Praefectus urbi: differenze tra le versioni
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Template:Avvisounicode Il Praefectus urbis era il prefetto di Roma; dal IV secolo, i prefetti divennero due, poiché anche Costantinopoli ne ebbe uno proprio.
La carica, istituita durante l'epoca regia di Roma (secondo tradizione dallo stesso Romolo), mantenuta in epoca repubblicana ed imperiale, sopravvisse in Roma alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente. L'ultima attestazione di un Prefectus Urbis risale al 599[1]
Originariamente indicata come Custos urbis, la carica fu indicata per la prima volta come Praefectus urbis all'epoca dei decemviri nel 451 a.C..[2]
Istituzione ed evoluzione
Epoca regia
Secondo la tradizione Romolo istituì la carica, destinata a governare la città in sua assenza. Il prefetto urbano era nominato a vita dallo stesso Re, tra gli uomini più ragguardevoli dei patrizi della città, e per diritto faceva parte del Senato romano.[3].
Come rappresentante del re, in sua assenza, ne esercitava tutte le prerogative, come la convocazione del Senato e quella delle altre assemblee elettive, compreso l'uso della forza, per il mantenimento dell'ordine. Tali prerogative potevano essere esercitate unicamente all'interno delle mura cittadine.
Si conoscono i nomi di soli tre praefectus urbis di quest'epoca; Denter Romulius, nominato da Romolo, Numa Martius nominato da Tullo Ostilio e Spurius Lucretius, nominato da Tarquinio il Superbo.[4]
Tito Livio parla di un praefectus urbis il quale in seguito alla cacciata dell'ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, convocò i comizi centuriati che poi elessero i primi due consoli: Lucio Giunio Bruto e Lucio Tarquinio Collatino.[5]
Epoca repubblicana
Con la caduta dell'ultimo re, il Praefectus urbis le prerogative della carica rimasero inalterate, essendo però eletto dai consoli. Il prefetto esercitava all'interno delle mura cittadine il potere dei consoli, in assenza di questi. Questi poteri includevano la convocazione del Senato, dei Comizi curiati, come anche la chiamata della leva cittadina.
Nel 487 a.C. la carica divenne elettiva, e il praefectus urbis veniva eletto dai Comizi curiati. Potevano essere eletti unicamente cittadini che avessero ricoperto un Consolato.
La carica venne svuota delle funzioni quando, al tempo dei Decemviri, fu creata la magistratura del Praetor urbanus. Da questo momento al Praefectus urbis spettava solo, in assenza dei Consoli, celebrare le Feriae latinae. Inoltre, non veniva più eletto dalle assemblee cittadine, ma nominato dai Consoli.[2]
Epoca imperiale
