Papa Vitaliano: differenze tra le versioni

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La consacrazione pontificale avvenne meno di due mesi dopo la morte del [[papa Eugenio I|predecessore]], e tanta celerità nel far giungere da [[Costantinopoli]] l'approvazione imperiale rappresentò un segnale della volontà di riconciliazione dell'imperatore [[Costante II]] con la Chiesa di Roma. E infatti, nella controversia [[Monotelismo|monotelita]] che imperversava all'epoca, Vitaliano agì con riserva, trattenendosi dall'esprimere apertamente la condanna per il ''[[Typos]]'', l'editto emanato nel [[648]] direttamente da Costante II e già condannato da [[papa Martino I]].
La consacrazione pontificale avvenne meno di due mesi dopo la morte del [[papa Eugenio I|predecessore]], e tanta celerità nel far giungere da [[Costantinopoli]] l'approvazione imperiale rappresentò un segnale della volontà di riconciliazione dell'imperatore [[Costante II]] con la Chiesa di Roma. E infatti, nella controversia [[Monotelismo|monotelita]] che imperversava all'epoca, Vitaliano agì con riserva, trattenendosi dall'esprimere apertamente la condanna per il ''[[Typos]]'', l'editto emanato nel [[648]] direttamente da Costante II e già condannato da [[papa Martino I]].


L'episodio principale del suo pontificato, peraltro privo di eventi di rilievo, fu la visita dell'imperatore a Roma, probabilmente proprio per rinsaldare i rinnovati buoni rapporti. Il Papa lo ricevette "con onori quasi religiosi", una deferenza che venne però ripagata con il prelievo indisturbato di tutti gli ornamenti pagani non ancora depredati dai vari conquistatori della città, e soprattutto delle tegole in [[bronzo]] dorato della cupola del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] (già consacrato chiesa cristiana). Il tutto fu inviato a [[Costantinopoli]].
L'episodio principale del suo pontificato, peraltro privo di eventi di rilievo, fu la visita dell'imperatore a Roma, probabilmente proprio per rinsaldare i rinnovati buoni rapporti. Il Papa lo ricevette "con onori quasi religiosi", una deferenza che venne però ripagata con il prelievo indisturbato di tutti gli ornamenti pagani non ancora depredati dai vari conquistatori della città, e soprattutto delle tegole in [[bronzo]] dorato della cupola del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]] (già consacrato chiesa cristiana). Il tutto fu inviato a [[Costantinopoli]]. Il soggiorno di Costante II è ricordato anche per essere stata l'ultima visita di un imperatore romano nella "Città Eterna"<ref>[[Georg Ostrogorsky]], ''Storia dell'Impero bizantino'', Torino, Einaudi, 1968, pag. 107.</ref>.


Nel [[666]] Costante II proclamò l'autonomia della Chiesa di [[Ravenna]] da quella di Roma, creando una sorta di scisma. Il locale arcivescovo, immediatamente [[scomunica]]to, ignorò l'anatema e scomunicò a sua volta Vitaliano. Due anni dopo Costante II morì assassinato in [[Sicilia]], e il papa si prodigò affinché sul trono di Costantinopoli salisse, al posto dell'armeno Mezezio, usurpatore eletto dall'esercito, il figlio e legittimo erede di [[Costante II|Costante]], [[Costantino IV]] "Pogonato" il quale, ottenuto effettivamente il trono, mostrò ampia gratitudine nei confronti del papato, rinunciando ad esempio all'imposizione del ''[[Typos]]'' e consentendo così a Vitaliano di opporvisi con più efficacia. Impegnato però a bloccare le conquiste arabe, non poté per il momento occuparsi oltre delle cose italiane.
Nel [[666]] Costante II proclamò l'autonomia della Chiesa di [[Ravenna]] da quella di Roma, creando una sorta di scisma. Il locale arcivescovo, immediatamente [[scomunica]]to, ignorò l'anatema e scomunicò a sua volta Vitaliano. Due anni dopo Costante II morì assassinato in [[Sicilia]], e il papa si prodigò affinché sul trono di Costantinopoli salisse, al posto dell'armeno Mezezio, usurpatore eletto dall'esercito, il figlio e legittimo erede di [[Costante II|Costante]], [[Costantino IV]] "Pogonato" il quale, ottenuto effettivamente il trono, mostrò ampia gratitudine nei confronti del papato, rinunciando ad esempio all'imposizione del ''[[Typos]]'' e consentendo così a Vitaliano di opporvisi con più efficacia. Impegnato però a bloccare le conquiste arabe, non poté per il momento occuparsi oltre delle cose italiane.

