotti nei sistemi di raccolta di immagini, sia ai passaggi più stretti che i due orbiter eseguirono soprattutto con Fobos.[52] Per la prima volta, inoltre, lo studio dei satelliti naturali di Marte fu posto tra gli obiettivi primari durante l'estensione delle missioni e la mole di dati raccolta non fu superata per i successivi quarant'anni.[53] In particolare, la superficie fu osservata ad alta risoluzione nel visibile, nell'infrarosso e nell'ultravioletto, rilevando variazioni di colore. Di Fobos fu determinata la massa,[54] la densità e stimata l'età e la composizione. Furono identificate le striature (indicate grooves in inglese) tanto caratteristiche della superficie della luna: catene di crateri irregolari di diametro compreso tra 50 e 100 m, molto compatte e orientate preferenzialmente in direzione parallela al piano orbitale di Fobos. I dati raccolti condussero a ipotizzare che Fobos fosse un asteroide di tipo C catturato da Marte.[52]

Nel 1988, i sovietici, con una nutrita partecipazione internazionale,[55] lanciarono due sonde complementari, denominate Phobos 1 e 2, per l'esplorazione di Marte e Fobos. Dopo aver eseguito osservazioni del mezzo interstellare nella fase di crociera e del pianeta e delle sue lune da un'orbita areocentrica, le sonde avrebbero dovuto eseguire un sorvolo ravvicinato particolarmente stretto su Fobos, transitando a soli 50 m dalla superficie della luna. Contestualmente avrebbero rilasciato ciascuna due lander, dei quali uno avrebbe avuto possibilità di spostarsi "a saltelli" mentre l'altro sarebbe stato una piattaforma fissa.[56][57] Phobos 1 fu perduta durante la fase di crociera, Phobos 2 raggiunse Marte, ma andò perduta per un malfunzionamento del computer[56] quando si trovava a meno di 100 km dalla luna, nel sorvolo programmato per il rilascio dei lander. La missione produsse risultati scientifici di rilievo, tra i quali nuovi valori della massa di Fobos e della sua densità, immagini ad alta risoluzione della superficie,[58] indizi della presenza di un debole campo magnetico interno[59] e una prova indiretta (e non definitiva[60]) dell'esistenza di un toro di gas e polveri, probabilmente rilasciati dalla superficie di Fobos, in corrispondenza dell'orbita della luna.[61][60] Sebbene le ragioni che condussero alla perdita della missione siano state identificate,[62] l'episodio è stato attribuito da alcuni ufologi all'azione di un veicolo alieno, di cui la sonda avrebbe ripreso l'ombra proiettata sulla superficie del pianeta nelle sue ultime fotografie. In realtà, l'ombra osservata sulla superficie di Marte apparteneva a Fobos, deformata dalla particolare prospettiva determinata dal sorvolo ravvicinato e dai tempi di esposizione degli apparecchi fotografici.[63]

Nel 1997 Fobos fu oggetto di osservazioni da due sonde statunitensi, Mars Pathfinder, dalla superficie del pianeta, e Mars Global Surveyor, dall'orbita. Per entrambe le sonde, lanciate nel 1996, Fobos costituì un obiettivo secondario, di opportunità. In particolare, nel caso del Mars Global Surveyor l'orbita operativa fu raggiunta attarverso una fase di aerofrenaggio durata quattro mesi, durante i quali la sonda eseguì alcuni passaggi a qualche migliaio di chilometri di distanza da Fobos, acquisendo immagini ad alta risoluzione della superficie e provando a determinarne spettroscopicamente la composizione.[64] Anche Mars Pathfinder eseguì osservazioni spettroscopiche delle due lune, ottenendo dati che misero in discussione alcune conclusioni tratte durante gli anni settanta e correlando Fobos e Deimos agli asteroidi di tipo D.[65] Nei dieci anni in cui il Mars Global Surveyor è stato attivo non ha più potuto osservare direttamente Fobos, ma ha più volte registrato la posizione della sua ombra sulla superficie di Marte, acquisendo informazioni utili a migliorare la conoscenza dell'orbita della luna.[66]

