Utente:LorManLor/Women artists

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Sebbene le donne artiste siano state coinvolte fin dall'antichità nella produzione di oggetti artistici, il loro lavoro, rispetto a quello delle loro controparti maschili, è stato spesso offuscato, trascurato e sottovalutato. Il canone occidentale ha storicamente preso in considerazione il lavoro degli uomini rispetto a quello delle donne.[1] Molte delle opere femminili sono state erroneamente attribuite anche ad artisti uomini.[2] Gli stereotipi prevalenti sui sessi hanno condotto a considerare che alcune forme espressive, come le arti tessili o la fiber art, venissero principalmente associati alle donne, nonostante un tempo fossero considerate, come l'arte della ceramica, forme artistiche a cui partecipavano sia uomini che donne. Inoltre, le forme d'arte che hanno ottenuto questa distinzione, come nel caso delle arti tessili e dei tessuti, sono state retrocesse a categorie come "arti e mestieri", piuttosto che considerate belle arti.[3]

Le donne hanno dovuto affrontare molte sfide a causa dei pregiudizi di genere nel mondo delle arti.[3] Hanno spesso incontrato difficoltà nella formazione, nei viaggi, nel riconoscimento e nella commercializzazione del loro lavoro.[2] A partire dalla fine degli anni sessanta e settanta del Novecento, artisti e storici dell'arte femministi hanno creato un movimento artistico femminista che si è posto l'obbiettivo di riconsiderare il ruolo delle donne, specialmente nel mondo dell'arte occidentale, il modo in cui l'arte mondiale viene percepita, valutata o fatta propria in base al genere, riesplorando anche il ruolo delle donne nella storia dell'arte e nella società.[3]

Donne artiste nella storia dell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Preistoria[modifica | modifica wikitesto]

Gwion Pitture rupestri di Gwion trovate nella regione nord-occidentale del Kimberley nell'Australia occidentale

Non possiamo sapere chi fossero gli artisti delle ere preistoriche, ma diversi studi dei primi etnografi e antropologi culturali indicano che spesso le donne erano le principali artigiane nelle culture neolitiche; esse creavano ceramiche, tessuti, cesti, superfici dipinte e gioielli. L'estrapolazione riferita alle opere d'arte e alle abilità dell'era paleolitica suggerisce che queste culture seguissero schemi simili. Le pitture rupestri di quest'epoca hanno spesso impronte di mani umane, il 75% delle quali sono identificabili come mani di donne. [4]

Un'interessante ipotesi è quella formulata dall'antropologa britannica Camilla Power, che individua la prima forma d'arte femminile nella pittura corporea, una decorazione estetica realizzata attraverso l'uso dell'ocra rossa (pigmento Khoisan), di cui si sono trovati riscontri in Africa, Medio Oriente, l'Australia ed Eurasia, e che le donne avrebbero usato su se stesse per simulare finte mestruazioni, come simbolo di imminente fertilità, informando i maschi sul proprio stato riproduttivo e rafforzando i processi di selezione sessuale.[5] (vedi https://en.wikipedia.org/wiki/Female_cosmetic_coalitions) Documenti archeologici confermerebbero l'uso del pigmento rosso in contesti rituali presso i popoli Khoisan, per i quali l'arrossamento e la brillantezza erano simboli di una potenza soprannaturale, che si sovrapponeva a una gamma cosmologica di concetti ruotanti intorno a pioggia, fertilità, fortuna, caccia, luna, morte.

Arte della ceramica[modifica | modifica wikitesto]

L'arte della ceramica è stata presente in quasi tutte le culture; spesso gli oggetti in ceramica sono le sole prove artistiche lasciate da culture scomparse, come quella della cultura Nok in Africa, di oltre 3000 anni fa. [6]Le culture particolarmente note per la ceramica includono le culture cinese, cretese, greca, persiana, maya, giapponese e coreana, così come le moderne culture occidentali. Ci sono prove che la ceramica sia stata inventata in maniera autonoma in diverse regioni del mondo, tra cui l'Asia orientale, l'Africa subsahariana, il Vicino Oriente e le Americhe. Non si sa chi fossero gli artigiani.[7][8]

Antichità[modifica | modifica wikitesto]

Tessitura di cesti tradizionale in Ruanda e Burundi
Igiseke, tradizionale cesto intrecciato realizzato dalle donne nella regione della Rift Valley

Continente africano[modifica | modifica wikitesto]

L'arte geometrica dell'imigongo ha origine in Ruanda, nell'Africa orientale, ed è associata allo status sacro secolare attribuito alla mucca. Consiste nella creazione di disegni a spirale e geometrici dipinti su pareti, ceramiche e tela, realizzati miscelando sterco di vacca con cenere e argilla. La gamma di colori è limitata al colore brillante della terra. Quest'arte è tradizionalmente associata alle donne, così come l'elaborata arte della tessitura dei cesti presente nell'area, caratterizzata da fregi regolari.[9]

India[modifica | modifica wikitesto]

Le donne della regione di Mithila, situata tra l'India settentrionale e il Nepal meridionale, da millenni praticano una forma d'arte definita da forme e linee geometriche colorate, realizzando dipinti devozionali degli dei e delle dee del pantheon indù. Si ritiene che l'arte di Mithila risalga al tempo dell'epopea sanscrita Ramayana, nella quale si racconta che il re Janaka, il sovrano della regione, aveva reclutato artisti locali per dipingere il matrimonio di sua figlia Sita con Rama. Per generazioni le donne hanno dipinto le pareti di fango delle loro case con immagini di divinità, animali e natura indù, una tradizione che è durata secoli.[10][11]

Europa classica e Medio Oriente[modifica | modifica wikitesto]

I primi documenti delle culture occidentali raramente menzionano individui specifici, sebbene le donne siano raffigurate in tutta l'arte e alcune siano rappresentate mentre lavorano come artiste. Antichi riferimenti di Omero, Cicerone e Virgilio menzionano i ruoli di primo piano delle donne nei tessuti, nella poesia, nella musica e in altre attività culturali, senza nominare le singole artiste. Tra i primi documenti storici europei che ne fanno accenno c'è quello di Plinio il Vecchio, che nelle sue opere nomina un certo numero di donne greche pittrici, tra cui Elena d'Egitto. [12][13] Alcuni critici moderni ipotizzano che il mosaico della Battaglia di Isso, esposto nel Tempio della Pace al tempo di Vespasiano[14] e generalmente attribuito a Filosseno, potrebbe essere una sua opera.[15][16] Altre donne dell'antica Grecia nominate includono Timarete, Eirene, Kalypso, Aristarete, Iaia e Olimpia.

Solo alcune delle ceramiche dell'antica Grecia sopravvissero; fra queste vi è la collezione Caputi di ceramiche attiche e magnogreche[17] esposta a Palazzo Leoni Montanari di Vicenza.[18] Fra queste vi è la famosa Hydria (kalpis) attica a figure rosse (c. 460-450 a.C.), attribuita al pittore di Leningrado, nella quale si vedono quattro artigiani, fra cui una donna, intenti a dipingere dei vasi.[19][20]

Europa[modifica | modifica wikitesto]

Medievo[modifica | modifica wikitesto]

Le artiste del periodo medievale includono Clarizia, Diemoth, Ende, Guda, Herrad von Landsberg e Ildegarda di Bingen. Nel primo medioevo le donne lavoravano spesso a fianco degli uomini. Manoscritti miniati, ricami e capitelli scolpiti dell'epoca dimostrano chiaramente esempi di donne al lavoro in queste arti. Gli artisti del periodo, comprese le donne, provenivano da un piccolo sottoinsieme della società il cui status consentiva loro la libertà da questi tipi di lavoro più faticosi. Le artiste erano spesso di due classi alfabetizzate, ricche donne aristocratiche o monache. Le donne della prima categoria creavano spesso ricami e tessuti; quelle della seconda spesso producevano miniature.

All'epoca c'erano numerosi laboratori di ricamo in Inghilterra, in particolare a Canterbury e Winchester; L'Opus Anglicanum, o ricamo inglese, era già famoso in tutta Europa: un inventario papale del XIII secolo contava oltre duecento pezzi. Si presume che le donne fossero quasi interamente responsabili di questa produzione.

