XX Giochi olimpici invernali

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Voce principale: Giochi olimpici invernali.
XX Giochi olimpici invernali
(EN) Passion lives here
(traduzione: La passione vive qui)
Città ospitanteTorino, Italia
Paesi partecipanti80 (vedi sotto)
Atleti partecipanti2.508
(1.584 Uomini - 960 Donne)
Competizioni84 in 7 sport
Cerimonia apertura10 febbraio 2006
Cerimonia chiusura26 febbraio 2006
Aperti daCarlo Azeglio Ciampi
Giuramento atletiGiorgio Rocca
Giuramento giudiciFabio Bianchetti
Ultimo tedoforoStefania Belmondo
StadioStadio Olimpico (Torino)
Medagliere
Nazione Medaglie d'oro vinte Medaglie d'argento vinte Medaglie di bronzo vinte Medaglie complessive vinte
Bandiera della Germania Germania1112629
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti99725
Bandiera dell'Austria Austria977 23
Cronologia dei Giochi olimpici
Giochi precedentiGiochi successivi
Salt Lake City 2002 Vancouver 2010

I XX Giochi olimpici invernali, noti anche come Torino 2006, si sono tenuti a Torino dal 10 al 26 febbraio 2006.[1] Le gare si sono svolte sia a Torino sia in altre otto località del Piemonte. Dal 10 al 19 marzo si sono tenuti, nella stessa sede, i IX Giochi paralimpici invernali.[2]

Precedentemente altre due città italiane erano state sedi di manifestazioni olimpiche: Cortina d'Ampezzo nel 1956 con i VII Giochi olimpici invernali e Roma nel 1960 con i Giochi della XVII Olimpiade.

L'inno di questa edizione dei Giochi fu composto da Claudio Baglioni.[3]

Assegnazione[modifica | modifica wikitesto]

Logo di candidatura di Torino 2006, realizzato da Giorgetto Giugiaro[4]

I XX Giochi olimpici invernali furono assegnati a Torino il 19 giugno 1999 durante il 109º congresso del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) svoltosi a Seul.[5]

In quella sede vennero presentate sei candidature: Helsinki (Finlandia), Klagenfurt (Austria), Poprad (Slovacchia), Sion (Svizzera), Torino (Italia) e Zakopane (Polonia). Dopo la presentazione venne eletta una commissione selezionatrice che scelse come finaliste Sion e Torino. Tutti i delegati del CIO furono quindi chiamati a votare tra le due città. Torino venne scelta con 53 voti contro i 36 di Sion.[6]

Nel 2002, in occasione della cerimonia di chiusura dei XIX Giochi olimpici invernali di Salt Lake City 2002 il Comitato Organizzatore è stato incaricato di realizzare, come da tradizione, lo show di presentazione che segue il passaggio della Bandiera Olimpica alla nuova città ospitante. È così nato un segmento di 12', che ha introdotto in anteprima il logo ufficiale dei Giochi, disegnato da Antonino Benincasa, e ha inteso mettere in scena l'identità italiana e torinese, con le performance musicali di Elisa e Irene Grandi.[7]

Sviluppo e preparazione[modifica | modifica wikitesto]

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

I Giochi precedenti all'edizione del 2006 si basarono principalmente sul modello organizzativo del comprensorio sciistico: sedi delle competizioni erano principalmente città o località di montagna, poco popolose, nelle quali le distanze tra i vari impianti erano irrisorie; in tal senso esempio lampante, considerato per una decina di anni modello ideale dei Giochi Invernali, fu l'edizione del 1994 ospitata dalla cittadina norvegese di Lillehammer (25.000 abitanti).

