Pierino Munari

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Pierino Munari
Pierino Munari alla batteria come testimonial per la casa Meazzi produttrice della batteria Hollywood.
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereBlues
Bossa nova
Colonna sonora
Jazz
Latin jazz
Pop
Strumentobatteria

Pierino Munari, all'anagrafe Pietro Commonara (Frattamaggiore, 9 settembre 1927Roma, 6 maggio 2017[1]) è stato un batterista italiano.

Tra i più attivi e apprezzati batteristi italiani (si era guadagnato l'appellativo di "uomo dal polso d'oro"), ha eseguito le colonne sonore di numerosi film di rilievo del cinema nazionale, quali Il buono, il brutto, il cattivo, La battaglia di Algeri, Per amare Ofelia, Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, Uomini contro, Sette uomini d'oro, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?, e altri ancora.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli esordi[modifica | modifica wikitesto]

Pierino Munari debutta all'età di dieci anni come attrazione teatrale. Con il padre Tommaso e i fratelli Armando e Gegé forma l'Orchestra Munari.[3]

Nel 1944 è con varie orchestre della 15ª Armata americana, tappa fondamentale per la sua formazione jazzistica. Il suo stile richiama i grandi virtuosi del west coast jazz come Shelly Manne e Buddy Rich.[2] L'orchestra Munari si distinguerà tra i primi organici a introdurre lo swing in Italia.[4]

A Napoli suona al Circolo Napoletano del jazz con varie formazioni tra cui quelle di Lucio Reale e Carol Danell; con Lino Quagliero e Baldo Maestri è successivamente in tournée per l'Italia, dal Quirino di Roma ad altre piazze importanti fino a Portofino. Incide dischi per le etichette Vis Radio e La Voce del Padrone, al fianco di artisti quali Sergio Bruni, Peppino Principe e Gloria Christian e con i maestri Gino Conte, Carlo Esposito e Angelo Giacomazzi.[2] Partecipa al Festival di Napoli nel 1957, 1958 e 1961.[2]

Si trasferisce a Roma alla fine del 1959, chiamato dal maestro Zurletti per la trasmissione radiofonica Campo de' Fiori, e in breve passa sotto la direzione di Marcello De Martino e Lelio Luttazzi. Seguono altre trasmissioni: Moderato Swing con Piero Umiliani, Nunzio Rotondo Jazz, 30 anni di Swing con Luttazzi (realizzato anche su disco), Il palio della canzone con l'orchestra del M° Cinico Angelini. Diventa subito socio dell'Unione Musicisti Roma ed entra a far parte della grande "famiglia" di artisti legati alla RCA Italiana, divenendo uno dei batteristi più richiesti e affidabili.[2]

Pierino Munari con la batteria Ludwig

Partecipa al Festival di Sanremo 1960 e 1962 con l'orchestra del M° Cinico Angelini, quindi è al Festival delle Rose organizzato sempre dalla RCA Italiana presso l'Hotel Hilton di Roma, negli anni dal 1964 al 1967.[2]

Collaborazioni[modifica | modifica wikitesto]

Tra le tante collaborazioni di Pierino Munari, è notevole quella con Domenico Modugno, che egli ha seguito in tour mondiale, con prima tappa al Madison Square Garden.[5]

Ha avuto modo di collaborare anche con Paul Anka, Neil Sedaka, Nicola Arigliano, Renato Carosone, Lucio Dalla, Johnny Dorelli, Edoardo Vianello, Sergio Endrigo, Jimmy Fontana, Little Tony, Milva, Mina, Gianni Morandi, Nora Orlandi, Gino Paoli, Rita Pavone, Tony Renis, Nini Rosso, Bobby Solo, Ornella Vanoni e Alessandro Alessandroni.[3][4]

È stato inoltre il batterista per 3 edizioni del programma televisivo La Corrida condotto da Corrado sotto la direzione del maestro Roberto Pregadio, con il quale ha tenuto diverse tournée negli ultimi anni.[2][3]

Altre produzioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1964, la Meazzi, casa della batteria Hollywood, lo ha voluto come testimonial, nello stesso anno Munari ha parteciptoa al 1° Cantagiro con la Big Band della Rai. Partecipa alle più importanti manifestazioni italiane di musica jazz e mostra appieno la sua versatilità incidendo con maestri italiani e internazionali, tra i quali Luis Bacalov, Gato Barbieri, Franco Bixio, Bruno Canfora, Carmine Coppola, Lehman Engel, Gianni Ferrio, Jerry Goldsmith, Toshiro Mayuzumi, Ennio Morricone, Mario Nascimbene, Bruno Nicolai, Riz Ortolani, Piero Piccioni, Berto Pisano, Robby Poitevin, Roberto Pregadio, Nino Rota, Miklós Rózsa, Carlo Rustichelli, Vince Tempera, Vito e Giovanni Tommaso, Armando Trovajoli, Piero Umiliani.[2][4][5]

Colonne sonore[modifica | modifica wikitesto]

Pierino Munari ha partecipato come esecutore in più di 500 colonne sonore cinematografiche.[3]

Tra le più importanti:

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ultimo tango a Parigi (United Artists, Uas 29440)
  • Rugantino (CAM, CA 2468)
  • Angeli in bandiera (Ricordi/Carosello, PLP 327)
  • Alleluja brava gente (RCA, PSL 10507)
  • Aggiungi un posto a tavola (CGD, CGD 88119)
  • Accendiamo la lampada (CAM, SAG 9103; AMP 226)
  • Barnum (CGD)

Commedie musicali[modifica | modifica wikitesto]

Oltre alle registrazioni, Pierino Munari ha partecipato a numerose commedie musicali, anche nella figura di capo orchestra:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ È morto Pierino Munari, leggenda della batteria, su repubblica.it, 15 maggio 2017. URL consultato il 23 settembre 2017.
  2. ^ a b c d e f g h Redazione, Se n’è andato Pierino Munari “l’uomo dal polso d’oro” | A Proposito di Jazz - Di e con Gerlando Gatto, su online-jazz.net. URL consultato il 23 gennaio 2023.
  3. ^ a b c d Addio alla batteria di Pierino Munari, da Frattamaggiore al jazz e Hollywood, su www.ilmattino.it, 15 maggio 2017. URL consultato il 23 gennaio 2023.
  4. ^ a b c È morto Pierino Munari, lo storico batterista di Morricone e Mina, su Rockit.it. URL consultato il 23 gennaio 2023.
  5. ^ a b Morto Pierino Munari. Il percussionista noto come "L'uomo dal polso d'oro" aveva 90 anni - Notizie, su SENTIREASCOLTARE. URL consultato il 23 gennaio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • C'era una volta la RCA di Maurizio Becker;
  • Il giovanotto matto (Lelio Luttazzi) di Adriano Mazzoletti;
  • Il jazz in Italia: dallo swing agli anni sessanta di Adriano Mazzoletti;
  • Il jazz a Napoli: dal dopoguerra agli anni '60 di Diego Librando;
  • Intervista a Pierino Munari, in Drumset Mag (Roma), n. 11, marzo 2013;
  • I padri della batteria in Italia di Luca Luciano.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]