L'arazzo di Bayeux[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei ricami più famosi del periodo medievale è l' arazzo di Bayeux (contrariamente al nome, si tratta non di un arazzo ma di un tessuto ricamato), costituito dalla giustapposizione di nove pezze di lino ricamate con filo di lana, lungo circa 68 metri. Comprende circa settanta scene che narrano la battaglia di Hastings e la conquista normanna dell'Inghilterra. Nel XVII-XVIII secolo la creazione dell'arazzo venne attribuita alla moglie di Guglielmo il Conquistatore, la regina Matilde, o alla pronipote di questi, Matilde l'imperatrice del Sacro Romano Impero.[21] Successivamente ha preso consistenza l'ipotesi che esso sia stato commissionato da Oddone e prodotto negli anni 70-80 del secolo XI a Canterbury, nell'abbazia di Sant'Agostino; le monache avrebbero probabilmente contribuito al lavoro di ricamo.[22]

L'alto medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Nel XIV secolo è documentato un laboratorio reale, con sede presso la Torre di Londra, e potrebbero esserci state altre disposizioni precedenti. Molte delle artiste nominate nel periodo medievale, tra cui Ende, una suora spagnola del X secolo; Guda, una suora tedesca del XII secolo; e Claricia, una laica del XII secolo in uno scriptorium bavarese, erano attive nella produzione di manoscritti miniati. I conventi rappresentavano per queste donne, e per molte altre senza nome, il principale luogo di apprendimento e l'opzione di istruzione più sostenibile.

In molte parti d'Europa, con le Riforme Gregoriane dell'XI secolo e l'ascesa del feudalesimo, le donne dovettero affrontare molte restrizioni che non erano presenti nel periodo altomedievale. A seguito dei cambiamenti sociali, la situazione dei conventi mutò. Nelle isole britanniche, la conquista normanna segnò l'inizio del graduale declino del convento come sede del sapere e luogo in cui le donne potevano acquisire potere. I conventi, in precedenza diretti da una badessa, passarono alle dipendenze di abati maschi. In Scandinavia (in Svezia) l'unica donna conosciuta come intagliatrice di rune, Gunnborga, lavorò nell'XI secolo.[23]

Ildegarda di Bingen Scivias I.6: I cori degli angeli. Dal manoscritto Rupertsberg, fol. 38r.

Nel Sacro Romano Impero, invece, sotto la dinastia ottoniana, i conventi mantennero la loro posizione di istituzioni di insegnamento. Ciò potrebbe essere in parte dovuto al fatto che i conventi erano spesso diretti e popolati da donne non sposate di famiglie reali e aristocratiche. Le più importanti opere prodotte da donne nel periodo tardo medievale, come quelle di Herrad von Landsberg, badessa di Hohenbourg e di Ildegarda di Bingen, monaca benedettina, hanno origine in questi territori. Ildegarda di Bingen (1098-1179) è un esempio particolarmente raffinato di intellettuale e artista medievale tedesca. Ha scritto Liber divinorum operum (Libro delle opere divine), Liber vitae meritorum (Libro dei meriti della vita), sessantacinque inni, un'opera di miracoli e un lungo trattato di nove libri sulle diverse nature di alberi, piante, animali, uccelli, pesci, minerali e metalli. Fin dalla tenera età, ha affermato di avere visioni. Quando il papato l'ha sostenuta, la sua posizione di importante intellettuale è andata aumentando. Le visioni entrarono a far parte di una delle sue opere del 1142, Scivias (Conosci le vie), che consiste in trentacinque visioni che raccontano e illustrano la storia della salvezza. Le illustrazioni nelle Scivias, come esemplificato nella prima illustrazione, raffigurano Ildegarda che sperimenta visioni mentre si trova nel monastero di Bingen. Si differenziano notevolmente da altri creati in Germania nello stesso periodo, per i colori vivaci, l'enfasi sulla linea e le forme semplificate. Sebbene Hildegard probabilmente non abbia scritto le immagini, la loro natura idiosincratica porta a credere che siano state create sotto la sua stretta supervisione.

Il XII secolo vide l'ascesa della città in Europa, insieme all'aumento del commercio, dei viaggi e delle università. Questi cambiamenti nella società generarono anche cambiamenti nella vita delle donne. Le donne potevano dirigere gli affari dei loro mariti se erano vedove. La moglie di Bath inThe Canterbury Tales di Chaucer è uno di questi casi. Durante questo periodo le donne potevano anche far parte di alcune corporazioni artigiane. I registri delle corporazioni mostrano come fossero particolarmente attive nelle industrie tessili nelle Fiandre e nel nord della Francia. I manoscritti medievali hanno molti marginali raffiguranti donne con fusi. In Inghilterra furono le donne a creare Opus Anglicanum, una tecnica di ricamo per uso ecclesiastico o laico su abiti e vari tipi di tendaggi. Le donne diventarono più attive anche nella miniatura. Un certo numero di donne probabilmente lavorò a fianco dei mariti o padri, tra cui la figlia di Maître Honoré e la figlia di Jean le Noir. Nel XIII secolo la maggior parte dei manoscritti miniati veniva prodotta da officine commerciali e alla fine del Medioevo, quando la produzione di manoscritti era diventata un'industria importante in alcuni centri, sembra che le donne rappresentassero la maggioranza degli artisti e degli scrivani impiegati, soprattutto a Parigi. Il movimento per la stampa, e l'illustrazione dei libri con le tecniche della xilografia e incisione, nelle quali le donne sembrano essere stati poco coinvolte, hanno rappresentato una battuta d'arresto per il progresso di donne artiste.

Nel XIV secolo Jefimija (1349-1405) una nobildonna serba, vedova e monaca ortodossa, divenne nota non solo come poetessa per aver scritto un lamento per il figlio morto, Uglješa, ma anche come abile ricamatrice e incisore. Il suo lamento per l'amato figlio che immortalò il dolore di tutte le madri in lutto per i figli defunti, è stato scolpito sul retro del dittico (icona a due riquadri raffigurante una Vergine col Bambino) che Teodosije, Vescovo di Serres, aveva presentato in dono al bambino Uglješa al suo battesimo. L'opera d'arte, già preziosa per l'oro, le pietre preziose e la bella scultura sui suoi pannelli di legno, raggiunse un valore inestimabile dopo che il lamento di Jefemija fu inciso sul retro. [24]

Nella Venezia del XV secolo la figlia dell'artista vetraio, Angelo Barovièr, era nota per essere stata l'artista dietro un particolare disegno in vetro di Murano veneziano. Era Marietta Barovier, artista vetraria veneziana. [25] Apparentemente dovettero trascorrere diversi secoli prima che le donne potessero praticare l'arte del vetro.

Levina Teerlinc, Ritratto di Elisabetta I. c. 1565

Artiste dell'era rinascimentale includono Sofonisba Anguissola, Lucia Anguissola, Lavinia Fontana, Fede Galizia, Diana Scultori Ghisi, Caterina van Hemessen, Esther Inglis, Barbara Longhi, Maria Ormani, Marietta Robusti (figlia di Tintoretto), Properzia de' Rossi, Levina Teerlinc, Mayken Verhulst, e Santa Caterina da Bologna (Caterina dei Vigri). [26] [27]

Lucia Anguissola, dottore di Cremona, 1560, Museo del Prado, Madrid

Questo è il primo periodo nella storia occidentale in cui un certo numero di artiste ha guadagnato una reputazione internazionale. L'aumento delle donne artiste durante questo periodo può essere attribuito a importanti cambiamenti culturali. Uno di questi cambiamenti è venuto dalla Controriforma che ha reagito contro il protestantesimo e ha dato origine a un movimento verso l' umanesimo, una filosofia che afferma la dignità di tutte le persone, che è diventata centrale nel pensiero rinascimentale e ha contribuito a elevare la condizione delle donne.[2] Inoltre, l'identità del singolo artista in generale era considerata più importante. Artisti significativi di questo periodo le cui identità sono sconosciute praticamente cessano di esistere. Due testi importanti, Sulle donne famose e La città delle donne, illustrano questo cambiamento culturale. Boccaccio, umanista del XIV secolo, scrisse De mulieribus claris (latino per Sulle donne famose ) (1335–59), una raccolta di biografie di donne. Tra le 104 biografie che includeva c'era quella di Thamar (o Thmyris), un antico pittore di vasi greco. Curiosamente, tra le miniature dei manoscritti del XV secolo di On Famous Women, Thamar era raffigurato mentre dipingeva un autoritratto o forse dipingeva una piccola immagine della Vergine col Bambino. Christine de Pizan, una notevole scrittrice, retorica e critica francese del tardo medioevo, scrisse nel 1405 il Libro della città delle dame, un testo su una città allegorica in cui donne indipendenti vivevano libere dalle calunnie degli uomini. Nel suo lavoro ha incluso vere artiste, come Anastasia, che era considerata una delle migliori miniatori parigine, sebbene nessuna delle sue opere sia sopravvissuta. Altri testi umanisti hanno portato a una maggiore istruzione per le donne italiane.