Augusto[6] su suggerimento di Mecenate,[7] riformò nuovamente la magistratura e le conferì tutti i poteri necessari per garantire la pace e l'ordine nell'Urbs, in Roma: ebbe la sovrintendenza su macellai, banchieri, guardie, teatri e altri, con la possibilità di mandare per la città i milites stationarii, una sorta di polizia urbana, organizzata poi nelle coorti urbane, poste alle sue dirette dipendenze. Aveva anche giurisdizione sui casi che contrapponevano gli schiavi o i liberti ai loro padroni ed ex-padroni, come pure su quelli che vedevano dei figli accusati di mancata pietas verso i propri genitori. Col passare degli anni i poteri e le competenze del praefectus aumentarono, inglobando quelli del praetor urbanus. Solo appellandosi direttamente al princeps era possibile impugnare una sentenza del praefectus, mentre egli si pronunciava sugli appelli riguardo sentenze di ogni altro magistrato della città, e, in seguito, anche dei tribunali provinciali.[8] All'inizio dell'impero, la carica di praefectus era tenuta per lunghi periodi da una sola persona, talvolta a vita, mentre a partire dall'imperatore Valeriano (253-260) il praefectus veniva cambiato con frequenza, talvolta una volta l'anno.[9]
Quando Costantinopoli divenne la seconda capitale dell'impero, ricevette anche'essa un prefectus urbi, che in questo periodo diventa il diretto rappresentante dell'imperatore, con controllo su tutti gli ufficiali civili cittadini, le corporazioni e tutti gli enti pubblici.[10] Sovrintendevano all'importo e alla tariffazione delle derrate, sebbene queste fossero sotto il diretto controllo di altri ufficiali; tra i loro compiti c'era un rapporto mensile all'imperatore sui lavori del senato,[11] e di fare da tramite all'imperatore nel ricevimento di doni e petizioni dalle capitali.[12] Avevano anche compiti di controllo durante le elezioni dei papi.[13]
Lista dei praefecti urbis
Roma
I secolo
- 12: Lucio Calpurnio Pisone
- 42-56: Lucio Volusio Saturnino, console nel 3
- ?-61: Pedanio Secondo (vd. Tacito, Annales, XIV, 42-46)
- 61-69?: Tito Flavio Sabino
- 69-75:Tiberius Plautius Silvanus Aelianus
- 76-85: Lucius Plotius Pegasus
- 86-?: Rutilius Gallicus
- ?-96: Titus Aurelius Fulvus
II secolo
- 179 ?: Gaio Aufidio Vittorino
- 187? -189: Publio Seio Fusciano
- 189-192: Publio Elvio Pertinace
- 193: Tito Flavio Sulpiciano
- 193: Basso (vd. Elio Sparziano, Historia Augusta, Vita Severi)
- 193: Domitio Dexter (vd. Elio Sparziano, Historia Augusta, Vita Severi)
- 196: Publio Cornelio Anullino
III secolo
- 211: Lucio Fabio Cilone
- 212: Sesto Vario Marcello
- 212: Gaio Giulio Aspro[14]
- 217: Lucio Mario Massimo Perpetuo Aureliano
- 218: Marco Oclatinio Avvento
- 223/224: Appio Claudio Giuliano
- 255: Lucio Valerio Massimo
- 256: Marco Nummio Ceionio Albino
- 257: Gaio Giunio Donato
- 258-260: Publio Cornelio Secolare
- 261-263: Marco Nummio Ceionio Albino
- 264-266: Paterno
- 267-268: Lucio Petronio Tauro Volusiano
- 269-270: Flavio Antiochiano
- 270/271: Pomponio Basso
- 271: Tito Flavio Postumio Varo
- 272: Flavio Antiochiano II
- 273-274: Virio Orfito
- 275: Postumio Suagro[15]
- 275: Elio Cesettiano?[16]
- 276-7: Ovinio Pacaziano[15]
- 278-281: Virio Lupo
- 281: Ovinio Paterno[15][17]
- 282: Pomponio Vittoriano
- 283: Titucio Roburro[15]
- 284-285: Ceionio Varo[15]
- 285: Lucio Cesonio Ovinio Manlio Rufiniano Basso
- 286-287, 7 dicembre: Marco Giunio Massimo
- 288-289: Pomponio Gennariano
- 290-291, 18 febbraio: Lucio Turranio Graziano
