American Graffiti
American Graffiti è un film del 1973 diretto da George Lucas.
Nel 1995 American Graffiti è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[1] Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al settantasettesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi,[2] mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al sessantaduesimo posto.[3]
Trama[modifica | modifica wikitesto]
Curt Henderson, Steve Bolander, John Milner e Terry Fields sono quattro giovani amici. I quattro si incontrano nel parcheggio del Mel's Drive-In al tramonto. Steve e Curt si stanno preparando per lasciare la città e frequentare un college nell'East Coast, e questa sarà l'ultima notte che passeranno insieme ai loro amici. Mentre Steve non vede l'ora di lasciare la piccola cittadina, Curt è dubbioso e ha paura di ciò che lo attende. La ragazza di Steve, Laurie, sorella minore di Curt, non vuole che Steve parta, sa bene che tutto cambierebbe. Mentre girano in macchina, Curt vede una bellissima bionda in una Ford Thunderbird bianca. La donna gli sussurra "Ti amo" per poi scomparire per le strade. Lui rimane folgorato. Si incrociano varie volte durante la notte, ma Curt non riesce mai a parlarle o capire realmente chi sia.
Intanto John, meccanico di professione, maggiore degli altri, il "duro buono", quello con la macchina più veloce e personale di tutte, l'idolo ed il punto di riferimento per gli amici, è in giro alla ricerca di ragazze mentre da un'auto all'altra gli comunicano che c'è in giro un forestiero che lo cerca per sfidarlo a una corsa in macchina. Ad un semaforo abborda un gruppo di amiche che però gli infila in macchina una ragazzina minorenne che lui cerca di riportare a casa, ma lei lo minaccia di urlare che l'ha violentata se non le fa trascorrere una serata da "grande" piena di emozioni e soprattutto che la faccia sentire donna e sexy.
Steve nel frattempo, preparandosi a lasciare il suo paese, ha affidato la sua macchina a Terry (detto "il rospo") durante la sua assenza - fino a Natale - mentre sarà al college. Terry non ci può credere e parte subito sulla splendente auto e proprio grazie a questo abborda una bella e svampita bionda che, nonostante il poco "sex-appeal" del ragazzo, le bugie raccontate, l'ingenuità di lei, e le svariate avventure della notte, alla fine dice di essersi divertita e sorprendentemente propone di rivedersi.
Curt, deciso a rintracciare la voluttuosa bionda va alla stazione radio dove trasmette il famoso D.J. Lupo Solitario (unico attore a recitare se stesso) per far passare un messaggio alla sfuggente platinata della T-Bird ma parla con un uomo che dice di essere un dipendente del famoso D.J. e che Lupo Solitario non c'era. Appena uscito dalla stazione, Curt vede l'uomo con cui aveva parlato continuare le trasmissioni come Lupo Solitario e trasmettere il messaggio alla bionda: capisce quindi che era proprio lui. Nel frattempo John giocando d'astuzia riesce a farsi dare l'indirizzo della ragazzina e a riaccompagnarla a casa. Steve e Laurie litigano e si lasciano e lei, per fare un dispetto a Steve, sale sulla macchina di Bob Falfa, che continua a cercare John per la corsa in auto.
Curt inciampa nei Pharaohs, una banda di teppisti della città, che lo costringono a seguirli nelle loro scorribande e a subire una sorta di iniziazione: sgattaiolare sotto la vettura della polizia e fissare all'asse posteriore dell'auto un cavo legato ad una struttura fissa. Provocati i poliziotti, questi partono a sirene spiegate e l'asse posteriore si stacca dall'auto. Ora Curt sarebbe pronto a diventare un Pharaoh, ma riesce a staccarsi dal gruppo e proseguire libero la sua nottata.
Tutto converge verso la "Paradise Road" dove arrivano anche Toad e Steve e vedono John gareggiare contro Bob Falfa, con Laurie come passeggera di quest'ultimo. Dopo la partenza bruciante, la vettura di Falfa sbanda e capotta nel fosso e Steve e John corrono a salvare Bob e Laurie prima che l'auto esploda. Laurie stringe Steve e gli chiede nuovamente di non abbandonarla. Egli ammette di aver deciso di rimanere in città con lei.
