Indiana Jones e l'ultima crociata

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Indiana Jones e l'ultima crociata
Indiana Jones (Harrison Ford) e suo padre Henry Jones Sr. (Sean Connery) in una scena del film
Titolo originaleIndiana Jones and the Last Crusade
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1989
Durata127 min
Rapporto2,35:1
Genereavventura, azione, commedia
RegiaSteven Spielberg
SoggettoGeorge Lucas, Menno Meyjes
SceneggiaturaJeffrey Boam
ProduttoreRobert Watts
Produttore esecutivoGeorge Lucas, Frank Marshall
Casa di produzioneLucasfilm
Distribuzione in italianoUIP
FotografiaDouglas Slocombe
MontaggioMichael Kahn
Effetti specialiGeorge Gibbs, Michael J. McAlister
MusicheJohn Williams
ScenografiaElliot Scott
CostumiAnthony Powell, Joanna Johnston
TruccoPeter Robb-King
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Indiana Jones e l'ultima crociata (Indiana Jones and the Last Crusade) è un film d'avventura del 1989 diretto da Steven Spielberg, da una storia co-scritta dal produttore esecutivo George Lucas. È il terzo capitolo del franchise di Indiana Jones. Harrison Ford riprende il ruolo del protagonista, mentre Sean Connery interpreta suo padre.

Dopo la reazione mista con Indiana Jones e il tempio maledetto, Spielberg ha scelto di abbassare il tono oscuro e la violenza nella puntata successiva;[1] inoltre, il regista ha citato L'ultima crociata come il suo film preferito della saga di Indiana Jones.[2][3] Durante i cinque anni tra Il tempio maledetto e L'ultima crociata, lui e il produttore esecutivo Lucas hanno esaminato diverse sceneggiature prima di accettare quella di Jeffrey Boam. Le location delle riprese hanno compreso Spagna, Italia, Germania Ovest, Giordania, Regno Unito e Stati Uniti.[4]

Il film è stato distribuito dalla Paramount Pictures in Nord America il 24 maggio 1989 ed è stato un successo finanziario, rendendosi il film di maggior incasso del 1989. Il film è stato accolto con recensioni per lo più positive da parte del pubblico e della critica e ha vinto l'Oscar al miglior montaggio sonoro.

Un sequel, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, è uscito nel 2008.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Indiana Jones, come già tentò di fare quando era giovane scout manifestando la sua futura vocazione, sottrae al trafficante di reperti Panama la croce d'oro di Coronado per donarla al museo della sua università diretto dell'amico Marcus Brody. Viene quindi contattato dal miliardario Walter Donovan affinché lo aiuti nella ricerca del Santo Graal, interrotte dalla misteriosa sparizione dell'archeologo incaricato: proprio suo padre Henry Jones Sr.

Jones riceve il diario sul Graal del padre per posta da Venezia, dove si dirige con Marcus e riprende le ricerche insieme alla dottoressa Elsa Schneider, riuscendo a scoprire che il Graal è custodito nell'antica città di Alessandretta e apprendendo da Kazim, membro della Confraternita della Spada Cruciforme, che il padre è tenuto prigioniero dai nazisti, che vogliono impossessarsi del suo diario. Riesce quindi a liberarlo dopo aver scoperto che Donovan e la Schneider sono complici dei tedeschi.

Indy, Henry, Marcus e il loro amico Sallah, giunti in modo rocambolesco nell'antico tempio di Alessandretta, vengono di nuovo catturati dai tedeschi guidati da Donovan, convinto che il calice possa donare la vita eterna. Questi ferisce mortalmente Henry per costringere Indy a recuperare il Graal, che può salvare la vita al padre. Usando le indicazioni del diario, Jones supera le tre trappole mortali che difendono il Graal e seguito da Donovan ed Elsa incontra il cavaliere crociato che custodisce la coppa sacra da 700 anni, insieme ad altre tra le quali, chi vorrà averla, dovrà scegliere a rischio della vita.

Il tempio che custodisce il Graal ad Alessandretta, nella realtà El Khasneh di Petra, in Giordania.

