Sociedad Deportiva Eibar
SD Eibar Calcio | |
---|---|
Los armeros (Gli armaioli)[1] | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Rosso, blu |
Dati societari | |
Città | Eibar |
Nazione | Spagna |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FEF |
Campionato | Segunda División |
Fondazione | 1940 |
Presidente | Amaia Gorostiza |
Allenatore | Joseba Etxeberria |
Stadio | Municipale di Ipurua (7.083 posti) |
Sito web | www.sdeibar.com |
Palmarès | |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
La Sociedad Deportiva Eibar, chiamata comunemente Eibar (in basco Eibar Kirol Elkartea), è una società calcistica spagnola di Eibar, città situata nella comunità autonoma dei Paesi Baschi. Milita nella Segunda División, la seconda divisione del campionato spagnolo di calcio.
Fondata nel 1940, è stata promossa in massima serie per la prima volta al termine della stagione 2013-2014 e ha militato nella Primera División fino al 2020-2021.
È stato il primo club calcistico europeo a ottenere la certificazione di qualità UNE-EN-ISO 9001[2].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fondazione ed esordi (1940-1986)
[modifica | modifica wikitesto]Il club fu fondato il 30 novembre 1940 dalla fusione tra il Deportivo Gallo e l'Unión Deportiva Eibarresa, prendendo il nome di Eibar Fútbol Club. L'anno successivo il nome venne cambiato in Sociedad Deportiva Eibar, a seguito del decreto franchista che impose a tutte le società contenenti parole di derivazione straniera nel nome ad eliminarle[3].
Nei primi anni l'attività sportiva fu irregolare e saltuaria, dal momento che la squadra partecipò solo ad alcuni campionati regionali. A partire dalla stagione 1943-1944 il club si riorganizzò dotandosi di una struttura sportiva a tutti gli effetti ed adottando per la prima volta la colorazione rosso-blu, divenuta poi ufficiale e rimasta immutata nel tempo, grazie ad una donazione di una fornitura completa del Barcellona da cui ereditò appunto i colori[4], presenti peraltro anche nella bandiera municipale. Nella stagione 1947-48 venne inaugurato il campo sportivo Ipurua[5], mentre tre anni più tardi arrivò la promozione in Tercera División, in quel tempo terzo livello del calcio spagnolo.
Dopo tre anni, in cui conquistò due primi ed un secondo posto, riuscì a salire ulteriormente di categoria, approdando per la prima volta in Segunda División e riuscendo a rimanendovi per cinque anni. Alla nuova retrocessione in Tercera Division del 1958 seguirono diverse stagioni in cui la squadra sfiorò solamente il ritorno nella seconda serie per un soffio (in sette stagioni consecutive si classificò tre volte al primo posto e quattro al secondo, giungendo a disputare la finale per la promozione nel 1965, persa contro il Cadice[6]).
A partire dalla seconda metà degli anni '60, la squadra non riuscì a proporsi stabilmente per la lotta alla promozione, e nel salvo poi incappare in un periodo infelice che culminò nel 1976 una nuova retrocessione portò il club ad un ulteriore declassamento nelle categorie regionali.
Dopo tre anni di “purgatorio”, nella stagione 1978-79 la squadra fece ritorno in Tercera Division, diventata però nel frattempo il quarto livello del calcio spagnolo. Nei successivi sette anni si classificò per sei volte sul podio del proprio girone, centrando la promozione soltanto al termine del campionato 1985-86, dopo aver sconfitto nei play-off il Coria ed il Badajoz[7].
Il ritorno in Segunda División (1987-2005)
[modifica | modifica wikitesto]Dopo un'annata di assestamento, nel 1987-88 l'Eibar, guidato dall'allenatore Alfonso Barasoain, riuscì a vincere il campionato, tornando in Segunda División dopo trent'anni esatti dall'ultima apparizione[8]. Nel 1990 lo stadio del club ospitò una partita amichevole fra Eibar ed Ajax, per celebrare i 50 anni d nascita del club basco[9].
