Wikipedia:Oracolo/Archivio/ottobre 2018

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ottobre 2017 ottobre 2019

Resistenza romana

Alcuni mesi fa chiesi ragguagli sull'attentato alla linea ferroviaria Roma-Napoli della notte tra 14 e 15 dicembre 1944 con circa 300 soldati tedeschi morti. L'interrogativo era desunto da una nota a piè pagina di un libro non accusabile di superficialità, che però essendo incentrato tutto su via Rasella non andava oltre. L'attentato va sotto il nome di Ponte delle sette luci. Dal risultato si evince che fu evento non indifferente. Penso che al tempo non abbia avuto risonanza perché tedeschi e quel che rimaneva del regime, colti quasi di sorpresa, fortunatamente preferirono parlare di paracadutisti inglesi e il CLN, ancora in fase di organizzazione, non era in grado di pubblicizzarlo o temeva rappresaglie, come poi avvenne per via Rasella. Stranamente ancora oggi questo segmento resistenziale, nonostante la sua ampiezza, è poco o niente conosciuto. Peraltro su di esso c'è un bel film di Nanni Loy (Un giorno da leoni) rintracciabile su Raiplay.


--87.8.228.154 (msg) 17:31, 1 ott 2018 (CEST)

Elezione di Papa Pio X

Alcuni istanti prima dell’habemus papam che annuncia l’elezione di Papa Pio X, uno o più cardinali fecero al pubblico il gesto di cucire, in riferimento al cognome del Papa, quasi come se volessero svelare in anticipo. Ci sono riscontri in internet su questo fatto? --151.49.68.149 (msg) 08:42, 21 set 2018 (CEST)

Si parla anche di un paio di forbici mostrate alla finestra prima dell'annuncio ufficiale da parte del cardinale protodiacono. L'oh sentito dire dai "telecronisti" del conclave e la notizia è presente anche in alcuni forum. Nulla di affidabile come un'articolo di giornale, ma sembra che la storia circoli da parecchio. --Ruthven (msg) 09:29, 2 ott 2018 (CEST)

Giornalista fa canestro di spalle

https:// youtu. be/2nHE-EErdWs

È vero o finto questo filmato? --151.49.81.242 (msg) 15:27, 29 set 2018 (CEST)

IMHO vero. Potremmo replicarlo acchiappando la palla con un retino prima del lancio e facendone cadere un'altra vicino al canestro, o tentando milioni di volte, ma non raggiungeremmo mai lo stupore di quel tizio. asd --Valerio Bozzolan (msg) 19:00, 6 ott 2018 (CEST)

Una parola

Nella frase “Cerca di arrivare in orario!”, “cerca” è un verbo o che altro? --151.95.20.145 (msg) 20:40, 5 ott 2018 (CEST)

Chi cerca trova! X-Dark (msg) 20:50, 5 ott 2018 (CEST)
(Rispondo qui, su questo lemma Wikizionario al momento non è di grande aiuto) Certo che è un verbo: voce del verbo cercare, prima coniugazione, modo imperativo, tempo presente, seconda persona singolare. --Sesquipedale (non parlar male) 20:55, 5 ott 2018 (CEST)
Forse quello che ti rende perplesso è che qui "cercare" non è usato nel senso più comune, ma nel senso di "provare" o meglio, per dirlo con la Treccani "studiarsi di conseguire". --M&A (msg) 17:17, 6 ott 2018 (CEST)

dx spostamento in fisica e suo integrale

Credo proprio di aver bisogno di un aiuto perché mi sto arrovellando su un concetto con mille elucubrazioni ossessive.
Studiando mi sono accorto che non mi è chiaro
Fisicamente parlando (matematici chiudete gli occhi :P) prendendo Δx=x2-x1->0 arriviamo a dx, quell'integrale sarebbe la sommatoria di tutti quei piccoli dx tra A e B. E fin qui tutto ok, prendiamo adesso una situazione del genere:
https://imgur.com/Y1dv5SP
essendo integrare da A a B vuol dire "sommare al continuo" tutti quei piccoli vettorini dati dalla differenza diretti in verso opposto all'asse x.
In un certo senso, in questa prima interpretazione, se B<A ed integro tra A e B allora anche i dx che integro li prendo come dx=x2-x1 con x2<x1, viceversa se integrassi tra B e A con B<A allora considererei la "somma" di dx=x1-x2 con x2<x1, cioè i dx che considero nell'integrazione cambiano verso a seconda di quali estremi ho scelto e di quale sia maggiore e minore come primo e secondo estremo.
Oppure
https://imgur.com/VK9FgsP
In questa interpretazione invece i dx, vettori, sono diretti concordi con l'asse x, è solo dopo, sommandoli tra A e B, che mi danno il vettore (B-A) diretto in verso opposto ad x. Cioè in questo caso sono gli estremi di integrazione che mi decidono il verso del vettore finito, ma non dei vettori infinitesimi che hanno in ogni situazione stesso verso. Ripetiamo le due situazioni:
se B<A ed integro tra A e B questa volta considero i dx che integro come dx=x2-x1 con x2>x1, trovata la lunghezza come "sommatoria" essendo l'estremo B minore di A il vettore (B-A) avrà verso discorde all'asse x. Viceversa se integrassi tra B e A ancora una volta con B<A considererei anche qui la "somma" di dx=x2-x1 con x2>x1, cioè i dx che considero nell'integrazione NON cambiano verso a seconda di quali estremi ho scelto e di quale sia maggiore e minore come primo e secondo estremo. Solo dopo aver integrato "decido" il verso.
Il fatto che entrambe le visioni sembrano funzionare e non capisco quale sia quella corretta alla fine della fiera.
Vi ringrazio. --Willelmo (msg) 12:14, 29 set 2018 (CEST)

Io non vedo vettori eh. --Vito (msg) 12:19, 29 set 2018 (CEST)
Grazie per l'appunto, hai ragione.
Il problema è che essendo unidimensionale ho pensato che il vettore è legato al solo segno. Nel senso che se integrassi dx, inteso come x2-x1, il dubbio resterebbe tale e quale. Sia che lo intenda come vettore che come segno associato allo scalare.
Potrei quindi riscrivere il dubbio come:
"In un certo senso, in questa prima interpretazione, se B<A ed integro tra A e B allora anche i dx che integro li prendo come dx=x2-x1 con x2<x1, viceversa se integrassi tra B e A con B<A allora considererei la "somma" di dx=x1-x2 con x2<x1, cioè i dx che considero nell'integrazione cambiano verso (segno) a seconda di quali estremi ho scelto e di quale sia maggiore e minore come primo e secondo estremo."
E per la seconda visione delle cose:
"In questa interpretazione invece i dx, vettori (o scalari con segno), sono diretti concordi con l'asse x 8quindi positivi), è solo dopo, sommandoli tra A e B, che mi danno (B-A) che ha segno negativo. Cioè in questo caso sono gli estremi di integrazione che mi decidono il segno dello spostamento finito B-A, ma non dei dx infinitesimi che hanno in ogni situazione segno positivo associato. Ripetiamo le due situazioni:
se B<A ed integro tra A e B questa volta considero i dx che integro come dx=x2-x1 con x2>x1, trovata la lunghezza come "sommatoria" essendo l'estremo B minore di A il vettore (B-A) avrà segno negativo. Viceversa se integrassi tra B e A ancora una volta con B<A considererei anche qui la "somma" di dx=x2-x1 con x2>x1, cioè i dx che considero nell'integrazione NON cambiano segno a seconda di quali estremi ho scelto e di quale sia maggiore e minore come primo e secondo estremo. Solo dopo aver integrato "decido" il verso."
Quindi si guardi il primo messaggio se si vuole leggere in chiave vettoriale (immaginando di aver scritto tutte relazioni vettoriali, non so farlo su wiki ammetto) oppure come scalari con segno nel secondo intervento.
--Willelmo (msg) 12:36, 29 set 2018 (CEST)
La prima interpretazione è quella che più correttamente descrive, da un punto di vista logico, il calcolo che stai compiendo.
Il differenziale "dx" non è un vettore, ma una funzione vettoriale (ebbi modo di scriverne lo scorso giugno), che dato un vettore di "spostamento" restituisce la componente lungo l'asse delle ascisse (che è uno scalare) di tale spostamento. A ciascun infinitesimo spostamento s (uso il grassetto per indicare un vettore) corrisponderà quindi un infinitesimo contributo scalare dx[s], e il tuo integrale è la somma di tutti questi contributi scalari. La funzione dx, quindi, dipende solo dall'asse, non dai tuoi estremi di integrazione. Gli estremi influenzano, però, il verso di percorrenza del tuo integrale sull'intervallo, e quindi il verso cui puntano i singoli vettori s lungo il percorso (esattamente quelli che nel tuo primo schema hai impropriamente identificato come "vettori dx"). Poiché il tuo integrale va "da destra a sinistra", gli spostamenti s puntano a sinistra, e il differenziale dx ne estrarrà la componente x negativa.
Molti, come te, confondono gli spostamenti infinitesimi (che sono vettori) con il valore (scalare) del differenziale dx applicato a tali spostamenti. Ai fini pratici è un errore veniale, soprattutto in una sola dimensione, ma come hai constatato sulla tua pelle diventa invece un grosso ostacolo se si cerca di capire "cosa davvero significhi" quel calcolo.
La seconda non è una "diversa interpretazione" di quel calcolo, bensì una proprietà generale degli integrali definiti che discende direttamente da quanto scritto qui sopra; la proprietà afferma che scambiare gli estremi di integrazione cambia il segno del risultato:
Invertire gli estremi di integrazione ruota di 180° tutti i singoli vettori di spostamento s lungo il tragitto, cambiando di segno a tutte le loro componenti x (dx[-s] = -dx[s]) e quindi cambiando di segno anche al valore dell'intero integrale. Il tuo secondo schema fa esattamente questo: ottiene il valore dell'integrale originale calcolando il valore di un altro integrale, con gli estremi di integrazione invertiti per avere spostamenti s concordi con l'asse (ovvero i cui contributi dx[s] sono positivi) e cambiando di segno al risultato finale. Questa non è la descrizione di come si calcola l'integrale di partenza, ma di come ottenere lo stesso risultato per altra via equivalente. -- Rojelio (dimmi tutto) 16:35, 29 set 2018 (CEST)

Grazie Rojelio, volevo ricapitolare un attimo per accertarmi di aver capito giusto: sostanzialmente il "verso" di integrazione suggerito dagli estremi A,B con A>B fa sì che stia considerando degli spostamenti infinitesimi s ordinati concordemente ad x, il diferenziale mi estrae quindi la componente positiva e avrò un dx positivo, "sommandoli" cioè integrando da A a B trovo il valore finito positivo come voluto e aspettato.
Viceversa integrando da A a B con A<B quel che succede è che differenziando trovo dx questa volta negativi, il processo di integrazione (somma al continuo) dei dx negativi mi darà il valore negativo finito. Spero sia giusto :)
Mi rimane il dubbio perché lo stesso mazzoldi scriva spesso ds (es:F*ds) impunemente e a cuor leggero, trattando a tutti gli effetti i differenziali come "mini vettori" e da qui il pasticcio interpretativo. --Willelmo (msg) 18.34, 29 set 2018 (CEST)