Elsa, ormai ravveduta, indica intenzionalmente una coppa sbagliata a Donovan, che subito dopo aver bevuto muore disfacendosi. Jones porta il vero calice al padre, guarendolo all'istante. Elsa tenta di imposessarsi del calice ignorando l'avvertimento del cavaliere che il Graal non debba superare il confine del tempio, scatenando un terremoto in cui muore. Indiana vorrebbe a sua volta recuperare il calice rischiando la vita, ma è convinto dal padre a desistere rispettandone la sacralità. Dopo l'addio al cavaliere, Indy, Henry, Marcus e Sallah fuggono dal tempio cavalcando verso il tramonto.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Casting[modifica | modifica wikitesto]

Sean Connery è stato scelto per interpretare Henry Jones Sr., un professore di letteratura medievale a cui importava più cercare il Graal che crescere suo figlio. Spielberg aveva in mente Connery quando ha suggerito di presentare il padre di Indiana. Spielberg, fan di Connery nei panni di James Bond, sentiva che nessun altro avrebbe potuto interpretare il ruolo.[5] Anche Gregory Peck è stato preso in considerazione come seconda scelta per il ruolo del professor Henry Jones. Connery inizialmente rifiutò il ruolo poiché aveva solo dodici anni in più di Ford, ma cedette. Connery ha iniziato a rimodellare il suo personaggio e sono state apportate cambiamenti alla sceneggiatura per rispondere alle sue preoccupazioni. Connery disse che voleva interpretare Henry Jones come una specie di Richard Francis Burton. Ha improvvisato la battuta "[Lei] è una che parla nel sonno", che è stata lasciata perché faceva ridere tutti;[6] nelle sceneggiature di Boam, il momento in cui Henry disse a Indiana che è stato a letto con Elsa avvenne più tardi.[7]

Per la parte del cavaliere crociato custode del Graal si pensò per breve tempo a sir Laurence Olivier, ma la scelta si rese impossibile a causa dei gravi problemi di salute che affliggevano l'attore. La Croce di Coronado, che il giovane Indy tenta di recuperare nelle scene iniziali, è l'unico oggetto riportato alla luce dal celebre archeologo nel corso della tetralogia che sia totalmente inventato.

Location[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Barnaba a Venezia, utilizzata come location per gli esterni della biblioteca lagunare.

Le scene iniziali vennero girate presso il parco nazionale degli Arches, nello Utah[8]. Per la sequenza del treno invece si utilizzò la Cumbres and Toltec Scenic Railroad, una linea ferroviaria a scartamento ridotto lunga 103 chilometri che corre tra New Mexico e Colorado[9].

A Venezia viene ritratta la Chiesa di San Barnaba come sede dell'entrata delle catacombe dove riposa uno dei cavalieri. Si tratta come detto nel film di una chiesa sconsacrata (precisamente nel 1810, durante il dominio napoleonico) ma nella realtà non è adibita a biblioteca, bensì ospita una mostra con ricostruzioni di macchine di Leonardo da Vinci[10]. Le scene della biblioteca vennero registrate in uno studio: le ricostruzioni delle catacombe sono altresì frutto di fantasia, dato che notoriamente la città lagunare non ne possiede. Per le riprese dell'incontro con Elsa, dell'inseguimento in barca e delle rivelazioni di Kazim sul nascondiglio di Jones Senior, la troupe ottenne il controllo totale e l'interdizione ai turisti del Canal Grande dalle sette del mattino all'una del pomeriggio[11].

Stowe House, in Inghilterra, utilizzata come location per gli esterni a Berlino

Il castello di Brunwald raffigurato è in realtà il castello di Bürresheim, situato nei pressi di Mayen in Renania; gli interni invece vennero ricreati e registrati in studio.

La Repubblica di Hatay è veramente esistita per pochi mesi tra il settembre 1938 e il giugno 1939, quindi nel lasso di ambientazione del film; la bandiera mostrata nella pellicola è però inventata. La facciata del nascondiglio del Graal è l'El Khasneh al Faroun in Giordania, mentre le scene raffigurate all'interno vennero anche queste registrate in studio a Londra.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è uscito nelle sale statunitensi il 24 maggio 1989, mentre in Italia il 6 ottobre dello stesso anno.