A differenza di quanto accaduto in precedenza, il club riuscì a strutturarsi in modo tale da mantenere la categoria e diventarne una realtà consolidata, mantenuta per ben 18 stagioni consecutive fra il 1988 ed il 2006. In questo lungo periodo numerosi furono gli alti e bassi di rendimento, tra i quali si segnalano la salvezza ottenuta in extremis nel 1998-99, quando la squadra rosso-blu riuscì a conquistare 25 punti su 27 nelle ultime giornate, ma anche il quarto posto della stagione 2004-05, miglior risultato fino ad allora della storia del club, che guidato in panchina da José Luis Mendilibar riuscì a qualificarsi a soli tre punti dalla promozione diretta in Primera División[3]. In questo periodo si segnalano anche alcune partite entrate di diritto nella storia della società basca, come la vittoria per 2-1 (gol di Leniz e Arenaza) contro l'Atletico Madrid ottenuta il 22 aprile 2001, il pareggio per 1-1 nella Coppa del Re 2003-2004 contro il Real Madrid (seguito da una sconfitta per 2-0 nella gara di ritorno al Santiago Bernabéu)[10]
Discesa in Segunda B e prima promozione in Liga (2006-2014)
[modifica | modifica wikitesto]La lunga militanza in Segunda Division fu interrotta da una inaspettata retrocessione maturata nel campionato 2005-06, concluso in ultima posizione. Il purgatorio durò un solo anno, dato che il campionato successivo venne coronato dalla vittoria del proprio girone che permise un pronto ritorno nel secondo livello del calcio spagnolo, grazie alla vittoria nei play-off contro L'Hospitalet ed il Rayo Vallecano.
Questa volta la permanenza durò molto meno della precedente, dato che al termine della seconda stagione (2008-09) arrivò una nuova retrocessione. Seguirono quattro campionati in Segunda Division B in cui la squadra ottenne un primo, due secondi ed un terzo posto, riuscendo a salire di categoria solo al termine del campionato 2012-13, dopo aver battuto nuovamente L'Hospitalet nei play-off[11]. In quell'annata L'Eibar si segnalò anche per aver eliminato i “cugini” dell'Athletic Bilbao nei sedicesimi di finale della Coppa del Re (doppio pareggio per 0-0 in casa ed 1-1 in trasferta).
Il successivo campionato in Liga Adelante la squadra, costruita per conquistare la salvezza con un fatturato minimo (stimato in circa 400.000 euro[12]), sovvertì ogni pronostico vincendo il campionato ed ottenendo per la prima volta nella sua storia la promozione nella Liga, massimo livello calcistico spagnolo, il 25 maggio 2014 dopo la vittoria nel derby basco contro il Deportivo Alavés (1-0 con gol di Jota)[13].
In Primera División (2014-2021)
[modifica | modifica wikitesto]La bella favola della piccola realtà basca rischiò di infrangersi subito contro una normativa che obbligava ogni club di seconda divisione ad avere un capitale pari al 25% delle spese medie di tutte le altre squadre della categoria (tolte le due più piccole e le due più grosse), pena la retrocessione. Questa norma, confrontata con i 420.000 euro del capitale sociale, obbligò la società ad aumentare di circa 2 milioni il proprio budget entro l'inizio della stagione 2014-2015, nonostante il club non avesse debiti o pendenze a suo carico[14]. Seguì una lunga campagna per la vendita di azioni del club, terminata positivamente il 15 luglio 2014, una settimana prima del termine prefissato[15], che permise alla squadra basca di presentarsi regolarmente al via del campionato di Prima Divisione.[16]
Il 24 agosto 2014 esordì nella Liga con una vittoria per 1-0 nel derby basco con la Real Sociedad. Dopo due sconfitte (contro Atlético Madrid e Deportivo La Coruña), alla quarta giornata ottenne la sua prima vittoria esterna nella Liga, battendo per 2-0 l'Elche. Dopo aver disputato un ottimo girone d'andata, al termine del quale si posizionò in una tranquilla zona di metà classifica, nella seconda parte della stagione subì un clamoroso calo, tanto da totalizzare solo sette punti in tutto il girone di ritorno. Dopo un convulso finale, i baschi si trovarono appaiati a pari punti al terz'ultimo posto con Granada e Deportivo La Coruña, ma retrocedettero per via di una classifica avulsa peggiore rispetto agli altri due club, chiudendo al diciottesimo posto. La retrocessione portò all'esonero dell'allenatore Gaizka Garitano.