Mh non mi piace tantissimo quest'interpretazione, o meglio va emendata: a costituire un campo vettoriale è l'insieme delle possibili partizioni dell'intervallo. Il differenziale nell'integrazione di un vettore è a tutti gli effetti un vettore infinitesimo, non vedo ambiguità quindi. --Vito (msg) 20:01, 29 set 2018 (CEST)
Non lo fa "impunemente", bensì a ragion veduta: ds è davvero un vettore. :-) Se prendi una funzione f con valori in un qualche dominio D, il suo differenziale df avrà anch'esso valori nello stesso dominio. In quel caso, si parte dalla "funzione posizione" s(P) che a ogni punto dello spazio P assegna il corrispondente vettore posizione (tridimensionale, se parliamo di punti nello spazio), e da esso discende il differenziale ds che è anch'esso un vettore tridimensionale, ovvero il vettore di spostamento (variazione di posizione).
dx ha valori scalari non perché è un differenziale e basta, ma perché è il differenziale di una funzione ben precisa, la funzione x(P), che dato un punto P restituisce la sua ascissa; e dx è quindi la "variazione di ascissa" (questa funzione speciale e il significato del suo differenziale è proprio quello di cui parlavo in quella discussione di fine giugno che linkavo poc'anzi). -- Rojelio (dimmi tutto) 02:53, 30 set 2018 (CEST)
Grazie per aiutarmi a mettere in ordine le idee. Ci riprovo.
Mettiamo di voler integrare da A a B in un percorso qualunque, il vettore s sia s(x,y). Che il punto A e B abbiano componenti xA>xB e yA>yB, i vettori ds su cui vado ad integrare non sono però influenzati dall'integrale, sono solo influenzati nel verso dagli estremi di integrazione. Esattamente comei dx del tuo discorso se integro da A a B hanno un verso, se integrassi sugli stessi estremi invertiti B ad A sarebbero ruotati di 180 gradi.
Il punto è però questo: in realtà quando sono ad una dimensione (cioé solo l'asse x) e il mio spostamento avviene solo lì, allora anziché ds, che è un vettore, alla fine dei conti posso usare dx e il ragionamento del verso che varia a seconda degli estremi si riduce al segno. Dovrebbe essere corretto ora, forse?
Se fosse corretto, come spero, quello che mi premeva capire in apertura della domanda è che in sostanza i vari differenziali ovviamente non sono funzione degli estremi e su questo non ci piove, però a seconda degli estremi è come se considerassi verso opposto (nel caso superiore a 1), e il ragionamento sarebbe analogo (sui segni) se fossimo sul solo asse x.
Grazie mille a voi! --Willelmo (msg) 10.02, 30 set 2018 (CEST)
Mh io continuo a vedere un integrale di linea in quest'interpretazione, invoco GM, arbitro di quest'oracolo. --Vito (msg) 12:06, 1 ott 2018 (CEST)
Lo prendo come un: non ne hai azzeccata mezza XD. Speravo di aver interpretato correttamente Rojelio:( --Willelmo (msg) 19.00, 1 ott 2018 (CEST)
Ci provo anch'io, ma con una premessa: benché si dica sempre che "la matematica non è un'opinione", in realtà ci sono alcuni argomenti fondamentali che non solo storicamente sono stati inquadrati in più modi diversi, ma tuttora sono visti in modo abbastanza differente a seconda del settore della matematica in cui li si utilizza. Uno di questi è la definizione di integrale, e anche il significato del simbolo "dx" che si scrive dentro l'integrale.
Allora, vediamo: si può pensare all'integrale come alla soluzione del problema "trovare l'area della porzione di piano delimitata dal grafico di una funzione (era una delle prime idee, quando gli integrali si chiamavano anche quadrature perché risolvevano il problema di "trovare il lato di un quadrato con la stessa area di una figura piana data"). Quindi l'integrale è il limite di una somma di rettangolini, e "dx" rappresenta idealmente la misura della base dei rettangolini (limite infinitesimo di Δx). In questo modo, non si vede perché mai l'area dovrebbe cambiare di segno quando si cambia il verso di integrazione. Solo che l'integrale ha avuto, storicamente, anche un'altra interpretazione, quella legata al calcolo del lavoro compiuto da una forza. In questo caso è abbastanza evidente che invertendo il senso di percorrenza si deve ottenere il risultato con il segno opposto: ecco che si tende allora a pensare allo "spostamento infinitesimo" ds come a un vettore (e la quantità integranda, in quel caso, è il prodotto scalare ).
Lasciamo da parte il concetto più generale di integrale che si ha in teoria della misura e in teoria della probabilità, e anche il significato che del simbolo "dx" dà l'analisi non standard; personalmente, il concetto a cui faccio riferimento nel mio lavoro (fisico matematico) è un concetto geometrico, e ora cerco di dare un'idea di questo.
Esistono degli oggetti matematici che si chiamano forme differenziali, che sono operatori che agiscono sui campi vettoriali (non mi metto qui a spiegare di che si tratta: voglio soltanto dire che sono definite indipendentemente dal concetto di integrale).
Poi c'è un'altra famiglia di oggetti matematici: i sottoinsiemi dello spazio che rappresentano tutti i possibili "domini di integrazione" (tecnicamente si chiamano catene, ma non importa). Ad esempio una curva o un arco di curva sono domini di integrazione unidimensionali, una porzione di superficie (eventualmente con un bordo) è un dominio bidimensionale, e così via. Su un dominio di integrazione può essere assegnata un'orientazione. Per un segmento, un'orientazione corrisponde a un verso di percorrenza; per una superficie, corrisponde a determinare in modo continuo su tutta la superficie un verso della direzione normale (perpendicolare) alla superficie. In generale, un dominio è parametrizzato da un certo numero di coordinate (in numero uguale alla dimensione del dominio: una coordinata se è una curva, due se è una superficie ecc.), e fissare l'orientazione corrisponde a fissare un ordine delle coordinate. Per esempio, se si prende un piano e si usano coordinate cartesiane , scambiare l'ordine delle due coordinate equivale a scambiare l'orientazione; anche cambiare di segno a una coordinata cambia l'orientazione. Se ho più di due coordinate, una loro permutazione pari non cambia l'orientazione, una permutazione dispari la inverte: quindi di orientazioni possibili di un dominio (connesso e orientabile) ce ne sono sempre solo due, indipendentemente dalla dimensione. Temo che la relazione fra orientazione e ordinamento delle coordinate non sia ovvia, a dirla così, ma chi ha in mente cose come la regola della mano destra può intuire il nesso.
Con questi presupposti, un integrale (definito) è un'operazione che prende una forma differenziale di grado n e un dominio di integrazione orientato di dimensione n e produce un numero, il valore dell'integrale. Ad esempio, prende una 1-forma e la integra su un arco di curva. Per definizione, se si inverte l'orientazione del dominio il valore dell'integrale cambia di segno.
Se lo spazio ambiente di tutto questo è la retta reale, allora esistono solo 1-forme e domini unidimensionali. Se prendete come coordinata sulla retta, una 1-forma si rappresenta così: , dove è una funzione reale e è il differenziale della coordinata . L'orientazione del dominio di integrazione è rappresentata, in questo caso, dall'ordine in cui metto gli estremi di integrazione: se indico come punto iniziale (in basso dopo il segno di integrale) un numero reale minore del punto finale (indicato in alto dopo il segno di integrale), allora l'orientazione è concorde con quella della coordinata , altrimenti l'orientazione è quella opposta.
Se lo spazio ambiente ha dimensione due o tre (o più), possiamo comunque integrare una 1-forma su un arco di curva (non è altro che il famoso "integrale di linea"). Per semplicità consideriamo il caso in due dimensioni, e supponiamo che le coordinate siano . La nostra curva avrà una rappresentazione parametrica, (se siete dei fisici, potete immaginare che la curva sia la traiettoria del moto di un punto materiale, e la parametrizzazione corrisponda alla legge del moto). Una generica 1-forma sarà un oggetto di questo tipo: ; di per sè, nulla che somigli a un vettore: ma se siete in uno spazio euclideo - cioè avete un prodotto scalare - e le vostre coordinate sono ortonormali, allora potete mettere la vostra 1-forma in corrispondenza con il campo vettoriale che ha come componenti e .
(Per la verità a noi qui non ce ne fa niente, di identificare 1-forme e vettori: ma molti lo trovano preferibile rispetto a cercare di capire che cosa sono le forme differenziali, quindi saltano a piè pari tutto e parlano sempre e solo di vettori, complicandosi poi la vita con dubbi amletici di vario tipo).
Per integrare la 1-forma sulla curva, dovete pensare che i due differenziali e , sulla curva, diventano rispettivamente e . Quindi l'integrale della 1-forma sulla curva diventa , che a molti piace pensare come l'integrale del prodotto scalare fra il vettore di cui sopra e il vettore , il vettore velocità relativo allo spostamento sulla curva, che ha appunto componenti e .
Il punto fondamentale è questo: cambiare il verso di percorrenza della curva corrisponde a cambiare in (a meno di una costante), ed è equivalente a cambiare l'orientazione del dominio di integrazione. Infatti, in questo modo e cambiano segno, e quindi cambia segno il valore dell'integrale. In questo caso non è che cambiate gli estremi di integrazione (in ): solo che se inizialmente la curva andava dal un punto A del piano, corrispondente al valore , al punto B corrispondente a , con , quando cambiate verso di percorrenza i due punti corrisponderanno a valori diversi del nuovo parametro. Potete scegliere il nuovo parametro, ad esempio, in modo che B (ora punto di partenza) corrisponda al valore e A (ora punto di arrivo) corrisponda a . Notate bene: quelli che avete scambiato sono i punti estremi (A e B) della curva su cui integrate: l'integrale può sempre andare da a , quello che è cambiato è il verso della velocità in ogni istante.
Vi risparmio definizione e proprietà dell'integrale di una 2-forma su una superficie, e via generalizzando: veniamo invece al caso più semplice, quello di un integrale sul segmento di una retta.
Per quanto detto, , con , è l'integrale della 1-forma sul segmento , orientato da verso , ossia in modo concorde alla coordinata . Che cosa significa invertire il verso di integrazione, da verso ? Sulla retta tendiamo a identificare automaticamente la coordinata con il parametro con cui è percorso il segmento (per una curva nel piano o nello spazio, invece, non possiamo fare la stessa confusione, ed è per questo che ho fatto tutto il discorso qui sopra). Quando inverto gli estremi di integrazione, posso interpretare questo in due modi: "geometricamente", scrivendo ho invertito l'orientazione del segmento su cui integro, e pertanto il valore dell'integrale cambia di segno; oppure, "fisicamente", sto percorrendo il segmento con la legge , e allora il mio integrale diventa

che dà esattamente lo stesso risultato (da notare che in questo caso non ho cambiato orientazione, perché se allora ) .

Non mi azzarderei a scommettere che chi ha fatto la domanda, se è arrivato a leggere fin qui, abbia ora le idee più chiare: in questo tipo di spiegazioni è più bravo Rojelio. Comunque ci ho provato. --93.36.167.230 (msg) 23:57, 1 ott 2018 (CEST)
Grazie ancora per la spiegazione.
Devo dire che per buona parte del primo anno non mi sono mai posto grandi problemi sul concetto e , l'ho sempre interpretato come un vettore ds da cui estraggo il differenziale dx e che poteva essere semplificato vedendolo come uno scalare con segno a seconda degli estremi: se quando integro da a a b tengo dx positivo, quando vado da b ad a lo ritengo negativo, e funziona anche.. che mi sembra poi quanto confermava Rojelio.
Iniziando ora il secondo con qualche strumento matematico in più mi sono ritrovato senza terra sotto i piedi, il semplice calcolo del lavoro come prodotto scalare di due vettori inizia a scricchiolare e non mi basta più, tra poco vedrò gli integrali di linea di seconda specie e intuisco già che quella era una mera edulcorazione di una pillola XD.
Il fatto è che viene assai comodo pensare ad come vettori concordi e nel caso di dire: il vettore ds risentendo del diverso "verso" di integrazione si "inverte" di 180°, cioè moltiplico F scalarmente a un ds "girato" e mi trovo un qualcosa di negativo e lo sommo da b ad a con .
Detto questo, benché mi sia abbastanza chiaro (qualcosa devo inquadrarlo meglio) quanto dice 93..., quel che mi chiedo è se devo del tutto cestinare questa interpretazione rozza ma comoda per certi versi, se sull'asse x, di (che con alti e bassi è quella che mi ha accompagnato finora). --Willelmo (msg) 8:42, 2 ott 2018 (CEST)
De gustibus non est disputandum. A me non piace il tipo di trattazione che distingue, ad esempio, integrale di linea di prima specie e integrale di linea di seconda specie, e tuttavia la si trova ovunque, quindi pure qui su Wikipedia. A me sembra un'inutile complicazione di cose semplici: ma in matematica la semplificazione (e generalizzazione) dei concetti passa sempre - inevitabilmente - attraverso la formulazione di definizioni più astratte e difficili da capire, in un primo momento. Quel passaggio - la comprensione di un concetto a un livello superiore di generalità - è per un matematico quello che per un alpinista è arrivare in cima a una vetta; invece per molti (fisici, ingegneri ecc., ma non tutti: e a dire il vero, anche una certa quota di studenti di matematica...) che sono interessati alle formule matematiche solo nella misura in cui sono necessarie per calcoli che devono proprio fare, il passaggio a una formalizzazione più astratta è visto come una grandissima seccatura, una fatica del tutto inutile.
Il punto cruciale è: fin dove vuoi spingere il tuo ragionamento? Se, per i tuoi scopi (ad esempio passare un esame) ti accontenti dell'esposizione che trovi sul libro di testo, bene. Se invece constati l'impossibilità di capire un determinato passaggio, magari perché non sembra avere significato nell'interpretazione che stai dando al concetto, allora fai benissimo a ragionarci su, ma devi assolutamente essere disposto a scoprire che l'interpretazione che stai dando è troppo limitata (a volte proprio sbagliata...), e a passare a un'interpretazione più generale e meglio formalizzata. Naturalmente, a quel punto ti conviene cercare di capire che definizione più generale danno i matematici, non tentare di inventartene una tu che "salvi il salvabile" (questo come principio generale, non mi riferisco a quanto hai scritto tu sul problema che hai posto).
Per quanto riguarda gli integrali di linea, il punto di vista più generale che permette (se si vuole) di includere tutti i casi (funzioni scalari o vettoriali) in una stessa definizione è questo: un integrale di linea è sempre l'integrale di una 1-forma su un intervallo della retta reale. In uno spazio di dimensione , diciamo , la curva su cui integri è un'applicazione , che associa a ciascun valore un punto . Se in hai definito una 1-forma (come sopra, per semplicità mi riferisco al caso , ma la generalizzazione a generico è immediata), la "componi" (tecnicamente si chiama pull-back) con la curva in modo da definire una 1-forma su , , che a quel punto integri tranquillamente sull'intervallo .
Casi particolari: se nel tuo “spazio ambiente” è definito un prodotto scalare euclideo, questo definisce anche una forma volume (che è una n-forma). L’immersione della curva in ti permette a sua volta di definire un corrispondente prodotto scalare sull’intervallo , e di conseguenza una forma volume su , che è ora una 1-forma. Questa 1-forma non è altro che quello che tu chiami : è "ereditata" dallo spazio ambiente in cui la curva è immersa, ma non dipende dalla legge di percorrenza della curva: qualunque sia la parametrizzazione della curva, (sempre supponendo che x e y siano coordinate ortonormali). Se ora prendi una funzione scalare definita in , integrarla lungo la curva significa integrare , che ora è una funzione su , con la misura . Questo sarebbe l’integrale di prima specie.
Se invece in tu hai un campo vettoriale, allora usi il prodotto scalare per definire una corrispondente 1-forma (se usi coordinate ortonormali, i due oggetti hanno le stesse componenti), e a quel punto procedi come nel caso generale. Questo è l’integrale di seconda specie.
In nessuno di questi casi hai bisogno di definire come una "quantità vettoriale infinitesima" (che poi non è molto chiaro che cosa dovrebbe significare). Nel caso degli integrali di seconda specie, l'idea che stai integrando un prodotto scalare può essere suggestiva, ma non puoi pretendere di dare la stessa interpretazione anche al che scrivi nell’integrale di prima specie, né al o che metti in un normale integrale su . Tutti questi, invece, sono differenziali di funzioni: è il differenziale della coordinata (idem per e ), mentre è il differenziale della funzione lunghezza d’arco, che è definita sulla curva (solo che quella funzione è a sua volta definita proprio dall'integrale di linea, quindi prima devi definire l’integrale, e solo dopo puoi dire che è il differenziale di ).
Buona digestione... --5.90.74.238 (msg) 19:00, 6 ott 2018 (CEST) alias 93.36.167.230 (msg)
PS Un piccolo consiglio: se su questa roba devi sostenere un esame, all'esame raccontala come ti è stata spiegata, non così (a meno che tu non sia molto sicuro del fatto tuo...).
Che dire, grazie mille! Ci metterò un po' ad interiorizzare il tutto XD ma è estremamente interessante --Willelmo (msg) 12:07, 7 ott 2018 (CEST)

il Pedalù

Ciao, avrei bisogno di uno che se ne intende di funghi. Il Pedalù in dialetto varesotto indica un fungo tondo, un po' ovale, non più grande della parte superiore di un pollice. La superficie è bianca, ma poi quando "invecchia" tende a diventare giallo-bruna. L'interno all'inizio è bianco carnoso, poi diventa nero e carnoso, e alla fine, contestualmente all'ingiallo-brunimento della superficie, l'interno diventa polveroso, e infatti se si rompe il fungo quando è vecchio c'è sta polvere nera che si sparge dappertutto. Quando è giovane e con l'interno bianco è commestibile (di solito si impanna a mo' di cotoletta), mentre quando l'interno diventa nero non si può più mangiare.

Io l'ho sempre sentito chiamare col nome in dialetto, non conosco nessuno che sa dirmi il nome in italiano. Qualcuno saprebbe dirmi come si chiama in italiano questo fungo? --87.9.86.220 (msg) 08:50, 7 ott 2018 (CEST)

Potrebbe essere la Vescia ? --Gac 09:23, 7 ott 2018 (CEST)
Oppure la Calvatia gigantea, --Gac 09:24, 7 ott 2018 (CEST)

Coincidenza tra feste

Facendo mio un dubbio avvistato qui, faccio notare che Ferragosto (15 agosto) cade esattamente 6 mesi dopo San Valentino (14 febbraio): infatti, nel 75 % dei casi (ovvero in anni non bisestili) il giorno della settimana corrisponde. Mi domando se possa esservi una ragione culturale, storica o religiosa dietro questo fatto (ad esempio, il Leone - che rappresenta il centro dell'estate - è opposto all'Acquario che simboleggia il centro dell'inverno) oppure se si tratti semplicemente di una coincidenza. --87.3.68.251 (msg) 21:41, 7 ott 2018 (CEST)

Dico solamente che il 15 agosto non cade esattamente 6 mesi dopo il 14 febbraio, ma dopo 6 mesi e un giorno. Tutto quel che segue è completamente privo di consistenza. --Sesquipedale (non parlar male) 22:05, 7 ott 2018 (CEST)
Tra l'altro dire "esattamente sei mesi" quando i mesi non sono tutti uguali come durata non ha molto senso. Sia tra il 1 febbraio e il 1 aprile che tra il 1 aprile e il 1 giugno passano esattamente 2 mesi, ma nel primo caso i giorni sono 59 e nel secondo 61. Comunque il calendario è talmente pieno di feste e ricorrenze, religiose e civili, che presa una ricorrenza a caso è difficile non trovare coincidenze con altre date. Sia la festa del lavoro che Capodanno cadono il primo del mese; l'anniversario della Liberazione è festeggiato lo stesso giorno del Natale. 8 marzo e 8 decembre per la festa delle donne e l'Immacolata concezione... --Postcrosser (msg) 00:24, 8 ott 2018 (CEST)
Faccio invece notare come non è un caso che l'Annunciazione cada esattamente nove mesi prima del Natale, che l'Immacolata concezione cada esattamente nove mesi prima della Natività di Maria. --Arres (msg) 12:21, 8 ott 2018 (CEST)
Peraltro, la data di san Valentino è legata al giorno in cui il santo sarebbe morto (cioè una data "casuale"), quindi il sospetto non dovrebbe proprio sorgere (a meno che non si pensi che la data della morte sia stata falsata o inventata per un qualche motivo). --Syrio posso aiutare? 12:39, 8 ott 2018 (CEST)

Uovo

Ho letto su un opuscolo la seguente frase Lo sai che le uova si conservano meglio con la punta verso il basso? Google non mi aiuta. È vero? Se sì, perché?