Il più notevole di questi era Il Cortegiano o Il cortigiano dell'umanista italiano del XVI secolo Baldassare Castiglione . Questo lavoro estremamente popolare affermava che uomini e donne dovrebbero essere educati nelle arti sociali. La sua influenza ha reso accettabile per le donne impegnarsi nelle arti visive, musicali e letterarie. Fu questo, grazie a Castiglione, il primo periodo della storia rinascimentale in cui le nobildonne poterono studiare pittura. Sofonisba Anguissola fu il maggior successo di questi aristocratici minori che prima beneficiarono di un'educazione umanistica e poi furono riconosciute come pittrici. [28] La cremonese Anguissola è stata sia una pioniera che un modello per le future generazioni di artiste. [2] Anche artiste che non erano nobildonne beneficiarono dell'ascesa dell'umanesimo. Oltre ai soggetti convenzionali, artisti come Lavinia Fontana e Caterina van Hemessen iniziarono a raffigurarsi in autoritratti, non solo come pittrici, ma anche come musicisti e studiose, evidenziando così la loro formazione a tutto tondo. Fontana beneficiò degli atteggiamenti illuminati nella sua città natale, Bologna, dove l' università aveva ammesso donne studiose fin dal Medioevo. [2] Insieme all'ascesa dell'umanesimo, c'è stato il passaggio dagli artigiani agli artisti. Ora ci si aspettava che gli artisti, a differenza dei primi artigiani, conoscessero la prospettiva, la matematica, l'arte antica e lo studio del corpo umano. Nel tardo Rinascimento la formazione degli artisti iniziò a spostarsi dalla bottega del maestro all'Accademia, e le donne iniziarono una lunga lotta, non risolta fino alla fine del XIX secolo, per ottenere pieno accesso a questa formazione.[2] Lo studio del corpo umano richiedeva la presenza di modelli nudi e cadaveri maschili. Questo è stato considerato uno sfondo essenziale per la creazione di scene di gruppo realistiche. Alle donne era generalmente vietato esercitarsi con nudi maschili e quindi era loro precluso creare scene del genere. Tali raffigurazioni di nudi erano richieste per le composizioni religiose su larga scala, che ricevevano le commissioni più prestigiose.

Sebbene molte donne aristocratiche avessero accesso a una formazione artistica, senza il beneficio del disegno di figure da modelli maschili nudi, la maggior parte di quelle donne scelse il matrimonio piuttosto che una carriera artistica. Questo valeva, ad esempio, per due sorelle di Sofonisba Anguissola. Le donne riconosciute come artiste in questo periodo erano o suore o figlie di pittori. Dei pochi artisti italiani emersi nel XV secolo, quelli conosciuti oggi sono legati ai conventi. Questi artisti che erano suore includono Caterina dei Virgi, Antonia Uccello e Suor Barbara Ragnoni . Durante il XV e il XVI secolo, la stragrande maggioranza delle donne che ottennero un minimo di successo come artiste erano figlie di pittori. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che hanno potuto ottenere una formazione nei laboratori dei loro padri. Esempi di artiste donne che sono state formate dai loro padri includono la pittrice Lavinia Fontana, la ritrattista in miniatura Levina Teerlinc e la ritrattista Caterina van Hemessen . Le artiste italiane in questo periodo, anche quelle formate dalla loro famiglia, sembrano alquanto insolite. Tuttavia, in alcune parti d'Europa, in particolare nel nord della Francia e nelle Fiandre, era più comune che i bambini di entrambi i sessi iniziassero la professione del padre. Infatti, nei Paesi Bassi dove le donne avevano più libertà, c'erano nel Rinascimento un certo numero di artisti che erano donne. Ad esempio, i registri della Gilda di San Luca a Bruges mostrano non solo che ammettono donne come membri praticanti, ma anche che nel 1480 il venticinque per cento dei suoi membri erano donne (molte probabilmente lavoravano come miniatori di manoscritti).

L'ultima cena di Plautilla Nelli[modifica | modifica wikitesto]

L'Ultima Cena, un olio su tela di 7x2 metri, conservato nella Basilica di Santa Maria Novella, è l'unica opera firmata di Plautilla Nelli conosciuta per sopravvivere.

Un fragile rotolo di tela di 22 piedi recentemente riscoperto a Firenze si è rivelato un tesoro eccezionale. Ma per le azioni rivoluzionarie della filantropa americana Jane Fortune (morta nel 2018) e dell'autrice fiorentina Linda Falcone e della loro organizzazione, Advancing Women Artists Foundation, il ruolo potrebbe aver raccolto più polvere.[2] Quattro anni di meticoloso restauro da parte di un team guidato da donne, rivelano lo splendore della suor Plautilla Nelli del XVI secolo, autodidatta, monaca e unica donna rinascimentale nota per aver dipinto l' Ultima Cena . [29] [30] [31] L'opera è stata esposta al Museo Santa Maria Novella di Firenze nell'ottobre 2019. [32] A partire dall'inizio del 2020, AWA ha sponsorizzato il restauro di 67 opere di artiste, rinvenute nelle collezioni fiorentine. [2]

Età barocca[modifica | modifica wikitesto]

Artiste dell'era barocca includono: Mary Beale, Élisabeth Sophie Chéron, Maria Theresa van Thielen, Katharina Pepijn, Catharina Peeters, Johanna Vergouwen, Michaelina Wautier, Isabel de Cisneros, Giovanna Garzoni [26] Artemisia Gentileschi, Judith Leyster, Maria Sibylla Merian, Louise Moillon, Josefa de Ayala meglio conosciuta come Josefa de Óbidos, Maria van Oosterwijk, Magdalena de Passe, Clara Peeters, Maria Virginia Borghese (figlia della collezionista d'arte Olimpia Aldobrandini ), [33] Luisa Roldán detta La Roldana, Rachel Ruysch, Maria Theresa van Thielen, Anna Maria van Thielen, Françoise-Catherina van Thielen e Elisabetta Sirani .

Come nel periodo rinascimentale, molte donne tra gli artisti barocchi provenivano da famiglie di artisti. Artemisia Gentileschi ne è un esempio. È stata addestrata dal padre, Orazio Gentileschi, e ha lavorato al suo fianco in molte delle sue commissioni. Luisa Roldán si è formata nel laboratorio di scultura di suo padre ( Pedro Roldán).

Le donne artiste in questo periodo iniziarono a cambiare il modo in cui le donne erano raffigurate nell'arte. Molte delle donne che lavoravano come artiste in epoca barocca non potevano allenarsi da modelli nudi, che erano sempre maschi, ma avevano molta familiarità con il corpo femminile. Donne come Elisabetta Sirani hanno creato immagini di donne come esseri coscienti piuttosto che come muse distaccate. Uno dei migliori esempi di questa nuova espressione è in Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi, in cui Giuditta è raffigurata come una donna forte che determina e vendica il proprio destino. Letizia Treves, curatrice della mostra Gentileschi della National Gallery 2020 di Londra, ha commentato: "non puoi vederlo senza pensare a Tassi che violenta Gentileschi". [34] Gli elementi del quadro sono "bilanciati con tale abilità che parlano di un pittore che ha dato la priorità al virtuosismo rispetto alla passione". [2] Mentre altri artisti, tra cui Botticelli e la donna più tradizionale, Fede Galizia, hanno rappresentato la stessa scena con una Giuditta passiva, nel suo nuovo trattamento, la Giuditta di Gentileschi sembra essere un attore capace nel compito da svolgere. L'azione ne è l'essenza e un altro suo dipinto di Judith che lascia la scena. La natura morta è emersa come un genere importante intorno al 1600, in particolare nei Paesi Bassi. Le donne erano in prima linea in questa tendenza pittorica. Questo genere era particolarmente adatto alle donne, poiché potevano accedere prontamente ai materiali per la natura morta. Nel nord, questi praticanti includevano Clara Peeters, una pittrice di banketje o pezzi per la colazione e scene di beni di lusso sistemati; Maria van Oosterwijk, la pittrice di fiori di fama internazionale; e Rachel Ruysch, una pittrice di composizioni floreali visivamente ricche. In altre regioni, la natura morta era meno comune, ma c'erano importanti artiste nel genere, tra cui Giovanna Garzoni, che creò composizioni realistiche di verdure su pergamena, e Louise Moillon, i cui dipinti di nature morte con frutta erano noti per i loro colori brillanti.