Il 5 giugno 2015 l'Eibar fu, tuttavia, ripescato nella massima serie al posto dell'Elche, declassato per via dei numerosi debiti contratti con il fisco spagnolo. Il 18 luglio la squadra celebrò il proprio 75º anniversario con un'amichevole contro il Celtic, introdotta da solenni celebrazioni alla presenza dell'esercito basco[17].
Nel 2015-16 l'Eibar, allenato nuovamente da Mendilibar, alla sua seconda esperienza sulla panchina rosso-blu, ottenne una brillante salvezza grazie al 14º posto nella Liga, con un margine di 5 punti sulla terzultima. Il 23 maggio 2016 fu eletta la prima donna presidente in 76 anni di storia, Amaia Gorostiza. Il 12 gennaio 2017, pareggiando senza gol dopo aver battuto l'Osasuna per 3-0 all'andata, si qualificò per la prima volta nella sua storia ai quarti di finale di Coppa del Re, prima di essere eliminato dall'Atlético Madrid (3-0, 2-2); la stagione 2016-2017 si chiuse con il decimo posto, mentre ancora più positiva sarà la stagione 2017-18, che vide l'Eibar chiudere al nono posto (piazzamento più alto di sempre per il club), risultando il club basco meglio piazzato in classifica. Altrettanto positiva sarà la stagione seguente, caratterizzata da un risultato storico, la vittoria per 3-0 ottenuta sul proprio campo contro i campioni d'Europa del Real Madrid[18]. Stessa sorte l'annata 2019-2020 conclusa con il quattordicesimo posto. L'impresa non riesce tuttavia nella stagione successiva, che vede la retrocessione del club dopo sette anni consecutivi di permanenza nella massima serie[19].
Cronistoria
[modifica | modifica wikitesto]Cronistoria della S.D. Eibar | ||||
---|---|---|---|---|
|
Colori e simboli
[modifica | modifica wikitesto]Colori sociali
[modifica | modifica wikitesto]Al momento della sua fondazione, l'Eibar indossava una maglia a strisce verticali bianco-rosse, con pantaloncini neri, ispirata alla divisa sociale dell'Athletic Bilbao[20]. Nel 1943 la federazione locale decise di regalare al club, per supportarlo, un lotto di divise azulgrana, donate dal Barcellona. Da quel momento, il team ha adottato i colori delle nuove magliette come distintivi per il squadra, senza cambiarli, se non modificando leggermente le tonalità, fino ad oggi[21].
Stemma
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma della squadra presenta un design piuttosto semplice: in uno scudo a forma di triangolo rovesciato figura una piccola croce di sant'Andrea di colore rosso in campo bianco; il simbolo è ripreso direttamente dallo stemma cittadino, e rimanda al santo patrono della località. Il bordo destro dello stemma è di colore azzurro, e riporta la denominazione ufficiale della società. A sormontare l'emblema, un pallone da calcio in cuoio, a richiamare il periodo di fondazione delle squadra. Il design dello stemma è rimasto sostanzialmente lo stesso nel corso degli anni, con alcune piccole modifiche, quali il cambio colore dello sfondo (divenuto blu negli anni '80), ripristinato nella versione originale nel 1994[22].
