Referendum abrogativo in Italia del 2016: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:23, 31 mar 2016

Un esempio di scheda referendaria

Il referendum abrogativo del 2016 si terrà in Italia il 17 aprile 2016 per proporre l'abrogazione della norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre idrocarburi entro 12 miglia nautiche dalla costa italiana sino all'esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti[1]. Se il referendum approverà l'abrogazione, le concessioni giungeranno alla scadenza prevista senza poter essere rinnovate ulteriormente[2].

Affinché l'esito del referendum sia valido, è richiesta la partecipazione al voto della maggioranza degli aventi diritto (quorum)[3]. La norma sarà abrogata se il numero dei voti favorevoli avrà superato il numero dei voti contrari[3].

Sarà il primo referendum abrogativo chiesto da almeno cinque Consigli regionali nella storia della Repubblica Italiana: tutti i precedenti 66 quesiti referendari votati a partire dal 1974 furono richiesti previa raccolta di firme dei cittadini[2].

Contesto

Piattaforma di produzione di gas naturale «Annamaria B» nel mare Adriatico al largo di Ravenna
Piattaforma petrolifera «Vega» al largo di Pozzallo (Ragusa)

La ricerca di idrocarburi liquidi e/o gassosi nel mare italiano può avvenire – con determinate limitazioni poste ai fini della salvaguardia delle coste e della tutela ambientale – solo in determinate «zone marine» individuate dal Parlamento o dal Ministero dello sviluppo economico[4]. Dal 2013 sono vietate le nuove trivellazioni nel mar Tirreno, nelle aree marine protette e nelle acque comprese entro le 12 miglia nautiche dalla costa[4][5]; tuttavia, le concessioni autorizzate prima del 2013 possono continuare fino all'esaurimento delle risorse da estrarre.

In Italia sono presenti e autorizzate complessivamente 79 piattaforme marine[6], di cui 31 eroganti situate oltre le 12 miglia dalla costa e dalle aree protette[7] e 48 eroganti entro le 12 miglia[8].

Produzione di idrocarburi

Entro le 12 miglia sono autorizzate 9 concessioni (con 39 piattaforme) la cui autorizzazione è scaduta e ne è stata chiesta la proroga entro le 12 miglia (nel caso vincano i «sì» al referendum, non potranno essere prorogate): tali impianti hanno prodotto nel 2015 circa 622 milioni di metri cubi di gas (pari al 9% della produzione nazionale e al 1,1% dei consumi complessivi del 2014)[9].

Sempre sotto alle 12 miglia, sono presenti altre 17 concessioni in scadenza dal 2017 e che termineranno nel 2027, che nel 2015 hanno estratto 1,21 miliardi di metri cubi di gas (pari al 17,6% della produzione nazionale e al 2,1% dei consumi 2014) e 500.000 tonnellate di petrolio (circa il 9,1% della produzione nazionale e lo 0,8% dei consumi 2014). Queste concessioni, nel caso di vittoria del «sì» al referendum, non potranno essere prorogate dopo il 2027[9].

Le piattaforme petrolifere vicino alla costa di Crotone (concessione di coltivazione D.C 1.AG in scadenza nel 2018[10]) hanno prodotto nel 2015 circa 557 milioni di metri cubi di gas (pari all'8% della produzione nazionale, in calo costante a partire dal 2003 e meno di un quarto di quanto produceva nel 1994[11]): la mancata proroga dell'autorizzazione potrebbe causare una perdita a livello nazionale pari allo 0,8% del consumo annuo di gas e allo 0,4% dei consumi totali[9][12].

Estrazione di idrocarburi negli impianti off-shore situati entro le 12 miglia dalla costa (anno 2015)[8]
Zona marina
(Regione)
Gas naturale
(Sm³)
Gasolina
(Kg)
Olio greggio
(Kg)
A – Emilia-Romagna[A 1] 935 758 382 140 487 0
B – Marche e Abruzzo[A 2] 54 004 511 436 237 295 826 731
C – Sicilia[A 3] 4 625 021 0 247 054 152
D – Calabria[A 4] 622 667 455 0 0
Totale produzione entro 12 miglia (2015)[8] 1 518 932 151 576 724 542 880 883
Percentuale di produzione rispetto ai consumi nazionali 2,27% 0,91%
Consumo nazionale (2015) ~66 900 000 000[12] 59 809 999 998[13]

Dibattito sulla presenza di inquinanti legati alle attività estrattive in mare

L'inquinamento prodotto in normali condizioni d'utilizzo su pesca e vita marina – insieme ai rischi di disastro ambientale in un mare chiuso in caso di malfunzionamento – sono due dei principali argomenti portati a sostegno del referendum[14][15].

