Tina Merlin

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«Oggi tuttavia non si può soltanto piangere, è tempo di imparare qualcosa»

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Tina Merlin

Clementina Merlin detta Tina (Trichiana, 19 agosto 1926Belluno, 22 dicembre 1991) è stata una giornalista, scrittrice e partigiana italiana.

Biografia

Clementina Merlin nacque a Trichiana, figlia di Cesare Merlin e di Rosa Dal Magro. La madre aveva avuto due figli dal precedente matrimonio con Benvenuto Tacca, e, dopo essere rimasta vedova, si era risposata con Merlin nel 1910. Prima di Tina, l'ultimogenita, vennero alla luce Ida, Giuseppe Benvenuto, Remo, Antonio ("Toni") e Giuseppina.[1]

Antonio sarebbe diventato poi partigiano, organizzatore e comandante del battaglione "Manara", successivamente assorbito nella brigata partigiana autonoma "7º Alpini". Come lui, morto in combattimento, anche Tina fu coinvolta nella resistenza partecipandovi dal luglio 1944 come staffetta.

Nel 1949 sposò il partigiano Aldo Sirena, tra i primi organizzatori del CLN Belluno da cui ebbe il figlio Antonio.

La sua carriera di giornalista cominciò con la pubblicazione di racconti nella Pagina della donna de l'Unità. Dal 1951 al 1982 fu corrispondente a Belluno, Milano, Vicenza e Venezia sempre per lo stesso quotidiano. Nel frattempo partecipava anche alla vita politica come consigliere provinciale del PCI (1964-1970).

Nel 1965 fu tra i soci fondatori dell'Istituto Storico Bellunese della Resistenza, l'attuale ISBREC (Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell'Età Contemporanea).

In seguito ha collaborato con altre riviste e ha pubblicato numerosi saggi dedicati soprattutto al ruolo delle donne nella resistenza.

Tina Merlin viene ricordata, più che per la sua pur ricca produzione letteraria, per avere aiutato, con caparbietà e ostinazione, a mettere in luce la verità sulla costruzione della diga del Vajont. Dando voce alle denunce degli abitanti di Erto e Casso, Tina Merlin riuscì a denunciare i pericoli che avrebbero corso i due paesi se la diga fosse stata effettivamente messa in funzione. Inascoltata dalle istituzioni, la giornalista fu denunciata per "diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico" tramite i suoi articoli, processata e assolta dal Tribunale di Milano.

In seguito al disastro del Vajont, consumato il 9 ottobre 1963, la Merlin tentò di pubblicare un libro sulla vicenda, Sulla Pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso del Vajont, che tuttavia trovò un editore solo nel 1983.

Morì il 22 dicembre 1991 dopo un anno di malattia a 65 anni d'età.

Curiosità

  • Nel 1992 è stata fondata l'Associazione Culturale a lei intitolata. Postumo uscì, grazie anche a Mario Rigoni Stern, il libro autobiografico La casa sulla Marteniga.
  • Alla sua memoria sono state intitolate nel 1992 la scuola materna del comune di Vajont ed il circolo ARCI di Montereale Valcellina. Nel 2013 (in occasione delle celebrazioni per il 50º anniversario del disastro del Vajont) il Consiglio comunale della città di Feltre ha intitolato a Tina Merlin il campus universitario cittadino e il Comune di Trichiana, paese natale della Merlin, ha intitolato a suo nome il Palazzo comunale che si trova nella piazza principale del paese, già intitolata al fratello Toni. Infine, il 29 gennaio 2015, il Comune di Quarto d'Altino (VE) ha deciso di intitolare alla sua memoria il Nuovo Centro Culturale.
  • Nel film di Renzo Martinelli del 2001, Vajont, è stata impersonata da Laura Morante.[2]

Opere

Note

  1. ^ A. Lotto, Quella del Vajont, Sommacampagna 2011, p. 19
  2. ^ Vajont

Bibliografia

  • Adriana Lotto, Quella del Vajont. Tina Merlin, una donna contro, Sommacampagna, Cierre, 2011.ISBN 978-88-8314-641-1
  • Anna Minazzato, Tina Merlin: una testimone del Novecento. Fra cronaca ed emancipazione, Aracne Editrice, 2013, ISBN 978-88-548-5737-7

Collegamenti esterni

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