Già con l'assegnazione dei Giochi del 2002 a Salt Lake City, tuttavia, si percepì la volontà del Comitato Olimpico di modificare il "modello Lillehammer", ritenuto ormai superato. Il progetto col quale Torino vinse le Olimpiadi del 2006, nel 1999, andava proprio in questa rivoluzionaria direzione: il concetto preso in esame non era più quello dei Giochi confinati in comprensori sciistici e lontani dalle grandi masse della popolazione locale, ma piuttosto quello di aprire l'evento, rendendolo il più possibile accessibile al maggior numero di persone. Per realizzare questa visione, gli impianti vennero suddivisi tra la città di Torino e le località montane della Val di Susa: nella grande città vennero ospitati tutti gli sport tipicamente indoor (come hockey e pattinaggio di figura), in montagna quelli outdoor.[8]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Per lo svolgimento dei Giochi sono state realizzate oltre sessantacinque opere tra impianti sportivi, infrastrutture viarie, villaggi per atleti e media, per una spesa approssimativa totale di oltre 3,5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi per la realizzazione delle opere e 1,5 miliardi per l'organizzazione dei Giochi.[9]

Tra i principali impianti sportivi figurano:

Le principali opere infrastrutturali concomitanti ai Giochi hanno riguardato invece:

  • Primo tratto della Metropolitana di Torino, inaugurata il 4 febbraio 2006. L'infrastruttura aspettava di essere realizzata da almeno 70 anni.[10]
  • La pedonalizzazione, anch'essa molto attesa, di piazza San Carlo.
  • I lavori di ammodernamento e ampliamento di undici strade statali e provinciali che collegano Torino con le altre città olimpiche, nonché il completamento della diramazione dell'A55 verso Pinerolo.

Sul piano urbanistico, le principali realizzazioni sono state il PalaFuksas, edificio di vetro progettato da Massimiliano Fuksas, la nuova Galleria d'arte moderna e il grande progetto della Spina, che recupererà oltre due milioni di metri quadrati grazie all'interramento delle linee ferroviarie cittadine e alla ristrutturazione delle aree industriali dismesse.

Finanziamenti[modifica | modifica wikitesto]

L'organizzazione dei Giochi olimpici invernali del 2006 ha avuto un iter complesso.

Inizialmente, nel 1999, la città di Torino e il CONI costituirono la fondazione privata TOROC (Torino Organizing Committee), e nel 2000 lo Stato, con la legge 285/2000, creò l'Agenzia Torino 2006.[11]

Il TOROC aveva il compito di organizzare i Giochi mettendo a punto il piano degli interventi finanziandosi mediante la vendita dei diritti (tv, sponsorizzazioni, biglietti...); presidente del TOROC fu nominato l'ex-sindaco di Torino Valentino Castellani, presidente e direttore generale dell'agenzia fu designato Domenico Arcidiacono. L'Agenzia, con i finanziamenti pubblici concessi dallo Stato, aveva il compito di realizzare gli impianti e le infrastrutture sportive e viarie.

Sorsero, tuttavia, presto dei contrasti tra gli enti locali coinvolti nei lavori di preparazione, e per comporre le controversie nel 2003 fu costituita una "cabina di regia" con rappresentanti di TOROC, Agenzia, città di Torino, Provincia di Torino, Regione Piemonte e CONI, coordinata dal presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo.

Nel 2004, però, sono iniziate nuove controversie tra il governo italiano, che giudicava inefficiente la gestione del TOROC, e il TOROC stesso, che da parte sua accusava il governo di bloccare finanziamenti promessi in precedenza anche se in realtà avrebbe dovuto procurarsi i fondi in altro modo. Questa nuova crisi si è risolta nel mese di novembre, quando l'ex-presidente del CONI, ed attuale sottosegretario ai beni culturali, Mario Pescante è stato nominato dal governo supervisore dei XX Giochi olimpici invernali, con l'incarico di controllare l'avanzamento dei lavori. All'epoca il deficit di bilancio del TOROC era di 230 milioni di euro: gli enti locali si impegnarono a coprirne 70, il governo gli altri 160 (poi ridotti a 130).

Parte dei fondi promessi dal governo non è mai stata stanziata, e con la legge finanziaria del 2005 il contributo è stato ridotto di altri 64 milioni di euro, inoltre la differenza tra entrate uscite è stata maggiore del previsto di 22 milioni: di conseguenza, a dicembre 2005 il deficit di bilancio era ancora di oltre 100 milioni di euro, che verranno coperti in parte (30 milioni di euro) dalle fondazioni bancarie di Torino, in parte (20 milioni di euro) dal ricavato di una lotteria statale, in parte (5 milioni di euro) dall'azienda elettrica di Torino (di proprietà del Comune) e per la parte restante da una fidejussione richiesta dalla Città di Torino offrendo come garanzia le infrastrutture olimpiche.