Per quanto riguarda il primo punto, sono stati diffusi pochi dati sull'inquinamento nelle aree di estrazione. L'organizzazione Greenpeace ha pubblicato un report, basato su dati dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), che afferma come i fondali marini al di sotto delle piattaforme stiano superando i limiti di inquinamento nel 79% dei casi (i dati sii riferiscono al 2014), con tassi di inquinanti nelle cozze più alti del 30% rispetto ad altre aree marine. L'ISPRA e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, interpellati con un'istanza di accesso agli atti, hanno fornito dati relativi a 34 impianti sulla costa emiliano-romagnola, non dando informazioni sui rimanenti 100[16][17][18].

L'iniziativa referendaria

Il 6 luglio 2015 due organizzazioni ambientaliste, il Coordinamento nazionale No Triv e l'Associazione A Sud Ecologia e Cooperazione ONLUS, hanno sottoposto alle regioni una proposta di referendum popolare sulle trivellazioni in mare, da indire senza ricorrere alla raccolta di firme ma avvalendosi del potere d'iniziativa che la Costituzione attribuisce alle regioni medesime[3]. L'istanza, sottoscritta da 130 organizzazioni e da alcune personalità pubbliche, è stata ufficialmente inoltrata alle assemblee regionali il 3 settembre[19]. L'11 settembre 2015 la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali ha approvato all'unanimità la predisposizione di proposta referendaria[20].

Entro il termine del 30 settembre, come prescritto dalla legge[21], la richiesta d'indizione del referendum è stata formalmente approvata – con distinte delibere conformi – dai Consigli regionali di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto, otto dei quali sono accomunati da una maggioranza politica di centro-sinistra[22][23][24]. La regione Abruzzo si è successivamente ritirata dall'iniziativa nel gennaio del 2016[25].

La proposta referendaria comprendeva inizialmente sei diversi quesiti, inerenti rispettivamente alle proposte di[26][27]:

  1. abrogazione della dichiarazione di strategicità, indifferibilità e urgenza delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi (articolo 38, comma 1, del cosiddetto «decreto Sblocca Italia», vale a dire del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164);
  2. abrogazione della nuova procedura di approvazione del cosiddetto «piano delle aree» di estrazione degli idrocarburi (articolo 38, comma 1-bis, del cosiddetto «decreto Sblocca Italia»);
  3. abrogazione della nuova disciplina sulla durata delle attività autorizzate dal nuovo «titolo concessorio unico» (articolo 38, comma 5, del cosiddetto «decreto Sblocca Italia»);
  4. abrogazione del potere sostitutivo dello Stato di autorizzare, in caso di rifiuto delle amministrazioni regionali, le infrastrutture e gli insediamenti strategici, inclusi quelli necessari per trasporto, stoccaggio, trasferimento degli idrocarburi in raffineria e altre opere strumentali per lo sfruttamento degli idrocarburi medesimi (articolo 57, comma 3-bis, del cosiddetto «decreto Semplifica Italia», vale a dire del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, n. 35);
  5. abrogazione del potere sostitutivo dello Stato di autorizzare, senza concertazione con le regioni, le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi (articolo 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239);
  6. abrogazione della possibilità di proroga delle estrazioni fino all'esaurimento dei giacimenti, solo per le concessioni marittime già rilasciate che distano meno di 12 miglia nautiche internazionali dalla costa (articolo 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).

Il controllo della Cassazione

Il 27 novembre 2015, l'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di cassazione ha giudicato legittimi tutti i sei quesiti presentati dai Consigli regionali, riformulandone il testo in alcuni passaggi e attribuendo una denominazione a ciascuna delle richieste referendarie[28][29].