XVIII secolo[modifica | modifica wikitesto]

Artisti di questo periodo includono Rosalba Carriera, Maria Cosway, Marguerite Gérard, Angelica Kauffman, Adélaïde Labille-Guiard, Giulia Lama, Mary Moser, Ulrika Pasch, Adèle Romany, Anna Dorothea Therbusch, Anne Vallayer-Coster, Elisabeth Vigée-Le Brun, Marie-Guillemine Benoist e Anna Rajecka, nota anche come Madame Gault de Saint-Germain.

In molti paesi d'Europa, le Accademie erano gli arbitri dello stile. Le Accademie erano anche responsabili della formazione degli artisti, dell'esposizione di opere d'arte e, inavvertitamente o meno, della promozione della vendita di opere d'arte. La maggior parte delle accademie non erano aperte alle donne. In Francia, ad esempio, la potente Accademia di Parigi contava 450 membri tra il XVII secolo e la Rivoluzione francese, e solo quindici erano donne. Di questi, la maggior parte erano figlie o mogli di membri. Alla fine del XVIII secolo, l'Accademia di Francia decise di non ammettere affatto le donne. L'apice della pittura durante il periodo era la pittura storica, in particolare le composizioni su larga scala con gruppi di figure raffiguranti situazioni storiche o mitiche. In preparazione per creare tali dipinti, gli artisti hanno studiato calchi di sculture antiche e hanno disegnato da nudi maschili. Le donne avevano un accesso limitato o nullo a questo apprendimento accademico, e come tali non ci sono dipinti storici su larga scala esistenti di donne di questo periodo. Alcune donne si sono fatte un nome in altri generi come la ritrattistica. Elisabeth Vigee-Lebrun ha utilizzato la sua esperienza nella ritrattistica per creare una scena allegorica, Peace Bringing Back Plenty, che ha classificato come un dipinto di storia e ha utilizzato come motivo di ammissione all'Accademia. Dopo l'esposizione del suo lavoro, le è stato chiesto di frequentare le lezioni formali o di perdere la licenza di dipingere. Divenne una favorita di corte e una celebrità, che dipinse oltre quaranta autoritratti, che riuscì a vendere. [28]

In Inghilterra, due donne, Angelica Kauffman e Mary Moser, furono membri fondatori della Royal Academy of Arts di Londra nel 1768. Kauffmann ha aiutato Maria Cosway a entrare nell'Accademia. Sebbene Cosway abbia ottenuto successo come pittrice di scene mitologiche, entrambe le donne rimasero in una posizione alquanto ambivalente alla Royal Academy, come dimostra il ritratto di gruppo degli Accademici della Royal Academy di Johan Zoffany ora in The Royal Collection. In esso, solo gli uomini dell'Accademia sono riuniti in un grande studio d'artista, insieme a modelli maschili nudi. Per motivi di decoro visti i modelli nudi, le due donne non vengono mostrate come presenti, ma come ritratti appesi al muro.[35] L'enfasi nell'arte accademica sugli studi del nudo durante la formazione è rimasta una barriera considerevole per le donne che studiarono arte fino al XX secolo, sia in termini di accesso effettivo alle classi, sia in termini di atteggiamenti familiari e sociali nei confronti delle donne della classe media che diventarono artiste. Dopo questi tre, nessuna donna divenne un membro a pieno titolo dell'Accademia fino a Laura Knight nel 1936 e le donne non furono ammesse alle scuole dell'Accademia fino al 1861. Entro la fine del XVIII secolo, ci furono importanti passi avanti per le artiste. A Parigi, il Salon, la mostra del lavoro fondata dall'Accademia, nel 1791 venne aperta ai pittori non accademici, consentendo alle donne di mostrare il loro lavoro nella prestigiosa mostra annuale. Inoltre, le donne venivano accettate più frequentemente come studentesse da artisti famosi come Jacques-Louis David e Jean-Baptiste Greuze.

XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Pittrici[modifica | modifica wikitesto]

Le artiste della prima parte del XIX secolo includono Marie-Denise Villers, specializzata in ritrattistica; Constance Mayer, che dipinse ritratti e allegorie; Marie Ellenrieder, nota principalmente per i suoi dipinti religiosi in stile nazareno; Louise-Adéone Drölling, che ha seguito le orme del padre e del fratello maggiore come pittrice e disegnatrice.

Nella seconda metà del secolo, Emma Sandys, Marie Spartali Stillman, Eleanor Fortescue-Brickdale e Maria Zambaco [36] erano artiste del movimento preraffaellita. Influenzati dai preraffaelliti furono anche Evelyn De Morgan e l'attivista e pittrice Barbara Bodichon.

I pittori impressionisti Berthe Morisot, Marie Bracquemond e gli americani Mary Cassatt e Lucy Bacon furono coinvolti nel movimento impressionista francese degli anni '60 e '70 dell'Ottocento. L'impressionista americana Lilla Cabot Perry è stata influenzata dai suoi studi con Monet e dall'arte giapponese alla fine del XIX secolo. Cecilia Beaux è stata una ritrattista americana che ha studiato anche in Francia. Oltre ad Anna Bilińska-Bohdanowicz, Olga Boznańska è considerata la più nota di tutte le artiste polacche ed era stilisticamente associata all'impressionismo.

Rosa Bonheur è stata l'artista femminile più famosa del suo tempo, rinomata a livello internazionale per i suoi dipinti di animali. [37] Elizabeth Thompson (Lady Butler), forse ispirata dai suoi corsi di vita di figure corazzate alla Government School, è stata una delle prime donne a diventare famosa per i grandi dipinti storici, specializzata in scene di azione militare, di solito con molti cavalli, il più famoso Scozia per sempre!, mostrando una carica di cavalleria a Waterloo.

Kitty Lange Kielland è stata una pittrice paesaggista norvegese.

Elizabeth Jane Gardner è stata una pittrice accademica americana che è stata la prima donna americana ad esporre al Salon di Parigi . Nel 1872 divenne la prima donna a vincere una medaglia d'oro al Salon.

Nel 1894, Suzanne Valadon fu la prima donna ammessa alla Société Nationale des Beaux-Arts in Francia. Anna Boch era una pittrice postimpressionista, così come Laura Muntz Lyall, che espose alla World Columbian Exposition del 1893 a Chicago, Illinois, e poi nel 1894 come parte della Société des artistes français a Parigi.

Scultura[modifica | modifica wikitesto]

Il leone di South Bank nella pietra di Codee 1837, Londra

Prima dell'inizio del XIX secolo, un'eccezionale donna d'affari indipendente emerse nell'Inghilterra georgiana che scoprì il proprio talento artistico a metà della vita. Era Eleanor Coade (1733-1821). Divenne nota per la produzione di statue neoclassiche, decorazioni architettoniche e ornamenti da giardino in pietra Lithodipyra o Coade per oltre 50 anni dal 1769 fino alla sua morte. [38] Lithodipyra ("pietra cotta due volte") era un gres ceramico modellato di alta qualità, durevole e resistente agli agenti atmosferici. Le statue e gli elementi decorativi di questa ceramica sembrano ancora oggi quasi nuovi. Coade non ha inventato la "pietra artificiale", ma probabilmente ha perfezionato sia la ricetta dell'argilla che il processo di cottura. Ha combinato alta qualità manifatturiera e gusto artistico, insieme a capacità imprenditoriali, commerciali e di marketing, per creare i prodotti in pietra di grande successo della sua epoca. Ha prodotto gres per la St George's Chapel, Windsor, The Royal Pavilion, Brighton, Carlton House, Londra e il Royal Naval College, Greenwich . [38]

Edmonia Lewis La morte di Cleopatra, marmo, 1876 Smithsonian American Art Museum

Eleanor Coade sviluppò il proprio talento come modellatrice, esponendo circa 30 sculture su temi classici presso la Society of Artists tra il 1773 e il 1780, come elencate nel catalogo degli espositori dell'epoca. [39] Dopo la sua morte, il suo gres Coade fu utilizzato per i lavori di ristrutturazione di Buckingham Palace e da noti scultori nelle loro opere monumentali, come il South Bank Lion (1837) di William Frederick Woodington sul Westminster Bridge, Londra . La statua è stata realizzata in parti separate e sigillata insieme su un telaio di ferro.