Stadio
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1947 la squadra disputa le proprie partite casalinghe nel piccolo stadio Municipal de Ipurua. Sottoposto diverse volte a lavori di ammodernamento[23], ha una capacità di 7.083 spettatori[24] ed è attualmente lo stadio più piccolo fra quelli delle squadre della Liga.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Settore giovanile
[modifica | modifica wikitesto]A differenza di molte altre società calcistiche spagnole, l'Eibar non possiede al momento una sezione giovanile della propria società che militi nei campionati inferiori della piramide calcistica spagnola. L'Eibar B infatti fu fondato nel 1994 e dopo alcune partecipazioni alla Tercera División e alla Segunda División B fu sciolto nel 2012[25].
Dal 2016 l'Eibar ha raggiunto un accordo con il piccolo club del Deportivo Vitoria affinché questo diventi la sua squadra giovanile[26]; tale accordo è stato prolungato fino al termine della stagione 2019-2020[27].
Allenatori celebri
[modifica | modifica wikitesto]Giocatori celebri
[modifica | modifica wikitesto]Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]Competizioni nazionali
[modifica | modifica wikitesto]- 1987-1988, 2006-2007, 2010-2011
Altri piazzamenti
[modifica | modifica wikitesto]- Terzo posto: 2021-2022
- Secondo posto: 1951-1952, 1958-1959, 1963-1964, 1964-1965, 1965-1966, 1967-1968, 1969-1970, 1973-1974, 1982-1983, 1983-1984, 1984-1985
- Terzo posto: 1960-1961, 1980-1981
Statistiche e record
[modifica | modifica wikitesto]Storia nella Liga
[modifica | modifica wikitesto]Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|---|
1º | Primera División | 7 | 2014-2015 | 2020-2021 | 7 |
2º | Segunda División | 26 | 1953-1954 | 2013-2014 | 26 |
3º | Segunda División B / Tercera División | 28 | 1950-1951 | 2012-2013 | 28 |
4º | Tercera División / Primera División Regional | 14 | 1940-1941 | 1985-1986 | 14 |
5º | Segunda División Regional / Regional Preferente | 6 | 1942-1943 | 1978-1979 | 6 |
Tifoseria
[modifica | modifica wikitesto]Gemellaggi e rivalità
[modifica | modifica wikitesto]La rivalità maggiormente sentita fra la tifoseria dell'Eibar è quella nei confronti dell'Alavés, causata sia da motivi di vicinanza geografica sia dal fatto che le due compagini basche hanno avuto modo di affrontarsi diverse volte[28][29] (al contrario gli scontri con Athletic Bilbao e Real Sociedad, le altre due squadre principali della regione basca, non sono stati altrettanto frequenti, a causa della militanza dell'Eibar nelle serie minori spagnole per gran parte della sua storia).
Rosa 2024-2025
[modifica | modifica wikitesto]Aggiornata al 27 novembre 2024.
|
|
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Why are Eibar players called 'armeros'?, su laliga.com, 7 luglio 2015. URL consultato l'11 agosto 2021.
- ^ (EN) SD Eibar renews its ISO certification and adds new parameters of certified quality, su sdeibar.com, 23 giugno 2016. URL consultato il 17 maggio 2020.
- ^ a b (ES) V. Masià Pous, Historial de la Sociedad Deportiva Éibar, S.A.D., su lafutbolteca.com. URL consultato il 17 maggio 2020.
- ^ D. Cammarata, Eibar e Barcelona, su terramatta.net, 16 ottobre 2019. URL consultato il 18 maggio 2020.
- ^ (EN) Eibar – Ipurua, su espanaestadios.com, 3 agosto 2018. URL consultato il 18 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2019).
- ^ (ES) 1965 El Cádiz vence al Eibar en el Metropolitano, in Diario de Cadiz, 23 giugno 2015. URL consultato il 18 maggio 2020.
- ^ (ES) El Eibar regresa a una ciudad en la que vivió un ascenso histórico, su sdeibar.com, 22 gennaio 2020. URL consultato il 18 maggio 2020.
- ^ (ES) J. A. Rementeria, A repetir el ascenso de hace 25 años, in El Diario Vasco, 28 giugno 2013. URL consultato il 18 maggio 2020.