Nel dicembre del 2015, l'organizzazione ambientalista Greenpeace ONLUS ha commissionato un sondaggio d'opinione dal quale è emerso come la metà degli interpellati fosse a conoscenza dell'iniziativa referendaria; i pareri degli intervistati hanno mostrato inoltre una preponderanza della contrarietà alle trivellazioni in mare[30].

I provvedimenti del governo e il vaglio della Consulta

In un secondo momento, l'8 gennaio 2016, l'Ufficio centrale per il referendum è stato chiamato a riesaminare i quesiti, respingendo i primi cinque a causa delle modifiche promosse dal Governo Renzi e introdotte nel frattempo dal Parlamento con la legge di stabilità finanziaria[31].

L'unico quesito rimasto, volto a cancellare la facoltà di prorogare le estrazioni fino all'esaurimento dei giacimenti, è stato infine dichiarato ammissibile dalla Corte costituzionale il 19 gennaio 2016[32][33].

Il ricorso delle Regioni per la riammissione dei quesiti esclusi

Alcuni fra i Consigli regionali promotori della consultazione hanno sollevato un conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato allo scopo di far riammettere due dei cinque quesiti non accolti dall'Ufficio centrale per il referendum[34]. In particolare le Regioni lamentavano il fatto che il Governo, modificando parte della normativa sulle trivellazioni, avrebbe «legiferato su materie di competenza regionale»[34].

Il ricorso è stato rigettato dalla Corte costituzionale il 9 marzo 2016 per un mero vizio di forma. I rappresentanti di cinque Consigli regionali (Basilicata, Campania, Liguria, Puglia e Sardegna), infatti, sono stati ritenuti «non legittimati» a sollevare il conflitto di attribuzione, in quanto carenti delle delibere consiliari che li autorizzavano a stare in giudizio (solo l'assemblea del Veneto aveva approvato tale delibera). Dal momento che il referendum deve essere richiesto da almeno cinque regioni, il ricorso è stato dunque respinto senza entrare nel merito[35][36].

La calendarizzazione

Il referendum abrogativo è stato fissato per il 17 aprile 2016[37].

In un primo momento, era stato proposto l'accorpamento alle elezioni amministrative. Tuttavia il Governo ha optato per la divisione delle due consultazioni. A favore dell'accorpamento si sono dichiarati i promotori e l'opposizione parlamentare, denunciando una evitabile spesa aggiuntiva tra i 350 e i 400 milioni di euro[38].

Il Presidente Sergio Mattarella ha firmato il decreto che indice il referendum anche in base all'art. 7 del decreto legge 98 del 2011 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria) che prevede l'obbligatorietà di abbinare elezioni di diverso grado tra loro in un'unica data nell'anno solare, senza prevedere il medesimo obbligo per i referendum[39].

Sondaggi prima del voto

Data Realizzatore Committente Si   No Scarto Affluenza Indecisi/
non risponde
15-16 febbraio 2016 SWG[40] Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome 78,0 22,0 56,0 n.d. n.d.
26 marzo 2016 Demopolis[41] LA7Otto e mezzo 74,0 26,0 48,0 n.d. n.d.

Il quesito

Il quesito propone l'abrogazione della norma che ha consentito di prorogare le concessioni per l'estrazione degli idrocarburi sino all'esaurimento dei rispettivi giacimenti. La disposizione riguarda esclusivamente le trivellazioni in mare già in attività che operano a una distanza non superiore a 12 miglia nautiche dalla costa (12 miglia nautiche equivalgono a 22 224 metri).

  • Colore scheda: Giallo
  • Titolo: Divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Esenzione da tale divieto per i titoli abilitativi già rilasciati. Abrogazione della previsione che tali titoli hanno la durata della vita utile del giacimento.
  • Descrizione: Il quesito è relativo all'abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia nautiche abbiano durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale[42].
Testo del quesito[43]
Volete voi che sia abrogato l'art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale", come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)", limitatamente alle seguenti parole: "per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale"?

Posizioni

Partiti rappresentati nel Parlamento italiano e/o europeo

Le posizioni di alcuni partiti sono contenute in un documento dell'AGCOM, che regolerà la par condicio durante la campagna elettorale: si tratta di quei «soggetti politici intenzionati a chiedere spazi informativi o nelle tribune politiche elettorali sulle televisioni private, in vista del referendum»[44][45].

