Influenza spagnola: differenze tra le versioni

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[[File:8391 lores.jpg|thumb|upright=1.2|29 maggio 1919, [[Massachusetts]]. Come in tutti i paesi, anche qui, in seguito al riempirsi degli ospedali, si fecero costruire ospedali da campo per sopperire alle esigenze dei malati]]
[[File:8391 lores.jpg|thumb|upright=1.2|29 maggio 1919, [[Massachusetts]]. Come in tutti i paesi, anche qui, in seguito al riempirsi degli ospedali, si fecero costruire ospedali da campo per sopperire alle esigenze dei malati]]
L''''influenza spagnola''', altrimenti conosciuta come la '''Spagnola''' o la '''grande influenza''', fu una [[pandemia influenzale]], insolitamente mortale, che fra il [[1918]] e il [[1920]] uccise decine di milioni di persone nel mondo, la prima delle pandemie del XX° secolo che coinvolgono il [[Influenzavirus A sottotipo H1N1|virus dell'influenza H1N1]].<ref>{{Cita web|url=https://www.pasteur.fr/infosci/conf/CRC/Grippe_CRC.ppt |titolo=La Grippe Espagnole de 1918 |lingua=fr |editore=[[Institut Pasteur]] |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117020243/http://www.pasteur.fr/infosci/conf/CRC/Grippe_CRC.ppt |dataarchivio=17 novembre 2015}}</ref> Arrivò a infettare circa 500 milioni di persone in tutto il mondo,<ref name=":10" /> inclusi alcuni abitanti di remote isole dell'[[Oceano Pacifico]] e del [[Mar Glaciale Artico]], provocando il decesso di 50-100 milioni di persone su una popolazione mondiale di circa 2 miliardi.<ref>{{Cita web|titolo=Historical Estimates of World Population|url=https://www.census.gov/population/international/data/worldpop/table_history.php|accesso=29 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120709092946/https://www.census.gov/population/international/data/worldpop/table_history.php|dataarchivio=9 luglio 2012|urlmorto=sì}}</ref> La letalità le valse la definizione di più grave forma di [[pandemia]] della [[storia dell'umanità]]: ha infatti causato più vittime della terribile [[peste nera]] del [[XIV secolo]].<ref name=Potter>{{Cita pubblicazione | cognome=Potter | nome=C.W. | titolo=A History of Influenza | rivista=J Appl Microbiol. | anno=2006 | mese=ottobre | volume=91 | numero=4 | pp=572–579 | pmid=11576290 | doi=10.1046/j.1365-2672.2001.01492.x}}</ref><ref name=":17">{{Cita pubblicazione|nome=K. D.|cognome=Patterson|data=1991|titolo=The geography and mortality of the 1918 influenza pandemic|rivista=Bulletin of the History of Medicine|volume=65|numero=1|pp=4–21|accesso=2020-03-26|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2021692|nome2=G. F.|cognome2=Pyle}}</ref><ref name=":19">{{Cita web|url=http://virus.stanford.edu/uda/|titolo=The 1918 Influenza Pandemic|sito=virus.stanford.edu|accesso=2020-03-26}}</ref><ref name=":4" />

L''''influenza spagnola''', altrimenti conosciuta come la '''grande influenza''' o '''epidemia spagnola''', fu una [[pandemia influenzale]], insolitamente mortale, che fra il [[1918]] e il [[1920]] uccise decine di milioni di persone nel mondo, la prima delle due pandemie che coinvolgono il [[Influenzavirus A sottotipo H1N1|virus dell'influenza H1N1]].<ref>{{Cita web|url=https://www.pasteur.fr/infosci/conf/CRC/Grippe_CRC.ppt |titolo=La Grippe Espagnole de 1918 |lingua=fr |editore=[[Institut Pasteur]] |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117020243/http://www.pasteur.fr/infosci/conf/CRC/Grippe_CRC.ppt |dataarchivio=17 novembre 2015}}</ref> Arrivò a infettare circa 500 milioni di persone in tutto il mondo,<ref name="ReferenceA">{{cita|Taubenberger & Morens, 2006}}.</ref> inclusi alcuni abitanti di remote isole dell'[[Oceano Pacifico]] e del [[Mar Glaciale Artico]], provocando il decesso di 50-100 milioni di persone su una popolazione mondiale di circa 2 miliardi.<ref>{{Cita web|titolo=Historical Estimates of World Population|url=https://www.census.gov/population/international/data/worldpop/table_history.php|accesso=29 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120709092946/https://www.census.gov/population/international/data/worldpop/table_history.php|dataarchivio=9 luglio 2012|urlmorto=sì}}</ref> La letalità le valse la definizione di più grave forma di [[pandemia]] della [[storia dell'umanità]]: ha infatti causato più vittime della terribile [[peste nera]] del [[XIV secolo]].<ref name=Potter>{{Cita pubblicazione | cognome=Potter | nome=C.W. | titolo=A History of Influenza | rivista=J Appl Microbiol. | anno=2006 | mese=ottobre | volume=91 | numero=4 | pp=572–579 | pmid=11576290 | doi=10.1046/j.1365-2672.2001.01492.x}}</ref><ref name="cita|Patterson & Pyle, 1991">{{cita|Patterson & Pyle, 1991}}.</ref><ref name="cita|Billings, 1997">{{cita|Billings, 1997}}.</ref><ref>{{cita|Johnson & Mueller, 2002}}.</ref>


La malattia ridusse notevolmente l'[[aspettativa di vita]] dell'inizio del [[XX secolo]] che, nel primo anno dal diffondersi della pandemia, risultava diminuita di circa 12 anni.<ref>{{Cita web|url=http://www.flu.gov/pandemic/history/1918/life_in_1918/health/index.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161026180557/http://www.flu.gov/pandemic/history/1918/life_in_1918/health/index.html|dataarchivio=26 ottobre 2016|titolo=The Nation's Health|editore=U.S. Department of Health & Human Services|sito=www.flu.gov|lingua=en|accesso=31 marzo 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ourworldindata.org/data/population-growth-vital-statistics/life-expectancy/|titolo=Life Expectancy|sito=[[Our World in Data]]|accesso=31 marzo 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160331014445/http://ourworldindata.org/data/population-growth-vital-statistics/life-expectancy/|dataarchivio=31 marzo 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://demog.berkeley.edu/~andrew/1918/figure2.html |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20030608114504/http://www.demog.berkeley.edu/~andrew/1918/figure2.html |urlmorto=sì |dataarchivio=8 giugno 2003 |titolo=Life expectancy in the USA, 1900–98 |sito=demog.berkeley.edu |accesso=31 marzo 2016 }}</ref> La maggior parte delle epidemie influenzali uccide quasi esclusivamente pazienti anziani o già indeboliti; al contrario, la pandemia del 1918 uccise prevalentemente giovani adulti precedentemente sani.<ref>{{Cita web|url=https://www.archives.gov/exhibits/influenza-epidemic/|titolo=The Influenza Epidemic of 1918|data=|sito=Archives.gov|editore=[[National Archives and Records Administration]]|accesso=31 marzo 2016}}</ref>
La malattia ridusse notevolmente l'[[aspettativa di vita]] dell'inizio del [[XX secolo]] che, nel primo anno dal diffondersi della pandemia, risultava diminuita di circa 12 anni.<ref>{{Cita web|url=http://www.flu.gov/pandemic/history/1918/life_in_1918/health/index.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161026180557/http://www.flu.gov/pandemic/history/1918/life_in_1918/health/index.html|dataarchivio=26 ottobre 2016|titolo=The Nation's Health|editore=U.S. Department of Health & Human Services|sito=www.flu.gov|lingua=en|accesso=31 marzo 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ourworldindata.org/data/population-growth-vital-statistics/life-expectancy/|titolo=Life Expectancy|sito=[[Our World in Data]]|accesso=31 marzo 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160331014445/http://ourworldindata.org/data/population-growth-vital-statistics/life-expectancy/|dataarchivio=31 marzo 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://demog.berkeley.edu/~andrew/1918/figure2.html |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20030608114504/http://www.demog.berkeley.edu/~andrew/1918/figure2.html |urlmorto=sì |dataarchivio=8 giugno 2003 |titolo=Life expectancy in the USA, 1900–98 |sito=demog.berkeley.edu |accesso=31 marzo 2016 }}</ref> La maggior parte delle epidemie influenzali uccide quasi esclusivamente pazienti anziani o già indeboliti; al contrario, la pandemia del 1918 uccise prevalentemente giovani adulti precedentemente sani.<ref>{{Cita web|url=https://www.archives.gov/exhibits/influenza-epidemic/|titolo=The Influenza Epidemic of 1918|data=|sito=Archives.gov|editore=[[National Archives and Records Administration]]|accesso=31 marzo 2016}}</ref>


Sono state formulate diverse possibili spiegazioni per l'alto [[tasso di mortalità]] di questa pandemia. Alcune ricerche suggeriscono che la variante specifica del virus avesse una natura insolitamente aggressiva. Un gruppo di ricercatori, recuperando il [[virus (biologia)|virus]] dai corpi delle vittime congelate, ha scoperto che la [[trasfezione]] negli animali causava una rapida [[insufficienza respiratoria]] progressiva e la morte attraverso una [[tempesta di citochine]] (una reazione eccessiva del [[sistema immunitario]] dell'organismo). Si è quindi ritenuto che nei giovani adulti l'elevata mortalità fosse legata alle forti reazioni immunitarie; mentre la probabilità di sopravvivenza sarebbe stata più elevata in soggetti con sistema immunitario più debole, come bambini ed anziani.<ref>{{cita|Barry, 2004}}.</ref>
Sono state formulate diverse possibili spiegazioni per l'alto [[tasso di mortalità]] di questa pandemia. Alcune ricerche suggeriscono che la variante specifica del virus avesse una natura insolitamente aggressiva. Un gruppo di ricercatori, recuperando il [[virus (biologia)|virus]] dai corpi delle vittime congelate, ha scoperto che la [[trasfezione]] negli animali causava una rapida [[insufficienza respiratoria]] progressiva e la morte attraverso una [[tempesta di citochine]] (una reazione eccessiva del [[sistema immunitario]] dell'organismo). Si è quindi ritenuto che nei giovani adulti l'elevata mortalità fosse legata alle forti reazioni immunitarie; mentre la probabilità di sopravvivenza, in alcune aree, paradossalmente sarebbe stata più elevata in soggetti con sistema immunitario più debole, come bambini ed anziani.


Una volta ritrovato e ricostruito il virus responsabile della Spagnola le proprietà che lo hanno reso così devastante non sono state ben comprese.<ref>{{Cita web|url=https://www.cdc.gov/flu/pandemic-resources/1918-pandemic-h1n1.html|titolo=1918 Pandemic (H1N1 virus) {{!}} Pandemic Influenza (Flu) {{!}} CDC|sito=www.cdc.gov|data=2020-03-22|lingua=en-us|accesso=2020-03-27}}</ref>
Studi più recenti, basati principalmente su referti medici originali del periodo della pandemia,<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=MacCallum|nome=W.G.|anno=1919|titolo=Pathology of the pneumonia following influenza|rivista=JAMA: The Journal of the American Medical Association|volume=72|numero=10|pp=720–723|doi=10.1001/jama.1919.02610100028012}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Hirsch|nome1=Edwin F.|nome2=Marion |cognome2=McKinney|nome=|anno=1919|titolo=An epidemic of pneumococcus broncho-pneumonia|url=https://jid.oxfordjournals.org/content/24/6/594.full.pdf+html?ijkey=331296379d59785f2cec644f374c4410e4f22e87&keytype2=tf_ipsecsha|rivista=Journal of Infectious Diseases|volume=24|numero=6|pp=594–617|doi=10.1093/infdis/24.6.594}}</ref> hanno rilevato che l'infezione virale stessa non era più aggressiva di qualsiasi altra influenza precedente, ma che le circostanze speciali ([[malnutrizione]], campi medici e ospedali sovraffollati, scarsa igiene) contribuirono ad una superinfezione batterica che uccise la maggior parte degli ammalati, in genere dopo un periodo prolungato di degenza.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Brundage|nome1=John F.|nome2=G. Dennis|cognome2=Shanks|nome=|anno=2007|titolo=What Really Happened during the 1918 Influenza Pandemic? The Importance of Bacterial Secondary Infections|url=https://jid.oxfordjournals.org/content/196/11/1717.full?ijkey=614ae92d129f5e88f0f43a56a558439b3a9f6a4b&keytype2=tf_ipsecsha|rivista=Journal of Infectious Diseases|volume=196 |numero= 11 |pp=1717–1718|doi=10.1086/522355}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Morens|nome1=David M|nome2=Anthony S.|cognome2=Fauci|nome=|anno=2007|titolo=The 1918 influenza pandemic: insights for the 21st century|url=https://jid.oxfordjournals.org/content/195/7/1018.abstract?ijkey=3dea6b02f0cd18885c37e0cd1306d820ef07ff62&keytype2=tf_ipsecsha|rivista=Journal of Infectious Diseases|volume=195|numero=7|pp=1018–1028|doi=10.1086/511989}}</ref> Inoltre, in Europa, il diffondersi della pandemia fu aiutato dalla concomitanza degli eventi bellici relativi alla [[prima guerra mondiale]]. Nel 1918, il conflitto durava ormai da quattro anni ed era diventato una guerra di posizione: milioni di militari vivevano quindi ammassati in trincee sui vari fronti favorendo così la diffusione del virus. I dati storici ed [[epidemiologia|epidemiologici]] sono inadeguati per identificare l'origine geografica della pandemia.<ref name="ReferenceA"/> Si ritiene che l'influenza spagnola abbia avuto un'implicazione sulla comparsa, negli [[anni 1920|anni '20]], dell'[[encefalite letargica]].<ref>{{cita|Vilensky & Foley & Gilman, 2007}}.</ref><ref>{{cita|Valentine, 2006}}.</ref><ref>{{Cita web|cognome=Anderson|nome=Susan|titolo=Analysis of Spanish flu cases in 1918–1920 suggests transfusions might help in bird flu pandemic|url=https://www.eurekalert.org/pub_releases/2006-08/acop-aos082806.php|editore=[[American College of Physicians]]|accesso=2 ottobre 2011|data=29 agosto 2006}}</ref>


Studi più recenti, basati principalmente su referti medici originali del periodo della pandemia,<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=MacCallum|nome=W.G.|anno=1919|titolo=Pathology of the pneumonia following influenza|rivista=JAMA: The Journal of the American Medical Association|volume=72|numero=10|pp=720–723|doi=10.1001/jama.1919.02610100028012}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Hirsch|nome1=Edwin F.|nome2=Marion |cognome2=McKinney|nome=|anno=1919|titolo=An epidemic of pneumococcus broncho-pneumonia|url=https://jid.oxfordjournals.org/content/24/6/594.full.pdf+html?ijkey=331296379d59785f2cec644f374c4410e4f22e87&keytype2=tf_ipsecsha|rivista=Journal of Infectious Diseases|volume=24|numero=6|pp=594–617|doi=10.1093/infdis/24.6.594}}</ref> hanno rilevato che l'infezione virale stessa non era molto più aggressiva di altre influenze precedenti, ma che le circostanze speciali (guerra, [[malnutrizione]], campi medici e ospedali sovraffollati, scarsa igiene) contribuirono ad una superinfezione batterica che uccise la maggior parte degli ammalati, in genere dopo un periodo prolungato di degenza.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Brundage|nome1=John F.|nome2=G. Dennis|cognome2=Shanks|nome=|anno=2007|titolo=What Really Happened during the 1918 Influenza Pandemic? The Importance of Bacterial Secondary Infections|url=https://jid.oxfordjournals.org/content/196/11/1717.full?ijkey=614ae92d129f5e88f0f43a56a558439b3a9f6a4b&keytype2=tf_ipsecsha|rivista=Journal of Infectious Diseases|volume=196 |numero= 11 |pp=1717–1718|doi=10.1086/522355}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Morens|nome1=David M|nome2=Anthony S.|cognome2=Fauci|nome=|anno=2007|titolo=The 1918 influenza pandemic: insights for the 21st century|url=https://jid.oxfordjournals.org/content/195/7/1018.abstract?ijkey=3dea6b02f0cd18885c37e0cd1306d820ef07ff62&keytype2=tf_ipsecsha|rivista=Journal of Infectious Diseases|volume=195|numero=7|pp=1018–1028|doi=10.1086/511989}}</ref> Inoltre, in Europa, il diffondersi della pandemia fu aiutato dalla concomitanza degli eventi bellici relativi alla [[prima guerra mondiale]]. Nel 1918, il conflitto durava ormai da quattro anni ed era diventato una guerra di posizione: milioni di militari vivevano quindi ammassati in trincee sui vari fronti favorendo così la diffusione del virus. I dati storici ed [[epidemiologia|epidemiologici]] sono inadeguati per identificare l'origine geografica della pandemia.<ref name=":10" /> Alcuni studi ritengono ritiene che sull'influenza spagnola abbia avuto un'implicazione: la comparsa, negli [[anni 1920|anni '20]], dell'[[encefalite letargica]].<ref>{{Cita web|cognome=Anderson|nome=Susan|titolo=Analysis of Spanish flu cases in 1918–1920 suggests transfusions might help in bird flu pandemic|url=https://www.eurekalert.org/pub_releases/2006-08/acop-aos082806.php|editore=[[American College of Physicians]]|accesso=2 ottobre 2011|data=29 agosto 2006}}</ref>
All'influenza fu dato il nome di "spagnola" poiché la sua esistenza fu riportata dapprima soltanto dai giornali spagnoli: la Spagna non era coinvolta nella prima guerra mondiale e la sua stampa non era soggetta alla [[censura]] di guerra; invece nei paesi belligeranti la rapida diffusione della malattia fu nascosta dai mezzi d'informazione, che tendevano a parlarne come di un'epidemia circoscritta alla Spagna (dove venne colpito anche il re [[Alfonso XIII di Spagna|Alfonso XIII]]).<ref>{{cita|Galvin, 2007}}.</ref><ref>{{cita|Porras-Gallo & Davis, 2014}}.</ref>

All'influenza fu dato il nome di "spagnola" poiché la sua esistenza fu riportata dapprima soltanto dai giornali spagnoli: la Spagna non era coinvolta nella prima guerra mondiale e la sua stampa non era soggetta alla [[censura]] di guerra; invece nei paesi belligeranti la rapida diffusione della malattia fu nascosta dai mezzi d'informazione, che tendevano a parlarne come di un'epidemia circoscritta alla Spagna (dove venne colpito anche il re [[Alfonso XIII di Spagna|Alfonso XIII]]).<ref>{{Cita libro|cognome=Porras Gallo, M. Isabel (María Isabel),|cognome2=Davis, Ryan A.,|titolo=The Spanish influenza pandemic of 1918-1919 : perspectives from the Iberian Peninsula and the Americas|url=https://www.worldcat.org/oclc/895660689|accesso=2020-03-26|OCLC=895660689|ISBN=978-1-58046-864-0}}</ref>

== Eziopatogenesi ==
Solo alcuni anni dopo la pandemia fu identificato il virus che la causava.

I principali sintomi dell'infezione erano simili a quelli di altre malattie influenzali:

* insorgenza improvvisa della malattia,
* pronunciata sensazione di malattia in tutto il corpo: mal di testa e dolori muscolari , mal di schiena e mal di schiena, stanchezza ed esaurimento, mancanza di guida, incapacità di concentrazione, apatia,
* a volte brividi,
*  principali sintomi specifici erano simili a quelli di altre malattie influenzali:tosse secca, lancinante o tosse convulsa, talvolta con grave irritazione nella zona della gola. .
* Questo è stato seguito da una febbre , con la temperatura che ha superato i 40 ° C per un giorno o due.
* Frequenza cardiaca ridotta a 60 al minuto o meno.
* Durata della malattia in media tre, meno spesso cinque o più giorni.
* Nei casi più gravi, la polmonite si è verificata sotto forma di polmonite primaria da virus dell'influenza o sotto forma di polmonite secondaria da superinfezioni batteriche , a volte accompagnata da febbre emorragica in rapido sviluppo e una colorazione bluastra-nera ( cianosi ) della pelle, risultante dalla mancanza di ossigeno.
* La morte di solito si verificava l'ottavo o il nono giorno di malattia, principalmente a causa dell'infezione batterica secondaria.