--80.180.56.52 (msg) 15:14, 8 ott 2018 (CEST)

In verità con google si trovano diverse pagine che spiegano il motivo. Il succo è questo : nella parte dell'uovo opposta alla punta di trova una camera d'aria, che si ingrandisce con il passare dei giorni per via della porisità del guscio (in fatto un uovo fresco tende ad andare a fondo se messo in un pentoli d'acqua, un uovo ormai andato galleggia). Conservando l'uovo con la punta verso il basso la camera d'aria rimane in alto senza rischio di rompersi e il tuorlo rimane al centro dell'uovo. --Postcrosser (msg) 15:39, 8 ott 2018 (CEST)

Dubbio di Logica

"Un sistema logico fondato correttamente e coerentemente non può presentare contraddizioni"

L'enunciato, dalla prospettiva della Logica Formale, è corretto?--Freebird73 (msg) 12:11, 6 ott 2018 (CEST)

L'enunciato è vero in logica classica e in generale nelle logiche dove vale il tertium non datur, mentre non vale nelle logiche polivalenti. Anche in logica classica, tuttavia, per il secondo teorema di Gödel, se hai un sistema che comprenda almeno l'aritmetica, non potrai mai dimostrare l'assenza di contraddizioni in tale sistema. In altre parole, nella logica classica, in un sistema logico che comprenda almeno l'aritmetica, avrai sempre delle proposizioni indidecidibili, delle quali non puoi dimostrare se siano vere o false. Naturalmente, se hai un sistema logico molto più semplice, ovvero che non comprenda nemmeno l'aritmetica, puoi avere contemporaneamente sia la coerenza che la completezza del sistema stesso, ovvero la possibilità di dimostrare la verità o la falsità di tutti i suoi enunciati. --Nungalpiriggal (msg) 16:17, 9 ott 2018 (CEST)
Mi sovviene un dubbio…In un sistema polivalente, non potrebbero esistere PIU' contraddizioni? Per mantenere in piedi un sistema complesso, non vi è comunque la necessità di avere un numero limitato di contraddizioni, per permettere al sistema stesso di esistere?--Freebird73 (msg) 00:29, 10 ott 2018 (CEST)
Sì, infatti proprio per contenere il principio di esplosione (ex falso sequitur quodlibet), le logiche polivalenti introducuno delle contromisure, per esempio in logica fuzzy un'affermazione e la sua negazione non possono essere ambedue simultaneamente e completamente vere" (). Allo stesso modo, le logiche paraconsistenti ammettono la presenza di contraddizioni ma evitano il principio di esplosione, consentendo quindi di formalizzare delle teorie che abbiano delle contraddizioni ma che non siano del tutto inconsistenti. --Nungalpiriggal (msg) 08:27, 10 ott 2018 (CEST)
Insomma, un paradosso di proporzioni bibliche: la Logica tramite un insieme di contraddizioni consente a se stessa di autocontraddirsi e dii esistere in modo contraddittorio. XD--Freebird73 (msg) 13:15, 10 ott 2018 (CEST)
Eh, non è proprio un paradosso ma un tentativo di avere dei modelli meno rigidi della Logica classica. Le logiche polivalenti e le logiche paraconsistenti sono utili per modellare le discipline, praticamente tutte, dove non esistono la verità assoluta e la falsità assoluta, ma tante sfumature di verità e, perché no, anche qualche errore e qualche inconsistenza. --Nungalpiriggal (msg) 18:51, 10 ott 2018 (CEST)

perchè esisti?

perchè esisti? --93.39.126.254 (msg) 10:04, 8 ott 2018 (CEST)

Un "perchè" non esiste. Esiste "perché", con l'accento acuto. --130.192.155.249 (msg) 10:44, 8 ott 2018 (CEST)
42 --Postcrosser (msg) 10:57, 8 ott 2018 (CEST)
Perché penso. -- Rojelio (dimmi tutto) 10:58, 8 ott 2018 (CEST)
Perché mi tocca pagare le tasse. --Franz van Lanzee (msg) 11:42, 8 ott 2018 (CEST)
Se si vuole sapere come mai è stato creato un Oracolo pur essendo wiki una enciclopedia in cui trovare tutte le risposte a tutte le domande, inclusa quella, allora si legga qui. X-Dark (msg) 13:01, 8 ott 2018 (CEST)
La risposta è dentro di te. Però è sbagliata. --Holapaco77 (msg) 15:51, 9 ott 2018 (CEST)

leggi di Maxwell

Ho letto le vostre pagine sulle leggi di Maxwell. Non si capisce niente, e sono scritte in un modo comprensibile solo a chi ha già nozioni intermedie di fisica e matematica. Chiedo in questa sede se qualcuno potrebbe anche brevemente spiegarmi che cosa dicono le leggi di Maxwell e il loro significato. --93.32.201.141 (msg) 14:47, 10 ott 2018 (CEST)

Ci sono le equazioni di Maxwell che sono un sistema di equazioni differenziali alle derivate parziali utilizzate in particolare nell'interazione elettromagnetica e ci sono le relazioni di Maxwell che legano tra loro le variabili di stato in termodinamica. Praticamente impossibile semplificare; si tratta di costrutti matematici che richiedono delle conoscenze preliminari non elementari. Non basta schioccare le dita per imparare tutto :-) Se sei realmente interessato, ti suggerisco di iniziare a leggere prima i fondamentali matematici e poi di passare alle equazioni differenziali. Ciao, --Gac 15:07, 10 ott 2018 (CEST)
1. Esiste la carica elettrica (una grandezza assegnabile ai punti dello spazio, responsabile dell'esistenza del campo elettrico).
2. La "carica magnetica" (anche detta monopolo magnetico) invece non esiste.
3. Un campo magnetico variabile nel tempo genera un campo elettrico (principio alla base del funzionamento delle dinamo).
4a. Una corrente elettrica genera un campo magnetico (principio alla base del funzionamento dell'elettrocalamita).
4b. Un campo elettrico variabile genera un campo magnetico.
Corollario: lo stretto rapporto tra campo elettrico e magnetico, per cui le variazioni dell'uno si traducono in variazioni anche dell'altro e viceversa (3. e 4b.), implica che non possano davvero essere considerati separatamente (tranne che nei casi più semplici); quando vengono presi in coppia, come facce diverse di un'unica entità fisica soggiacente, tale entità fisica è il cosiddetto campo elettromagnetico.
Difficile andare più nel dettaglio senza quelle nozioni di fisica e matematica da cui si intendeva, per l'appunto, prescindere: un'enciclopedia ha scopi e modalità sensibilmente diverse da quelle di un testo strettamente didattico. -- Rojelio (dimmi tutto) 15:33, 10 ott 2018 (CEST)

Domanda di analisi matematica: gli operatori

Buondì. Ho una domanda sugli operatori: cosa si intende con "autofunzione" e con "autovalori"? Non riesco a capire cosa siano questo "autocosi" Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 79.54.11.62 (discussioni · contributi).

Hai letto Autovettore e autovalore? L'autovalore è lo stesso concetto, l'autofunzione è simile ad un autovettore, solo che vive in uno spazio vettoriale infinito-dimensionale, quello delle funzioni (con certe proprietà), per l'appunto. X-Dark (msg) 17:21, 10 ott 2018 (CEST)
Hai un endomorfismo, ovvero una relazione (o "trasformazione") T che dato un coso x in ingresso produce come risultato un coso y dello stesso tipo di x, ovvero entrambi appartenenti al medesimo insieme D:
Perché si possa proseguire il discorso e iniziare di parlare di auto-cosi, è necessario che sussistano un paio di caratteristiche:
  • Ha senso moltiplicare gli elementi di D per uno scalare (tipicamente un numero reale, ma potrebbe essere un complesso, dipende dal dominio del problema): dato e , esiste
  • La trasformazione T è lineare: (con a e b coefficienti scalari e x e y elementi in D).
Può capitare che per qualche valore di x, il risultato della trasformazione sia proprio un suo multiplo, ovvero che esista un coefficiente scalare (che per tradizione si indica quasi sempre con lambda) tale per cui:
Se questo succede:
  • x è un auto-coso della trasformazione lineare T,
  • e è il suo corrispondente auto-valore.
Dalla tua domanda deduco tu stessi sbirciando qualcosa relativo all'analisi funzionale, un ambito in cui i cosi sono funzioni (prese come "oggetti", elementi dell'"insieme delle funzioni") e le trasformazioni prendono il nome di "operatori"... ma sempre trasformazioni sono: data una funzione come ingresso, associano una funzione come risultato.
Data una funzione, posso definire il concetto di "moltiplicarla per uno scalare" come una nuova funzione i cui valori, in ogni punto, sono quelli della funzione originale moltiplicati per quello scalare.
Quindi se il tuo operatore T è lineare, ed esiste una qualche funzione f per cui T(f) è un multiplo di f stessa () f è detta "auto-funzione" dell'operatore T, e lambda il suo corrispondente auto-valore.
Esempio spicciolo:
  • Dominio: funzioni reali di variabile reale.
  • Operatore: derivata (che indico come D(f) anziché f' giusto per "continuità" con la notazione usata fin qui).
La derivata è un endomorfismo (la derivata di una funzione reale di variabile reale è anch'essa funzione reale di variabile reale), ed è lineare.
Prendo una generica funzione esponenziale a parametro k: . La sua derivata è
Quindi le funzioni esponenziali di parametro k sono tutte auto-funzioni dell'operatore lineare "derivata", ciascuna con corrispondente auto-valore pari proprio a k.
Torna? -- Rojelio (dimmi tutto) 18:04, 10 ott 2018 (CEST)

Torna eccome! Ti ringrazio davvero per avermi risposto (e non è la prima volta che lo fai). L'ho capita, incredibile!--82.52.84.234 (msg) 21:19, 10 ott 2018 (CEST)

Se è vero che simile scioglie simile...

Regoletta che insegnano anche alle medie: simile scioglie simile. Il composto polare si scioglie in solventi polari, mentre il composto apolare in solventi polari non si scioglie e tende ad agglomerarsi. E così il sale da cucina che è polare si scioglie in acqua, mentre se si versa l'olio d'oliva che è apolare si compatta e galleggia.

Il dubbio mi viene però con l'ossigeno: i pesci in acqua respirano l'ossigeno disciolto nell'acqua. Ma l'ossigeno è una molecola apolare. In teoria l'ossigeno in acqua dovrebbe gorgogliare e tornare in aria, mentre nell'acqua non dovrebbe rimanerne traccia, proprio come l'olio. Perché l'ossigeno apolare si scioglie in acqua?


--80.117.40.210 (msg) 15:34, 9 ott 2018 (CEST)

Intanto credo che i pesci utilizzino principalmente l'ossigeno della molecola dell'acqua più di quello disciolto come mi sembra di capire qua] e poi l'ossigeno non è polare ma non è un gas inerte, ha comunque una carica positiva. qua trovi qualcosa. E comunque io non sono esperto, aspettiamo altri pareri--Pierpao.lo (listening) 07:55, 10 ott 2018 (CEST)
No, non diciamo cose assurde. I pesci usano le branchie per respirare l'ossigeno atmosferico disciolto in acqua. Vedi ad esempio qui e qui; sono documenti forse po' tecnici, ma molto chiari. Il primo articolo citato da Pierpao.lo si occupa del flusso d'acqua attraverso le branchie e non dice affatto che l'ossigeno è quello delle molecole di acqua. Inoltre, l'ossigeno non ha una carica positiva. Nella seconda citazione c'è scritto giustamente che l'ossigeno è una molecola non polare, ma che può formare dipoli indotti. In effetti, la solubilità dell'ossigeno in acqua è molto piccola, ma è quanto basta per i pesci...--Albris (msg) 14:54, 11 ott 2018 (CEST)

Lingue Ufficiali della FIFA

Nella pagina dedicata alla FIFA della Wikipedia inglese tra le lingue ufficiali vi è inserito anche l'Italiano. Che io sapessi, le lingue ufficiali della FIFA sono Inglese, Tedesco, Spagnolo e Francese e non vi è l'Italiano. Qualcuno potrebbe smentire o confermare?--Freebird73 (msg) 00:39, 11 ott 2018 (CEST)

Il Draft FIFA Statutes Congress 2013 (che si trova facilmente con google) conferma quello che dici tu, che le lingue ufficiali sono inglese, tedesco, spagnolo e francese. Nella pagina su en.wiki l'italiano è stato aggiunto il 3 ottobre 2018 da un IP senza altre modifiche all'attivo, il che fa sospettare un vandalismo. --Postcrosser (msg) 01:42, 11 ott 2018 (CEST)

Andare in giro vestiti da pagliaccio è un reato?

Per favore non cassate subito questa domanda come stupida, in realtà è una cosa seria. Se uno vuole andare in giro, salire sui mezzi pubblici, entrare in posta, in banca, negli ospedali a fare esami oppure seguire lezioni all'università truccato e vestito come un pagliaccio è libero di farlo oppure il fatto è un reato. E non sto dicendo di uno che va in giro a far ridere le persone di professione, ma di uno che ha scelto questo stile di vita, è libero oppure entrerebbero in gioco le leggi sul fatto che non si deve coprire il proprio volto in luoghi pubblici etc?