Nella tabella seguente sono elencate tutte le posizioni prese dai partiti politici – anche non elencati nel documento – presenti nel Parlamento italiano ed europeo.

Partito Orientamento Fonti
Partito Democratico Astensione[nota 1] [44][46]
Movimento 5 Stelle Si  [44][47]
Forza Italia Si  [48][49]
Nuovo Centrodestra Indeciso[nota 2] [50][51]
Sinistra Italiana Si  [44][52]
Scelta Civica
Lega Nord Si  [44]
Conservatori e Riformisti Si  [53]
Democrazia Solidale
Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale Si  [54][55]
Unione di Centro Indeciso[nota 2] [56][57]
Alternativa Libera Si  [58]
Popolari per l'Italia
Partito Socialista Italiano Si  [59]
Südtiroler Volkspartei
Possibile Si  [44][60]
Movimento X
Movimento Associativo Italiani all'Estero
Centro Democratico Si  [61]
Movimento per le Autonomie  No [62]
Partito Autonomista Trentino Tirolese
Il Megafono - Lista Crocetta  No [63][64]
Italia dei Valori Si  [65]
Nuovo PSI
Riformatori Sardi
Stella Alpina
Unione Sudamericana Emigrati Italiani
Federazione dei Verdi Si  [44][66]
Unione per il Trentino
Union Valdôtaine
Verdi del Sudtirolo Si  [67]
Libertà e Autonomia - Noi Sud
Alleanza Liberalpopolare
Italia Unica Si  [68]
Movimento Base Italia
Fare! Indeciso [69]
Identità e Azione
L'Altra Europa con Tsipras Si  [44]

Altri soggetti

Nel documento dell'AGCOM risultano inseriti anche alcune associazioni che intendono fare campagna elettorale[44].

Di seguito si elencano, in aggiunta alle associazioni di cui sopra, anche altri soggetti di rilevanza nazionale che hanno espresso il loro parere sul referendum.

Ente Orientamento Fonti
Circoli dell'Ambiente e della Cultura Rurale Astensione [44]
Federalisti Democratici Europei  No [44]
Associazione «Ottimisti e Razionali» Astensione [44]
Confederazione Cobas Si  [44]
Associazione A Sud Ecologia e Cooperazione ONLUS Si  [44]
Associazione Marevivo Si  [44]
Legambiente Si  [44]
FareAmbiente – Movimento ecologista europeo Si  [44]
Greenpeace ONLUS Si  [44]
Associazione «Prima le Persone» Si  [44]
Confederazione italiana agricoltori Si  [44]
Associazione «Rete della Conoscenza» Si  [44]
Associazione «TILT! Onlus» Si  [44]
Associazione Italiana Nucleare  No [70]
Assobiotec  No [70]
WWF Si  [71]
Adusbef Si  [71]
ARCI Si  [71]
FIOM Si  [71]
Libera Si  [71]
Lega Italiana Protezione Uccelli Si  [71]
Federazione Nazionale Pro Natura Si  [71]
Rete degli studenti medi Si  [71]
Slow Food Si  [71]
Touring Club Italiano Si  [71]

Esito

Affluenza alle urne

L'affluenza alle urne considerata è relativa agli elettori presenti sul territorio italiano.

17 aprile, ore 12:00 17 aprile, ore 19:00 17 aprile, definitiva Fonte
Affluenza - - - - [72]

Risultati

totale percentuale (%)
Elettori[73] 51 241 821 100,00% 
Votanti % (su n. elettori) Quorum raggiunto/non raggiunto
Schede bianche % (su n. votanti)
Voti nulli % (su n. votanti)
contestate e non assegnate % (su n. votanti)
Voti %
RISPOSTA AFFERMATIVA Si  - %
RISPOSTA NEGATIVA  No - %
Totale voti validi - %

Note

Dati tecnici

  1. ^ Concessioni: A.C 1.AG, A.C 2.AS, A.C 3.AS, A.C 4.AS, A.C 5.AV, A.C 8.ME, A.C 17.AG, A.C 21.AG, A.C 26.EA, A.C 27.EA, A.C 29.EA, A.C 30.EA e CERVIA MARE.
  2. ^ Concessioni: B.C 1.LF, B.C 3.AS, B.C 5.AS, B.C 7.LF e B.C 8.LF.
  3. ^ Concessioni: C.C 1.AG, C.C 3.AG e C.C 6.AG.
  4. ^ Concessioni: D.C 1.AG e D.C 4.AG.