Nel 2001 la NASA lanciò un secondo orbiter marziano, il Mars Odyssey, per il quale non previde alcuna osservazione di Fobos o Deimos. Solo un aggiornamento del software avvenuto nel 2017 ha consentito che la sonda potessere orientarsi verso la piccola luna ed effettuare un'osservazione termica per misurare la temperatura nei vari punti della superficie.[67]

Il record di vicinanza a Fobos per un satellite artificiale ancora attivo è detenuto da Mars Express, in orbita polare attorno a Marte dal 2003 e passato a soli 115 km da Fobos nel 2017. Le immagini catturate costantemente nel visibile permettono di migliorare l'accuratezza del calcolo dell'orbita del satellite.[68]

Immagine ad alta risoluzione del cratere Stickney catturata da HiRISE della sonda MRO.

Dal 2005 orbita attorno a Marte il Mars Reconnaissance Orbiter che ha sperimentato un sistema di navigazione alternativo basato sul puntamento ottico di Fobos e Deimos.[69] Durante la sua missione, ancora operativa al 2019, ha catturato delle immagini ad alta definizione della superficie di Fobos usando lo strumento HiRISE, un telescopio riflettore di mezzo metro.[70]

Nel 2011 la Russia lanciò una sonda, Fobos-Grunt, con l'obiettivo di atterrare sulla superficie di Fobos nel 2013, dopo essere entrata in orbita su Marte e aver effettuato una serie di sorvoli ravvicinati del piccolo satellite, e riportare dei campioni di suolo sulla Terra nel 2014. Sfortunatamente, la sonda non lasciò nemmeno l'orbita terrestre per un problema elettrico e dopo un anno precipitò nell'oceano Pacifico.[71]

Nel 2014 la sonda MAVEN si posizionò in orbita ellittica attorno a Marte con periareo a soli 145 km dalla superficie e apoareo poco oltre l'orbita di Fobos, tanto che nel 2017 la sonda dovette effettuare una manovra correttiva per evitare la collisione con quest'ultimo.[72] Data la vicinanza dell'apside ebbe tante occasioni di incontri ravvicinati che permisero agli scienziati di fare osservazioni all'ultravioletto da una distanza di 300 km. [73]

Nel 2024 l'Agenzia di Esplorazione Aerospaziale Giapponese (JAXA) ha pianificato di mandare il Mars Moons eXploration (MMX) a visitare sia Fobos che Deimos, le due lune di Marte. L'MMX atterrerà sulla superficie di Fobos e riporterà un campione di suolo al suo ipotetico ritorno sulla Terra nel 2029. Un esame dettagliato dei campioni potrebbe una volta per tutte risolvere l'arcano della formazione dei satelliti marziani.[74]

Fobos potrebbe diventare un'importantissima tappa per l'esplorazione umana di Marte, in quanto una missione umana preliminare sul satellite sarebbe un precursore che servirebbe a dimostrare la fattibilità di una missione sulla superficie di Marte e stabilirne con più precisione costi rischi e fattibilità.[75] La missione su Fobos risulterebbe di gran lunga più economica e quindi realizzabile anni prima di una missione su Marte, considerando i limiti di budget a cui le agenzie spaziali nazionali sono sottoposte.[76]

Parametri orbitali e rotazione

Simulazione delle orbite di Deimos e Fobos.

Il moto orbitale di Fobos è uno dei più studiati tra quelli dei satelliti naturali del sistema solare.[77] Fobos percorre un'orbita prograda quasi circolare, inclinata di 1,082° rispetto al piano equatoriale di Marte.[2][78] Con una distanza media dal pianeta di circa 5980 km (pari a circa 1,75 volte il raggio di Marte), l'orbita di Fobos è più bassa di un'orbita areosincrona (l'equivalente per Marte di un'orbita geostazionaria attorno alla Terra). Fobos cioè orbita più vicino al pianeta rosso di quanto non faccia una satellite geostazionario attorno alla Terra, sia in termini assoluti, sia in proporzione, cioè rapportando le distanze in termini dei raggi dei due pianeti. Conseguentemente, Fobos completa un'orbita in 7 ore e 39 minuti, più rapidamente di quanto Marte ruoti su se stesso - in 24,6 ore.[19] Prima della sua scoperta, non era noto alcun satellite con tale caratteristica e Fobos ha continuato a rappresentare un'eccezione fino a quando le sonde Voyager non hanno individuato altri casi analoghi nel sistema solare esterno, quali ad esempio Metis. Fobos mantiene il primato di satellite naturale più vicino alla superficie del pianeta madre.[72]