Il secolo ha prodotto le sue donne scultrici in Oriente, Seiyodo Bunshojo (1764-1838) un intagliatore giapponese di netsuke e scrittore di Haiku. [40] [41] Era la figlia di Seiyodo Tomiharu. [41] Il suo lavoro può essere visto al Walters Art Museum . [42] Mentre in Occidente c'erano: Julie Charpentier, Elisabet Ney, Helene Bertaux, Fenia Chertkoff, Sarah Fisher Ames, Helena Unierzyska (figlia di Jan Matejko ), Blanche Moria, Angelina Beloff, Anna Golubkina, Margaret Giles (anche lei medaglia ), Camille Claudel, Enid Yandell e Edmonia Lewis . Lewis, un'artista afro - ojibwe - haitiana americana di New York ha iniziato i suoi studi artistici all'Oberlin College . La sua carriera di scultore iniziò nel 1863. Ha fondato uno studio a Roma, in Italia, ed ha esposto le sue sculture in marmo in Europa e negli Stati Uniti. [43]

Fotografia[modifica | modifica wikitesto]

Constance Fox Talbot potrebbe essere la prima donna in assoluto ad aver scattato una fotografia. [44] Più tardi, Julia Margaret Cameron e Gertrude Kasebier divennero famose nel nuovo mezzo fotografico, dove non c'erano restrizioni tradizionali e nessuna formazione consolidata per trattenerle. Sophia Hoare, un'altra fotografa britannica, ha lavorato a Tahiti e in altre parti dell'Oceania .

In Francia, luogo di nascita del medium, c'era solo Geneviève Élisabeth Disdéri ( c.1817–1878). Nel 1843 sposò il fotografo pioniere André-Adolphe-Eugène Disdéri, collaborando con lui nel loro studio di dagherrotipia di Brest dalla fine degli anni Quaranta dell'Ottocento. [45] Dopo che suo marito partì per Parigi nel 1852, Geneviève continuò a gestire l'atelier da sola. È ricordata per le sue 28 vedute di Brest, principalmente architettoniche, pubblicate come Brest et ses Environs nel 1856. [46] Nel 1872 si trasferì a Parigi, aprendo uno studio in Rue du Bac, dove forse fu assistita dal figlio Jules. Gli elenchi commerciali indicano che ha continuato a gestire il suo studio fino alla sua morte in un ospedale di Parigi nel 1878. [47] È stata una delle prime fotografe professioniste al mondo, attiva solo poco dopo la tedesca Bertha Beckmann e la svedese Brita Sofia Hesselius .

L'educazione femminile nel XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Beatrix Potter 's Goody e la signora Hackee, illustrazione di The Tale of Timmy Tiptoes, 1911

Durante il secolo, l'accesso alle accademie e alla formazione artistica formale si è ampliato maggiormente per le donne in Europa e Nord America. La British Government School of Design, che in seguito divenne il Royal College of Art, ammise le donne sin dalla sua fondazione nel 1837, ma solo in una "Scuola femminile" che fu trattata in modo leggermente diverso, con classi di "vita" consistenti per diversi anni di disegno un uomo che indossa un'armatura.

Le scuole della Royal Academy hanno finalmente ammesso le donne a partire dal 1861, ma gli studenti inizialmente disegnavano solo modelli drappeggiati. Tuttavia, altre scuole di Londra, inclusa la Slade School of Art degli anni '70 dell'Ottocento, erano più liberali. Entro la fine del secolo le donne furono in grado di studiare la figura nuda, o molto quasi nuda, in molte città dell'Europa occidentale e del Nord America. La Society of Female Artists (ora chiamata The Society of Women Artists ) è stata fondata nel 1855 a Londra e ha organizzato mostre annuali dal 1857, quando furono mostrate 358 opere di 149 donne, alcune delle quali usando uno pseudonimo. [48] Tuttavia, una donna a cui è stata negata l'istruzione superiore o specialistica e che ha ancora "sfondato" è stata la scienziata, scrittrice e illustratrice naturalista, Beatrix Potter (1866-1943).

Pittrici inglesi dell'inizio del XIX secolo che hanno esposto alla Royal Academy of Art[modifica | modifica wikitesto]

XX secolo[modifica | modifica wikitesto]


Notevoli donne di questo periodo includonoː

Hannelore Baron, Vanessa Bell, Lee Bontecou, Louise Bourgeois, Romaine Brooks, Emily Carr, Leonora Carrington, Mary Cassatt, Elizabeth Catlett, Camille Claudel, Sonia Delaunay, Marthe Donas, Joan Eardley, Marisol Escobar, Dulah Marie Evans, Audrey Flack, Mary Frank, Helen Frankenthaler, Elisabeth Frink, Wilhelmina Weber Furlong, Françoise Gilot, Natalia Goncharova, Nancy Graves, Grace Hartigan, Barbara Hepworth, Eva Hesse, Sigrid Hjertén, Hannah Höch, Frances Hodgkins, Malvina Hoffman, Irma Hünerfauth, Margaret Ponce Israel, Gwen John, Elaine de Kooning, Käthe Kollwitz, Lee Krasner, Frida Kahlo, Hilma af Klint, Laura Knight, Barbara Kruger, Marie Laurencin, Tamara de Lempicka, Séraphine Louis, Dora Maar, Margaret Macdonald Mackintosh, Maruja Mallo, Agnes Martin, Ana Mendieta, Joan Mitchell, Paula Modersohn-Becker, Gabriele Münter, Alice Neel, Louise Nevelson, Georgia O'Keeffe, Betty Parsons, Aniela Pawlikowska, Orovida Camille Pis sarro, Irene Rice Pereira, Paula Rego, Bridget Riley, Verónica Ruiz de Velasco, Anne Ryan, Charlotte Salomon, Augusta Savage, Zofia Stryjeńska, Zinaida Serebriakova, Sarai Sherman, Henrietta Shore, Sr. Maria Stanisia, Marjorie Strider, Carrie Sweetser, Annie Louisa Swynnerton, Franciszka Themerson, Suzanne Valadon, Remedios Varo, Maria Helena Vieira da Silva, Nellie Walker, Marianne von Werefkin e Ogura Yuki . [49]

Hilma af Klint (1862–1944) è stata una pittrice astratta pioniera, che ha lavorato molto prima delle sue controparti maschili espressioniste astratte. Era svedese ed esponeva regolarmente i suoi dipinti che trattavano del realismo, ma le opere astratte non furono mostrate fino a 20 anni dopo la sua morte, su sua richiesta. Si considerava una spiritualista e mistica. [50]

Margaret Macdonald Mackintosh (1865–1933) è stata un'artista scozzese le cui opere hanno contribuito a definire lo "stile di Glasgow" del 1890 e dell'inizio del XX secolo. Ha collaborato spesso con suo marito, l'architetto e designer Charles Rennie Mackintosh, in opere che hanno avuto influenza in Europa. Espose con Mackintosh alla Secessione di Vienna del 1900, dove si pensa che il suo lavoro abbia avuto un'influenza sui secessionisti come Gustav Klimt . [51]

Annie Louisa Swynnerton (1844-1933) era un'artista ritrattista, paesaggista e "simbolista", considerata dai suoi coetanei, come John Singer Sargent e Edward Burne-Jones come uno degli artisti più raffinati e creativi della sua epoca, ma era ancora non è consentito l'accesso alla formazione della scuola d'arte tradizionale. Si è trasferita all'estero per studiare all'Académie Julian e ha trascorso gran parte della sua vita in Francia ea Roma, dove gli atteggiamenti più liberali le hanno permesso di esprimere un'ampia gamma di soggetti compositivi. Non fu ancora formalmente riconosciuta in Gran Bretagna fino al 1923, all'età di 76 anni, quando divenne la prima donna ammessa alla Royal Academy of Arts . [52] [53]