All'alba la misteriosa bionda chiama Curt alla cabina telefonica rispondendo al messaggio trasmesso via radio qualche ora prima. Curt vuole sapere chi è, almeno il suo nome, ma la bionda si palesa essere una prostituta, come già gli avevano detto i Pharaohs, e Curt resta comprensibilmente deluso. Le vicende della notte allontanano da Curt ogni dubbio sulla sua partenza per il college, che puntualmente compirà la mattina, salutato dagli amici di sempre.
Una didascalia finale, con tanto di fotografie, ci informa che John è morto travolto da un automobilista ubriaco nel 1964, Terry è morto disperso in Vietnam presso An Lộc nel 1965, Steve è diventato agente di assicurazioni a Modesto, e Curt è uno scrittore e vive in Canada.
Produzione[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1971 la Universal Pictures si accordò con Lucas affinché girasse due film: American Graffiti e Guerre stellari, ma lo studio rifiutò quest'ultimo nelle prime fasi di produzione, a causa del suo alto costo di realizzazione e della relativa inesperienza del regista con film ad alto budget.[4] Il film venne girato a Petaluma, in varie altre località in California[5] e negli Universal Studios di Hollywood (ove venne realizzata la copia del "Mels Drive in" di San Francisco).
Il film è un omaggio nostalgico del regista alla sua gioventù e a quella dei ragazzi degli anni '60 (nel film si cita "il presidente Kennedy", in carica dal 1961 al 1963) raccontato attraverso una serie di situazioni che mostrano le esperienze di alcuni giovani in un carosello di situazioni, ora comiche, ora patetiche, ora grottesche, ora sentimentali. Questo insieme è guidato magistralmente dai ritmi musicali.[6]
Ottenne incassi straordinari, vinse il Golden Globe e conquistò cinque nomination all'Oscar. Malinconico e autobiografico, lanciò la moda del film nostalgico e restò nella storia soprattutto per la sua indimenticabile colonna sonora.
Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
- 1974 – Premio Oscar
- Candidatura al miglior film a Francis Ford Coppola e Gary Kurtz
- Candidatura al miglior regista a George Lucas
- Candidatura al miglior attrice non protagonista a Candy Clark
- Candidatura alla miglior sceneggiatura originale a George Lucas, Gloria Katz e Willard Huyck
- Candidatura al miglior montaggio a Verna Fields e Marcia Lucas
- 1974 – Golden Globe
- Miglior film commedia o musicale
- Miglior attore debuttante a Paul Le Mat
- Candidatura al miglior regista a George Lucas
- Candidatura al miglior attore in un film commedia o musicale a Richard Dreyfuss
- 1975 – Premio BAFTA
- Candidatura alla miglior attrice non protagonista a Candy Clark
- 1974 – Kansas City Film Critics Circle Award
- Miglior film
- 1974 – New York Film Critics Circle Awards
- Miglior sceneggiatura a George Lucas, Gloria Katz e Willard Huyck
Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]
Disco 1[modifica | modifica wikitesto]
- Rock Around the Clock (Bill Haley and the Comets)
- Sixteen Candles (The Crests)
- Runaway (Del Shannon)
- Why Do Fools Fall in Love (Frankie Lymon and the Teenagers)
- That'll Be the Day (Buddy Holly)
- Fannie Mae (Buster Brown)
- At the Hop (Flash Cadillac & The Continental Kids)
- She's So Fine (Flash Cadillac & The Continental Kids)
- The Stroll (The Diamonds)
- See You in September (The Tempos)
- Surfin' Safari (The Beach Boys)
- He's the Great Imposter (The Fleetwoods)
- Almost Grown (Chuck Berry)
- Smoke Gets in Your Eyes (The Platters)
- Little Darlin' (The Diamonds)[7]
- Peppermint Twist (Joey Dee & The Starliters)
- Barbara Ann (The Regents)
- Book of Love (The Monotones)
- Maybe Baby (Buddy Holly)
- Ya Ya (Lee Dorsey)
- The Great Pretender (The Platters)
Disco 2[modifica | modifica wikitesto]
- Ain't That a Shame (Fats Domino)
- Johnny B. Goode (Chuck Berry)
- I Only Have Eyes for You (The Flamingos)
- Get a Job (The Silhouettes)
- To the Aisle (The Five Satins)
- Do You Wanna Dance (Bobby Freeman)