Come anche Deimos, è in rotazione sincrona con il pianeta[19][79] e in virtù di ciò rivolge sempre la stessa faccia verso la superficie marziana. L'asse di rotazione è perpendicolare al piano orbitale.[80]

L'asimmetricità del campo gravitazionale marziano impartisce all'orbita di Fobos un moto di precessione degli apsidi e una retrogradazione dei nodi che si completano in circa 2,25 anni.[81] Tuttavia, poiché l'orbita è quasi equatoriale, il suo aspetto complessivamente risulta poco variato.[78]

Fobos subisce, inoltre, una accelerazione stimata in 1,270 ± 0,003 × 10−3 °/anno2,[82][83] che determina una costante riduzione della sua orbita.

Il destino di Phobos

Il decadimento dell'orbita di Fobos è di circa 1,8 centimetri all'anno, ovvero di 1,8 metri ogni secolo.[84] Il fenomeno potrebbe portare la luna a precipitare sul pianeta in un tempo compreso tra trenta e cinquanta milioni di anni.[85][86] È tuttavia probabile che gli effetti mareali che lo determinano condurranno alla disgregazione della luna, portando alla formazione di un anello di detriti attorno a Marte, ben prima di allora, quando, avvicinatasi maggiormente alla superficie, supererà il limite di Roche.[87][88][89]

Formazione

L'origine dei satelliti naturali di Marte è una questione ancora aperta,[90][91][92] che ha visto contrapporsi prevalentemente due teorie. I due satelliti potrebbero essersi formati per accrezione nel processo che ha condotto anche alla formazione del pianeta Marte, oppure potrebbero essere degli asteroidi catturati.[93][94]

Per aspetto e composizione, Fobos e Deimos sono stati spesso associati agli asteroidi carboniosi (di tipo C o D) della fascia principale, tuttavia asteroidi catturati dal pianeta difficilmente sarebbero venuti a trovarsi - pur nei tempi in cui è avvenuta la formazione del sistema solare - sulle attuali orbite percorse dai due oggetti, con eccentricità e inclinazioni quasi nulle. Sembrerebbe, infatti, che i modelli proposti in letteratura possano giustificare la variazione della quota di apocentro di Fobos, ma non di Deimos[85] - piccolo e relativamente lontano da Marte; incontrerebbero inoltre delle difficoltà nel giustificare i valori dell'inclinazione orbitale delle due orbite, a meno di non assumere che i due oggetti non percorressero già delle orbite eliocentriche fortuitamente prossime al piano equatoriale di Marte.[93][94] Geoffrey Landis nel 2009 ha ripreso l'ipotesi della cattura, ipotizzando alla luce di nuove scoperte sugli asteroidi che Fobos e Deimos fossero lune asteroidali di oggetti delle dimensioni di Cerere o componenti di asteroidi binari a contatto, che si sarebbero avvicinati al pianeta con una velocità d'eccesso iperbolico pressoché nulla. La separazione della coppia avrebbe quindi condotto alla cattura di uno dei due componenti. Il modello proposto da Landis è stato però utilizzato, per altro dando esito favorevole, solo nella descrizione della cattura di Fobos.[91]