Wilhelmina Weber Furlong (1878–1962) è stata una delle prime moderniste americane a New York City. Ha dato un contributo significativo all'arte moderna americana attraverso il suo lavoro presso la Art Students League e il Whitney Studio Club . [54] [55] Aleksandra Ekster e Lyubov Popova erano artisti costruttivista, cubo-futurista e suprematista ben noti e rispettati a Kiev, Mosca e Parigi all'inizio del XX secolo. Tra le altre donne artiste di spicco nell'avanguardia russa c'erano Natalia Goncharova, Varvara Stepanova e Nadezhda Udaltsova . Sonia Delaunay e suo marito furono i fondatori dell'Orfismo

Nell'era dell'Art Déco , Hildreth Meiere realizzò mosaici su larga scala e fu la prima donna a ricevere la Medaglia di Belle Arti dell'American Institute of Architects. [56] Tamara de Lempicka, anche lei di quest'epoca, era una pittrice Art Deco dalla Polonia . Sr. Maria Stanisia divenne una notevole ritrattista, principalmente del clero. [57] Georgia O'Keeffe è nata alla fine del XIX secolo. Divenne nota per i suoi dipinti, con fiori, ossa e paesaggi del New Mexico . Nel 1927, il dipinto di Dod Procter Morning fu votato Foto dell'anno alla Royal Academy Summer Exhibition e acquistato dal Daily Mail per la Tate Gallery. [58] La sua popolarità ha portato alla sua proiezione a New York e a un tour di due anni in Gran Bretagna. [59] Il surrealismo, un importante stile artistico negli anni '20 e '30, ha avuto un certo numero di artisti donne di spicco, tra cui Leonora Carrington, Kay Sage, Dorothea Tanning e Remedios Varo . [60] C'erano anche valori anomali, come l'autodidatta britannico, spesso osservatore comico, Beryl Cook (1926-2008). [61]

Tra le artiste dell'Europa centrale e orientale, si segnalano: Milein Cosman (1921-2017), Marie-Louise von Motesiczky (1906-1996), Else Meidner (1901-1987), Sanja Iveković (nata nel 1949), Orshi Drozdik ( nato nel 1946)

Donne fotografe[modifica | modifica wikitesto]

Dorotea Lange . Madre migrante, ( Florence Owens Thompson e la sua famiglia) c. 1936

Lee Miller ha riscoperto la solarizzazione [62] ed è diventato un fotografo di alta moda. Dorothea Lange ha documentato la Depressione. Berenice Abbott ha creato immagini di famose architetture e celebrità, Margaret Bourke-White ha creato le fotografie industriali che sono state presentate in copertina e nell'articolo principale del primo Life Magazine . Diane Arbus ha basato la sua fotografia su estranei alla società tradizionale. Le opere di Graciela Iturbide trattavano della vita messicana e del femminismo, mentre Tina Modotti produceva "icone rivoluzionarie" dal Messico negli anni '20. [63] Il lavoro fotografico di Annie Leibovitz riguardava il rock and roll e altre celebrità. Altre donne a sfondare il soffitto di vetro sono state: Eve Arnold, Marilyn Silverstone e Inge Morath di Magnum, Daphne Zileri, Anya Teixeira, Elsa Thiemann, Sabine Weiss e Xyza Cruz Bacani.

Stiliste di teatro[modifica | modifica wikitesto]

Donne artiste grafiche e illustratrici, come la rara fumettista donna, Claire Bretécher, hanno dato un generoso contributo nel loro campo. [64] Su scala più ampia, tra gli scenografi teatrali si sono distinti: Elizabeth Polunin, Doris Zinkeisen, Adele Änggård, Kathleen Ankers, Madeleine Arbor, Marta Becket, Maria Björnson, Madeleine Boyd, Gladys Calthrop, Marie Anne Chiment, Millia Davenport, Kirsten Dehlholm, Victorina Durán, Lauren Elder, Heidi Ettinger, Soutra Gilmour, Rachel Hauck, Marjorie B. Kellogg, Adrianne Lobel, Anna Louizos, Elaine J. McCarthy, Elizabeth Montgomery, Armande Oswald, Natacha Rambova, Kia Steave-Dickerson, Karen TenEyck, Donyale Werle

Multimedia[modifica | modifica wikitesto]

Magdalena Abakanowicz, parka Europos, Lituania

Mary Carroll Nelson ha fondato la Society of Layerists in Multi-Media (SLMM), i cui membri artisti seguono la tradizione di Emil Bisttram e del Transcendental Painting Group, così come Morris Graves della Pacific Northwest Visionary Art School. Negli anni '70, Judy Chicago creò The Dinner Party, un'opera d' arte femminista molto importante. Helen Frankenthaler era una pittrice espressionista astratta e fu influenzata da Jackson Pollock . Lee Krasner era anche un artista espressionista astratto e sposato con Pollock e allievo di Hans Hofmann . Elaine de Kooning fu una studentessa e poi moglie di Willem de Kooning, fu una pittrice figurativa astratta . Anne Ryan era una collagista. Jane Frank, anche lei allieva di Hans Hofmann, ha lavorato con tecnica mista su tela. In Canada, Marcelle Ferron è stata un'esponente dell'automatismo .Dagli anni '60 in poi, il femminismo ha portato a un grande aumento dell'interesse per le artiste e il loro studio accademico. Notevoli contributi sono stati forniti dagli storici dell'arte Germaine Greer, Linda Nochlin, Griselda Pollock, curatrice Jasia Reichardt e altri. Alcuni storici dell'arte come Daphne Haldin hanno tentato di riequilibrare le storie incentrate sugli uomini compilando elenchi di artiste, sebbene molti di questi sforzi rimangano inediti. [65] Figure come Artemisia Gentileschi e Frida Kahlo sono emerse da una relativa oscurità per diventare icone femministe. Le Guerilla Girls, un anonimo gruppo di donne formatosi nel 1985, erano "la coscienza del mondo dell'arte". Hanno parlato di indifferenza e disuguaglianze di genere e razza, in particolare nel mondo dell'arte. Le Guerilla Girls hanno realizzato molti poster per attirare l'attenzione, in genere in modo umoristico, sulla comunità per aumentare la consapevolezza e creare cambiamento. Nel 1996 Catherine de Zegher ha curato una mostra di 37 grandi artiste del Novecento. La mostra, Inside the Visible, che ha viaggiato dall'ICA di Boston al National Museum for Women in the Arts di Washington, alla Whitechapel di Londra e alla Art Gallery of Western Australia a Perth, comprendeva opere di artisti dagli anni '30 agli anni '90 con Claude Cahun, Louise Bourgeois, Bracha Ettinger, Agnes Martin, Carrie Mae Weems, Charlotte Salomon, Eva Hesse, Nancy Spero, Francesca Woodman, Lygia Clark, Mona Hatoum e l'acclamata Magdalena Abakanowicz che ha utilizzato i tessuti nelle sue installazioni, [66] tra altri.

Tessili[modifica | modifica wikitesto]

I tessuti femminili erano precedentemente relegati nella sfera privata e associati alla domesticità piuttosto che essere riconosciuti come arte. In precedenza c'era un requisito dell'arte per dimostrare il "genio dell'artista" associato alla mascolinità; dove i tessuti erano visti come funzionali non erano considerati arte. [67] Ciò ha portato le donne a evitare le tecniche legate alla femminilità, dai tessuti all'uso di linee delicate o di determinati colori "femminili", perché non volevano essere chiamate artiste femminili. [68] Tuttavia, negli ultimi anni questo è stato messo in discussione e i tessuti sono stati utilizzati per creare arte rappresentativa delle esperienze e delle lotte femminili. "The Subversive Stitch" di Parker mostra le femministe che sovvertono il ricamo per fare affermazioni femministe e sfidare l'idea che i tessuti dovrebbero essere associati solo alla domesticità e alla femminilità. [69] Michna ritiene che la sfida delle pratiche artistiche che escludono le donne esponga la politica e il pregiudizio di genere dell'arte tradizionale e aiuti a smantellare le divisioni di classe e patriarcali. [70] Queste forme di espressione tradizionalmente femminili sono ora utilizzate per conferire potere alle donne; sviluppare la conoscenza e recuperare le abilità tradizionali delle donne che la società aveva precedentemente svalutato. [71]

Ceramica[modifica | modifica wikitesto]