- Party Doll (Buddy Knox)
- Come Go with Me (Del Vikings)
- You're Sixteen (Johnny Burnette)
- Love Potion No. 9 (The Clovers)
- Since I Don't Have You (The Skyliners)
- Chantilly Lace (The Big Bopper)
- Teen Angel (Mark Dinning)
- Crying in the Chapel (Sonny Till & The Orioles)
- A Thousand Miles Away (The Heartbeats)
- Heart and Soul (The Cleftones)
- Green Onions (Booker T. & The M.G.'s)
- Only You (And You Alone) (The Platters)
- Goodnight, Well It's Time to Go (The Spaniels)
- All Summer Long (The Beach Boys)
Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]
La macchina di John è targata THX 138, chiaro riferimento al film d'esordio di George Lucas: L'uomo che fuggì dal futuro. La celebre scena in cui la macchina della polizia viene legata con un cavo a un palo per staccarne l'asse posteriore è impossibile nella realtà. Il cavo visto nel film si spezzerebbe. Nel programma Miti da sfatare è stato dimostrato che servirebbe un cavo molto più spesso aiutato dalle viti dell'asse quasi staccate. Nel film la scena è stata realizzata con l'ausilio di esplosivi e di una rampa in modo tale che l'asse scivolasse dietro il paraurti posteriore. La scena della macchina della polizia viene ripresa nella nona puntata della prima serie televisiva di Dawson's Creek dal titolo Una serata fra amici. In quel caso Dawson si serve di una catena.
Sequel[modifica | modifica wikitesto]
Del film è stato realizzato un sequel nel 1979 dal titolo di More American Graffiti sceneggiato e diretto da Bill L. Norton e con lo stesso cast del film precedente (escluso Richard Dreyfuss).[8]. Distribuito in Italia con il titolo di American Graffiti 2. Le vicende narrate nel film sono state rivisitate, adattate e pubblicate in un fumetto Disney intitolato Paperopoli Graffiti con protagonista Paperino.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Librarian Names 25 More Films to National Film Registry, su loc.gov, Library of Congress, 18 dicembre 1995. URL consultato il 5 gennaio 2012.
- ^ (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 12 ottobre 2014.
- ^ (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies - 10th Anniversary Edition, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 12 ottobre 2014.
- ^ Davide Canavero, La lettera di rifiuto della United Artists, 13 ottobre 1975, su guerrestellari.net. URL consultato il 4 aprile 2008.
- ^ American Graffiti Filming Locations, su americangraffiti.net. URL consultato il 20 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2017).
- ^ "Dizionario del cinema americano", di Fernaldo Di Giammatteo, Editori Riuniti, Roma, 1996, pag.17
- ^ Un filmato del 1957 con l'esecuzione originale dei Diamonds
- ^ Vedi: Nndb.com
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario del cinema americano. Da Griffith a Tarantino, tutti i film che hanno fatto la storia di Hollywood, Roma, Editori riuniti, 1996, ISBN 88-359-4109-1.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su American Graffiti
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su lucasfilm.com.
- (EN) American Graffiti, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- American Graffiti, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- (EN) American Graffiti, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) American Graffiti, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) American Graffiti, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
- (EN, ES) American Graffiti, su FilmAffinity.
- (EN) American Graffiti, su Metacritic, Red Ventures.
- (EN) American Graffiti, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) American Graffiti, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) American Graffiti, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 316753800 · LCCN (EN) no98038443 · GND (DE) 1172759707 · BNE (ES) XX4202830 (data) · BNF (FR) cb14291211c (data) · NDL (EN, JA) 001271955 |
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