Annotazioni

  1. ^ Ai fini della regolamentazione della propaganda referendaria, il Partito Democratico è stato formalmente annoverato fra i «soggetti politici [...] che si esprimono per l'astensione o la non partecipazione al voto» (si vedano le fonti citate). Tuttavia il partito fa parte della maggioranza politica di sette dei nove Consigli regionali che hanno richiesto l'indizione del referendum (dal computo è escluso l'Abruzzo, ritiratosi nel gennaio del 2016).
  2. ^ a b All'interno del partito, come si evince dalle fonti citate, vi sono diverse opinioni in merito, che non fanno emergere una posizione chiara sul quesito referendario.

Fonti

  1. ^ Referendum popolare il 17 aprile 2016, su Ministero dell'Interno, 11 febbraio 2016. URL consultato il 20 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  2. ^ a b Marco Perisse, Pro e contro il referendum sulle trivellazioni marine, in GQ, 10 marzo 2016. URL consultato il 13 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  3. ^ a b c Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 75.
  4. ^ a b Ricognizione delle zone marine aperte alla presentazione di nuove istanze, su Ministero dello sviluppo economico. URL consultato il 15 marzo 2015 (archiviato il 20 marzo 2016).
  5. ^ Decreto Ministeriale 9 agosto 2013 — Rimodulazione della zona “E” e ricognizione delle zone marine aperte alla presentazione di nuove istanze, su Ministero dello sviluppo economico, 9 agosto 2013. URL consultato il 15 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  6. ^ Elenco delle piattaforme marine eroganti, su Ministero dello sviluppo economico. URL consultato il 14 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  7. ^ Elenco delle piattaforme marine e strutture assimilabili - oltre 12 miglia, su Ministero dello sviluppo economico. URL consultato il 15 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  8. ^ a b c Elenco delle piattaforme marine e strutture assimilabili - entro 12 miglia, su Ministero dello sviluppo economico. URL consultato il 15 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  9. ^ a b c Dario Faccini, Le bufale sul referendum del 17 Aprile, su Risorse Economia Ambiente, 7 marzo 2016. URL consultato il 14 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  10. ^ Concessione di coltivazione D.C 1.AG, su Ministero dello sviluppo economico. URL consultato il 14 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  11. ^ Produzione annuale di gas naturale della concessione D.C 1.AG, su Ministero dello sviluppo economico. URL consultato il 18 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  12. ^ a b I consumi di gas in Italia tornano a crescere dopo 4 anni, su Qualenergia, 12 gennaio 2016. URL consultato il 20 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  13. ^ Consumi petroliferi mensili 2015, su Unione petrolifera, 9 marzo 2016. URL consultato il 18 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  14. ^ Trivelle: Greenpeace, inquinamento da piattaforme italiane, in ANSA, 3 marzo 2016. URL consultato il 20 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  15. ^ FAQ – Vademecum Referendum – www.fermaletrivelle.it, su Ferma le trivelle. URL consultato il 18 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  16. ^ Trivelle fuorilegge: un rapporto di Greenpeace svela l'inquinamento delle piattaforme italiane, su Greenpeace, 3 marzo 2016. URL consultato il 18 marzo 2016 (archiviato il 19 marzo 2016).
  17. ^ Antonio Cianciullo, Greenpeace: «Contaminato il mare vicino alle trivelle», su la Repubblica, 3 marzo 2016. URL consultato il 19 marzo 2016 (archiviato il 19 marzo 2016).