- 291, 21 febbraio-292, 3 agosto: Gaio Giunio Tiberiano
- 292, 3 agosto - 293, 13 marzo: Claudio Marcello
- 293, 13 marzo - 295, 11 gennaio: Settimio Acindino[15][18]
- 295, 11 gennaio—296, 18 febbraio: Tito Claudio Marco Aurelio Aristobulo
- 296, 18 febbraio—297: Cassio Dione
- 297-298: Afranio Annibaliano
- 298-299: Artorio Massimo
- 299-300: Marco Giunio Cesonio Nicomaco Anicio Fausto Paolino
IV secolo
- 300, 1º marzo-301: Pompeio Appio Faustino
- 301-302, 19 febbraio: Lucio Elio Elvio Dionisio
- 302, 19 febbraio-303, 12 settembre: Nummio Tusco
- 303-304: Giunio Tiberiano
- 304-305, 12 febbraio: Aradio Rufino
- 305, 12 febbraio-306, 19 marzo: Tito Flavio Postumio Tiziano
- 306, 19 marzo-307, 27 agosto: Gaio Annio Anullino
- 307, 27 agosto-308: Attio Insteio Tertullo
- 308, 13 aprile-309, 30 ottobre: Statio Rufino
- 309-310: Aurelio Ermogene
- 310-311: Gaio Ceionio Rufio Volusiano
- 311, 28 ottobre-312, 9 febbraio: Giunio Flaviano[19]
- 312: Aradio Rufino II
- 312, 27 ottobre-29 novembre: Gaio Annio Anullino II
- 312-313: Aradio Rufino III
- 313-315: Gaio Ceionio Rufio Volusiano
- 315, 20 agosto-316, 4 agosto: Gaio Vettio Cossinio Rufino
- 316, 4 agosto-317, 15 maggio: Ovinio Gallicano
- 317, 15 maggio-319, 1º settembre: Settimio Basso (13 luglio-13 agosto 318: Giulio Cassio)
- 319-323: Lucio Valerio Massimo Basilio[20]
- 325, 4 gennaio-326, 13 novembre: Acilio Severo
- 326, 13 novembre-329, 8 settembre: Amnio Anicio Giuliano
- 329, 8 settembre-329, 9 ottobre: Publilio Optaziano Porfirio
- 329, 9 ottobre-331, 12 aprile: Petronio Probiano
- 331, 12 aprile-333, 7 aprile: Sesto Anicio Fausto Paolino
- 333, 8 aprile-10 maggio: Publilio Optaziano Porfirio II
- 333, 10 maggio-334, 27 aprile: Marco Ceionio Giuliano Camenio
- 334, 27 aprile-335, 30 dicembre: Amnio Manio Cesonio Nicomaco Anicio Paolino
- 335, 30 dicembre-337, 10 marzo: Ceionio Rufio Albino
- 337, 10 marzo-338, 14 gennaio: Lucio Aradio Valerio Proculo
- 338, 13 gennaio-339, 14 luglio: Mecilio Ilariano
- 339, 14 luglio-25 ottobre: Lucio Turcio Aproniano
- 339, 25 ottobre-341, 27 febbraio: Fabio Tiziano
- 341, 27 febbraio-342, 1º aprile: Aurelio Celsino
- 342, 1º aprile-342, 7 luglio: Lolliano Mavorzio
- 342, 7 luglio-344, 11 aprile: Fabio Aconio Catullino Filomazio
- 344, 11 aprile-345, 5 luglio: Quinto Rustico
- 345, 5 luglio-346, 26 dicembre: Petronio Probino
- 346, 26 dicembre-347, 13 giugno: Marco Mecio Memmio Furio Baburio Ceciliano Placido
- 347, 13 giugno-349, 11 aprile: Ulpio Limenio
- 349, 11 aprile-350, 27 febbraio: Ermogene
- 350, 27 febbraio-351, 1º marzo: Fabio Tiziano II (brevemente scacciato da Nepoziano)
- 351, 1º marzo-12 maggio: Aurelio Celsino II
- 351, 12 maggio-7 giugno: Celio Probato
- 351, 7 giugno-18 dicembre: Clodio Celsino Adelfio
- 351, 18 dicembre-352, 9 settembre: Lucio Aradio Valerio Proculo II
- 352, 9 settembre-352, 26 settembre: Settimio Mnasea
- 352, 26 settembre-353, 8 dicembre: Nerazio Cereale
- 353, 8 dicembre - 355: Memmio Vitrasio Orfito
- 355-356: Flavio Leonzio