--95.252.15.202 (msg) 16:31, 10 ott 2018 (CEST)

Quindi niente oltraggio al senso del pudore, niente disturbo della quiete pubblica e trucco leggero per essere comunque sempre identificabile? Mah, perché no? Ci sono tanti pagliacci in giro, uno più uno meno cosa vuoi che sia? :-) Ah, ovviamente alcuni dei contenuti riportati potrebbero non essere legalmente accurati, corretti, aggiornati o potrebbero essere illegali in alcuni paesi. Le informazioni hanno solo fine illustrativo. Wikipedia non dà consigli legali. --Lepido (msg) 16:51, 10 ott 2018 (CEST)
Posto il disclaimer legale di Lepido, che si intende interamente riportato, si osserva quanto segue. L'art. 85 del TULPS recita "È vietato comparire mascherato in luogo pubblico." (punto, nessuna eccezione/sottocriterio e amenità varie): non si tratta comunque di reato (stante la depenalizzazione del 1981), ma di illecito amministrativo. A questo si aggiunge l'art. 5 della Legge Reale (solo nella versione attualmente in vigore) secondo cui "È vietato l'uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo.", fattispecie di tipo contravvenzionale (e quindi reato), che prevede arresto e ammenda.
Quindi puoi andare tranquillamente in giro vestito da pagliaccio se lo desideri, purchè resti riconoscibile e sia disposto a pagare ogni volta la sanzione amministrativa prevista dal TULPS, fra i 10 e i 103 Euro (è un vezzo costoso...). Ah, delle eccezioni per Carnevale non sono ufficialmente previste: è solo per consuetudine che i bambini mascherati non vengono sanzionati.--Equoreo (msg) 17:30, 10 ott 2018 (CEST)
Ecco il punto: cosa si intende per "comparire mascherato"? Cioè, come io ho specificato qui sopra, se sono vestito da pagliaccio, ma ho un trucco leggero (o non ho punto trucco) in modo da essere perfettamente riconoscibile, sono multabile? Perché qui si giocherebbe sul termine "mascherato" (cioè 1: portatore di maschera 2: travestito da...). Me lo chiedo perché recentemente dove lavoro mi ritrovo circondato da studenti "mascherati" da zombi... pantaloni strappati all'inverosimile, pirsing stratosferici, tatuaggi obnubilanti... li posso sanzionare? :-) --Lepido (msg) 18:01, 10 ott 2018 (CEST)
[↓↑ fuori crono][@ Lepido] <ironic>Potremmo anche disquisire sul fatto che risponde dell'illecito solo chi "compare mascherato", ma non un soggetto, pur mascherato, che invece di "comparire" si palesa in forme meno eteree (NB: "comparire" resta consentito, leggi della fisica permettendo, purchè non mascherati) :-D </ironic> Scherzi a parte (ma mica tanto, visto l'argomento): questo post dell'ASAPS dice (non senza ironia) che la Cassazione nel lontano 1967 (Cass. 7.11.1967, n. 1644) ha stabilito che risponde del reato (allora lo era) chi si traveste in abiti donneschi senza maschera sul viso (con rammarico, non ho potuto verificare la sentenza originale, cosa che mi avrebbe certamente riservato momenti di rara ilarità). Non so se la dottrina sia cambiata dal '67, ma a me sembrerebbe discriminatorio dire abiti donneschi no e abiti pagliacceschi sì :-) Comunque hai ragione: sicuramente si potrebbe giocare in tribunale sul termine "mascherato".
Quanto agli abiti zombeschi, io procederei direttamente per il reato (ormai ex-reato) di ingiuria: mi sembra fuor di dubbio che abbigliarsi come hai descritto offenda l’onore o il decoro di una persona presente (nello specifico sè stessi); l'unico problema è che dovresti convincerli a querelarsi :-P --Equoreo (msg) 18:51, 10 ott 2018 (CEST)

Grazie per avermi risposto, però ci sono alcune cose non chiare: Ma se è come dice Equoreo, allora tutti gli artisti di strada, i mimi e le statue viventi dovrebbero essere multate anche loro. Allora anche una donna truccata con un cappello, e pure Platinette. Ma allora perché uno dovrebbe essere multato se decide per scelta di vita di andare in giro con la faccia bianca, il naso rosso e la bocca dipinta di rosso? (95.252.15.202)

Sempre posto che non sono un avvocato, quindi sparo giudizi in libertà senza pretesa che siano corretti. Escludiamo da subito la Legge Reale, dato che il cappello non è atto a rendere difficoltoso il riconoscimento e negli altri casi sussiste un giustificato motivo (il lavoro o, per quanto riguarda Platinette, l'identità di genere, che è assimilabile all'identità religiosa, che è un'altro valido motivo; infatti le donne musulmane sono libere di velarsi, i sikh di usare il turbante e i pastafariani di mettersi uno scolapasta in testa). Per quanto riguarda il TULPS bisogna considerare la ratio della norma (ossia il motivo per cui è stata creata): evitare che uno sfili portafogli travestito da Lupin per poi gettare la maschera e mescolarsi tra la folla senza poter essere riconosciuto. Sono certo che Platinette sia più riconoscibile truccata che al naturale (e che non sia dedita al furto con destrezza). Per quanto riguarda mimi e statue viventi, secondo me sono passibili di sanzione amministrativa, almeno in astratto; se poi il divieto (che non è derogabile dal regolamento comunale, essendo fonte di livello superiore) sia effettivamente fatto rispettare non lo so. Probabilmente c'è sempre un po' di buon senso e un occhio alle consuetudini (come dicevo prima, altrimenti anche i bambini sarebbero sanzionabili). E sicuramente un posto di riguardo lo occupano le precedenti sentenze della Cassazione (che avranno stabilito anche cosa si intenda per "mascherato", problema evidenziato da Lepido prima).
Ecco, forse se fondi una religione i cui fedeli sono tenuti a travestirsi da pagliacci potresti essere al sicuro :-D --Equoreo (msg) 19:40, 10 ott 2018 (CEST)

Ma se il fatto di andare in giro come un pagliaccio è una questione di identità di genere. Proprio come il signor Coruzzi, che non è trans, ma è Platinette la sua identità, uno non può avere come identità il fatto di essere un pagliaccio? (95.252.15.202)

Partiamo dalla base: girare vestiti da pagliaccio (cioè senza trucco sul viso), o girare con un trucco "leggero" che non impedisce la riconoscibilità del soggetto, non è reato: finché non si entra in questioni di oltraggio al pudore o pericolo per l'ordine pubblico, la libertà di vestirsi come pare è ricompresa nella libertà (costituzionale) di espressione e quindi via andare.
Nel caso del trucco "pesante", ovvero che impedisce la riconoscibilità del soggetto al pari dell'indossare una maschera, non vi sono problemi se ciò è fondato su "giustificati motivi", come dice l'art. 5 legge Reale: mimi e statue viventi hanno un giustifcato motivo per girare mascherati (stanno lavorando), quindi per loro nessun problema. E nessun problema quando la circolazione delle persone mascherate è in generale prevista, per un certo lasso di tempo, da apposita ordinanza dell'autorità di pubblica sicurezza (sindaco o questore), come recita l'art. 85 TULPS ("È vietato l'uso della maschera nei teatri e negli altri luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l'osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall'autorità locale di pubblica sicurezza con apposito manifesto"); è per tale ragione che, a Carnevale, nessuno viene multato perché gira mascherato: c'è un'ordinanza che lo consente. E nessun problema, poi, per i bambini minori degli anni 14, i quali non sono imputabili e quindi possono girare mascherati quante volte vogliono (non è "per consuetudine" che i bambini non sono multati, è che non sono perseguibili perché incapaci di intendere e di volere).
Rimane quindi il caso del soggetto, maggiorenne, che gira in luogo pubblico con un trucco pesante/maschera senza giustificato motivo, al di fuori dei "periodi di festa" sanciti dall'autorità di pubblica sicurezza; e qui, a mio avviso, non si può sfuggire al dettato del TULPS ("È vietato comparire mascherato in luogo pubblico"), che è abbastanza tassativo. Giocarsi la carta dell'identità di genere con la storia del pagliaccio non mi pare vincente, se non altro perché "pagliaccio" non è un genere.
Discorso totalmente diverso vale per il "caso Platinette", ovvero dell'uomo che si traveste da donna; discorso diverso e complesso, in particolare perché l'ultima sentenza di Cassazione in merito risale al 1976, ovvero un'era geologica fa. Rimando a questo articolo che analizza le sentenze di Cassazione in materia di travestitismo. --Franz van Lanzee (msg) 12:33, 11 ott 2018 (CEST)
C'è una cosa che mi pare che sfugga: "la norma si fa applicandola", ovvero non conta solo la norma in sè (in questo caso il TULPS), ma anche le precedenti sentenze riguardo alle contestazioni di tal illecito (nonché il tipo di Corte, in particolare le interpretazioni della Cassazione sono estremamente importanti). Nel caso specifico, c'è consolidata Giurisprudenza per cui tale illecito non si configura, perlomeno non viene contestato, in moltissimi casi non contemplati dal TULPS (es. sfilate carnevalesche spontanee, senza apposito manifesto, ma neanche all'artista di strada che si piazza a chiedere l'elemosina mentre fa giochi acrobatici vestito da pagliaccio); viceversa, entrare anche con un semplice casco integrale da moto in una banca, può' costituire una violazione di tale illecito (non reato). In altre parole, per applicare la legge si usa e si è sempre usato un minimo di buon senso. --Skyfall (msg) 12:53, 11 ott 2018 (CEST)
PS anche l'entrare in una tabaccheria col casco e dirigersi subito verso la cassa può essere oggetto di tale contestazione. Perché appunto dipende dai contesti (individuati dalle sentenze precedenti). --Skyfall (msg) 13:14, 11 ott 2018 (CEST)
Infatti, ribadisco che un conto è occultare il proprio volto, con una maschera, con un trucco pesante, con un casco integrale o (perché no?) con un niqab, e un altro conto è essere vestiti in modo stravagante. Mi chiedevo quindi se l'essere vestiti in modo stravagante, ma senza offendere il senso del pudore e restando in volto perfettamente riconoscibili, comportasse una sanzione. --Lepido (msg) 14:27, 11 ott 2018 (CEST)
[× Conflitto di modifiche][@ Franz van Lanzee] Digressione tecnica (da un ignorante in materia, quindi se sbaglio dimmelo, che imparo qualcosa): la giurisprudenza distingue chiaramente i "luoghi pubblici" (es. la pubblica via) dai "luoghi aperti al pubblico" (es. un bar). I teatri e ai "luoghi aperti al pubblico" sono soggetti all'art. 85 terzo comma del TULPS: lì l'APS può rilasciare apposita autorizzazione all'uso delle maschere (es. per Carnevale); la strada invece è "luogo pubblico", dove trova applicazione il primo comma, che non prevede alcuna eccezione. Eccezioni che l'APS non può inventarsi, dato che il regio decreto da scaturisce l'art. 85 è norma con rango di legge e non può essere derogata da atti di grado inferiore non previsti dalla legge. Per quanto riguarda l'impunibilità: (esclusa la responsabilità penale, che è personale) dell'illecito dei minori incapaci risponde chi ha il dovere di sorveglianza (di solito i genitori o la scuola) a meno che non dimostri che gli fosse impossibile impedire il fatto; mi sembra difficile dimostrare l'impossibilità di impedire al bimbo di vestirsi da Batman :-) E meno male che esiste la culpa in vigilando, altrimenti le nostre città sarebbero alla mercé di orde di selvaggi infraquattordicenni a cui tutto è permesso... Sbaglio qualcosa (dal punto di vista puramente legale, a prescindere dall'applicazione)? --Equoreo (msg) 15:11, 11 ott 2018 (CEST)

Il freddo può ritardare l'innesco di un esplosivo

In molti film si vedono i protagonisti che per errore incappano in qualche trappola esplosiva sensibile alla pressione. Due esempi che mi vengono in mente sono Arma Letale 2 dove il poliziotto nero non si può alzare dal cesso perché altrimenti farebbe partire un esplosivo, oppure Kingsman il cerchio d'oro dove merlino calpesta un congegno e non può sollevare il piede perché sennò esplode. E in entrambi i film sopra il dispositivo esplosivo viene versato dell'azoto liquido, dicendo che serve a dare qualche secondo in più alla persona per potersi salvare e ritardare di poco l'innesco dell'esplosivo. Ma ciò è vero o è solo una pompata hollywoodiana? --80.117.40.88 (msg) 15:32, 12 ott 2018 (CEST)

Come primo parere non esperto direi che essendo un processo esotermico che ha bisogno di un innesco, suppongo che l'energia necessaria per l'innesco sia inversamente proporzionale alla temperatura, ovviamente abbassata dall'azoto se la quantita è sufficiente e se il sistema non è isolato. Azzarderei che il tutto sia legato al mecessario aumento di entalpia per attivare l'esplosione che dovrebbe dipendere anche dalla temperatura. Aspettiamo altri pareri però--Pierpao.lo (listening) 18:06, 12 ott 2018 (CEST)
Più che attraverso solo l'entalpia, la temperatura agisce direttamente sulla velocità di reazione stabilita dalla Cinetica chimica, branca della chimica fondamentale per lo studio e messa a punto degli esplosivi. Ad esempio, ci sono reazioni chimiche entalpiche decisamente "convenienti" (vedi Energia libera di Gibbs), ma con una cinetica lentissima (es. la formazione della ruggine). Gli esplosivi in generale hanno una cinetica notevolissima, ma funzione, appunto, della temperatura. Faccio un esempio pratico: una esplosione di una miscela di gas omogenei (come idrogeno assieme ad ossigeno) é governata, in prima approssimazione, dalla legge di Arrhenius, dove la velocità dipende dall'esponenziale dell'inverso della temperatura --Skyfall (msg) 10:32, 13 ott 2018 (CEST)

Dieta ingrassante per gattini

è stato trovato un gattino, come al solito pelle ed ossa, svezzato: il suo nuovo suddito umano è impegnato a fargli guadagnare più o meno velocemente peso: che dieta ingrassante è consigliata dai wikipediani veterinari in rl? C'è un olio alimentare (non è quello d'oliva) che i gatti adorano, qualcuno sa quale sia?


--95.241.148.86 (msg) 19:35, 13 ott 2018 (CEST)

Olio di fegato di pesce (merluzzo, salmone etc.), che poi altro non è che il grasso che cola dal pesce quando viene compresso.
Comunque la dieta ingrassante ideale sarebbe a base di latte, pesce, pollo/tacchino, manzo crudi e assolutamente privi di sale o spezie (non dargli la salsiccia, per intenderci), sennò vanno bene anche le classiche crocchette o cane in busta che trovi al supermercato. Non bisogna ingozzarlo, ed è meglio variare ogni giorno (che so, oggi gli scongeli un branzino, domani un petto di tacchino etc.).
Cerca di tenerlo comunque in movimento.
Ma la cosa che ti suggerirei più caldamente se hai dubbi è telefonare a un veterinario e chiedere consigli a lui.
Ultima cosa, ma fondamentale: Vaccinalo.--82.54.29.118 (msg) 08:12, 14 ott 2018 (CEST)
No la prima cosa ;) anche perchè probabilmente gli va somministrato un antiparassitario. Parassiti molto pericolosi per il gatto, specie se gli si da molto da mangiare, nutriresti anche i parassiti che crescerebbero, e anche un po' per l'uomo e altri mammiferi presenti --Pierpao.lo (listening) 09:52, 14 ott 2018 (CEST)
Sì, bisogna sverminarlo anche prima di vaccinarlo, infatti! Occhio che devi sapere quanto pesa per dargli la quantità giusta di prodotto :-) e dopo di questo, molti gatti adorano l'olio di semi e li aiuta a smaltire il pelo che ingeriscono --Tostapanecorrispondenze 13:34, 14 ott 2018 (CEST)

Stadi di calcio in Italia

Notavo di come gli stadi di calcio in Italia siano geograficamente decentrati rispetto al centro storico della città. Come mai? Esiste una città che abbia lo stadio nei pressi del centro storico? --151.49.89.147 (msg) 21:57, 14 ott 2018 (CEST)

Be' il motivo mi sembra abbastanza ovvio : uno stadio è un edificio di grandi dimensioni, oltre ad aver bisogno di spazi per parcheggi e altre infrastrutture. Costruirlo in un'area della città già fittamente edificata come un centro storico significherebbe dover demolire un gran numero di edifici. Per cui al momento di costruire gli stadi, molti dei quali risalgono agli anni 1920-1930, sono state scelte aree più decentrate. Di stadi costruiti nei pressi (ma non all'interno) del centro storico mi viene in mente Siena. --Postcrosser (msg) 22:20, 14 ott 2018 (CEST)
Parma. Stadio Ennio Tardini. --Leo P. - Playball!. 22:29, 14 ott 2018 (CEST)
[@ Leo Pasini] Mi hai anticipato :P--Parma1983 22:30, 14 ott 2018 (CEST)
Lo Stadio Arena Garibaldi-Romeo Anconetani di Pisa è piuttosto vicino al centro cittadino (e a cinque minuti a piedi dalla Torre). --Franz van Lanzee (msg) 22:45, 14 ott 2018 (CEST)
Aggiungo anche lo Stadio Paolo Mazza di Ferrara. In genere per le piccole città è più semplice avere uno stadio nei pressi o addirittura dentro il centro storico, visto che quando gli stadi sono stati costruiti le città non erano tanto più grandi del loro centro storico. --Lepido (msg) 23:52, 14 ott 2018 (CEST)
Quello di Bergamo era stato costruito negli anni '20 in periferia, ma ora è quasi in centro. --Arres (msg) 10:51, 15 ott 2018 (CEST)
Lo stadio Sinigaglia di Como: non è dentro la cerchia delle mura medievali, ma si raggiunge con meno di 10 minuti di camminata. Ma sono tante le cittadine tra i 10.000 e i 50.000 abitanti con lo stadio in pieno centro: se prendi lo stadio di Gallarate è praticamente circondato da edifici ottocenteschi in stile liberty (e dalla ferrovia)--93.32.140.221 (msg) 12:53, 15 ott 2018 (CEST)

Significato dell'asterisco in matematica

Non riesco a trovare il significato dell'asterisco in matematica. In particolare io mi sto interessando a due campi: uno è nei numeri complessi, dove il numero complesso si indica con z, e poi trovo sempre z con sopra l'asterisco (z*) ma non so cosa significhi quell'asterisco. Il secondo è negli operatori hermitiani, dove c'è una costellazione di asterischi sopra le funzioni. Se scrivo nella barra di ricerca "operatore hermitiano" Wikipedia mi rimanda alla voce "Operatore autoaggiunto", dove però si accenna all'asterisco sopra i vettori, però gli operatori hermitiani coi vettori non c'entrano nulla, perché si intendono delle funzioni con sopra l'asterisco. E ho provato a leggere ma non si capisce nulla sono troppo incomprensibili le voci di matematica di questo sito.