Le autopsie hanno mostrato che spesso le vie aeree sono state infettate, di tanto in tanto il [[mediastino]] . L'infiammazione è stata principalmente riscontrata nei lobi inferiori dei polmoni, con molte cavità pleuriche allargate. La milza era spesso ingrossata. Il fegato era ingrossato meno frequentemente e con i reni a volte mostrava danni. Spesso erano infiammate anche le le meningi. irritate. <ref>{{Cita libro|cognome=Vasold, Manfred 1943-|titolo=Die Spanische Grippe die Seuche und der Erste Weltkrieg|url=https://www.worldcat.org/oclc/472491774|accesso=2020-03-26|data=2009|editore=Primus-Verl|OCLC=472491774|ISBN=978-3-89678-394-3}}</ref>

I sopravvissuti sono stati spesso contrassegnati da grave affaticamento e esaurimento cronico per settimane, e non era raro che si manifestasse depressione. Coloro che sopravvissero alla polmonite dovettero spesso affrontare una lunga e ardua convalescenza .

A causa dell'infezione influenzale, molte persone avrebbero sofferto di disfunzioni neurologiche per il resto della loro vita , compreso un notevole aumento dei casi di encefalite letargica . Questa è una forma di infiammazione cerebrale che provoca letargia , attacchi di sonno incontrollati e un disturbo temporaneo simile alla malattia di Parkinson, in alcuni casi, Parkinsonismo postcefalitico permanente.<ref>{{Cita libro|cognome=Witte, Wilfried, 1965-|titolo=Tollkirschen und Quarantäne die Geschichte der spanischen Grippe|url=https://www.worldcat.org/oclc/723849915|accesso=2020-03-26|data=2008|editore=Wagenbach|OCLC=723849915|ISBN=978-3-8031-3628-2}}</ref> Tuttavia, non è stata dimostrata una connessione diretta tra encefalite letargica e influenza spagnola. I campioni di tessuto esaminati nel 2003 non hanno trovato prove del virus dell'influenza. <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sherman|cognome=McCall|data=2001-07|titolo=Influenza RNA not Detected in Archival Brain Tissues from Acute Encephalitis Lethargica Cases or in postencephalitic parkinson Cases|rivista=Journal of Neuropathology & Experimental Neurology|volume=60|numero=7|pp=696–704|lingua=en|accesso=2020-03-26|doi=10.1093/jnen/60.7.696|url=https://academic.oup.com/jnen/article-lookup/doi/10.1093/jnen/60.7.696|nome2=James M.|cognome2=Henry|nome3=Ann H.|cognome3=Reid}}</ref>

=== Il virus ===
L’agente causale della Spagnola appartiene alla famiglia dei virus dell’influenza A, la stessa che si evolve provocando la classica influenza stagionale. Non c'è consenso universale sull'origine e patogenicità del virus.<ref>{{Cita web|url=https://www.cdc.gov/flu/pandemic-resources/reconstruction-1918-virus.html|titolo=The Discovery and Reconstruction of the 1918 Pandemic Virus|autore=CDC|sito=Centers for Disease Control and Prevention|data=2019-12-17|lingua=en-us|accesso=2020-03-26}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=John S.|cognome=Oxford|data=2018-11-01|titolo=Unanswered questions about the 1918 influenza pandemic: origin, pathology, and the virus itself|rivista=The Lancet Infectious Diseases|volume=18|numero=11|pp=e348–e354|lingua=En|accesso=2020-03-26|doi=10.1016/S1473-3099(18)30359-1|url=https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(18)30359-1/abstract|nome2=Douglas|cognome2=Gill}}</ref> ​​Gli studi condotti su campioni risalenti all’epoca della Spagnola avrebbero dimostrato che il [[Influenzavirus A sottotipo H1N1|virus H1N1]] del 1918 non è stato originato da un riassortimento tra virus umani e animali. Il virus pandemico del 1918 avrebbe avuto origine prima del 1918 quando un virus H1 umano acquisì la neuraminidasi aviaria N1 e i geni delle proteine interne. <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jeffery K.|cognome=Taubenberger|data=2005-10|titolo=Characterization of the 1918 influenza virus polymerase genes|rivista=Nature|volume=437|numero=7060|pp=889–893|accesso=2020-03-26|doi=10.1038/nature04230|url=http://dx.doi.org/10.1038/nature04230|nome2=Ann H.|cognome2=Reid|nome3=Raina M.|cognome3=Lourens}}</ref><ref name=":24">{{Cita pubblicazione|nome=T. M.|cognome=Tumpey|data=2005-10-07|titolo=Characterization of the Reconstructed 1918 Spanish Influenza Pandemic Virus|rivista=Science|volume=310|numero=5745|pp=77–80|accesso=2020-03-26|doi=10.1126/science.1119392|url=http://dx.doi.org/10.1126/science.1119392}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Janis|cognome=Antonovics|data=2006-04|titolo=Was the 1918 flu avian in origin?|rivista=Nature|volume=440|numero=7088|pp=E9–E9|lingua=en|accesso=2020-03-26|doi=10.1038/nature04824|url=https://www.nature.com/articles/nature04824|nome2=Michael E.|cognome2=Hood|nome3=Christi Howell|cognome3=Baker}}</ref>

Tutti gli 8 segmenti genetici sarebbero derivati da un virus aviario che, compiendo un “salto di specie”, si sarebbe adattato all’uomo acquisendo anche una eccezionale capacità di trasmettersi da persona a persona. Indagini su colture tessutali ed esperimenti su topi hanno inoltre rivelato almeno altre due caratteristiche singolari: la possibilità di replicarsi in assenza di una proteasi, che è invece normalmente richiesta per attivare l’emoagglutinina e innescare l’infezione dei tessuti in coltura, e la letalità nel topo 100 volte superiore a quella degli altri virus dell’influenza umana. Queste peculiarità contribuiscono a spiegare la straordinaria gravità della prima grande pandemia del XX secolo .<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Robert B.|cognome=Belshe|data=2005-11-24|titolo=The Origins of Pandemic Influenza — Lessons from the 1918 Virus|rivista=New England Journal of Medicine|volume=353|numero=21|pp=2209–2211|accesso=2020-03-26|doi=10.1056/nejmp058281|url=http://dx.doi.org/10.1056/nejmp058281}}</ref>Il virus H1N1 del 1918, per di più, è stato all’epoca protagonista di un altro fenomeno anomalo: contemporaneamente alla pandemia umana esso ha cominciato a circolare e si è diffuso anche tra i maiali. Questa specie era in precedenza indenne dall’influenza.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Christina E.|cognome=Mills|data=2004-12|titolo=Transmissibility of 1918 pandemic influenza|rivista=Nature|volume=432|numero=7019|pp=904–906|accesso=2020-03-26|doi=10.1038/nature03063|url=http://dx.doi.org/10.1038/nature03063|nome2=James M.|cognome2=Robins|nome3=Marc|cognome3=Lipsitch}}</ref>

Il lignaggio dell'H1N1 suino derivato dal virus umano della Spagnola, per riassortimento sarebbe poi riemerso nell'uomo dopo il 1922 iniziando un nuovo lignaggio H1N1 umano.<ref name=":7" /><ref>{{Cita web|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19737300/|titolo=When Pigs Fly: The Avian Origin of a 'Swine Flu'|autore=Wertheim Jo|sito=Environmental microbiology|data=2009-09|lingua=en|accesso=2020-03-26}}</ref>

Esperimenti hanno indicato che il gene HA del virus della Spagnola ha svolto un ruolo importante nella sua gravità.


==Storia==
==Storia==
===Ipotesi sull'origine===
===Ipotesi sull'origine===
L'origine geografica della Spagnola è oggetto di controversia.<ref name=":23">{{Cita pubblicazione|nome=Patrick R.|cognome=Saunders-Hastings|data=2016-12-06|titolo=Reviewing the History of Pandemic Influenza: Understanding Patterns of Emergence and Transmission|rivista=Pathogens|volume=5|numero=4|accesso=2020-03-25|doi=10.3390/pathogens5040066|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5198166/|nome2=Daniel|cognome2=Krewski}}</ref>

Lo storico [[Alfred W. Crosby]] ha sostenuto che l'influenza abbia avuto origine nello stato americano del [[Kansas]],<ref>{{cita|Crosby, 2003}}.</ref> e lo scrittore popolare [[John Barry (scrittore)|John Barry]] gli ha fatto eco nell'indicare la [[Contea di Haskell (Kansas)|contea di Haskell]] come punto di partenza del focolaio,<ref name="cita|Barry, 2004b">{{cita|Barry, 2004b}}.</ref> sebbene già alla fine del 1917 si fosse registrata una prima ondata in almeno 14 campi militari statunitensi.<ref>{{Cita web|titolo=How the US Army infected the World with Spanish Flu|url=http://limpia.centroeu.com/how-the-us-army-infected-the-world-with-spanish-flu/|opera=Limpia por dentro|accesso=7 dicembre 2017}}</ref>
Lo storico [[Alfred W. Crosby]] ha sostenuto che l'influenza abbia avuto origine nello stato americano del [[Kansas]],<ref name=":11" /> e lo scrittore popolare [[John Barry (scrittore)|John Barry]] gli ha fatto eco nell'indicare la [[Contea di Haskell (Kansas)|contea di Haskell]] come punto di partenza del focolaio<ref name=":12" /> sebbene già alla fine del 1917 si fosse registrata una prima ondata in almeno 14 campi militari statunitensi.<ref>{{Cita web|titolo=How the US Army infected the World with Spanish Flu|url=http://limpia.centroeu.com/how-the-us-army-infected-the-world-with-spanish-flu/|opera=Limpia por dentro|accesso=7 dicembre 2017}}</ref>


Il lavoro di ricerca condotto nel 1999 da un gruppo britannico guidato dal virologo [[John Oxford]]<ref name="Oxford">{{Cita web|titolo=EU Research Profile on Dr. John Oxford |url=https://ec.europa.eu/research/profiles/index_en.cfm?p=1_oxford |urlarchivio=https://www.webcitation.org/5ghdULukN?url=http://ec.europa.eu/research/profiles/index_en.cfm?p=1_oxford |dataarchivio=12 maggio 2009 |urlmorto=sì |accesso=9 maggio 2009 }}</ref> del ''[[St Bartholomew's Hospital]]'' e dal ''[[Royal London Hospital]]'' ha identificato il centro della pandemia influenzale del 1918 nel campo militare e ospedale di [[Étaples]], in [[Francia]]. Alla fine del 1917, i patologi militari riportarono l'insorgenza di una nuova malattia, caratterizzata da un'alta mortalità, che in seguito riconobbero come influenza. Il campo e l'ospedale sovraffollati, impegnati a curare migliaia di soldati vittime di [[guerra chimica|attacchi chimici]] e altre ferite di guerra, erano un luogo ideale per la diffusione di un virus respiratorio: ogni giorno vi transitavano circa {{formatnum:100000}} soldati. Oxford e il suo team asserirono che un virus precursore, ospitato negli uccelli, fosse riuscito a [[mutazione genetica|mutare]], tanto da infettare i maiali che erano tenuti nei pressi del fronte.<ref name="Etaples">Connor, Steve, [https://archive.is/20090808003837/http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-wellbeing/health-news/flu-epidemic-traced-to-great-war-transit-camp-728112.html "Flu epidemic traced to Great War transit camp"], The Guardian (UK), Saturday, 8 January 2000. Accessed 2009-05-09. [https://www.webcitation.org/5ghdTveZz?url=http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-wellbeing/health-news/flu-epidemic-traced-to-great-war-transit-camp-728112.html Archived] 11 May 2009.</ref><ref name=":0">{{Cita pubblicazione|cognome=Oxford|nome=J.S.|cognome2=Lambkin|nome2=R.|cognome3=Sefton|nome3=A.|cognome4=Daniels|nome4=R.|cognome5=Elliot|nome5=A.|cognome6=Brown|nome6=R.|cognome7=Gill|nome7=D.|titolo=A hypothesis: the conjunction of soldiers, gas, pigs, ducks, geese and horses in Northern France during the Great War provided the conditions for the emergence of the "Spanish" influenza pandemic of 1918–1919|url=https://doi.org/10.1016/j.vaccine.2004.06.035|rivista=Vaccine|volume=23|numero=7|pp=940–945|doi=10.1016/j.vaccine.2004.06.035|anno=2005}}</ref>
Il lavoro di ricerca condotto nel 1999 da un gruppo britannico guidato dal virologo [[John Oxford]]<ref name="Oxford">{{Cita web|titolo=EU Research Profile on Dr. John Oxford |url=https://ec.europa.eu/research/profiles/index_en.cfm?p=1_oxford |urlarchivio=https://www.webcitation.org/5ghdULukN?url=http://ec.europa.eu/research/profiles/index_en.cfm?p=1_oxford |dataarchivio=12 maggio 2009 |urlmorto=sì |accesso=9 maggio 2009 }}</ref> del ''[[St Bartholomew's Hospital]]'' e dal ''[[Royal London Hospital]]'' ha identificato il centro della pandemia influenzale del 1918 nel campo militare e ospedale di [[Étaples]], in [[Francia]]. Alla fine del 1917, i patologi militari riportarono l'insorgenza di una nuova malattia, caratterizzata da un'alta mortalità, che in seguito riconobbero come influenza. Il campo e l'ospedale sovraffollati, impegnati a curare migliaia di soldati vittime di [[guerra chimica|attacchi chimici]] e altre ferite di guerra, erano un luogo ideale per la diffusione di un virus respiratorio: ogni giorno vi transitavano circa {{formatnum:100000}} soldati. Oxford e il suo team asserirono che un virus precursore, ospitato negli uccelli, fosse riuscito a [[mutazione genetica|mutare]], tanto da infettare i maiali che erano tenuti nei pressi del fronte.<ref name="Etaples">Connor, Steve, [https://archive.is/20090808003837/http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-wellbeing/health-news/flu-epidemic-traced-to-great-war-transit-camp-728112.html "Flu epidemic traced to Great War transit camp"], The Guardian (UK), Saturday, 8 January 2000. Accessed 2009-05-09. [https://www.webcitation.org/5ghdTveZz?url=http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-wellbeing/health-news/flu-epidemic-traced-to-great-war-transit-camp-728112.html Archived] 11 May 2009.</ref><ref name=":0">{{Cita pubblicazione|cognome=Oxford|nome=J.S.|cognome2=Lambkin|nome2=R.|cognome3=Sefton|nome3=A.|cognome4=Daniels|nome4=R.|cognome5=Elliot|nome5=A.|cognome6=Brown|nome6=R.|cognome7=Gill|nome7=D.|titolo=A hypothesis: the conjunction of soldiers, gas, pigs, ducks, geese and horses in Northern France during the Great War provided the conditions for the emergence of the "Spanish" influenza pandemic of 1918–1919|url=https://doi.org/10.1016/j.vaccine.2004.06.035|rivista=Vaccine|volume=23|numero=7|pp=940–945|doi=10.1016/j.vaccine.2004.06.035|anno=2005}}</ref>


Vi sono, tuttavia, varie ipotesi precedenti sull'origine dell'epidemia. Alcuni hanno ipotizzato che l'influenza abbia avuto origine in [[Asia orientale]].<ref>[http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/3455873.stm 1918 killer flu secrets revealed]. ''BBC News.'' 5 February 2004.</ref> Claude Hannoun, il principale esperto dell'epidemia per l'[[Istituto Pasteur]], affermò che probabilmente fosse un virus proveniente dalla [[Cina]] e che fosse mutato negli Stati Uniti, vicino a [[Boston]], per poi diffondersi a [[Brest (Francia)|Brest]], in Francia, nei campi di battaglia dell'Europa, utilizzando i soldati e marinai dell'[[Triplice intesa|Intesa]] come principali diffusori.<ref>Hannoun, Claude, "La Grippe", Ed Techniques EMC (Encyclopédie Médico-Chirurgicale), Maladies infectieuses, 8-069-A-10, 1993. Documents de la Conférence de l'Institut Pasteur : La Grippe Espagnole de 1918.</ref> Hannoun prese in considerazione altre possibili ipotesi di origine, come la Spagna, il [[Kansas]] e Brest, ma non le ritenne verosimili.
Vi sono, tuttavia, varie ipotesi precedenti sull'origine dell'epidemia. Alcuni hanno ipotizzato che l'influenza abbia avuto origine in [[Asia orientale]].<ref>[http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/3455873.stm 1918 killer flu secrets revealed]. ''BBC News.'' 5 February 2004.</ref> Claude Hannoun, il principale esperto dell'epidemia per l'[[Istituto Pasteur]], affermò che probabilmente fosse un virus proveniente dalla [[Cina]] e che fosse mutato negli Stati Uniti, vicino a [[Boston]], per poi diffondersi a [[Brest (Francia)|Brest]], in Francia, nei campi di battaglia dell'Europa, utilizzando i soldati e marinai dell'[[Triplice intesa|Intesa]] come principali diffusori.<ref>Hannoun, Claude, "La Grippe", Ed Techniques EMC (Encyclopédie Médico-Chirurgicale), Maladies infectieuses, 8-069-A-10, 1993. Documents de la Conférence de l'Institut Pasteur : La Grippe Espagnole de 1918.</ref> Hannoun prese in considerazione altre possibili ipotesi di origine, come la Spagna, il [[Kansas]] e Brest, ma non le ritenne verosimili.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=G. Dennis|cognome=Shanks|data=2016-01|titolo=No evidence of 1918 influenza pandemic origin in Chinese laborers/soldiers in France|rivista=Journal of the Chinese Medical Association: JCMA|volume=79|numero=1|pp=46–48|accesso=2020-03-24|doi=10.1016/j.jcma.2015.08.009|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26542935}}</ref>


Lo scienziato Andrew Price-Smith pubblicò i dati presi dagli archivi austroungarici, suggerendo che l'influenza avesse origini precedenti, esordendo agli inizi del 1917 in [[Austria]].<ref>{{cita|Price-Smith, 2008}}.</ref>
Lo scienziato Andrew Price-Smith pubblicò i dati presi dagli archivi austroungarici, suggerendo che l'influenza avesse origini precedenti, esordendo agli inizi del 1917 in [[Austria]].<ref>{{Cita libro|cognome=Price-Smith, Andrew T.|titolo=Contagion and chaos : disease, ecology, and national security in the era of globalization|url=https://www.worldcat.org/oclc/310696402|accesso=2020-03-26|data=2009|editore=MIT Press|OCLC=310696402|ISBN=978-0-262-25553-0}}</ref>


Nel 2014, lo storico Mark Humphries, del ''[[Memorial University of Newfoundland]]'' in [[Canada]], ha evidenziato che lo studio di alcuni documenti da poco rinvenuti suggerisce che l'origine della pandemia possa essere stato uno degli eventi collaterali della guerra, la mobilitazione di {{formatnum:96000}} lavoratori cinesi chiamati a prestare servizio dietro le linee britanniche e francesi sul [[Fronte occidentale (1914-1918)|fronte occidentale]]. Humphries ha trovato prove archivistiche di una malattia respiratoria che avrebbe colpito la [[Cina]] settentrionale nel novembre del 1917 e che l'anno successivo fu ritenuta identica alla "spagnola" dai funzionari della sanità cinesi.<ref>{{cita|Humphries, 2014}}.</ref><ref name="Vergano">{{Cita web|url=https://news.nationalgeographic.com/news/2014/01/140123-spanish-flu-1918-china-origins-pandemic-science-health/ |titolo=1918 Flu Pandemic That Killed 50 Million Originated in China, Historians Say |National Geographic |data=24 gennaio 2014 |accesso=4 novembre 2016 |autore=Vergano, Dan}}</ref> Tuttavia, in un rapporto pubblicato nel 2016 sul ''Journal of the Chinese Medical Association'' non si riscontrano prove sufficienti della trasmissione in Europa del virus attraverso soldati e operai cinesi; al contrario, si evidenzia l'esistenza di prove sulla circolazione del virus entro gli eserciti europei già mesi e forse anni prima dello scoppio della pandemia del 1918.<ref>{{Cita pubblicazione| doi=10.1016/j.jcma.2015.08.009| pmid=26542935|titolo=No evidence of 1918 influenza pandemic origin in Chinese laborers/soldiers in France|rivista=Journal of the Chinese Medical Association|volume=79|numero=1|pp=46–8|anno=2016|cognome1=Shanks|nome1=G. Dennis}}</ref>
Nel 2014, lo storico Mark Humphries, del ''[[Memorial University of Newfoundland]]'' in [[Canada]], ha evidenziato che lo studio di alcuni documenti da poco rinvenuti suggerisce che l'origine della pandemia possa essere stato uno degli eventi collaterali della guerra, la mobilitazione di {{formatnum:96000}} lavoratori cinesi chiamati a prestare servizio dietro le linee britanniche e francesi sul [[Fronte occidentale (1914-1918)|fronte occidentale]]. Humphries ha trovato prove archivistiche di una malattia respiratoria che avrebbe colpito la [[Cina]] settentrionale nel novembre del 1917 e che l'anno successivo fu ritenuta identica alla "spagnola" dai funzionari della sanità cinesi.<ref name=":13" /><ref name="Vergano">{{Cita web|url=https://news.nationalgeographic.com/news/2014/01/140123-spanish-flu-1918-china-origins-pandemic-science-health/ |titolo=1918 Flu Pandemic That Killed 50 Million Originated in China, Historians Say |National Geographic |data=24 gennaio 2014 |accesso=4 novembre 2016 |autore=Vergano, Dan}}</ref> Tuttavia, in un rapporto pubblicato nel 2016 sul ''Journal of the Chinese Medical Association'' non si riscontrano prove sufficienti della trasmissione in Europa del virus attraverso soldati e operai cinesi; al contrario, si evidenzia l'esistenza di prove sulla circolazione del virus entro gli eserciti europei già mesi e forse anni prima dello scoppio della pandemia del 1918.<ref>{{Cita pubblicazione| doi=10.1016/j.jcma.2015.08.009| pmid=26542935|titolo=No evidence of 1918 influenza pandemic origin in Chinese laborers/soldiers in France|rivista=Journal of the Chinese Medical Association|volume=79|numero=1|pp=46–8|anno=2016|cognome1=Shanks|nome1=G. Dennis}}</ref>