Il riemergere alla fine del XIX secolo della creazione di oggetti d'arte in ceramica in Giappone e in Europa è diventato noto come Studio ceramiche, sebbene comprenda sculture e anche tessere, i cubi di mosaico che risalgono alla Persia nel terzo millennio a.C. Diverse influenze hanno contribuito all'emergere della ceramica da studio: la ceramica artistica nell'opera dei fratelli Martin e William Moorcroft, il movimento Arts and Crafts, il Bauhaus e la riscoperta della ceramica artigianale tradizionale e lo scavo di grandi quantità di ceramica Song in Cina. [72]

Le tendenze principali della ceramica da studio britannica nel 20° secolo sono rappresentate da uomini e donne: Bernard Leach, William Staite Murray, Dora Billington, Lucie Rie e Hans Coper . Leach (1887–1979) stabilì uno stile di ceramica, il vaso etico, fortemente influenzato dalle forme cinesi, coreane, giapponesi e inglesi medievali. Il suo stile ha dominato la ceramica da studio britannica a metà del XX secolo. L'influenza di Leach è stata diffusa in particolare dal suo A Potter's Book [73] e dal sistema di apprendista che gestiva presso la sua ceramica a St Ives, in Cornovaglia .Altri artisti della ceramica hanno esercitato un'influenza attraverso le loro posizioni nelle scuole d'arte. Dora Billington (1890–1968) studiò alla Hanley School of Art, lavorò nell'industria della ceramica e divenne capo della ceramica presso la Central School of Arts and Crafts . Ha lavorato in media che Leach non ha fatto, ad esempio terracotta smaltata di stagno, e ha influenzato ceramisti come William Newland, Katherine Pleydell-Bouverie e Margaret Hine . [74] [75]

Dagli anni '60, una nuova generazione di ceramisti, influenzata dalla Camberwell School of Art e dalla Central School of Art and Design, tra cui Alison Britton, Ruth Duckworth ed Elizabeth Fritsch, iniziò a sperimentare oggetti in ceramica astratti, vari effetti di superficie e smalto per successo di critica. Elizabeth Fritsch ha opere rappresentate nelle principali collezioni e musei di tutto il mondo. Inoltre, la reputazione dei ceramisti britannici ha attratto talenti da tutto il mondo e ha rilasciato importanti artisti nel campo. Includono: l' indiano Nirmala Patwardhan, il keniota, Magdalene Odundo e l'iraniano, Homa Vafaie Farley .

Come in Gran Bretagna, la ceramica era parte integrante del movimento Arts and Crafts degli Stati Uniti tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. Charles Fergus Binns, che è stato il primo direttore della New York State School of Clay-Working and Ceramics presso la Alfred University, ha avuto un'influenza importante. Alcuni vasai negli Stati Uniti Gli Stati hanno adottato l'approccio dei movimenti emergenti della ceramica da studio in Gran Bretagna e Giappone. Artisti internazionali ed europei giunti negli Stati Uniti hanno contribuito all'apprezzamento del pubblico della ceramica come arte, tra cui Marguerite Wildenhain, Maija Grotell, Susi Singer e Gertrude e Otto Natzler . Importanti ceramisti da studio negli Stati Uniti includono Otto e Vivika Heino, Beatrice Wood e Amber Aguirre .

Nel frattempo, nella riduzione delle foreste primordiali della regione dei Grandi Laghi africani nella Rift Valley, c'è un popolo che si aggrappa al proprio stile di vita ancestrale di foraggiamento. Sono i Batwa, tra le persone più emarginate al mondo, le cui donne (e l'uomo occasionale) continuano l'usanza secolare di fare la ceramica che è stata usata come baratto con i contadini e pastori della regione. I loro vasi vanno da semplici a altamente decorati. [76] [77] [78]

Artiste contemporanee[modifica | modifica wikitesto]

Samira Alikhanzadeh, No.7 the Persian Carpet series-stampa digitale su perspex, tappeto Borchalou e frammenti di specchi su tavola, 2011 (Galleria d'arte Assar) Teheran

Nel 1993, Rachel Whiteread è stata la prima donna a vincere il Turner Prize della Tate Gallery. Gillian Wearing ha vinto il premio nel 1997, quando c'era una rosa di sole donne, le altre candidate erano Christine Borland, Angela Bulloch e Cornelia Parker . Nel 1999, Tracey Emin ha ottenuto una notevole copertura mediatica per la sua voce My Bed, ma non ha vinto. Nel 2006 il premio è stato assegnato alla pittrice astratta Tomma Abts . Nel 2001 è stata organizzata alla Princeton University una conferenza intitolata "Women Artists at the Millennium". Un libro con quel nome è stato pubblicato nel 2006, con importanti storici dell'arte come Linda Nochlin che analizzano importanti artiste come Louise Bourgeois, Yvonne Rainer, Bracha Ettinger, Sally Mann, Eva Hesse, Rachel Whiteread e Rosemarie Trockel . Artisti contemporanei di spicco a livello internazionale che sono donne includono anche Magdalena Abakanowicz, Marina Abramović, Jaroslava Brychtova, Lynda Benglis, Lee Bul, Sophie Calle, Janet Cardiff, Li Chevalier, Marlene Dumas, Orshi Drozdik, Marisol Escobar, Bettina Heinen-Ayech, Jenny Holzer, Runa Islam, Chantal Joffe, Yayoi Kusama, Karen Kilimnik, Sarah Lucas, Yoko Ono, Tanja Ostojić, Jenny Saville, Carolee Schneeman, Cindy Sherman, Shazia Sikander, Lorna Simpson, Lisa Steele, Stella Vine, Kara Walker, Rebecca Warren, Bettina Werner e Susan Dorothea White .

I dipinti, i collage, le sculture morbide, la performance art e le installazioni ambientali dell'artista giapponese Yayoi Kusama condividono tutti un'ossessione per la ripetizione, il modello e l'accumulo. Il suo lavoro mostra alcuni attributi di femminismo, minimalismo, surrealismo, Art Brut, pop art ed espressionismo astratto, ed è intriso di contenuti autobiografici, psicologici e sessuali. Si descrive come un "artista ossessivo". Nel novembre 2008, la casa d'aste Christie's di New York ha venduto il suo dipinto n. 2 del 1959 per $ 5.100.000, il prezzo record nel 2008 per un'opera di un'artista vivente. [79] Nel periodo 2010–2011, il Centre Pompidou di Parigi ha presentato la scelta dei suoi curatori di artiste contemporanee in una mostra in tre volumi intitolata elles@Centrepompidou . [80] Il museo esponeva le opere delle maggiori artiste della propria collezione. Il 2010 ha visto Eileen Cooper eletta come la prima donna in assoluto "Custode della Royal Academy". Il 1995 ha visto Dame Elizabeth Blackadder nei 300 anni di storia divenuta 'pittrice e agile di Sua Maestà in Scozia. Nel 1982 è stata insignita dell'OBE.

Un altro genere di arte femminile è l'arte ambientale femminile. A dicembre 2013, la Women Environmental Artists Directory elencava 307 donne artiste ambientaliste, come Marina DeBris, Vernita Nemec e Betty Beaumont . DeBris utilizza i rifiuti delle spiagge per aumentare la consapevolezza dell'inquinamento delle spiagge e degli oceani. [81] e per educare i bambini sulla spazzatura della spiaggia. [82] Nemec ha recentemente utilizzato la posta indesiderata per dimostrare la complessità della vita moderna. [83] Beaumont è stato descritto come un pioniere dell'arte ambientale [84] e usa l'arte per sfidare le nostre convinzioni e azioni. [85]

Errata rappresentazione delle donne nella storia dell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Judith Leyster, Self-portrait, 1630, National Gallery of Art, Washington, D.C.