Ad oggi il costo dell'organizzazione delle Olimpiadi, cioè la spesa del TOROC, è di circa 1,5 miliardi di euro; la realizzazione di tutte le opere, che era in capo all'Agenzia, ammonta a oltre 2 miliardi di euro.

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Per garantire la sostenibilità ambientale dei lavori il comitato organizzatore ha aderito a numerosi accordi nazionali e internazionali: tutte le opere olimpiche sono state sottoposte a valutazione ambientale strategica (VAS), svolta dalla Regione Piemonte e dal Ministero dell'Ambiente; il TOROC, inoltre, ha firmato un protocollo di intesa con l'UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente) dell'ONU (che ha assegnato all'organizzazione di Torino 2006 il premio Carbon free[12]), e ha aderito all'EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) della Commissione europea (primo caso di applicazione da parte di un comitato organizzatore di eventi sportivi). In particolare si sono attuati interventi compensativi per il "recupero" della CO2 prodotta durante i 17 giorni dei Giochi (ma non quella prodotta durante la preparazione).

I lavori di preparazione delle XX Giochi olimpici invernali sono stati peraltro duramente contestati da chi temeva danni agli spazi naturali (soprattutto in montagna) e alle condizioni di vita degli abitanti, portando alla costituzione di un comitato nolimpiadi.

Sedi di gara[modifica | modifica wikitesto]

I siti delle competizioni in Provincia di Torino
Il Palasport Olimpico.
La pista di Cesana Pariol.
Lo Stadio del Trampolino.

Per i XX Giochi olimpici invernali, furono utilizzati i seguenti impianti sportivi. Alcune strutture vennero realizzate in modo temporaneo per ospitare alcune delle gare in programma. La capacità degli impianti permanenti, realizzati per le olimpiadi o ristrutturati per l'evento e a tutt'oggi funzionanti, è riferita alla capienza del periodo olimpico e non a quella attuale che potrebbe aver subito variazioni.

Città Impianto Capacità Inaugurazione Sport
Torino Oval Lingotto[13] 8 250 2005 Pattinaggio di velocità
Palasport Olimpico[14] 12 500 2005 Hockey su ghiaccio
Palazzo a Vela 8 000 1961 Pattinaggio di figura
Short track
Stadio Olimpico[15] 35 000 1933 Cerimonia di apertura
Cerimonia di chiusura
Torino Esposizioni 5 400[16] 1939 Hockey su ghiaccio
Bardonecchia (Torino) Snowpark Olimpico 6 763 2006 Snowboard
Cesana Torinese (Torino) Centro Olimpico del Biathlon[17] 4 700 2006 Biathlon
Cesana Pariol[18] 4 400 2005 Bob
Skeleton
Slittino
San Sicario Fraìteve 6 160 2006 Sci alpino
Pinerolo (Torino) Stadio Olimpico del ghiaccio 2 000 2005 Curling
Pragelato (Torino) Pragelato Plan 5 400 2005 Combinata nordica
Sci di fondo
Stadio del Trampolino[18] 8 055 2005 Combinata nordica
Salto con gli sci
Sauze d'Oulx (Torino) Sauze d'Oulx-Jouvenceaux[19] 7 900 2006 Freestyle
Sestriere (Torino) Sestriere Borgata 6 800 2006 Sci alpino
Sestriere Colle 7 800 2006 Sci alpino
    Impianti ancora in funzione (anche con cambio di utilizzazione successiva).     Impianti temporanei o edifici utilizzati a fini sportivi solo per l'evento.     Impianti demoliti o in disuso.