=== Diffusione ===
=== Diffusione ===
[[File:1918 flu in Oakland.jpg|thumb|Auditorium del municipio di [[Oakland]] temporaneamente adibito ad ospedale per assistere i malati di influenza spagnola]]
[[File:1918 flu in Oakland.jpg|thumb|Auditorium del municipio di [[Oakland]] temporaneamente adibito ad ospedale per assistere i malati di influenza spagnola]]


Quando una persona infetta [[starnuto|starnutisce]] o [[tosse|tossisce]], più di mezzo milione di particelle virali possono essere diffuse nelle vicinanze.<ref>{{Cita libro|cognome1=Sherman|nome1=Irwin W.|wkautore= Irwin Sherman|titolo=Twelve diseases that changed our world|data=2007|editore=ASM Press|città=Washington, DC|isbn=978-1-55581-466-3|p=161}}</ref> Gli alloggi sovraffollati e i massicci movimenti delle truppe impegnate nella prima guerra mondiale affrettarono la pandemia e probabilmente accelerarono la trasmissione e la mutazione del virus. Alcuni ipotizzano che il [[sistema immunitario]] dei soldati fosse fortemente indebolito dalla [[malnutrizione]], dallo [[stress (medicina)|stress]] dei combattimenti e dalla paura degli attacchi chimici, e così essi sarebbero stati particolarmente suscettibili alla malattia.<ref>{{cita|Ewald, 1994}}.</ref>
Quando una persona infetta [[starnuto|starnutisce]] o [[tosse|tossisce]], più di mezzo milione di particelle virali possono essere diffuse nelle vicinanze.<ref>{{Cita libro|cognome=Sherman, Irwin W.|titolo=Twelve diseases that changed our world|url=https://www.worldcat.org/oclc/141178241|accesso=2020-03-26|data=2007|editore=ASM Press|OCLC=141178241|ISBN=978-1-55581-466-3}}</ref> Gli alloggi sovraffollati e i massicci movimenti delle truppe impegnate nella prima guerra mondiale affrettarono la pandemia e probabilmente accelerarono la trasmissione e la mutazione del virus. Alcuni ipotizzano che il [[sistema immunitario]] dei soldati fosse fortemente indebolito dalla [[malnutrizione]], dallo [[stress (medicina)|stress]] dei combattimenti e dalla paura degli attacchi chimici, e così essi sarebbero stati particolarmente suscettibili alla malattia.<ref>{{Cita libro|cognome=Ewald, Paul W.|titolo=Evolution of infectious disease|url=https://www.worldcat.org/oclc/228117631|accesso=2020-03-26|data=1994|editore=Oxford University Press|OCLC=228117631|ISBN=1-4237-3469-6}}</ref>


Un ulteriore importante fattore a livello globale che favorì la propagazione della pandemia fu l'incremento dei viaggi. I moderni sistemi di trasporto resero più facile a soldati, marinai e semplici viaggiatori civili spostarsi nel mondo e diffondere inconsapevolmente la malattia.<ref>{{Cita video|anno= 2010
Un ulteriore importante fattore a livello globale che favorì la propagazione della pandemia fu l'incremento dei viaggi. I moderni sistemi di trasporto resero più facile a soldati, marinai e semplici viaggiatori civili spostarsi nel mondo e diffondere inconsapevolmente la malattia.<ref>{{Cita video|anno= 2010
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}}</ref>


Negli Stati Uniti, la malattia fu osservata per la prima volta nel gennaio 1918 nella [[contea di Haskell (Kansas)]], spingendo il medico locale Loring Miner ad avvertire l'''U.S. Public Health Service''. Il 4 marzo 1918, il cuoco Albert Gitchell si ammalò a [[Fort Riley]], una struttura militare americana dove all'epoca si stavano addestrando truppe statunitensi destinate a combattere nella [[Grande Guerra]]; Gitchell fu la prima vittima registrata dell'influenza.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=The site of origin of the 1918 influenza pandemic and its public health implications |cognome=Barry |nome=John M |data=20 gennaio 2004 |sito=Journal of Translational Medicine |p=3 |doi=10.1186/1479-5876-2-3 |pmid=14733617 |pmc=340389 |volume=2}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Bynum |nome=Bill |data=14 marzo 2009 |titolo=Stories of an influenza pandemic |url=http://www.thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736(09)60530-4.pdf |rivista=[[The Lancet]] |volume=373 |pp=885–886 |doi=10.1016/s0140-6736(09)60530-4}}</ref> In pochi giorni, 522 uomini del campo furono contagiati.<ref>[https://web.archive.org/web/20080521071645/http://www.avian-bird-flu.info/spanishfluepidemic1918.html Avian Bird Flu. ''1918 Flu (Spanish flu epidemic)''].</ref> Entro l'11 marzo 1918, il virus aveva raggiunto il quartiere [[Queens]] di [[New York]].<ref>[https://web.archive.org/web/20131211093810/http://www.xtimeline.com/evt/view.aspx?id=65022 Spanish flu strikes during World War I], [https://web.archive.org/web/20131211122354/http://www.xtimeline.com/timeline/Timelines-of-Great-Epidemics Timelines of great Epidemics], [https://web.archive.org/web/20100114205358/http://www.xtimeline.com/ xtimeline.com {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100114205358/http://www.xtimeline.com/ |date=14 January 2010 }}</ref> La mancata adozione di misure preventive tra marzo ed aprile fu poi aspramente criticata.<ref name="cita|Billings, 1997"/>
Negli Stati Uniti, la malattia fu osservata per la prima volta nel gennaio 1918 nella [[contea di Haskell (Kansas)]], spingendo il medico locale Loring Miner ad avvertire l'''U.S. Public Health Service''. Il 4 marzo 1918, il cuoco Albert Gitchell si ammalò a [[Fort Riley]], una struttura militare americana dove all'epoca si stavano addestrando truppe statunitensi destinate a combattere nella [[Grande Guerra]]; Gitchell fu la prima vittima registrata dell'influenza.<ref name=":12">{{Cita pubblicazione|titolo=The site of origin of the 1918 influenza pandemic and its public health implications |cognome=Barry |nome=John M |data=20 gennaio 2004 |sito=Journal of Translational Medicine |p=3 |doi=10.1186/1479-5876-2-3 |pmid=14733617 |pmc=340389 |volume=2}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Bynum |nome=Bill |data=14 marzo 2009 |titolo=Stories of an influenza pandemic |url=http://www.thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736(09)60530-4.pdf |rivista=[[The Lancet]] |volume=373 |pp=885–886 |doi=10.1016/s0140-6736(09)60530-4}}</ref> In pochi giorni, 522 uomini del campo furono contagiati.<ref>[https://web.archive.org/web/20080521071645/http://www.avian-bird-flu.info/spanishfluepidemic1918.html Avian Bird Flu. ''1918 Flu (Spanish flu epidemic)''].</ref> Entro l'11 marzo 1918, il virus aveva raggiunto il quartiere [[Queens]] di [[New York]].<ref>[https://web.archive.org/web/20131211093810/http://www.xtimeline.com/evt/view.aspx?id=65022 Spanish flu strikes during World War I], [https://web.archive.org/web/20131211122354/http://www.xtimeline.com/timeline/Timelines-of-Great-Epidemics Timelines of great Epidemics], [https://web.archive.org/web/20100114205358/http://www.xtimeline.com/ xtimeline.com {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100114205358/http://www.xtimeline.com/|date=14 gennaio 2010|title=}}</ref> La mancata adozione di misure preventive tra marzo ed aprile fu poi aspramente criticata.<ref name=":19" />


Nell'agosto 1918, un ceppo più virulento apparve simultaneamente a Brest (in Francia), a [[Freetown]] (in [[Sierra Leone]]) e negli Stati Uniti, a [[Boston]]. L'influenza spagnola si diffuse anche attraverso l'[[Irlanda]], portata lì da soldati irlandesi di ritorno dal fronte. Le potenze dell'Intesa vollero chiamarla "influenza spagnola", principalmente perché la pandemia ricevette maggiore attenzione da parte della stampa solo dopo aver raggiunto, nel novembre 1918, la [[Spagna]]: una nazione non coinvolta nel conflitto e in cui non vigeva la censura di guerra.<ref>[https://web.archive.org/web/20100127100727/http://www.channel4.com/news/articles/world/spanish%20flu%20facts/111285 Channel 4&nbsp;– News&nbsp;– Spanish flu facts].</ref>
Nell'agosto 1918, un ceppo più virulento apparve simultaneamente a Brest (in Francia), a [[Freetown]] (in [[Sierra Leone]]) e negli Stati Uniti, a [[Boston]]. L'influenza spagnola si diffuse anche attraverso l'[[Irlanda]], portata lì da soldati irlandesi di ritorno dal fronte. Le potenze dell'Intesa vollero chiamarla "influenza spagnola", principalmente perché la pandemia ricevette maggiore attenzione da parte della stampa solo dopo aver raggiunto, nel novembre 1918, la [[Spagna]]: una nazione non coinvolta nel conflitto e in cui non vigeva la censura di guerra.<ref name=":14" />

=== Storia della scoperta e ricostruzione del virus ===
La gravità unica della pandemia nota come Spagnola ha sconcertato i ricercatori per decenni e ha sollevato diverse domande. Generazioni di scienziati ed esperti di sanità pubblica furono lasciati solo con le prove epidemiologiche della letalità del virus. Già nel 1951 Johan Hultin, giovane microbiologo svedese, studente in una università dello Iowa, aveva cercato, senza successo di ricavare campioni originali del virus da cadaveri di una missione in Alaska, sepolti nel permafrost. Solo 46 anni dopo, in una nuova spedizione a proprie spese nel villaggio Brevig (72 morti di Spagnola su 80 abitanti ) Hultin riuscì a riportare campioni di tessuto polmonare conservato dal permafrost, dove il gruppo di Taubenberger e Reid isolarono il materiale genetico del virus.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=A. H.|cognome=Reid|data=1999-02-16|titolo=Origin and evolution of the 1918 "Spanish" influenza virus hemagglutinin gene|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences|volume=96|numero=4|pp=1651–1656|lingua=en|accesso=2020-03-27|doi=10.1073/pnas.96.4.1651|url=https://www.pnas.org/content/96/4/1651/tab-article-info|nome2=T. G.|cognome2=Fanning|nome3=J. V.|cognome3=Hultin}}</ref>

Gli autori della ricerca indicarono come co-autore Hultin, l'ostinato ormai anziano ricercatore svedese.

Nel 2005 Tampey del [[Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie|CDC]] riuscì a ricostruire il virus della Spagnola, sintetizzandolo ''de novo''. <ref name=":24" />


== Mortalità ==
== Mortalità ==
I tipici dati epidemiologici ( [[tasso di mortalità]], [[Tasso di letalità|letalità,]] [[Tasso d'attacco|attacco]], [[eccesso di mortalità]] ) relativi alla pandemia, cosiddetta "spagnola" sono da anni oggetto di controversia scientifica e sembrerebbe improbabile che si possano mai calcolare cifre veramente accurate relative alla mortalità e letalità dell'influenza spagnola.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|nome=Michael|cognome=Worobey|data=2019-01-21|titolo=The origins of the great pandemic|rivista=Evolution, Medicine, and Public Health|volume=2019|numero=1|pp=18–25|accesso=2020-03-26|doi=10.1093/emph/eoz001|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6381288/|nome2=Jim|cognome2=Cox|nome3=Douglas|cognome3=Gill}}</ref><<ref name=":21">{{Cita pubblicazione|nome=Christopher JL|cognome=Murray|data=2006-12|titolo=Estimation of potential global pandemic influenza mortality on the basis of vital registry data from the 1918–20 pandemic: a quantitative analysis|rivista=The Lancet|volume=368|numero=9554|pp=2211–2218|accesso=2020-03-24|doi=10.1016/s0140-6736(06)69895-4|url=http://dx.doi.org/10.1016/s0140-6736(06)69895-4|nome2=Alan D|cognome2=Lopez|nome3=Brian|cognome3=Chin}}</ref>


=== Nel mondo ===
=== Variabilità ed incertezze ===
La pandemia si è diffusa in anni in cui gli strumenti di raccolta dati per calcoli epidemiologici e di statistica medica erano tendenzialmente incoerenti e di dubbia validità, accuratezza e solidità.
[[File:W curve.png|thumb|upright=1.6|Differenza tra la mortalità influenzale secondo le varie età tra l'epidemia del 1918 e le precedenti epidemie. Decessi per {{formatnum:100000}} persone in ogni fascia di età, Stati Uniti, per gli anni interpandemici 1911-1917 (linea tratteggiata) e l'anno pandemico 1918 (linea continua).<ref>{{cita|Taubenberger & Morens, 2006|pp. 15–22}}.</ref>]]
[[File:1918 spanish flu waves.gif|thumb|upright=1.6|Tre ondate pandemiche: mortalità settimanale per influenza e polmonite, Regno Unito, 1918-1919]]


* Il ceppo virale origine dell'influenza spagnola è stata riconosciuto solo oltre una decina di anni dopo (1933).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Wilson|cognome=Smith|data=1933-07|titolo=A VIRUS OBTAINED FROM INFLUENZA PATIENTS|rivista=The Lancet|volume=222|numero=5732|pp=66–68|accesso=2020-03-25|doi=10.1016/s0140-6736(00)78541-2|url=http://dx.doi.org/10.1016/s0140-6736(00)78541-2|nome2=C.H.|cognome2=Andrewes|nome3=P.P.|cognome3=Laidlaw}}</ref>
Il [[tasso di letalità]] globale della pandemia di influenza spagnola non è noto, ma il più importante centro di controllo delle malattie al mondo, il CDC di Atlanta, stima che sia stato del 2,04%.<ref>http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?approfondimento_id=14454</ref> L'influenza può aver ucciso fino a 25 milioni di persone nelle prime 25 settimane. Le stime più datate dicono che abbia causato tra i 40 e i 50 milioni di decessi<ref name="cita|Patterson & Pyle, 1991"/>, mentre quelle più recenti stimano questo numero tra i 50 e i 100 milioni<ref name="cita|Knobler, 2005">{{cita|Knobler, 2005}}.</ref>.
* Si sospetta che molte morti siano state provocate da cure inadeguate se non controproducenti, in particolare uno studio del 2009 conclude che un significativo numero di decessi potrebbe essere attribuito, almeno come concausa, all'edema polmonare indotto dall'avvelenamento da aspirina . <ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=|nome=Karen M.|cognome=Starko|data=2009-11-01|titolo=Salicylates and pandemic influenza mortality, 1918-1919 pharmacology, pathology, and historic evidence|rivista=Clinical Infectious Diseases: An Official Publication of the Infectious Diseases Society of America|volume=49|numero=9|pp=1405–1410|accesso=2020-03-25|doi=10.1086/606060|url=https://academic.oup.com/cid/article/49/9/1405/301441}}</ref>
* A causa della [[Prima guerra mondiale|Prima Guerra Mondiale]] e delle sue ripercussioni socio-economiche le aspettative di vita per larghi settori della popolazione si erano ridotte sensibilmente.<ref name=":5">{{Cita web|url=https://encyclopedia.1914-1918-online.net/article/influenza_pandemic|titolo=Influenza Pandemic {{!}} International Encyclopedia of the First World War (WW1)|sito=encyclopedia.1914-1918-online.net|accesso=2020-03-25}}</ref><ref name=":1">{{Cita pubblicazione|nome=Nathan|cognome=Keyfitz|data=1944-11|titolo=Vital Statistics Rates in the United States, 1900-1940.Forrest E. Linder , Robert D. Grove|rivista=American Journal of Sociology|volume=50|numero=3|pp=235–236|accesso=2020-03-26|doi=10.1086/219582|url=http://dx.doi.org/10.1086/219582}}</ref>
* L'origine e durata della pandemia è incerta mentre vari studi filogenetici identificano l'origine nelle influenze fatali sul fronte di guerra mesi o anni prima del 1918<ref name=":3" /><ref name=":2">{{Cita pubblicazione|nome=G.|cognome=Dennis Shanks|data=2012-7|titolo=Relationship between “purulent bronchitis” in military populations in Europe prior to 1918 and the 1918–1919 influenza pandemic|rivista=Influenza and Other Respiratory Viruses|volume=6|numero=4|pp=235–239|accesso=2020-03-24|doi=10.1111/j.1750-2659.2011.00309.x|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5779808/|nome2=Alison|cognome2=MacKenzie|nome3=Michael|cognome3=Waller}}</ref> e probabili precursori virali nell'influenza del 1915, la pandemia, sviluppandosi ad ondate successive, pare sia durata fino al 1920.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=J S|cognome=Oxford|data=2001-12-29|titolo=The so-called Great Spanish Influenza Pandemic of 1918 may have originated in France in 1916.|rivista=Philosophical Transactions of the Royal Society of London. Series B|volume=356|numero=1416|pp=1857–1859|accesso=2020-03-25|doi=10.1098/rstb.2001.1012|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1088561/}}</ref>
* L'inusualmente alto tasso di letalità età-specifico nella fascia dei 20-40 anni, nelle ondate del 1918-19, si ipotizza sia determinato da una diversa suscettibilità legata all'esposizione infantile a precedenti epidemie virali in particolare a quelle dovute ad un virus H3N8 che ha circolato dal 1889 al 1900, piuttosto che l'esposizione a precedenti influenze subtipiche H1 che possano aver ridotto il tasso di letalità età-specifico in alcune popolazioni.
* Gli antibiotici non erano ancora stati scoperti e la mortalità per malattie respiratorie (polmoniti e tubercolosi) dipendenti da fattori diversi dalla Spagnola non era distinguibile da quella conseguenza dell'influenza.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Svenn-Erik|cognome=Mamelund|data=2019-04-29|titolo=Tuberculosis as a Risk Factor for 1918 Influenza Pandemic Outcomes|rivista=Tropical Medicine and Infectious Disease|volume=4|numero=2|accesso=2020-03-27|doi=10.3390/tropicalmed4020074|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6630781/|nome2=Jessica|cognome2=Dimka}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27706149/|titolo=Influenza Pandemics and Tuberculosis Mortality in 1889 and 1918: Analysis of Historical Data From Switzerland|autore=Zürcher K, Zwahlen M, Ballif M, Rieder Hl, Egger M, Fenner L|sito=PloS one|data=2016-10-05|lingua=en|accesso=2020-03-27}}</ref>


=== Stime della mortalità e del numero globale di morti ===
Questa pandemia è stata descritta come "il più grande olocausto medico della storia" e in numeri assoluti, ma non in percentuale, ha ucciso più persone della [[peste nera]], a causa dell'aumento della popolazione nel Novecento rispetto al Trecento.<ref>{{cita|Potter, 2006}}.</ref> Si dice che questa influenza abbia ucciso più persone in 24 settimane che l'[[AIDS]] in 24 anni e in un anno più di quante ne abbia uccise la peste nera in un secolo.<ref>{{cita|Barry| 2004}}.</ref> Un articolo del 2016 afferma che la peste nera, nel corso del decennio del 1340, uccise più del 10% della popolazione mondiale, mentre la pandemia influenzale del 1918 uccise meno della metà di questa percentuale, poiché nel frattempo la popolazione mondiale era passata da 400 milioni a quasi due miliardi di individui.<ref name="'Human Extinction Isn't That Unlikely,' The Atlantic, Robinson Meyer, April 29, 2016">[https://www.theatlantic.com/technology/archive/2016/04/a-human-extinction-isnt-that-unlikely/480444/ Human Extinction Isn't That Unlikely], ''The Atlantic'', Robinson Meyer, April 29, 2016.</ref>
Il numero globale di morti attribuibili alla spagnola è stato stimato da molti studi, molti focalizzati sulle ondate del 1918.