- 357, 13 gennaio-359, 25 marzo: Memmio Vitrasio Orfito II
- 359, 25 marzo - 25 agosto: Giunio Basso
- 359-361: Tertullo
- 361, autunno-362, 28 gennaio: Massimo
- 362, 9 dicembre-364: Lucio Turcio Aproniano Asterio
- 364, 22 aprile-365, 9 marzo: Lucio Aurelio Avianio Simmaco
- 365, 4 aprile-17 settembre: Gaio Ceonio Rufo Volusiano Lampadio
- 365, 8 ottobre-367, 5 maggio: Vivenzio
- 367, 18 agosto-368, 20 settembre: Vettio Agorio Pretestato
- 369, 1º gennaio-370, 21 agosto: Quinto Clodio Ermogeniano Olibrio
- 371, 1º gennaio-372, 5 luglio: Publio Ampelio
- 372, 22 agosto: Bappone[21]
- 373: Principio[22]
- 374, 14 febbraio: Flavio Euprassio
- 374, 21 maggio - 19 luglio: Claudio Ermogeniano Cesario
- 376: Aradio Rufino
- 376, 1º dicembre - 377, 4 gennaio: Gracco
- 377, 17 settembre: Probiano
- 378, 9 marzo: Martiniano
- 378/379: Ipazio
- 379/383: Lucio Valerio Settimio Basso
- 380, 13 gennaio - 16 febbraio: Magno Arborio
- 380: Anicio Paolino
- 381, 22 febbraio - 8 maggio: Valeriano[23]
- 381, 9 ottobre: Flavio Afranio Siagrio
- 382: Valerio Severo
- 382-383: Anicio Auchenio Basso
- 383-384: Avenzio
- 384-385: Quinto Aurelio Simmaco
- 385-387: Piniano
- 387: Sallustio
- 387/388: Sesto Rustico Giuliano
- 389 circa: Sesto Aurelio Vittore
- 389-391: Ceionio Rufio Albino
- 391: Faltonio Probo Alypio
- 391, 18 novembre: Filippo
- 392/394: Nicomaco Flaviano
- 395, 5 marzo: Basilio
- 395, 21 aprile-6 luglio: Andromaco
- 395, 14 settembre-397, 26 dicembre: Florentino
- 398 (inizio): Lampadio
- 398, 6-29 marzo: Felice
- 398/399: Quintilio Leto
- 399, 6 giugno-400, 8 novembre: Nicomaco Flaviano
- 400/401: Protadio
- IV/V secolo: Giunio Pomponio Ammonio.
V secolo
- 401–402: Flavio Macrobio Longiniano
- 402: Cecina Decio Albino iunior
- 403/408: Postumio Lampadio
- 408: Ilario
- 408: Nicomaco Flaviano
- 408–409: Gabinio Barbaro Pompeiano
- 409: Prisco Attalo
- 409: Marciano (sotto Attalo)
- 410–411: Bonosiano
- 412: Palmato
- 412–414: Annio Eucario Epifanio
- 414: Claudio Rutilio Namaziano
- 414-415: Cecina Decio Aginazio Albino
- 415: Gracco
- 416: Probiano
- 417–418: Rufio Antonio Agrypnio Volusiano
- 418, 24 dicembre-gennaio 420: Aurelio Anicio Simmaco
- 420–421: Petronio Massimo
- tra il 408 e il 423: Giunio Valerio Bellicio
- tra il 408 e il 423: Anicio Acilio Glabrione Fausto
- 421/439: Petronio Massimo
- 425: Anicio Acilio Glabrione Fausto II
- 426: Flavio Albino
- 425/437: Anicio Acilio Glabrione Fausto III
- 425/450: Fonteio Litorio Ausenzio[24]
- 425/450: Olibio Aussenzio Drauco
- 425/455: Paolino
- 429/450: Rufio Cecina Felice Lampadio
- prima del 432: Appio Nicomaco Dexter
- inizio/metà del V secolo: Peregrino Saturnino (due volte)
- inizio/metà del V secolo: Eutimio
- inizio/metà del V secolo: Giulio Agrio Tarrutenio Marciano
- inizio/metà del V secolo: Petronio Perpenna Magno
- 438: Flavio Paolo
- 440: Pierio
- 441: Aussenzio
- 443: Storacio
- 445: Aussenzio
- 445: Ausiliario
- 443/449: Onorato
- dopo il 450: Opilione
- tra il 450 e il 496: Fabio Felice Passifilo Paulino
- tra il 455 e il 476: Giunio Valentino