  18. ^ Luisiana Gaita, «Trivelle fuorilegge nell'Adriatico: cozze e sedimenti contaminati vicino a piattaforme», su Il Fatto Quotidiano, 3 marzo 2016. URL consultato il 19 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  19. ^ Richiesta referendum ai Consigli Regionali: «Stop ai progetti petroliferi in mare», su Coordinamento No Triv, 1º novembre 2015. URL consultato il 19 marzo 2016 (archiviato il 19 marzo 2016).
  20. ^ Franco Iacop, Approvata la predisposizione di proposta referendaria sul decreto cd. Sblocca Italia, su Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province autonome, 11 settembre 2015. URL consultato il 20 marzo 2016 (archiviato il 20 marzo 2016).
  21. ^ Legge 25 maggio 1970, n. 352, articolo 32.
  22. ^ Trivellazioni, dieci Regioni depositano sei referendum, in la Repubblica, 30 settembre 2015. URL consultato il 21 marzo 2016 (archiviato il 21 marzo 2016).
  23. ^ Antonio Pitoni e Giorgio Velardi, Trivellazioni off shore: 8 Regioni pronte a referendum contro il governo, in il Fatto Quotidiano, 29 settembre 2015. URL consultato il 21 marzo 2016 (archiviato il 21 marzo 2016).
  24. ^ Raffaele Lupoli, Trivelle, sei Regioni dicono sì. Il referendum si può fare, in Left, 25 settembre 2015. URL consultato il 21 marzo 2016 (archiviato il 21 marzo 2016).
  25. ^ Maurizio Di Fazio, Trivellazioni, l'Abruzzo si sfila dalla partita referendum. La rabbia dei No Triv, in Il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2016. URL consultato il 21 marzo 2016 (archiviato il 21 marzo 2016).
  26. ^ Verso il referendum. Focus sintetico sui quesiti referendari No Triv, su Coordinamento Nazionale No Triv, 17 ottobre 2016. URL consultato il 10 marzo 2016 (archiviato il 21 marzo 2016).
  27. ^ Luisiana Gaita, Trivelle, la Consulta dice sì al referendum sulla durata delle concessioni, su il Fatto Quotidiano, 19 gennaio 2016. URL consultato il 19 marzo 2016 (archiviato il 19 marzo 2016).
  28. ^ M. T. A., Trivelle, primo sì. Ora il vaglio alla Consulta, in il manifesto, 29 novembre 2016. URL consultato il 21 marzo 2016 (archiviato il 21 marzo 2016).
  29. ^ Trivelle: Cassazione, sì ai referendum, ANSA, 27 novembre 2015. URL consultato il 19 marzo 2016 (archiviato il 19 marzo 2016).
  30. ^ Referendum Trivelle (PDF), su greenpeace.org, Istituto Ixé, 9-11 dicembre 2015. URL consultato il 21 marzo 2016 (archiviato il 21 marzo 2016).
  31. ^ Trivelle: M5S, ora conflitto attribuzione, ANSA, 10 gennaio 2016. URL consultato il 19 marzo 2016 (archiviato il 12 gennaio 2016).
  32. ^ Trivelle, sì della Consulta al referendum sulla durata delle autorizzazioni, in la Repubblica, 19 gennaio 2016. URL consultato il 21 marzo 2016 (archiviato il 21 marzo 2016).
  33. ^ Trivelle: Consulta, un referendum ammesso, 5 improcedibili, ANSA, 19 gennaio 2016. URL consultato il 19 marzo 2016 (archiviato il 19 marzo 2016).
  34. ^ a b Claudio Schirru, Referendum anti-trivelle 17 aprile 2016: cosa si voterà, in Leonardo, 8 marzo 2016. URL consultato il 21 marzo 2016 (archiviato il 21 marzo 2016).
  35. ^ Trivelle, Consulta boccia ricorsi delle regioni su conflitto attribuzioni tra poteri stato, in Il Fatto Quotidiano, 9 marzo 2016. URL consultato il 21 marzo 2016 (archiviato il 17 marzo 2016).
  36. ^ Trivelle: Consulta boccia i ricorsi delle regioni, in RAI News 24, 9 marzo 2016. URL consultato il 21 marzo 2016 (archiviato il 21 marzo 2016).
  37. ^ Pro e contro il referendum sulle trivellazioni, in Il Post, 8 marzo 2016. URL consultato il 25 marzo 2016 (archiviato il 25 marzo 2016).
  38. ^ Per le trivelle fissato il referendum, sarà il 17 aprile, in ANSA, 11 febbraio 2016. URL consultato il 25 marzo 2016 (archiviato il 27 febbraio 2016).
  39. ^ Trivelle: Mattarella firma decreto, referendum 17 aprile, in la Repubblica, 16 febbraio 2016. URL consultato il 25 marzo 2016 (archiviato il 27 febbraio 2016).
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