In sintesi, cosa significa l'asterisco sopra la z e sopra le funzioni, in generale e negli operatori hermitiani in particolare? Grazie--95.244.155.154 (msg) 18:42, 12 ott 2018 (CEST)

Prego. V. Complesso coniugato e il risultato la Matrice trasposta coniugata--Pierpao.lo (listening) 20:14, 12 ott 2018 (CEST)

Cioè?--95.244.155.154 (msg) 20:21, 12 ott 2018 (CEST)

Complesso coniugato
In generale nei numeri complessi se
abbiamo il numero complesso :, dove x e y sono numeri reali ed i è l'unità immaginaria, è il complesso coniugato di (si può indicare anche con ed è definito così:
. Per un numero complesso esponenziale la definizione la trovi nella stessa pagina.
Sugli operatori hermitiani non riesco a spiegarla meglio di quanto scritto in Matrice trasposta coniugata, spiacente, ti confonderei le idee. Aspettiamo qualcuno più esperto.--Pierpao.lo (listening) 20:32, 12 ott 2018 (CEST)
Le notazioni matematiche non sono standardizzate: ci sono alcuni usi comuni, ma ogni autore è libero di adottare la notazione che preferisce. Se stai affrontando argomenti come gli operatori hermitiani, è lecito supporre che tu abbia un docente e/o un testo di riferimento per questi argomenti: bisognerebbe verificare che notazione è adottata da quel docente o da quel testo. Che io sappia, l’unico uso davvero universale dell’asterisco è quello che denota il duale di uno spazio lineare. Nel contesto delle funzioni complesse e degli spazi di Hilbert complessi si può ipotizzare che l’asterisco denoti il complesso coniugato di un numero o di una funzione, ma è almeno altrettanto diffusa (direi anzi nettamente prevalente) la notazione con una barra al di sopra del simbolo; per quanto riguarda gli opeatori lineari su spazi di Hilbert complessi, l’asterisco potrebbe denotare l’operatore aggiunto, ma è più usata la notazione con una croce. Altra questione è che cosa sia l’aggiunto di un operatore, ma questo non è lo stesso che chiedere "qual è il significato dell’asterisco"... Prova a riformulare la domanda in modo più chiaro, perché si fatica a immaginare che uno stia studiando gli operatori hermitiani e non sappia che cosa è il coniugato di un numero complesso (e di conseguenza è difficile immaginare come rispondere) --93.36.167.230 (msg) 21:35, 12 ott 2018 (CEST)

Nessun testo di riferimento, non è di un corso di analisi matematica. In realtà il mio unico riferimento è un pezzo di carta che recita testualmente:

"

Operatori Hermitiani

Definizione:
in quanto

In questo caso è un operatore hermitiano

"

Ecco questo è tutto quello che ho. Non ci ho capito un tubo, solo che se questo operatore è piazzato dentro quell'integrale pieno di asterischi e il calcolo torna allora è un operatore hermitiano. Se non ci credete vi mando la foto scannerizzata (appena imparo come fare). E con le voci di Wikipedia ci capisco ancor meno. Speravo che in questa sede potevo avere qualche lume in più. Comunque per quanto riguarda il numero complesso e il complesso coniugato credo di averlo capito, e vi ringrazio.--95.246.59.152 (msg) 10:56, 13 ott 2018‎ (CEST)

Ok, dunque tu hai trovato in una bottiglia un misterioso pezzo di carta con la definizione di operatore hermitiano, e per pura curiosità vuoi capire che cosa significa.
Beh, la definizione è quella (non in generale ma in un caso particolare, vedi sotto), dove si deve sottointendere "per una qualsiasi coppia di funzioni f e g" e l'asterisco sta semplicemente per complesso coniugato; è un po' pleonastica, nel senso che la definizione è la prima uguaglianza, le altre sono semplici conseguenze.
Se la definizione la vuoi capire, però, direi che devi avere familiarità con i concetti che elenco, in ordine, qui di seguito. Se ci dici fino a che punto della lista arrivi, poi possiamo immaginarci come indirizzarti verso l'illuminazione (non linko le corrispondenti voci di Wikipedia, perché le ho guardate e direi che non è da lì che ci puoi capire qualcosa):
  • Spazio vettoriale euclideo;
  • Operatore lineare;
  • Spazio euclideo complesso, specificamente spazio di Hilbert;
  • Operatore aggiunto;
dopodiché un operatore hermitiano è semplicemente un operatore che coincide con il proprio aggiunto. Però la definizione che hai riportato tu non è quella generica di operatore hermitiano in uno spazio di Hilbert qualsiasi, bensì in uno spazio ben preciso, quindi aggiungo alla lista dei prerequisiti anche
  • Spazio L2.
--93.36.167.230 (msg) 09:17, 15 ott 2018 (CEST)

[ Rientro] Posto che capirci qualcosa dei concetti indicati da 93.36.167.230 sarebbe molto utile, torniamo alla domanda principale: cosa significano gli asterischi? La notazione non è univoca, tuttavia in questo caso direi che l'asterisco indica un aggiunto (in fisica più spesso indicato con la "spada" †).
Semplifichiamo la notazione del tuo messaggio in bottiglia, prendendo atto che non è altro che un prodotto interno adeguato allo spazio dove stiamo lavorando; quindi d'ora in avanti usiamo per il nostro prodotto interno la notazione .
Detta in parole semplici, l'aggiunto A di un operatore A è quell'operatore che rende valida
Esempio semplice (che farà orrore ai matematici, ma l'importante è capirsi): consideriamo l'operatore "derivata" , quindi

Consideriamo (perchè ci fa comodo, ma anche perchè è un caso fisico molto utile) di restringere il nostro caso a quelle funzioni f e g che si annullano agli estremi del dominio . Allora, integrando per parti

dato che il termine dell'integrazione per la restrizione che abbiamo scelto. Se riscriviamo gli integrali come prodotti interni, vediamo
Possiamo quindi concludere che, nella nostra restrizione, l'operatore aggiunto di è .
Un operatore hermitiano (o autoaggiunto), come quello del tuo caso, è un operatore aggiunto con la particolarità che : in questo caso è vera
Ho risposto alla domanda?
@qualunque matematico legga 'sta roba: il vostro intervento per correggere/puntualizzare/vendicare eventuali (probabili) abomini matematici perpetrati dal sottoscritto è graditissimo :-D --Equoreo (msg) 12:40, 15 ott 2018 (CEST)

[@ Equoreo] e @IP, grazie per avermi voluto rispondere. Innanzitutto non ho trovato casualmente un pezzo di carta con ste formule. Ho detto che non è un corso di analisi, ma non ho detto che non è un corso. È solo un introduzione di matematica molto breve, dove lo scopo è conoscere quei due calcoli in croce che serviranno nel corso, che non è né di matematica ne di sue branche. I concetti elencati dall'IP, a parte gli operatori che so che sono degli algoritmi che ti trasformano una funzione in un altra, non li conosco, sinceramente è la prima volta che li sento nominare. Sembra fondamentale conoscere lo spazio di Hilbert, qualunque cosa sia, ma di tutti i concetti che sono stati esposti, a parte gli operatori, non sono stati neanche accennati da chi tiene il corso. Inizio a pensare che io sia troppo stupido per capire questi concetti, purtroppo non ho conoscenze di matematica molto approfondite, nemmeno paragonabili a quelle di un liceale visto che ho un diploma professionale. Mi scuso con Equoreo, che non ho capito quello che mi hai scritto, e ad entrambi per avervi fatto perdere tempo, pensando che fosse più semplice rispondere alla mia domanda. Se le mie lacune sono troppo grandi per potermi rispondere allora si chiude qui. Grazie ancora per la pazienza--93.36.43.7 (msg) 15:06, 16 ott 2018 (CEST)
Mi spiace se non sono riuscito a spiegarti la questione :-(
I concetti di cui sopra (es. lo spazio di Hilbert) sono utili se vuoi capire il formalismo vero e proprio del problema, ma se ti interessa solo il succo puoi vivere senza (i non-matematici, tipo me, lo fanno benissimo :-D ). E comunque sono tutte conoscenze molto più avanzate del livello di un liceale, quindi quell'aspetto c'entra poco.
Hai voglia di riprovare? Dimmi dove ti sei perso e se te la cavi meglio con le matrici o con gli integrali :-) --Equoreo (msg) 15:25, 16 ott 2018 (CEST)
E' strano però che in un corso di introduzione alla matematica breve si discuta già di operatori e spazi di Hilbert. Sono curioso di sapere il contesto, dato che si tratta di argomenti vasti, magari si può restringere il campo su qualche concetto più specifico. X-Dark (msg) 15:26, 16 ott 2018 (CEST)
[@ Equoreo] Si grazie. In effetti mi serve solo il succo, capire cosa abbia detto quell'uomo. Me la cavo meglio con gli integrali. Per rispondere a X-Dark: è un corso di chimica fisica. L'introduzione di matematica riguarda cosa è un vettore, alcune operazioni con i vettori (cioè vettore per numero, vettore per vettore...), cos'è un operatore lineare, autofunzioni e autovalori, cos'è un numero complesso, poi sto maledetto operatore hermitiano, infine c'è l'originalità e la normalizzazione deglo hermitiani e poi la piccola parte di matematica è finita. Non è che si va in profondità nell'argomento, solo qualche formula e il succo. Solo che degli hermitiani mi manca proprio il succo (si potrei impararmi le formule a memoria, però non capirei un tubo di ciò che faccio e la cosa non mi va--93.36.43.7 (msg) 15:49, 16 ott 2018 (CEST)

[ Rientro] Ok, probabilmente le autofunzioni e gli operatori hermitiani ti torneranno utili per "proiettare" funzioni complicate su basi più semplici e robe simili... Comunque torniamo al punto con un linguaggio terra-terra (se ti metto un link, segui il discorso prima dei link).
Cos'è un operatore lo sai già: un "aggeggio" che trasforma una funzione in un'altra funzione, nella stessa maniera in cui una matrice trasforma un vettore in un altro. La derivata, ad esempio, è un operatore; ma prendiamo un operatore (che chiamiamo T) ancora più semplice: la moltiplicazione per uno scalare k (diciamo ≠0, che altrimenti rischiamo rogne)

Ad esempio, se ho , applicando l'operatore a f otterrò ( significa "uguale per definizione", cioè g è uguale ad T[f(x)] perchè l'ho deciso io, non per qualche inferenza logica)
Il tuo operatore lavora su un certo spazio, ossia un insieme che ha come elementi tutte le funzioni che ci servono: c'è l'elemento , c'è ,... tutte le funzioni che puoi immaginare appartengono a quello spazio. Questo spazio "vergine" diventa uno spazio di Hilbert se definisci una operazione fra gli elementi chiamata prodotto interno (in realtà, il prodotto interno che definisci deve anche rispettare determinate proprietà, altrimenti lo spazio non è hilbertiano, ma solamente prehilbertiano; la cosa è irrilevante per noi, quindi ce ne infischiamo).
Cos'è un prodotto interno: è una operazione che associa ad ogni coppia di elementi del tuo spazio (quindi a due funzioni, nel nostro caso) uno scalare (un numero, reale o complesso). Inoltre deve rispettare 2 requisiti:

  1. Se i due elementi presi sono entrambi nulli, lo scalare da associare è sempre zero;
  2. Se prendo due elementi (due funzioni) uguali e diversi da zero, lo scalare da associare è sempre strettamente positivo (>0).

Vedi da solo che i requisiti sono molto laschi, quindi ognuno può inventarsi il proprio prodotto interno preferito: tuttavia ogni definizione del prodotto interno crea uno spazio di Hilbert diverso (anche se partiamo dallo stesso spazio "vergine"). Scegliamo un prodotto interno (che indichiamo con ) "comodo":

Vedi che associamo ai due elementi f(x) e g(x) un numero (il risultato dell'integrale); inoltre se f=g=0, l'integrale è banalmente 0; se invece f=g≠0, l'integrale non è 0 (meno ovvio, ma diamolo per buono). Quindi il che abbiamo definito è a tutti gli effetti un prodotto interno (rispetta i requisiti).
Se sei ancora con me, ti chiederai perchè tutta questa pappardella... in effetti mi avevi chiesto una cosa diversa! :-D
È che solo se sai cos'è un prodotto interno puoi capire cos'è un operatore aggiunto: è l'operatore tale per cui vale la relazione

Prova a vedere se ora ti è chiaro l'esempio della derivata che ti ho scritto ieri, altrimenti continua a leggere e riprovaci dopo.
Riprendiamo il nostro "operatore semplicissimo" T e cerchiamo il suo aggiunto:

L'ultima equivalenza rende chiaro che
Ohibò: ma allora  ! Ci siamo imbattuti in un operatore "speciale": la sua particolarità è che il suo aggiunto coincide con la "forma base". Gli operatori per cui vale questa cosa si dicono operatori autoaggiunti o operatori hermitiani e alcuni autori li indicano con (occhio: altri indicano con l'asterisco gli aggiunti in generale, altri usano la spada, come ho fatto io).
Tutto questo ti sembrerà aria fritta, senza alcuna utilità pratica: in realtà lo studio dell'aggiunto di un'operatore spesso fornisce indicazioni interessantissime sulla fisica che sta sotto quell'operatore; inoltre le funzioni aggiunte sono spesso delle basi molto convenienti dove proiettare equazioni complicate, che diventano facilissime in pochi secondi.
Ti è chiaro adesso o strada facendo? Nel caso, dove, che vengo a riprenderti? :-) --Equoreo (msg) 17:57, 16 ott 2018 (CEST)

Ciao [@ Equoreo] scusa il ritardo. Si credo di aver capito il concetto. Lo hai spiegato bene. È una roba un po' strana, però penso di saperla ripetere:
In pratica un operatore genera tante funzioni che occupano uno spazio, e io devo trovare un operazione che colleghi due funzioni di uno spazio che mi dia un numero (che rispetti i criteri che mi hai detto), e se all'interno di questa operazione applico l'operatore ad una funzione il risultato che ne uscirebbe deve essere uguale a se applico l'operatore all'altra funzione della stessa operazione.
So che l'ho detta in modo orrendo ma il concetto dovrebbe essere questo. Se ho cannato dimmelo pure. Però gli operatori Hermitiani non sono poi molti, un altro che mi viene in mente potrebbe essere l'operatore identità.
Forse andando avanti col corso riuscirò a capire come applicarlo, e i che modo potrà semplificarmi un equazione, ma intanto ti ringrazio tantissimo per aver avuto pazienza e aver speso il tuo tempo a spiegare cose di matematica ad un perfetto sconosciuto. Almeno adesso ho una base e so cosa sto facendo.--95.244.14.194 (msg) 11:42, 18 ott 2018 (CEST)
Grazie a te! Mi hai fatto il complimento più bello che potessi ricevere (Lo hai spiegato bene) ma non sono sicuro di meritarlo :-) Dal tuo riassunto non ho capito quello che veramente hai capito... nel dubbio faccio qualche altra precisazione.
  • Un operatore associa ad ogni funzione del suo dominio una altra funzione; praticamente è una "funzione di funzioni": l'input (la f(x)) è una funzione, l'output (la A[f(x)]) è un'altra funzione.
  • Il prodotto interno, invece, lega due funzioni (nel nostro caso sono funzioni; in generale sono due elementi dello spazio in cui ti trovi) a un numero (più propriamente, uno scalare).
  • Prendiamo un operatore A e 4 funzioni a casaccio f(x), g(x), h(x) e j(x): il prodotto interno di f(x) e A[g(x)] darà un numero (chiamiamolo p), quello di h(x) e A[j(x)] ne darà uno probabilmente diverso (facciamo q)