Una delle prime stime pubblicata nel 1927 concludeva che si trattava di 21,6 milioni.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=EDWIN O.|cognome=JORDAN|data=1927-11-05|titolo=THE INFLUENZA EPIDEMIC OF 1918: I|rivista=Journal of the American Medical Association|volume=89|numero=19|pp=1603|accesso=2020-03-24|doi=10.1001/jama.1927.92690190001013|url=http://dx.doi.org/10.1001/jama.1927.92690190001013}}</ref> Nel 1991 il numero è stato corretto in 30 milioni ( da 24,7 a 39,3 milioni ).<ref name=":17" /> Mentre alcune ricerche nel 1998 stimavano il numero globale di morti attorno ai 20 milioni<ref name=":15">{{Cita pubblicazione|nome=L.|cognome=Simonsen|data=1998-07-01|titolo=Pandemic versus Epidemic Influenza Mortality: A Pattern of Changing Age Distribution|rivista=Journal of Infectious Diseases|volume=178|numero=1|pp=53–60|accesso=2020-03-24|doi=10.1086/515616|url=http://dx.doi.org/10.1086/515616|nome2=M. J.|cognome2=Clarke|nome3=L. B.|cognome3=Schonberger}}</ref>, calcolando anche gli anni fino al 1920 , nel 2002 , la stima è stata portata a 50 milioni, ipotizzando che potesse essere anche il doppio.<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|autore=|nome=Niall P. A. S.|cognome=Johnson|data=2002|titolo=Updating the accounts: global mortality of the 1918-1920 "Spanish" influenza pandemic|rivista=Bulletin of the History of Medicine|volume=76|numero=1|pp=105–115|accesso=2020-03-24|doi=10.1353/bhm.2002.0022|url=https://www.soa.org/globalassets/assets/files/sections/johnson-mueller.pdf|nome2=Juergen|cognome2=Mueller}}</ref> Ricerche più recenti, nel 2018, hanno fortemente ridimensionato queste cifre concludendo che il numero di morti causati dalla spagnola sia stato 17,4 milioni.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Peter|cognome=Spreeuwenberg|data=2018-12-01|titolo=Reassessing the Global Mortality Burden of the 1918 Influenza Pandemic|rivista=American Journal of Epidemiology|volume=187|numero=12|pp=2561–2567|lingua=en|accesso=2020-03-24|doi=10.1093/aje/kwy191|url=https://academic.oup.com/aje/article/187/12/2561/5092383|nome2=Madelon|cognome2=Kroneman|nome3=John|cognome3=Paget}}</ref> Raccogliendo tutte le ricerche si ha una variazione da 15 a 100 milioni del numero globale di morti.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=L.|cognome=Simonsen|data=1998-07|titolo=Pandemic versus epidemic influenza mortality: a pattern of changing age distribution|rivista=The Journal of Infectious Diseases|volume=178|numero=1|pp=53–60|accesso=2020-03-24|doi=10.1086/515616|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9652423|nome2=M. J.|cognome2=Clarke|nome3=L. B.|cognome3=Schonberger}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=E. D.|cognome=Kilbourne|data=1973-08-06|titolo=Influenza|rivista=JAMA: The Journal of the American Medical Association|volume=225|numero=6|pp=640|accesso=2020-03-24|doi=10.1001/jama.1973.03220330052031|url=http://dx.doi.org/10.1001/jama.1973.03220330052031}}</ref> Considerando che anche la stima della popolazione mondiale in quegli anni varia da 1,8 miliardi a 2 miliardi, il tasso di mortalità globale varierebbe enormemente dal 0,75% al 5,6%.
La malattia ha causato decessi in ogni angolo del globo. Ben 17 milioni sono morti nella sola [[India]], circa il 5% della popolazione totale del paese.<ref>[http://www.pubmedcentral.nih.gov/articlerender.fcgi?artid=1118673 Flu experts warn of need for pandemic plans]''British Medical Journal.''</ref> Il bilancio delle vittime registrate nei distretti governativi britannici fu di 13,88 milioni.<ref>{{cita|Chandra & Kuljanin & Wray, 2012}}.</ref>


Un certo consenso si è trovato su stime intermedie: circa 50 milioni di morti con un tasso di mortalità del 2,5%.<ref name=":14">{{Cita web|url=https://www.epicentro.iss.it/passi/storiePandemia|titolo=Le Pandemie Influenzali del Ventesimo Secolo|sito=www.epicentro.iss.it|lingua=it|accesso=2020-03-25}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Shanta M.|cognome=Zimmer|data=2009-07-16|titolo=Historical perspective--Emergence of influenza A (H1N1) viruses|rivista=The New England Journal of Medicine|volume=361|numero=3|pp=279–285|accesso=2020-03-25|doi=10.1056/NEJMra0904322|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19564632/|nome2=Donald S.|cognome2=Burke}}</ref><ref name=":10">{{Cita pubblicazione|nome=Jeffery K.|cognome=Taubenberger|data=2006-1|titolo=1918 Influenza: the Mother of All Pandemics|rivista=Emerging Infectious Diseases|volume=12|numero=1|pp=15–22|accesso=2020-03-25|doi=10.3201/eid1201.050979|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3291398/|nome2=David M.|cognome2=Morens}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Kirsty R.|cognome=Short|data=2018-10-08|titolo=Back to the Future: Lessons Learned From the 1918 Influenza Pandemic|rivista=Frontiers in Cellular and Infection Microbiology|volume=8|accesso=2020-03-25|doi=10.3389/fcimb.2018.00343|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6187080/|nome2=Katherine|cognome2=Kedzierska|nome3=Carolien E.|cognome3=van de Sandt}}</ref><ref>Daly P., Gustafson R., Kendall P. Introduction to pandemic influenza. BC Med. J. 2007;49:240–244.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Shanta M.|cognome=Zimmer|data=2009-07-16|titolo=Historical perspective--Emergence of influenza A (H1N1) viruses|rivista=The New England Journal of Medicine|volume=361|numero=3|pp=279–285|accesso=2020-03-25|doi=10.1056/NEJMra0904322|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19564632/|nome2=Donald S.|cognome2=Burke}}</ref><ref name=":13">{{Cita pubblicazione|nome=Mark Osborne|cognome=Humphries|data=2014-01|titolo=Paths of Infection: The First World War and the Origins of the 1918 Influenza Pandemic|rivista=War in History|volume=21|numero=1|pp=55–81|lingua=en|accesso=2020-03-25|doi=10.1177/0968344513504525|url=http://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0968344513504525}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Yi|cognome=Guan|data=2010-01|titolo=The emergence of pandemic influenza viruses|rivista=Protein & Cell|volume=1|numero=1|pp=9–13|accesso=2020-03-25|doi=10.1007/s13238-010-0008-z|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21203993/|nome2=Dhanasekaran|cognome2=Vijaykrishna|nome3=Justin|cognome3=Bahl}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Kerri|cognome=Smith|data=2007-01-18|titolo=Concern as revived 1918 flu virus kills monkeys|rivista=Nature|volume=445|numero=7125|pp=237|accesso=2020-03-25|doi=10.1038/445237a|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17230157/}}</ref>
In [[Giappone]], dei 23 milioni di persone che ne furono colpite, {{formatnum:390000}} morirono.<ref>[https://web.archive.org/web/20110604204117/http://www.cdc.gov/EID/content/13/4/590.htm "Spanish Influenza in Japanese Armed Forces, 1918–1920"]. ''Centers for Disease Control and Prevention (CDC).''</ref> Nelle [[Indie Orientali Olandesi]] (ora [[Indonesia]]), si presume che circa un milione e mezzo di persone siano morte tra i 30 milioni di abitanti del tempo.<ref>Historical research report from University of Indonesia, School of History, as reported in Emmy Fitri. [https://web.archive.org/web/20120820191646/http://www.thejakartaglobe.com/home/looking-through-indonesias-history-for-answers-to-swine-flu/337976 Looking Through Indonesia's History For Answers to Swine Flu] {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20091102151942/http://thejakartaglobe.com/home/looking-through-indonesias-history-for-answers-to-swine-flu/337976 |date=2 November 2009 }}. The Jakarta Globe. 28 October 2009 edition.</ref> A [[Tahiti]], il 13% della popolazione morì in un solo mese. Allo stesso modo, a [[Samoa]], il 22% della popolazione è deceduto nel corso di due mesi.<ref>{{cita|Kohn, 2007}}.</ref>


Il numero globale di contagiati è stimato da alcuni attorno ai 500 milioni di persone, comportando un tasso di letalità che varia, a seconda delle stime globali del numero di morti e di contagiati, dal 2,04%<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Carrie|cognome=Reed|titolo=Novel Framework for Assessing Epidemiologic Effects of Influenza Epidemics and Pandemics - Volume 19, Number 1—January 2013 - Emerging Infectious Diseases journal - CDC|lingua=en-us|accesso=2020-03-24|doi=10.3201/eid1901.120124|url=https://wwwnc.cdc.gov/eid/article/19/1/12-0124_article|nome2=Matthew|cognome2=Biggerstaff|nome3=Lyn|cognome3=Finelli}}</ref> <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Selwyn D.|cognome=Collins|data=1931|titolo=Age and Sex Incidence of Influenza and Pneumonia Morbidity and Mortality in the Epidemic of 1928-29 with Comparative Data for the Epidemic of 1918-19: Based on Surveys of Families in Certain Localities in the United States following the Epidemics|rivista=Public Health Reports (1896-1970)|volume=46|numero=33|pp=1909|accesso=2020-03-24|doi=10.2307/4580139|url=http://dx.doi.org/10.2307/4580139}}</ref>al 10%. <ref name=":4" />
In [[Iran]] l'impatto è stato enorme; secondo una stima, tra {{formatnum:902400}} e {{formatnum:2431000}} persone (pari a tra l'8,0% e il 21,7% della popolazione totale) non sopravvissero.<ref>{{cita|Afkhami, 2003}}.</ref><ref>{{cita|Afkhami, 2012}}.</ref>


=== Casistica di mortalità per paese ===
Negli Stati Uniti, circa il 28% della popolazione è stata infettata e, tra questi, dai {{formatnum:500000}} a {{formatnum:675000}} sono morti.<ref>[https://web.archive.org/web/20160923152823/http://www.flu.gov/pandemic/history/1918/ The Great Pandemic: The United States in 1918–1919], U.S. Department of Health & Human Services.</ref> Le tribù [[nativi americani|native americane]] furono particolarmente colpite. Solo nell'area di [[Four Corners]] sono stati registrati 3.293 decessi tra i nativi.<ref>{{Cita web|titolo=Flu Epidemic Hit Utah Hard in 1918, 1919 |url=http://www.deseretnews.com/article/412123/FLU-EPIDEMIC-HIT-UTAH-HARD-IN-1918-1919.html?pg=all |data=28 marzo 1995 |accesso=7 luglio 2012}}</ref> Intere comunità di villaggi sono scomparse in [[Alaska]].<ref>{{Cita web|titolo=The Great Pandemic of 1918: State by State |url=https://www.pandemicflu.gov/general/greatpandemic.html#alaska |urlarchivio=https://www.webcitation.org/5gZqOpdgM?url=http://www.pandemicflu.gov/general/greatpandemic.html |dataarchivio=6 maggio 2009 |urlmorto=sì |accesso=4 maggio 2009 }}</ref> In [[Canada]] morirono {{formatnum:50000}} persone.<ref>[https://web.archive.org/web/20090809000857/http://history.cbc.ca/history/?MIval=EpisContent.html&series_id=1&episode_id=12&chapter_id=2&page_id=6&lang=E "A deadly virus rages throughout Canada at the end of the First World War"]. CBC History.</ref> In [[Brasile]] ebbero un esito infausto {{formatnum:300000}} persone, incluso il presidente [[Rodrigues Alves]].<ref>{{Cita web|titolo=A gripe espanhola no Brasil – Elísio Augusto de Medeiros e Silva, empresário, escritor e membro da AEILIJ|url=http://jornaldehoje.com.br/a-gripe-espanhola-no-brasil-elisio-augusto-de-medeiros-e-silva-empresario-escritor-e-membro-da-aeilij-elisiomercomix-com-br/|editore=Jornal de Hoje|accesso=22 gennaio 2014|lingua=pt}}</ref> In Gran Bretagna i decessi furono {{formatnum:250000}}, in Francia più di {{formatnum:400000}}.<ref>[http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/4350050.stm The "bird flu" that killed 40 million]. BBC News. 19 October 2005.</ref> Un'epidemia influenzale diffusasi nell'[[Africa occidentale]] uccise almeno {{formatnum:100000}} persone in [[Ghana]].<ref>{{cita|Hays, 1998}}.</ref> [[Tafari Makonnen]] (il futuro Haile Selassie, [[impero d'Etiopia|imperatore dell'Etiopia]]) fu uno dei primi etiopi a contrarre l'influenza, ma riuscì a sopravvivere<ref name=Marcus>Harold Marcus, ''Haile Sellassie I: The formative years, 1892–1936'' (Trenton: Red Sea Press, 1996), pp. 36f</ref><ref>{{cita| Pankhurst, 1991|pp. 48f}}.</ref>; tuttavia molti dei membri della sua famiglia non ce la fecero. Le stime dei decessi avvenuti nella capitale [[Addis Abeba]], variano da {{formatnum:5000}} ad oltre {{formatnum:10000}}.<ref>{{cita|Pankhurst, 1991|p. 63}}.</ref> Nella [[Somalia britannica]] un funzionario stimò che il 7% della popolazione nativa morì.<ref>{{cita|Pankhurst, 1991| pp. 51ff}}.</ref>
[[File:165-WW-269B-11-trolley-l.jpg|miniatura|[[Seattle]], 1918. Il manovratore di un tram non accetta a bordo passeggeri sprovvisti di mascherina]]
[[File:165-WW-269B-25-police-l.jpg|miniatura|Poliziotti di [[Seattle]] durante l'pidemia di Spagnola, dicembre 1918]]
[[File:SpanishFluWardWalterReed.jpg|miniatura|Ospedale a [[Washington,&nbsp;D.C.]], 1918/1919]]
Questa pandemia è stata descritta come "il più grande olocausto medico della storia"<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Patrick R.|cognome=Saunders-Hastings|data=2016-12-06|titolo=Reviewing the History of Pandemic Influenza: Understanding Patterns of Emergence and Transmission|rivista=Pathogens|volume=5|numero=4|accesso=2020-03-25|doi=10.3390/pathogens5040066|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5198166/|nome2=Daniel|cognome2=Krewski}}</ref> e in numeri assoluti, ma non in percentuale a causa dell'aumento della popolazione nel Novecento rispetto al Trecento, ha ucciso più persone della [[peste nera]]. Si dice che questa influenza abbia ucciso più persone in 24 settimane che l'[[AIDS]] in 24 anni e in un anno più di quante ne abbia uccise la peste nera in un secolo. Un articolo del 2016 afferma che la peste nera, nel corso del decennio del 1340, uccise più del 10% della popolazione mondiale, mentre la pandemia influenzale del 1918 uccise meno della metà di questa percentuale, poiché nel frattempo la popolazione mondiale era passata da 400 milioni a quasi due miliardi di individui.<ref name="'Human Extinction Isn't That Unlikely,' The Atlantic, Robinson Meyer, April 29, 2016">[https://www.theatlantic.com/technology/archive/2016/04/a-human-extinction-isnt-that-unlikely/480444/ Human Extinction Isn't That Unlikely], ''The Atlantic'', Robinson Meyer, April 29, 2016.</ref>


La malattia ha causato decessi in ogni angolo del globo ma i dati sul tasso di mortalità della spagnola differiscono sensibilmente tra paese e paese, anche di 40 volte.<ref name=":16">{{Cita libro|cognome=Kohn, George C.|titolo=Encyclopedia of plague and pestilence : from ancient times to the present|url=https://www.worldcat.org/oclc/466183744|accesso=2020-03-25|edizione=3rd ed|data=2008|editore=Facts on File|OCLC=466183744|ISBN=978-1-4381-2923-5}}</ref><ref name=":4" /><ref>{{Cita libro|cognome=Byrne, Joseph Patrick.|titolo=Encyclopedia of pestilence, pandemics, and plagues|url=https://www.worldcat.org/oclc/226357719|accesso=2020-03-25|data=2008|editore=Greenwood Press|OCLC=226357719|ISBN=978-0-313-34101-4}}</ref><ref name=":21" /> Secondo report locali, 17 milioni sarebbero morti solo in [[India]], rappresentando circa il 5% della popolazione totale del paese.<ref>[http://www.pubmedcentral.nih.gov/articlerender.fcgi?artid=1118673 Flu experts warn of need for pandemic plans]''British Medical Journal.''</ref> Il bilancio delle vittime registrate nei distretti governativi britannici sarebbe stato di 13,88 milioni. Mentre in [[Giappone]], dei 23 milioni di persone che ne furono colpite, circa il 43% della popolazione, {{formatnum:388000}} morirono con un tasso di mortalità dello 0,67%.<ref>[https://web.archive.org/web/20110604204117/http://www.cdc.gov/EID/content/13/4/590.htm "Spanish Influenza in Japanese Armed Forces, 1918–1920"]. ''Centers for Disease Control and Prevention (CDC).''</ref> Nelle [[Indie Orientali Olandesi]] (ora [[Indonesia]]), si presume che circa un milione e mezzo di persone siano morte tra i 30 milioni di abitanti del tempo.<ref>Historical research report from University of Indonesia, School of History, as reported in Emmy Fitri. [https://web.archive.org/web/20120820191646/http://www.thejakartaglobe.com/home/looking-through-indonesias-history-for-answers-to-swine-flu/337976 Looking Through Indonesia's History For Answers to Swine Flu] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091102151942/http://thejakartaglobe.com/home/looking-through-indonesias-history-for-answers-to-swine-flu/337976|date=2 novembre 2009|title=}}. The Jakarta Globe. 28 October 2009 edition.</ref> A [[Tahiti]], il 13% della popolazione morì in un solo mese. Allo stesso modo, a [[Samoa]], il 22% della popolazione è deceduto nel corso di due mesi.k
Questo enorme numero di decessi fu dovuto ad un tasso di infezione estremamente alto, che arrivava fino al 50% della popolazione, e dall'estrema severità dei [[sintomi]], che si ritiene fossero stati causati da una [[tempesta di citochine]].<ref name="cita|Patterson & Pyle, 1991"/> I sintomi del 1918 erano talmente inusuali che inizialmente l'influenza fu [[diagnosi|diagnosticata]] erroneamente come [[dengue]], [[colera]] o [[Tifo esantematico|tifo]]. Un osservatore scrisse: "Una delle più sorprendenti complicanze è stata l'[[emorragia]] delle [[mucose]], in particolare del [[naso]], dello [[stomaco]] e dell'[[intestino]], oltre che dal sanguinamento dalle orecchie e delle emorragie petecchiali nella pelle".<ref name="cita|Knobler, 2005"/> La maggior parte dei decessi fu dovuto alla [[polmonite]] batterica,<ref>{{Cita web|titolo=Bacterial Pneumonia Caused Most Deaths in 1918 Influenza Pandemic|url=https://www.nih.gov/news-events/news-releases/bacterial-pneumonia-caused-most-deaths-1918-influenza-pandemic|sito=National Institutes of Health}}</ref><ref name="ReferenceB">{{cita|Taubenberger & Reid & Janczewski & Fanning, 2001| pp. 1829–1839}}.</ref> un'[[infezione opportunistica|infezione secondaria opportunistica]] frequentemente associata all'influenza; tuttavia il virus uccise i malati anche direttamente, causando enormi emorragie ed [[edema polmonare|edema nei polmoni]].<ref name="ReferenceB"/>
Nel Camerun sembrerebbe che i morti siano stati circa {{formatnum:250000}} persone su {{formatnum:561000}} (44,6%).
Anche in [[Iran]] l'impatto sarebbe stato enorme; dove, secondo una stima, tra {{formatnum:902400}} e {{formatnum:2431000}} persone (pari a tra l'8,0% e il 21,7% della popolazione totale) non sopravvissero.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=AMIR|cognome=AFKHAMI|data=2003|titolo=Compromised Constitutions: The Iranian Experience with the 1918 Influenza Pandemic|rivista=Bulletin of the History of Medicine|volume=77|numero=2|pp=367–392|accesso=2020-03-26|url=http://www.jstor.org/stable/44447742}}</ref><ref name=":4" />