Le donne artiste sono state spesso caratterizzate erroneamente nei resoconti storici, sia intenzionalmente che non intenzionalmente; tali travisamenti sono stati spesso dettati dai costumi socio-politici dell'epoca e dal dominio maschile del mondo dell'arte. Ci sono una serie di problemi che si nascondono dietro questo, tra cui:

  • Scarsità di informazioni biografiche
  • Anonimato - Le artiste erano spesso più attive nelle espressioni artistiche che non erano tipicamente firmate. Durante il periodo altomedievale, la miniatura dei manoscritti era un perseguimento di monaci e monache allo stesso modo.
  • Arti dei pittori - In epoca medievale e rinascimentale operavano nel sistema della bottega molte donne che lavoravano sotto l'egida di un capo bottega maschile, molto spesso il padre dell'artista. Fino al XII secolo non si ha notizia di un'officina guidata da una donna, quando una vedova avrebbe potuto assumere la precedente posizione del marito. Spesso le regole della gilda proibivano alle donne di raggiungere i vari gradi che portavano al maestro, quindi rimanevano "non ufficiali" nel loro status.
  • Naming Conventions – la convenzione per cui le donne prendono i cognomi dei mariti impedisce la ricerca sugli articoli femminili, soprattutto nei casi in cui un'opera di origine sconosciuta è stata firmata solo con un nome e un cognome. Anche le più semplici affermazioni biografiche possono essere fuorvianti. Ad esempio, si potrebbe dire che Jane Frank è nata nel 1918, ma in realtà era Jane Schenthal alla nascita – Jane "Frank" è esistita solo più di vent'anni dopo. Esempi come questo creano una discontinuità di identità per le artiste.
  • Identità errata e attribuzione errata - Nel Settecento e nell'Ottocento il lavoro delle donne fu spesso riassegnato. Alcuni mercanti senza scrupoli arrivarono addirittura ad alterare le firme, come nel caso di alcuni dipinti di Judith Leyster (1630) che furono riassegnati a Frans Hals. Marie-Denise Villers (1774–1821) è stata una pittrice francese specializzata in ritratti. Villers fu allievo del pittore francese Girodet. Il dipinto più famoso di Villers, Young Woman Drawing, (1801) è esposto al Metropolitan Museum of Art. Il dipinto fu attribuito un tempo a Jacques-Louis David, ma in seguito fu realizzato come opera di Villers.

Un ulteriore motivo alla base della riluttanza ad accettare le artiste è che è probabile che le loro abilità differiscano dai maschi, a causa della loro esperienza e situazione e come tale questo crea un senso di grandezza per l'arte femminile che era temuto. [86]

Tuttavia, mentre c'è stata una falsa rappresentazione delle artiste, c'è un problema molto più profondo che ha limitato il numero di artiste. Non ci sono paragoni femminili con le opere di Divinci e Michelangelo. Ciò non è dovuto alla mancanza di abilità, ma all'oppressione e allo scoraggiamento delle donne. La colpa sta nell'educazione e nella mancanza di opportunità che sono state date. È contro ogni previsione che le donne siano riuscite a raggiungere abilità artistiche di fronte al mondo dell'arte patriarcale e dominato dagli uomini. [87]

Donne nell'art outsider[modifica | modifica wikitesto]

Anna Zemánková, Senza titolo, anni '60
Helen Martins, La casa del gufo

Tuttavia, mentre c'è stata una falsa rappresentazione delle artiste, c'è un problema molto più profondo che ha limitato il numero di artiste. Non ci sono paragoni femminili con le opere di Divinci e Michelangelo. Ciò non è dovuto alla mancanza di abilità, ma all'oppressione e allo scoraggiamento delle donne. La colpa sta nell'educazione e nella mancanza di opportunità che sono state date. È contro ogni previsione che le donne siano riuscite a raggiungere abilità artistiche di fronte al mondo dell'arte patriarcale e dominato dagli uomini. [88]

Il concetto di arte outsider è sorto nel 20° secolo quando i professionisti, i collezionisti e i critici tradizionali hanno iniziato a considerare l'espressione artistica di persone senza una formazione convenzionale. Tra loro ci sarebbero autodidatti, bambini, artisti folk di tutto il mondo e detenuti di istituti psichiatrici. Tra i primi a studiare questo spazio artistico enorme e per lo più inesplorato ci furono i membri del gruppo Blaue Reiter in Germania, seguiti in seguito dall'artista francese Jean Dubuffet . Alcune delle donne note considerate come esponenti di "art brut", l'espressione francese per outsider art, sono:

  • Holly Farrell, artista canadese autodidatta del 21° secolo i cui dipinti includono la serie Barbie e Ken, è considerata un'artista Outsider. [89]
  • Madge Gill (1882–1961) è stata un'artista medianica inglese che ha realizzato migliaia di disegni "guidati" da uno spirito che chiamava "Myrninerest" (il mio riposo interiore).
  • Annie Hooper (1897–1986), scultrice di arte religiosa visionaria di Buxton, Carolina del Nord, che ha creato quasi 5.000 sculture raffiguranti scene bibliche. Il suo lavoro è ora nella collezione permanente della North Carolina State University .
  • Georgiana Houghton (1814–1884), una medium spiritualista britannica, nota per i suoi "disegni spirituali" visionari, costituiti da intricati acquerelli astratti.
  • Mollie Jenson (1890–1973) ha creato una serie di sculture in cemento su larga scala abbellite con mosaici di piastrelle a River Falls, nel Wisconsin .
  • Susan Te Kahurangi King (nata nel 1951) è un'artista neozelandese la cui capacità di parlare è diminuita all'età di quattro anni e ha smesso del tutto di parlare all'età di otto anni. King è un esperto autistico che ha metodicamente creato un intero mondo analogo attraverso straordinari disegni utilizzando penna, grafite, matita colorata, pastello e inchiostro. Attraversò prolificamente i primi anni '90 e poi, senza motivo, si fermò improvvisamente. King ha rinnovato il disegno nel 2008 durante le riprese di un documentario sulla sua opera d'arte.
  • Halina Korn (1902-1978) era una polacca di origine ebraica che si stabilì a Londra durante la seconda guerra mondiale . In origine era una scrittrice che sposò l'artista, Marek Żuławski, e iniziò la scultura e la pittura a metà della vita. Ha dipinto il quotidiano ed ha esposto in Inghilterra, Scozia, Stati Uniti e Polonia. [90]
  • Maud Lewis (1903–1970) è stata un'artista folk canadese. Lewis dipinse scene luminose della vita rurale della Nuova Scozia su oggetti trovati, comprese tavole, materiali da costruzione, ecc.
  • Helen Martins (1897–1976) ha trasformato la casa che ha ereditato dai suoi genitori a Nieu-Bethesda, in Sud Africa, in un ambiente fantastico decorato con sculture in vetro frantumato e cemento. La casa è conosciuta come The Owl House .
  • Nonna Moses (1860–1961), ampiamente considerata una pittrice di arte popolare .
  • Judith Scott (1943–2005) è nata sorda e con la sindrome di Down . Dopo essere stata istituzionalizzata per 35 anni ha frequentato il Creative Growth Art Center (un centro per artisti con disabilità a Oakland, California) ed è diventata una scultrice di fibre art di fama internazionale.
  • Anna Zemánková (1908–1986) è stata una pittrice, disegnatrice e artista pastello ceca autodidatta. Il suo lavoro è stato presentato in una mostra collettiva alla Hayward Gallery di Londra nel 1979 e diciotto dei suoi pezzi sono stati esposti alla Biennale di Venezia nel 2013. [91]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Maura Reilly, Curatorial activism : towards an ethics of curating, Lucy R. Lippard, [London], 2018, ISBN 0-500-23970-3, OCLC 992571921.
  2. ^ a b c d e f g h i (EN) Women step into the light, in FTWeekend - Arts, 29 March 2020. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "FT" è stato definito più volte con contenuti diversi
  3. ^ a b c (EN) Robert Atkins, Feminist art, su moca.org, 21 novembre 2009. URL consultato il 10 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2011).
  4. ^ (EN) Virginia Hughes, Were the First Artists Mostly Women?, su nationalgeographic.com, 10 ottobre 2013. URL consultato il 10 maggio 2022.
  5. ^ (EN) Camilla Power, Women in Prehistoric Rock Art, in Günter Berghaus (a cura di), New Perspectives on Prehistoric, Westport, Conn. Praeger, 2004, pp. 75-103, OCLC 835046110.
  6. ^ (EN) Peter Breunig (a cura di), Nok : African sculpture in archaeological context, Frankfurt am Main, Africa Magna Verlag, 2014, OCLC 888559129.
  7. ^ (EN) Emmanuel Cooper, Ten Thousand Years of Pottery, University of Pennsylvania Press, 2010, ISBN 978-0-8122-3554-8.
  8. ^ (EN) Emmanuel Cooper, A History of World Pottery, Chilton Book Co., 1989, ISBN 978-0-8019-7982-8.
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