  • L'aggiunto di A, ossia A, è un operatore (che in generale è diverso da A, ma non è detto) che fà sì che


  • Occhio che questo punto è importante: A non dipende da f(x), g(x), h(x), j(x); A dipende solo da A e dallo spazio di Hilbert in cui ti trovi (in sostanza, quindi, dal prodotto interno che hai scelto). In altre parole: fissato lo spazio dove vuoi lavorare, ad ogni A si associa uno e un solo A, e la relazione vale per ogni coppia di funzioni f e g.
  • Ho scritto uno e un solo perchè esiste un teorema che dice che, per ogni operatore, l'aggiunto esiste ed è unico (in determinate ipotesi, ma non facciamola troppo lunga)!
L'operatore identità è sicuramente autoaggiunto :-) Se invece di lavorare con le funzioni, lavori con dei vettori, vedi che ogni matrice simmetrica reale è una trasformazione autoaggiunta (e infatti rientrano fra quelle che si chiamano matrici hermitiane, i nomi non li danno a caso :-D ). L'utilità (se vuoi, anche la bellezza) di queste cose è difficile da vedere in astratto: quando dovrai usarle la capirai :-)
Se hai altri dubbi, noi siamo sempre qui! Buono studio! --Equoreo (msg) 17:05, 18 ott 2018 (CEST)
[@ Equoreo] Si te lo sei meritato, dalle precisazioni che hai fatto sono convinto di aver capito. E mi sento di dire che se come prodotto interno anziché ne avessimo scelto un altro (pur io non avendo la capacità di trovarne un altro), allora può accadere che quel famoso operatore non sia più hermitiano, appunto perché A* dipende dallo spazio di Hilbert (e quindi dal prodotto interno). Fantastico! Ti ringrazio di nuovo --79.51.168.170 (msg) 17:22, 18 ott 2018 (CEST)
Esattamente! Complimenti!--Equoreo (msg) 17:43, 18 ott 2018 (CEST)

Percezione della velocità di rotazione terrestre

Se non erro, la velocità di rotazione terrestre all'equatore è 1.670 km/h, con diminuzione man mano che ci si avvicina ai poli. Esiste una qualsiasi forma di effetto fisiologico al quale un ipotetico viaggiatore che si muovesse in un tempo breve dall'equatore al polo sarebbe suscettibile? Cioè, lo percepirebbe? Se sì, in che modo? Se invece l'effetto fisiologico non è percepibile, ci sono strumenti di misura non dedicati che, in virtù della loro tecnologia costruttiva, ne sarebbero influenzati? (per strumenti di misura non dedicati intendo qualsiasi strumento, dal galvanometro a corda all'emogasanalizzatore, tanto per fare esempi stupidi). Grazie --2.37.170.197 (msg) 16:27, 15 ott 2018 (CEST)

Beh, l'effetto esiste ed è misurabile (almeno in teoria) con un dinamometro: è la forza di Coriolis, ovvero la forza che ti tocca imprimere lateralmente (verso ovest, per la precisione) per mantenere la tua traiettoria "dritta" verso il polo nonostante sotto i piedi il terreno si sposti (verso est) via via sempre più lentamente, e quindi tu tenderesti, per inerzia, a "slittare" (verso est). Lo noteresti perché correresti inclinato di fianco per non cadere o, se preferisci, perché un filo a piombo che ti porti dietro devierebbe dalla verticale che indicherebbe uno fermo.
Nella pratica, la parola chiave è proprio quel "in tempo breve". L'effetto di Coriolis accumulato sulla lunga distanza è senz'altro visibile (i grandi vortici in atmosfera ne sono l'espressione, dato che le masse d'aria non sono ancorate al terreno come su un binario e quindi, a parolacce, "slittano di lato" e si invorticano), ma perché sia misurabile "istante per istante" (o peggio ancora percepibile su scala sensoriale umana) ti servirebbe una velocità commensurata al raggio di curvatura (abbondante) e alla velocità angolare (scarsina) del pianeta; non ho voglia di mettermi a fare conti qui su due piedi, ma spannometricamente dovresti andare a velocità smodata o giù di lì. XD
A margine, giusto pochi giorni fa vedevo, per combinazione, questo video su YouTube (inglese, sorry) in cui si parla di come il potere del teletrasporto (caso estremo dello spostamento "in tempo breve" che avevi in mente), qualora esistesse, non sarebbe affatto facile da usare senza morire, e uno dei motivi è proprio la necessità di adeguare il vettore di velocità a quello del punto in cui si ricompare: anche volendo ignorare lo spostamento dell'intero pianeta nello spazio, se il teletrasporto non si incaricasse di modificare il vettore di velocità originale, ci penserebbe molto volentieri il pianeta, con la forza di un impatto a Mach 2... una fine ingloriosa, per il nostro supereroe in erba. ^_^ -- Rojelio (dimmi tutto) 19:59, 15 ott 2018 (CEST)
Grazie Rojelio, la tua risposta è interessantissima e completa. Collauderò comunque il teletrasporto delle merci, non fosse altro perchè a occhio e croce subiscono lo stesso trauma con il corriere BRT... --2.37.170.197 (msg) 02:12, 16 ott 2018 (CEST)

Bud Spencer & Glauco Onorato

È dagli anni '70 che non riesco a trovare una risposta a questo mio dubbio. Ma se i film con Bud Spencer erano italiani, con case di produzione italiane, girati da registi italiani, spesso (però non tutti) ambientati e girati in Italia, ma allora perchè veniva sempre doppiato da Glauco Onorato? E nella registrazione originale non doppiata, Bud in che lingua parlava mentre recitava? La stessa domanda può essere trasposta a Terence Hill, anche se negli ultimi anni con don Matteo non viene doppiato. --87.8.151.248 (msg) 12:53, 18 ott 2018 (CEST)

Azzardo: i film non erano girati in presa diretta, quindi il parlato doveva comunque essere doppiato. Presumo che Glauco Onorato fosse ritenuto un attore migliore dal punti di vista vocale, o comunque con una voce migliore o più adatta al personaggio. --M&A (msg) 13:26, 18 ott 2018 (CEST)

Cioccolato (belga)

Caro Oracolo, ho una domanda cioccolatosa. Ho letto la voce sul cioccolato, che parla sí dei luoghi noti per la produzione del cioccolato, ma non da risposta alla mia domanda: che differenza c'è tra il cioccolato belga e il cioccolato svizzero, oltre ovviamente al luogo di produzione? Ci sono differenze nella preparazione?

--93.32.169.97 (msg) 14:47, 18 ott 2018 (CEST)

Non c'è un metodo di produzione svizzero e un metodo di produzione belga. Ci sono innumerevoli metodi di produzione a seconda del tipo di cioccolato, di cioccolatino o di dolce che si deve produrre e per ognuno di questi ogni casa produttrice avrà i suoi segreti. I due elementi caratterizzanti che distinguono le due produzioni sono, semmai, la provenienza del latte e del cacao. La Svizzera vanta una tradizione nella produzione del latte particolare (per via dei pascoli montani che dispone, dove crescono tipi erbe inesistenti in Belgio), mentre il Belgio vanta una tradizione nel aver sempre utilizzato il cacao reputato come il migliore (ad inizio XX secolo), quel del Congo Belga, sua colonia. --Skyfall (msg) 18:12, 18 ott 2018 (CEST)

Utilità dei numeri primi di Mersenne

Un ciao a tutti voi wikipediani oracolanti. Se per trovare i numeri primi di Mersenne, a differenza di altri numeri primi, c'è un utilizzo di risorse così vasto un motivo ci sarà per giustificarlo: Qual'é l'utilità di questa classe di numeri primi?

--93.32.177.169 (msg) 15:20, 18 ott 2018 (CEST)

Credo che più che di utilità si tratti di opportunità: per scovare un primo all'interno di una "categoria" ti serve un test di primalità, e i test richiedono parecchio calcolo, prima di arrivare alla conclusione che un determinato candidato sia o meno effettivamente primo. A quanto pare, esiste un test di primalità particolarmente efficace (il che vuol dire: ci mette comunque una piccola eternità... ma molto più piccola degli altri) che però funziona solo con i numeri di Mersenne (stabilendo così se siano numeri primi di Mersenne). La sua efficacia fa sì che all'interno di quella categoria ci si possa spingere con la ricerca significativamente più in avanti (ovvero con candidati sempre più grandi) che con gli altri. -- Rojelio (dimmi tutto) 18:49, 18 ott 2018 (CEST)
I numeri primi di Mersenne sono alla base del Mersenne Twister, che è uno dei più efficaci algoritmi per generare numeri (pseudo)casuali che sono fondamentali per molte applicazioni (come gli algoritmi Monte Carlo). X-Dark (msg) 20:14, 18 ott 2018 (CEST)

labbro mammellare dei felini

ho una domanda su i felini. il gatto per esempio che e un felino. esiste un nome per indicare il labbro mammellare dei felini? --79.21.42.56 (msg) 13:12, 18 ott 2018 (CEST)

Aspé, fermo... ma quale intendi? Quello dei felini? -- Rojelio (dimmi tutto) 18:37, 18 ott 2018 (CEST)
No, quello dei felini, credo. --M&A (msg) 12:42, 19 ott 2018 (CEST)

certo che e quello dei felini lo pure scritto nell'oggetto della domanda. sapete dirmi se esiste un nome per indicare il labbro mammellare DEI FELINI?

Ah... ironia portamia via. Anyway, nessuno al mondo ha mai sentito parlare di labbro mammellare a parte te. Soprattutto di quello felino. -- Rojelio (dimmi tutto) 17:08, 19 ott 2018 (CEST)

non e vero se no non chiedevo mica del labbro mammellare dei felini. se non sapevate di cosa parlavo bastava chiedere subito. il labbro mammellare dei felini sarebbe il labbro della bocca più in alto. si chiama cosi perché ha la forma di mammelle e ci sono attaccati i baffi. sapete allora se ha un nome specificio il labbro coi baffi, o labbro di sopra o labbro mammellare o come preferite chiamrlo?

Se si chiama così, come tu sostieni, allora che senso ha la tua domanda? Qui nessuno ha mai sentito o letto l’espressione "labbro mammellare". Se passa di qui un veterinario forse ti può dire qual è il termine corretto. Quello che è certo, invece, è che quelli che tu chiami "baffi" si chiamano vibrisse. Magari se cerchi di leggere in giro a che cosa sono attaccate le vibrisse dei felini trovi la risposta che cerchi. --93.36.167.230 (msg) 21:33, 19 ott 2018 (CEST)

Cile escluso dai mondiali

Ricordo che anni fa, il portiere della nazionale cilena ha avuto un incidente durante una partita, ma in un secondo momento è stato scoperto che aveva simulato quell’incidente e questo ha portato all’esclusione del Cile dai mondiali di calcio per diverso tempo. Ricordo bene? --151.49.86.79 (msg) 20:38, 19 ott 2018 (CEST)

Ricordi bene --Postcrosser (msg) 23:14, 19 ott 2018 (CEST)
Il piano era stato, presumibilmente, ordito dalla stessa Federazione. Per tutta risposta, la Roja fu squalificata da quel Mondiale (che comunque aveva perso sul campo, Italia '90) e da quello seguente (Usa '94). --79.50.228.228 (msg) 13:11, 20 ott 2018 (CEST)

Passaggio Audio/Testo

Salve a tutti! Mi sapete dire se esiste un programma di qualsiasi tipo in grado di trasformare un file audio in un documento di testo? Non mi serve per dettare al computer delle cose in estemporanea ma per "sbobinare" delle registrazioni audio. Sapete anche dirmi il grado di affidabilità e correttezza della trascrizione risultante? Grazie! --93.70.108.200 (msg) 05:58, 18 ott 2018 (CEST)

guarda dragon dictate--Pierpao.lo (listening) 13:56, 18 ott 2018 (CEST)
Dragon Dictate, o meglio, Dragon NaturallySpeaking è a mio avviso uno dei migliori software per speech-to-text, anche se un po' costoso. Il problema è che non credo sia pensato per quello che, se ho capito bene, vuoi fare tu. Un conto infatti è "dettare" davanti al microfono ben posizionato, magari facendo attenzione a non mangiarsi le parole, un conto è invece "sbobinare" un audio registrato in condizioni di fortuna, come potrebbe ad esempio essere una conferenza o una lezione. Io ci ho provato, mi sarei accontentato di un riconoscimento discreto, da aggiustare poi a mano, ma il risultato è stato pressoché inutilizzabile. Il fatto è che Dragon dà il meglio di se dopo una sessione di training con la voce che si intende fare riconoscere (occorre leggere dei brani in modo che "lui" impari il nostro modo di parlare), cosa ovviamente impossibile con un audio da sbobinare, che inoltre non ha certamente una buona qualità.
Se vuoi fare qualche esperimento "a gratis" puoi provare il riconoscimento di testo incorporato in Google Docs, leggi ad esempio qui, ma sono certo che puoi trovare anche una spiegazione in italiano. Ma come ti ho detto, non devi aspettarti miracoli, e neppure qualcosa di almeno decente. --Lepido (msg) 09:20, 22 ott 2018 (CEST)

Età che cambiano

Proprio oggi è stata cambiata l'età di Oli Herbert alla sua morte, chitarrista degli All That Remains: prima era 48, ora 44. I siti web di tutto il mondo si sono aggiornati in proposito. Un anno fa era successa la stesa cosa con Warrel Dane, indicando la sua data di nascita vera solo e unicamente alla sua morte. Quello che non capisco è: perché queste fonti sulle date di nascita cozzano fra loro, al punto di invecchiare di più di 3 anni qualunque musicista?--Gybo 95 (msg) 15:31, 18 ott 2018 (CEST)

Forse perchè a inizio carriera Gybo 95 se la erano aumentata per motivi di immagine lasciando detto di dire la verità dopo la morte.--Pierpao.lo (listening) 14:22, 22 ott 2018 (CEST)
Quindi il caso di Warrel Dane (e non solo lui) sarebbe un eccezione, dato che veniva definito, al contrario, più giovane.--Gybo 95 (msg) 14:23, 22 ott 2018 (CEST)
No nessuna eccezione, nel mondo dello spettacolo c'è sempre stato il vezzo di cambiarsi l'eta, una volta non c'era internet, quindi era facile; qualcuno per non apparire troppo giovane se l'aumentava, qualcuno per apparire più giovane la diminuiva.--Pierpao.lo (listening) 14:42, 22 ott 2018 (CEST)

Palazzi del Parlamento più grandi del mondo

Ieri sera durante la puntata di Ulisse parlando del Parlamento di Budapest Alberto Angela ha detto che si tratta del terzo palazzo del Parlamento più grande del mondo. Sapete quali sono i primi due? A naso come primo direi quello di Bucarest, ma il secondo? --Postcrosser (msg) 21:00, 21 ott 2018 (CEST)