- tra il 457 e il 472: Plotino Eustazio[25]
- 468-469: Gaio Sollio Sidonio Apollinare
- tra il 476 e il 491: Quinto Aurelio Memmio Simmaco
- prima del 483: Memmio Emilio Trigezio
- 484: Decio Mario Venanzio Basilio
- 487: Manlio Boezio
- 488: Claudio Giulio Ecclesio Dinamio
- tra il 493 e il 496: Specioso III
- prima del 494: Turcio Rufio Aproniano Asterio
VI secolo
- 491/518: Valerio Floriano
- 508-509: Flavio Agapito
Costantinopoli
- 359, 11 dicembre-361: Onorato
- 362-363: Domizio Modesto
- 382: Nebridio
- 384: Temistio
- 388-392: Proculo
- 393-394: Aureliano
- 399: Aristeneto
- 400-402: Clearco
- 408, 17 gennaio - 409, 26 aprile: Monaceio
- 410, 4 settembre - 412, 29 ottobre: Antemio Isidoro
- 415-416: Urso
- 418?-419-421?: Aezio
- 422: Florenzio
- 426: Ciro di Panopoli
- 434-435: Leonzio[26]
- 450-452: Taziano
- 474, 16 marzo: Giustiniano
- 474/479: Adamanzio
- 486: Cecina Mavorzio Basilio Decio
- 492: Secondino
Arles
Capitale del territorio controllato da Costantino III (usurpatore):
Note
- ^ Lançon (2000), p. 45
- ^ a b William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, pg.953-954
- ^ Luigi Pompili Olivieri, Annali di Roma, pg 21, Tipografia Perego Salvioni,
- ^ Tacito, Annales, 6.11
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 60.
- ^ Svetonio, Augustus, 37.
- ^ Cassio Dione, Storia romana, LII, 21.
- ^ Historia Augusta - Florianus, 5,6; Svetonio, 33; Cassio Dione, lii.21,33
- ^ Cassio Dione, lii.21,24, lxxviii.14; Historia Augusta - Commodus 14, Carinus, 16.
- ^ Simmaco, X.37; Cassiodoro, vi.4.
- ^ Simmaco, x.44
- ^ Simmaco, x.26,29,35.
- ^ Simmaco, x.71-83
- ^ Prosopographia Imperii Romani, I 182.
- ^ a b c d e f Attestato dal Cronografo del 354.
- ^ Personaggio di storicità dubbia («Aelius Cesettianus», PLRE I, p. 199).
- ^ Forse da identificare col Paterno console del 268, col Paterno console nel 269 o con Aspasio Paterno («Ovinius Paternus 9», PLRE I, p. 672)
- ^ Probabilmente padre dell'omonimo console del 340 («Septimius Acyndinus 1», PLRE I, p. 11)
- ^ PLRE1, p. 344
- ^ Rita Lizzi Testa, Le trasformazioni delle élites in età tardoantica, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2006, ISBN 88-8265-372-2, pp. 351-352.
- ^ «Bappo 2», PLRE I, p. 146.
- ^ «Principius 1», PLRE I, p. 726.
- ^ «Valentinus 8», PLRE I, p. 938.
- ^ CIL VI, 1669
- ^ Jones, p. 436.
- ^ «Leontius 9», PLRE II, p. 669.
Bibliografia
- Fonti primarie
- Historia Augusta
- Cassio Dione, Storia romana
- Cassiodoro, Variae
- Simmaco, Epistulae
- Svetonio, De vita Caesarum - Augustus
- Chronographia a. 354
- Fonti secondarie
- (EN) William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, Boston, C. Little and J. Brown, 1870, pp. 953‑954. URL consultato l'8 gennaio 2007. da LacusCurtius
- Jones, A.H.M., J.R. Martindale, e J. Morris, The Prosopography of the Later Roman Empire, Vol. 2 395-527, Cambridge, 1971-1992.
Voci correlate
Collegamenti esterni
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 19781 · GND (DE) 4175522-4 |
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