Aree d'allenamento[modifica | modifica wikitesto]

Città Impianto Capacità Sport
Torino Torino Palaghiaccio[20] - Pattinaggio artistico[21]
Short track[21]
Chiomonte (Torino) Stazione sciistica del Frais - Sci alpino[21]
Claviere (Torino) Piste du Lac[22] - Sci alpino[21]
Sci di fondo[21]
Prali (Torino) Bric Rond - Sci alpino[21]
Ghigo di Prali - Sci di fondo[21]
Torre Pellice (Torino) Palaghiaccio Olimpico[23] - Hockey su ghiaccio[21]

Villaggi olimpici[modifica | modifica wikitesto]

Aree di eventi connessi[modifica | modifica wikitesto]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Le mascotte ufficiali dei giochi
Moneta commemorativa da 2 euro dedicata ai XX Giochi Olimpici Invernali

Neve e Gliz sono le mascotte ufficiali dei Giochi Olimpici invernali di Torino 2006, create dal designer portoghese Pedro Albuquerque.[24]

Rappresentano le caratteristiche dei Giochi invernali, cioè "neve” e “ghiaccio". Neve, personaggio femminile, è una palla di neve vestita in rosso e rappresenta la morbidezza, l'amicizia e l'eleganza. Gliz (forma abbreviata di “Ghiaccio”), personaggio maschile, è un cubetto di ghiaccio vestito di azzurro e rappresenta l'entusiasmo e la gioia.

Per l'elezione delle mascotte ufficiali dei Giochi invernali del 2006, il Comitato Organizzatore dei Giochi Invernali TOROC ha condotto un concorso al quale sono state presentate 237 proposte prima della chiusura delle candidature il 20 maggio 2003.[25]. Di questi candidati, cinque sono arrivati alla fase finale in cui sono stati valutati da una giuria internazionale selezionata dal TOROC. L'elezione è stata successivamente ratificata dal Comitato di Presidenza del TOROC. Infine, i vincitori, "Neve e Gliz" di Albuquerque, sono state presentate il 28 settembre 2004, a 500 giorni dall'inizio dei Giochi.

Per i Giochi Paralimpici invernali del 2006 il TOROC ha successivamente richiesto ad Albuquerque la creazione di una nuova mascotte simile alle linee creative di Neve e Gliz. L'artista ha creato "Aster", un fiocco di neve stilizzato che trasmette gli ideali paraolimpici: la determinazione, la passione e il coraggio dell'atleta disabile. Quando è presentato in uniforme sportiva, Aster è di solito rappresentato dal colore verde. Completa anche i colori del logo dei Giochi Paralimpici del 2006.

Lo slogan dei Giochi "Passion lives here" è stato scritto dalla calligrafa Francesca Biasetton.[24]

Per l'occasione venne coniata una versione commemorativa della moneta da 2 euro.

I Giochi[modifica | modifica wikitesto]

Partecipanti[modifica | modifica wikitesto]

Un record di 80 Comitati Olimpici Nazionali[26] hanno partecipato ai XX Giochi olimpici invernali; a Salt Lake City 2002 avevano preso parte alle gare 77 paesi. All'apertura dei Giochi risultavano iscritti 2633 atleti, a cui vanno aggiunti circa 2500 tecnici e accompagnatori delle nazionali, 2300 rappresentanti del CIO, dei Comitati Olimpici Nazionali e delle federazioni sportive, e 650 giudici e arbitri.

Gli 80 paesi partecipanti:
  • Grigio: Non partecipante
  • Verde: 1-9 atleti
  • Azzurro: 10-49 atleti
  • Arancione: 50-99 atleti
  • Rosso: 100 o più atleti

Le 80 delegazioni partecipanti divise per continente. Per ognuna è indicato tra parentesi il numero di atleti che risultavano iscritti alle gare all'apertura dei Giochi, per un totale di 2633 partecipanti.[27]

Africa
Americhe
Asia
Europa
Oceania

Discipline[modifica | modifica wikitesto]

Il programma olimpico prevedeva competizioni in 15 discipline:

Disciplina Maschile Femminile Misti Totali
Biathlon 5 5 10
Bob 2 1 3
Combinata nordica 3 3
Curling 1 1 2
Freestyle 2 2 4
Hockey su ghiaccio 1 1 2
Pattinaggio di figura 1 1 2 4
Pattinaggio di velocità 6 6 12
Salto con gli sci 3 3
Sci alpino 5 5 10
Sci di fondo 6 6 12
Short track 4 4 8
Skeleton 1 1 2
Slittino 2 1 3
Snowboard 3 3 6
Totale (15 discipline) 45 37 2 84

Calendario degli eventi[modifica | modifica wikitesto]

   ●    Cerimonia d'apertura    ●    Competizioni    ●    Finali    ●    Galà    ●    Cerimonia di chiusura
Febbraio 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26
Cerimonie (Torino, Stadio Olimpico)
Biathlon (Cesana, San Sicario)
Bob (Cesana, Pariol)
Combinata nordica (Pragelato, Plan)
Curling (Pinerolo, Palaghiaccio)
Freestyle (Sauze d'Oulx-Jouvenceaux)
Hockey su ghiaccio (Torino, Palasport Olimpico, Esposizioni)
Pattinaggio di figura (Torino, Palavela)
Pattinaggio di velocità (Torino, Oval Lingotto)
Salto con gli sci (Pragelato)
Sci alpino (Sestriere Borgata, Colle San Sicario Fraiteve)
Sci di fondo (Pragelato, Plan)
Short track (Torino, Palavela)
Skeleton (Cesana, Pariol)
Slittino (Cesana, Pariol)
Snowboard (Bardonecchia)
Febbraio 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26

Cinque comitati nazionali presenti a edizioni precedenti non hanno inviato nessun atleta a Torino: Bandiera del Camerun Camerun, Bandiera delle Figi Figi, Bandiera della Giamaica Giamaica, Bandiera di Porto Rico Porto Rico e Bandiera di Trinidad e Tobago Trinidad e Tobago. Il Bandiera del Messico Messico, che avrebbe dovuto partecipare, si è ritirato prima dell'inizio dei giochi.

Cerimonia d'apertura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali.
I cerchi olimpici alla cerimonia d'apertura
Il braciere olimpico

La cerimonia di apertura della XX edizione dei Giochi olimpici invernali si è tenuta il 10 febbraio 2006 alle ore 20:00 CET (19:00 UTC), presso lo Stadio Olimpico di Torino (ex Stadio Comunale Vittorio Pozzo).

Con 1,8 miliardi di contatti lo spettacolo è risultato il programma televisivo più visto al mondo nel 2006, vincitore di ben 2 Emmy Award.[28] L'evento, promosso dal Comitato Organizzatore Toroc è stato ideato e prodotto da K2006 Filmmaster Group. Produttore Esecutivo e Direttore Artistico Marco Balich, Autore e Responsabile dei Contenuti Alfredo Accatino, Art Direction Lida Castelli. Produttore Associato Ric Birch. Direzione tecnica Marco Astarita. Per la produzione della Cerimonia l'organizzazione si è avvalsa di una struttura di 280 persone di produzione, 6100 volontari, 400 persone di cast.

Lo spettacolo, durato circa due ore, preceduto da un breve show introduttivo (condotto da Piero Chiambretti) ha legato momenti di celebrazione dell'identità italiana a suggestivi momenti protocollari come l'arrivo della fiamma e l'ingresso della bandiera olimpica, per la prima volta nella storia portata solo da donne (Sophia Loren, Isabel Allende, Susan Sarandon, Nawal El Moutawakel, Wangari Maathai, Manuela Di Centa, Maria Mutola e Somaly Mam)[29]. Alla cerimonia hanno preso parte anche altre celebri star femminili come Eva Herzigová e Carla Bruni[30] e non è un caso che, come accompagnamento musicale, siano state scelte, tra le altre, canzoni atte a celebrare l'universo femminile spaziando da Gloria Gaynor agli Chic per arrivare anche a celebri successi italiani come Una donna per amico di Lucio Battisti e Gloria di Umberto Tozzi.[29]

Nella parata delle nazioni partecipanti, tradizionalmente aperta dalla Grecia e chiusa dal paese ospitante, per la prima volta ad un'edizione dei Giochi olimpici invernali la Corea del Nord e la Corea del Sud hanno sfilato insieme sotto la semplice denominazione di "Corea", come già accaduto ai Giochi estivi di Atene 2004 e Sydney 2000. Nelle competizioni le due squadre hanno gareggiato separatamente.