- ^ (EN) Eibar Tickets & Experiences, su footballhost.com. URL consultato il 18 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2021).
- ^ (EN) J. Garcia, Real Madrid have previously visited Ipurua: in 2003-04 Copa, su realmadrid.com, 21 novembre 2014. URL consultato il 18 maggio 2020.
- ^ (ES) El Eibar vuelve a Segunda cuatro años después, in Marca, 1º luglio 2013. URL consultato il 18 maggio 2020.
- ^ Jota regala all'Eibar una storica promozione, su corrieredellosport.it, 26 maggio 2014. URL consultato il 19 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
- ^ (EN) Eibar gain glorious promotion to Liga BBVA, su laliga.com, 26 maggio 2014. URL consultato il 18 maggio 2020.
- ^ L’incredibile storia dell’Eibar: promossa nella Liga, ma “vicina” alla retrocessione, su calcioweb.eu, 26 maggio 2014. URL consultato il 19 ottobre 2014.
- ^ (ES) La S.D. Eibar consigue con éxito la cantidad mínima para la Ampliación de Capital, su sdeibar.com, 15 luglio 2014. URL consultato il 19 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2014).
- ^ Breve storia dell’Eibar, su ilpost.it, 19 ottobre 2014. URL consultato il 19 ottobre 2014.
- ^ (EN) Bagpipes in the Basque: Why Celtic are playing Eibar this weekend, in The Herald, 17 luglio 2015. URL consultato il 18 maggio 2020.
- ^ F.M. Ricci, Eibar-Real Madrid 3-0: Roma, martedì in Champions puoi vincere, in La Gazzetta dello Sport, 24 novembre 2018. URL consultato il 18 maggio 2020.
- ^ (ES) J. L. Cudeiro, El Eibar cae a Segunda antes de la jornada final, que tendrá los puestos de descenso y Europa abiertos, in El País, 16 maggio 2021. URL consultato il 22 maggio 2021.
- ^ (ES) J. Argudo, La camiseta de la SD Eibar, del rojiblanco al azulgrana, su futbolretro.es. URL consultato il 17 maggio 2020.
- ^ (ES) D. Salinas, La herencia azulgrana del Eibar, in Sport, 18 maggio 2019. URL consultato il 17 maggio 2020.
- ^ (ES) V. Masià Pous, ESCUDOS DE LA SOCIEDAD DEPORTIVA ÉIBAR, S.A.D. EVOLUCIÓN HISTÓRICA, su lafutbolteca.com. URL consultato il 17 maggio 2020.
- ^ (ES) IPURUA STADIUM, su sdeibar.com. URL consultato il 17 maggio 2020.
- ^ (EN) Ipurua Municipal Stadium: SD Eibar, su football-stadiums.co.uk. URL consultato il 17 maggio 2020.
- ^ (ES) J. A. Rementeria, El Eibar toma la decisión de dar por concluido el papel del filial, in El Diario Vasco, 23 giugno 2012. URL consultato il 17 maggio 2020.
- ^ (ES) EL CD VITORIA SERÁ FILIAL DE LA SD EIBAR, su clubdeportivovitoria.es, 10 giugno 2015. URL consultato il 17 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2021).
- ^ (ES) CD Vitoria renueva el convenio con SD Eibar hasta 2020, su sdeibar.com, 15 febbraio 2016. URL consultato il 17 maggio 2020.
- ^ (ES) A. C. Ayuso, J. Lekuona, Prueba de fuego para el Eibar ante el equipo revelación, in AS (quotidiano), 4 novembre 2018. URL consultato il 17 maggio 2020.
- ^ (ES) Eibar y Alavés protagonizan un derbi vasco inédito en Primera división, su transfermarkt.es, 11 dicembre 2016. URL consultato il 17 maggio 2020.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sociedad Deportiva Eibar
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (ES) Sito ufficiale
- (ES) Canale ufficiale su YouTube
Controllo di autorità | VIAF (EN) 3806148574268524430002 · LCCN (EN) nb2017000596 |
---|