Ho trovato questo ma non sono sicuro [1]--Tostapanecorrispondenze 21:34, 21 ott 2018 (CEST)
Credo che quella pagina parti dei palazzi più notevoli, ma non sia una classifica delle dimensioni. Il Campidoglio degli Stati Uniti sembra anche decisamente grande in effetti, non sono però riuscita a trovare dei dati sulle dimensioni complessive sue e del parlamento ungherese --Postcrosser (msg) 11:39, 22 ott 2018 (CEST)
Che il secondo sia il palazzo dell'Assemblea nazionale del popolo cinese? Quello ungherese ha un'architettura notevole (un assoluto unicum, a mio parere personale con gli esterni più mozzafiato di tutti, gli interni, esuberanti, un po' troppo sul decorativo e meno sull'artistico). L'ho visitato anche all'interno. Come dimensioni non è assolutamente paragonabile al ciclopico parlamento di Bucarest. E' più piccolo anche del palazzo dell'Assemblea nazionale del popolo cinese, il quale funge principalmente da parlamento, ma anche per le riunioni del partito comunista cinese. E' difficile definire cosa esattamente si intende con tale domanda. Oltre a quello cinese, anche il Parlamento di Bucarest contiene, oltre al parlamento, molti altri uffici legislativi e governativi, nonché musei. --Skyfall (msg) 12:05, 22 ott 2018 (CEST)

Cambio nome

In Italia, un cittadino italiano maggiorenne pienamente in grado di intendere e di volere può cambiare il nome se ne sceglie uno non convenzionale. Per fare un esempio sciocco se il signor Mario Rossi (che è il nome che tutti tirano in ballo per fare esempi) vuole sostituire "Mario" con un nome insolito tipo "Professor", "Dottor" o "Commendator" può farlo, così da chiamarsi Professor Rossi/Dottor Rossi/Commendator Rossi?--87.13.9.151 (msg) 15:02, 23 ott 2018 (CEST)

Ti direi di no, a meno che tu non riesca a trovare un prefetto molto MOLTO disponibile: http://www.prefettura.it/reggioemilia/contenuti/Cambio_nome_e_cognome-6186.htm .—GJo ↜↝ Parlami 15:14, 23 ott 2018 (CEST)
Le richieste di cambio nome e cognome pervengono alla prefettura territorialmente competente e devono essere motivate (vedi qui). Mentre se uno ha un nome/cognome già in partenza ridicolo la motivazione è un mero pro forma, la scelta di un nuovo nome/cognome ridicolo o equivoco (ossia che può dare facilmente atto a scambi di identità) può essere motivo di rigetto. --Skyfall (msg) 15:18, 23 ott 2018 (CEST)
È tutto spiegato molto bene in questo video. --Holapaco77 (msg) 09:03, 24 ott 2018 (CEST)

si scrive diaciannove o dicianove?

--89.119.187.54 (msg) 18:42, 23 ott 2018 (CEST)

La prima che hai detto. Leggi raddoppiamento sintattico. --Lepido (msg) 21:07, 23 ott 2018 (CEST)
[@ Lepido] In realtà non è nemmeno la prima, se la leggi bene ;)--Parma1983 22:28, 23 ott 2018 (CEST)
LOLLL :-D Be' allora "buona la terza", dicasi diciannove, con due "enne" e una "a". --Lepido (msg) 18:52, 24 ott 2018 (CEST)

Dvd sessioni multiple

Che dvd devo comprare per avere sessioni di scrittura multiple? -r, +r, -rw o +rw


--El Nick Dica, dica, dica 16:48, 24 ott 2018 (CEST)

I -r e +r non sono riscrivibili mentre -rw e +rw si, quindi per poter riutilizzare il dvd servono di questo tipo. + o - poteva fare differenza qualche anno fa, adesso tutti i lettori riconoscono senza problemi tutti i formati. Detto questo, ti consiglio una chiavetta usb, anche perchè ormai molti computer nuovi non hanno neanche il lettore dvd. --Postcrosser (msg) 22:49, 24 ott 2018 (CEST)

Documento italiano in Svezia

E` possibile che in Svezia non accettino il mio documento ufficiale italiano (di carta)? Sono in Svezia per studio da due mesi e spesso capita che non accettino la carta d'identita` e chiedano o il passaporto (che non dovrei essere tenuto ad avere, essendo Europa) o la patente (che non dovrebbe nemmeno essere un documento valido). Possono veramente rifiutarlo in quanto "easy to fake"? --130.237.50.52 (msg) 19:36, 17 ott 2018 (CEST)

I documenti validi per viaggiare nello spazio Schengen (di cui la Svezia fa parte) sono passaporto e carta di identità (quindi la patente no) ([2]). Se il passaporto è valido sempre, la carta d'identità deve essere di quelle valide per l'espatrio: nel caso della carta d'identità cartacea, devi controllare se sul retro non vi sia la scritta "non valida per l'espatrio". Inoltre, non sono normalmente accettate le carte d'identità danneggiate (tipo strappate e riattaccate con lo scotch), coi dati parzialmente illeggibili, o quelle con validità 5 anni estesa per altri 5 con l'apposizione del timbro da parte dell'ufficio anagrafe. Al di fuori di questi casi, e salvo che ci siano leggi speciali svedesi, in teoria non dovrebbero rifiutarti la carta d'identità. --Franz van Lanzee (msg) 00:28, 18 ott 2018 (CEST)
Peró lo fanno, ogni volta che presento la mia carta d'identità di carta dicono che in Svezia non l'accettano perché di carta, come si può fare?--31.208.87.151 (msg)
Se lo fanno sei autorizzato dalla legge a impuntarti e minacciarli legalmente. Ma chi si credono di essere--93.32.219.180 (msg) 12:35, 19 ott 2018 (CEST)
Io non so se esiste una qualche legge svedese che li autorizza a ciò; il massimo che posso dirti è di chiedere a un consolato italiano. --Franz van Lanzee (msg) 17:28, 20 ott 2018 (CEST)
Dipende anche da chi te lo dice: i bar in Svezia sono obbligati per legge a controllare i documenti di chi entra e lasciar fuori i minorenni, ma non mi risulta che siano obbligati ad accettare particolari tipi di documento. Come entità private, possono fare un po' le regole che vogliono. Quindi per esempio, siccome la patente è un modello europeo (più o meno) standard, la guardia giurata avrà ricevuto istruzioni di accettarla, mentre il foglietto di carta stropicciato verrà rifiutato. Ad essere obbligate ad accettare la carta d'identità cartacea sono solo le autorità svedesi, non i privati. --Dry Martini → confidati col barista 00:52, 25 ott 2018 (CEST)
C'è un altro aspetto da considerare: L'Italia è l'unico paese europeo ad avere ancora una carta d'identità cartacea, a tal punto che ci hanno intimato ad adeguarci agli altri paesi entro due anni. Prova a metterti nei panni di chi deve controllare i documenti per accertarsi dell'età degli avventori, come previsto dalle leggi svedesi: persino i greci e i bulgari si presentano con un documento di identità elettronico, invece gli italiani si presentano con dei pezzi di carta privi di tutti i sistemi di sicurezza moderni (come la pellicola con l'ologramma, l'ho vista con il volto della persona riportata nelle CI olandesi, oppure con un motivetto in sovraimpressione uguale per tutte le carte, in quelle polacche, in entrambi i casi impossibili da replicare con una stampante comune). --Skyfall (msg) 10:08, 25 ott 2018 (CEST)

sceneggiato anni '70

Qualcuno ricorda uno sceneggiato anni 70 giallo, poliziesco, in cui per scoprire il colpevole di omicidio usano come testimone delle piante, facendogli una specie di elettrocardiogramma in presenza del sospettato. In pratica in presenza dell'omicida le piante riconoscendolo avevano una reazione "negativa". Infatti all'inizio il primo che sembrava "accusato" dalle piante e sospettato di essere l'omicida era uno, o una non ricordo, odiato dalle piante perchè le essicava per lavoro. Non era di fantascienza ma girato in epoca contemporanea con questa novità futuristica tipo per chi lo ricorda Gamma--Pierpao.lo (listening) 14:20, 22 ott 2018 (CEST)

Forse ESP (miniserie televisiva)? Ma non sono sicuro... --Lepido (msg) 14:48, 22 ott 2018 (CEST)
La traccia verde? --Postcrosser (msg) 14:58, 22 ott 2018 (CEST)
Sììì, è quello. Ma non abbiamo la voce, magari quando ho un po' di tempo ci provo, se trovo del materiale, --Lepido (msg) 15:31, 22 ott 2018 (CEST)
Grazie mille, ottima idea Lepido, se ti manca qualcosa scrivi a teche rai.it che secondo me ti rispondono.--Pierpao.lo (listening) 16:57, 22 ott 2018 (CEST)
Comunque si dice "anni '70", non "anni 70". --5.175.48.17 (msg) 08:46, 26 ott 2018 (CEST)
Grazie mille anche a te--Pierpao.lo (listening) 08:53, 26 ott 2018 (CEST)

Truffa

Oltre che chi commette la truffa, anche chi l’ha subita è passibile di denuncia? --151.49.77.111 (msg) 21:15, 25 ott 2018 (CEST)

No perchè questo dubbio?--Pierpao.lo (listening) 00:22, 26 ott 2018 (CEST)
Forse se il truffato andasse a dire in giro che Tizio è un truffatore (ovviamente senza previo accertamento delle autorità competenti), una querela per diffamazione ci starebbe. Oppure se qualcuno acquistasse (sempre da Tizio) un bene che poi risulta rubato, sarebbe stato truffato e potrebbe però andare nei guai per incauto acquisto. Ma io non me ne intendo, e poi non mi chiamo Tizio :-) --Lepido (msg) 10:12, 26 ott 2018 (CEST)
Tecnicamente vendere merce rubata o contraffatta non è truffa e siccome il bene veduto è frutto di un reato volto all'arrichimento di chi lo compie, comprare, significa in qualche modo "completare" il reato e questo ha conseguenze penali. La truffa è tecnicamente quando qualcuno ti chiede dei soldi in cambio di nulla o qualcosa che vale molto meno dei soldi, facendoti credere che invece ti sta dando qualcosa che li vale e tu glieli dai perchè hai capito male, ingannato, ma volontariamente (come dicono i truffatori nei film per giustificarsi e distinguersi dai ladri "è lui che me li ha dati") che la differenzia dal furto dove la sottrazione è involontaria (per chi subisce il furto). Il truffato non danneggia nessuno e non ha "aiutato" un reato fatto verso terzi ma ne subisce uno verso se stesso e quindi non è punibile. --Pierpao.lo (listening) 12:06, 26 ott 2018 (CEST)

Scandali nella Storia della Musica

Incuriosito dalla "La Sagra della Primavera" che creò enorme scandalo e contestazione durante la sera della prima, ho cercato altri eventuali brani musicali, non necessariamente di musica classica, che abbiano provocato scandalo tra la critica e/o il pubblico quando vennero composti, ma non ho trovato nulla a riguardo. Qualcuno di voi saprebbe raccontarmi qualcosa a riguardo o linkarmi qualche cronostoria sull'argomento?--Freebird73 (msg) 00:21, 26 ott 2018 (CEST)

Il Bolero. Creò un forte stupore. Alla prima si alzò persino una donna tra il pubblico che iniziò a gridare scandalizzata (non mi ricordo le parole, qualcosa tipo "Questo è pazzo!"). Solo dopo i primi tre giorni, conciarono ad arrivare le prime critiche positive e alla lunga finì con essere accolto molto positivamente. West Side Story fu accolto in maniera molto contrastante tra i critici, ma in genere apprezzato fin da subito dal pubblico. Poi, diversi balli contemporanei (post seconda guerra mondiale) crearono forte scandalo. Andando nel teatro in prosa, ci sono state più rappresentazioni di Samuel Beckett. Tra le perfomance art, non musicali, abbiamo quelle dell'Azionismo viennese (prova a cercare per immagini "Azionismo viennese" e "Rudolf Schwarzkogler"). Qualcuno è ancora rimasto in vita. Il mio primo impatto fu nel 2001 a Vienna e me lo ricorderò per il resto della mia vita. Inquietante, macabro, raccapricciante. Alla biennale danza di Venezia, una decina di anni fa, ero andato a vedere una di queste performance, ma all'ultimo la presentatrice si scusò col pubblico perchè il performer aveva perso troppo sangue con l'ultima rappresentazione due giorni prima ed non era in grado di esibirsi.... --Skyfall (msg) 10:21, 26 ott 2018 (CEST)
PS La danza contemporanea, dalla seconda guerra mondiale in poi, non di rado comprende performance che creano scandalo, anche ai giorni nostri. Dipende tutto dal pubblico. Esempio questa rappresentazione creò polemiche sui giornali locali, interrogazioni al consiglio comunale che la aveva patrocinato, ma perché il pubblico era troppo... popolare. In altri posti non si era mai scandalizzato nessuno. --Skyfall (msg) 15:25, 26 ott 2018 (CEST)
Non vorrei che la domanda scada troppo nella soggettività però, se mi è concesso farlo notare. Io intendevo "Opere, Brani, Balletti musicali che hanno creato uno scandalo tale da assumere una importanza culturalmente rilevante". Se mi metto a urinare per strada in un paesello dell'Umbria o nei bassifondi della Scozia è chiaro che alla stampa internazionale non frega nulla e che la cosa sarà dimenticata in pochissimi giorni, il tempo del gossip.--Freebird73 (msg) 21:10, 26 ott 2018 (CEST)

Caro Oracolo, qual è il tuo QI?

Caro Oracolo, contrariamente a quanto suggerisca il titolo non è una domanda stupida. In base al principio del "è molto importante conoscersi", è giusto che anche tu sappia che sei un'intelligenza collettiva, non c'è un unico soggetto che sa tutto, anche perché non esiste, ma tante persone che sanno qualcosa. Dopo questa frase sembrerebbe stupido continuare a rivolgermi a te al singolare, ma mi piace troppo farlo e vado avanti. Ma è possibile sapere qual è il quoziente intellettivo di un'intelligenza collettiva? É vero che chiunque può fare l'oracolo di Wikipedia, e rispondere a una domanda posta (con un potenziale numero di membri di questa collettività pari al numero di persone su questo pianeta), ma in realtà il numero di utenti che rispondono a questa rubrica non è poi così alto, è comunque un numero che credo renda possibile stimare un QI anche per questa intelligenza collettiva, cioè te. Quindi, è possibile stimare il QI di un intelligenza collettiva, e quale potrebbe essere il tuo?