Alle 22:09 CET (21:09 UTC) il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, con la tradizionale formula di rito, ha dichiarato ufficialmente "aperta, a Torino, la celebrazione dei XX Giochi olimpici invernali".

Il giuramento olimpico è stato pronunciato dallo sciatore alpino Giorgio Rocca a nome degli atleti, e da Fabio Bianchetti a nome dei giudici.

L'ultimo tedoforo è stata la fondista Stefania Belmondo, l'atleta italiana che ha vinto il maggior numero di medaglie olimpiche (10), che ha dato il via all'accensione del braciere olimpico, disegnato come la torcia da Pininfarina. La struttura, alta 57 metri, è il braciere più alto utilizzato finora nella storia dei Giochi Olimpici.

La Cerimonia è terminata con la partecipazione del maestro Luciano Pavarotti, alla sua ultima esibizione.[31]

Cerimonia di chiusura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cerimonia di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali.
Lo Stadio Olimpico di Torino

La cerimonia di chiusura si è tenuta la sera del 26 febbraio 2006 alle ore 20:00 CET (19:00 UTC), presso lo Stadio Olimpico di Torino (ex Stadio Comunale Vittorio Pozzo).

Il tema scelto per lo spettacolo è stato il Carnevale italiano, i cui festeggiamenti coincidevano, nel calendario del 2006, con gli ultimi giorni dei Giochi Olimpici. Agli spettatori e agli atleti sono state fornite mascherine da indossare sul viso. Nei vari quadri della coreografia sono stati presentati costumi ispirati ai film di Federico Fellini, i carri del Carnevale di Viareggio, le maschere tipiche come Arlecchino e Pulcinella a bordo di Vespe e Fiat 500.[32]

Come avvenuto ai Giochi della XXVIII Olimpiade, nella cerimonia di chiusura è stata inserita anche l'ultima premiazione dei Giochi. Ad Atene vennero consegnate le medaglie della maratona maschile; a Torino sono stati premiati i primi tre classificati nella 50 km di sci di fondo a tecnica libera che si era svolta nella mattinata.

La serata è proseguita con gli elementi tradizionali e protocollari della cerimonia di chiusura: la sfilata delle bandiere delle nazioni partecipanti che ha preceduto l'ingresso informale degli atleti, i discorsi conclusivi e di ringraziamento del presidente del Comitato Organizzatore e del presidente del CIO, il passaggio di consegne da Torino a Vancouver, la città canadese che ospiterà i XXI Giochi olimpici invernali, lo spegnimento del braciere olimpico.

Nel corso della serata, che si è conclusa con uno spettacolo pirotecnico, si sono esibiti i cantanti italiani Andrea Bocelli e Elisa, la canadese Avril Lavigne nel quadro dedicato al paese sede dei prossimi Giochi, e Ricky Martin.[33]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Medagliere[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Medagliere dei XX Giochi olimpici invernali.

Di seguito le prime 10 posizioni del medagliere:

  Nazione ospitante

Pos. Paese Oro Argento Bronzo Totale
1 Bandiera della Germania Germania 11 12 6 29
2 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 9 9 7 25
3 Bandiera dell'Austria Austria 9 7 7 23
4 Bandiera della Russia Russia 8 6 8 22
5 Bandiera del Canada Canada 7 10 7 24
6 Bandiera della Svezia Svezia 7 2 5 14
7 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud 6 3 2 11
8 Bandiera della Svizzera Svizzera 5 4 5 14
9 Bandiera dell'Italia Italia 5 0 6 11
10 Bandiera della Francia Francia 3 2 4 9
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi 3 2 4 9