Negli Stati Uniti, circa il 28% di una popolazione di 103 milioni, è stata infettata e, tra questi, dai {{formatnum:500000}} a {{formatnum:675000}} sono morti<ref>[https://web.archive.org/web/20160923152823/http://www.flu.gov/pandemic/history/1918/ The Great Pandemic: The United States in 1918–1919], U.S. Department of Health & Human Services.</ref>, di cui {{formatnum:43000}} militari mobilitati per la prima guerra mondiale .<ref name=":11">{{Cita libro|nome=Alfred W.|cognome=Crosby|titolo=America's Forgotten Pandemic|url=http://dx.doi.org/10.1017/cbo9780511586576|accesso=2020-03-26|data=2003-07-21|editore=Cambridge University Press|ISBN=978-0-521-83394-3}}</ref><ref name=":8">{{Cita pubblicazione|nome=Peter C|cognome=Wever|data=2014-9|titolo=Death from 1918 pandemic influenza during the First World War: a perspective from personal and anecdotal evidence|rivista=Influenza and Other Respiratory Viruses|volume=8|numero=5|pp=538–546|accesso=2020-03-26|doi=10.1111/irv.12267|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4181817/|nome2=Leo|cognome2=van Bergen}}</ref> L'impatto fu così profondo da deprimere l'aspettativa di vita media negli Stati Uniti di oltre dieci anni.<ref name=":1" /> In [[Canada]] morirono {{formatnum:50000}} persone su 8158000.i<ref>[https://web.archive.org/web/20090809000857/http://history.cbc.ca/history/?MIval=EpisContent.html&series_id=1&episode_id=12&chapter_id=2&page_id=6&lang=E "A deadly virus rages throughout Canada at the end of the First World War"]. CBC History.</ref> In [[Brasile]] ebbero un esito infausto da {{formatnum:180000}} a {{formatnum:300000}} persone, incluso il presidente [[Rodrigues Alves]].<ref>{{Cita web|url=http://jornaldehoje.com.br/a-gripe-espanhola-no-brasil-elisio-augusto-de-medeiros-e-silva-empresario-escritor-e-membro-da-aeilij-elisiomercomix-com-br/|titolo=A gripe espanhola no Brasil – Elísio Augusto de Medeiros e Silva, empresário, escritor e membro da AEILIJ|editore=Jornal de Hoje|lingua=pt|accesso=22 gennaio 2014}}</ref> In Gran Bretagna i decessi furono {{formatnum:250000}}, in Francia più di {{formatnum:400000}}.<ref>[http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/4350050.stm The "bird flu" that killed 40 million]. BBC News. 19 October 2005.</ref> Un'epidemia influenzale diffusasi nell'[[Africa occidentale]] uccise almeno {{formatnum:100000}} persone in [[Ghana]].<ref>{{Cita libro|cognome=Hays, J. N., 1938-|titolo=The burdens of disease : epidemics and human response in western history|url=https://www.worldcat.org/oclc/42922355|accesso=2020-03-26|data=1998|editore=Rutgers University Press|OCLC=42922355|ISBN=0-585-02663-7}}</ref><ref name=":4" /> [[Tafari Makonnen]] (il futuro Haile Selassie, [[Impero d'Etiopia|imperatore dell'Etiopia]]) fu uno dei primi etiopi a contrarre l'influenza, ma riuscì a sopravvivere<ref name="Marcus">Harold Marcus, ''Haile Sellassie I: The formative years, 1892–1936'' (Trenton: Red Sea Press, 1996), pp. 36f</ref><ref name=":18">{{Cita libro|cognome=Pankhurst, Richard.|titolo=An introduction to the medical history of Ethiopia|url=https://www.worldcat.org/oclc/24177096|accesso=2020-03-26|data=1990|editore=Red Sea Press|OCLC=24177096|ISBN=0-932415-44-X}}</ref>; tuttavia molti dei membri della sua famiglia non ce la fecero. Le stime dei decessi avvenuti nella capitale [[Addis Abeba]], variano da {{formatnum:5000}} ad oltre {{formatnum:10000}}. Nella [[Somalia britannica]] un funzionario stimò che il 7% della popolazione nativa morì.<ref name=":18" />
La malattia, insolitamente grave, uccise fino al 20% di coloro che la contrassero, a differenza del solito tasso di mortalità dell'influenza epidemica che si attesta sullo 0,1%.<ref name="cita|Patterson & Pyle, 1991"/>


In Nuova Zelanda la spagnola uccise {{formatnum:8500}} persone con un tasso di mortalità del 0,77 %.<ref name=":4" />
=== Casistica di mortalità ===
[[File:165-WW-269B-11-trolley-l.jpg|thumb|upright|[[Seattle]], 1918. Il manovratore di un tram non accetta a bordo passeggeri sprovvisti di mascherina]]


Questo enorme numero di decessi fu dovuto ad un [[Tasso d'attacco|tasso di attacco]] estremamente alto, che arrivava anche oltre il 50% della popolazione suscettibile e dall'estrema severità dei [[sintomi]], alcuni dei quali si ritiene fossero stati causati da una [[tempesta di citochine]].<ref name=":17" /> Nel 1918 le conoscenze sui virus erano limitate e inizialmente l'influenza fu [[Diagnosi|diagnosticata]] erroneamente come batterica, dovuta al bacillo Pfeiffer , oggi noto come ''Haemophilus influenzae.'' Nel 1918 in America molte speranze di cura si poggiavano su vaccini sviluppati partendo dal bacillo Pfeiffer, di cui molti rapporti medici descrivevano l'efficacia. Già dal 1919 molti ricercatori avevano notato sia che alcuni sintomi non erano compatibili con un'nfezione dal bacillo Pfeiffer sia che si riusciva ad isolare il bacillo solo in una piccola percentuale di deceduti per la spagnola, sia che l'efficacia dei vaccini Pfeiffer era scarsa.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=John M.|cognome=Eyler|data=2010|titolo=The State of Science, Microbiology, and Vaccines Circa 1918|rivista=Public Health Reports|volume=125|numero=Suppl 3|pp=27–36|accesso=2020-03-25|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2862332/}}</ref> Veniva anche ampiamente somministrata aspirina a regimi ora noti per essere potenzialmente tossici, anche 1 grammo ogni ora, in grado di favorire l'edema polmonare e la polmonite batterica.<ref name=":0" /> Un osservatore scrisse: "Una delle più sorprendenti complicanze è stata l'[[emorragia]] delle [[mucose]], in particolare del [[naso]], dello [[stomaco]] e dell'[[intestino]], oltre che dal sanguinamento dalle orecchie e delle emorragie petecchiali nella pelle".<ref>{{Cita pubblicazione|nome=John|cognome=Shiels|data=2007-08-09|titolo=The Threat of Pandemic Influenza: Are We Ready? Washington - by Knobler, S.L., Mack, A., Mahmoud, A., Lemon, S.M. and Risk and Society - by Denney, D.|rivista=Sociology of Health & Illness|volume=29|numero=5|pp=789–792|accesso=2020-03-26|doi=10.1111/j.1467-9566.2007.01039_3.x|url=http://dx.doi.org/10.1111/j.1467-9566.2007.01039_3.x}}</ref> La maggior parte dei decessi fu attribuita alla [[polmonite]] batterica,<ref>{{Cita web|url=https://www.nih.gov/news-events/news-releases/bacterial-pneumonia-caused-most-deaths-1918-influenza-pandemic|titolo=Bacterial Pneumonia Caused Most Deaths in 1918 Influenza Pandemic|sito=National Institutes of Health}}</ref><ref name=":10" /> un'[[Infezione opportunistica|infezione secondaria opportunistica]] frequentemente associata all'influenza; tuttavia il virus uccise i malati anche direttamente, causando enormi emorragie ed [[Edema polmonare|edema nei polmoni]]. Alcuni studi hanno dimostrato che il virus fu particolarmente letale anche perché innescava una [[tempesta di citochine]], che può risultare più grave nei sistemi immunitari più forti caratteristici dei giovani adulti.
La pandemia per lo più uccise giovani adulti. Tra il 1918 e il 1919, il 99% dei decessi per influenza pandemica negli Stati Uniti ha riguardato persone sotto i 65 anni ed in particolare, nella quasi metà dei casi, giovani di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Nel 1920, il tasso di mortalità tra le persone sotto i 65 anni risultava diminuito di sei volte e di circa la metà nelle persone sopra i 65 anni, ma il 92% dei decessi si verificava comunque in soggetti di età inferiore ai 65 anni.<ref>{{cita|Simonsen & Clarke & Schonberger & Arden, 1998}}.</ref> Ciò è inusuale, poiché normalmente l'influenza risulta più mortale per gli individui deboli, come i bambini (di età inferiore ai due anni), gli anziani (oltre i 70 anni) e gli immunocompromessi. Nel 1918 gli anziani potrebbero aver beneficiato di una parziale protezione ereditata dall'esposizione alla pandemia influenzale del 1889-1890, conosciuta come "influenza russa".<ref name=hansen>Hanssen, Olav. Undersøkelser over influenzaens optræden specielt i Bergen 1918–1922. Bg. 1923. 66 s. ill. (Haukeland sykehus. Med.avd.Arb. 2) (Klaus Hanssens fond. Skr. 3)</ref> Secondo lo storico John M. Barry, i più vulnerabili di tutti furono le donne incinte, asserendo che secondo i dati rilevati in tredici studi su donne ospedalizzate durante la pandemia, il tasso di mortalità era compreso tra il 23% e il 71%.<ref name="PayneBayatibojakhi2014">{{Cita pubblicazione|cognome1=Payne|nome1=Matthew S.|cognome2=Bayatibojakhi|nome2=Sara|titolo=Exploring Preterm Birth as a Polymicrobial Disease: An Overview of the Uterine Microbiome|rivista=Frontiers in Immunology|volume=5|pp=595|anno=2014|issn=1664-3224|doi=10.3389/fimmu.2014.00595|pmid=25505898|pmc=4245917}}</ref> Delle donne incinte sopravvissute al parto, oltre un quarto (26%) perse il bambino.<ref>{{cita|Barry, 2004|p. 239 }}.</ref>


La malattia, insolitamente grave, uccise in alcune aree fino al 20% di coloro che la contrassero, a differenza del solito tasso di letalità delle tipiche influenze stagionali che si attesta sullo 0,1%.<ref name=":17" />
Un altro fatto inconsueto fu che l'epidemia si diffuse durante l'estate e l'autunno (per quanto riguarda l'emisfero settentrionale), mentre di solito l'influenza si diffonde in inverno.<ref>Key Facts about Swine Influenza [https://www.cdc.gov/flu/swineflu/keyfacts_pigs.htm] accessed 22:45 GMT-6 30 April 2009. [https://www.webcitation.org/5gWiDErWS?url=http://www.cdc.gov/h1n1flu/key_facts.htm Archived] 4 May 2009.</ref>


=== Mortalità per età, sesso, condizioni sociali ===
Gli studi moderni hanno dimostrato che il virus fu particolarmente letale poiché innescava una tempesta di citochine, che risulta più grave nei sistemi immunitari più forti caratteristici dei giovani adulti.<ref name="cita|Barry, 2004b"/>
[[File:W_curve.png|miniatura|Differenza tra la mortalità influenzale secondo le varie età tra l'epidemia del 1918 e le precedenti epidemie. Decessi per {{formatnum:100000}} persone in ogni fascia di età, Stati Uniti, per gli anni interpandemici 1911-1917 (linea tratteggiata) e l'anno pandemico 1918 (linea continua).<ref name=":10" />]]
Le grandi disparità nei tassi di mortalità attribuiti alla Spagnola rimangono sconcertanti e sono state oggetto di molti studi.
La pandemia, in molte aree geografiche, per lo più uccise giovani adulti. Tra il 1918 e il 1919, il 99% dei decessi per influenza pandemica negli Stati Uniti ha riguardato persone sotto i 65 anni ed in particolare, nella quasi metà dei casi, giovani di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Nel 1920, il tasso di mortalità tra le persone sotto i 65 anni risultava diminuito di sei volte e di circa la metà nelle persone sopra i 65 anni, ma il 92% dei decessi si verificava comunque in soggetti di età inferiore ai 65 anni.<ref name=":15" /> <ref name=":6">{{Cita pubblicazione|nome=Laura|cognome=Cilek|data=2018-12-01|titolo=Age-Specific Excess Mortality Patterns During the 1918–1920 Influenza Pandemic in Madrid, Spain|rivista=American Journal of Epidemiology|volume=187|numero=12|pp=2511–2523|lingua=en|accesso=2020-03-26|doi=10.1093/aje/kwy171|url=https://academic.oup.com/aje/article/187/12/2511/5074393|nome2=Gerardo|cognome2=Chowell|nome3=Diego|cognome3=Ramiro Fariñas}}</ref>Ciò è inusuale, poiché normalmente l'influenza risulta più mortale per gli individui deboli, come i bambini (di età inferiore ai due anni), gli anziani (oltre i 70 anni) e gli immunocompromessi. Nel 1918 gli anziani potrebbero aver beneficiato di una parziale protezione ereditata dall'esposizione alla pandemia influenzale del 1889-1890, conosciuta come "influenza russa".<ref name="hansen">Hanssen, Olav. Undersøkelser over influenzaens optræden specielt i Bergen 1918–1922. Bg. 1923. 66 s. ill. (Haukeland sykehus. Med.avd.Arb. 2) (Klaus Hanssens fond. Skr. 3)</ref>


Il modello attualmente proposto per spiegare la curva di mortalità per fasce di età (curva a "W") della pandemia del 1918 si basa sull'esposizione aggregata delle varie coorti di nascita ai diversi virus pandemici e stagionali in circolazione prima della polmonite. In altre parole: dal 1830 al 1847 sarebbe circolato un virus H1N1; tra il 1847 e il 1889, un virus H1N8; dal 1889 al 1900, un virus H3N8; dal 1900 al 1918, un virus H1N8. In queste circostanze, la coorte di coloro che nacquero dopo il 1889 avrebbe meno protezione contro il virus del 1918, poiché, durante la loro infanzia, sarebbero stati esposti a un virus H3N8 (immunità eterosubitica per H3 e N8). È, infatti, in questa coorte che è stato osservato il picco di mortalità in eccesso durante la pandemia di influenza polmonare. A loro volta, i nati dopo il 1900 avrebbero una protezione intermedia, a causa dell'esposizione infantile al virus H1N8 (immunità omosubtipica per H1 e eterosubtipica per N8). Al contrario, la coorte di bambini nati dopo il 1830 sarebbe la migliore protezione contro il virus del 1918, a causa dell'esposizione infantile a un ceppo omosubitipico per H1 e N1, corrispondente alla bassa mortalità durante la pandemia.<ref name=":7">{{Cita pubblicazione|nome=Michael|cognome=Worobey|data=2014-06-03|titolo=Genesis and pathogenesis of the 1918 pandemic H1N1 influenza A virus|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America|volume=111|numero=22|pp=8107–8112|accesso=2020-03-25|doi=10.1073/pnas.1324197111|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4050607/|nome2=Guan-Zhu|cognome2=Han|nome3=Andrew|cognome3=Rambaut}}</ref> Oltre alle basi virologiche che cercano di spiegare la curva a W e la mortalità insolitamente alta tra i giovani adulti osservata durante la pandemia di influenza del 1918, possiamo ancora trovare giustificazione nel movimento di truppe mobilitate per la guerra, costituito da gruppi di età lavorativa, e nel la loro esposizione a precarie condizioni alimentari e sanitarie, armi chimiche e lo stress della guerra, diventando così più suscettibile alla malattia e alle sue complicanze. D'altro canto, campi militari sovraffollati e ospedali e la vicinanza a campi di addestramento, alloggi e scenari di guerra hanno favorito anche la rapida trasmissione della malattia in una definita fascia di età e le prove di una curva a W della mortalità età-specifica in paesi neutrali come la Spagna sono scarse.<ref name=":6" /><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gerardo|cognome=Chowell|data=2010-08-15|titolo=Mortality Patterns Associated with the 1918 Influenza Pandemic in Mexico: Evidence for a Spring Herald Wave and Lack of Preexisting Immunity in Older Populations|rivista=The Journal of Infectious Diseases|volume=202|numero=4|pp=567–575|accesso=2020-03-27|doi=10.1086/654897|url=http://dx.doi.org/10.1086/654897|nome2=Cécile|cognome2=Viboud|nome3=Lone|cognome3=Simonsen}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gerardo|cognome=Chowell|data=2012-01|titolo=The 1918–19 Influenza Pandemic in Boyacá, Colombia|rivista=Emerging Infectious Diseases|volume=18|numero=1|pp=48–56|accesso=2020-03-27|doi=10.3201/eid1801.101969|url=http://dx.doi.org/10.3201/eid1801.101969|nome2=Cécile|cognome2=Viboud|nome3=Lone|cognome3=Simonsen}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=G.|cognome=Chowell|data=2011-07|titolo=The 1918–1920 influenza pandemic in Peru|rivista=Vaccine|volume=29|pp=B21–B26|accesso=2020-03-27|doi=10.1016/j.vaccine.2011.02.048|url=http://dx.doi.org/10.1016/j.vaccine.2011.02.048|nome2=C.|cognome2=Viboud|nome3=L.|cognome3=Simonsen}}</ref><ref name=":22">{{Cita pubblicazione|nome=Gerardo|cognome=Chowell|data=2014-11|titolo=Death Patterns during the 1918 Influenza Pandemic in Chile|rivista=Emerging Infectious Diseases|volume=20|numero=11|pp=1803–1811|accesso=2020-03-27|doi=10.3201/eid2011.130632|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4214284/|nome2=Lone|cognome2=Simonsen|nome3=Jose|cognome3=Flores}}</ref>
Nei casi in rapida evoluzione, la mortalità fu causata principalmente da [[polmonite]], da [[consolidamento parenchimale polmonare]] indotta da virus. I casi più lenti presentavano polmoniti batteriche [[infezione opportunistica|secondarie opportunistiche]] e, in alcuni casi, vi fu un coinvolgimento [[neurone|neurale]] che portava a disturbi mentali. Molti decessi ebbero come concausa la [[malnutrizione]].