Versione delle 13:04, 2 giu 2018

Papa Vitaliano
76º papa della Chiesa cattolica
Elezione30 luglio 657
Fine pontificato27 gennaio 672
Predecessorepapa Eugenio I
Successorepapa Adeodato II
 
NascitaSegni, ?
MorteRoma, 27 gennaio 672
SepolturaAntica basilica di San Pietro in Vaticano
San Vitaliano
 

Papa

 
NascitaSegni, ?
MorteRoma, 27 gennaio 672
Venerato daChiesa cattolica, Chiese ortodosse
Santuario principaleBasilica di San Pietro in Vaticano
Ricorrenza27 gennaio per la Chiesa cattolica,
23 luglio per le Chiese ortodosse

Vitaliano (Segni, ... – Roma, 27 gennaio 672) è stato il 76º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 30 luglio 657 alla sua morte. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese ortodosse.

Biografia

La consacrazione pontificale avvenne meno di due mesi dopo la morte del predecessore, e tanta celerità nel far giungere da Costantinopoli l'approvazione imperiale rappresentò un segnale della volontà di riconciliazione dell'imperatore Costante II con la Chiesa di Roma. E infatti, nella controversia monotelita che imperversava all'epoca, Vitaliano agì con riserva, trattenendosi dall'esprimere apertamente la condanna per il Typos, l'editto emanato nel 648 direttamente da Costante II e già condannato da papa Martino I.

L'episodio principale del suo pontificato, peraltro privo di eventi di rilievo, fu la visita dell'imperatore a Roma, probabilmente proprio per rinsaldare i rinnovati buoni rapporti. Il Papa lo ricevette "con onori quasi religiosi", una deferenza che venne però ripagata con il prelievo indisturbato di tutti gli ornamenti pagani non ancora depredati dai vari conquistatori della città, e soprattutto delle tegole in bronzo dorato della cupola del Pantheon (già consacrato chiesa cristiana). Il tutto fu inviato a Costantinopoli. Il soggiorno di Costante II è ricordato anche per essere stata l'ultima visita di un imperatore romano nella "Città Eterna"[1].

Nel 666 Costante II proclamò l'autonomia della Chiesa di Ravenna da quella di Roma, creando una sorta di scisma. Il locale arcivescovo, immediatamente scomunicato, ignorò l'anatema e scomunicò a sua volta Vitaliano. Due anni dopo Costante II morì assassinato in Sicilia, e il papa si prodigò affinché sul trono di Costantinopoli salisse, al posto dell'armeno Mezezio, usurpatore eletto dall'esercito, il figlio e legittimo erede di Costante, Costantino IV "Pogonato" il quale, ottenuto effettivamente il trono, mostrò ampia gratitudine nei confronti del papato, rinunciando ad esempio all'imposizione del Typos e consentendo così a Vitaliano di opporvisi con più efficacia. Impegnato però a bloccare le conquiste arabe, non poté per il momento occuparsi oltre delle cose italiane.

Vitaliano si interessò molto alla chiesa inglese, inviando a Canterbury l'arcivescovo Teodoro di Tarso e riuscendo a convincere il re di Northumbria Oswy a far adottare usi romani in luogo di quelli celti, in particolare la data di celebrazione della Pasqua (sinodo di Whitby del 664). Promosse poi in Roma lo sviluppo della Schola cantorum fondata da papa Gregorio I e, secondo il Platina, introdusse l'uso dell'organo nella liturgia romana.

Morì il 27 gennaio 672 e fu sepolto in San Pietro.

Culto

La Chiesa Cattolica celebra la sua memoria liturgica il 27 gennaio; le Chiese ortodosse, invece, lo ricordano il 23 luglio.

Dal Martirologio Romano (ed. 2005):

«27 gennaio - A Roma presso san Pietro, deposizione di san Vitaliano, papa, che si occupò con particolare impegno della salvezza degli Angli.»

Bibliografia

  • John N. D. Kelly, Grande Dizionario Illustrato dei Papi, Edizioni Piemme, Casale Monferrato, 1989
  • Claudio Rendina, I Papi. Storia e segreti, Newton Compton, Roma, 1983.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Papa della Chiesa cattolica Successore
Papa Eugenio I 30 luglio 657 - 27 gennaio 672 Papa Adeodato II
Controllo di autoritàVIAF (EN14299594 · BAV 495/45857 · CERL cnp00167192 · LCCN (ENnb2007021667 · GND (DE100963919 · J9U (ENHE987007397421305171 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2007021667
  1. ^ Georg Ostrogorsky, Storia dell'Impero bizantino, Torino, Einaudi, 1968, pag. 107.