Protagonisti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Podi dei XX Giochi olimpici invernali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Calendario, su torino2006.org. URL consultato l'11 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2006).
  2. ^ I IX Giochi Paralimpici invernali, su touristime.net. URL consultato l'11 gennaio 2008.
  3. ^ Claudio Baglioni ha composto l'Inno Ufficiale dei XX Giochi Olimpici Invernali, su archivio.pubblica.istruzione.it, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, 2005. URL consultato il 3 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2017).
  4. ^ Candidatura di Torino 2006 per i XX Giochi Olimpici
  5. ^ Marco Brizzi e Maurizio Sabini, La nuova Torino: atti del convegno internazionale, Alinea Editrice, 2011, p. 38, ISBN 978-88-6055-651-6.
  6. ^ 109º congresso del Comitato Olimpico Internazionale di Seul, su comune.torino.it. URL consultato l'11 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2008).
  7. ^ Anna Martina, Comunicare la città: il caso di Torino olimpica, Pearson Italia, 2006, p. 147, ISBN 978-88-424-2001-9.
  8. ^ (EN) Ron C. Judd, The Winter Olympics, The Mountaineers Books, 2004, p. 36, ISBN 978-1-59485-327-2.
  9. ^ Giochi olimpici di Torino 2006, su cipra.org, 10 aprile 2014. URL consultato il 22 maggio 2014.
  10. ^ Daniela Schembri Volpe, 365 giornate indimenticabili da vivere a Torino, Newton Compton Editori, 2015, ISBN 978-88-541-8799-3.
  11. ^ Andrea Macchiavelli, Il turismo della neve. Condizioni per operare in un contesto competitivo, FrancoAngeli, 2004, p. 131, ISBN 978-88-464-5903-9.
  12. ^ Torino 2026, Castellani: "Per le Olimpiadi servirebbe una unità di intenti che non c'è"
  13. ^ Attualmente è un'area fieristica integrata nella struttura del Lingotto Fiere.
  14. ^ L'impianto è attualmente denominato "PalaAlpitour".
  15. ^ L'impianto, ristrutturato per l'evento, è attualmente denominato "Stadio Olimpico Grande Torino".
  16. ^ Tribune provvisorie per l'evento.
  17. ^ Impianto in fase di ristrutturazione per il tennis e altri sport.
  18. ^ a b Attualmente in disuso.
  19. ^ Impianto smantellato.
  20. ^ Torino Palaghiaccio - Pattinaggio di figura e Short track, su torino2006.org (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2006).
  21. ^ a b c d e f g h Siti di allenamento, su torino2006.coni.it.
  22. ^ Claviere - Sci alpino, sci di fondo, su torino2006.org (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2006).
  23. ^ Torre Pellice - Hockey su ghiaccio, su torino2006.org (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2006).
  24. ^ a b Paolo Cagnotto, La grafica nelle Olimpiadi, Lulu.com, 2016, p. 71, ISBN 978-1-326-65805-2.
  25. ^ Neve e Gliz - torino2006.org (pagina archiviata da web.archive.org)
  26. ^ (EN) Jean-Loup Chappelet, The International Olympic Committee and the Olympic System: The Governance of World Sport, Routledge, 2008, p. 57, ISBN 978-1-134-08369-5.
  27. ^ Perché Torino ha vinto la sua Olimpiade, su repubblica.it, http://www.repubblica.it. URL consultato il 20 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2018).
  28. ^ (EN) The XX Olympic Winter Games - Opening Ceremony - NBC, su emmys.com, http://www.emmys.com. URL consultato il 15 agosto 2016.
  29. ^ a b Bel mondo - Fatto di donne, su lastampa.it, http://www.lastampa.it. URL consultato il 15 agosto 2016.
  30. ^ Torino 2006 - La cerimonia d'apertura, su porto.it, http://www.porto.it. URL consultato il 15 agosto 2016.
  31. ^ Gina Guandalini, Luciano Pavarotti: il trionfo della voce, Curcio musica, 2008, p. 76, ISBN 978-88-95695-05-1.
  32. ^ Cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, su dynamick.it, http://www.dynamick.it. URL consultato il 15 agosto 2016.
  33. ^ (EN) Torino closing ceremony a colorful affair, su usatoday30.usatoday.com, https://www.usatoday.com/. URL consultato il 15 agosto 2016.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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