La diffusa convinzione che la pandemia abbia colpito ricchi e poveri in ugual modo è solo parzialmente vera.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Edgar|cognome=Sydenstricker|data=1931|titolo=The Incidence of Influenza among Persons of Different Economic Status during the Epidemic of 1918|rivista=Public Health Reports (1896-1970)|volume=46|numero=4|pp=154–170|accesso=2020-03-25|doi=10.2307/4579923|url=http://www.jstor.org/stable/4579923}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Raymond|cognome=Pearl|data=1921|titolo=Influenza Studies|rivista=Public Health Reports (1896-1970)|volume=36|numero=7|pp=273–298|accesso=2020-03-27|doi=10.2307/4575894|url=http://www.jstor.org/stable/4575894}}</ref> <ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/5097235_An_egalitarian_disease_Socioeconomic_status_and_individual_survival_of_the_Spanish_Influenza_pandemic_of_1918-19_in_the_Norwegian_capital_of_Kristiania|titolo=Mamelund, Svenn-Erik. (2004). An egalitarian disease? Socioeconomic status and individual survival of the Spanish Influenza pandemic of 1918-19 in the Norwegian capital of Kristiania. Oslo University, Department of Economics, Memorandum.}}</ref>Le classi più povere erano più fragili considerando le condizioni di vita , igiene e salute. Alcuni studi hanno individuato una correlazione positiva tra il tasso di mortalità per polmonite e Spagnola e analfabetismo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gerardo|cognome=Chowell|data=2016-11-29|titolo=Pandemic influenza and socioeconomic disparities: Lessons from 1918 Chicago|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America|volume=113|numero=48|pp=13557–13559|accesso=2020-03-27|doi=10.1073/pnas.1616537113|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5137725/|nome2=Cécile|cognome2=Viboud}}</ref> <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Kyra H.|cognome=Grantz|data=2016-11-29|titolo=Disparities in influenza mortality and transmission related to sociodemographic factors within Chicago in the pandemic of 1918|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America|volume=113|numero=48|pp=13839–13844|accesso=2020-03-27|doi=10.1073/pnas.1612838113|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5137773/|nome2=Madhura S.|cognome2=Rane|nome3=Henrik|cognome3=Salje}}</ref>
=== Seconda ondata ===


Studi sull'impatto della Spagnola sulle diverse etnie evidenziano ad esempio negli USA che la popolazione afroamericana aveva una morbilità inferiore ma un tasso di letalità più elevato rispetto alla popolazione bianca. Le ragioni della minore morbilità tra la popolazione nera rimangono poco chiare. I risultati possono implicare che gli afroamericani avevano un rischio minore di sviluppare la malattia per fattori legati all'esposizione, ma quando si ammalavano, avevano un rischio maggiore di morire.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Helene|cognome=Økland|data=2019-7|titolo=Race and 1918 Influenza Pandemic in the United States: A Review of the Literature|rivista=International Journal of Environmental Research and Public Health|volume=16|numero=14|accesso=2020-03-25|doi=10.3390/ijerph16142487|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6678782/|nome2=Svenn-Erik|cognome2=Mamelund}}</ref>
La seconda ondata della pandemia del 1918 fu molto più letale della prima. La prima ondata somigliava alle tipiche epidemie influenzali; i più a rischio furono coloro che erano anziani o già malati, mentre i più giovani e coloro che godevano di buona salute si riprendevano facilmente. Ma ad agosto, quando iniziò la seconda ondata in Francia, Sierra Leone e Stati Uniti,<ref>UK Parliament&nbsp;– http://www.parliament.the-stationery-office.com/pa/ld200506/ldselect/ldsctech/88/88.pdf. Accessed 2009-05-06. [https://www.webcitation.org/5gcuRTA6L?url=http://www.parliament.the-stationery-office.com/pa/ld200506/ldselect/ldsctech/88/88.pdf Archived] 8 May 2009.</ref> il virus era mutato in una forma molto più letale.


La Spagnola ha colpito più gli uomini che le donne. Negli USA la differenza tra tasso di mortalità per influenza e polmonite (tranne la polmonite del neonato) era 38 per {{formatnum:100000}} nel 1917 e 13 per {{formatnum:100000}} nel 1919. <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrew|cognome=Noymer|data=2000|titolo=The 1918 Influenza Epidemic's Effects on Sex Differentials in Mortality in the United States|rivista=Population and development review|volume=26|numero=3|pp=565–581|accesso=2020-03-27|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2740912/|nome2=Michel|cognome2=Garenne}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23230061/|titolo=Age- And Sex-Specific Mortality Associated With the 1918-1919 Influenza Pandemic in Kentucky|autore=Viboud C, Eisenstein J, Reid Ah, Janczewski Ta, Morens Dm, Taubenberger Jk|sito=The Journal of infectious diseases|data=2013-03-01|lingua=en|accesso=2020-03-27}}</ref> Secondo lo storico John M. Barry, i più vulnerabili di tutti furono le donne incinte, asserendo che secondo i dati rilevati in tredici studi su donne ospedalizzate durante la pandemia, il tasso di mortalità era compreso tra il 23% e il 71%.<ref name="PayneBayatibojakhi2014">{{Cita pubblicazione|anno=2014|titolo=Exploring Preterm Birth as a Polymicrobial Disease: An Overview of the Uterine Microbiome|rivista=Frontiers in Immunology|volume=5|pp=595|doi=10.3389/fimmu.2014.00595|pmid=25505898|nome2=Sara|cognome2=Bayatibojakhi|cognome1=Payne|nome1=Matthew S.|issn=1664-3224|pmc=4245917}}</ref> Delle donne incinte sopravvissute al parto, oltre un quarto (26%) perse il bambino.<ref name=":12" />
Questa maggiore letalità è stata attribuita alla situazione relativa alla [[prima guerra mondiale]].<ref>{{cita|Gladwell, 1997|p. 55}}.</ref> Nella vita civile, la [[selezione naturale]] favorisce i ceppi di virus miti: quelli che si ammalano seriamente rimangono a casa, e coloro che sono solo lievemente malati continuano con le loro vite, diffondendo una malattia non grave. Nelle [[trincea|trincee]], la selezione naturale risultava invertita: i soldati che avevano contratto una forma leggera rimasero dov'erano, mentre i malati gravi venivano inviati su treni affollati verso ospedali da campo altrettanto affollati, diffondendo il virus più letale. La seconda ondata iniziò così e l'influenza si diffuse rapidamente in tutto il mondo. Di conseguenza, durante le moderne pandemie, i ricercatori medici prestano attenzione quando il virus raggiunge i luoghi con sconvolgimenti sociali alla ricerca di ceppi del virus più letali.<ref>{{cita|Gladwell, 1997|p. 63}}.</ref>


=== Le diverse ondate ===
===Decimazione delle comunità===
Un fatto inconsueto fu che l'epidemia si diffuse in diverse ondate indipendenti dalle stagioni (per quanto riguarda l'emisfero settentrionale), mentre di solito l'influenza epidemica si diffonde in inverno.<ref>Key Facts about Swine Influenza [https://www.cdc.gov/flu/swineflu/keyfacts_pigs.htm] accessed 22:45 GMT-6 30 April 2009. [https://www.webcitation.org/5gWiDErWS?url=http://www.cdc.gov/h1n1flu/key_facts.htm Archived] 4 May 2009.</ref>
[[File:Spanish_flu_death_chart.png|thumb|upright=1.6|Un grafico che mostra il numero di decessi nelle principali città, con un picco tra ottobre e novembre 1918]]


Anche se il periodo e il numero di ondate della Spagnola non sono coerenti a livello globale<ref name=":6" />, c'è un certo consenso nel ritenere che la pandemia, negli USA ed altre nazioni, abbia avuto tre onde distinte: la primavera del 1918, l'autunno del 1918 e l'inverno del 1918-1919. <ref name=":13" /><ref name=":4" />Alcuni autori considerano anche, in alcuni paesi, una quarta ondata del 1920-1921.<ref name=":22" /><ref name=":4" />[[File:1918_spanish_flu_waves.gif|miniatura|Tre ondate pandemiche: mortalità settimanale per influenza e polmonite, Regno Unito, 1918-1919]]
Persino nelle aree in cui la mortalità si rivelò bassa la vita di tutti i giorni andò incontro a grosse difficoltà. In molte città si assistette alla chiusura di molti negozi o alla richiesta ai clienti di restare all'esterno ad inoltrare gli ordini. Vi furono diversi casi in cui gli operatori sanitari non potevano visitare gli ammalati e i necrofori seppellire i morti, poiché essi stessi erano ammalati. In molti luoghi vennero scavate [[fossa comune|fosse comuni]] con macchine a vapore in cui i corpi furono sepolti senza bara.<ref>Fortune article " [https://money.cnn.com/magazines/fortune/fortune_archive/2004/11/01/8189572/index.htm Viruses of Mass Destruction]" written 1 November 2004. accessed 01:12 GMT+1 30 April 2009</ref>
La seconda ondata della pandemia del 1918 fu molto più letale della prima. La prima ondata somigliava alle tipiche epidemie influenzali; i più a rischio furono coloro che erano anziani o già malati, mentre i più giovani e coloro che godevano di buona salute si riprendevano facilmente. Ma ad agosto, quando iniziò la seconda ondata in Francia, Sierra Leone e Stati Uniti,<ref>UK Parliament&nbsp;– http://www.parliament.the-stationery-office.com/pa/ld200506/ldselect/ldsctech/88/88.pdf. Accessed 2009-05-06. [https://www.webcitation.org/5gcuRTA6L?url=http://www.parliament.the-stationery-office.com/pa/ld200506/ldselect/ldsctech/88/88.pdf Archived] 8 May 2009.</ref> il virus era mutato in una forma molto più letale. <ref>{{Cita pubblicazione|nome=John M.|cognome=Barry|data=2008-11-15|titolo=Cross-Protection between Successive Waves of the 1918–1919 Influenza Pandemic: Epidemiological Evidence from US Army Camps and from Britain|rivista=The Journal of infectious diseases|volume=198|numero=10|pp=1427–1434|accesso=2020-03-25|doi=10.1086/592454|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3206319/|nome2=Cécile|cognome2=Viboud|nome3=Lone|cognome3=Simonsen}}</ref>


Questa maggiore letalità è stata attribuita alla situazione relativa alla [[prima guerra mondiale]]. Nella vita civile, la [[selezione naturale]] favorisce i ceppi di virus miti: quelli che si ammalano seriamente rimangono a casa, e coloro che sono solo lievemente malati continuano con le loro vite, diffondendo una malattia non grave. Nelle [[Trincea|trincee]], la selezione naturale risultava invertita: i soldati che avevano contratto una forma leggera rimasero dov'erano, mentre i malati gravi venivano inviati su treni affollati verso ospedali da campo altrettanto affollati, diffondendo il virus più letale. La seconda ondata iniziò così e l'influenza si diffuse rapidamente in tutto il mondo. Di conseguenza, durante le moderne pandemie, i ricercatori medici prestano attenzione quando il virus raggiunge i luoghi con sconvolgimenti sociali alla ricerca di ceppi del virus più letali.<ref name=":5" /><ref name=":8" /><ref name=":0" />
Diversi territori delle isole del Pacifico vennero particolarmente colpiti. La pandemia li raggiunse dalla [[Nuova Zelanda]], la quale si dimostrò troppo lenta ad attuare misure atte ad impedire alle navi che trasportavano l'influenza di lasciare i propri porti. Da qui, l'influenza raggiunse [[Tonga]] (uccidendo l'8% della popolazione), [[Nauru]] (16%) e [[Fiji]] (5%, {{formatnum:9000}} persone).<ref name="d">{{cita|Denoon, 2004}}.</ref>


=== Decimazione delle comunità ===
Ancora più grave fu la situazione che si verificò nelle [[Samoa tedesche]], oggi lo stato indipendente di [[Samoa]], occupate dalla Nuova Zelanda nel 1914. Qui il 90% della popolazione venne contagiato; il 30% degli uomini adulti, il 22% delle donne adulte e il 10% dei bambini rimasero uccisi. Al contrario, l'influenza fu tenuta lontana dalle [[Samoa Americane]] grazie all'intervento del governatore John Martin Poyer, che impose un blocco.<ref name="d"/> Nella stessa Nuova Zelanda, {{formatnum:8573}} morti vennero attribuiti alla pandemia influenzale del 1918, con un tasso di mortalità totale dello 0,74%.<ref>{{cita|Rice, 2005|p. 221}}.</ref> Si stima che in [[Irlanda]] l'influenza spagnola fu responsabile del 10% di tutti i decessi avvenuti nel 1918.
[[File:Spanish_flu_death_chart.png|miniatura|Un grafico che mostra il numero di decessi nelle principali città, con un picco tra ottobre e novembre 1918]]
Persino nelle aree in cui la mortalità si rivelò bassa la vita di tutti i giorni andò incontro a grosse difficoltà. In molte città si assistette alla chiusura di molti negozi o alla richiesta ai clienti di restare all'esterno ad inoltrare gli ordini. Vi furono diversi casi in cui gli operatori sanitari non potevano visitare gli ammalati e i necrofori seppellire i morti, poiché essi stessi erano ammalati. In molti luoghi vennero scavate [[Fossa comune|fosse comuni]] con macchine a vapore in cui i corpi furono sepolti senza bara.<ref>Fortune article " [https://money.cnn.com/magazines/fortune/fortune_archive/2004/11/01/8189572/index.htm Viruses of Mass Destruction]" written 1 November 2004. accessed 01:12 GMT+1 30 April 2009</ref>


Diversi territori delle isole del Pacifico vennero particolarmente colpiti. La pandemia li raggiunse dalla [[Nuova Zelanda]], la quale si dimostrò troppo lenta ad attuare misure atte ad impedire alle navi che trasportavano l'influenza di lasciare i propri porti. Da qui, l'influenza raggiunse [[Tonga]] (uccidendo l'8% della popolazione), [[Nauru]] (16%) e [[Fiji]] (5%, {{formatnum:9000}} persone).<ref name=":16" />
L'analisi dei dati ha rivelato che 6.520 morti vennero registrati nella [[Savannah (Georgia)|contea di Savannah-Chatham]], in [[Georgia]] (su di una popolazione di {{formatnum:83252}} individui) durante il triennio che va dal 1º gennaio 1917 al 31 dicembre 1919. Di questi decessi, l'influenza venne specificatamente indicata come causa in 316 casi, che rappresentano il 4,85% di tutte le cause di morte per tutto il periodo.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Plaspohl|nome1=Sata S.|cognome2=Dixon|nome2=Betty T.|cognome3=Owen|nome3=Nyssa|titolo="The Effect of the 1918 Spanish Influenza Pandemic on Mortality Rates in Savannah, Georgia|rivista=Georgia Historical Quarterly|data=2016|volume=100|numero=3|p=332|url=http://search.ebscohost.com/login.aspx?direct=true&db=a9h&AN=119493974&site=eds-live&scope=site|accesso=14 febbraio 2018}}</ref>


Ancora più grave fu la situazione che si verificò nelle [[Samoa tedesche]], oggi lo stato indipendente di [[Samoa]], occupate dalla Nuova Zelanda nel 1914. Qui il 90% della popolazione venne contagiato; il 30% degli uomini adulti, il 22% delle donne adulte e il 10% dei bambini rimasero uccisi. Si stima che in [[Irlanda]] l'influenza spagnola fu responsabile del 10% di tutti i decessi avvenuti nel 1918.
===Aree meno colpite===


Le tribù [[Nativi americani|native americane]] furono particolarmente colpite. Solo nell'area di [[Four Corners]] sono stati registrati 3.293 decessi tra i nativi.<ref>{{Cita web|url=http://www.deseretnews.com/article/412123/FLU-EPIDEMIC-HIT-UTAH-HARD-IN-1918-1919.html?pg=all|titolo=Flu Epidemic Hit Utah Hard in 1918, 1919|data=28 marzo 1995|accesso=7 luglio 2012}}</ref> Intere comunità di villaggi sono scomparse in [[Alaska]].<ref>{{Cita web|url=https://www.pandemicflu.gov/general/greatpandemic.html#alaska|titolo=The Great Pandemic of 1918: State by State|accesso=4 maggio 2009|urlarchivio=https://www.webcitation.org/5gZqOpdgM?url=http://www.pandemicflu.gov/general/greatpandemic.html|dataarchivio=6 maggio 2009|urlmorto=sì}}</ref>
In Giappone, nel luglio 1919, vennero attribuiti {{formatnum:257363}} decessi all'influenza, con un tasso di mortalità stimato dello 0,425%, un dato molto più basso rispetto a quasi tutti gli altri paesi asiatici per i quali sono disponibili dati. Il governo giapponese limitò radicalmente i viaggi marittimi da e verso le isole di origine della pandemia.


L'analisi dei dati ha rivelato che 6.520 morti vennero registrati nella [[Savannah (Georgia)|contea di Savannah-Chatham]], in [[Georgia]] (su di una popolazione di {{formatnum:83252}} individui) durante il triennio che va dal 1º gennaio 1917 al 31 dicembre 1919. Di questi decessi, l'influenza venne specificatamente indicata come causa in 316 casi, che rappresentano il 4,85% di tutte le cause di morte per tutto il periodo.<ref>{{Cita pubblicazione|data=2016|titolo="The Effect of the 1918 Spanish Influenza Pandemic on Mortality Rates in Savannah, Georgia|rivista=Georgia Historical Quarterly|volume=100|numero=3|p=332|accesso=14 febbraio 2018|url=http://search.ebscohost.com/login.aspx?direct=true&db=a9h&AN=119493974&site=eds-live&scope=site|nome2=Betty T.|cognome2=Dixon|nome3=Nyssa|cognome3=Owen|cognome1=Plaspohl|nome1=Sata S.}}</ref>
Nel Pacifico, anche le Samoa americane<ref name=usnavyreport>{{cita web|url=http://www.history.navy.mil/library/online/influenza_main.htm |urlarchivio=http://webarchive.loc.gov/all/20150111194407/http://www.history.navy.mil/library/online/influenza_main.htm |dataarchivio=11 gennaio 2015 |titolo=Influenza of 1918 (Spanish Flu) and the US Navy |opera=history.navy.mil |accesso=14 maggio 2009 |urlmorto=sì }}</ref> e la colonia francese della [[Nuova Caledonia]]<ref name=whoreport>{{cita pubblicazione|autore=[[World Health Organization]] Writing Group |titolo=Nonpharmaceutical interventions for pandemic influenza, international measures |rivista=Centers for Disease Control and Prevention (CDC) Emerging Infectious Diseases (EID) Journal |anno=2006 |pagina=189 | volume=12 |numero=1 |url=http://wwwnc.cdc.gov/eid/article/12/1/pdfs/05-1370.pdf }}</ref> riuscirono a prevenire l'arrivo dell'influenza grazie all'adozione di efficaci sistemi di [[quarantena]], arrivando a non contare alcun decesso tra i propri abitanti. In Australia, quasi {{formatnum:12000}} persone morirono.<ref>[https://web.archive.org/web/20040917020632/http://www.ballaratgenealogy.org.au/digby/1919flu.htm Anne Grant, History House, Portland. ''Influenza Pandemic 1919. Portland Victoria'']</ref>

=== Aree meno colpite ===
[[File:1919FluVictimsTokyo.jpg|miniatura|Scolaresca femminile con maschere protettive durante l'epidemia del 1919 a [[Tokyo|Tokio]]]]
In Giappone, nel luglio 1919, vennero attribuiti {{formatnum:257363}} decessi all'influenza, con un tasso di mortalità stimato dello 0,425%, un dato molto basso rispetto a quasi tutti gli altri paesi asiatici per i quali sono disponibili dati. Il governo giapponese limitò radicalmente i viaggi marittimi da e verso le isole di origine della pandemia.

Nel Pacifico, l'influenza fu tenuta lontana dalle [[Samoa Americane]] grazie all'intervento del governatore John Martin Poyer, che impose un blocco.<ref name=":16" /> Nella stessa Nuova Zelanda, 8 573 morti vennero attribuiti alla pandemia influenzale del 1918, con un tasso di mortalità totale dello 0,74%.<ref name="usnavyreport">{{cita web|url=http://www.history.navy.mil/library/online/influenza_main.htm|titolo=Influenza of 1918 (Spanish Flu) and the US Navy|accesso=14 maggio 2009|urlarchivio=http://webarchive.loc.gov/all/20150111194407/http://www.history.navy.mil/library/online/influenza_main.htm|dataarchivio=11 gennaio 2015|urlmorto=sì|opera=history.navy.mil}}</ref> e la colonia francese della [[Nuova Caledonia]]<ref name="whoreport">{{cita pubblicazione|autore=[[World Health Organization]] Writing Group|anno=2006|titolo=Nonpharmaceutical interventions for pandemic influenza, international measures|rivista=Centers for Disease Control and Prevention (CDC) Emerging Infectious Diseases (EID) Journal|volume=12|numero=1|url=http://wwwnc.cdc.gov/eid/article/12/1/pdfs/05-1370.pdf|pagina=189}}</ref> riuscirono a prevenire l'arrivo dell'influenza grazie all'adozione di efficaci sistemi di [[quarantena]], arrivando a non contare alcun decesso tra i propri abitanti. In Australia, quasi {{formatnum:12000}} persone morirono.<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20040917020632/http://www.ballaratgenealogy.org.au/digby/1919flu.htm|titolo=1919 - Spanish Flu Reports in south-western Victoria, Australia|sito=web.archive.org|data=2004-09-17|accesso=2020-03-26}}</ref>


Alla fine della pandemia, la remota [[Marajó|isola di Marajó]], alla foce del [[Rio delle Amazzoni]], in [[Brasile]], non ebbe nessun riscontro dell'epidemia.<ref>Ryan, Jeffrey, ed. Pandemic influenza: emergency planning and community preparedness. Boca Raton : CRC Press, 2009. P. 24</ref> Anche nell'[[Sant'Elena (isola)|isola di Sant'Elena]] non si registrarono decessi.<ref>"Colonial Annual Report", 1919</ref>
Alla fine della pandemia, la remota [[Marajó|isola di Marajó]], alla foce del [[Rio delle Amazzoni]], in [[Brasile]], non ebbe nessun riscontro dell'epidemia.<ref>Ryan, Jeffrey, ed. Pandemic influenza: emergency planning and community preparedness. Boca Raton : CRC Press, 2009. P. 24</ref> Anche nell'[[Sant'Elena (isola)|isola di Sant'Elena]] non si registrarono decessi.<ref>"Colonial Annual Report", 1919</ref>


=== Sul fronte italiano ===
=== Sul fronte italiano ===
In Italia il primo allarme venne lanciato a [[Sossano]] ([[Vicenza]]) nel settembre del 1918, quando il capitano medico dirigente del Servizio sanitario del secondo gruppo reparti d'assalto invitò il sindaco a chiudere le scuole per una sospetta epidemia di [[Tifo esantematico|tifo]]. Si stima che le vittime furono almeno 600.000 lungo lo stivale.
In Italia il primo allarme venne lanciato a [[Sossano]] ([[Vicenza]]) nel settembre del 1918, quando il capitano medico dirigente del Servizio sanitario del secondo gruppo reparti d'assalto invitò il sindaco a chiudere le scuole per una sospetta epidemia di [[Tifo esantematico|tifo]]. Si stima che le vittime furono almeno {{formatnum:600000}} lungo lo stivale.


