Lucio Turcio Aproniano Asterio

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Lucio Turcio Aproniano Asterio
Praefectus urbi dell'Impero romano
Base per una statua in bronzo eretta nel 346 dai cittadini di Spoleto ad Aproniano Asterio. L'iscrizione (CIL VI, 1768) riporta la discendenza di Asterio e gli incarichi ricoperti fino a quel momento.
Nome originaleLucius Turcius Apronianus (signo) Asterius
GensTurcia
PadreLucio Turcio Aproniano
Questura?
Vigintivirato?
Pretura?
PrefettoUrbi di Roma nel 362-364
ProcuratoreCorrector di Tuscia et Umbria nel 342

Lucio Turcio Aproniano Asterio (in latino: Lucius Turcius Apronianus (signo) Asterius; ... – ...; fl. 342362) fu un politico dell'Impero romano, membro dell'aristocratica gens Turcia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nipote di Lucio Turcio Secondo, figlio di Lucio Turcio Aproniano e fratello di Lucio Turcio Secondo Asterio, fu questore, pretore e membro del collegio dei quindecemviri sacris faciundis, e dunque pagano, forse tradizionalista.[1] Nel 342 era corrector (governatore) di Tuscia et Umbria; quattro anni più tardi, il senato locale di Spoletium e quello di Lucca decisero di erigergli due statue, probabilmente nella sua casa sull'Esquilino.

Tra il 362 e il 364 fu praefectus urbi di Roma. Nel 362 fu inviato – insieme a Clodio Ottaviano, Aradio Rufino e Volusio Venusto – dal Senato romano ad Antiochia di Siria presso l'imperatore Giuliano, che lo nominò prefetto. Durante il suo mandato prese dei provvedimenti sulla distribuzione del cibo che riuscirono a garantire un'inusuale abbondanza di vettovaglie; fu un giudice severo, particolarmente rigoroso con gli avvelenatori e gli stregoni, forse perché attribuiva ad uno stregone la perdita di un occhio avvenuta durante il viaggio di ritorno dalla Siria; il 19 marzo 363, durante la sua magistratura, bruciò il tempio di Apollo Palatino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pancera, p. 16.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Praefectus urbi Successore
- 362-364 Lucio Aurelio Avianio Simmaco