Edizione italiana[modifica | modifica wikitesto]

Nell'edizione italiana, rispetto al primo capitolo della serie fu cambiato il doppiatore di Marcus Brody, che da Sergio Rossi passa a Sergio Tedesco. Inoltre nel doppiaggio italiano è assente l'accento austriaco che, al contrario, caratterizza il personaggio di Elsa Schneider nell'interpretazione originale di Alison Doody. Il doppiaggio fu eseguito dalla C.D.C. presso la International Recording e diretto da Manlio De Angelis su dialoghi di Roberto Rizzi.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

A fronte di un budget di $ 48.000.000, il film è stato un successo finanziario: ha incassato $ 197.171.806 negli Stati Uniti e in Canada più altri $ 277.000.000 a livello internazionale, per un totale mondiale di $ 474.171.806.[12] Nonostante la concorrenza con Batman (che lo superò nel Nord America),[13] Indiana Jones e l'ultima crociata è il film col maggiore incasso del 1989.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Su Rotten Tomatoes ha una percentuale di gradimento dell'88%, con un voto medio di 7,9/10 basato su 72 recensioni. Il suo consenso critico recita: "Più leggero e più comico del suo predecessore, Indiana Jones e l'ultima crociata restituisce la serie alla vivace avventura seriale de I predatori, aggiungendo un doppio atto di dinamite tra Harrison Ford e Sean Connery".[14] Metacritic ha calcolato un punteggio medio ponderato di 65/100 sulla base di 14 recensioni, indicando "recensioni generalmente favorevoli".[15] Il pubblico intervistato da CinemaScore ha dato al film "A" come voto medio.[16]

Jay Boyar dell'Orlando Sentinel ha affermato che mentre il film "manca della novità de I predatori e del ritmo senza fiato de Il tempio maledetto, è stato un divertente capitolo della serie".[17] Peter Travers di Rolling Stone ha osservato che il film era "il più selvaggio e spiritoso Indy di sempre". Richard Corliss di Time e David Ansen di Newsweek lo hanno elogiato, così come Vincent Canby del New York Times.[18][19]

"Anche se sembra avere il modo di un film di serie B di un'era precedente magicamente ricostituito, L'ultima crociata è un originale accattivante", ha scritto Canby, definendo la rivelazione che Jones aveva un padre che non era orgoglioso di lui una "sorpresa comica". Canby credeva che il film non corrispondesse ai due precedenti nel ritmo, ma avesse comunque "sequenze esilaranti fuori dal comune", come l'inseguimento al treno del circo. Ha anche detto che Spielberg stava maturando concentrandosi sulla relazione padre-figlio,[19] una chiamata ripresa da McBride in Variety.[20] Roger Ebert ha elogiato la sequenza raffigurante Jones nei panni di un Boy Scout con la croce di Coronado, paragonandolo allo "stile illustrativo apparso nelle riviste di avventura per ragazzi degli anni '40". Disse che Spielberg "deve aver sfogliato i suoi vecchi numeri della rivista Boys' Life... la sensazione di poter inciampare in avventure sbalorditive semplicemente facendo un'escursione con la tua truppa Scout. Spielberg illumina la scena con i colori forti e basilari delle vecchie riviste pulp."[21] The Hollywood Reporter ha ritenuto che Connery e Ford meritassero le nomination agli Oscar.[18]

È stato stroncato da Andrew Sarris in The New York Observer, David Denby in New York, Stanley Kauffmann in The New Republic e Georgia Brown in The Village Voice.[18] Jonathan Rosenbaum del Chicago Reader ha definito il film "senza anima".[22] Il Washington Post ha recensito il film due volte. La (prima) recensione di Hal Hinson il giorno dell'uscita del film è stata negativa, descrivendola come "quasi tutti inseguimenti ed esposizione noiosa". Sebbene abbia elogiato Ford e Connery, ha sentito che l'esplorazione del film del personaggio di Jones ha portato via il suo mistero e che Spielberg non avrebbe dovuto cercare di maturare la sua narrazione.[23] Due giorni dopo, Desson Thomson ha pubblicato una (seconda) recensione positiva elogiando l'avventura e l'azione del film, nonché la profondità tematica della relazione padre-figlio.[24]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Espedienti narrativi[modifica | modifica wikitesto]