I morti dell'[[Impero austro-ungarico]] furono invece meno numerosi; in particolare, in [[Austria]] l'epidemia uccise {{formatnum:135000}} persone, in [[Ungheria]] {{formatnum:115000}} e in [[Bosnia]] {{formatnum:10000}}, per un totale di {{formatnum:260000}} morti nell'Impero.<ref>{{Cita news|url=http://encyclopedia.1914-1918-online.net/article/war_losses_austria-hungary|titolo=War Losses (Austria-Hungary) {{!}} International Encyclopedia of the First World War (WW1)|accesso=29 maggio 2017}}</ref>
I morti dell'[[Impero austro-ungarico]] furono invece meno numerosi; in particolare, in [[Austria]] l'epidemia uccise {{formatnum:135000}} persone, in [[Ungheria]] {{formatnum:115000}} e in [[Bosnia]] {{formatnum:10000}}, per un totale di {{formatnum:260000}} morti nell'Impero.<ref>{{Cita news|url=http://encyclopedia.1914-1918-online.net/article/war_losses_austria-hungary|titolo=War Losses (Austria-Hungary) {{!}} International Encyclopedia of the First World War (WW1)|accesso=29 maggio 2017}}</ref>


===Termine della pandemia===
=== Termine della pandemia ===
Anche i dati sul termine della pandemia sono incerti. Dopo la letale seconda ondata avvenuta verso la fine del 1918, il numero di nuovi casi diminuì bruscamente, fino a quasi annullarsi. A [[Filadelfia]], per esempio, ci furono {{formatnum:4597}} morti nella settimana che terminò il 16 ottobre, ma già l'11 novembre l'influenza era pressoché scomparsa da tutta la città. Una spiegazione per il rapido declino della letalità della malattia potrebbe essere che i medici erano riusciti a migliorare la prevenzione e la cura della [[polmonite]] che si sviluppava dopo che le vittime avevano contratto il virus; tuttavia non tutti i ricercatori concordano con tale teoria.


Un'altra ipotesi è che il virus del 1918 abbia subito una mutazione rapida verso una forma meno letale, un evento comune nei virus patogeni, poiché gli ospiti dei ceppi più pericolosi tendono a estinguersi.
Dopo la letale seconda ondata avvenuta verso la fine del 1918, il numero di nuovi casi diminuì bruscamente, fino a quasi annullarsi.<ref>{{cita|Barry, 2004 }}.</ref> A [[Filadelfia]], per esempio, ci furono {{formatnum:4597}} morti nella settimana che terminò il 16 ottobre, ma già l'11 novembre l'influenza era pressoché scomparsa da tutta la città. Una spiegazione per il rapido declino della letalità della malattia potrebbe essere che i medici erano riusciti a migliorare la prevenzione e la cura della [[polmonite]] che si sviluppava dopo che le vittime avevano contratto il virus; tuttavia non tutti i ricercatori concordano con tale teoria.<ref name="cita|Barry, 2004b"/>

Un'altra ipotesi è che il virus del 1918 abbia subito una mutazione rapida verso una forma meno letale, un evento comune nei virus patogeni, poiché gli ospiti dei ceppi più pericolosi tendono a estinguersi.<ref name="cita|Barry, 2004b"/>


== Note ==
== Note ==
<references/>
<references/>



== Bibliografia ==
== Bibliografia ==

Versione delle 14:45, 27 mar 2020

Influenza spagnola
epidemia
PatologiaVirus dell'influenza A sottotipo H1N1
OrigineSconosciuta; diverse ipotesi
LuogoMondiale
Periodoottobre 1918
-
dicembre 1920
Dati statistici globali[1]
Numero di casi500 000 000
Numero di morti50 000 000
Immagine al microscopio elettronico del virus dell'influenza A sottotipo H1N1 (ricreato in laboratorio[2])
29 maggio 1919, Massachusetts. Come in tutti i paesi, anche qui, in seguito al riempirsi degli ospedali, si fecero costruire ospedali da campo per sopperire alle esigenze dei malati

L'influenza spagnola, altrimenti conosciuta come la Spagnola o la grande influenza, fu una pandemia influenzale, insolitamente mortale, che fra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone nel mondo, la prima delle pandemie del XX° secolo che coinvolgono il virus dell'influenza H1N1.[3] Arrivò a infettare circa 500 milioni di persone in tutto il mondo,[4] inclusi alcuni abitanti di remote isole dell'Oceano Pacifico e del Mar Glaciale Artico, provocando il decesso di 50-100 milioni di persone su una popolazione mondiale di circa 2 miliardi.[5] La letalità le valse la definizione di più grave forma di pandemia della storia dell'umanità: ha infatti causato più vittime della terribile peste nera del XIV secolo.[6][7][8][9]

La malattia ridusse notevolmente l'aspettativa di vita dell'inizio del XX secolo che, nel primo anno dal diffondersi della pandemia, risultava diminuita di circa 12 anni.[10][11][12] La maggior parte delle epidemie influenzali uccide quasi esclusivamente pazienti anziani o già indeboliti; al contrario, la pandemia del 1918 uccise prevalentemente giovani adulti precedentemente sani.[13]

Sono state formulate diverse possibili spiegazioni per l'alto tasso di mortalità di questa pandemia. Alcune ricerche suggeriscono che la variante specifica del virus avesse una natura insolitamente aggressiva. Un gruppo di ricercatori, recuperando il virus dai corpi delle vittime congelate, ha scoperto che la trasfezione negli animali causava una rapida insufficienza respiratoria progressiva e la morte attraverso una tempesta di citochine (una reazione eccessiva del sistema immunitario dell'organismo). Si è quindi ritenuto che nei giovani adulti l'elevata mortalità fosse legata alle forti reazioni immunitarie; mentre la probabilità di sopravvivenza, in alcune aree, paradossalmente sarebbe stata più elevata in soggetti con sistema immunitario più debole, come bambini ed anziani.

Una volta ritrovato e ricostruito il virus responsabile della Spagnola le proprietà che lo hanno reso così devastante non sono state ben comprese.[14]

Studi più recenti, basati principalmente su referti medici originali del periodo della pandemia,[15][16] hanno rilevato che l'infezione virale stessa non era molto più aggressiva di altre influenze precedenti, ma che le circostanze speciali (guerra, malnutrizione, campi medici e ospedali sovraffollati, scarsa igiene) contribuirono ad una superinfezione batterica che uccise la maggior parte degli ammalati, in genere dopo un periodo prolungato di degenza.[17][18] Inoltre, in Europa, il diffondersi della pandemia fu aiutato dalla concomitanza degli eventi bellici relativi alla prima guerra mondiale. Nel 1918, il conflitto durava ormai da quattro anni ed era diventato una guerra di posizione: milioni di militari vivevano quindi ammassati in trincee sui vari fronti favorendo così la diffusione del virus. I dati storici ed epidemiologici sono inadeguati per identificare l'origine geografica della pandemia.[4] Alcuni studi ritengono ritiene che sull'influenza spagnola abbia avuto un'implicazione: la comparsa, negli anni '20, dell'encefalite letargica.[19]

All'influenza fu dato il nome di "spagnola" poiché la sua esistenza fu riportata dapprima soltanto dai giornali spagnoli: la Spagna non era coinvolta nella prima guerra mondiale e la sua stampa non era soggetta alla censura di guerra; invece nei paesi belligeranti la rapida diffusione della malattia fu nascosta dai mezzi d'informazione, che tendevano a parlarne come di un'epidemia circoscritta alla Spagna (dove venne colpito anche il re Alfonso XIII).[20]

Eziopatogenesi

Solo alcuni anni dopo la pandemia fu identificato il virus che la causava.

I principali sintomi dell'infezione erano simili a quelli di altre malattie influenzali:

  • insorgenza improvvisa della malattia,
  • pronunciata sensazione di malattia in tutto il corpo: mal di testa e dolori muscolari , mal di schiena e mal di schiena, stanchezza ed esaurimento, mancanza di guida, incapacità di concentrazione, apatia,
  • a volte brividi,
  •  principali sintomi specifici erano simili a quelli di altre malattie influenzali:tosse secca, lancinante o tosse convulsa, talvolta con grave irritazione nella zona della gola. .
  • Questo è stato seguito da una febbre , con la temperatura che ha superato i 40 ° C per un giorno o due.
  • Frequenza cardiaca ridotta a 60 al minuto o meno.
  • Durata della malattia in media tre, meno spesso cinque o più giorni.
  • Nei casi più gravi, la polmonite si è verificata sotto forma di polmonite primaria da virus dell'influenza o sotto forma di polmonite secondaria da superinfezioni batteriche , a volte accompagnata da febbre emorragica in rapido sviluppo e una colorazione bluastra-nera ( cianosi ) della pelle, risultante dalla mancanza di ossigeno.
  • La morte di solito si verificava l'ottavo o il nono giorno di malattia, principalmente a causa dell'infezione batterica secondaria.

Le autopsie hanno mostrato che spesso le vie aeree sono state infettate, di tanto in tanto il mediastino . L'infiammazione è stata principalmente riscontrata nei lobi inferiori dei polmoni, con molte cavità pleuriche allargate. La milza era spesso ingrossata. Il fegato era ingrossato meno frequentemente e con i reni a volte mostrava danni. Spesso erano infiammate anche le le meningi. irritate. [21]

I sopravvissuti sono stati spesso contrassegnati da grave affaticamento e esaurimento cronico per settimane, e non era raro che si manifestasse depressione. Coloro che sopravvissero alla polmonite dovettero spesso affrontare una lunga e ardua convalescenza .

A causa dell'infezione influenzale, molte persone avrebbero sofferto di disfunzioni neurologiche per il resto della loro vita , compreso un notevole aumento dei casi di encefalite letargica . Questa è una forma di infiammazione cerebrale che provoca letargia , attacchi di sonno incontrollati e un disturbo temporaneo simile alla malattia di Parkinson, in alcuni casi, Parkinsonismo postcefalitico permanente.[22] Tuttavia, non è stata dimostrata una connessione diretta tra encefalite letargica e influenza spagnola. I campioni di tessuto esaminati nel 2003 non hanno trovato prove del virus dell'influenza. [23]

Il virus

L’agente causale della Spagnola appartiene alla famiglia dei virus dell’influenza A, la stessa che si evolve provocando la classica influenza stagionale. Non c'è consenso universale sull'origine e patogenicità del virus.[24][25] ​​Gli studi condotti su campioni risalenti all’epoca della Spagnola avrebbero dimostrato che il virus H1N1 del 1918 non è stato originato da un riassortimento tra virus umani e animali. Il virus pandemico del 1918 avrebbe avuto origine prima del 1918 quando un virus H1 umano acquisì la neuraminidasi aviaria N1 e i geni delle proteine interne. [26][2][27]

Tutti gli 8 segmenti genetici sarebbero derivati da un virus aviario che, compiendo un “salto di specie”, si sarebbe adattato all’uomo acquisendo anche una eccezionale capacità di trasmettersi da persona a persona. Indagini su colture tessutali ed esperimenti su topi hanno inoltre rivelato almeno altre due caratteristiche singolari: la possibilità di replicarsi in assenza di una proteasi, che è invece normalmente richiesta per attivare l’emoagglutinina e innescare l’infezione dei tessuti in coltura, e la letalità nel topo 100 volte superiore a quella degli altri virus dell’influenza umana. Queste peculiarità contribuiscono a spiegare la straordinaria gravità della prima grande pandemia del XX secolo .[28]Il virus H1N1 del 1918, per di più, è stato all’epoca protagonista di un altro fenomeno anomalo: contemporaneamente alla pandemia umana esso ha cominciato a circolare e si è diffuso anche tra i maiali. Questa specie era in precedenza indenne dall’influenza.[29]

Il lignaggio dell'H1N1 suino derivato dal virus umano della Spagnola, per riassortimento sarebbe poi riemerso nell'uomo dopo il 1922 iniziando un nuovo lignaggio H1N1 umano.[30][31]

Esperimenti hanno indicato che il gene HA del virus della Spagnola ha svolto un ruolo importante nella sua gravità.

Storia

Ipotesi sull'origine

L'origine geografica della Spagnola è oggetto di controversia.[32] Lo storico Alfred W. Crosby ha sostenuto che l'influenza abbia avuto origine nello stato americano del Kansas,[33] e lo scrittore popolare John Barry gli ha fatto eco nell'indicare la contea di Haskell come punto di partenza del focolaio[34] sebbene già alla fine del 1917 si fosse registrata una prima ondata in almeno 14 campi militari statunitensi.[35]

Il lavoro di ricerca condotto nel 1999 da un gruppo britannico guidato dal virologo John Oxford[36] del St Bartholomew's Hospital e dal Royal London Hospital ha identificato il centro della pandemia influenzale del 1918 nel campo militare e ospedale di Étaples, in Francia. Alla fine del 1917, i patologi militari riportarono l'insorgenza di una nuova malattia, caratterizzata da un'alta mortalità, che in seguito riconobbero come influenza. Il campo e l'ospedale sovraffollati, impegnati a curare migliaia di soldati vittime di attacchi chimici e altre ferite di guerra, erano un luogo ideale per la diffusione di un virus respiratorio: ogni giorno vi transitavano circa 100 000 soldati. Oxford e il suo team asserirono che un virus precursore, ospitato negli uccelli, fosse riuscito a mutare, tanto da infettare i maiali che erano tenuti nei pressi del fronte.[37][38]

Vi sono, tuttavia, varie ipotesi precedenti sull'origine dell'epidemia. Alcuni hanno ipotizzato che l'influenza abbia avuto origine in Asia orientale.[39] Claude Hannoun, il principale esperto dell'epidemia per l'Istituto Pasteur, affermò che probabilmente fosse un virus proveniente dalla Cina e che fosse mutato negli Stati Uniti, vicino a Boston, per poi diffondersi a Brest, in Francia, nei campi di battaglia dell'Europa, utilizzando i soldati e marinai dell'Intesa come principali diffusori.[40] Hannoun prese in considerazione altre possibili ipotesi di origine, come la Spagna, il Kansas e Brest, ma non le ritenne verosimili.[41]

Lo scienziato Andrew Price-Smith pubblicò i dati presi dagli archivi austroungarici, suggerendo che l'influenza avesse origini precedenti, esordendo agli inizi del 1917 in Austria.[42]

Nel 2014, lo storico Mark Humphries, del Memorial University of Newfoundland in Canada, ha evidenziato che lo studio di alcuni documenti da poco rinvenuti suggerisce che l'origine della pandemia possa essere stato uno degli eventi collaterali della guerra, la mobilitazione di 96 000 lavoratori cinesi chiamati a prestare servizio dietro le linee britanniche e francesi sul fronte occidentale. Humphries ha trovato prove archivistiche di una malattia respiratoria che avrebbe colpito la Cina settentrionale nel novembre del 1917 e che l'anno successivo fu ritenuta identica alla "spagnola" dai funzionari della sanità cinesi.[43][44] Tuttavia, in un rapporto pubblicato nel 2016 sul Journal of the Chinese Medical Association non si riscontrano prove sufficienti della trasmissione in Europa del virus attraverso soldati e operai cinesi; al contrario, si evidenzia l'esistenza di prove sulla circolazione del virus entro gli eserciti europei già mesi e forse anni prima dello scoppio della pandemia del 1918.[45]

Diffusione

Auditorium del municipio di Oakland temporaneamente adibito ad ospedale per assistere i malati di influenza spagnola

Quando una persona infetta starnutisce o tossisce, più di mezzo milione di particelle virali possono essere diffuse nelle vicinanze.[46] Gli alloggi sovraffollati e i massicci movimenti delle truppe impegnate nella prima guerra mondiale affrettarono la pandemia e probabilmente accelerarono la trasmissione e la mutazione del virus. Alcuni ipotizzano che il sistema immunitario dei soldati fosse fortemente indebolito dalla malnutrizione, dallo stress dei combattimenti e dalla paura degli attacchi chimici, e così essi sarebbero stati particolarmente suscettibili alla malattia.[47]

Un ulteriore importante fattore a livello globale che favorì la propagazione della pandemia fu l'incremento dei viaggi. I moderni sistemi di trasporto resero più facile a soldati, marinai e semplici viaggiatori civili spostarsi nel mondo e diffondere inconsapevolmente la malattia.[48]

Negli Stati Uniti, la malattia fu osservata per la prima volta nel gennaio 1918 nella contea di Haskell (Kansas), spingendo il medico locale Loring Miner ad avvertire l'U.S. Public Health Service. Il 4 marzo 1918, il cuoco Albert Gitchell si ammalò a Fort Riley, una struttura militare americana dove all'epoca si stavano addestrando truppe statunitensi destinate a combattere nella Grande Guerra; Gitchell fu la prima vittima registrata dell'influenza.[34][49] In pochi giorni, 522 uomini del campo furono contagiati.[50] Entro l'11 marzo 1918, il virus aveva raggiunto il quartiere Queens di New York.[51] La mancata adozione di misure preventive tra marzo ed aprile fu poi aspramente criticata.[8]

Nell'agosto 1918, un ceppo più virulento apparve simultaneamente a Brest (in Francia), a Freetown (in Sierra Leone) e negli Stati Uniti, a Boston. L'influenza spagnola si diffuse anche attraverso l'Irlanda, portata lì da soldati irlandesi di ritorno dal fronte. Le potenze dell'Intesa vollero chiamarla "influenza spagnola", principalmente perché la pandemia ricevette maggiore attenzione da parte della stampa solo dopo aver raggiunto, nel novembre 1918, la Spagna: una nazione non coinvolta nel conflitto e in cui non vigeva la censura di guerra.[52]

Storia della scoperta e ricostruzione del virus

La gravità unica della pandemia nota come Spagnola ha sconcertato i ricercatori per decenni e ha sollevato diverse domande. Generazioni di scienziati ed esperti di sanità pubblica furono lasciati solo con le prove epidemiologiche della letalità del virus. Già nel 1951 Johan Hultin, giovane microbiologo svedese, studente in una università dello Iowa, aveva cercato, senza successo di ricavare campioni originali del virus da cadaveri di una missione in Alaska, sepolti nel permafrost. Solo 46 anni dopo, in una nuova spedizione a proprie spese nel villaggio Brevig (72 morti di Spagnola su 80 abitanti ) Hultin riuscì a riportare campioni di tessuto polmonare conservato dal permafrost, dove il gruppo di Taubenberger e Reid isolarono il materiale genetico del virus.[53]

Gli autori della ricerca indicarono come co-autore Hultin, l'ostinato ormai anziano ricercatore svedese.

Nel 2005 Tampey del CDC riuscì a ricostruire il virus della Spagnola, sintetizzandolo de novo. [2]

Mortalità

I tipici dati epidemiologici ( tasso di mortalità, letalità, attacco, eccesso di mortalità ) relativi alla pandemia, cosiddetta "spagnola" sono da anni oggetto di controversia scientifica e sembrerebbe improbabile che si possano mai calcolare cifre veramente accurate relative alla mortalità e letalità dell'influenza spagnola.[54]<[55]

Variabilità ed incertezze

La pandemia si è diffusa in anni in cui gli strumenti di raccolta dati per calcoli epidemiologici e di statistica medica erano tendenzialmente incoerenti e di dubbia validità, accuratezza e solidità.