--80.180.55.117 (msg) 13:09, 26 ott 2018 (CEST)

QI medio del cittadino italiano = 102, considerato che la maggior parte dei Wikipediani ha una laurea e che il QI di chi ha una laurea difficilmente è sotto 110-115, direi che 108-109 è un numero plausibile come QI del nostro Oracolo-- Dao LR Say something 13:51, 26 ott 2018 (CEST)
Una intelligenza collettiva dovrebbe avere un QI superiore alla media dei suoi componenti, altrimenti a cosa serve renderla collettiva :-) Il livello delle risposte dell'Oracolo a volte mi spiazza. Secondo me siamo più vicini al 187 di Sheldon Cooper... --Amarvudol (msg) 17:28, 26 ott 2018 (CEST)
Mi pare chiaro che sia la somma di Minkowski delle nostre intelligenze. --Vito (msg) 17:31, 26 ott 2018 (CEST)
Sì beh, occhio che l'intelligenza collettiva può anche abbassare il QI medio del gruppo. Se non ci credete, vi invito alla mia prossima riunione di condominio. XD -- Rojelio (dimmi tutto) 18:34, 26 ott 2018 (CEST)
(ecco perchè certi miei conoscenti anche laureati e con incarichi di responsabilità sul lavoro, su Facebook, tra commenti banali, foto di gattini e altre amenità, catene di sant'Antonio, post arrabbiati scritti di getto e altre reazioni emotive, regrediscono ad sistema di comportamenti tipici una età media di 10-11 anni). --Skyfall (msg) 18:55, 26 ott 2018 (CEST)
Io mi accontento di 42. --Captivo (msg) 19:32, 26 ott 2018 (CEST)
@Skyfall: leggendoti pensavo "incarichi di responsabilità su facebook", tipo per l'appunto avvertire tutti che whatsapp diventerà a pagamento per chi non avvisa che Pieralda ed Eufronio, direttori di whatsapp, chiedono di informare tutti che diventerà a pagamento. --Vito (msg) 21:04, 26 ott 2018 (CEST)

doppia domanda malefica

A proposito della trama di maleficient in inglese che va ricorretta e che mi ha provocato una curisoità

  1. Fisica: Nella scena culmine malefica e il principe vigliacco stanno cadendo da una torre. Lei apre improvvisamente le ali frenando la caduta e il principe perde la presa non reggendo il contraccolpo. Quale è il fenomeno fisico? mi verrebbe da dire che siccome il differenziae della velocità relativa dei due corpi aumenta il principe non sopporta l'accelerazione che però non è una forza. Quale è la forza superiore al vincolo delle mani. Quella opposta a quella creata dall'improvviso amumento di pressione sulle ali per il terzo principio della dinamica? o che?
  2. Inglese: Come si dice "perdere la presa" in inglese?--Pierpao.lo (listening) 08:43, 26 ott 2018 (CEST)
[@ Pierpao] Non ho presente la scena del film, ma penso di aver capito la situazione.
Fisica: Partiamo dall'ipotesi che entrambi stiano cadendo alla loro velocità limite (fluidodinamica) al momento dell'apertura delle ali: quindi l'accelerazione di gravità (che induce una forza per il secondo principio della dinamica) è esattamente bilanciata dall'attrito dell'aria e i due cadono di moto rettilineo uniforme; non è un'ipotesi fondamentale (quello che dico ora funziona lo stesso anche se non la facciamo), ma ci leviamo dai piedi due forze (gravità e attrito) che, avendo risultante nulla, possono essere "cancellate". Bilanciate le due forze di cui sopra, i corpi non sono soggetti ad alcuna forza ed hanno velocità costante. In questo momento, dato che i due hanno la stessa velocità e la stessa accelerazione (zero), che si tengano per mano o no è del tutto indifferente. Di colpo Malefica frena (apre le ali): in termini fisici, aumenta vertiginosamente il suo coefficiente di attrito (e quindi la forza di attrito a parità di velocità), così che la risultante gravità/attrito non è più nulla, ma rivolta verso l'alto (attrito batte gravità); sempre la seconda legge (stavolta applicata al contrario) ci dice che tale forza corrisponde a una accelerazione nello stesso verso della forza (quindi verso l'alto, quindi, per come la vediamo noi, una decelerazione). Ora, se i due si tengono per mano (costituendo un sistema rigido), la forza si trasmette anche al secondo corpo per reazione vincolare e quindi frenano entrambi; il caso del "perdere la presa" è del tutto analogo al carico di rottura di una reazione vincolare. Di conseguenza, al principe si trasmette la forza delle ali (verso l'alto), ma solo in parte: in particolare, solo la parte che la reazione vincolare può trasferire prima di rompersi (esattamente il carico di rottura). Il principe frena momentaneamente, quindi ha una velocità minore; la gravità è sempre la stessa, ma ora l'attrito (che di solito è considerato proporzionale a ) è insufficiente a bilanciarla perchè la velocità è minore (ha frenato, ricordi?); la forza risultante è quindi rivolta verso il basso e il principe ha quindi un'accelerazione (sempre il secondo principio); ergo, il principe cade di moto accelerato (non uniformemente, dato che abbiamo attrito) finchè non raggiunge di nuovo la sua velocità limite e torna al moto uniforme. O finchè non raggiunge il suolo che, mediante la sua reazione vincolare, applicherà un'accelerazione negativa tale da azzerare la velocità del principe quasi istantaneamente.
Mi sono dilungato, ma la chiave è sempre il secondo principio della dinamica: Se c'è un accelerazione, c'è una forza; e viceversa.
Inglese: direi to lose the grip; però, a parte questo (vedi il punto n. 1 del British Dictionary), ho trovato in giro solo esempi figurati. Discorso simile per to lose the grasp: ho trovato solo casi figurati, e non so se sia applicabile ai casi letterali.--Equoreo (msg) 11:36, 26 ott 2018 (CEST)
Non so per la prima, ma per la seconda confermo entrambe le proposte di Equoreo, sono le stesse a cui ho pensato anch'io e sono abbastanza certo di averle viste usare anche con significato letterale. --Syrio posso aiutare? 11:44, 26 ott 2018 (CEST)
Confermo il to lose the grip, c'era anche una canzone che diceva nel testo qualcosa del tipo ...don't lose the grip on the dream of the past... (non perdere la testa nei sogni del passato), non ricordo qual è ma so che esiste--80.180.55.117 (msg) 13:16, 26 ott 2018 (CEST)
Il punto, come dice Equoreo, è la rottura del vincolo tra i due. La decellazione del sistema principe+malefica produce una forza che si scarica tutta sul vincolo (il punto dove sono attaccati). Raggiunto il carico di rottura del vincolo (che dipende dalla forza fisica del principe, dal sudore delle mani, dalla fifa, ecc.) questo si spezza e i due sistemi si separano finché indipendentemente raggiungono le velocità costanti (diverse) quando la forza di attrito dell'aria bilancia quella di gravità. Ma nel film il principe alla fine si schianta? Sigh... --Amarvudol (msg) 17:40, 26 ott 2018 (CEST)
Amarvudol Si, ci sono due principi, quello buono che bacia la bella addormentata senza peraltro riuscire a rompere l'incantesim, che è un pesce lesso, l'altro è un vigliacco vendicativo pazzo incapace di controllare gli eccessi di rabbia, e per questo alla fine si schianta. Malefica se lo piange sino all'alba anche se aveva cercato di ucciderla. Diciamo che è un film un pelino femminista :) ma se si hanno figli non grandi merita di essere visto. Poi per chi è appasionato di cinema, anche se non ho trovato fonti, credo sia particolare. La disney è una società in cui la cultura aziendale è tutto. Non ho prove ma credo che sia stato fatto (tra l'altro con l'unicum nella storia della disney di chiamare una megastar di quel calibro, pagata 33 milioni) anche per cancellare l'onta del flop iniziale del la bella addormentata nel bosco, un film che tra l'altro aveva richiesto 10 anni di lavorazione, ribaltandolo completamente, dal media, allo stile, alla inversione buoni/cattivi. Forse non caso all'inizio del film non c'è il solito castello (quello della bella addormentata appunto e anche qui è particolare che la disney abbia scelto come logo in tutti i praticamente tutte i film dal 1985 quello relativo ad un film che la aveva quasi fatta fallire) ma il castello del film. Per chi ama la storia del cinema a 360 gradi trovate qualcosa qua--Pierpao.lo (listening) 18:46, 26 ott 2018 (CEST)
[@ Syrio, Equoreo] fatto; dal en:Wikipedia:Reference desk/Language dove sono veramente bravi e disponibili (ve lo segnalo se vi appasiona l'inglese) a cui avevo chiesto un'altra cosa, mi hanno invece detto che in questo caso è meglio usare lose his grip che da quanto ho letto da anche il senso di perdere il controllo della situazione--Pierpao.lo (listening) 17:22, 27 ott 2018 (CEST)

Microsoft e GitHub

Ora che Microsoft ha comprato GitHub, posso considerarmi dipendente Microsoft dal momento che invio e correggo le traduzioni per i sorgenti di una applicazione contenuta in GitHub? --151.49.77.111 (msg) 23:41, 26 ott 2018 (CEST)

Assolutamente no :-) --Gac 10:52, 27 ott 2018 (CEST)

Domanda sull'Oracolo

Quale miglio posto dell'Oracolo per chiedere qualcosa sull'Oracolo. Guardavo l'archivio e ho notato che vengono menzionati un caso speciale del 25 agosto 2007 e un caso speciale del 23 agosto 2008. Cosa diamine è successo all'Oracolo il 25/08/07 e il 25/08/08? --79.24.87.225 (msg) 13:10, 27 ott 2018 (CEST)

Violazioni di copyright su questa pagina; a quel tempo, per limiti del software, la pulizia della cronologia su una pagina con una storia di edit lunga come quella dell'Oracolo era un'operazione delicata. Adesso è molto più facile. -- Rojelio (dimmi tutto) 17:26, 27 ott 2018 (CEST)

Contrario di mancino

Possente Oracolo a te mi rivolgo per chiederti: qual'é il contrario di mancino? Destrorso? Destrimane? Destroide? Destrosio? --93.32.212.177 (msg) 13:13, 29 ott 2018 (CET)

Prova a vedere qui :) --Syrio posso aiutare? 13:15, 29 ott 2018 (CET)

C'è una canzone degli anni '70 (o forse 80?) che non riesco proprio a trovare il titolo. Aveva avuto parecchio successo, si sentiva spesso nelle radio. Nel ritornello ricordo che veniva ripetuto "dadada" parecchie volte. Era anche la sigla di un programma della Rai (Rai 1?) di qualche anno fa ma non mi ricordo quale. Qualcuno saprebbe aiutarmi please--79.17.146.47 (msg) 15:34, 29 ott 2018 (CET)

Direi questa questa, sigla dell'omonimo programma su rai 1. Qui la voce su wiki. Ciao!--Korvettenkapitän_Prien (sala radio) 15:48, 29 ott 2018 (CET)

Fungo sconosciuto

Qualcuno mi sa dire la specie, famiglia o che di questo fungo per categorizzarlo. Grazie

--Pierpao.lo (listening) 18:45, 30 ott 2018 (CET)

temperatura di ebollizione dell'acqua

Quella maledetta di mia suocera sostiene che l'acqua sia davvero a 100 gradi solo se bolle mentre la si fa girare velocemente nella pentola con un cucchiaio. Chi ha ragione? --93.36.166.200 (msg) 21:11, 30 ott 2018 (CET)

Intanto bisognerebbe specificare se ci troviamo al mare o in montagna... perchè l'acqua bolle a 100°C solo se la pressione atmosferica è pari a 1 atmosfera, cioè in pratica al livello del mare, mentre in montagna dove la pressione atmosferica è minore bollirà ad una temperatura inferiore. --Postcrosser (msg) 21:24, 30 ott 2018 (CET)

Grazie per l'aiuto! Diciamo a pressione 1 atmosfera

Effettivamente ho notato anch'io il fenomeno. Se appena l'acqua inizia a bollire la si mescola con un cucchiao, lei smette di bollire. Basta però che si smetta di mescolare e l'acqua inizia di nuovo a bollire. Il fenomeno si interrompe quando l'acqua bolle "molto", in quel caso anche mescolando l'acqua continua a bollire. Io mi sono spiegato il fenomeno con il fatto che all'inizio l'acqua che è veramente a 100 gradi è quella della superficie (l'acqua calda va verso l'alto) mentre in basso l'acqua è un po' più fredda. Mescolando si abbassa la temperatura dell'acqua in superficie. Invece quando tutta l'acqua è a 100 gradi (quella sopra e quella sotto) la mescolatura non ha effetto. Secondo questa mia teoria la suocera avrebbe ragione, ma è solo una mia teoria, che potrebbe essere smentita da qualcuno che ne capisce veramente. --Lepido (msg) 23:47, 30 ott 2018 (CET)
Fare la pasta è una filosofia, io per esempio per tenere il fuoco al minimo possibile cucino la pasta col coperchio, per qualcuno invece deve "respirare"; però se l'idea è di cucinare la pasta alla temperatura di ebollizione perché quella è la massima, se girando smette di bollire vuol dire che allora non era tutta alla temperatura massima (che ci troviamo in montagna o meno)e la suocera ha ragione, indipendentemente dal motivo per cui girando il cucchiaio la temperatura scende. --Pierpao.lo (listening) 12:52, 31 ott 2018 (CET)
Aspetta. Dimentichiamo un aspetto importante: l'acqua, per quanto conduca bene il calore, non è un fluido a conducibilità infinita. Quando si scalda in una pentola, non è necessariamente tutta alla stessa temperatura. Gli strati d'acqua immediatamente a contatto sul fondo, a sua volta scaldato dalla fiamma, possono essere anche a 100 gradi (e quindi "fanno le bolle"). Le bolle poi risalgono in superficie, ma nella parte centrale della pentola possono esserci strati di acqua a temperatura inferiore di qualche grado (96-97 gradi). Rimescolando, ri-uniformi la temperatura. --Skyfall (msg) 13:25, 31 ott 2018 (CET)
Già che ci siamo, magari teniamo presente che la cottura della pasta (ovvero la gelatinizzazione dell'amido e la denaturazione del glutine) si raggiunge già a 80 gradi. --Captivo (msg) 13:38, 31 ott 2018 (CET)

Poniamo si essere a 1 atm e che quindi l'acqua bolla a 100°C (cosiddetta temperatura di saturazione). Distinguiamo 3 diversi fenomeni relativi al cambio di stato liquido-vapore: l'evaporazione, l'ebollizione nucleata e l'ebollizione propriamente detta. L'evaporazione non ci riguarda: è un fenomeno più diffusivo che termico. Quando vediamo bolle formarsi sul fondo della pentola, siamo in ebollizione nucleata: la temperatura vicino al fondo è già 100°C, mentre il resto dell'acqua non ci è ancora arrivata (è più lontana dalla sorgente di calore); quindi le bolle di vapore si formano, ma salendo cedono calore all'acqua più fredda (quindi il vapore ricondensa e le bolle spariscono). Mediante questo sistema e grazie ai moti convettivi, arriva il momento in cui tutta l'acqua è a saturazione: solo in questo momento siamo all'ebollizione e la temperatura dell'acqua non sale più (cioè tutta l'energia fornita viene usata per il passaggio di stato); secondo tradizione, questo è il momento in cui buttare la pasta (perchè sei certo che tutta l'acqua è a 100°C).
E occhio: poiché non possiamo mai salire sopra la temperatura di saturazione, non è che se la facciamo bollire più a lungo accumuliamo un "buffer di calore"; è solo più probabile che le ultime "zone fredde" si adeguino ai 100°C.
Che succede se ci metti un cucchiaio dentro? Non so voi, ma io i cucchiai non li tengo in forno :-) Quindi mettendo un cucchiaio a 20°C nell'acqua stai abbattendo la temperatura (torni sotto i 100°C) e torni all'ebollizione nucleata. Peggio ancora se mescoliamo: aumentiamo il coefficiente di scambio termico con l'aria della cucina (pure a 20°C) e quindi ci allontaniamo ancora dall'ebollizione.
Quindi ha ragione tua suocera quando dice che non bastano delle bollicine per gridare "Butta la pasta!", ma per avere l'ebollizione "ufficiale" mentre mescoli velocemente con un cucchiaio devi avere un cucchiaio già caldo e cucinare in una sauna.
E perché dopo un po' che mescoli l'acqua riprende a bollire anche se non ti trovi in una sauna? Perché sobbollendo la massa di acqua diminuisce diventando vapore (peraltro trasformando progressivamente la tua cucina in un bagno turco); ma tu non abbasserai mica il fuoco (il flusso termico): quindi arrivi a un punto in cui il calore perduto verso la cucina (che dipende dalla massa d'acqua) è inferiore a quello che fornisci alla pentola. E la perdita aggiuntiva dovuta al tuo mescolare è compensata.
Ho risposto a tutto? Scusate la prolissità!--Equoreo (msg) 14:45, 31 ott 2018 (CET) Grazie a tutti!!