La relazione di un figlio con il padre separato è un tema comune nei film di Spielberg, tra cui E.T. l'extra-terrestre e Hook - Capitan Uncino.[25]

Il tema dell'esplorazione che vede uniti padre e figlio e l'uso di immagini religiose è analoga ad altri due film del 1989, Star Trek V - L'ultima frontiera e L'uomo dei sogni. Scrivendo per il New York Times, Caryn James ha ritenuto che la combinazione di questi film riflettesse le preoccupazioni della New Age, dove l'adorazione di Dio era equiparata alla ricerca dei padri, e che né Indiana né suo padre siano preoccupati di trovare il Graal o sconfiggere i nazisti, ma piuttosto entrambi cerchino il rispetto professionale l'uno dell'altro. Egli ha messo a confronto la distruzione biblicamente epica del tempio con la conversazione più efficace e tranquilla tra i Jones alla fine del film.[non chiaro] James ha anche notato che la madre di Indiana non appare nel prologo, essendo ritratta come già morta prima dell'inizio degli eventi del film.[26]

Videogiochi[modifica | modifica wikitesto]

Da questo film vennero tratti tre videogiochi, i primi due della LucasArts:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rinzler, Bouzereau, "The Monkey King: luglio 1984 a maggio 1988", p. 184 - 203.
  2. ^ (IT) Indiana Jones e l'ultima crociata: 10 cose da sapere, su TIMgate.
  3. ^ (IT) Indiana Jones e l'ultima crociata: i cavalli prestati da re Hussein e le acrobazie (vere) di Harrison Ford. I 21 segreti, su Corriere della Sera.
  4. ^ (EN) Indiana Jones and the Last Crusade, su American Film Institute.
  5. ^ (EN) Richard Corliss; Elaine Dutka; Denise Worrell; Jane Walker, What's Old Is Gold: A Triumph for Indy, su Time, 29 maggio 1989.
  6. ^ (EN) Indiana Jones and the Last Crusade: An Oral History, su Empire.
  7. ^ Rinzler, Bouzereau, "The Monkey King: July 1984 to May 1988", p. 184-203.
  8. ^ (EN) 'Star Wars' and beyond: National parks in the movies, in CNN Travel, 17 giugno 2016. URL consultato il 10 luglio 2018.
  9. ^ (EN) Rich Grant, Cumbres & Toltec Railroad to Steam Up for 46th Season in May, su Huffington Post, 31 marzo 2016. URL consultato il 10 luglio 2018.
  10. ^ Le macchine di Leonardo - Chiesa San Barnaba Venezia, in VeneziaToday. URL consultato il 10 luglio 2018.
  11. ^ Rinzler, Bouzereau, "The Professionals: May 1988 to May 1989", p. 204 - 229
  12. ^ (EN) Indiana Jones and the Last Crusade, su Box Office Mojo.
  13. ^ (EN) Domestic Box Office For 1989, su Box Office Mojo. URL consultato il 3 aprile 2021.
  14. ^ (EN) Indiana Jones and the Last Crusade, su Rotten Tomatoes.
  15. ^ (EN) Indiana Jones and the Last Crusade, su Metacritic.
  16. ^ (EN) Cinemascore :: Movie Title Search, su cinemascore.com. URL consultato il 22 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2018).
  17. ^ (EN) 'CRUSADE' FITS NEATLY INTO INDY TRILOGY, su Orlando Sentinel.
  18. ^ a b c Rinzler, Bouzereau, "The Professionals: May 1988 to May 1989", p. 204 - 229.
  19. ^ a b (EN) Spielberg's Elixir Shows Signs Of Mature Magic, su The New York Times.
  20. ^ (EN) Indiana Jones and the Last Crusade, su Variety.
  21. ^ (EN) Indiana Jones and the Last Crusade", su Chicago Sun-Times.
  22. ^ (EN) Indiana Jones and the Last Crusade, su Chicago Reader.
  23. ^ (EN) Indiana Jones and the Last Crusade, su Washington Post.
  24. ^ (EN) Indiana Jones and the Last Crusade, su The Washington Post.
  25. ^ McBride, "An Awfully Big Adventure", p. 379 – 413
  26. ^ It's a New Age For Father–Son Relationships, su New York Times. URL consultato il 23 marzo 2021.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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