Anche il meccanismo previsto per la formazione di satelliti regolari incontra alcune difficoltà, con i due oggetti che sembrerebbero essersi entrambi aggregati in prossimità dell'orbita areosincrona e quindi troppo vicini tra loro rispetto a quanto previsto dal modello.[94] Robert A. Craddock nel 2011 ha proposto che l'impatto di un terzo corpo con il pianeta potrebbe aver lanciato del materiale in orbita che, organizzatosi in un disco, si sarebbe poi riassemblato in una serie di piccoli oggetti, di cui Deimos e Fobos sarebbero gli ultimi superstiti. Il processo di aggregazione da un disco circum-planetario spiegherebbe bene i valori di inclinazione ed eccentricità delle orbite di entrambi mentre le condizioni di bassa gravità ne spiegherebbero le densità.[90] Già nel 1982, Schultz e Lutz-Garihan avevano in effetti ipotizzato, alla luce di alcune regolarità nei crateri di impatto presenti sulla superficie di Marte, che il pianeta fosse stato circondato da una serie di satelliti che, in una fase molto remota della sua storia, progressivamente impattarono sulla superficie.[95]

I valori per il parametro gravitazionale (GM = 0,7127 ± 0,0021 × 10-³ km³/s²) e la densità di Fobos (1876 ± 20 kg/m³) desumibili dai dati raccolti dalla sonda Mars Express, che suggeriscono una porosità della luna pari a 30% ± 5%, non sembrano compatibili con l'ipotesi che Fobos sia un asteroide catturato.[96] Analogamente, se fosse confermato che in prossimità del cratere Stickney la regolite si compone di basalto e fillosilicati, ciò rafforzerebbe l'ipotesi che la luna sia parzialmente costituita da materiale proveniente dalla superficie di Marte, lanciato nello spazio in seguito a un impatto catastrofico.[92]

Caratteristiche fisiche

Massa e dimensioni

Fobos ha una forma irregolare, ben lontana da uno sferoide in equilibrio idrostatico; le sue dimensioni sono pressappoco di 27 × 22 × 18 chilometri[1], cui corrisponde un diametro medio di 22,2 km e un volume di 5 729 km³.

Ha una massa di Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[6], circa un milionesimo di quella della Luna. La densità è inferiore a molti altri corpi rocciosi, solo di 1,872, dovuta all'elevata porosità (30%). Il corpo ha una gravità trascurabile, di soli 0,0057,[6] quindi un uomo di 80 kg sulla superficie peserebbe solamente 46 grammi.

Composizione

Fobos appare come un asteroide di tipo C[1] ma probabilmente molto più poroso, a causa della sua densità ridotta. Date le sue dimensioni limitate non presenta alcuna differenzazione. Il materiale di cui è composto è molto antico e risale all'era della formazione planetaria. È costituito principalmente da un tipo di regolite ancora non precisamente classificato, in particolare si nota una carenza di minerali ferrosi comuni come olivina e pirosseno[97].

Struttura interna

È stato ipotizzato che Fobos, come Gaspra, Ida, Mathilde e altri asteroidi che presentano crateri da impatto di notevoli dimensioni, non sia un corpo compatto, ma un agglomerato. Questa struttura interna potrebbe spiegare sia il valore della densità[98] sia la capacità di resistere a impatti potenzialmente catastrofici, come quello che ha generato il cratere Stickney.[99][100].

Potrebbe contenere acqua sotto forma di ghiaccio a circa 500 metri di profondità nelle zone equatoriali, e più in superficie, circa 50 metri di profondità, in prossimità dei poli[101]. La regolite che copre questi strati ne impedisce la sublimazione.

Superficie

La superficie di Phobos vista dalla Viking 1. Le strutture lineari visibili (Kepler Dorsum) sembrano essere collegate con la formazione del cratere Stickney.

Fobos è un corpo scuro, apparentemente composto da materiale superficiale simile a quello degli asteroidi di tipo C della fascia principale. La sua densità è tuttavia troppo bassa per poter essere costituito solo da roccia. Esso è probabilmente composto da una mistura di roccia e ghiaccio, oppure è cavo.

La sonda spaziale sovietica Phobos 2 rilevò nel 1988 una debole ma costante emissione di gas, sfortunatamente la sonda smise improvvisamente di funzionare prima di poter identificare il materiale emesso e finire la propria missione con l'atterraggio dei due lander, ma molto probabilmente si trattava di acqua. Le recenti immagini della Mars Global Surveyor indicano che Fobos è ricoperto da uno strato di polvere sottile spesso circa un metro simile alla regolite che ricopre la Luna.