  • Il ceppo virale origine dell'influenza spagnola è stata riconosciuto solo oltre una decina di anni dopo (1933).[56]
  • Si sospetta che molte morti siano state provocate da cure inadeguate se non controproducenti, in particolare uno studio del 2009 conclude che un significativo numero di decessi potrebbe essere attribuito, almeno come concausa, all'edema polmonare indotto dall'avvelenamento da aspirina . [38]
  • A causa della Prima Guerra Mondiale e delle sue ripercussioni socio-economiche le aspettative di vita per larghi settori della popolazione si erano ridotte sensibilmente.[57][58]
  • L'origine e durata della pandemia è incerta mentre vari studi filogenetici identificano l'origine nelle influenze fatali sul fronte di guerra mesi o anni prima del 1918[54][59] e probabili precursori virali nell'influenza del 1915, la pandemia, sviluppandosi ad ondate successive, pare sia durata fino al 1920.[60]
  • L'inusualmente alto tasso di letalità età-specifico nella fascia dei 20-40 anni, nelle ondate del 1918-19, si ipotizza sia determinato da una diversa suscettibilità legata all'esposizione infantile a precedenti epidemie virali in particolare a quelle dovute ad un virus H3N8 che ha circolato dal 1889 al 1900, piuttosto che l'esposizione a precedenti influenze subtipiche H1 che possano aver ridotto il tasso di letalità età-specifico in alcune popolazioni.
  • Gli antibiotici non erano ancora stati scoperti e la mortalità per malattie respiratorie (polmoniti e tubercolosi) dipendenti da fattori diversi dalla Spagnola non era distinguibile da quella conseguenza dell'influenza.[61][62]

Stime della mortalità e del numero globale di morti

Il numero globale di morti attribuibili alla spagnola è stato stimato da molti studi, molti focalizzati sulle ondate del 1918.

Una delle prime stime pubblicata nel 1927 concludeva che si trattava di 21,6 milioni.[63] Nel 1991 il numero è stato corretto in 30 milioni ( da 24,7 a 39,3 milioni ).[7] Mentre alcune ricerche nel 1998 stimavano il numero globale di morti attorno ai 20 milioni[64], calcolando anche gli anni fino al 1920 , nel 2002 , la stima è stata portata a 50 milioni, ipotizzando che potesse essere anche il doppio.[9] Ricerche più recenti, nel 2018, hanno fortemente ridimensionato queste cifre concludendo che il numero di morti causati dalla spagnola sia stato 17,4 milioni.[65] Raccogliendo tutte le ricerche si ha una variazione da 15 a 100 milioni del numero globale di morti.[66][67] Considerando che anche la stima della popolazione mondiale in quegli anni varia da 1,8 miliardi a 2 miliardi, il tasso di mortalità globale varierebbe enormemente dal 0,75% al 5,6%.

Un certo consenso si è trovato su stime intermedie: circa 50 milioni di morti con un tasso di mortalità del 2,5%.[52][68][4][69][70][71][43][72][73]

Il numero globale di contagiati è stimato da alcuni attorno ai 500 milioni di persone, comportando un tasso di letalità che varia, a seconda delle stime globali del numero di morti e di contagiati, dal 2,04%[74] [75]al 10%. [9]

Casistica di mortalità per paese

Seattle, 1918. Il manovratore di un tram non accetta a bordo passeggeri sprovvisti di mascherina
Poliziotti di Seattle durante l'pidemia di Spagnola, dicembre 1918
Ospedale a Washington, D.C., 1918/1919

Questa pandemia è stata descritta come "il più grande olocausto medico della storia"[76] e in numeri assoluti, ma non in percentuale a causa dell'aumento della popolazione nel Novecento rispetto al Trecento, ha ucciso più persone della peste nera. Si dice che questa influenza abbia ucciso più persone in 24 settimane che l'AIDS in 24 anni e in un anno più di quante ne abbia uccise la peste nera in un secolo. Un articolo del 2016 afferma che la peste nera, nel corso del decennio del 1340, uccise più del 10% della popolazione mondiale, mentre la pandemia influenzale del 1918 uccise meno della metà di questa percentuale, poiché nel frattempo la popolazione mondiale era passata da 400 milioni a quasi due miliardi di individui.[77]

La malattia ha causato decessi in ogni angolo del globo ma i dati sul tasso di mortalità della spagnola differiscono sensibilmente tra paese e paese, anche di 40 volte.[78][9][79][55] Secondo report locali, 17 milioni sarebbero morti solo in India, rappresentando circa il 5% della popolazione totale del paese.[80] Il bilancio delle vittime registrate nei distretti governativi britannici sarebbe stato di 13,88 milioni. Mentre in Giappone, dei 23 milioni di persone che ne furono colpite, circa il 43% della popolazione, 388 000 morirono con un tasso di mortalità dello 0,67%.[81] Nelle Indie Orientali Olandesi (ora Indonesia), si presume che circa un milione e mezzo di persone siano morte tra i 30 milioni di abitanti del tempo.[82] A Tahiti, il 13% della popolazione morì in un solo mese. Allo stesso modo, a Samoa, il 22% della popolazione è deceduto nel corso di due mesi.k Nel Camerun sembrerebbe che i morti siano stati circa 250 000 persone su 561 000 (44,6%). Anche in Iran l'impatto sarebbe stato enorme; dove, secondo una stima, tra 902 400 e 2 431 000 persone (pari a tra l'8,0% e il 21,7% della popolazione totale) non sopravvissero.[83][9]

Negli Stati Uniti, circa il 28% di una popolazione di 103 milioni, è stata infettata e, tra questi, dai 500 000 a 675 000 sono morti[84], di cui 43 000 militari mobilitati per la prima guerra mondiale .[33][85] L'impatto fu così profondo da deprimere l'aspettativa di vita media negli Stati Uniti di oltre dieci anni.[58] In Canada morirono 50 000 persone su 8158000.i[86] In Brasile ebbero un esito infausto da 180 000 a 300 000 persone, incluso il presidente Rodrigues Alves.[87] In Gran Bretagna i decessi furono 250 000, in Francia più di 400 000.[88] Un'epidemia influenzale diffusasi nell'Africa occidentale uccise almeno 100 000 persone in Ghana.[89][9] Tafari Makonnen (il futuro Haile Selassie, imperatore dell'Etiopia) fu uno dei primi etiopi a contrarre l'influenza, ma riuscì a sopravvivere[90][91]; tuttavia molti dei membri della sua famiglia non ce la fecero. Le stime dei decessi avvenuti nella capitale Addis Abeba, variano da 5 000 ad oltre 10 000. Nella Somalia britannica un funzionario stimò che il 7% della popolazione nativa morì.[91]

In Nuova Zelanda la spagnola uccise 8 500 persone con un tasso di mortalità del 0,77 %.[9]

Questo enorme numero di decessi fu dovuto ad un tasso di attacco estremamente alto, che arrivava anche oltre il 50% della popolazione suscettibile e dall'estrema severità dei sintomi, alcuni dei quali si ritiene fossero stati causati da una tempesta di citochine.[7] Nel 1918 le conoscenze sui virus erano limitate e inizialmente l'influenza fu diagnosticata erroneamente come batterica, dovuta al bacillo Pfeiffer , oggi noto come Haemophilus influenzae. Nel 1918 in America molte speranze di cura si poggiavano su vaccini sviluppati partendo dal bacillo Pfeiffer, di cui molti rapporti medici descrivevano l'efficacia. Già dal 1919 molti ricercatori avevano notato sia che alcuni sintomi non erano compatibili con un'nfezione dal bacillo Pfeiffer sia che si riusciva ad isolare il bacillo solo in una piccola percentuale di deceduti per la spagnola, sia che l'efficacia dei vaccini Pfeiffer era scarsa.[92] Veniva anche ampiamente somministrata aspirina a regimi ora noti per essere potenzialmente tossici, anche 1 grammo ogni ora, in grado di favorire l'edema polmonare e la polmonite batterica.[38] Un osservatore scrisse: "Una delle più sorprendenti complicanze è stata l'emorragia delle mucose, in particolare del naso, dello stomaco e dell'intestino, oltre che dal sanguinamento dalle orecchie e delle emorragie petecchiali nella pelle".[93] La maggior parte dei decessi fu attribuita alla polmonite batterica,[94][4] un'infezione secondaria opportunistica frequentemente associata all'influenza; tuttavia il virus uccise i malati anche direttamente, causando enormi emorragie ed edema nei polmoni. Alcuni studi hanno dimostrato che il virus fu particolarmente letale anche perché innescava una tempesta di citochine, che può risultare più grave nei sistemi immunitari più forti caratteristici dei giovani adulti.

La malattia, insolitamente grave, uccise in alcune aree fino al 20% di coloro che la contrassero, a differenza del solito tasso di letalità delle tipiche influenze stagionali che si attesta sullo 0,1%.[7]

Mortalità per età, sesso, condizioni sociali

Differenza tra la mortalità influenzale secondo le varie età tra l'epidemia del 1918 e le precedenti epidemie. Decessi per 100 000 persone in ogni fascia di età, Stati Uniti, per gli anni interpandemici 1911-1917 (linea tratteggiata) e l'anno pandemico 1918 (linea continua).[4]

Le grandi disparità nei tassi di mortalità attribuiti alla Spagnola rimangono sconcertanti e sono state oggetto di molti studi. La pandemia, in molte aree geografiche, per lo più uccise giovani adulti. Tra il 1918 e il 1919, il 99% dei decessi per influenza pandemica negli Stati Uniti ha riguardato persone sotto i 65 anni ed in particolare, nella quasi metà dei casi, giovani di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Nel 1920, il tasso di mortalità tra le persone sotto i 65 anni risultava diminuito di sei volte e di circa la metà nelle persone sopra i 65 anni, ma il 92% dei decessi si verificava comunque in soggetti di età inferiore ai 65 anni.[64] [95]Ciò è inusuale, poiché normalmente l'influenza risulta più mortale per gli individui deboli, come i bambini (di età inferiore ai due anni), gli anziani (oltre i 70 anni) e gli immunocompromessi. Nel 1918 gli anziani potrebbero aver beneficiato di una parziale protezione ereditata dall'esposizione alla pandemia influenzale del 1889-1890, conosciuta come "influenza russa".[96]

Il modello attualmente proposto per spiegare la curva di mortalità per fasce di età (curva a "W") della pandemia del 1918 si basa sull'esposizione aggregata delle varie coorti di nascita ai diversi virus pandemici e stagionali in circolazione prima della polmonite. In altre parole: dal 1830 al 1847 sarebbe circolato un virus H1N1; tra il 1847 e il 1889, un virus H1N8; dal 1889 al 1900, un virus H3N8; dal 1900 al 1918, un virus H1N8. In queste circostanze, la coorte di coloro che nacquero dopo il 1889 avrebbe meno protezione contro il virus del 1918, poiché, durante la loro infanzia, sarebbero stati esposti a un virus H3N8 (immunità eterosubitica per H3 e N8). È, infatti, in questa coorte che è stato osservato il picco di mortalità in eccesso durante la pandemia di influenza polmonare. A loro volta, i nati dopo il 1900 avrebbero una protezione intermedia, a causa dell'esposizione infantile al virus H1N8 (immunità omosubtipica per H1 e eterosubtipica per N8). Al contrario, la coorte di bambini nati dopo il 1830 sarebbe la migliore protezione contro il virus del 1918, a causa dell'esposizione infantile a un ceppo omosubitipico per H1 e N1, corrispondente alla bassa mortalità durante la pandemia.[30] Oltre alle basi virologiche che cercano di spiegare la curva a W e la mortalità insolitamente alta tra i giovani adulti osservata durante la pandemia di influenza del 1918, possiamo ancora trovare giustificazione nel movimento di truppe mobilitate per la guerra, costituito da gruppi di età lavorativa, e nel la loro esposizione a precarie condizioni alimentari e sanitarie, armi chimiche e lo stress della guerra, diventando così più suscettibile alla malattia e alle sue complicanze. D'altro canto, campi militari sovraffollati e ospedali e la vicinanza a campi di addestramento, alloggi e scenari di guerra hanno favorito anche la rapida trasmissione della malattia in una definita fascia di età e le prove di una curva a W della mortalità età-specifica in paesi neutrali come la Spagna sono scarse.[95][97][98][99][100]

La diffusa convinzione che la pandemia abbia colpito ricchi e poveri in ugual modo è solo parzialmente vera.[101][102] [103]Le classi più povere erano più fragili considerando le condizioni di vita , igiene e salute. Alcuni studi hanno individuato una correlazione positiva tra il tasso di mortalità per polmonite e Spagnola e analfabetismo.[104] [105]

Studi sull'impatto della Spagnola sulle diverse etnie evidenziano ad esempio negli USA che la popolazione afroamericana aveva una morbilità inferiore ma un tasso di letalità più elevato rispetto alla popolazione bianca. Le ragioni della minore morbilità tra la popolazione nera rimangono poco chiare. I risultati possono implicare che gli afroamericani avevano un rischio minore di sviluppare la malattia per fattori legati all'esposizione, ma quando si ammalavano, avevano un rischio maggiore di morire.[106]

La Spagnola ha colpito più gli uomini che le donne. Negli USA la differenza tra tasso di mortalità per influenza e polmonite (tranne la polmonite del neonato) era 38 per 100 000 nel 1917 e 13 per 100 000 nel 1919. [107][108] Secondo lo storico John M. Barry, i più vulnerabili di tutti furono le donne incinte, asserendo che secondo i dati rilevati in tredici studi su donne ospedalizzate durante la pandemia, il tasso di mortalità era compreso tra il 23% e il 71%.[109] Delle donne incinte sopravvissute al parto, oltre un quarto (26%) perse il bambino.[34]

Le diverse ondate

Un fatto inconsueto fu che l'epidemia si diffuse in diverse ondate indipendenti dalle stagioni (per quanto riguarda l'emisfero settentrionale), mentre di solito l'influenza epidemica si diffonde in inverno.[110]

Anche se il periodo e il numero di ondate della Spagnola non sono coerenti a livello globale[95], c'è un certo consenso nel ritenere che la pandemia, negli USA ed altre nazioni, abbia avuto tre onde distinte: la primavera del 1918, l'autunno del 1918 e l'inverno del 1918-1919. [43][9]Alcuni autori considerano anche, in alcuni paesi, una quarta ondata del 1920-1921.[100][9]

Tre ondate pandemiche: mortalità settimanale per influenza e polmonite, Regno Unito, 1918-1919

La seconda ondata della pandemia del 1918 fu molto più letale della prima. La prima ondata somigliava alle tipiche epidemie influenzali; i più a rischio furono coloro che erano anziani o già malati, mentre i più giovani e coloro che godevano di buona salute si riprendevano facilmente. Ma ad agosto, quando iniziò la seconda ondata in Francia, Sierra Leone e Stati Uniti,[111] il virus era mutato in una forma molto più letale. [112]

Questa maggiore letalità è stata attribuita alla situazione relativa alla prima guerra mondiale. Nella vita civile, la selezione naturale favorisce i ceppi di virus miti: quelli che si ammalano seriamente rimangono a casa, e coloro che sono solo lievemente malati continuano con le loro vite, diffondendo una malattia non grave. Nelle trincee, la selezione naturale risultava invertita: i soldati che avevano contratto una forma leggera rimasero dov'erano, mentre i malati gravi venivano inviati su treni affollati verso ospedali da campo altrettanto affollati, diffondendo il virus più letale. La seconda ondata iniziò così e l'influenza si diffuse rapidamente in tutto il mondo. Di conseguenza, durante le moderne pandemie, i ricercatori medici prestano attenzione quando il virus raggiunge i luoghi con sconvolgimenti sociali alla ricerca di ceppi del virus più letali.[57][85][38]

Decimazione delle comunità

Un grafico che mostra il numero di decessi nelle principali città, con un picco tra ottobre e novembre 1918

Persino nelle aree in cui la mortalità si rivelò bassa la vita di tutti i giorni andò incontro a grosse difficoltà. In molte città si assistette alla chiusura di molti negozi o alla richiesta ai clienti di restare all'esterno ad inoltrare gli ordini. Vi furono diversi casi in cui gli operatori sanitari non potevano visitare gli ammalati e i necrofori seppellire i morti, poiché essi stessi erano ammalati. In molti luoghi vennero scavate fosse comuni con macchine a vapore in cui i corpi furono sepolti senza bara.[113]

Diversi territori delle isole del Pacifico vennero particolarmente colpiti. La pandemia li raggiunse dalla Nuova Zelanda, la quale si dimostrò troppo lenta ad attuare misure atte ad impedire alle navi che trasportavano l'influenza di lasciare i propri porti. Da qui, l'influenza raggiunse Tonga (uccidendo l'8% della popolazione), Nauru (16%) e Fiji (5%, 9 000 persone).[78]

Ancora più grave fu la situazione che si verificò nelle Samoa tedesche, oggi lo stato indipendente di Samoa, occupate dalla Nuova Zelanda nel 1914. Qui il 90% della popolazione venne contagiato; il 30% degli uomini adulti, il 22% delle donne adulte e il 10% dei bambini rimasero uccisi. Si stima che in Irlanda l'influenza spagnola fu responsabile del 10% di tutti i decessi avvenuti nel 1918.

Le tribù native americane furono particolarmente colpite. Solo nell'area di Four Corners sono stati registrati 3.293 decessi tra i nativi.[114] Intere comunità di villaggi sono scomparse in Alaska.[115]

L'analisi dei dati ha rivelato che 6.520 morti vennero registrati nella contea di Savannah-Chatham, in Georgia (su di una popolazione di 83 252 individui) durante il triennio che va dal 1º gennaio 1917 al 31 dicembre 1919. Di questi decessi, l'influenza venne specificatamente indicata come causa in 316 casi, che rappresentano il 4,85% di tutte le cause di morte per tutto il periodo.[116]

Aree meno colpite

Scolaresca femminile con maschere protettive durante l'epidemia del 1919 a Tokio

In Giappone, nel luglio 1919, vennero attribuiti 257 363 decessi all'influenza, con un tasso di mortalità stimato dello 0,425%, un dato molto basso rispetto a quasi tutti gli altri paesi asiatici per i quali sono disponibili dati. Il governo giapponese limitò radicalmente i viaggi marittimi da e verso le isole di origine della pandemia.

Nel Pacifico, l'influenza fu tenuta lontana dalle Samoa Americane grazie all'intervento del governatore John Martin Poyer, che impose un blocco.[78] Nella stessa Nuova Zelanda, 8 573 morti vennero attribuiti alla pandemia influenzale del 1918, con un tasso di mortalità totale dello 0,74%.[117] e la colonia francese della Nuova Caledonia[118] riuscirono a prevenire l'arrivo dell'influenza grazie all'adozione di efficaci sistemi di quarantena, arrivando a non contare alcun decesso tra i propri abitanti. In Australia, quasi 12 000 persone morirono.[119]

Alla fine della pandemia, la remota isola di Marajó, alla foce del Rio delle Amazzoni, in Brasile, non ebbe nessun riscontro dell'epidemia.[120] Anche nell'isola di Sant'Elena non si registrarono decessi.[121]

Sul fronte italiano

In Italia il primo allarme venne lanciato a Sossano (Vicenza) nel settembre del 1918, quando il capitano medico dirigente del Servizio sanitario del secondo gruppo reparti d'assalto invitò il sindaco a chiudere le scuole per una sospetta epidemia di tifo. Si stima che le vittime furono almeno 600 000 lungo lo stivale.

I morti dell'Impero austro-ungarico furono invece meno numerosi; in particolare, in Austria l'epidemia uccise 135 000 persone, in Ungheria 115 000 e in Bosnia 10 000, per un totale di 260 000 morti nell'Impero.[122]

Termine della pandemia

Anche i dati sul termine della pandemia sono incerti. Dopo la letale seconda ondata avvenuta verso la fine del 1918, il numero di nuovi casi diminuì bruscamente, fino a quasi annullarsi. A Filadelfia, per esempio, ci furono 4 597 morti nella settimana che terminò il 16 ottobre, ma già l'11 novembre l'influenza era pressoché scomparsa da tutta la città. Una spiegazione per il rapido declino della letalità della malattia potrebbe essere che i medici erano riusciti a migliorare la prevenzione e la cura della polmonite che si sviluppava dopo che le vittime avevano contratto il virus; tuttavia non tutti i ricercatori concordano con tale teoria.

Un'altra ipotesi è che il virus del 1918 abbia subito una mutazione rapida verso una forma meno letale, un evento comune nei virus patogeni, poiché gli ospiti dei ceppi più pericolosi tendono a estinguersi.

Note

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Bibliografia

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