La superficie di Fobos appare pesantemente craterizzata. La sua caratteristica più prominente è certamente il grande cratere Stickney, battezzato con il cognome da nubile della moglie di Asaph Hall (Angeline Stickney). Come nel caso del cratere Herschel di Mimas (satellite di Saturno) l'impatto fu così devastante che avrebbe dovuto distruggere il corpo.

Inoltre sono presenti delle striature che percorrono quasi l'intera superficie del satellite e sembrano originate dall'impatto stesso, in quanto la loro direzione proviene dal centro del cratere, ma sorgono dubbi in proposito in quanto se si paragonano le immagini inviate dalla sonda Viking 1 e quelle inviate da Phobos 2 si nota chiaramente uno strano aumento delle stesse.[102] Le striature sono totalmente assenti nei pressi della Laputa Regio. L'ipotesi più plausibile risulta che siano causate da ejecta da Marte rimaste in orbita per lungo tempo e a causa delle caratteristiche orbitali di Fobos, avrebbero colpito il satellite solo in particolari zone.[103] I detriti da impatto circumnavigato il satellite ripetutamente strisciando, lasciando i solchi e riuscendo a saltare il bassopiano dalla Laputa Regio a causa della scarsa gravità.[104]

Topografia

Mappa della superficie di Fobos. In evidenza all'equatore il cratere Stickney.

Le caratteristiche di superficie di Fobos hanno ricevuto nomi di astronomi o di personaggi de I viaggi di Gulliver, il racconto di Jonathan Swift. In tutto sono 20 le denominazioni ufficiali, di cui 17 crateri, un regio (Laputa Regio), un dorsum (Kepler Dorsum), e una planitia (Lagado Planitia)[105].

Fobos nella cultura

Fobos viene descritto in maniera molto accurata nel capitolo XXII del libro di fantascienza To Mars via the moon: an astronomical story di Mark Wicks del 1911[106] e nel romanzo di Edgar Rice Burroughs Sotto le lune di Marte del 1912.[107]

Su Fobos è ambientato un combattimento nel racconto di Arthur C. Clarke, K. 15, dove un agente in fuga sfrutta la sua agilità sulla piccola luna per difendersi dagli attacchi di un incrociatore.

Note

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  4. ^ a b c d Valore calcolato.
  5. ^ L'asse di rotazione di Marte è inclinato di 25,19° rispetto all'eclittica.
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  40. ^ L'effetto della resistenza atmosferica è direttamente proporzionale al coefficiente balistico, , definito come , dove è il coefficiente di resistenza aerodinamica, è la sezione trasversale alla direzione del moto e è la massa del satellite. A parità degli altri parametri in gioco, quindi, ad un corpo di massa minore (ad esempio perché cavo) corrisponde un'azione di perturbazione atmosferica più efficace.
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  81. ^ Per il moto di precessione degli apsidi è stata calcolata una velocità, , di 0,4352°/giorno; per la retrogradazione dei nodi una velocità, , di - 0,4358°/giorno, il cui segno negativo sottolinea il fatto che avviene in direzione retrograda, opposta rispetto a quella del moto della luna. Cfr. R. A. Jacobson, p. 676, 2010.
  82. ^ Poiché l'accelerazione è un rapporto fra la velocità e il tempo e poiché la velocità, a sua volta, è un rapporto fra lo spazio percorso e il tempo, l'accelerazione può essere espressa come un rapporto fra lo spazio percorso e il quadrato del tempo. Nel SI l'accelerazione si esprime in m/s2. In questo caso, invece, lo spazio percorso viene espresso in gradi d'arco, ossia mediante il numero di gradi percorsi nell'orbita, mentre l'unità di misura del tempo è l'anno. Da qui l'unità di misura "°/anno2".
  83. ^ R. A. Jacobson, p. 674, 2010.
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Bibliografia

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  • (EN) Paolo Ulivi e David M. Harland, Robotic Exploration of the Solar System - Part 2: Hiatus and Renewal, 1983-1996, Springer Science & Business Media, 2009, ISBN 9780387789057.

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